file unico - Zafferano
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PAROLA DI... / IN THE WORD OF… L’IMPRENDITORE il successo? Sì – sì – sì è la risposta! Ma vi sembra un modo di ragionare! E di questo periodo buio, le cause sono sotto gli occhi di tutti. C’è chi porta come scusa di alcuni insuccessi o di freni a investimenti la paura gialla. Ma dico io, chi ha paura dei cinesi? Ma quali cinesi! I nostri competitor, quelli che ci ammazzano con la concorrenza sleale e con i prezzi bassi, noi ce li mangiamo!!! La nostra vera spina nel fianco sono il fardello burocratico, il pesante e costoso sistema Italia che grazie a sprechi, noncuranza, allegra gestione, si brucia le nostre risorse e ci manda a competere nei mercati internazionali con la palla al piede di strutture che non funzionano e tassazioni che appesantiscono i nostri costi fuori da ogni sensata proporzione. Ultimamente poi ci si mettono anche le banche, sempre più palesemente “longa mano” delle lobby che già presidiano la burocrazia statale e gli apparati politici. Oggi più che mai il balletto tra politica e banche (ma dove è andata a finire la raccolta avvenuta con l’IMU?) diventa un ballo lento che ci avvinghia in una morbosa macabra danza. In Italia abbiamo una legge che vieta lo strozzinaggio all’infuori di quello “legale!” delle banche. Ma quanti istituti di credito bancari in Italia si possono ancora chiamare tali? Ritornando all’imprenditore, dopo decenni di inculcamento comunista dove gli imprenditori per definizione di Marx sono sempre stati considerati come degli sfruttatori, evasori per forza e opulenti per etichetta, è ora di cambiare registro e rendersi sempre più conto che il problema grosso arriva proprio da chi si è erto a paladino dei cittadini creando dei finti nemici da combattere. Proprio coloro che si ergevano a paladini oggi si dimostrano esosi, ingordi, incapaci di creare valore aggiunto, servizi, utilità per il paese. Mi sono, forse, disordinatamente sfogato. Ora non mi resta, come al solito e come da insegnamento del mio grande fratello, di prendere la vecchia e amica borsa di lavoro e correre, correre sempre di più in cerca di mercati sapendo che, ad aiutarti, c’è solo chi ti è vicino familiarmente. English text di Nereo Marzaro Presidente Sirman Spa 44 Fare l’imprenditore non dico sia una missione, non credo lo sia nemmeno fare il medico. Ritengo missionario solo chi ha avuto la grazia di essere scelto da chi è sopra di noi, sopra di tutto. In questo periodo di difficoltà (pur essendo realista, non mi piace chiamarla crisi) noi imprenditori siamo forse i più criticati, i più presi di mira. Poco tempo fa un noto politico ha sbraitato dal suo palco: imprenditori, è ora che anche voi facciate la vostra parte. Peccato che il 100% (-1) di quelli della sua categoria, d’impresa, nel vero senso della parola, non sanno nemmeno dove cercare la parola nel vocabolario. Un noto sindacalista sempre dal suo palco sbraitava, assieme alle solite menate di routine che solo in Italia si trascinano da più di un secolo, “l’Italia sta affondando, ma noi (noi chi?) non lo permetteremo.” E si potrebbe continuare, da vari altri palchi come a una che a 5 stelle il concetto è sempre quello. Nessuno sa cosa vuol dire fare impresa (o che lo sappiano forse anche troppo?). Fare impresa è gestire persone, mezzi, capitali con una bella dose di rischio in ogni ambito. Io restringo ancor più il campo focalizzandolo sulla fascia manifatturiera e, nel Veneto come in altre regioni italiane, questa realtà ha dei dati unici al mondo. Qui, le famiglie negli anni sessanta sono cresciute con le imprese, i capannoni sono sorti accanto alle case occupando spesso (ahimè per certi versi) la vecchia stalla, portando ricchezza e benessere a tutti! Male quindi ignorare il sentire sotterraneo che ha reso comunità insofferenti verso gli insediamenti produttivi o i servizi (strade, ferrovie, ponti…) che ne fanno da contorno. Alle volte, si sbaglia di grosso, si dà per scontato il lavoro, il benessere, la qualità della vita, che solo l’impresa può dare. Alle volte chi fomenta questo malessere è ancora fermo a imprese di 100 anni fa. Oggi, nella quasi totalità, la cultura gestionale ha interiorizzato una nuova filosofia fatta di sensibilità ambientale, di relazioni strette con il territorio, di grande attenzione a salute e sicurezza. Certamente ancor più vero in un’industria come la nostra (intesa del nord-est e italiana in generale) leggera e non invasiva, di piccola e media dimensione. Colgo pochi commenti di apprezzamento alla tenacia di chi ha rischiato in proprio generando sviluppo e lavoro per molti. La prima mia attuale osservazione è quindi che l’industria non è un male necessario ma un corpo dinamico nella società, che crea ricchezza e la ridistribuisce. Penso altresì che la deindustrializzazione sarebbe un danno collettivo e quindi l’industria va sostenuta nello sforzo di essere competitiva, integrando quanto chiede il mercato con il rispetto del sociale e dell’ambiente. In una riunione in Confartigianato nella Marca Trevigiana, sciorinando dei dati interessanti sulla propensione all’impresa degli italiani a paragone degli altri paesi europei, ci vediamo di gran lunga più attivi. Ma oggi, continua la relazione, “bisogna essere degli incoscienti per voler diventare imprenditori” in Italia! Di questi tempi, nella produzione industriale non si avventura nessuno. Vediamo la luce in fondo al tunnel? Qui di luce oramai non si vede né quella di uscita né più quella da dove siamo entrati! Ma a tutti voi cari lettori, vorrei chiedere nel vostro paese, comunità, comprensorio, categoria… viene punito più l’insuccesso di quanto non venga premiato 1 PAROLA DI... / IN THE WORD OF… THE ENTREPRENEUR 44 di Nereo Marzaro Presidente Sirman Spa 2 For me being an entrepreneur is not a mission, I don’t believe being a doctor is either; missionaries are those who have been graced by being called by who is above us and above everything. In this difficult period (although I am a realist, I don’t like calling it a crisis), perhaps the class of entrepreneurs is the most criticised and targeted. A short while ago a famous politician shouted down from his stage: entrepreneurs, it’s time that you did your part. It’s a shame that 100% (minus 1) of those in his category, enterprise, in the real meaning of the world, don’t even know where to look the word up in the dictionary. A famous trade union leader, again shouting from his stage, and together with the run of the mill complaints that only we in Italy have been dragging on for more than a century, claimed “Italy is drowning, but we (who is we?) won’t let it happen”. We could continue, from many other stages, even a 5-star one where the concept is still the same. Nobody knows what it means to run an enterprise (or perhaps they know too well?). It means managing people, means, and capital, with a good level of risk everywhere. I would narrow it down further, and focus on the manufacturing field where, in the Veneto and other Italian regions, unique results are obtained unequalled in the world. Here, in the sixties families grew with the enterprises, workshops sprung up alongside the houses often occupying (unfortunately in a way) the old stables, bring wealth and wellbeing to everyone! It was wrong to ignore the underground rumblings of communities who could not tolerate the growth of the factors or the services (roads, railways, bridges) that grew around them. Sometimes a big mistake can be made, work, wellbeing and quality life are taken for granted, that only enterprise can give. Those who encourage this disquiet are often still anchored in those enterprises of 100 years ago. In the majority of the cases today, governance culture has taken on a new philosophy based on environmental awareness, close relationships with the land and great focus paid on health and safety. It is even truer in an industry like ours (the intent of the northeast and Italy generally), lightweight non-invasive, small and medium sized. I would like to make a few appreciative comments about the determination of those who personally took the risks, generating development and employment for many. My first current observation is that industry is not a necessary evil, but a driving part of society, creating and redistributing wealth. I also think that deindustrialization would be a public damage, and therefore industry should be supported in its efforts to be competitive, integrating the market demand with social and environmental respect. During a meeting of the Confartigianato in the Treviso District, some very interesting data was presented about the Italian enterprising spirit, and when compared with other European countries we are by far the most active. Today however the stand remains “you have to be mad to become an entrepreneur” in Italy! Nobody wants to enter industrial production nowadays. Can we see a light at the end of the tunnel? Here we can’t see either the light at the end or the light at the beginning! So dear readers, I would like to ask whether in your town, community, district or category, failure is punished more than success is awarded? Yes – yes – the answer is yes! Do you think it is right though? In this dark period the reasons are there for us all to see. Some use the excuse of the yellow fear for any failures or sluggish investment. I say though, who is frightened of the Chinese? What Chinese! Our competitors, those who try to kill us with unfair competition and cheap prices, we will eat them for breakfast!!! The real thorn in our side is our red-tape, that cumbersome and costly Italian system which, thanks to its waste, negligence, happy go lucky management, has burnt our resources and sends us to compete in the global markets with the ball and chain around our ankle formed of malfunctioning organisations and taxation that burdens our costs beyond all compare. Recently the banks have started as well, increasingly the “long arm” of the lobbies that preside government red-tape and political machinations. Now more than ever the dance between politics and banks (where did the collection from IMU [en. Property tax] go?) has become a slow waltz that is gripping us in a morbid and macabre dance. We have a law in Italy that forbids extortion, apart from the “legalised” extortion by the banks. How many credit and banking institutes in Italy can still justly call themselves by that name? So going back to the entrepreneur, after decades of communist instillation where entrepreneurs, by Marx’s definition, are always seen as exploiters, tax evaders by nature and opulent by classification, it is time to change the tune and realize that the real problem comes from those who have appointed them as the citizens’ paladins by creating inexistent enemies to fight. Those who were the paladins are now revealed as grasping, greedy, and unable to create added value, services and utility for the country. So, I have given vent to my anger. Now there is nothing left to do, as ever and as my big brother taught me, but take my old favourite work bag and run, continue running to find new markets, aware that the only ones who ever help you are those close to you in your family. L’OSSERVATORIO / THE OBSERVATORY “…and the fruit? Ranella, moscatella, and zucchina pears, St. Peter’s pears, inverniccia pears, strangolapreti pears…” Ruzante (Angelo Beolco, Padua 1436?-1502) LA MELA O LA PERA PER ADAMO ED EVA? “Subito dopo aver mangiato dall’albero della conoscenza del bene e del male raccolsero le grandi foglie del fico per coprirsi (Genesi 3.7)”. Il primo indumento unisex della storia sarebbe stato quindi la foglia di fico che Adamo ed Eva si misero lì per coprire le rispettive “vergogne”. Ma questo subito dopo l’atto di disubbidienza a Dio avendo addentato il frutto proibito, la mela, complice un serpente tentatore. O è stata una pera? Un frutto originario anche questo dall’Asia occidentale come la mela, sostengono certi studiosi, ma nel perduto Eden (patrimonio mitico di molte religioni e di certi riti pagani) c’erano tutti i frutti per cui è inutile discutere e lasciamo l’alba dell’uomo e le sue credenze per passare alla storia della gastronomia. E prima ancora della semplice alimentazione, sottolineando il valore “umano” della frutta che impegna molti nostri sensi: la vista (la forma e il colore), l’odorato (il profumo spesso delicato ma anche forte), il gusto (mordendola e masticandola) e perfino il tatto. Il pero conosciuto per primi dai soliti greci 3000 anni prima di Cristo, è stato poi diffuso dai romani soprattutto in Europa. I moltissimi simbolismi, assieme alla mela, sono stati esaltati da scrittori e poeti, scultori e pittori, trasferiti nelle fiabe (la mela di Biancaneve e le pere di Pinocchio) e nelle leggende. Ma per stare con i nostri tempi ecco la pera (ce ne sono circa 500 varietà) trasformata in sciroppi e succhi, in confetture e bevande fermentate, e con l’alcol, notissima è la grappa di pere William (crescono e maturano direttamente dentro le bottiglie appese ai rami dell’albero) nei dolci, nei frullati e nei cocktail. Malgrado la Rivoluzione francese e le sue innovazioni soprattutto culinarie, la pera è rimasta un frutto capace di sollecitare le nostalgie dei bei tempi (forse mai esistiti) e le fantasie degli chef. E questo inseguendo mode e manie: in pochi decenni la cucina è passata da quella liberty alla futurista, alla nouvelle cuisine, a quelle macrobiotiche e molecolari e a tutti gli eccessi di germogli e radici esotiche, di manipolazioni e alterazioni delle preferenze e dei gusti. Ma quanto è buono “il cacio con le pere”? di Carlo Mocci Direttore responsabile AN APPLE OR A PEAR FOR ADAM AND EVE? “Immediately after eating from the tree of knowledge, they gathered great fig leaves to cover themselves (Genesis 3,7)”. So the first unisex garment in history was the fig leaf Adam and Eve put on to cover their respective “shames”. This immediately after disobeying God by biting into the forbidden fruit, the apple, aided and abetted by the tempter serpent. Or was it a pear? Just like the apple, many experts believe that the pear also originated in western Asia, but as all types of fruit were present in the lost Eden (legendary inheritance of numerous religions and certain pagan rituals), debating the issue is futile, so let’s leave the dawn of man and his beliefs to turn to the history of gastronomy. And even before simple nutrition, to underlining the “human” value of the fruit which involves many of our senses: sight (shape and colour), smell (the fragrance often delicate but also strong), taste (biting and chewing it) and even touch. The usual Greeks were the first to discover the pear 3000 years before Christ, then the Romans spread it widely, particularly in Europe. Together with the apple, its numerous symbolisms have been extoled by writers, poets, sculptors and painters and transferred into fairy tales (Snow White’s apples and Pinocchio’s pears) and legends. But to come up to our times, we now find the pear (there are about 5000 varieties) transformed into syrups, juices, jams, fermented drinks and with alcohol (famous the grappa made from Williams pears, grown and ripened directly inside the bottle hanging from the branches of the tree) and in desserts, cakes, shakes and cocktails. Despite the French Revolution and its innovations (particularly culinary), the pear is still capable of arousing nostalgia for the good old days (which maybe never existed) and stimulating the imagination of chefs. And this following fashion and vagaries. In just a few decades, cuisine has passed from Liberty to futuristic, nouvelle cuisine, macrobiotic and molecular cuisine and all the excesses of shoots and exotic roots, manipulations and alterations of preferences and tastes. But isn’t “cheese with pears” simply delicious? 44 “…e la frutta?: pere ranelle, pere moscatelle, pere zucchine, pere di San Pietro, pere invernicce, pere strangolapreti…” Ruzante (Angelo Beolco, Padova 1436?-1502) 3 INDICE / INDEX 1 PAROLA DI... IN THE WORD OF… di Nereo Marzaro 43 GASTRONOMIA GASTRONOMY di Marco Squizzato 3 L’OSSERVATORIO THE OBSERVATORY di Carlo Mocci 44 LA PAGINA DEL PACOJET THE PACOJET PAGE di Matteo Ciarimboli 6 GASTROSOFIA GASTROSOPHY di Sergio G. Grasso 46 RISTORAZIONE COLLETTIVA CATERING di Marco Sabatini 8 AZIENDE di Andrea Balestra 47 CLUB DEI MIGLIORI THE BEST 10 STAR BENE KEEPING HEALTHY di Mirella Giuberti 51 MACELLERIA di Damiano Chiesa 12 52 FORMAZIONE di Roberto Tonellato 13 IN FIERA AT THE FAIR di Lorenzo Destro di Roberto Tonellato CUCINA MODERNA di Paolo Rossetti 54 RISTORANTI E MENÙ RESTAURANTS & MENUS di Ferruccio Ruzzante di Pierluigi Vacca di Hamiza Abdessadeq SPERIMENTAZIONI EXPERIMENTATIONS di Marco Valletta di Mariagrazia Dammicco e Marisa Saggiotto Massignan 56 NUOVE TECNOLOGIE NEW TECHNOLOGIES di Marco Fattorel EVENTI EVENTS di Piera Genta 58 TRADIZIONI GASTRONOMICHE di Alfredo Pelle di Renato Ganeo 59 CURIOSITA’ di Angela Ruzzante 61 ASSOCIAZIONI E CONSORZI CONSORTIUMS AND NEW INITIATIVES 14 PASTICCERIA CONFECTIONERY di Luigi Biasetto 15 ARTE DOLCIARIA THE ART OF CONFECTIONARY di Andrea Voltolina 16 18 AIBES 22 L’ANGOLO DEI VINI di Luigino Bruni 23 BEVUTI PER VOI di Giovanni Di Stanislao 44 25 4 I SEGRETI DEL BARMAN THE BARMAN’S SECRETS di Angelo Borrillo di Stefano Renzetti I CONSIGLI DELLO CHEF THE CHEF RECOMMENDS di Stefano Baiocco di Giuseppe Daddio di Fabio Momolo di Luigi Ferraro di Gregori Nalon di Giorgio Nardelli di Alberto Fol di Massimo Bomprezzi di Terry Giacomello di Paolo Antinori di Luca Romeo di Nicola Vizzarri di Sergio Moronato di Fabio Mancuso 35 38 39 SISTEMI DI COTTURA INTELLIGENTI INTELLIGENT COOKING SYSTEMS di Guido Ongaro 40 BANQUETING BANQUETING di Ottaviano Pellini 41 CENA FINGER FOOD A DINNER OF FINGER FOOD di Marco Valletta 42 LA PAGINA DEI FINGER FOOD THE FINGER FOOD PAGE di Gianluca Tomasi INDICE / INDEX 76 LA RUBRICA DELL’OLIO EXTRAVERGINE D’OLIVA THE EXTRA VIRGIN OLIVE OIL PAGE di Renzo Ceccacci 78 SERATA SIRMAN di Luciano Arquilla 79 SICUREZZA ALIMENTARE FOOD SAFETY di Luigi Tonellato 80 PIZZA E PANIFICAZIONE PIZZAS AND BREADMAKING di Alessandro Negrini Ristoranti del Buon Ricordo Friuli Venezia Giulia LA VIA DEI SAPORI A cura di Giulia Coronaro 81 CUCINA ITALIANA NEL MONDO di Donato Sinigaglia Team Venezia Chef A cura di Alessandro Silvestri 82 LA CUCINA DEI GRANDI di Cristina Mocci Arte in Tavola di Albino Zoccarato 83 NEL MONDO AROUND THE WORLD di Simona Ceresani Team Veneto Chef di Stefano Pepe 84 DIRITTO ALIMENTARE di Annalisa Case Wigwam Corner di Efrem Tassinato 85 IL CIBO RACCONTA di Flavio Bisson Euro Toques di Luigi Sartini 86 ECONOMIA di Maurizio Favaro 87 PASSIONE PREPARATI di Francesca Santin Associazione Nazionale Cuochi Italiani di Sonia Re 89 EVENTI 92 IN BREVE Chaîne Des Rôtisseurs di Romolo Cacciatori 95 IN LIBRERIA 96 L’AGENDA DIARY 97 IN VETRINA IN THE SHOP WINDOW 75 A TUTTA BIRRA! MAKE MINE A BEER! di Michele Gilebbi e Alberto Assi “…that good man Geppetto took out his knife and patiently peeled the three pears and placed the peel on a corner of the table. When Pinocchio had eaten the first pear in two bites, he was about to throw away the core: but Geppetto held his arm and said “Don’t throw it away: everything can be useful in this world.”… (C. Collodi, Pinocchio) Cover photo: Studioverde PERIODICO DI RISTORAZIONE E GASTRONOMIA / PERIODICAL OF CATERING AND GASTRONOMY > STAR BENE Tipologie e proprietà nutrizionali > GASTROSOFIA Tutta curve e dolcezza > I CONSIGLI DELLO CHEF Ingrediente chiave nel dolce e nel salato > FINGER FOOD La pera… in punta di dita! > I SEGRETI DEL BARMAN Un frutto da bar > A TUTTA BIRRA! Frutta alla frutta [ LA PERA ] [ PEAR ] 44 Federazione Italiana Cuochi Diario di Bordo della N.I.C. di Marco Valletta (C. Collodi, Pinocchio) In caso di mancato recapito restituire a: UFFICIO DI PADOVA CMP - Il mittente si impegna a corrispondere la prevista tariffa - con I.P. Giovani ristoratori europei A cura di Marco Parizzi e KiKa events BIRRE DI QUALITÀ QUALITY BEERS di Alberto Assi “…quel buon uomo di Geppetto, cavato fuori un coltellino, e armatosi di santa pazienza, sbucciò le tre pere, e pose tutte le bucce sopra un angolo della tavola. Quando Pinocchio in due bocconi ebbe mangiata la prima pera, fece l’atto di buttar via il torsolo: ma Geppetto gli trattenne il braccio, dicendogli: ”Non lo buttar via: tutto in questo mondo può far comodo.”… ANNO 15 | GIUGNO 2013 | N. 44 | 100.000 copie 5 GASTROSOFIA / GASTROSOPHY TUTTA CURVE E DOLCEZZA! 44 di Sergio G. Grasso Gastrosofo, Antropologo alimentare 6 Mele, pere, ciliegie, pesche, albicocche, prugne, nespole e susine, sono tra le più note e diffuse frutta al mondo. Appartengono tutte alla stessa famiglia, quella delle rose, che si esprime al meglio nelle due zone temperate a cavallo della fascia equatoriale. Le rosacee rientrano dunque nella categoria dei “frutti temperati” (come l’uva, il kiwi, le fragole e altri frutti di bosco) e sono caratterizzate da una notevole rusticità botanica che permette loro di vegetare anche in climi estremamente rigidi. Al pari dei meloni, delle banane e dei pomidoro, mela e pera sono frutti “climaterici” cioè continuano la maturazione anche dopo il distacco dalla pianta grazie alla loro capacità di sintetizzare etilene, un ormone gassoso che promuove i processi d’invecchiamento cellulare del frutto. Conviene tener presente che gli altri frutti non-climaterici (quelli che smettono di maturare una volta raccolti dalla pianta, come l’arancia, il lampone, il limone, l’oliva, l’uva, il cetriolo e il peperone) tendono facilmente a sovrammaturare e a marcire se posti vicino a quelli climaterici. Il freddo tuttavia rallenta la produzione di etilene per cui è buona norma conservare la frutta climaterica in frigorifero. Il record di resistenza al freddo spetta sicuramente alle pere che in alcune varietà (Pera siberiana o Pyrus ussuriensis) riescono a maturare anche a temperature prossime ai 40° sotto zero mantenendo la polpa croccante. Le varietà di pere conosciute al mondo sono oltre 4000 con una notevole differenziazione di forma, grandezza, colore e sapore. La coltivazione intensiva riguarda un migliaio di queste varietà, sia per il consumo fresco che per la produzione di succhi e conserve inscatolate. Tuttavia il mercato mondiale è dominato per l’80% da 200 cultivar tra cui, in Europa, le William, le AbateFetel, le Conference, le Spinella, le Passacrassana, le Decana-delcomizio, le Kaiser, le Carmen, le Guyot, le Herman e le Santa Maria. La pera europea (Pyrus communis) è ritenuta originaria dell’Anatolia e deriverebbe da due varietà selvatiche (pyraster e nivalis) i cui semi sono spesso rinvenuti in caverne e ripari abitati in tempi preistorici. Le prime evidenze archeo-botaniche di coltivazione sono state rinvenute in Cina (dove l’albero è considerato simbolo di longevità e i suoi fiori sono associati alla fragilità femminile) e risalgono al 4500 a.C. mentre il primo documento scritto che cita le pere in ambito commerciale è una tavoletta d’argilla sumera del 2600 a.C. Il frutto sicuramente godeva di alta considerazione pres- ALL CURVES AND SWEETNESS! Apples, pears, cherries, peaches, apricots, plums, medlars and damsons are some of the best-known and most common fruit in the world. They all belong to the same family, the rose family, which is at its best in the two temperate zones either side of the equatorial band. The Rosaceae can therefore be classified as “temperate fruit” (like the grape, kiwi, strawberry and other woodland berries), from a botanical point of view highly rustic and therefore able to grow even in extremely rigid climates. Like melons, bananas and tomatoes, apples and pears are climacteric fruit, in other words, they continue to ripen even after being picked from the plant, thanks to their ability to synthesise ethylene, a gaseous hormone which promotes cellular ageing processes in the fruit. Remember that nonclimacteric fruit (those which stop ripening once picked from the plant, such as oranges, raspberries, lemons, olives, grapes, cucumbers and peppers) tend to over-ripen and rot if placed near climacteric fruit. Cold tends to slow down ethylene production and it is therefore good practice to keep climacteric fruit in a refrigerator. The record for resistance to cold without doubt goes to the pear, certain varieties of which (the Manchurian Pear, Pyrus ussuriensis) manage to ripen even at temperatures close to 40° below zero, with the flesh remaining crunchy. There are more than 4000 varieties of pears known in the world, with very different shapes, sizes, colours and flavours. A thousand or so of these varieties are cultivated intensively for eating raw or for producing juices and tinned conserves. However, 80% of the international market is dominated by 200 cultivars, so i Greci, al punto che Omero arrivò a definire la pera “un dono degli dei”. Sui mercati dell’antica Roma se ne potevano trovare più di 60 varietà diverse, molte delle quali citate nelle opere di Catone, Plinio e Columella. Esemplare l’incitamento di Virgilio a coltivarle negli orti patrizi: “Pianta i tuoi peri, o Dafne, così che i tuoi nipoti ne raccolgano i frutti...”. Con la caduta di Roma e le invasioni barbariche molte varietà scomparvero e altre inselvatichirono. Nell’alto Medioevo se ne trovano scarse tracce in letteratura botanica; alcuni testi inglesi del XI secolo riferiscono della varietà “ghiaia rosa” caratterizzata dalla presenza di fastidiosi granuli legnosi ma in genere attorno all’anno Mille l’albero del pero non godeva di grande favore, sia perché il suo legno marcisce facilmente e si spezza, sia per i vermi che ne amano il frutto, ma soprattutto perché le pere lasciate a loro stesse davano frutti poco succosi e molto duri, da ammorbidire con una lunga cottura e quindi economicamente svantaggiosi. Forse proprio a queste varietà si riferisce l’indicazione della Scuola Medica Salernitana (XII sec.) che sconsiglia l’uso delle pere nell’alimentazione dei malati in quanto generatrici di “melanconia”. A titolo di curiosità, nelle cronache medioevali viene spesso ricordata la “pera d’angoscia”, che non era un frutto ma un attrezzo usato come strumento di tortura per estorcere confessioni a streghe ed eretici. Con l’epoca dei Comuni si assiste in Italia al ritorno dei peri negli orti e nei “pomarii” dove vengono innestate e selezionate nuove varietà. Nel Rinascimento in Francia si potevano contare oltre 200 varietà diverse di pere che divennero 500 all’inizio del XVIII secolo. Il rinnovato fervore per le pere traspare anche dai nomi di alcune varietà settecentesche: la “Favorita”, la “Bon Crétien” la “Cuisse-madame”, la “Virgolosa”, la “Bergamotta” e la “Frangipane”. Nel XVIII e XIX secolo in Italia e Francia furono create oltre un migliaio di nuove varietà di pera dure o croccanti, polpose o sugose, dolcissime o leggermente acidule, burrose e fondenti. Alla stragrande maggioranza di queste furono dati nomi femminili come Belle Lucrative, Comtesse d’Angoulème, Duchessa d’Orléans, Marie-Louise, including Williams, Abate-Fetel, Conference, Spinella, Passacrassana, Decana-del-comizio, Kaiser, Carmen, Guyot, Herman and Santa Maria. The European pear (Pyrus communis) is believed to have originated in Anatolia and has produced two wild varieties (pyraster and nivalis), the seeds of which have been found in caves and shelters inhabited during prehistoric times. The first archeo-botanical evidence of cultivation comes from China (where the tree is considered a symbol of longevity and its flowers are associated with female fragility) and dates from 4500 years before Christ, while the first written document mentioning the pear in commercial terms is a Sumerian clay tablet from 2600 BC. The fruit was highly considered by the Greeks, to the point where Homer defined it as “a gift of the gods”. Sixty different varieties were sold on the markets of ancient Rome, many mentioned in the works of Cato, Pliny and Columella. Exemplary Virgil’s instigation to cultivate pears in the orchards of the nobility: “Plant your pears, Daphnis; your grandchildren will reap the fruit… ”. With the fall of Rome and the Barbarian invasions many varieties disappeared and others went wild. In the Dark Ages, there are few mentions of pears in botanical literature. A number of English texts from the 11th century refer to the “pink grit” variety characterised by the presence of irritating woody granules, but in general in about the year 1000 the pear tree was not viewed with great favour, partly because its wood rots easily and breaks, partly because of the maggots which love its fruit, but above all because pear trees left to their own devices produce very hard fruit with little juice which must be softened with lengthy cooking, making them financially disadvantageous. Maybe this was the variety referred to by the Schola Medica Salernitana in the 12th century which advised the sick not to eat pears as they generated “melancholy”. A curiosity… medieval chronicles often refer to the “choke pear”, not a fruit, but a device used in torture to extort confessions from witches and heretics. With the period of the communes, the pear made a comeback in vegetable gardens and orchards where new varieties were grafted and selected. During the Renaissance in France, there were more than 200 different varieties of pears, becoming 500 at the end of the 18th century. The renewed enthusiasm for the pear also emerges from the names of certain 18th century varieties: the “Favorita”, “Bon Crétien”, “Cuissemadame”, “Virgolosa”, “Bergamotta” and “Frangipane”. In the 18th and 19th centuries, more than a thousand new varieties of pear were created in Italy and France, hard or crunchy, fleshy or juicy, very sweet or slightly tart, buttery and tender. The vast majority of these were given female names such as Belle Lucrative, Comtesse d’Angoulème, Duchessa d’Orléans, Marie-Louise, Madeleine. Almost 44 GASTROSOFIA / GASTROSOPHY 7 GASTROSOFIA / GASTROSOPHY Madeleine... Quasi a ribadire che la pera è femminile e materna, rassicurante, profumata e... ricca di curve. E quando lo charme si trasformava in ingenua sfrontatezza comparivano nomi come “Pere Gnocche” e “Cosce di Monaca”. Fino all’ultimo dopoguerra d’inverno era facile imbattersi per strada in venditori ambulanti di “pere da passeggio”. Generalmente si trattava di gelatai che in attesa della stagione più propizia sbarcavano il lunario offrendo ai passanti pere sbucciate, ricoperte di caramello e infilzate in bastoncini di legno. Giravano per le feste rionali o nei mercati trasportando a tracolla un contenitore di rame che conteneva la frutta già cotta e il caramello mantenuti caldi da tizzoni di carbone che servivano anche come riscaldamento personale. Erano i “peracottari”, uomini generalmente di scarsa intraprendenza, senza arte né parte, che vivevano alla giornata, per niente impensieriti dal futuro. Un mestiere scomparso come molti altri ma il cui nome è rimasto a indicare persone incapaci e maldestre che si accontentano di galleggiare mediocremente e senza dignità. Un termine perfetto per definire la maggior parte dei politici di oggigiorno. di Andrea Balestra responsabile GDO Sirman as thought to emphasise that the pear is feminine and maternal, reassuring, fragrant and… curvaceous. And when charm turns to innocent cheekiness, such names as “Pere Gnocche” (“sexy babe pears”) and “Cosce di Monaca” (“nuns’ thighs pears”) make their appearance. Until the end of the Second World War, you could often find hawkers selling pears to eat in the streets. They were usually ice-cream sellers eking out a living while waiting for the ice-cream season to begin by offering passers-by peeled pears coated with caramel on wooden sticks. They went round the local fairs and markets carrying a copper container round their necks filled with pre-cooked fruit and caramel kept hot by embers of coal which also served to keep them warm. They were known as the “peracottari” (“cooked pear salesmen”), usually men with little entrepreneurial spirit, down-and-outs who lived one day at a time, without a thought for the future. A trade which has disappeared along with many others, but whose name is still used in Italian to indicate someone incompetent and unskilled who makes do drifting along unexceptionally without dignity. A perfect description to define the majority of politicians today. AZIENDE DRINK DIFFERENT BY CARLSBERG: QUALITÀ E SOSTENIBILITÀ IN UN BICCHIERE DI BIRRA 8 La rivoluzione del nuovo sistema di spillatura realizzata da Carlsberg Italia rappresenta il punto di partenza di un nuovo modo di bere birra all’insegna della qualità, della freschezza e della sostenibilità. DraughtMaster Modular 20 è l’innovativo sistema di spillatura con fusti in PET riciclabile che permettono una spillatura senza CO2 aggiunta, semplicemente comprimendo con aria il fusto, offrendo così una birra organoletticamente perfetta e con il livello naturale di anidride carbonica. La birra ha una qualità più elevata in quanto più fresca più a lungo: il materiale plastico infatti, rispetto all’acciaio, garantisce una maggiore protezione del contenuto, una maggiore durata del fusto chiuso ed una più lunga vita utile una volta aperto, oltre ad un ampio ventaglio di vantaggi legati ai trasporti e al lavaggio impianti. Il tutto coniugato a grandi benefici ambientali: ad esempio, si risparmiano all’ambiente il 28% di emissioni di CO2 rispetto ai tradizionali fusti in acciaio e il 45% verso le bottiglie di vetro (dati LCA Analysis realizzata con IEFE-Bocconi). Carlsberg è stata, infatti, la prima azienda al mondo nel settore birrario ad avere certificato l’impatto ambientale dei suoi prodotti, ottenendo per prima la certificazione EPD (Dichiarazione Ambientale di Prodotto). Il percorso all’insegna di innovazione, qualità e sostenibilità ha ricevuto nell’ultimo anno numerosi riconoscimenti. Tra i principali, il “Premio dei Premi” istituito dal Presidente del Consiglio dei Ministri, il Premio “Imprese X Innovazione 2012” promosso da Confindustria, il premio “Innovazione Amica dell’Ambiente 2012” di Legambiente. studioverde.it ELIOS IL RE DELLA COTTURA ELIOS PLUS Il nuovo performante fornellone a tutto tondo per la cucina professionale e per il catering, è l’espressione della più avanzata ricerca e sviluppo in fatto di tecnologia, prestazioni e design. Realizzato in ghisa protetta da smalto antiacido e certificata secondo le più rigorose normative internazionali per alimenti, ELIOS è caratterizzato da una grande potenza (9 kw rispetto ai 5-6 kw dei fornelloni standard) che garantisce una cottura più veloce, omogenea e a prova di chef. ELIOS WOK Via Palladio, 6 - 35010 Marsango di Campo S. Martino - Padova (ITALY) Tel. 049 552066 - Fax 049 552630 - info@fonderiafinco.it - www.fonderiafinco.it MADE IN ITALY STAR BENE / KEEPING HEALTHY TIPOLOGIE E PROPRIETÀ NUTRIZIONALI 44 di Mirella Giuberti Nutrizionista docente presso l’Istituto Alberghiero “Orio Vergani” di Ferrara 10 Al genere Pirus appartengono numerose specie; Pirus communis è la più importante in Europa, America, Australia ed Africa. Il numero di cultivar ottenute per mutazioni naturali, ibridazione e mutazioni gemmarie è elevatissimo; molto apprezzate sono le pere William, Abate Fétel, Coscia, Max Red Bartlett, Duchessa d’Angoulême, Butirra Hardy, ecc. Le principali stazioni internazionali di ricerca stanno conducendo programmi di breeding per ottenere nuove cultivar caratterizzate da ampliamento del calendario di raccolta, resistenza alle principali malattie, produttività elevata e costante, sovraccolore rosso della buccia, caratteristiche organolettiche di pregio (quali Carmen, Boheme, Elliott, Angelys, Harrow Sweet, ecc.). Di converso, sono stati varati nel nostro paese diversi programmi di recupero e salvaguardia di antiche varietà autoctone, come le pere Angeliche, le Spadone, le Moscatelline, le Pistacchine, e così via. Hanno ricevuto il riconoscimento di Indicazione Geografica Tipica: - la PERA DELL’EMILIA ROMAGNA (che include le cultivar Abate Fétel, Cascade, Conference, Decana del Comizio, Kaiser, Max Red Bartlett, Passa Crassana, William), coltivata nelle province di Reggio Emilia, Ferrara, Modena, Bologna, Ravenna. - la PERA TIPICA MANTOVANA, prodotta nell’Oltre Po mantovano e viadanese nelle cultivar Abate Fétel, Conference, Decana del Comizio, Max Red Bartlett, William. Il frutto del pero (in senso botanico un falso frutto) presenta forma variabile: rotondeggiante ed appiattita, simile alla mela; a forma di fiasco; di trottola; allungata in modo più o meno regolare. L’epicarpo, liscio o ruvido, è variamente colorato, secondo le cultivar ed il grado di maturazione: giallo, macchiato di rosso, con lenticelle ocracee più o meno evidenti (William), ma anche verde-giallastro (Decana del Comizio), o grigiastro, o paglierino dorato (Abate Fétel), o rosso vinoso (Max-Red Bartlett). In alcune varietà la buccia è uniformemente rugginosa (Kaiser) o presenta rugginosità nella zona peduncolare (Passa Crassana). La polpa è costituita da cellule rotondeggianti e succose, frammiste a piccole granulazioni sclerificate, localizzate principalmente al centro del frutto o all’apice. Si può presentare variamente fondente, anche liquescente (Kaiser), o variamente croccante, e più o meno aromatica, talvolta leggermente acidula (Passa Crassana). I frutti più morbidi possono facilmente ammaccare ed andare quindi incontro ad imbrunimento enzimatico. Le differenze varietali influenzano poco il profilo nutrizionale: le pere sono frutti polposi caratterizzati da un elevato contenuto idrico (oltre l’85%) ed un modesto contenuto zuccherino (circa il 9% del peso): per 100 g di prodotto apportano 35 kcal. I principali zuccheri utilizzabili dall’organismo umano sono il fruttosio, il glucosio ed il sac- TYPES AND NUTRITIONAL PROPERTIES There are numerous species in the Pyrus genus. The most important in Europe, America, Australia and Africa is Pyrus communis. Numerous cultivars have been obtained by natural mutation, hybridisation and bud mutation: Williams, Abate Fétel, Coscia, Max Red Bartlett, Duchessa d’Angoulême, Butirra Hardy, etc. The most important international research stations are carrying out breeding programmes to obtain new cultivars characterised by a longer picking calendar, resistance to the principal diseases, high and constant productivity, bright red coloured peel and high-quality organoleptic characteristics (such as Carmen, Boheme, Elliott, Angelys, Harrow Sweet, etc.). In Italy on the other hand, a number of programmes have been launched to recover and safeguard old native varieties such as Angelica, Spadona, Moscatellina and Pistacchina. The following have received Typical Geographical Indication status: - the EMILIA ROMAGNA PEAR (including the cultivars Abate Fétel, Cascade, Conference, Decana del Comizio, Kaiser, Max Red Bartlett, Passa Crassana and Williams), cultivated in the provinces of Reggio Emilia, Ferrara, Modena, Bologna and Ravenna. - the TYPICAL MANTUA PEAR grown in the Mantua Oltre Po and Viadana areas, with the cultivars Abate Fétel, Conference, Decana del Comizio, Max Red Bartlett and Williams. The fruit of the pear (botanically speaking, a false fruit) is variable in shape: rounded and flattened, like an apple; flask shaped, spinning-top shaped, or more or less regularly elongated. The smooth or rough epicarp is variously coloured according to the cultivar and degree of ripeness: yellow with red marks and more or less obvious ochre coloured lenticels (Williams), yellowish green (Decana del Comizio), greyish green, golden straw coloured (Abate Fétel) or wine red (MaxRed Bartlett). In some varieties, the peel is uniformly russet (Kaiser) or russet in the stem area only (Passa Crassana). The flesh consists of rounded juicy cells mixed with small sclerified granules located principally at the centre of the fruit or the apex. They may be variously tender, even liquescent (Kaiser), or variously crunchy and more or less aromatic, sometimes slightly sharp tasting (Passa Crassana). The softest fruit may bruise easily and become discoloured through the action of enzymes. The differences between varieties have little influence on the nutritional profile. The flesh of pears is characterised by a high water content (more than 85%) and a modest sugar content (about 9% weight) - 100 g of pears produce 35 kcal. The principal sugars used by the human body are fructose, glucose and sucrose which give pears their sweet taste and calorie content. The predominance of fructose over the other components facilitates STAR BENE / KEEPING HEALTHY Nel corso dell’accrescimento e della maturazione del frutto si verificano numerose reazioni chimiche che ne modificano profondamente il contenuto: la scissione dell’amido libera zuccheri semplici, dal gusto dolce; si formano pectine solubili in acqua che modificano la consistenza della polpa; viene demolita la clorofilla e compaiono vari pigmenti coloranti: carotenoidi, flavonoli, e, in alcune cultivar, anche antociani. La colorazione gialla è da attribuire principalmente a flavoni e flavonoli; quella rossa alle antocianine, quella aranciata, rossa e rosa ai carotenoidi. Nel corso degli ultimi anni si è potuto osservare che i pigmenti coloranti, oltre ad esercitare un’azione organolettica, sono anche in grado di svolgere varie funzioni metaboliche, che vengono genericamente indicate come proprietà antiossidanti. L’organismo umano produce di norma una piccola quantità di molecole reattive ed instabili, definite “radicali liberi” e “specie reattive dell’ossigeno”. La loro formazione, che rientra tra i normali processi metabolici cellulari, si incentiva con il trascorrere degli anni ed in alcune condizioni, quali il tabagismo; l’esposizione a radiazioni ionizzanti (che causano sulla pelle processi di fotossidazione e danneggiano gli acidi grassi polinsaturi delle membrane cellulari); l’esposizione agli inquinanti atmosferici (come i gas di scarico emessi con la combustione dei motori e le sostanze derivate dalla produzione industriale); l’eccessiva assunzione di bevande alcoliche; l’eccessiva introduzione alimentare; ecc. Si comprende quindi come sia interessante l’osserva- consumption of pears by diabetics. With respect to glucose, the introduction of fructose into the cells does not require the presence of insulin (at least if eaten in modest quantities). Pears contain numerous indigestible fibre compounds (3.8 g/100 g) able to regulate various metabolic functions. A number are insoluble in water (such as cellulose) and facilitate normal bowel movements; other hygrophilous substances such as pectin modulate cholesterol and glucose absorption (avoiding high insulin peaks). The vitamin-mineral content is of little importance. Pears do, however, contain a number of organic acids (such as malic and citric) which give the fruit its sharp taste and improve its keeping qualities. In our body, the organic acids transformed into alkaline bicarbonates counteract acidification of the blood. While the fruit is growing and ripening, numerous chemical reactions take place which profoundly modify the contents. The breakdown of starch frees simple sugars with a sweet taste; water-soluble pectins form, modifying the texture of the flesh; the chlorophyll is broken down and various coloured pigments appear (carotenoids, flavonols and, in some cultivars, also anthocyans). The yellow colour is mainly attributable to flavones and flavonols, the red colour to anthocyans and the orange, red and pink colour to carotenoids. During recent years, as well as having an organoleptic effect, pigments have also been observed to perform a number of metabolic functions, generically indicated as antioxidant properties. The human body normally produces a small amount of reactive unstable molecules known as “ free radicals” and “reactive oxygen species”. Part of normal cell metabolic processes, their formation is encouraged by the passing of the years and by certain conditions such as smoking, exposure to ionising radiation (which causes photooxidation processes on the skin and damages the polyunsaturated fatty acids in the cell membranes); exposure to atmospheric pollution (such as exhaust gases emitted by combustion engines and substances deriving from industrial production); excessive Composizione chimica e valore energetico per 100 g di parte edibile (Fonte: Banca Dati di Composizione degli Alimenti, INRAN) PERE fresche senza buccia acqua: 87.4 (g) proteine: 0.3 (g) lipidi: 0.1 (g) glucidi disponibili: 8.8 (g) energia: 35 (kcal) sodio: 2 (mg) potassio: 127 (mg) ferro: 0,3 (mg) calcio: 11 (mg) fosforo: 15 (mg) tiamina: 0,01 (mg) riboflavina: 0,03 (mg) niacina: 0,10 (mg N.E.) vitamina A ret.eq.: tr (μg R.E.) vitamina C: 4 (mg) 44 carosio, che conferiscono il gusto dolce ed apportano la quota calorica. La prevalenza del fruttosio sugli altri componenti rende il consumo di questi frutti più favorevole per i diabetici: rispetto al glucosio, infatti, l’ingresso del fruttosio nelle cellule non necessita della presenza di insulina (quantomeno se ingerito in quantità modeste). Le pere contengono numerosi composti fibrosi non digeribili (3.8 g/100 g) in grado di regolare diverse funzioni metaboliche: alcuni sono insolubili in acqua (come la cellulosa) e facilitano il normale svuotamento intestinale; altri, idrofili, come le pectine, modulano l’assorbimento del colesterolo e del glucosio (evitando picchi elevati di insulina). Il patrimonio vitaminico-minerale è di scarso rilievo. Sono invece presenti alcuni acidi organici (come il malico ed il citrico) che conferiscono sapore acidulo e favoriscono la serbevolezza del frutto. Nel nostro organismo gli acidi organici, trasformati in bicarbonati alcalini, contrastano l’acidificazione del sangue. 11 STAR BENE / KEEPING HEALTHY zione che molti cibi vegetali colorati possano svolgere funzioni in grado di osteggiare gli effetti provocati dai radicali liberi sulla vitalità e sull’invecchiamento cellulare, e correlati alla comparsa di malattie degenerative, al declino delle funzioni cognitive ed alla comparsa di forme neoplastiche. La pera contiene una discreta quantità di molecole antiossidanti; in particolare, è ben rappresentata la zeaxantina, carotenoide presente in macula, retina e cristallino dell’occhio umano, capace di ostacolare i danni ossidativi derivanti dai raggi UV. Le antocianine, responsabili del colore bianco della polpa, sono annoverate tra le molecole protettive nei confronti dell’ictus. Consumate principalmente come frutto fresco, anche in abbinamento con i formaggi, le pere possono essere gustate cotte o sciroppate, oppure utilizzate quali ingredienti per varie preparazioni culinarie (soprattutto dolci), destinate alla produzione di succhi e nettari, confetture, mostarde, nonché varie bevande alcoliche. consumption of alcoholic drinks; excessive food intake; etc. It is not therefore hard to understand the interest aroused by the observation that the functions of many coloured plant foods can oppose the effects of free radicals on cell vitality and ageing and correlated with the appearance of degenerative diseases, a decline in cognitive functions and the onset of tumours. Pears contain a moderate quantity of antioxidant molecules, in particular, zeaxanthin, a carotenoid present in the macula, retina and crystalline lens of the human eye, able to oppose the oxidation damage caused by UV rays. The anthocyans, responsible for the white colour of the flesh, help protect against ictus. Eaten mainly raw, sometimes combined with cheeses, pears can also be enjoyed cooked, in syrup, as ingredients in numerous dishes (mostly sweet), or to make juices, nectars, jams, pickles and various alcohol drinks. Chemical composition and energy value per 100 g of edible part (Source: Banca Dati di Composizione degli Alimenti, INRAN) Fresh, peeled PEARS water: 87.4 (g) proteins: 0.3 (g) fats: 0.1 (g) available carbohydrates: 8.8 (g) energy: 35 (kcal) sodium: 2 (mg) potassium: 127 (mg) iron: 0,3 (mg) calcium: 11 (mg) phosphorous: 15 (mg) thiamine: 0,01 (mg) riboflavin: 0,03 (mg) niacin: 0,10 (mg N. E.) Vitamin A: tr (μg R.E.) Vitamin C: 4 (mg) FORMAZIONE 44 di Roberto Tonellato agente commerciale Sirman 12 53° CORSO MICROONDE PANASONIC IN SIRMAN In un periodo economico che non si prospetta roseo per l’economia Italiana, SIRMAN si afferma ancora una volta un’azienda contro corrente che resta fedele alla propria mission di sviluppo di nuove soluzioni innovative e di formazione costante della propria rete vendita interna ed esterna. Proprio in merito all’argomento formazione lo scorso marzo si è tenuto presso la sede dell’azienda il 53° corso commerciale microonde, al quale ha partecipato un cospicuo gruppo di collaboratori provenienti da varie zone della penisola, con lo scopo di far conoscere e far capire come trasmettere all’utilizzatore finale tutte le informazioni tecniche e prestazionali di questo strumento ancora sconosciuto a molti e per questo molte volte snobbato dalle cucine professionali per lasciare posto magari al più classico dei forni domestici, con la classica scusa “ma io devo solo scaldare un po’”, ignorando invece quale aiuto possa questa macchina dare in cucina. Dopo un saluto e una breve prefazione da parte del sig. Nereo Marzaro, la mattinata è stata dedicata alla parte teorica del corso dove il sig. Andrea Ceccato, responsabile dell’assistenza tecnica Sirman, ha illustrato ai partecipanti cos’è un forno a microonde, di cosa si compone, come funziona e i vantaggi in termini energetici e di tempo rispetto alle medesime lavorazioni fatte con un forno tradizionale. Successivamente lo chef Paolo Rossetti ha preso la parola per spiegare che impiego trova il forno in cucina, soffermandosi sulle principali differenze in fatto di lavoro e di risultato fra un forno professionale, dove il cibo viene cotto perfettamente e sempre in maniera omogenea, e il risultato su un forno domestico dove il cibo non viene cotto come dovrebbe e con differenze di temperature all’interno delle stesso piatto. Dopo una mattinata intensa di spiegazioni, interventi e FORMAZIONE discussioni fra corsisti e relatori, finalmente è arrivata l’ora di pranzo dove tutti hanno potuto provare di persona le potenzialità del microonde gustando un menu completo, dall’antipasto al dolce, fatto tutto esclusivamente con i forni professionali Panasonic, messi a disposizione e usati a dovere dallo chef Paolo Rossetti coadiuvato dagli chef Matteo Ciarimboli e Massimo Marinelli. Con lo stomaco pieno e il palato soddisfatto per l’ottimo pranzo, si è passati ad una lezione pratica nel laboratorio Sirman dove i nostri chef hanno mostrato in diretta tutti i piatti che sono stati proposti a pranzo e non solo. Abbiamo così potuto vedere, per esempio, che in 15 minuti si può cucinare alla perfezione un polipo, in 12 minuti si può fare una marmellata di fragole e in 6 minuti cucinare alla perfezione un pesce al sale. Per non parlare poi delle verdure e della frutta cotta. Alla fine della giornata tutti i partecipanti erano molto soddisfatti per la quantità e la qualità delle nozioni che hanno potuto apprendere, così da poter avere delle argomentazioni maggiori e più convinzioni sulle potenzialità di questo importante prodotto. Arrivederci al prossimo corso commerciale microonde! CUCINA MODERNA VERSATILE ANCHE AL MICROONDE! ro. Unire il succo di due limoni ogni chilogrammo di frutta, abbattere e conservare in frigo. In tal modo la sua durata sarà di circa due mesi. La pera, a differenza di altra frutta, in cottura conserva la sua consistenza e pertanto è molto utile in quelle preparazioni dove si deve dare una forma e creare un aspetto coreografico. Ecco un esempio: pelare le pere lasciando il peduncolo sopra, parare il fondo in modo da dare stabilità, metterle a bagno in acqua e limone per 15 minuti per bloccare l’ossidazione futura. Disporle in una teglia in policarbonato, spolverare con zucchero di canna e, a piacere, in base al colore e gusto desiderato, aggiungere liquore Alkermes per ottenere un colore rosso vivo, vino rosso per creare un classico che va sempre, sciroppo di menta per il verde e rum bianco per un colore naturale ma lucido. La cottura va fatta a potenza massima coperta. Come sempre, passare in abbattitore e conservare in frigo +2°. Può capitare che le pere poco mature e provenienti da Paesi lontani, essendo maturate durante il percorso, in fase di cottura presentino delle macchie scure, ma questo non pregiudica il gusto. Sicuramente la pera, se paragonata ad altra frutta, è poco usata nella cucina italiana ed in pasticceria perché è un frutto difficile da gestire in quanto ossida velocemente. La cottura a microonde, con l’aggiunta di zuccheri, evita tale processo degenerativo. In ogni caso, a prescindere dalla tipologia di alimenti utilizzati, che si tratti di frutta, verdura, carne o pesce, i migliori risultati si ottengono sempre con l’utilizzo di forni potenti e che rasentano la perfezione nella distribuzione uniforme delle onde. di Paolo Rossetti Chef e docente all’Istituto “Panzini” di Senigallia NE 1880, Panasonic 44 Tutta la frutta si presta ad essere cotta nel forno a microonde, compresa la pera, qualsiasi sia la varietà. Vediamo dunque alcuni possibili utilizzi. Cottura diretta al piatto: disporre delle lamelle di pera a ventaglio, adagiarvi sopra delle fette di formaggio pecorino fresco, passare a microonde per 30 secondi a potenza massima (considerando una potenza di circa 1800 Watt). In tal modo il formaggio risulterà fuso ma composto e la pera tiepida. Di seguito colare sopra un filo di miele d’acacia e guarnire con erba cipollina. La pera ha una bella resa anche nella confettura, meglio se abbinata con le noci. Per prepararla tagliare a piccoli pezzi le pere, anche di diverse tipologie, unirle al doppio dello zucchero e farle macerare per almeno 20 minuti, poi passarle a microonde fino a raggiungere almeno 106° per far sì che l’acqua venga sostituita dallo zucche- 13 PASTICCERIA / CONFECTIONERY ALLA SICILIANA 44 di Luigi Biasetto Chef Pasticcere e titolare della Pasticceria “Biasetto” di Padova 14 Con questo dessert facciamo un vero e proprio omaggio alla Sicilia, terra di grande tradizione e cultura, dove si produce una tra le migliori ricotte di pecora al mondo. La presenza della panna (in alcune produzioni anche il 24%) conferisce una cremosità senza confronti e un gusto senza uguali che, abbinato ad una mousse al cioccolato in pura origine del Madagascar, troverà l’abbinamento ideale. Le cremosità della quenelle di ricotta e la spumosità delle mousse al cioccolato divertiranno i palati dei gourmets più esigenti. Una dadolata di mele caramellate al burro vaniglia e cannella ed il croccante dei decori renderanno omaggio al lavoro dei mastri pecorai fatto di passione e fatica. A HOMAGE TO SICILY This dessert pays homage to Sicily, a land steeped in profound traditions and culture where some of the world’s finest sheep milk ricotta is made. This ricotta is made with the addition of cream (with some containing as much as 24%), giving it an unparalleled creaminess and flavour that are complemented perfectly in this recipe by a mousse of pure Madagascan chocolate. The creaminess of the ricotta quenelle and the light fluffiness of the chocolate mousse will delight even the most discerning of palates. Diced apple caramelised in vanilla and cinnamon butter, and a decorative crisp finish off this homage to these master sheep farmers, who work with dedication and passion. Alla Siciliana A homage to Sicily Biscotto al cioccolato Ingredienti: 405g albume; 352 g zucchero; 450 g tuorli; 112 g amido di mais; 90 g fecola; 130 g cacao; 182 g burro (nocciola). Montare l’albume con lo zucchero. Sbattere i tuorli. Setacciare la farina con il TPT ed il cacao. Incorporare tutto delicatamente. Infine aggiungere il burro nocciola. Cottura 220°C per 10 minuti. Conservare al fresco. Mousse al cioccolato Ingredienti: g 75 zucchero semolato; g 75 acqua; g 25 glucosio; g 120 tuorli d’uovo; gr. 320 copertura fondente del Madagascar; g 700 panna fresca. Portare a 86°C nel forno a microonde zucchero, acqua, glucosio e tuorli. Montare fino a raffreddamento. Sciogliere la copertura ed incorporarla alla base montata ancora tiepida, quindi incorporare la panna montata a 3/4. Versare la mousse in contenitori di policarbonato e lasciar raffreddare in frigorifero per circa 4 ore prima di formare le quenelle. Consumare entro 5 giorni. Chocolate biscuit Ingredients: 405 g egg whites; 352 g sugar; 450 g egg yolks; 112 g corn starch; 90 g potato starch; 130 g cocoa; 182 g browned butter.Beat the whites with the sugar. Beat the yolks. Sieve the flower with the tant-pourtant and the cocoa. Fold everything together gently. Add the browned butter last, and bake for 10 minutes at 220°C. Store in a cool place. Chocolate mousse Ingredients: 75 g granulated sugar; 75 ml water; 25 g glucose; 120 g egg yolks; 320 g dark Madagascan chocolate; 700 g fresh cream. Warm the sugar, water, glucose and yolks to 86°C in the microwave. Beat continuously until the mixture cools. Melt the dark chocolate and add to the beaten base mixture while still warm, then fold in the cream, beaten to 75% stiffness. Pour the mousse into polycarbonate containers and chill in the refrigerator for approximately 4 hours before forming into quenelles. Use within 5 days. Crema di ricotta Ingredienti: g 75 zucchero semolato; g 25glucosio; g 900 ricotta di pecora non tropo acida; pz. 1 vanillina; g 100 panna fresca montata a 3/4. Omogeneizzare nel cutter la ricotta, lo zucchero, il glucosio e la vanillina, quindi incorporare delicatamente la panna montata a 3/4. Versare la crema Creamed ricotta Ingredients: 75 g granulated sugar; 25 g glucose; 900 g sheep ricotta (use a variety with a mild acidity); 1 sachet vanillin sugar; 100 g fresh cream whipped to 75% stiffness. Blend the ricotta, sugar, glucose and vanillin sugar in the cutter, then delicately fold in the cream whipped PASTICCERIA / CONFECTIONERY in contenitori di policarbonato e lasciar raffreddare in frigorifero per circa 4 ore prima di formare le quenelle. Consumare entro 5 giorni. Dadolata di mele caramellate Ingredienti: g 75 zucchero di canna; g 75 glucosio; g 900 dadolata di mele; pz. 1 vaniglia Bourbon. Sulla piastra ad induzione Sirman caramellizzare lo zucchero a secco, quindi aggiungere il burro, la vaniglia grattata e le mele tagliate a dadini. Cuocere le mele per alcuni minuti a massima potenza facendo attenzione a mantenerle croccanti; quindi versare su una teglia in acciaio e abbattere. Quando sarà sufficientemente freddo, conservare in frigorifero e, prima di servire, padellare per intiepidire le mele prima di formare le quenelle. Consumare entro 5 giorni Croccante a freddo Ingredienti: g 100 zucchero di canna; g 100 glucosio; g 25 burro a pomata; pz. 1/10 vaniglia; g 10 acqua calda; g 100 mandorle affettate. Mescolare tutti gli ingredienti insieme e intiepidire la massa ottenuta nel forno a microonde, quindi stendere con l’aiuto di una spatola su un tappeto antiaderente e cuocere per circa 18/20’ in un forno a 150°C, comunque fino all’ottenimento di un colore omogeneo. Conservare in una scatola chiusa al fresco in un ambiente privo di odori e umidità. È consigliabile mettere dei sali di silicio nella scatola per mantenere il croccante ben asciutto. to 75% stiffness. Pour the cream into polycarbonate containers and chill in the refrigerator for approximately 4 hours before forming into quenelles. Use within 5 days. Diced caramelised apples Ingredients: 75 g cane sugar; 75 g glucose; 900 g diced apple; 1 Bourbon vanilla pod. Caramelise the sugar without water in the Sirman induction hob, then add the butter, the grated vanilla and the apples, cut into small dice. Cook the apples for a few minutes on the maximum power setting, taking care not to overcook them to keep them crunchy, then tip onto a steel tray and blast-chill. Transfer to the refrigerator when cold enough. Just before serving and forming the quenelles, toss the apples in a pan to warm them through slightly. Use within 5 days. Cold crisp Ingredients: 100 g cane sugar; 100 g glucose; 25 g creamed butter; 1/10th of a vanilla pod; 10 ml hot water; g 100 g slivered almonds . Mix all the ingredients and warm the resulting mixture in the microwave. Spread onto a silicone mat with a spatula and cook in the oven at 150°C for approximately 18 - 20 minutes, or until the mixture assumes a uniform colour. Keep in a sealed container, in a cool place and away from smells and moisture. I recommend placing a silica gel sachet in the container to keep the crisp completely dry. P.I. 3,5 Sirman ARTE DOLCIARIA / THE ART OF CONFECTIONARY Macaroon with a bergamot Bavarian cream and candied pear Macaron g 200 mandorle; g 200 zucchero a velo; g 80 albumi guscio; g 80 albumi; g 200 zucchero; g 75 acqua. Mescolate mandorle e zucchero a velo accuratamente, unite gli 80 g di albumi e lisciate il tutto su una boule tecnica del maccaronaggio, a parte montate i restanti 80 g di albumi. Quando lo zucchero mescolato con l’acqua avrà raggiunto i 115°, versatelo sugli albumi e continuate a montare fino a raffreddamento. Successivamente colorate la meringa con il colore in polvere e unitela delicatamente in tre volte sul composto preparato in precedenza. Dressate su silpat e lasciate riposare per 30 minuti, poi cuocete a 150° per 12-15 minuti. Una volta tolti, passateli su una superficie leggermente inumidita per facilitarne il distacco. Bavarese al bergamotto g 500 latte; n 1 bacca di vaniglia; n 5 gocce di bergamotto; g 180 tuorli; g 180 zucchero; g 20 colla di pesce; g 750 panna montata. Portare a ebollizione il latte con la bacca di vaniglia, montate i tuorli con lo zucchero, versare il composto nel latte, portare il tutto a 80°. Quando la soluzione raggiunge i 40°, aggiungere la colla di pesce e le gocce di bergamotto e, una volta fredda, alleggerire con la panna montata. Pera confettata nº1 pera sbucciata tagliata a striscioline; g 400 vino rosso; g 80 zucchero; nº1 bacello vaniglia. Mettere tutti gli ingredienti in una pentola e portare a bollore, ridurre fino a quando le pere non risulteranno confettate e lucide. Macaroon 200 g almonds; 200 g icing sugar; 80 g + 80 g egg whites, kept separate; 200 g sugar; 75 ml water. Mix the almonds and icing sugar thoroughly. Add 80 g of egg white and beat to a smooth consistency in a specific macaronage bowl. Beat the remaining 80 g of egg white separately. Dissolve the sugar in the water, heat to 115°C, pour onto the egg whites and continue beating until cool. Add powdered colorant to the meringue, then fold delicately in three batches into the mixture prepared previously. Pipe onto a Silpat sheet, leave to rest for 30 minutes, then bake at 150°C for 12-15 minutes. Remove from the oven and pass over a slightly damp surface to make them easier to separate from the tray.Bergamot Bavarian cream 500 ml milk; 1 vanilla pod; 5 drops bergamot oil; 180 g egg whites; 180 g sugar; 20 g fish glue; 750 g whipped cream. Bring the milk to the boil with the vanilla pod. Beat the whites with the sugar, pour into the milk and heat to 80°C. When the mixture has cooled to 40°C, add the fish glue and the bergamot oil, then lighten with the whipped cream once cool. Candied pear 1 peeled pear, cut into thin strips; 400 ml red wine; 80 g sugar; 1 vanilla pod. Place all the ingredients in a saucepan and bring to the boil. Reduce until the pears are candied and glossy. di Andrea Voltolina Consulente di pasticceria www.andreavoltolina.com foto: Filip Gabriel 44 Macaron con bavarese al bergamotto e pera confettata 15 I SEGRETI DEL BARMAN / THE BARMAN’S SECRETS UN FRUTTO “DA BAR” di Angelo Borrillo Capo Barman Maître Amira Barmaster Q, Sirman Kaori Ingredienti: pere Kaiser 160g; Philadelphia 50g; gorgonzola 10g; miele 20g; latte intero 60ml; ghiaccio 50 g. Tempo di elaborazione al frullatore: massima velocità Kaori shake: Ingredients: 44 160 g Kaiser pears; 50 g Philadelphia; 10 g gorgonzola; 20 g honey; 60 ml full cream milk; 50 g ice. Blending time: maximum speed. 16 Sicuramente uno dei prodotti più conosciuti al bar è l’Acquavite di pere Williams, più comunemente chiamata Grappa alla pera. La più apprezzata e caratteristica è la tipologia con la pera all’interno ”Williams”, prodotta da alcune note distillerie del Trentino Alto Adige. Come si fa a mettere la pera nella grappa? Tradizionalmente, per produrre una bottiglia di grappa al cui interno sia presente una pera (che deve essere della varietà Williams), si inseriva la piccola pera ancora attaccata al ramo in una bottiglia che veniva legata all’albero. La bottiglia veniva fissata con l’imboccatura all’ingiù, in modo che non entrasse la pioggia. Il frutto cresceva così dentro la bottiglia, che poi veniva tolta e riempita di grappa. Alcuni produttori usano ancora l’antico metodo, che però richiede controlli continui, per verificare che la pera non aderisca a una parete, non marcisca o venga attaccata da parassiti. Da 20 anni, il fondo della bottiglia può però essere avvitato e saldato in un secondo momento. La pera può dunque essere inserita quando è già matura e di grandi dimensioni. Le pere Williams Christ più fragranti, perfettamente maturate sui versanti più soleggiati delle valli altoatesine, vengono usate per questa esclusiva acquavite ottenuta con doppia distillazione, in alambicchi a bagnomaria. L’aroma inconfondibile ampio, pieno e vellutato viene così esaltato al meglio. Altri prodotti rintracciabili sul mercato con utilizzo delle pere sono: Williams Chocolate Liqueur, dove l’aroma del distillato Williams e la passione del cioccolato donano a questo prodotto un tocco di raffinatezza oppure Williams con miele e, per terminare, un buon Choco Williams, cioccolatini ripieni di distillato di pere Williams. Un prodotto interessante originario della Croazia è il Kruskovac Liquore-Maraska, un delicato liquore preparato secondo l’antica ricetta dal distillato di pere Dalmate selezionate, molto apprezzato nei centri culinari d’Europa per secoli. È caratterizzato da un sapore del tutto particolare che ricorda più il gusto delicato della vaniglia rispetto alle pere. Esso non ha eguali per la peculiare armonia del suo profumo e il suo sapore, arricchito dal suo insolito colore giallo, che ne fa uno tra i più ricercati liquori nel mercato internazionale. Si apprezza in ogni occasione, servito liscio freddo, come liquore da dessert, aggiunto ad alcuni cocktails e alle macedonie, consigliato con latte freddo, con coca cola oppure come short drink servito con ghiaccio pilé. Nonostante tutto, il distillato di pere Williams o altri prodotti ottenuti dalle pere, rimangono dei prodotti per palati fini e non per i giovanissimi, i quali preferiscono il famoso “cicchetto” composto da Rum & Pera. Alcune proposte culinarie da offrire al bar potrebbero essere: una tradizionale crostata di pere servita con cioccolato caldo, delle ottime pere cotte al vino rosso servite con un bicchierino di ottima Williams e, ancora, addentrandoci in una cucina più sofisticata, una mousse alle pere con dei Choco Williams o una bavarese con pere al vino rosso servita con Williams Choccolate Liquer. Mentre per gli amanti della salute potremmo consigliare un buon frullato Kaori. A “BAR” FRUIT One of the best known products in the bar is without doubt Pear Brandy or Grappa, and the most popular and typical is that with “Williams” pears, made by a few famous distilleries in Trentino Alto Adige. How do they manage to put the pear in the grappa? Traditionally, to produce a bottle of grappa containing a pear (only Williams variety), a small pear still attached to the branch was placed in a bottle which was then tied to the tree, upside down so the rain could not enter. This way the fruit grew inside the bottle, which was then removed from the tree and filled with grappa. Some producers still use the ancient method, but it requires on-going controls to ensure the pear does not stick to the side of the bottle, that it does not rot or get attacked by parasites. For 20 years now, the bottom of the bottle can be screwed on and welded at a later moment, which means the pear can be put in when it is already large and ripe. The more fragrant Williams Christ pears are used, which grow to perfect ripeness on the sunny slopes of the Alto Adige valleys, for this exclusive grappa made from a double distillation in bain-marie alembics. This way the unique and fully velvety aroma is perfectly enhanced. Other products on the market using pears are: Williams Chocolate Liqueur, where the aroma of Williams grappa and the passion for chocolate produce this highly refined product, or Williams with honey, and finally, Choco Williams, chocolates filled with Williams pear grappa. An original interesting product from Croatia is Kruskovac Liquore-Maraska, a delicate liqueur made following an ancient recipe for selected Dalmatian pear brandy, highly appreciated in European culinary circles for centuries. It has a very distinctive flavour that is more similar to that of delicate vanilla rather than pears. It is unrivalled for the harmonious perfume and flavour, enhanced with the unusual yellow colour it is one of the most sought after liqueurs on the international markets. Ideal on any occasion, served smooth and cold, as a dessert liqueur, added to cocktails and fruit salads, good in cold milk, Coke or as a short drink served on crushed ice. Whatever, Williams pear brandy and other pear based products are for finer palates and not for the young, who prefer the famous Rum & Pear aperitif. Some of the culinary ideas at the bar could be a traditional pear tart served with hot chocolate, pears cooked in red wine served with a shot of Williams brandy, or for the more sophisticated, a pear mousse served with Choco Williams or a pear Bavarian cream with red wine served with Williams Chocolate Liqueur. Health fanatics will enjoy a good Kaori shake I SEGRETI DEL BARMAN / THE BARMAN’S SECRETS L’ABBATTITORE AL BAR THE BLAST CHILLER IN THE BAR 44 L’abbattitore, normalmente indispensabile in cucina, trova spazio al bar per contribuire ad innovare, stoccare le materie prime ed abbattere i costi grazie allo stoccaggio preventivo. Una delle funzioni potrebbe essere quella di sostituto della macchina del ghiaccio, se consideriamo che un tempo il barman lavorava con gli ice block, che aveva appoggiati sul banco e rompeva con lo stiletto. Sarebbe bello e affascinante rivedere questo stile ormai desueto. Un abbattitore in poco tempo riuscirebbe a produrre blocchi stoccabili pronti all’uso. Non solo, il barman si potrebbe divertire a produrre ghiaccio aromatizzato nelle quantità a lui necessarie: al limone, all’arancia, al rosmarino ecc..Un’altra opportunità è quella di stoccare la frutta fresca per la produzione di drink fragola, mango, lime, arancia, abbattuti al miglior acquisto e consumati come freschi; addirittura, se si facessero delle piccole porzioni, diventerebbero dei cubetti grammati pronti all’uso. Cubetti di lime da 20 grammi, ad esempio, sarebbero perfetti per la preparazione dei daiquiri frozen e, nel caso li si desiderasse in versione strawberry, basterebbe aggiungere 2 cubetti di fragola. Abbattere il nettare della pesca bianca per il Bellini, fare cubetti di Aperol da mettere nel prosecco per fare uno spritz a lento rilascio, o cubetti di vermouth da mettere in un Martini cocktail, o imprigionare nel ghiaccio un’oliva aspettando che si sciolga il ghiaccio per poterla mangiare. Produrre cubetti con ciliegine incastonate o frutta di ogni tipo. Proporre la vecchia grattachecca, abbattendo il caffè fresco per poi tritarlo e servirlo con panna sotto e sopra. E, ancora, fare grattachecche con frutta vera, congelandola e tritandola: immaginate l’anguria abbattuta e tritata, servita in una coppa con del rum scuro! Sono certo che un abbattitore al bar sarebbe sempre al lavoro. A blast chiller is an essential piece of equipment in the kitchen, but is also useful in the bar helping to innovate the service, store the ingredients and reduce costs thanks to prior storage. It could also replace the ice maker, remembering that in the past the barman had a block of ice on the counter which he had to break with a stiletto – it would be fascinating to see this old custom restored however. A blast chiller is able to produce blocks of ice rapidly which can be stored ready for use. Moreover, the barman could have fun producing aromatized ice in whatever quantities he needs: with lemon, orange, rosemary, etc. It could also be used to store fresh fruit to make drinks, such as strawberries, mangos, limes, oranges, bought at the best price, frozen and then used like fresh fruit. If small portions were prepared they could become ready to use cubes. 20 g lime cubes for example would be ideal to prepare frozen daiquiri, and if you want the strawberry variant just add 2 strawberry cubes. Freeze white peach juice for preparing Bellinis, Aperol cubes to put in Prosecco to prepare a gradual release spritz, or vermouth cubes to put in martini cocktails, or bury an olive in the ice, and wait for it to melt before eating it. Ice cubes with cherries or any other fruit inside. What about a traditional grattachecca – or flavoured ice – freezing fresh coffee, then crushing it and serving it between two layers of cream. Or grattachecca with fresh fruit, frozen and crushed – just think about frozen, crushed water melon served in a bowl with dark rum! I am certain that a blast chiller would never be redundant in a bar. di Stefano Renzetti Consulente alberghiero, formatore, autore materie bar Triton, Sirman 17 AIBES CONCORSO INTERREGIONALE AIBES 2013 RHEX - RIMINI FIER A - 24/26 FEBBR AIO 2013 44 a cura dell’ Ufficio Stampa di Aibes Coordinate in sede Nazionale Milano: [email protected] www.aibes.it tel. 02 29401685 18 Il padiglione Aibes è stato il cuore pulsante di Rhex 2013. La fiera riminese è stata infatti animata da tre giorni di competizioni che hanno visto 800 barman provenienti da tutta Italia sfidarsi a colpi di shaker con drink destinati a fare tendenza. La formula è stata una novità assoluta, sia per Fiera di Rimini, che ha avuto l’opportunità di ospitare all’interno del contenitore un vero e proprio laboratorio di idee, sia per Aibes, che per la prima volta ha raggruppato in un grande concorso interregionale quelli che in passato erano i concorsi di sezione locali svolti in ogni regione. Quest’anno i concorrenti sono arrivati a Rimini da tutta Italia (a parte Sicilia e Sardegna, che per motivi logistici organizzeranno per quest’anno le competizioni a livello locale) dando vita ad una grande festa. Un’opportunità importante per tutti, perché ha consentito ai barman di esibirsi in un contesto di grande visibilità, di partecipare alla più importante fiera di settore, di incontrare colleghi di altre zone d’Italia e di partecipare ad una serie di master di formazione organizzati da Aibes Promotion e Youevents con bartender di fama internazionale. “Nella vita - afferma il Presidente Aibes Pieri - bisognerebbe sempre fare ciò che si ha paura di fare. Questo nuovo concept dei concorsi regionali per noi è stato una grande sfida che abbiamo affrontato consapevoli delle difficoltà che potevamo incontrare: le distanze, la resistenza al cambiamento, il fatto di allontanare dalle sezioni quello che tradizionalmente era un loro momento di aggregazione. Questa sfida l’abbiamo vinta, soprattutto grazie ai fiduciari che mettendo da parte ogni personalismo hanno accettato la nostra idea e collaborato nel trasmettere ai concorrenti lo spirito di questo evento: una grande festa Aibes che ha coinvolto i soci di tutta Italia. Il risultato è stato straordinario, anche perché al concorso abbiamo affiancato master di altissimo livello che sono stati seguiti sia dai nostri soci che da barman esterni all’associazione. Importanti anche le serate con cena e premiazione in discoteca: un’ulteriore opportunità di incontro ed aggregazione con i colleghi che in genere si aveva soltanto in occasione dei concorsi nazionali”. Ovviamente il successo di una grande manifestazione come questo concorso è dato da una macchina organizzativa che deve essere perfetta. “Un grande merito di questo successo – continua Pieri – va dato ad Angelo Borrillo: sono le persone che fanno la differenza, non i nomi. Borrillo ci ha proposto la collaborazione con la fiera, insieme abbiamo strutturato il format poi realizzato e lui si è occupato di tutti gli aspetti logistici e organizzativi della nostra presenza a Rhex facendo da interfaccia fra Aibes e Rimini Fiera. Un grande lavoro dietro le quinte che ha fatto sì che tutto funzionasse in modo impeccabile. Chiaramente è stato fondamentale il supporto delle oltre 50 aziende che ci hanno sostenuto nell’iniziativa e hanno consentito la realizzazione, nel padiglione B1, di una vera e propria “casa Aibes” con stand a disposizione di tutti i partecipanti. A loro va il mio grande ringraziamento per aver creduto in questa formula innovativa, moderna, dinamica che apre nuove prospettive alla nostra attività e alla collaborazione con le aziende stesse. Dopo il successo di questa edizione sarà impossibile tornare indietro: abbiamo creato un modello vincente che non può che proiettarci verso qualcosa di ancora più grande e un grande riconoscimento va dato a tutte le aziende che hanno deciso di affiancarci già nel banco di prova della prima edizione. Ma ritengo che questo sia solo un punto di partenza: a queste aziende riserveremo nel 2013 delle importantissime opportunità alle quali stiamo lavorando”. E per concludere il Presidente sottolinea l’approccio diverso con il quale Aibes ha voluto coinvolgere i soci. “La nostra associazione - sostiene - è sempre stata molto attiva nella formazione professionale di nuovi barman per i quali sono stati ideati e perfezionati percorsi formativi di altissimo livello. Finito l’iter dei corsi, però, i soci avevano poche occasioni di qualificazione se non quelle sponsorizzate dalle aziende e svolte generalmente al concorso nazionale o presso qualche sezione. A Rhex abbiamo voluto creare anche momenti alta formazione offrendo a tutti i partecipanti la possibilità di usufruire delle stesse opportunità di crescita. I dodici master svolti AIBES durante le tre giornate di concorso sono stati molto apprezzati ed hanno avuto per noi uno scopo preciso: tornare a mettere il socio al primo posto, valorizzando al massimo il senso di appartenenza ad Aibes il cui primo obiettivo è la professionalità del barman. Anche nel concorso abbiamo voluto dare ai concorrenti un messaggio nuovo, dando loro la possibilità di lavorare con stili diversi, con tecniche innovative, eliminando alcune eccessive rigidità che hanno caratterizzato le competizioni passate. I nostri soci hanno dimostrato di apprezzare molto le novità che abbiamo proposto. Lo dimostra la partecipazione molto ampia nonostante le difficoltà: non dimentichiamo che nonostante la neve sono arrivati in fiera oltre 1000 soci, chi in treno, chi in pullman, chi con mezzi propri, anche da località molto distanti. A tutti loro va il mio più grande ringra- ziamento dal profondo del cuore e un messaggio che vorrei fosse la guida per il futuro di tutti noi: “Non smettere mai di crescere”. Presidente Aibes Andrea G. Pieri INTERREGIONALI AIBES 2013 Bar, Amsterdam) col suo “Vecchi ingredienti, nuovi drinks”; Monica Berg (Aqua Vitae, Oslo) con “Sapori inusuali pensando in modo innovativo e rischioso” e David Cordoba, Global brand ambassador di Bacardi, che ha condotto un seminario ben documentato sulla canna da zucchero e la produzione di rum. A conclusione vorremmo rivolgere un ringraziamento a tutte le aziende, circa 40, che ci hanno permesso di rendere fattibile l’evento, in particolare Rimini Fiera, il Comune di Rimini, il Grand Hotel di Rimini e tutti gli allievi del Scuola di Ristorazione Fomal Bologna, i quali hanno dato piena dimostrazione delle loro capacità e volontà nel prodigarsi insieme al gruppo lavoro di Aibes perché tutto filasse per il meglio. TUTTI I NUMERI DEL SUCCESSO 800 barmen accreditati per i concorsi ,i quali hanno presentato 4000 cocktails inediti 800 barmen accompagnatori accreditati 900 barmen accreditati per i Master Internazionali 10 ore di media al giorno per i 4 giorni,di barmen in esibizione sul palco 900 kg di ghiaccio utilizzato 2000 lattine di Red Bull omaggiate agli intervenuti 12 Kg di caffè “Haiti e Saicaf” 350 Wafel dolci omaggiati Fun Food Italia 550 Panini Spanino Montana 700 Hot dog Fun Food Italia 250 Hot dog con salsiccia Fun Food Italia 200 Kg di pasta fresca nei 4 giorni preparata dagli Chef Sirman 100 Kg di pasta di grano duro Granoro 8 Fusti da Lt. 30 di Birra Forst alla spina 190 birre in bottiglia Forst 1200 bottiglie acqua Kaiserwasser 300 bottiglie acqua Lurisia 320 bibite “Lurisia” 280 succhi Santal-Parmalat 300 camere prenotate nei 4/5 giorni dell’evento 60 persone Staff organizzativo Senza considerare i vari momenti di Open Bar,per i 4 giorni con i prodotti di Mavidrink “ Aperture Spritz” e Fabbri 1905 “Spritz Hugo e Cocktail Zero”. 44 Le varie giurie che si sono susseguite durante gli Interregionali di Aibes, hanno decretato il successo di cocktail con bassa gradazione alcolica, tendente al dolce-morbido e fruttati. Questo è il risultato dei concorsi che si sono svolti al Rhex di Rimini. Contrariamente a ciò che si può pensare, nei concorsi Aibes vince la leggerezza, ovvero la bassa gradazione alcolica, come recita lo slogan dell’Associazione “Aibes e sai cosa bevi”. La scelta degli ingredienti utilizzati dai Barmen di tutta Italia presenti parla chiaro: utilizzare prodotti amaricanti, fruttati, con sentori tropicali non è certo una novità, ma una conferma della linea seguita dai Barmen Aibes. Anche nelle decorazioni sembra che stiano ritornando di moda delle decorazioni classiche ed essenziali, dopo aver assistito per anni a dei veri e propri giardini botanici appoggiati sui bicchieri. La manifestazione nel suo contesto aveva l’idea di un grande raduno di Barmen professionisti della miscelazione giunti a Rimini da tutte le Sezioni d’Italia, tranne la Sicilia e la Sardegna, per motivi logistici. La manifestazione si è aperta con l’Happy Hour Contest, una gara tra cocktails e appetizer al quale hanno partecipato i Barmen in coppia con i loro chef di fiducia. Per il resto si è assistito alle tradizionali sfide tra Barmen suddivisi nelle varie categorie: Cocktail al caffè (per amici Aibes); Fancy per Aspiranti Barmen; After Dinner; Long Drink e Pre Dinner; per Barmen e Capi Barmen. La manifestazione si è arricchita quest’anno di un importante momento formativo, organizzato da Aibes Promotion in collaborazione con You Events di Gianni Merenda, che ha visto il coinvolgimento di veri e propri Guru del Bartending Mondiale, in particolare Peter Dorelli, per decenni alla guida dell’american bar del Savoy di Londra, che ha affrontato il tema “Evoluzione dell’american bar”; Andrew Nicholls (Dvars 19 AIBES AL GRAND HOTEL DI RIMINI BARMAN MONDIALI A CONFRONTO Per la presentazione dei master tenuti a Rhex è stata organizzata una conferenza stampa presso il Grand Hotel di Rimini. Un’occasione per presentare l’iniziativa “Liquid Lab 2013”, organizzata da Super – Bar e AIBES Promotion, e un’opportunità per confrontarsi sulla storia del beverage nell’Italia degli anni 60. Tutto ciò in un ambiente informale e accogliente quale la Sala Fellini, con il suo particolare salotto rosso, dove il Maestro era solito accogliere gli amici. In tale contesto, si è parlato del modo in cui il nostro Paese ha influito sulla diffusione e il successo dei drink nel mondo. In quegli anni, infatti, dall’Italia partiva la moda di alcuni cocktail, tuttora in voga: il Negroni da Firenze, l’Americano da Milano e il Bellini da Venezia. 44 C O N C O R S M A I T R D E L L ’ A N N J U N I O R 20 O E O S Si è svolto per la prima volta il Concorso Maître dell’anno Juniors, organizzato dall’Amira (Associazione Maître Italiani Ristoranti Alberghi). La manifestazione era riservata ai giovani allievi degli istituti alberghieri, i ragazzi partecipavano in coppia, un maitre ed un sommelier, e dovevano QUESTI I COCKTAIL PRESENTATI: Bronx Aperitivo Anno 1961 Succo di arancio, gin, vermouth rosso e dry Manhattan Iba 1961 Canadian whisky, Angostura bitter, Vermouth rosso Cocktail Martini Gin, Vermouth dry Negroni Sbagliato nato nel 1960 Bitter, Vermouth rosso, prosecco Garibaldi Succo d’arancio e bitter Gibson Gin, Vermouth dry Grandi protagonisti della conferenza barmen di fama internazionale quali: Daniele Dalla Pola: Nu Lounge Bologna, modern ticky cocktail e sciroppi tropicali limemade Peter Dorelli: Dall’American Bar al Savoy di Londra, uno dei più grandi barman di tutti i tempi si racconta David Cordoba: Bacardi Global Ambassador, dalla canna da zucchero al Rum Alex Kratena: Artesian Bar Londra, cocktail straordinari e concetti innovativi Monica Berg: acqua vite Oslo, sapori inusuali pensando in modo innovativo e rischioso Andrew Nicholls: Dvara Bar Amsterdam, vecchi ingredienti, nuovi drink. presentare un primo piatto alla lampada abbinandoci un vino. Le selezioni si sono svolte in 10 tappe a carattere nazionale, dove potevano partecipare tutti gli Istituti e Centri di Formazione Alberghiera. Alla Finale di Grado che si è svolta dal 7 al 9 maggio si sono presentati 60 Istituti e 48 squadre che hanno affrontato la semifinale del primo giorno ed in seguito le prime 12 sono passate alla finalissima del giorno successivo. Grandissimo successo di pubblico e di partecipanti,ed anche una grande preparazione e professionalità dei giovani allievi, tant’è che per decretare la coppia vincitrice si è arrivati a più pari merito. 3 PRIMI POSTI Alassio / Vieste / Sardegna 2 SECONDI 3 TERZI AIBES Wellness Cocktail Competition IL MEMORIAL DEDICATO A ENRICO CLORES Si è svolto ad Ischia, presso il Park Hotel & Terme Romantica il Concorso Nazionale Wellness Cocktail Competition, organizzato da Aibes, Aibes Promotion e i Barmen dell’isola di Ischia. Il concorso consisteva nel presentare una ricetta inedita utilizzando solo frutta e verdura, evitando l’alcol. Le ricette dei concorrenti sono state tutte vagliate dalla dr.ssa alimentarista Anna Lapagano perché non superassero un certo numero di calorie. Inoltre le ricette dovevano contenere anche proprietà benefiche, energetiche, dissetanti, anti age e drenanti. La manifestazione è stata dedicata a Enrico Clores, per tutti “un uomo, un barman, un signore”, come lo ricorda il Presidente Aibes Promotion Pietro Attolico. CATEGORIA BARMAN E CAPIBARMAN: LE RICETTE: “Picca…Dilly” di Angelo Moniaci 3 g zucchero di canna; 15 g arancia pestata; 1 g peperoncino; 60 g succo ananas; 2 cl passion fruit; 10 cl crodino. Kcal totali: 86 Cocktail ricco di sali minerali, calcio, potassio, magnesio e fosforo. Un toccasana durante le calde giornate estive “ischitane”. “Brucaliffo” di Enrica Tosoni 8 cl spremuta di pompelmo; 4,5 cl centrifugato di sedano; 1,5 cl marmellata di mele cotogne; 5 cl succo di mela verde; chiodi di garofano. Kcal totali: 90,9 Grazie ai suoi ingredienti questo drink ha funzioni digestive, depurative e rinfrescanti. 1° classificato dalla sezione AIBES Calabria “Angelo Moniaci”: premio Fabbri 1905 2° classificato dalla sezione AIBES Emilia Romagna Repubblica di San Marino “Laura Molinelli”: Premio Mavidrink 3° classificato dalla sezione AIBES Toscana “Alessandro Sainati”: Premio Mavidrink CATEGORIA FIDUCIARI: 1° classificato dalla sezione AIBES Marche “Enrica Tosoni”: Premio Fabbri 1905 2° classificato dalla sezione AIBES Campania “Anna di Sandro”: Premio Mavidrink 3° classificato dalla sezione AIBES Toscana “Alessandro Sainati” Premio Mavidrink CATEGORIA DECORAZIONI: Premio per la miglior decorazione dalla sezione AIBES Calabria Pasquale Marino: Premio Sirman Un grazie a tutti i soci sostenitori Aibes e, in particolare, a Red Bull, Parmalat Santal, Mavi Drink, Fabbri 1905, Sirman, Piazza. Un grazie da tutta Aibes alla Direzione Park Hotel & Romantica per la meravigliosa ospitalità e a tutto il gruppo di lavoro dei Barmen Isola Ischia con a capo Stanisalo Del Deo e Tommaso Mascolo. Un arrivederci al prossimo anno! Nella foto la coppia del Team Istituto di Alassio,e la coppia del Team Fomal di Bologna 3° classificato ed unico CFP in finale. 44 Un grazie all’organizzazione ed alla Direzione del Grand Hotel Astoria di Grado per la disponibilità ed accoglienza in quel di Grado. La scuola di Alassio ha presentato: Tagliolini bicolori con ragout di gamberi e calamari, carciofi d’Albenga e punte di asparagi violetti”. Abbinamento Vino: Vermentino doc Riviera Ligure di Ponente Vigna Sorì 2011 13,5% Vol. Cantina “Poggio dei Gorleri” Di Angelo Borrillo 21 L’ANGOLO DEI VINI PERE E VINO di Luigino Bruni Sommelier professionista e docente Superiore (IIS) “Panzini” di Senigallia Abbinare le pere con il vino è sicuramente difficile in quanto il frutto contiene tanta acqua ed ha una percentuale di acidità molto elevata. Essendo piuttosto dolce, crea però, se cotta, un accordo interessante con la selvaggina o con alimenti saporiti e piccanti come i formaggi, dato che contrasta la sensazione di amarognolo presente in queste pietanze. La sua consistenza granulosa si sposa particolarmente bene con un prodotto altrettanto granuloso come il Parmigiano, in abbinamento ad un Prosecco Superiore di Cartizze o ad un Oltrepo Pavese Riesling. Interessante è l’utilizzo della confettura di pera con bolliti e formaggi. Per i formaggi possiamo indirizzarci verso vini molto morbidi o anche amabili, per i bolliti verso vini abbastanza freschi di acidità, magari leggermente frizzanti e con un leggero residuo zuccherino. Sui primi piatti l’abbinamento ideale della pera è quello con il riso; le delicate sensazioni gusto-olfattive di tendenza dolce e la leggera grassezza di questa splendida accoppiata, necessitano di un vino fresco di acidità, piuttosto morbido, non molto caldo di alcol, come una Passerina di Offida o un Vermentino toscano o ligure. Un abbinamento straordinario è quello che unisce le pere con il cioccolato e il gor- gonzola: la pera rende armonioso l’incontro tra il re della pasticceria e il principe dei formaggi. In questo caso è ovvio che le evidenti sensazioni di dolcezza, la grassezza e l’importante aromaticità, oltre ad un accenno di amaro, richiedono un vino dolce, meglio se rosso, di grande struttura, caldo di alcol, piuttosto aromatico e ricco di profumi, come l’Aleatico “Idea” di Trappolini o un Primitivo di Manduria passito. Il piatto di seguito “ravioli di farina di pere secche con formaggio grigio” è del grande chef Herbert Hintner del ristorante Zur Rose di San Michele Appiano, in Alto Adige. Il piatto è legato alla storia del suo territorio: la farina di pere secche è stata lo “zucchero delle Alpi” almeno fino a un secolo fa. La miglior pera per realizzare la farina è sicuramente quella della ditta Lorenzi, che lascia prima cadere le pere mature dagli alberi, poi le adagia per una settimana sull’odoroso fieno delle montagne altoatesine, infine le taglia a fette. La fase successiva è quella dell’essiccatura: in passato questa operazione avveniva negli stessi forni in cui si cuoceva il pane, senza un preciso controllo della temperatura, oggi si ritiene utile farla a 28 gradi precisi. La fase finale, ovviamente, è la macinatura. Ravioli di farina di pere secche con formaggio grigio Ingredienti per 4 persone: 44 100 g farina di grano; 100 g farina di pera secca (Kloazenmehl); 60 g farina di semola di grano duro; 2 uova intere; 250 g patate cotte; 300 g di formaggio grigio; erba cipollina; burro nocciola. Formare l´impasto con le farine e le uova e lasciare riposare. Schiacciare le patate, aggiungere il formaggio grigio sbriciolato e aggiustare di sale. Formare i ravioli e cuocere in acqua bollente salata per 4 minuti. Mettere sul piatto, spolverare con farina di pera secca, formaggio grigio sbriciolato, erba cipollina tagliata molto sottile e burro nocciola. 22 Questa preparazione denota una discreta struttura, una buona persistenza gusto-olfattiva, una buona succulenza e grassezza e una decisa persistenza aromatica. Il vino che vi abbinerei è l’Alto Adige Gewurztraminer di Sanct Valentin di St.Michael Eppan, di grande fragranza, fresco e caldo di alcol e dalla superba aromaticità grazie ai sentori di salvia e sambuco e a notevoli note terziarie di pepe e noce moscata: un vino straordinario... BEVUTI PER VOI COGLI LA PRIMA PERA È estremamente difficile trovare menzioni di frutteti intesi come colture autonome, è relativamente più frequente imbattersi in alberi da frutto sparsi tra le vigne. La vite che cresce spontanea, costituisce oggetto di selezione migliaia di anni prima di Cristo. La culla delle più antiche tradizioni vinicole al mondo è considerata la Georgia. Molti sostengono che la parola vino prende origini dal “vino” georgiano. Il vino qui è simbolo di ospitalità e amicizia. Gli scienziati hanno verificato i residui del millenario vino dal fondo delle giare di terracotta risalente a 7000 anni fa. Ancora oggi il metodo di vinificazione rimane lo stesso, inalterato nei millenni: il “Kakheto” e “Imereto”. In seguito alla pigiatura il mosto viene posto nei “qvevri”, e guai a chiamarle anfore, questo è l’orcio georgiano di argilla cotta. Una volta nel qvevri, il mosto, in cui sono presenti bucce, peduncoli, raspi e vinaccioli, comincia la sua fermentazione alcolica, che dura circa 10 giorni. Il qvevri è tradizionalmente interrato e rimane aperto durante la fermentazione, questo per rendere possibile la rottura del cappello più volte al giorno e favorire l’estrazione dei polifenoli e degli altri composti contenuti nelle bucce, nei vinaccioli e nei peduncoli. Grazie all’interramento si riesce a mantenere la temperatura di fermentazione intorno ai venti gradi in maniera del tutto naturale. Dopo la fermentazione la parte solida delle feccie si deposita sul fondo, portandosi con se tutti i sedimenti. Il qvevri viene poi coperto appoggiando appena il coperchio, in modo che, durante la successiva fer- mentazione malolattica, l’eccesso di anidride carbonica possa evaporare. Circa dopo la metà di dicembre il qvevri viene sigillato ermaticamente con argilla e cera, e seppellito sotto uno strato di terra. Il vino matura così per altri 3 o 4 mesi. In marzo – aprile si preleva il vino da sopra i sedimenti depositati sul fondo e lo si travasa in un’anfora pulita. Dopo 2 - 3 mesi il vino completamente chiarificato viene travasato in altra anfora pulita. I vini prodotti con questo metodo sono diversi da tutti gli altri vini bianchi del mondo. Il colore è scuro, aranciato, ricorda il tè, perfettamente limpido. Assaggiandoli mi sono trovato all’inizio sorpreso, come sempre quando ti trovi a confronto con qualcosa di nuovo, poi tra sentori di cera, torba, frutta matura, tè, sapidità incredibile, astringenza, tannicità, grassezza, acidità , armoniosità. Col passare del tempo si nota la sua leggerezza nell’impatto con l’organismo: l’alcol nonostante ci sia come in tutti i vini, non è invadente, quasi impercettibile! Per noi operatori del settore la conoscenza e l’approfondimento di questa terra e dei suoi vini, sembra quasi un obbligo. Ho avuto fin da subito la netta sensazione, dopo anni nel mondo nel vino, di aver trovato un po’ la quadratura del cerchio, il tassello mancante, di congiunzione anche tra le vinificazioni convenzionali, naturali, biodinamiche. Questo è ovviamente un mio personalissimo pensiero e modo di vedere. Come sempre il tempo e l’esperienza che ne matura, sapranno darmi ragione oppure torto: l’importante non è arrivare, ma essere pronti a ripartire… 44 di Giovanni Di Stanislao Maître al ristorante “La Grotta di Tufo” (PU) 23 Informazione aziendale INFINITY. CHE SOGNO! Quando hai il piacere di sentirlo dire da un professionista che lavora durante molte ore ogni giorno con la tua macchina, pensi che probabilmente questa sarà la soddisfazione più grande della tua giornata. Lo condividi con chi, insieme a te in azienda, ha raggiunto un grande traguardo. Uno sfottò al collega tecnico che non ci credeva molto quando gli avevi chiesto una macchina multifunzione: “Freddo, caldo? Ma chi l’ha mai fatto insieme?” ma che poi in questo progetto ci ha messo l’anima. Un botta sulla spalla ai colleghi in officina, grazie ai quali queste macchine vengono prodotte con amore e cura e spedite ai nostri clienti. Oggi quando un cliente entra da un nostro concessionario per acquistare un abbattitore di temperatura può scegliere tra un semplice abbattitore di temperatura e INFINITY. Con un investimento poco più elevato ha l’opportunità di acquistare una macchina che utilizzerà tantissimo grazie alle sue diverse funzioni e perfino di notte, risparmiando tanta energia. INFINITY infatti cuoce a bassa temperatura (consumando 1/3 dell’energia necessaria a un forno tradizionale), fa lievitare in modo perfetto pane e dolci da forno, scongela rapidamente ma a temperatura controllata i prodotti surgelati, abbatte e surgela in modo automatico ogni tipo di alimento preservandone la qualità originale e riducendo ancor più il calo peso rispetto ad un abbattitore tradizionale, grazie alla sua capacità di preservare l’umidità contenuta negli alimenti. INFINITY si programma anche per lavorare durante la notte, ad esempio per scongelare della carne o del pesce, cuocerli a bassa temperatura, abbatterli rapidamente e conservarli a +3°C fino al momento della rigenerazione per il servizio, senza alcuna manipolazione e per una completa sicurezza igienica. Inoltre INFINITY è dotato di un pannello touch, grande, luminoso, a colori e semplice da usare, dove si vede in modo chiaro anche a distanza cosa sta facendo la macchina. Tanti plus, tante funzioni, cali peso estremamente ridotti, bassi consumi energetici, ottimizzazione delle scorte, migliore gestione del personale, meno cotture lente per il forno e di conseguenza maggiore capacità produttiva, rapido ritorno sull’investimento, minori costi di gestione e tanto guadagno in più. INFINITY, che gran bella soddisfazione! Per maggiori informazioni, visita il nostro sito www.afinox.com scrivici a [email protected] o chiamaci 049 9638311 I CONSIGLI DELLO CHEF / THE CHEF RECOMMENDS Pera marinata: 4 pere qualità Coscia; 200 g acqua; 200 g ritagli di pera; 100 g zucchero; 5 g acido ascorbico. Biscotto cioccolato sbriciolato: 200 g cioccolato latte; 50 g cioccolato 70%; 50 g burro; 5 tuorli; 5 albumi; 150 g zucchero semolato. Terra cioccolato: 500 g acqua; 150 g panna; 45 g zucchero; 45 g cacao; 120 g cioccolato 70%.Sfoglia di cioccolato: 200 g cioccolato 70% ( temperato a 32,5 gradi ) disteso su carta stropicciata. Mascarpone: 250 g mascarpone; 100 g panna fresca; 50 g zucchero a velo; 100 g pera Coscia cotta in sciroppo di pera e tagliata a concassé. Pistacchio di bronte sbriciolato; pasta pistacchio Montaggio: Iniziamo preparando uno sciroppo per marinare la pera: mettere in un sacchetto per sottovuoto l’acqua ed i ritagli della pera e cuocere per 4 ore a 75 gradi a vapore; estrarre l’acqua di pera ottenuta ed aggiungere lo zucchero e l’acido ascorbico. Tagliare la pera Coscia dello spessore di un cm, solamente la parte centrale, e metterla sottovuoto a marinare con lo sciroppo di pere per almeno 12 ore. Montare in una planetaria il mascarpone con la panna e lo zucchero, quindi aggiungerci, girando con una spatola, la concassé di pera cotta nello sciroppo. Per il biscotto al cioccolato: sciogliere il burro con i due cioccolati, montare i tuorli con 100 g di zucchero, amalgamare l’albume montato con il restante zucchero, quindi colare il cioccolato. Stendere in una placca e cuocere in forno per 30 min a 170 gradi. Una volta cotto asciugarlo ancora in forno a 50 gradi per 6 ore. Per la terra di cioccolato: far bollire tutti gli ingredienti e versarli sul cioccolato tritato, far infusionare per una notte ed inserire in un bicchiere Pacojet. Accertarsi che il prodotto sia ben congelato prima di pacossare, altrimenti il risultato sarà una pasta di cioccolato invece che una terra (eventualmente aggiungere un po’ di azoto liquido prima di pacossare). Montaggio del piatto: Creare due cerchi concentrici con i pistacchi ed il biscotto di cioccolato sbriciolato. Estrarre la pera dalla marinatura e riscaldarla leggermente con l’aiuto di un cannello o di una salamandra, quindi inciderla centralmente e farcirla con il mascarpone. Terminare con una traccia di pasta di pistacchio, un cucchiaio di terra ghiacciata di cioccolato ed una lamina di cioccolato. “LA PERA”: pear with chocolate, pistachio and mascarpone di Stefano Baiocco Executive chef di “Villa Feltrinelli”, a Gargnano (BS) Salamandra, Sirman Marinated pear: 4 Coscia variety pears; 200 ml water; 200 g pear off-cuts; 100 g sugar; 5 g ascorbic acid. Crumbled chocolate biscuit: 200 g milk chocolate; 50 g 70% cocoa chocolate; 50 g butter; 5 yolks; 5 whites; 150 g granulated sugar. Chocolate ‘soil’: 500 ml water; 150 g cream; 45 g sugar; 45 g cocoa; 120 g 70% cocoa chocolate. Chocolate wafer: 200 g 70% cocoa chocolate (softened at 32.5°C), spread onto crumpled paper. Mascarpone: 250 g mascarpone; 100 g fresh cream; 50 g icing sugar; 100 g Coscia pear cooked in pear syrup and cut into concassé dice. Crushed Bronte pistachios; pistachio paste. Preparation: Begin by making a syrup for marinating the pear. Seal the water and the pear off-cuts in a vacuum cooking bag and steam for 4 hours at 75°C. Strain off the resulting pear liquor and add the sugar and ascorbic acid to the liquor. Cut a 1 cm thick slice from the middle of the Coscia pear only, seal in a vacuum bag with the pear syrup and leave to marinate for at least 12 hours. Beat the mascarpone with the cream and sugar in the planetary mixer, then stir the pear concassé cooked previously in the syrup into the mixture with a spatula. To make the chocolate biscuit: melt the butter with the two types of chocolate, beat the yolks with 100 g of the sugar, fold the remaining sugar into the beaten egg whites, then pour the chocolate into the mixture. Spread onto a baking tray and cook in the oven at 170°C for 30 minutes. Once cooked, dry in the oven at 50°C for 6 hours. For the chocolate ‘soil’: boil all the ingredients together and pour onto the finely chopped chocolate. Leave to infuse overnight, then place in the Pacojet beaker. The mixture must be thoroughly frozen before processing in the Pacojet, otherwise a the result will be a chocolate paste instead of a ‘soil’ – add a little liquid nitrogen before processing, if necessary. Assembly: Form two concentric circles with the pistachio and the crumbled chocolate biscuit. Remove the pear from the marinade and warm slightly with a blowtorch or under the salamander grille, then cut out the centre and fill the hole with the mascarpone. Finish with a line of pistachio paste, a tablespoon of frozen chocolate ‘soil’, and a chocolate wafer. 44 La pera: cioccolato, pistacchio, mascarpone 25 I CONSIGLI DELLO CHEF / THE CHEF RECOMMENDS Dolce ricotta e pera con pera al vino rosso e salsa alla grappa 44 di Giuseppe Daddio chef Istituto di Formazione “Dolce & Salato” 26 Ingredienti per 6 persone: Per la massa di ricotta: ricotta fresca di pecora g 500; zucchero a velo g 150; panna fresca 35% MG g 500; colla di pesce (gelatina) g 5; distillato di pera g 5. Lavorare in una ciotola la ricotta raffinata con lo zucchero a velo, la panna semimontata, la gelatina sciolta con il distillato di pere. Mescolare delicatamente il tutto e lasciar rapprendere in frigo a + 4°C. Per le pere spadellate: Pere Williams fresche tagliate a cubetti g 500 peso netto; burro g 50; zucchero di canna grezzo g 50; distillato di pere g 15 (per flambare); baccello di vaniglia n°. 1; cannella in polvere g 1; scorza di limone a pezzi N° 1. Fondere il burro in una padella, unire lo zucchero di canna, il baccello di cannella, le pere tagliate a cubetti regolari e spadellare il tutto. Profumare con la buccia di limone e flambare con il distillato di pere. Raffreddare le pere spadellate ed incorporarle alla massa di ricotta. Per il biscotto croccante alla nocciola: Farina forte “0” g 18; farina di nocciole g 55; zucchero semolato g 60; albume secco in polvere g 5; zucchero semolato g 30; albume fresco g 85. Miscelare la farina di nocciole, lo zucchero semolato e la farina forte. Setacciare insieme le polveri. Montare in planetaria con la frusta l’albume fresco con quello secco, lo zucchero semolato da aggiungere in modo graduale. Unire delicatamente alla meringa le polveri setacciate. Stendere su silpat la massa e cuocere in forno a 210°C per circa 10/12 minuti. Per la pera al vino rosso: Pere Williams fresche N°. 6; vino rosso g 500; zucchero semolato g 300; polpa di mirtillo g 300; bacca di vaniglia n°. 1; anice stellato n°. 1; Pepe nero g 1. Portare ad ebollizione il vino rosso, lo zucchero, la polpa di mirtillo e gli aromi. Pelare le pere con il pelapatate e cuocerle nello sciroppo in ebollizione. Quando le pere risulteranno cotte, toglierle dallo sciroppo, ridurre lo sciroppo alla densità desiderata ed immergere le pere fino a completo raffreddamento. Per la salsa alla grappa: Latte fresco intero g 125; panna fresca 35% m.g.g 125; tuorli d’uovo g 60; grappa di pera g 50; zucchero semolato g 50. Bollire il latte e la panna, versarlo sui tuorli lavorati con lo zucchero. Miscelare bene il tutto e portare la crema a 85°C, con l’immersione mixare la crema ed infine incorporare la grappa di pere. Per l’assemblaggio del dolce: Massa di ricotta e pere saltate g 500; biscotto croccante alle nocciole g 350; pere cotte al vino rosso n°.6; salsa al vino rosso g 120; salsa alla grappa di pere g 200; zucchero a velo q.b. Posizionare in un anello di diametro 6 cm rivestito di carta acetato, posizionare alla base dell’anello il biscotto tagliato del diametro dello stampo, versare dentro la massa di ricotta e pera, coprire con l’altro disco di biscotto croccante di nocciole e glassare di zucchero a velo. Accomodare sul piatto la pera al vino rosso, lo sciroppo ridotto e la salsa alla grappa. Ricotta and pear dessert, served with pear in red wine and grappa sauce Ingredients (serves 6): For the ricotta mix: 500 g fresh sheep milk ricotta; 150 g icing sugar; 500 g fresh cream (35% fat); 5 g fish glue (gelatine); 5 g distilled pear liqueur. Delicately amalgamate the smoothed ricotta with the icing sugar, the partially whipped cream and the gelatine, dissolved in the pear liqueur, in a bowl, then leave to set in the refrigerator at +4°C. For the pan-tossed pears: 500 g (trimmed weight) fresh diced Williams pears; 50 g butter; 50 g raw cane sugar; 15 g distilled pear liqueur (for flambéing); 1 vanilla pod; 1 g cinnamon powder; chopped zest of 1 lemon. Melt the butter in a pan, add the cane sugar, the vanilla pod, the cinnamon and the uniformly cut diced pear, then toss. Aromatise with lemon zest and flambé with the distilled pear liqueur. Leave the tossed pears to cool and stir into the ricotta mix. For the crispy hazelnut biscuit: 18 g type “0” strong flour; 55 g hazelnut flour; 60 g granulated sugar; 5 g dried egg white powder; 30 g granulated sugar; 85 g fresh egg white.Mix the hazelnut I CONSIGLI DELLO CHEF / THE CHEF RECOMMENDS Carré d’agnello in crosta croccante al mirtillo in salsa alle pere e Amarone con tortino di pere e taleggio Ingredienti: Carré d’agnello scalzato g. 800; crosta croccante al mirtillo g. 200; salsa di pere e Amarone ridotta g. 100; pere Williams n° 4; sale e pepe; olio extravergine d’oliva dei Colli Euganei g. 60. Per il tortino alle pere e taleggio: ricotta g. 150; Taleggio g.100; uova intere n° 4; pere tagliate g. 60; Xantana g.6 Cuocere il carré con sonda interna a 52° e temperatura interna 190°. Levare dal forno e aggiungere la crosta, passare in una Salamandra Mobile PRO 1/1 G per 4 minuti. Fare il tortino, in una impastatrice Marte LT5 assemblare tutti assieme gli ingredienti e impastare bene, metterli in uno stampino, cuocere a 180° per 12 minuti. Levare il torsolo alla pera, tagliare a piccoli pezzi la metà, aggiungere il vino e mettere il tutto in un contenitore per microonde, cuocere a massima potenza per 3 minuti in un Panasonic NE 1880. Fare ridurre il vino di cottura e poi frullare assieme alla pera con un frullatore Kiro, legare con Xantana per dare la densità voluta. Tagliare a ventaglio la mezza pera intera e sistemare sul piatto come la foto. Di questa ricetta è interessante l’accostamento di sapori: la pera e l’Amarone, il taleggio con le pere, la naturalezza dell’agnello e la crosta al mirtillo. For the grappa sauce: 125 ml full cream milk; 125 g fresh cream (35% fat); 60 g egg yolks; 50 g pear grappa; 50 g granulated sugar. Bring the milk and cream to the boil, then pour into the yolks creamed with the sugar. Stir thoroughly and warm to 85°C, mix the creamed sauce with a hand blender then add the pear grappa. Assembly: 500 g ricotta and tossed pear mix; 350 g crispy hazelnut biscuit; 6 pears cooked in red wine; 120 g red wine sauce; 200 g pear grappa sauce; icing sugar as required. Line a 6 cm diameter ring with acetate film. Inside the ring, place the biscuit, cut to the same diameter as the ring, at the bottom, pour the ricotta and pear mix onto the biscuit, cover with another disc of crispy biscuit and dust with icing sugar. Arrange the pear cooked in red wine on the plate, together with the reduced syrup and the grappa sauce. Plutone 10, Sirman Rack of lamb in a crispy blueberry crust, in pear and Amarone sauce and with a pear and Taleggio tartlet Ingredients: 800 g French-trimmed rack of lamb; 200 g crispy blueberry crust; 100 g reduced pear and Amarone sauce; 4 Williams pears; salt and pepper; 60 g Colli Euganei extra virgin olive oil. For the pear and Taleggio tartlet: 150 g ricotta; 100 g Taleggio (runny cheese); 4 whole eggs; 60 g cut pears; 6 g xanthan gum Roast the rack at 190°C to a core temperature of 52°C measured by the temperature probe. Remove from the oven, coat with the crust and grille with Mobile PRO 1/1 G salamander for 4 minutes. Mix all the ingredients for the tartlet thoroughly in the Marte LT5 dough mixer, place the mixture in a mould and bake at 180°C for 12 minutes. Remove the stalk from the pear and cut the pear into two halves. Cut one half into small pieces, add the wine and place in a microwave container. Cook at maximum power for 3 minutes in the Panasonic NE 1880. Reduce the cooking wine, then blend the wine and pear together with the Kiro blender. Thicken to the desired consistency with xanthan gum. Cut the remaining half of the pear into a fan pattern and arrange on the plate as shown in the photo. This recipe offers a number of intriguing contrasts in flavour – between the pear and the Amarone wine, between the Taleggio and the pear, and between the natural characteristics of the lamb and the taste of the blueberry crust. di Fabio Momolo Executive Chef, “Hotel Metropole”, GB Hotel, Abano Terme (PD) 44 flour, the granulated sugar and the strong flour. Sieve the mixed flours and sugar together. Beat the fresh egg white with the dried egg white powder in the planetary mixer, adding the granulated sugar gradually. Fold the sieved flours and sugar delicately into the meringue. Spread the mixture onto a Silpat sheet and bake at 210°C for approximately 10 to 12 minutes. For the pears in red wine: 6 fresh Williams pears; 500 ml red wine; 300 g granulated sugar; 300 g blueberry pulp; 1 vanilla pod; 1 star anise pod; 1 g black pepper. Bring the red wine to the boil together with the sugar, the blueberry pulp and the spices. Peel the pears with a potato peeler and cook in the boiling syrup. When the pears are cooked, remove from the syrup, reduce the syrup to the desired thickness, then cover the pears with the syrup and leave to cool completely. Kiro, Taurus 27 I CONSIGLI DELLO CHEF / THE CHEF RECOMMENDS di Luigi Ferraro Executive Chef Ristorante Café “Calvados” di Mosca www.cafecalvados.ru 44 Orione, Sirman 28 Pere & cioccolato Pears and chocolate Ingredienti per 4 persone: Ingredients (serves 4): Per la pera: 4 pere William a polpa bianca di media grandezza; 100 g zucchero; 2 l acqua; 50 g glucosio; 100 g marsala; 2 g stecca di cannella; 2 g anice stellato; 5 g menta. Mettere tutti gli ingredienti, tranne le pere, in una pentola e al primo bollore aggiungere le pere precedentemente pulite, far cuocere per circa 7 minuti, toglierle dal liquido e passarle in abbattitore. Riempire con la mousse al cioccolato e tagliare la prima parte a rondelle e la restante caramellarla con zucchero di canna. Per la gelatina di menta: 20 g menta fresca; 10 g zucchero di canna; 5 g sciroppo di menta; 200 g acqua; 2 g colla di pesce. Far bollire per qualche minuto l’acqua con lo sciroppo di menta, la menta fresca e lo zucchero di canna, poi far raffreddare, facendo scendere la temperatura, fino a circa 60° C e aggiungere la gelatina precedentemente messa a bagno. Amalgamare il tutto, filtrare e versare nell’apposito stampo, far rassodare in frigo per almeno 3 ore. Per la mousse al cioccolato: 100 g cioccolato al 72%; 50 g zucchero a velo; 40 g burro; 15 g rhum; 40 g gianduiotti; 2 uova. Montare burro e zucchero, sciogliere il cioccolato a bagnomaria e poi aggiungere i tuorli, unire i due composti; a parte montare il bianco d’uovo e unire al composto ottenuto precedentemente, aggiungere in fine i gianduiotti tritati ed il rhum. Per la salsa al cioccolato: 150 g acqua; 60 g panna fresca; 5 g glucosio; 200 g zucchero; 80 g cacao amaro; 5 g rhum. Portare ad ebollizione acqua, zucchero e glucosio, poi aggiungere la panna fresca e riportare a bollore, versare il cacao e girare lentamente fino ad ottenere la giusta densità, infine aggiungere il rhum, filtrare e abbattere. Per la salsa al ribes: 100 g lamponi; 2 g menta; 15 g zucchero di canna; 3 g glucosio; 5 g cognac. Unire tutti gli ingredienti e far marinare per circa 3 ore, poi frullare il tutto e filtrare. Per la composizione: Al centro del piatto versare la salsa di cioccolato e quella di ribes, da un lato adagiare la mezza pera intera e dall’altra le rondelle di pera. Completare con la gelatina di menta e qualche chicco di ribes. For the pears 4 medium sized white-fleshed Williams pears; 100 g sugar; 2 l water; 50 g glucose; 100 ml Marsala wine; 2 g cinnamon stick; 2 g star anise; 5 g mint Put all the ingredients except for the pears in a pan, and bring to the boil. As soon as boiling starts, add the pears (cleaned and trimmed previously) and cook for 7 minutes, then remove from the liquid and cool in the blast chiller. Fill with chocolate mousse. Slice some of the pears into discs and caramelise the remainder with cane sugar. For the mint jelly 20 g fresh mint; 10 g cane sugar; 5 g mint syrup; 200 ml water; 2 g fish glue. Boil the water with the mint syrup, the fresh mint and the sugar for a few minutes. Leave to cool to approximately 60 °C and add the gelatine, soaked previously in water. Mix well, filter and pour into the specific mould, then chill in the refrigerator for at least 3 hours to set. For the chocolate mousse 100 g chocolate (72%); 50 g icing sugar; 40 g butter; 15 ml rum; 40 g Gianduiotti (chocolate with hazelnut paste); 2 eggs. Cream the butter and the sugar. Melt the chocolate in the bain-marie, then add the butter. Mix the two mixtures together. Beat the egg white separately, then add to the mixture, adding the finely chopped Gianduiotti and the rum last. For the chocolate sauce 150 ml water; 60 g fresh cream; 5 g glucose; 200 g sugar; 80 g bitter cocoa; 5 ml rum Bring the water, sugar and glucose to the boil, add the fresh cream and bring back to the boil. Pour the cocoa into the liquid and stir slowly until the desired thickness is reached. Add the rum, then filter and blast-chill the sauce. For the redcurrant sauce 100 g redcurrants; 2 g mint; 15 g cane sugar; 3 g glucose; 5 ml Cognac Mix all the ingredients, leave to marinate for approximately 3 hours, then blend and filter. Assembly Pour the chocolate sauce and redkcurrant sauce in the centre of the plate, then place half a whole pear on one side and the sliced discs of pear on the other. Finish with the mint jelly and a few whole redcurrants. I CONSIGLI DELLO CHEF / THE CHEF RECOMMENDS Semifreddo di pera ai frutti rossi e granita pura con formaggio fresco Pear parfait with red berries and a pure granita ice with fresh cream cheese Ingredienti per 1 persona: Ingredients (serves 1): Per la pera: Lavare bene la pera e tagliarla a fettine non troppo sottili. Metterla per 24 ore a bagno in sciroppo di zucchero denso. Scolare, asciugare e surgelare. In ogni fettina di pera fare un foro centrale. Usare gli scarti ricavati dalle fettine frullandoli con g 30 di lampone, g 50 di panna fresca semimontata con 20 g di zucchero. Stendere al centro di ogni fettina e surgelare (vedi la foto), decorando con g 40 di formaggio fresco cremoso. Per la cialdina: Sbriciolare g 30 di biscotti classici, quindi unire poco albume, poco zucchero al velo, stendere su carta da forno ed asciugare in forno, dopo aver dato la forma. Composizione del piatto: Disporre i dischetti di pera ghiacciata (tipo granita), con al centro il semifreddo ed il formaggio fresco, quindi ricomporre la forma della pera e sistemarla al centro del piatto. Sistemare la cialdina di biscotto con un po’ di crema di formaggio, fiori eduli allo zucchero e sambuca, gocce di lampone frullato, gocce di crema inglese solida e fiori eduli cristallizzati, qualche cristallo di zuccherino al Campari e scaglie di fondente. L’insalata del Kaiser con pere e Vezzena stagionato (insalatine e lonza affumicata) Ingredienti per 4 persone g 120 insalatine varie (lollo riccia, frisè, radicchio spadone); g 260 lonza affumicata artigianale; g 100 pere Kaiser tagliate a rondelle; g 100 Vezzena stagionato a vele. Per guarnire: g 30 insalatina riccia; cerfoglio a punte; fiore campanelle; g. 20 cubettini di pane tostato; g 40 pinoli di cembro tostati; g 50 olio di oliva. Procedimento per la lonza: disporre le insalatine a raggiera, sormontare con la lonza tagliata sottilmente, le pere Kaiser e le vele di Vezzena stagionato. Guarnire con insalatina riccia, foglioline di cerfoglio e fiori eduli a campanella. Condire con i cubettini di pane tostato, i pinoli di cembro e del balsamico alle pere emulsionato con olio extravergine del Garda. For the pear: Wash the pear thoroughly and cut into slices, without cutting too thinly. Leave immersed for 24 hours in thick sugar syrup. Drain, dry and freeze. Cut a hole in the centre of each slice. Blend the pieces cut out of the slices together with 30 g raspberries, 50 g partially whipped fresh cream and 20 g sugar. Fill the centre of each slice with this mixture and freeze (see photo), decorating with 40 g of fresh cream cheese. For the wafer: Crumble 30 g of plain biscuits, add a little egg white, a little icing sugar, spread onto oven paper, shape and dry in the oven. Assembly: Stack the frozen pear discs (like a granita crushed ice), with the parfait in the centre and topped with the fresh cream cheese, to recreate the shape of the pear in the centre of the plate. Arrange the biscuit wafer with a little creamed cheese, decorating with sugared, Sambuca flavoured edible flowers, drops of blended raspberry, drops of solidified custard, crystallised edible flowers, a few Campari flavoured sugar crystals and flakes of dark chocolate. Kaiser pear and Ripe Vezzena cheese (salad and smoked loin of pork) Serves 4: 120 g mixed salad leaves; 260 g homemade smoked loin of pork; 100 g Kaiser pears cut into rings; 100 g ripe Vezzena cheese scales. To garnish: 30 g curly lettuce; chervil tips; trumpet flowers; 20 g toasted croutons; 40 g toasted Swiss stone pine nuts; 50 g olive oil . To prepare the loin: Place a halo of salad leaves on the plate; add the finely sliced loin with the Kaiser pear rings on top and the ripe Vezzena scales. Garnish with the curly lettuce, chervil leaves and trumpet flowers. Season with the toasted croutons, pine nuts and pear balsamic vinegar emulsified with Garda extra virgin olive oil. di Gregori Nalon Consulente chef per la ristorazione www.gregorichef.it di Giorgio Nardelli Chef e consulente per la ristorazione TM - TG, Sirman I CONSIGLI DELLO CHEF / THE CHEF RECOMMENDS di Alberto Fol Chef Ristorante “La Cusina al The Westin Europa” & “Regina a Venezia” Soffice crema ai tre cioccolati, pera Decana al curry Soft three-chocolate set cream dessert and Decana pear scented with curry Realizzato in collaborazione con Simone Della Fiorentina, Primo pasticcere Westin Europa e Regina Created in collaboration with Simone Della Fiorentina, Head Pastry Chef of the Westin Europa and Regina Ingredienti per 4 persone: Curry 10 g; zucchero 5 g; lecitina q.b; acqua 100 g; pere Decana 300 g. Per la crema fondente: Cioccolato fondente 70 g; panna 70 g; panna semi montata 50 g; colla di pesce 2 g. Per la crema al cioccolato al latte: Cioccolato al latte 75 g; colla di pesce 2 g; panna 60 g; panna semi montata 50 g. Per la crema al cioccolato bianco: Cioccolato bianco 80 g; colla di pesce 2 g; panna 50 g; panna semi montata 50 g. Ingredients (serves 4): 10 g curry powder; 5 g sugar; lecithin as required; 100 ml water; 300 g Decana pears. For the dark chocolate set cream layer: 70 g dark chocolate; 70 g cream; 50 g partially whipped cream; 2 g fish glue. For the milk chocolate set cream layer: 75 g milk chocolate; 60 g cream; 50 g partially whipped cream; 2 g fish glue. For the white chocolate set cream layer: 80 g white chocolate; 50 g cream; 50 g partially whipped cream; 2 g fish glue. Procedure: Prepare all three set cream layers the same way: boil the cream, dissolve the fish glue in the cream and add the chocolate as you would for a ganache. Leave to cool to 30°C, then add the partially whipped cream. Pour into the serving bowls. Leave each layer to set before adding the next layer. Toss the pears in a pan with the sugar. Composition: Serve the soft set cream dessert in a small bowl, finishing the top layer with dark chocolate ganache, if desired. Garnish with the lukewarm tossed pears, decorate with a curry foam and serve with Decana pear chips. Procedimento: Per le tre creme procedere allo stesso modo: bollire la panna, sciogliere la colla di pesce, unire il cioccolato come per una ganaches, aggiungere a 30°C la panna semimontata, versare nelle coppe uno strato di crema alla volta e far rapprendere prima di procedere allo strato successivo. Spadellare le pere con lo zucchero. Composizione del piatto: Servire la soffice crema in una coppa, a piacere glassare l’ultimo strato con della ganaches fondente, guarnire con le pere saltate tiepide, decorare con aria di curry e servire con chips di pera decana. Tarte tatin alle pera con crema inglese alla grappa Pear tart with grappa custard Ingredienti per 4 persone: abate pears; 100 g cane sugar; 5 g cinnamon; 50 g butter; 10 g grappa custard; 20 g candied fruit; 40 g chopped nuts. pasta sfoglia 200 g; pere Abate n.5; zucchero di canna 100 g; cannella 5 g; burro 50 g; crema inglese alla grappa 10 g; frutta candita 20 g; frutta secca sablé 40 g. 44 Sbucciare le pere e metterle in acqua e succo di limone. Privarle del torsolo e tagliarle per la loro lunghezza. Metterle in una padella antiaderente con riccioli di di Massimo burro, zucchero di canna e cannella. Metterle sul fuoco e Bomprezzi Insegnante consulente farle caramellizzare a fuoco dolce. Stendere la pasta sfoglia dello spessore di circa 2 cm dandogli una forma cirspecializzato nella colare per la circonferenza della padella. Adagiarla sopra cucina di mare le pere. Spolverare con dello zucchero, bagnare con acqua e bucarla con una forchetta. Infornare a 200\220 gradi per circa 20 minuti. Sformare in un piatto capiente. Tagliarla e appoggiarla su una crema inglese aromatizzata alla grappa. Guarnire con frutta candita e frutta secca sablé. 30 Serves 4: 200 g puff pastry; 5 Peel the pears and place them in a bowl of water and lemon juice. Remove the cores and cut the pears lengthways. Place them in a non-stick pan with the butter curls, cane sugar and cinnamon and gently candy them over a low flame. Roll out the puff pastry to about 2 cm thick into a round shape for the size of the pan. Place the pastry on top of the pears, sprinkle with sugar, moisten with water and prick the surface with a fork. Bake in the oven at 200/220 degrees for approx. 20 minutes. Turn the tart out onto a large plate, cut it and place it on the grappa aromatized custard. Garnish with the candied fruit and chopped nuts. I CONSIGLI DELLO CHEF / THE CHEF RECOMMENDS Ravioli di cellophane con pera, zenzero e menta Ingredienti: riso g 30; amido di mais 10 g; acqua g 30; pera n 1; zucchero g 30; acqua g 30; 1 foglia di menta; zenzero g 3. Cuocere il riso con l’amido e l’acqua. Quando è cotto il tutto, frullare fino ad ottenere una crema omogenea. Stendere su silpat e mettere a seccare ricavando poi dei cerchi con l’aiuto di un coppapasta. Nel frattempo tagliare la pera a cubetti e metterli sotto vuoto con uno sciroppo composto da 30 g di zucchero e 30 g di acqua. Al momento di servire, farcire il disco di amido e riso con la pera, la foglia di menta e un po’ di zenzero grattato e piegarlo in modo da ottenere un raviolo a mezzaluna. Servire a piacere. Va mangiato in un sol boccone in modo poi che il raviolo a contatto con la saliva si sciolga. di Terry Giacomello Consulente Chef Cellophane ravioli with pear, ginger and mint Ingredients: 30 g rice; 10 g corn starch; 30 ml water; 1 pear; 30 g sugar; 30 ml water; 1 mint leaf; 3 g ginger Cook the rice in water with the corn starch. When cooked, blend to a smooth paste. Spread onto a Silpat sheet and dry, cutting out discs with a pastry cutter ring. In the meanwhile, cut the pear into small cubes and vacuum-seal with a syrup made with 30 g sugar and 30 ml water. Just before serving, place the pear, the mint leaf and a little grated ginger on each starch disc, then fold the disc over to make a semicircular raviolo. Serve as preferred. Each ravioli must be eaten whole, so that the starch exterior melts in the mouth when it comes into contact with saliva. Code di mazzancolle arrostite con salsa dolceforte alle pere e ciclamini del monte Conero Ingredienti per 4 persone: Pan-fried Caramote prawn tails with a sweet and sour sauce of pears and Mount Conero cyclamen n.28 code di mazzancolle medie; g 150 pere; g 250 aceto bianco; g 5 semi di coriandolo; g 50 scalogno; g 5 pepe in grani; sale, pepe da macinino; olio extra vergine di oliva; n.20 ciclamini; n.12 foglie di tarassaco. Ingredients (serves 4): 28 Caramote prawn tails; 150 g Sgusciare le code di mazzancolla lasciando solo la codina finale. Incidere il dorso per togliere il budellino nero. Arrostire le mazzancolle in padella con olio e sale, poi tenere in caldo. Pelare le pere, tagliare a spicchi e cuocerle in microonde. Pelare lo scalogno e tagliarlo a fettine. Mettere a bollire l’aceto con lo scalogno, pepe nero in grani, coriandolo e poco sale. Far ridurre l’aceto di due terzi. Frullare le pere, unire la riduzione di aceto filtrata ed aggiustare di sapore. Disporre le mazzancolle nel piatto. Salsare con la crema dolce forte e decorare con i petali di ciclamino, il tarassaco, olio e pepe da macinino. Shell the Caramote prawn tails, leaving only the fin at the end. Slit down the back and remove the black vein. Pan-fry the tails in oil, seasoning with salt, and keep warm. Peel the pears, cut into segments and cook in the microwave. Peel the shallot and slice finely. Boil the vinegar with the shallot, black peppercorns, coriander and a little salt. Reduce the vinegar by two thirds. Blend the pears, add the filtered vinegar reduction and season to taste. Arrange the Caramote prawn tails on the plate. Sauce with the sweet and sour emulsion and decorate with cyclamen petals, dandelion, oil and freshly milled pepper. pear; 250 ml white wine vinegar; 5 g coriander seeds; 50 g shallots; 5 g peppercorns; freshly milled salt and pepper; extra virgin olive oil; 20 cyclamens; 12 dandelion leaves di Paolo Antinori Chef Hotel “Fortino Napoleonico” www.hotelfortino.it NE 2156/2, Sirman I CONSIGLI DELLO CHEF / THE CHEF RECOMMENDS La doppia consistenza della pera Carpaccio di pera con briciole di pane tostato, Fourme d’Ambert e crema di pera alla toma piemontese con involtino di bresaola i.g.p. di Luca Romeo Junior chef Roma Ingredienti: 2 pere; 1 fettina di pane di grano duro; 40 g di formaggio francese Fourme d’Ambert; 4 fettine di bresaola di punta d’anca i.g.p.; 20 g di toma piemontese; olio Evo, sale Maldon e pepe bianco. Per prima cosa si sbucciano entrambe le pere: una la facciamo cuocere in acqua bollente, leggermente salata, e l’altra la tagliamo finemente a mo’ di “carpaccio” e la mariniamo con olio extra vergine di oliva, sale Maldon e pepe bianco. A parte tagliamo dei cubetti di pane e li tostiamo in padella con un filo d’olio. Frulliamo la pera cotta emulsionando con olio Evo e toma piemontese precedentemente grattugiata; tagliamo delle piccole briciole di Forme d’Ambert e iniziamo a comporre il piatto. Stendiamo la crema di pera aromatizzata e adagiamo ad una estremità di essa gli involtini di bresaola. Nella parte opposta del piatto adagiamo accuratamente il carpaccio di pera arricchendolo con le briciole di pane e la Forme d’Ambert. Considerazioni: il piatto risulta essere decisamente fresco e gustoso, ricco di elementi che invogliano il palato ad abbinare un ottimo vino bianco. Vino in abbinamento: Gewurztraminer, Traminer aromatico o uno Chardonnay. The two textures of the pear Pear carpaccio with crumbs of toasted bread and Fourme d’Ambert, and creamed pear and Piedmont Toma with a roll of IGP bresaola Ingredients: 2 pears; 1 thin slice of durum wheat bread; 40 g French Fourme d’Ambert cheese; 4 small slices of IGP rump bresaola; 20 g Piedmont Toma; extra virgin olive oil, Maldon salt white pepper. Peel both the pears. Boil one pear in lightly salted water, and slice the other finely like a ‘carpaccio’, then marinate the slices in extra virgin olive oil with Maldon salt and white pepper. Cut the bread into small cubes and toast in a pan with a drizzle of oil. Blend the cooked pear, emulsifying with extra virgin olive oil and the grated Piedmont toma cheese. Break the Forme d’Ambert into small crumbs and start assembling the dish. Spread a puddle of the pear and cheese cream in the plate, arranging the rolls of bresaola at one end. At the opposite end of the plate, arrange the pear carpaccio very carefully, garnishing with the crumbs of bread and Forme d’Ambert. Notes: This is a decidedly fresh and deliciously tasty dish, bursting with flavours that cry out to be paired with an excellent white wine. Recommended wine pairing: A Gewürztraminer or a Chardonnay. 32 TCG 12 - 22 Dakota, Sirman I CONSIGLI DELLO CHEF / THE CHEF RECOMMENDS Rigatoni al bronzo farciti di pera e pecorino su brunoise di finocchi, pera e maionese all’arancia Ingredienti per 4 persone: Ciclone 3 con frusta, Sirman Bronze drawn rigatoni filled with pears and pecorino cheese, served on diced fennel and pears and orange mayonnaise Serves 4: 16 La Molisana bronze drawn rigatoni; 70 g cow’s milk ricotta; 30 g grated pecorino; 1 Kaiser pear; 1 fennel; 30 g chopped pistachios; salt and pepper to taste, 1 egg yolk; 2 g mustard paste; 10 g orange juice; 2 g vinegar; 100 g extra virgin olive oil. Cook the La Molisana rigatoni al dente in boiling salted water, leave to cool. Peel and dice the pear. Prepare the rigatoni filling by mixing the ricotta, pecorino and 1/3 of the pear, then using an icing bag fill the rigatoni and dip the ends in the pistachio. Clean and dice the fennel. Prepare the mayonnaise, by pouring the egg yolk in a bowl with the orange juice, mustard, salt and pepper; cream using a whisk and slowly pour in the oil. Add the hot vinegar and perfume with grated orange peel. Place the fennel and the remaining pear in the centre of the dish, seasoned with a drop of extra virgin olive oil, place the rigatoni on top decorated with orange slices and fennel grass, garnish with the orange mayonnaise. Pere Abate colorate alla curcuma, code di gamberi scottati al rosmarino Abate pears coloured with turmeric, served with rosemaryscented pan-seared prawn tails Ingredienti per 6 persone: Ingredients (serves 6): n. 3 pere Abate; n. 24 code di gamberi puliti; g 25 di curcuma; g 300 crema di latte; g 20 di olio extravergine Frantoio Colli del Poeta; N. 1 rametto di rosmarino; N. 6 fiori di rosmarino; N. 1 sacchetto per cottura in sottovuoto; sale e pepe q.b. n. 3 Abate pears; 24 deveined, shelled prawn tails; 25 g turmeric; 300 g cream; 20 g ‘Frantoio Colli del Poeta’ extra virgin olive oil; 1 sprig rosemary; 6 rosemary flowers; 1 vacuum cooking bag; salt and pepper to taste. Pelare le pere Abate e spolverizzare con la curcuma. Metterle nel sacchetto per cottura e in sottovuoto. Cucinare le pere per 30 minuti a 85 °C in forno a vapore, o con il Softcooker. Prendere la crema di latte e farla ridurre con il resto della polvere di curcuma. Scottare i gamberoni nell’olio extravergine con il rametto di rosmarino. Tagliare la pera a spicchi metterla a raggiera sul piatto e adagiarvi i gamberoni. Decorare con i fiori di rosmarino e le gocce della salsa ridotta ottenuta. di Nicola Vizzarri Executive chef “Plaza restaurant” Vasto (CH) Corporate chef Pastificio “La Molisana” Peel the Abate pears and dust with the turmeric. Seal in the vacuum cooking bag. Cook the pears in the steam oven or with the Soft Cooker for 30 minutes at 85 °C. Reduce the cream with the remaining turmeric powder. Sear the prawn tails in extra virgin olive oil with the sprig of rosemary. Cut the pears into segments, arrange in a fan pattern on the plate and top with the prawn tails. Garnish with the rosemary flowers and drops of the cream and turmeric reduction. di Sergio Moronato Executive Chef all’Hotel “Ermitage Bel Air“ di Abano Terme 44 16 pz rigatoni al bronzo La Molisana; 70 g ricotta vaccina; 30 g pecorino grattugiato; 1 pz di pera Kaiser; 1 pz finocchio; 30 g pistacchio tritato; q.b. sale e pepe; 1 tuorlo; 2 g senape in pasta; 10 g succo arancia; 2 g aceto; 100 g olio extravergine di oliva Cucinare i rigatoni La Molisana in acqua bollente e salata, scolare al dente e lasciare raffreddare. Mondare la pera e tagliarla a cubetti. Preparare la farcia dei rigatoni amalgamando bene la ricotta con il pecorino e 1/3 di pera . Con l’aiuto di un sac à poche farcire i rigatoni e passare le estremità nel pistacchio. Pulire il finocchio e tagliare a cubetti. Preparare la maionese versando il tuorlo in una ciotola, il succo d’arancia, la senape, il sale e pepe. Emulsionare con l’aiuto di una frusta e incorporare l’olio a filo. Unire infine l’aceto caldo e profumare con una grattugiata di buccia d’arancia. Mettere al centro del piatto i finocchi e il resto della pera conditi con un filo d’olio extravergine d’oliva, adagiare sopra i rigatoni decorati con spicchi d’arancia e barba di finocchio, guarnire con la maionese all’arancia. 33 I CONSIGLI DELLO CHEF / THE CHEF RECOMMENDS di Fabio Mancuso Ateneo della Cucina Italiana Chef “Ristorante Crispi 19” Roma Pralina di formaggio con cuore di pera, aceto balsamico e crostino alla banana Cheese praline with a pear centre, with balsamic vinegar and a banana bread crisp Per lo stampo in gelatina: 200 g acqua; 100 g glucosio; 110 g colla di pesce; 300 g zucchero semolato. Mettere tutti gli ingredienti in un tegame, tranne la colla di pesce. Fare bollire e unire la colla di pesce, far riposare per 20 min. e versare sul soggetto che in questo caso è una biglia. Una volta rassodata la gelatina, estraendo la biglia avremo lo stampo che ci servirà per l’inserimento alla pera. Per l’inserimento alla pera: 200 g polpa di pera; 30 g acqua; 15 g zucchero; 5 g aceto balsamico; 1,4 g agaragar. Caramellare leggermente lo zucchero con l’acqua e unire la polpa di pera, aggiungere l’aceto balsamico e cuocere lentamente. Frullare il tutto, unire la gelatina e fare bollire per qualche secondo. Inserire nello stampo con l’aiuto di una siringa e abbattere in positivo. Per la panna cotta al formaggio: 25 g gorgonzola; 15 g gorgonzola piccante; 20 g Parmigiano; 120 g panna fresca; 6,5 g colla di pesce. Portare la panna a bollore e unire i formaggi. Frullare, unire la colla di pesce e regolare di sale e pepe. In uno stampo a sfera inserire una parte di composto, fare rassodare e aggiungere l’inserimento alla pera, coprire nuovamente con il composto e abbattere in negativo. Sformare le sfere e, con l’aiuto di uno stuzzicadenti, immergerle nella gelatina ai lamponi. Per la gelatina ai lamponi: 200 polpa di lamponi; 18 g gelatina yellow a 280; 20 g zucchero. Frullare la polpa con lo zucchero, unire mescolando la gelatina. Fare riposare 10 min. Mescolare nuovamente con una frusta, coprire con pellicola e con l’aiuto di un microonde farla bollire. Utilizzarla a 34 °. Per il pane alla banana: 250 g farina 00; 300 g banane mature; 110 g latte intero; 200 g zucchero; 120 g uova intere; 70 g olio di semi; 5 g bicarbonato; 2 g lievito chimico; 3 g sale. Frullare tutto con il frullatore ad immersione, stampare e cuocere a 160° per circa un’ora. Abbattere in negativo. Composizione finale: Coppare e tostare il pane, mettere su ogni crostino uno spumoncino di mascarpone alle zucchine e posizionare sopra la sfera, decorare con un cerchio di pasta filo e un rametto di erba cipollina. For the gelatine mould: 200 ml water; 100 g glucose; 110 g fish glue; 300 g granulated sugar. Place all the ingredients except for the fish glue in a saucepan. Bring to the boil and add the fish glue. Leave to rest for 20 minutes and pour over a marble to create a spherical shape. Remove the marble when the gelatine has set, leaving a hollow mould for the pear filling. For the pear filling 200 g pear pulp; 30 ml water; 15 g sugar; 5 g balsamic vinegar; 1.4 g agar-agar. Caramelise the sugar and water slightly, add the pear pulp, add the balsamic vinegar and cook slowly. Blend, add the gelatine and boil for a few seconds. Inject into the mould with a syringe and blast-chill to above freezing. For the cheese panna cotta: 25 g mild gorgonzola; 15 g strong gorgonzola; 20 g parmesan; 120 g fresh cream; 6.5 g fish glue. Bring the cream to the boil and add the cheeses. Blend, add the fish glue and season to taste with salt and pepper. Partially fill a sphere mould with some of the mixture, leave to set, place the chilled pear filling in the mould, cover with the remaining mixture and blast-chill to below freezing. Remove the spheres from the moulds and dip fully into the raspberry jelly using a toothpick. For the raspberry jelly: 200 g raspberry pulp; 18 g yellow gelatine (280 bloom); 20 g sugar. Blend the pulp with the sugar, mixing in the gelatine, then leave to rest for 10 minutes. Mix again with a balloon whisk, cover with film and bring to the boil in the microwave. Use when cooled to 34 °C. For the banana bread: 250 g 00 flour; 300 g ripe bananas; 110 g full cream milk; 200 g sugar; 120 g whole eggs; 70 g seed oil; 5 g sodium bicarbonate; 2 g baking powder; 3 g salt. Blend all the ingredients with a hand blender, pour into a moulds and bake at 160°C for approximately one hour. Blast-chill to below freezing. Assembly Cut and toast the bread. Arrange a puff of mascarpone and courgette mousse on each toasted crostino, place the sphere on top and decorate with a disc of phyllo and a chive stalk. 44 LA LUNA DEL CASALE: DALLA VIGNA ALLA BOTTIGLIA 34 Considerata tra le migliori maison del Lazio, La Luna del Casale è una giovane azienda che interpreta i prodotti vinicoli donandogli struttura, persistenza ed estrema eleganza. Tutto è fatto in modo da esaltare e conservare profumi e caratteristiche varietali a dimostrazione che anche con i vitigni autoctoni laziali si possono ottenere prodotti ben fatti e di gradevolissima fruibilità. RISTORANTI E MENÙ / RESTAURANTS & MENUS CRISPI 19, AL CUORE DI ROMA L’azienda è certificata biologica, ulteriore segnale di estrema cura e garanzia per il consumatore.Scrive Nicoletta Sirbu, titolare de La Luna del casale: La nostra è un’azienda di famiglia: dentro c’è il mio impegno, il talento di Paolo Peira, un enologo giovane e affermato, il supporto di mio marito, il sorriso gioioso dei miei figli, ma soprattutto un territorio profondamente vocato come i Colli Lanuvini che assecondiamo con processi naturali, un occhio al bio e rese molto basse.Per questa ragione i clienti che ci conoscono sanno di poter contare su di noi, dalla vigna alla bottiglia. di Ferruccio Ruzzante Ristorante Crispi 19 via Crispi, 19 Roma tel. 06 67 85 904 44 Intimo, romantico ma, soprattutto, di “buon gusto”! Il ristorante Crispi 19 è una straordinaria esperienza multisensoriale, tra Piazza di Spagna e Fontana di Trevi. In un ambiente raffinato e accogliente, tra affreschi d’autore e un acquario che conserva crostacei vivi come astici classici e blu, aragoste, granchi e cicale, esprime la sua arte culinaria Fabio Mancuso, talentuoso chef palermitano trapiantato a Roma che ha fatto parte per un decennio della NIC (Nazionale Italiana Cuochi) ed è stato plurimedagliato nelle maggiori competizioni internazionali di cucina. Dietro un aspetto timido e garbato, Fabio nasconde una grandissima capacità tecnica e creativa che gli ha permesso di realizzare veri capolavori di arte culinaria, come alcuni dei suoi Finger Food, dalle caratteristiche forme rotondeggianti, veri trionfi estetici e di gusto. Da Crispi la sua verve gastronomica propone una cucina tipicamente mediterranea nella quale il pesce freschissimo, proveniente dalle nostre coste giornalmente, gioca un ruolo da protagonista. Ma a deliziare gli ospiti sono anche i più saporiti tagli di carne, selezionati fra i migliori allevamenti italiani ed elaborati dall’arte di un gran- de professionista, in accompagnamento agli ortaggi di stagione, per il piacere dei palati più raffinati. Tutti i piatti vengono preparati al momento per preservare i profumi e i sapori nel rispetto della migliore tradizione dello “slow food” italiano. Qualche esempio per stuzzicare l’appetito? Agnolotto di patate con polpettone di vitello e ragusano; sgombro al vapore con calamaretti, olive e crema al basilico; mousse ai tre cioccolati con nuvola di zucchero e frutti di bosco. Degna di nota anche la ricca carta di vini con prestigiose etichette di tutta Italia - come “Lunario”, “Sara” e “Meridies” dell’azienda vinicola “La Luna del Casale” - che fanno da ideale coronamento ad un’offerta gastronomica di altissimo livello. Un consiglio: se volete sperimentare la straordinaria arte del Crispi 19, prenotate per tempo perché le buone notizie corrono veloci! 35 RISTORANTI E MENÙ / RESTAURANTS & MENUS 44 di Pierluigi Vacca Ristorante “Antico Borgo” Via Domenico Cappelli, 53 Morano Calabro (CS) Tel. 0981 30002 36 Pera glassata al cioccolato con crema inglese all’arancia di Sibari Chocolate glazed pears and Sibari orange custard Ingredienti per 4 persone: Serves 4: n°4 pere Conference; 200 g di cioccolato fondente; 80 g di latte; 80 g di panna fresca. 4 Conference pears; 200 g dark chocolate; 80 g milk; 80 g fresh cream. Per la crema inglese all’arancia: 500 ml di latte; 5 rossi d’uovo; 150 g di zucchero; 1 arancia. For the orange custard: 500 ml milk; 5 egg yolks; 150 g sugar; 1 orange. Lavate le pere, tagliate la parte superiore e la parte inferiore. La prima mettetela da parte, levate il torsolo con l’apposito leva torsolo e fate cuocere la pera in forno per 5 minuti. A parte preparate la glassa di cioccolato. Fate sciogliere il cioccolato a bagnomaria, appena sciolto aggiungete la panna e il latte girando dal basso verso l’alto. Fate raffreddare in frigo sia la pera che la glassa. Nel frattempo fate la crema inglese all’arancia. Mettete a bollire il latte, a parte in una bastardella sbattete i rossi d’uovo con lo zucchero e la buccia di un’arancia grattugiata, aggiungete il latte e fate cuocere a bagnomaria girando il composto con un leccapadella. Appena cotta, fate raffreddare in acqua e ghiaccio. Prendete le pere e immergetele nella glassa di cioccolato, se necessario fate anche due passaggi. In un piatto mettete la crema inglese all’arancia a specchio, adagiatevi sopra la pera, spolverate con zucchero a velo e guarnite con una foglia di menta fresca. Wash the pears, cut off the top and bottom, remove the core using the special core remover and cook the pears in the oven for 5 minutes. In the meanwhile prepare the chocolate glaze. Melt the chocolate over the bainmarie, and as soon as it is soft add the cream and milk, folding them in. Leave the pears and glaze to cool in the fridge. In the meantime, prepare the orange custard. Boil the milk, in a bowl beat the egg yolks, sugar and grated orange peel, add the milk and cook over the bainmarie, stirring with a spatula. When it is cooked, chill quickly in a bowl of ice and water. Immerse the pears in the chocolate glaze, twice if needed. On the serving dish, place a layer of orange custard, place a pear on top, sprinkle with icing sugar and garnish with a fresh mint leaf. RISTORANTI E MENÙ / RESTAURANTS & MENUS Essaouira sea bream on a bed of glazed pear with ginger and plums Questa ricetta proviene dalla regione di Essaouira, nel centro del Marocco, famosa per la sua cucina a base di pesce, molto apprezzata per i suoi profumi e sapori molto speziati. L’alternanza di sapori dolci e salati è tipico di questa splendida cittadina affacciata sul mar Atlantico. This recipe is from the Essaouira region in central Morocco, which is renowned for its delicious seafood cuisine based on strongly spiced flavours and aromas. The contrast between sweet and savoury in this recipe is typical of the dishes from this beautiful town on the Atlantic coast. Ingredienti per 4 persone: 4 filetti di dentice; 1 porro; brodo di pesce; 1 cucchiaino di zenzero; 1 pizzico di zafferano; 1 pizzico di curcuma; sale e pepe q.b.; 1 cucchiaino di zucchero; 2 zucchine; 2 pere; 12 prugne. Sfilettare i dentici, lavarli e asciugarli accuratamente. Scaldare un filo d’olio in una padella antiaderente. Unire il porro e lasciar rosolare su ambo i lati i filetti per 10 minuti. Aggiungere sale, pepe, zenzero e curcuma. Sfumare i filetti con il brodo di pesce. In un’altra padella far bollire le pere pulite per 5 minuti con un pizzico di zucchero. Saltare in acqua bollente una julienne di zucchine per 3 minuti e raffreddarle in acqua e ghiaccio per conservarne la croccantezza. In un tegamino far bollire le prugne con zucchero e cannella per 6 minuti. Adagiare in un piatto di portata la pera glassata e porre su di essa il filetto di dentice bello caldo. Guarnire con la julienne di zucchine e le prugne glassate aggiungendo, per finire, la salsa di curcuma e zenzero. Ingredients (serves 4): 4 sea bream fillets; 1 leek; fish stock; 1 teaspoon ginger; 1 pinch saffron; 1 pinch turmeric; salt and pepper to taste; 1 teaspoon sugar; 2 courgettes; 2 pears; 12 plums. Fillet the sea bream, then wash the fillets and dry thoroughly. Heat a little oil in a non-stick pan. Add the leek, then pan-fry the fillets on both sides for a total of 10 minutes. Add the salt, pepper, ginger and turmeric. Deglaze the fillets with the fish stock. In a separate pan, boil the peeled and trimmed pears for 5 minutes with a pinch of sugar. Blanche julienne strips of courgettes in boiling water for 3 minutes, then remove and chill in iced water to keep them crunchy. In a small saucepan, boil the plums with sugar and cinnamon for 6 minutes. Arrange the glazed pear on the serving plate and place a piping hot sea bream fillet on top. Garnish with the julienne strips of courgette and the glazed plums, and finish with the turmeric and ginger sauce. Versatilità in stile contemporaneo La vetrina Zara “refrigerata” e “tavola calda” rappresenta la più evoluta espressione dell’innovativa versatilità di Oscartielle, da mezzo secolo in sintonia con i nuovi trend del mercato grazie all’ampia possibilità di personalizzazione e alla capacità di integrarsi con l’arredo e la filosofia delle più moderne tipologie di punti vendita, per supportare e ottimizzare nuovi concept di servizio. Oscartielle S.p.A. Via Boffalora, 1/A - 24048 Treviolo (Bergamo) - Italy - Tel. +39 035 377911 - Fax +39 035 693200 www.oscartielle.it - [email protected] Certification ISO 9001:2000 di Hamiza Abdessadeq Chef ristorante “Alla mia Borsa” S.Marco Venezia studioverde.it Dentice di Essaouira su un letto di pera glassata allo zenzero e prugne NUOVE TECNOLOGIE / NEW TECHNOLOGIES 44 di Marco Fattorel Chef consulente di tecnologie alimentari 38 Risotto con asparagi bianchi di Cimadolmo, pere Williams e formaggio Morlacco Risotto with Cimadolmo white asparagus, Williams pears and Morlacco cheese Ingredienti per 4 persone: Ingredients (serves 4): Riso Carnaroli 280 g; asparagi Bianchi 400 g; pere Williams n°1; formaggio Morlacco semi stagionato 100 g; sale 40 g; zucchero 30 g; acqua 1 lt; burro 40 g; scalogno 40 g; olio extravergine 40 g; pepe rosa qb; buccia di limone qb Asparagi bianchi Pelare e lavare gli asparagi e mondarli dalla parte più dura. Preparare a parte una soluzione con: lt 1 acqua, 40g di sale, 30 g zucchero. Mescolare il tutto fino a quando il sale e lo zucchero saranno sciolti. Confezionare sottovuoto al 99% gli asparagi con la soluzione. Cuocere in forno a vapore alla temperatura di 92° per circa 8 minuti. Finita la cottura raffreddare in abbattitore a 3° al cuore. 280 g Carnaroli rice; 400 g white asparagus; 1 Williams pear; 100 g medium mature Morlacco cheese; 40 g salt; 30 g sugar; 1 l water; 40 g butter; 40 g shallots; 40 g extra virgin olive oil; pink peppercorns to taste; lemon zest to taste White asparagus Peel and wash the asparagus, removing the woody part of the stem. Separately, prepare a solution with 1 l water, 40 g salt and 30 g sugar. Stir until the salt and sugar are completely dissolved. Vacuum-seal the asparagus with the solution with 99% vacuum. Cook at 92°C for approximately 8 minutes in a steam oven. Once cooked, blast chill to a core temperature of +3 °C. Pere Williams: Pelare la pera, tagliarla a metà e privarla del torsolo. Una metà la confezioniamo sottovuoto al 99% con un’idea di buccia di limone grattugiata fresca e il pepe rosa macinato fresco. Cuocere in forno a vapore 72° per 4 minuti. Finita la cottura raffreddare in abbattitore. La rimanente metà la tagliamo a pezzetti regolari e poi la raffreddiamo in abbattitore. Williams pears: Peel the pear, cut in half and remove the core. Vacuum-seal one half of the pear with 99% vacuum, together with a hint of freshly grated lemon zest and freshly milled pink peppercorns. Cook in the steam oven at 72°C for 4 minutes. Once cooked, blast-chill. Cut the remaining half into even pieces and blast-chill. Servizio: Tritare finemente lo scalogno e soffriggerlo con l’olio extravergine. Tostare il riso, bagnare con l’acqua di cottura sottovuoto degli asparagi e con il brodo vegetale di asparagi fatto con le code degli stessi. Durante la cottura aggiungere parte degli asparagi cotti sottovuoto, conservando le punte per la decorazione sul piatto. Mantecare il risotto con il burro, Morlacco e la pera tagliata a pezzetti. W8 40 S sottovuoto, Sirman Assembly: Chop the shallot finely and sauté in extra virgin olive oil. Toast the rice in the oil, then add the cooking liquid from the vacuum-sealed asparagus and a vegetable stock made with the tail ends of the asparagus. While the rice is cooking, add some of the vacuum-cooked asparagus, keeping the tips for garnishing. Stir the risotto to a creamy consistency with the butter, Morlacco cheese and the pieces of pear. SISTEMI DI COTTURA INTELLIGENTI / INTELLIGENT COOKING SYSTEMS BUONA IN MOLTI MODI DELICIOUS IN SO MANY WAYS The pear is ideal for a wide variety of cooking methods, and it is in fact quite easy to apply different technologies to this fruit. Let’s take a look at some of the most unusual of these which, however, can be very useful in the kitchen. Low temperature dehydration and desiccation give us excellent pear chips we can use to decorate desserts, as a fruit accompaniment for a plate of fine cheese, to garnish savoury dishes or as simply as an amuse-bouche to offer diners as an introduction to dessert. They are very easy to make using a ventilated warming cabinet at 95°C, drying for approximately 90 minutes. Simply slice the pear thinly, arrange the slices on a Silpat sheet or oven paper and dust with icing sugar as desired. Store in airtight containers to protect from humidity. Thin slices of pear may also be flashfrozen in the blast-chiller to make excellent palate cleansers served between fish and meat courses, or as a tantalising snack between different antipastos accompanied with cheese mousses and aperitifs. In this case, simply place the slices on a Silpat sheet or oven paper and blast-chill to below freezing for a few minutes. A classic dessert such as pears with red wine or port may be made using the sous-vide technique and the trivalent oven – if possible, a state of the art model with thermostat-regulated steam temperature. Make a reduction of 1 litre of red wine or port with 750 g of sugar to make a syrup, which must be blastchilled and then allowed to warm to 3°C before use. Cut the pear (use a variety with a crunchy texture if possible) into wedges, slices or however you prefer. Place in a vacuum cooking bag, arranging neatly so they do not overlap, cover the slices to 1/3 their thickness with the syrup, seal the bag at the maximum vacuum setting and steam at 94°C for 18 minutes. Blast-chill. The cooked pear may be kept in the refrigerator (above freezing) for a couple of weeks. Just before serving, reduce the liquor slightly on a high heat. di Guido Ongaro Chef, consulente di tecnologie alimentari 44 Applicare tecnologia di trasformazione alla pera diventa molto semplice, infatti è un frutto che si presta a svariate trasformazioni. Andiamo a vederne alcune di inusuali, ma di gran utilizzo nell’ambito culinario. La disidratazione ed essiccazione a bassa temperatura ci darà delle ottime chips di pera da utilizzare come abbellimento per dessert o come frutto di accompagnamento per un ottimo piatto di formaggio, per decorare piatti oppure, semplicemente, come stuzzichino dolce da offrire ai nostri clienti come pre-dessert. Come farle? Semplicemente usando un mantenitore di temperatura ventilato a 95 gradi per un tempo di circa 90 minuti. Basterà tagliare la pera in fette sottili e adagiarle in un silpat o carta da forno e spolverarle a piacere con dello zucchero a velo. La conservazione si farà in scatole chiuse ermeticamente che proteggano dall’ umidità. Sempre partendo da fette sottili di pera possiamo, attraverso la surgelazione rapida di temperatura fatta con l’abbattitore, ottenere degli ottimi stuzzichini croccanti da offrire come pulisci bocca tra una portata di pesce e una di carne o come stuzzicanti intermezzi tra antipasti accompagnati con mousse di formaggi o aperitivi. Basterà mettere le fettine sempre su silpat o carta da forno e abbattere in negativo per alcuni minuti. Invece se vogliamo fare un classico dessert come le “pere al vino o al Porto”, possiamo avvalerci della tecnica del sottovuoto e del forno trivalente, meglio se un modello evoluto dove sia possibile termostatare la temperatura del vapore. Fatta una riduzione di vino o porto con dello zucchero(1 litro per 750 gr di zucchero) si otterrà uno sciroppo che prima di essere utilizzato dovrà essere abbattuto di temperatura e portato a 3 gradi centigradi. Tagliare la pera (meglio se di consistenza croccante) a spicchi, fette o come meglio si crede. Inserire in un busta idonea per la cottura, sistemarla bene e coprire per 1/3 con lo sciroppo, chiudere al massimo del vuoto e cuocere al vapore a 94 gradi per 18 minuti. Abbattere di temperatura. Si conserva in frigorifero a temperatura positiva per un paio di settimane. Nel momento in cui andremo a degustala, restringere leggermente il liquido di governo sul fuoco vivo e gustare. Cervino 5T, Sirman 39 BANQUETING / BANQUETING DI TUTTE LE QUALITÀ, PER TUTTI I GUSTI di Ottaviano Pellini Maestro di cucina Executive Chef Team Manager Squadra Regionale Cuochi Marche Come tutta la frutta che passa dalla raccolta alle nostre tavole, anche le pere oggi fanno dei viaggi notevoli. Nei banchi troviamo frutti provenienti dai più lontani paesi del mondo, che hanno fatto migliaia di chilometri, il più delle volte in condizioni molto discutibili, ma la globalizzazione è anche questo. La pera sulle nostre tavole c’è sempre stata, in tante qualità diverse e adatte a mille lavorazioni. Ad esempio, la piccola peretta precoce, sbucciata, tagliata a spicchi e confezionata in sottovuoto con aggiunta di cioccolato fondente e rum, poi cotta in Softcooker a 80° per 15 minuti diventa una prelibatezza. Non parliamo poi di mostarda di pera, superba! La pera si accompagna bene con tantissimi prodotti: carne, pesce, uova, formaggi e, chiaramente, con i dolci. La sua versatilità, le tante qualità che compongono la sua famiglia offrono una scelta vastissima per trovare la giusta varietà per ogni lavorazione e abbinamento. Oltretutto, e non è poco, la produzione offre una vasta gamma di pere in diversi periodi di maturazione: dalle precoci alle tardive passano più di 6 mesi, con frutti che hanno durate di mantenimento di svariati mesi, anche in condizioni naturali, quindi è un prodotto che possiamo reperire tutto l’anno. Una qualità particolare, tipica della Toscana, prettamente invernale, durissima e piuttosto astringente, si mantiene fino alle prime gelate invernali in pianta poi si raccoglie e si conserva sotto il fieno o la paglia per tutto l’inverno e arriva a primavera ancora utilizzabile senza accorgimenti particolari. Terrina di pere, ricotta, gelée di pomodori confit e salsa al rum 44 Softcooker, Sirman 40 Impastare tutti insieme 300 g di ricotta; 300 g di pere; 30 g di albume; 1 g cannella, 30 g di miele, 30 g di granella di pistacchi. Scottare e spellare 300 g di pomodori Roma, togliere il cuore e spolverizzare di zucchero, passare al forno 80° per 2 ore. Aggiungere 10 g di gelatina e pacossare, stendere il composto su carta da forno ottenendo un rettangolo. Raffreddare una parte del preparato, farcire con il composto di pere e arrotolare formando dei cannoli con il resto del foglio di pomodoro. Foderare uno stampo da terrina, riempire con la farcia di pere e al centro posizionare il cannolo e rifinire con la farcia. Cuocere a 80° a 30% umidità per 20 minuti quindi raffreddare, seccare le fettine di pere al microonde spolverizzate di zucchero, quindi servire impiattando con piccoli frutti rossi e salsa al rum. A DIFFERENT VARIETY FOR EVERY TASTE Like all the fruit we use, pears travel great distances between the tree and our table. The counters at the shops are stacked with fruit that has travelled thousands of miles from countries all over the world, and often in rather questionable conditions – but this is just another aspect of globalisation. Pears have always featured on our tables – with many different varieties to choose from to suit countless different cooking methods. For instance, for a delightful dessert, peel small early harvest pears and cut into wedges, vacuum-seal with dark chocolate and rum, then cook at 80°C in the soft cooker for 15 minutes. Then there is pear and mustard Mostarda preserve, which is simply superb! Pears go well with many different types of food, from meat, fish, egg and cheese to – of course – desserts. With so many varieties available, this versatile fruit offers the perfect solution for every cooking method and combination of flavours. But another aspect of the pear that is of no little importance is its extremely long season, which means we can find many different types of pear in different degrees of ripeness. The period from the earliest harvest to the latest harvest covers more than six months, while the long storage life of the fruit itself – even in natural conditions – means that it is available all year round. In the case of one particular Tuscan winter variety, which is extremely hard and rather astringent, the fruit is left on the tree until the first winter frosts, then picked and stored under hay for the whole season. These pears are still usable in spring without any special measures. Pear and ricotta terrine with a confit tomato jelly and rum sauce Mix 300 g ricotta, 300 g pears, 30 g egg white, 1 g cinnamon, 30 g honey and 30 g crushed pistachios together. Blanche and peel 300 g Roma tomatoes, scoop out the interior and dust with sugar, then bake at 80°C for 2 hours. Add 10 g gelatine and process in the Pacojet, the spread the mixture into a rectangle on oven paper. Cool part of the mixture, top with the pear filling and roll into ‘cannoli’ cylinders with the rest of the tomato sheet. Line a terrine mould, half-fill with pear filling, place the cannolo in the centre and top with more filling. Cook at 80°C with 30% humidity for 20 minutes then cool. Dust the pear slices and dry in the microwave, then serve with small red berries and rum sauce. CENA FINGER FOOD / A DINNER OF FINGER FOOD UN GIOIELLO DA GUSTARE SERVITO AL LINGOTTO A JEWEL TO TASTE SERVED AT THE LINGOTTO Gianluca Tomasi Chef, docente Marco Valletta Chef, docente A very pleasant and intriguing evening full of morsel sized emotions. For the inaugural evening of the Tecno Food Exhibition, visiting Turin from Padua, the “Chef in Punta di Dita – (finger food chefs) book was presented. Guests were able to try 25 gastronomic ideas by the chef Gianluca Tomasi, captain of N.I.C. from 2001 to 2012. In fact, this time we two authors, myself Marco Valletta for the gastronomy technical aspects and Gianluca Tomasi for the culinary technical aspects, wanted to offer the more than 120 exclusive guests a gala dinner which focused on the “Five Senses”. This is the logic of finger food that we talk about in our book, because even at gala dinners we want the guests to understand how “the pleasure of the senses conquers the pleasure of dining in a morsel”. Illustrious business guests, representatives of the Turin and Padua Exhibition Centres and leading institutions, perhaps thinking they would be eating the classic spaghetti dish at midnight after the performance would never have imagined that a dinner could be so complete and delicious with just finger food. They were pleasantly surprised, as morsel after morsel they were able to eat their fill and fully appreciate the quality and pleasure of this type of menu. For the occasion the chef Gianluca, helped by his colleagues from both the Veneto and Piedmont regions, proposed a five course menu, each course comprising five different finger foods. Flavour boards that represented a gastronomic journey through the cuisine of eastern and western Italy, made from Piedmont and Veneto produce, knowingly blended together. I wandered among the guests to help them understand, morsel after morsel, the vices and virtues of finger food. True to form Gianluca, the vanguard chef, ably interpreted cheese, meat and fish encouraging the guests to think about the pleasure of the colours, fragrance and tactile consistency, and the taste of the exclusively morsel sized finger foods. We could say that many will be eating their fingers for not having attended, and we were able to confirm once again that finger food is not just a small portion of something but a well-designed project of small portions. 44 Una serata piacevole ed intrigante, ricca di emozioni legate al mondo del gusto in un boccone, organizzata da Studioverde con la collaborazione di Zafferano, Sirman e Fiera di Padova. In occasione dell’apertura della Fiera Tecno Food di Padova, in trasferta a Torino, la serata inaugurale ha visto la presentazione del libro “Chef in Punta di Dita”. Gli ospiti hanno potuto gustare 25 proposte gastronomiche firmate dallo chef Gianluca Tomasi, capitano della N.I.C. dal 2001 al 2012. In effetti anche questa volta noi due autori del libro, io (Marco Valletta) per la parte tecnico gastronomica e Gianluca Tomasi per la parte Tecnico Culinaria, abbiamo voluto promuovere per gli avventori, oltre 120 esclusivi ospiti, una cena di gala, dove protagonisti d’eccezione erano i “Cinque Sensi”. Proprio questa è la logica del Finger Food, da noi amabilmente raccontato nel libro, perché anche nelle cene di gala, vogliamo far capire come: “in un boccone il piacere sensoriale diventa la vera conquista del piacere della tavola”. Erano presenti a tavola illustri personalità del mondo imprenditoriale e della Fiera di Torino e di Padova, oltre che noti rappresentati delle istituzioni; alcuni dei quali non immaginavano lontanamente che una cena potesse essere esaustiva con pietanze degustate in punta di dita, magari immaginavano che dopo la performance avrebbero dovuto andare a farsi la classica spaghettata di mezzanotte. Ma così non è stato, perché boccone dopo boccone, tutti sono rimasti pienamente soddisfatti per qualità, piacere, e per la giusta sazietà. Lo chef Gianluca in cucina, per questa occasione coadiuvato da alcuni suoi colleghi, metà veneti e metà piemontesi, ha proposto cinque portate, ciascuna costituita da cinque finger food. Tavolozze di sapori completi che rappresentavano un viaggio gastronomico tra le cucine dell’Italia Orientale e Occidentale, finger food costituiti da prodotti piemontesi e prodotti veneti, non in confronto ma in amabile incontro. Io traghettavo gli ospiti, boccone dopo boccone, nel mondo della conoscenza dell’offerta gastronomica, per far comprendere, diremo, vizi e virtù della cucina in Finger Food. Come sempre Gianluca, chef avanguardista, ha saputo interpretare formaggi, salumi e pesci con cura, dovizia e maestria, tanto da far riflettere i commensali ospiti sui piaceri cromatici, sulle fragranze olfattive e sulle consistenze tattili, oltre che sul piacere del gusto, sempre e solo in un boccone, o meglio in punta di dita. In effetti diremo che in molti potranno mangiarsi le dita per non essere intervenuti, e noi abbiamo voluto confermare ancora una volta che un Finger Food non è una piccola porzione di qualcosa, ma un progetto articolato in piccole quantità. 41 LA PAGINA DEI FINGER FOOD / THE FINGER FOOD PAGE di Gianluca Tomasi Chef titolare gastronomia “Cucina Tomasi“ Creazzo (VI) Pere Kaiser al vino rosso con verde di frambosa, pane alle noci e sedano Kaiser pears in red wine with Frambosa blue cheese, walnut bread and celery Ingredienti per n°20 finger food: For 20 finger food portions: n° 2 pere Kaiser; 200 g pane per tramezzini ai cereali; 150 g verde di Frambosa; 20 g gherigli di noci; 60 g sedano tagliato sottile; 20 g riduzione di vino rosso e miele; cialda di Parmigiano e bacche rosa; burro q.b.; 2 g cannella in polvere; 1 dl vino rosso Tagliate le pere in spessore di 1 cm e con il coppapasta del diametro di 4 cm ricavate 10 dischi. Bollite il vino con la cannella, unite i dischi di pera e togliete dal fuoco. Dopo 5 minuti, scolate e raffreddate. Pennellate il pane da tramezzini con burro fuso, cospargete con le noci tritate sottili ed appiattite con il mattarello fino ad ottenere uno spessore di 3 mm. Con il coppapasta ricavate 10 dischi del diametro di 4 cm e tostateli in forno. Mescolate con un cucchiaio il verde di Frambosa in modo che sia cremoso. Tagliate i dischi di pera e pane a metà. Mettete sopra il pane un piccolo ciuffo di verde, adagiate il trancio di pera, con il sac à poche mettete un ciuffo di verde, il sedano, una goccia di riduzione di vino al miele e guarnite con la cialda alle bacche rosa. Tipologia: finger food freddo 18 g Petto di pollo con i suoi fegatini, spugnole, pere Abate e crostino di pane alla zucca 44 Ingredienti per n°20 finger food: 42 130 g petto di pollo; 30 g fegatini di pollo; 140 g spugnole; 15 g panna fresca; 5 g cipolla stufata; 50 g formaggio erborinato cremoso; 20 g petto d’anatra affumicato; 130 g pane alla zucca; n°1 tuorlo d’uovo; granella croccante di zucca; burro; timo; cialdina di grana q.b.; 100 g pere abate; 20 g miele millefiori Frullate il petto con la panna, la cipolla e sale. Saltate in padella i fegatini con poco burro e timo ed insaporite. Cuocete a vapore per alcuni minuti le spugnole. Apritele con un coltello ed asciugatele bene. Adagiate sopra ad un foglio di carta da forno imburrata le spugnole in modo da formare un rettangolo, spalmate delicatamente la farcia di 2 Kaiser pears; 200 g mixed grain sandwich bread; 150 g Frambosa blue cheese; 20 g walnuts; 60 g celery, sliced thinly; 20 g red wine and honey reduction; Parmesan and pink peppercorn wafers; butter as needed; 2 g powered cinnamon; 100 ml red wine Cut the pears into 1 cm thick slices, then use a 4 cm pastry cutter ring to obtain 10 discs from the slices. Bring the wine to the boil with the cinnamon, add the discs of pear, remove from the heat, leave for 5 minutes, then drain and cool. Brush the sandwich bread slices with melted butter, sprinkle with the finely chopped walnuts, then flatten to a thickness of 3 mm with a rolling pin. Cut the bread into 10 discs measuring 4 cm across with a pastry cutter ring, then toast in the oven. Stir the Frambosa blue cheese with a spoon to a creamy consistency. Cut the pear and bread discs in half. Place a small dollop of blue cheese on the bread, place the pear slice on top, add another dollop of blue cheese on the pear slice with a piping bag, then top with the celery and a drop of wine and honey reduction, and garnish with the Parmesan and pink peppercorn wafer. Type: cold finger food, 18 g. Chicken breast and liver with morels, Abate pears and a toasted pumpkin bread crostino For 20 finger food portions: 130 g chicken breast; 30 g chicken livers; 140 g morels; 15 g fresh cream; 5 g braised onion; 50 g herbed cream cheese; 20 g smoked duck breast; 130 g pumpkin bread; 1 egg yolk; pumpkin crisp crumbs; butter; thyme; Grana cheese wafer as needed; 100 g Abate pears; 20 g wild flower honey Blend the breast with the cream, onion and salt. Toss the livers in a pan with a little butter and thyme, and season to taste. Steam the morels for a few minutes. Slit open with a knife and LA PAGINA DEI FINGER FOOD / THE FINGER FOOD PAGE pollo, disponete i fegatini ed il petto d’oca tagliato in piccoli cubetti. Arrotolate aiutandovi con la carta ed avvolgete con carta alluminio premendo bene le due estremità in modo da formare un cilindro regolare del diametro di 3 cm. Infornate a 140° con cottura al cuore di 65°. Togliete le carte e tagliate in tranci di ½ cm. Tagliate il pane in dischi di 3 cm di diametro e spessore di 1 cm, passate i bordi nel tuorlo d’uovo e poi nella granella di zucca e tostateli in forno. In una padella antiaderente scaldate il miele, unite le pere tagliate in piccoli cubetti e togliete dal fuoco. Frullatene ¼ fino ad ottenere una purea. Mettete sopra ogni disco di pane la dadolata di pere, un ciuffo di formaggio, un trancio di pollo, la purea di pere e guarnite con la cialda di grana. Tipologia: finger food caldo 18.g dry thoroughly. Arrange the morels in a rectangle on a sheet of buttered oven paper, spread gently with the creamed chicken breast, then top with the chicken livers and smoked duck breast, cut into small dice. Roll using the paper and wrap in aluminium foil, folding the foil and pressing tightly at both ends to form a neat cylinder 3 cm in diameter. Cook in the oven at 140°C to a core temperature of 65°C. Remove the foil and paper and cut into slices ½ cm thick. Cut the bread into discs 3 cm across and 1 cm thick, roll the circumference in egg yolk and coat with pumpkin crisp crumbs, and toast in the oven. Warm the honey in a non-stick pan, add the pears, cut into small cubes, and remove from the heat. Blend a quarter of the pears to a purée. Arrange diced pears on each slice of bread, top with a puff of cream cheese, a slice of chicken and the puréed pears, and garnish with the Grana cheese wafer. Type: hot finger food, 18 g Orione, Sirman GASTRONOMIA / GASTRONOMY Sirman Gnocchi di pere Williams con zuppa al cacao e aglio fermentato Williams pear gnocchi, with cocoa and fermented garlic soup Ingredienti per due dessert: Ingredients for two desserts: Per gli gnocchi: 180 g di polpa di pere; sale di Maldon; 30g di farina; 10g di tuorlo d’uovo La zuppa: 20g di cacao amaro; due spicchi di aglio fermentato; 1 decilitro di latte di mandorla fresco; 20g di miele. For the gnocchi: 180 g pear pulp; Maldon salt; 30 g flour; 10 g egg yolk. For the soup: 20 g bitter cocoa; 2 fermented garlic cloves; 1 decilitre of fresh almond milk; 20 g honey Faccio cucinare la polpa di pere in microonde, la passo al setaccio, poi la lascio raffreddare. Aggiungo la farina ed il tuorlo, poi condisco con poco sale. Faccio bollire un po’ d’acqua leggermente salata e formo gli gnocchi con due cucchiai direttamente nell’acqua bollente e li lascio cucinare alcuni secondi. A parte frullo l’aglio con il latte di mandorla, il cacao ed il miele, poi faccio addensare il composto un minuto in microonde. Compongo il piatto stendendo la zuppa sul fondo e appoggio gli gnocchi ancora tiepidi. I cook the pear pulp in the microwave, sieve it and then leave it to cool; I then add the flour and egg yolk and a pinch of salt. I boil the slightly salted water, form the gnocchi with two spoons and place them directly in the boiling water for a few seconds. Separately I blend the garlic with the almond milk, cocoa and honey, and then leave it to thicken for one minute in the microwave. To serve, I spread a layer of soup on the plate and place the warm gnocchi on top. 44 NE 2146, di Marco Squizzato Chef titolare gastronomia “Il Rompiscatole in cucina” Camposampiero (PD) 43 LA PAGINA DEL PACOJET / THE PACOJET PAGE di Matteo Ciarimboli Chef, consulente di tecnologie alimentari 44 Pacojet Classic e Pacojet Jubilee Edition, Sirman 44 Provola dolce arrostita con nutella di pollo e pera osmotizzata alla visciola Grilled mild Provola cheese with chicken liver Nutella and pear vacuum-marinated in ‘Vino di Visciola’ Per la provola arrostita: Prendere una fetta di provola dolce e passarla su una padella antiaderente per pochi secondi, giusto il tempo di arrostirla esternamente, ma lasciando l’interno morbido. For the grilled Provola cheese: Grille a slice of mild Provola cheese very quickly in a nonstick to brown the exterior only and leave the interior soft. Per la nutella di pollo: Prendere dei fegatini di pollo, spadellarli con del burro chiarificato. A parte stufare della cipolla di Tropea e unire ai fegatini, a peso unire il 60 % di burro morbido. Versare in un bicchiere Pacojet ed abbattere a – 18 C°. Al momento pacossare con mozzo gelo unendo dell’olio di nocciole. For the chicken liver Nutella: Toss the chicken livers with clarified butter. Braise the Tropea red onion separately and add the livers, adding softened butter (60% of the weight of the other ingredients). Pour into a Pacojet beaker and blast-chill to –18 °C. Just before serving, process with the frozen food blade, adding hazelnut oil. Per la pera: Prendere delle pere Williams non troppo mature, pulirle e tagliarle in 4 spicchi, mettere in sottovuoto aggiungendo dello sciroppo leggero di zucchero (1 lt acqua, 85 g zucchero) e della riduzione (circa 50 %) di vino di visciola. Senza sigillare il sacchetto ripetere l’operazione al massimo del vuoto per 3 volte. L’ultima volta, per conservare il prodotto, saldare la busta. Guarnire aggiungendo qualche fogliolina di misticanza primaverile. For the pear: Peel and trim Willams pears (not too ripe), and cut into 4 segments. Place in a vacuum bag* with a light sugar syrup (1l water 185 g sugar) and a 50% reduction of Vino di Visciola (wine aromatised with cherries). Perform up to three vacuum cycles without sealing the bag, then seal the bag for storage. Garnish with a few leaves of spring baby leaf salad. ELECTRONIC ® GRILLVAPOR GRILLVAPOR offre Benefici unici: Controllo continuo della cottura Riduzione calo peso pesce e carne Riduzione consumo energia studioverde.it NON SI BUTTA PIU’ VIA NIENTE!! CONTROLLO, CALORE e UMIDITA’ = risultati garantiti GRILLING CONTROL, HEAT and MOISTURE = garantied result FACILE / EASY Facile da usare, comandi intuitivi, accensione e sorveglianza elettronica; carico e controllo automatici dell’acqua. Easy to use, intuitive panel, electronic ignition and control; automatic water supply and level control. 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Un prodotto che ha conosciuto un bel upgrade nell’ambito delle linee di self-service: dai menù di ospedali e ricoveri verso collocazioni più che decorose in tutte le strutture dai grandi numeri, con ricette che spaziano dagli antipasti al dessert. Insomma, un utilizzo a tutto tondo. Io vi suggerisco un procedimento di marinatura in vuoto: quadretti o spicchi di pera già sbucciata sottovuotati insieme a uno sciroppo. L’effetto osmotico farà assorbire alle pere il liquido insaporendole e potrete sfruttarle in qualsiasi maniera, magari a completamento di un’insalatina da inserire per secondo in linea self. THE PEAR – A GREAT ALL-ROUNDER Insalatina di formaggi con pere Abate all’aceto di vino rosso e maionese al latte Cheese salad with Abate pears in red wine vinegar and milk mayonnaise Ingredienti per 4 persone: Ingredients (serves 4): 100 g di fontina; 100 g di emmenthal, 100 g di mozzarella; 100 g di prosciutto cotto; basilico; olio extravergine d’oliva; sale e pepe q.b. 44 Per la maionese al latte: 100 ml di latte di soia non dolcificato; 15 g di aceto bianco; ca. 200 g di olio di semi utilizzando un emulsionatore. 46 Per l’osmosi all’aceto: Fare uno sciroppo con 200 g acqua e 50 g zucchero. Una volta raffreddato, aggiungere 100 g di aceto di vino rosso. Sul piatto disponete la maionese e sopra l’insalatina con le pere. Who isn’t familiar with the many uses there have always been for the pear in catering? This inexpensive and versatile ingredient with a long storage life has risen significantly in status in the self-service line: from a lowly past in hospital and hospice menus, it is now being put to more commendable use by all high volume catering establishments, in recipes ranging from antipastos to desserts. In short, it is an allround ingredient. I recommend using a vacuum-marinating process, with peeled cubes of segments of pear vacuum-sealed with a syrup. The pears absorb the liquid through osmosis, which enhances their flavour, and they may then be used for any purpose imaginable – in this case, as an addition to a salad offered as a main course on a self-service line. 100 g Fontina; 100 g Emmenthal, 100 g mozzarella; 100 g cooked ham; basil; extra virgin olive oil; salt and pepper to taste. For the milk mayonnaise: 100 ml unsweetened soya milk; 15 ml white wine vinegar; approx. 200 g seed oil, mixed with an emulsifier. For the vinegar syrup for marinating by osmosis: Make a syrup with 200 ml water and 50 g sugar. Once cooled, add 100 ml red wine vinegar. Place a puddle of mayonnaise on the plate, and arrange the salad with the pears on the mayonnaise. CLUB DEI MIGLIORI Chi sono I MIGLIORI? I rivenditori di attrezzature per la ristorazione che primeggiano per la qualità dei prodotti, per la gamma di servizi e per la capacità di reperire sul mercato le soluzioni tecnologicamente più avanzate. Tutti i VANTAGGI di aderire al CLUB Ŕ*MQSFTUJHJPEJBQQBSUFOFSFBEVODMVCEōFDDF[JPOF DFSUJţDBUPEBMNBSDIJPEFMDMVCEBMMōBUUFTUBUPEJ socio e dalla vetrofania. Ŕ6OBOOPEJQSFTFO[BTVMMBSJWJTUB;BŢFSBOP in una sezione dedicata esclusivamente agli appartenenti al CLUB DEI MIGLIORI. Ŕ6OPTQB[JPXFCDPTUBOUFNFOUFBHHJPSOBUP BMMōJOUFSOPEFMTJUPXXX[BŢFSBOPPSH Ŕ6OQBDDIFUUPPŢFSUBEJDPQJFEJ;BŢFSBOP inviate gratuitamente ai clienti segnalati da ogni rivenditore. Ŕ"HFWPMB[JPOJBMMōBDRVJTUPFTPMV[JPOJDPOWFOJFOUJ dalle migliori aziende nel settore della produzione delle attrezzature per la ristorazione. Come farne parte? Per entrare in contatto con il CLUB DEI MIGLIORI DPMMFHBUJBXXXDMVCJNJHMJPSJJU SJG"MCFSUP.BS[BSP Periodicamente ai Migliori – e solo ai Migliori – vengono riservate promozioni speciali che premiano gli appartenenti al Club con offerte di valore e numerose occasioni, facilitazioni e sconti abbinati all’acquisto di prodotti “Sirman” e di altre prestigiose aziende, ad esclusivo vantaggio dei soci del prestigioso Club. E se ti iscrivi al Club, potrai partecipare alla premiazione del miglior rivenditore dell’anno: ‘Il Migliore dei Migliori’! CLUB DEI MIGLIORI / THE BEST VALLE D’AOSTA Coffee Service sas Via Aosta, 81- 10016 Montalto Dora (TO) Tel. 0125 650906 - Fax 0125 650967 - www.coffeservice.it E-mail: [email protected] [email protected] [email protected] Coffee Service é un azienda con una consolidata immagine di affidabilità e qualità nel settore delle apparecchiature per la ristorazione collettiva ed arredamento. Fondata nel 1992, da Paolo Raviglione, ha raggiunto in pochi anni il successo grazie all’innovazione tecnologica e al dinamismo commerciale. Per rispondere ancor meglio alle specifiche esigenze del cliente, Coffee Service s.a.s. offre un servizio completo di progettazione con tecnologia CAD e servizio “chiavi in mano” per ogni linea prodotto e per le apparecchiature complementari. Coffee Service opera sul mercato italiano ed europeo, soddisfacendo sia le richieste del comparto turistico alberghiero, che quelle della grande ristorazione collettiva. VALCAF snc C.so Lancieri di Aosta, 15H - 11100 Aosta - tel. 0165 43703 PIEMONTE ASTEC F.lli Vercellone & C srl Via XI Settembre, 13 - 12011 - Borgo San Dalmazzo (CN) Tel 0171 265229 - 0171 269911 Fax 0171 262124 www.astecimpianti.it / [email protected] Astec F.lli Vercellone, da trent’anni specializzata nella vendita di attrezzature da cucina per la ristorazione professionale ha una sede di 1800 mq con esposizione. Agenzia di vendita per i marchi Zanussi Professional ed Electrolux, l’Astec mette a disposizione una cucina dimostrativa, per effettuare prove pratiche di cottura e corsi di formazione con presenza di chef. Offre un importante servizio prevendita, si occupa dell’installazione e dell’assistenza tecnica con uno staff qualificato, reperibile anche sabato, domenica e festivi. Dispone di un ampio assortimento di detersivi, prodotti per la pulizia industriale, di materiali professionali per la cucina, hotelleria ed utensili vari, oltre ad arredamento bar IFI. Dispone di attrezzature professionali per la ristorazione a noleggio. CRIMA srl Via Biandrate 41 - 28060 - San Pietro Mossezzo, NO - tel. 0321 540837 - mail: [email protected] DUTTO ARREDAM. C.so Monviso, 9 - 12100 Cuneo - tel. 0171 603190 F.A.R.H.O Srl Via Statale, 1642 - 23852 – Garlate (LC) Tel. 0341 682809 - Fax 0341 682937 [email protected] - www.farho.it La F.A.R.HO. srl è un'azienda specializzata nelle forniture alberghiere con più di trent'anni di presenza nel settore B.A.R. (Bar, Alberghi, Ristoranti). Progettazione, vendita, assistenza tecnica post-vendita fanno in modo che ci sia una risposta immediata per soddisfare al meglio le richieste del settore. Forniture alberghiere complete, porcellane, posaterie, cristallerie, pentolame e accessori per sale, cucine e bar. Vendita ed assistenza di attrezzature per il bar e per la cucina e arredamenti completi su misura e di serie. G.V.M. Service srl Via A. Da Brescia, 2 - 21013 Gallarate (VA) Tel. 0331 775209 - Fax 0331 775409 E-mail: [email protected] - www.gvmservice.it G.V.M. Service Srl opera ormai da più di 10 anni nel settore vendita e assistenza misuratori fiscali, bilance elettroniche e meccaniche, affettatrici, segaossi, tritacarne. Nel corso degli anni, G.V.M. Service Srl, si è ampliata e innovata seguendo le esigenze dei propri clienti offrendo un servizio sempre più vasto per la gestione del punto vendita e della ristorazione. ME.GAM srl Via per Azzano, 47 - 24050 - Grassobbio, BG - tel. 035 525688 - mail: [email protected] SCAM sas Via Piave, 4 20056 Trezzo Sull’Adda, (MI) tel. 02 90961757-90962513 Da molti anni ci occupiamo di vendita e assistenza di cucine per la ristorazione. Ma ciò che facciamo con più passione è seguire il settore dei forni a microonde Panasonic, Pacojet e piastre ad induzione, a proposito dei quali proponiamo dimostrazioni e periodi di prova di una settimana. SCHENETTI srl P.zza F. Martelli, 3/5 - 20162 Niguarda, MI - tel. 02 6441191 TEDESCHI srl Via Calchera, 17 - 25089 Villanuova sul Clisi, BS - tel. 0365 31286 - mail: [email protected] TRENTINO ALTO ADIGE BORZ FABIO Via del Garda, 44 - 38068 Rovereto (TN) - tel. 0464 437719 - fax 0464 439255 - mail: [email protected] KABU DI GEOM. UNTERLECHNER LUKAS Via Macello, 29 - 39100 Bolzano - tel. 0471 977318 MINETTO E LANTERO & C. snc Via G. Di Vittorio, 39 Zona Co.In.Ova - 15076 Ovada, AL - tel. 0143 81918 M.R. GRANDI IMPIANTI snc Via Vercelli, 35/A - 13030 Caresanablot, VC - tel. 0161 235286 SIBA srl Corso Langhe, 29 - 12051 Alba, CN - tel. 0173 441608 - mail [email protected] SI-BA snc di Ripari Maurizio & C. Via Marconi, 11 - 10040 - Druento, TO - tel. 011 9941319 - mail: [email protected] TUTTOBAR s.a.s. di Pavone Pasquale & C. Via Mollieres, 7 - 10141 TORINO Tel. 011/773.20.16 - Fax 011/750.42.24 E-mail: [email protected] - www.tuttobarsnc.com La Tuttobar s.n.c., fondata dal sig. Francesco Pavone, opera fin dal 1982 nel settore della ristorazione, offrendo una vasta gamma di attrezzature di alta qualità. La clientela può, inoltre, contare sulla competenza dello staff dell’azienda per ciò che concerne la consulenza, progettazione e personalizzazione dei locali, nonché vendita e assistenza tecnica. La Tuttobar è in grado di offrire, all’interno della propria esposizione, qualsiasi attrezzatura professionale per l’allestimento completo di cucine, bar, pizzerie e ristoranti, completando il tutto con la possibilità di scegliere tra pentole, piatti, bicchieri e tovagliati. V.F.N. Arreda di Vota A. & C. snc Corso Re Arduino, 55 - 10086 Rivarolo C.se/TO - Tel. 0124 424852 44 LOMBARDIA 48 ARIMAR sas di Bonelli Mario & C. Via Cisa, 1/c - 46030 Cerese di Virgilio (MN) Tel. 0376-281065 Fax. 0376 282539 [email protected] - www.arimarsas.it ARIMAR è un'azienda presente sul mercato da 18 anni, specializzata nella vendita di apparecchiature per la pesatura, registratori di cassa, affettatrici, attrezzature per la cottura e la preparazione e macchine speciali per la refrigerazione, arredamento e attrezzature per grandi impianti, comunità, bar, ristoranti, negozi, macchine confezionatrici sottovuoto- frigoriferi industriali. Forniamo servizi di assistenza e riparazione in loco, preventivi e sopralluoghi in loco, assistenza post-vendita sulle attrezzature, trasporto, installazione e collaudo. B.M. ITALIA srl Via Vanoni 61 - 23012 Castione Andevenno, SO - tel. 0342 358179 Tecnohotel Sas Via Trento 3/C - 38017 Mezzolombardo, (TN) Tel. 0461 600361 - Fax 0461 607865 E-mail: www.tecnohotel.net Forti dell'esperienza acquisita in vent'anni di attività nel settore alberghiero e della ristorazione professionale, progettiamo e realizziamo secondo le normative vigenti e al sistema H.A.C.C.P. impianti di Grandi Cucine e Lavanderie per alberghi, ristoranti e comunità. (Progettazione, vendita, assistenza, impianti grandi cucine - lavanderie industriali, attrezzature per bar ristoranti pizzerie e comunità. Depuratori d'aria, impianti d'aspirazione, celle e armadi frigoriferi. Abbattitori di temperatura, lavabicchieri, lavastoviglie industriali, impianti self-service e mobili in acciao inox su misura). VENETO ASS.TEC snc Via Candel, 32 - 32100 Belluno - tel. 0437 31169 BOLZONELLA GRANDI IMPIANTI srl Via SS. Fabiano e Sebastiano 32 - 35143 Brusegana - PD - Tel 049 620225 - Fax 049 620225 CARLINI srl Via Triestina, 48/6 cen La Piazza - 30030 Favaro Veneto, VE - tel. 041 634522 DONÀ ALESSANDRO Borgo S. Giovanni, 764C - 30015 Chioggia VE - tel. 041 5540851 ERREPI GRANDIMPIANTI Via Brescia, 10 - 35030 Rubano, PD - tel. 049 632191 GARBATO RICCARDO C.F.TA del Rimedio 4422A - 30122 Venezia - tel. 041 5228696 F.LLI GUZZON SNC Via Monache, 11 - 35042 Este - tel. 0429 2448 IDEA GRANDI IMPIANTI sas Via Garofoli, 313 - 37057 S.Giovanni Lupatoto, VR - tel. 045 9251333 Miatello srl Forniture Alberghiere Via Nonis, 16 - 36063 Marostica (VI) Tel. 0424 470350 - Fax 0424 75929 E-mail: [email protected] Miatello sr Forniture Alberghiere opera dal 1972 nello specifico campo delle forniture ad alberghi, ristoranti, bar, comunità. La gamma delle proposte spazia dagli arredamenti per grandi cucine, con progettazione ed assistenza tecnica, alle forniture complete per la tavola con primarie marche nazionali ed estere di porcellane alberghiere, posaterie, bicchieri. Due sale campionarie a disposizione per visionare migliaia di apparecchiature ed articoli specifici per la ristorazione ed un interessante “angolo dimostrazione” per sperimentare gli ultimi sistemi di preparazione e cottura. Info: CONSORZIO EXPORT ZAFFERANO Via Caduti di Russia, 9 - 35010 Pieve di Curtarolo (Pd) tel. +39 049 9620565 - fax +39 049 9620567 www.clubimigliori.it RIZZOTTO TECNO SERVICE srl Zona Artigianale 3/D - 32030 - Vas, BL - tel 0439/789449 - mail: [email protected] ROS sns Via Comelico 29 - 45010 Villadose, RO - tel. 0425 361283 - mail: [email protected] SAFAC srl Viale Pietro Ceccato 27, Alte di Montecchio M.Re - VI - tel. 0444 696846 Sifa Gross - Società Italiana Forniture Alberghiere Via Copernico, 3 - 35028 Piove di sacco (PD) Tel. 049 5843822 - Fax 049 9702942 E-mail: [email protected] - www.sifagross.com Specializzata in forniture alberghiere, Sifa Gross propone un’ampia e diversificata gamma di prodotti delle migliori marche per soddisfare le più diverse e specifiche esigenze di un mercato in continua evoluzione. Dai complementi per la tavola al pentolame e alle attrezzature per la cottura, fino agli strumenti per la conservazione degli alimenti e per il lavaggio, Sifa Gross offre ai professionisti del settore tutto ciò che è indispensabile per garantire un servizio impeccabile e una ristorazione professionale d’alta qualità. FRIULI VENEZIA GIULIA ATIS srl - Via Pontebbana, 19 - 33098 - Valvasone, PN - tel. 0434 85360 - mail: [email protected] FRIGOMEC srl Via degli Artigiani Ovest, 5 33054 Lignano Sabbiadoro (UD Tel.043170018 - Fax 0431720926 - [email protected] - www.frigomec.it L’azienda opera da oltre 35 anni nel settore dei grandi impianti ed attrezzature alberghiere. Punti di forza dell’azienda sono la vastissima gamma di prodotti trattati dei marchi più prestigiosi, l’elevatissima competenza del nutrito staff tecnico, l’organizzazione moderna ed efficiente della vendita e post-vendita, soluzioni progettuali personalizzate e sviluppate da un team competente e creativo, il servizio di assistenza tecnica dà garanzia di intervento tutti i giorni e il vastissimo parco autovetture-officina mobili che garantisce interventi tecnici in tempo reale, un ampio magazzino di ricambi per soddisfare ogni esigenza del cliente. DE MARCHI BRUNO Via III^ Armata, 14 - 34070 Redipuglia, GO - tel. 0481 489566 EMILIA ROMAGNA GAB TAMAGNINI srl Via Disraelli, 17 Zona Pieve M. - 42100 Reggio Emilia - tel. 0522 383222 SCOZZOLI srl Via Del Lavoro, 30 - 48015 Montaletto Di Cervia - tel. 0544 965234 L.G. IMPIANTI srl via I° Maggio, 13 - 40057 Quarto Inferiore, Granarolo dell’Emilia (BO) - tel. 051 767121 PIRO'S sas Via S. Allende, 21 - 47841 - Cattolica (RN) - tel. 0541 951667 SPADONI FABIO Via Zappaterra 16 - 44124 Ferrara - tel/fax. 0532.92856 SURF srl Via Allende 10 - 40026 Imola, BO - tel. 0542 643914 LIGURIA ASEL ONE snc Via Fontevivo, 21/B - 19125 La Spezia (SP) - tel. 0187 504371 CATERTECH SERVICE snc Via Canepari, 11 - 17055 Toirano - tel. 0182 98701 INDAL 2000 S.r.l. Loc. Pratini 57028 Suvereto (LI) Tel. 0565-829894 - Fax 0565 829911 E-mail: [email protected] - www.indal2000.it L’azienda fornisce alimentari e attrezzature in alberghi, ristoranti e pizzerie, panifici e pasticcerie. La Indal è una realtà in continuo sviluppo che offre prodotti sia freschi che secchi, bevande, semilavorati, macchinari, attrezzature, prodotti per l'igiene e l'abbigliamento. Opera in Toscana principalmente nelle province di Livorno, Pisa e Grosseto, comprese le isole dell’arcipelago toscano. Indal2000 è proprietaria del marchio “Meta degli Etruschi”, attraverso il quale distribuisce in tutto il mondo i prodotti tipici della Val di Cornia. Pieruccini & C. Sas Via del Commercio, 8/F - 55040 Capezzano P.LU Tel. 0584969406 - Fax 0584 969412 [email protected] - www.pierucciniattrezzature.com Nella sede di Capezzano Pianore in provincia di Lucca, il sig. Mario Pieruccini insieme con il suo staff, offre alla propria clientela ed a tutti gli operatori della ristorazione, una zona mostra di oltre 300 mq dove espone molti dei prodotti che la Pieruccini Attrezzature Alberghiere tratta. L'azienda, in molti anni di attività, ha potuto affermarsi sul mercato grazie all'esperienza personale del Sig. Pieruccini e anche all'alta qualità dei prodotti che l'azienda ha selezionato per gli operatori. Presso l'esposizione non mancano mai le lavastoviglie e lavabicchieri Colged, le cucine, i frigoriferi Silko, le macchine per pasta La Monferrina, forni misti ed abbattitori di temperatura Lainox, accessori complementari per la cucina e il bar Sirman, oltre a tanti altri macchinari complementari per l'allestimento completo di un impianto di cucina, come per esempio gli impianti di aspirazione. PROMOTB SRL Via Leonardo Da Vinci, 3 - 52029 Castiglion Fibocchi AR - tel. 0575 47261 - fax 0575 431605 [email protected] MARCHE Stacchiotti & Ricciardi srl Sambucheto 62019 - Recanati (MC)- Tel. 071 7575849 - Fax 071 7579015 mail: [email protected] - www. stacchiottiericciardi.com FORMAT SRL Via E. Mattei, 24/F - 61032 Fano - tel. 0721 830139 SBRISCIA LUCIO Via G.Leopardi 207- 60019 Senigallia, AN - tel 071 7921889 - Fax 071 7921889 TECNOBAR srl Via Sandro Pertini, 60 - Tolentino TIRIBOCO srl Via Rovereto, 1A - 60019 Senigallia, AN - tel. 071 7930484 UMBRIA L.R. FORNITURE srl Via A. Ponchielli, 40 - 06074 Ellera Umbra, PG Tel. 075 5171947 - Fax. 075 5181487 [email protected] - www.lrforniture.com L.R. FORNITURE SRL opera da oltre venti anni in Umbria nel campo della Fornitura, assistenza ed installazione di attrezzature ed arredamenti per Bar, Ristoranti, Pizzerie, Gelaterie e Pasticcerie. La gamma delle proposte va dagli arredamenti, con progettazione ed assitenza tecnica, alle attrezzature e forniture del settore ho.re.ca di porcellanerie,cristalleriee pentolame. Ampia sala mostra per visualizzare tutti i prodotti e sala corsi dove periodicamente vengono effettuati corsi inerenti al settore. DM.DI sas Via Ratti 26/R - 16126 Genova (GE) - tel. 010 261045 PALUELLO srl Via Degli Ulivi Bazzano Inferiore - 06049 Spoleto - tel. e fax 0743 277037 TOSCANA ABRUZZO Antartide Frigo srl Via Trento, 50 - 56020 La Scala (PI) - Tel. 0571419586 Fax 0571403656 - [email protected] - www.antartidefrigo.it L’azienda ha sede a La Scala - S. Miniato (PI) ed è nata nel 1986 come realtà locale per la produzione e la trasformazione di impianti frigoriferi. Nel corso degli anni poi si è sempre più indirizzata nella realizzazione di arredamenti e nella commercializzazione di attrezzature per locali, bar, pasticcerie, panetteria, ristoranti, gelaterie. L’azienda vanta una serie di collaboratori che permettono di poter realizzare un lavoro che va dalla progettazione, alla costruzione, all’installazione e all’assistenza post-vendita di qualsiasi tipo di arredamento ed attrezzatura. DAVID ALBERGHIERA srl viale L. Ariosto, 2/R - 50124 Firenze - tel. 055 221788 INTERARREDO srl Via della Fontina, 2/8 - 53043 Chiusi Scalo (SI) - tel. 0578 23211 - 20913 MAZZONE FRANCESCO Via Legnano, 34/A - 59100 Prato - tel. 0574 662920 NEW CHEF SERVICE srl Via Dell’artigianato 10 - 57010 Cecina, LI - tel. 0586 660520 CENTRO BILANCE snc Via Togliatti, 1- 65016 Montesilvano (PE) - Tel. 085/4683870 e fax 085/4680014 CIESSETA srl Via Nazionale Loc. Crognaleto - 65010 Villanova di Cepagatti, PE - tel. 085 9774140 F.LLI BETTI snc Via Amendola, 13 - 66046 Tornareccio CH - tel. 0872 868335 Peva Snc Contrada Case Bruciate - 65010 Collecorvino (PE) Tel. 085 8208284 - www. peva.it La “Peva” da oltre 30 anni realizza forni a legna e griglie a carbone con una vasta gamma di modelli anche su misura che identificano e risolvono le esigenze dei clienti. Questa produzione nasce come “arte del cucinare” sano e genuino rispettando i sapori semplici della terra… i sapori di un tempo, utilizzando combustibili naturali. La collaborazione con cuochi qualificati ed esperti nel settore delle cotture, l’impiego di materiali di prima scelta, la cura dei dettagli, conferiscono ai prodotti PEVA la garanzia di qualità e di durata nel tempo. QUARTIGLIA spa C.da S. Lucia, 6 - 64026 Roseto Degli Abruzzi, TE - tel. 085 809821 44 MIKROS BILANCE di CARRER & C sas Piazza De Gasperi, 8 - 30027 - San Dona' Di Piave, VE tel. 0421 44040 - mail: [email protected] 49 CLUB DEI MIGLIORI / THE BEST LAZIO AG. STEFANO CONTI SRL Via Dello Scalo Di Settebagni, 37 - 00138 Roma - tel.06 8887407 mail: [email protected] Ar.eS. 2000 Viale dei Minatori 2/C - 00143 Cecchignola (Roma) Tel. 06 5004666 - Fax 06 5004609 [email protected] ARREDO SERVICE srl Via Monti Lepini Km 5,100 - 03100 Frosinone - tel. 0775 201646 BVB SERVICE ROMA srl Via Genova 18/C - 00043 Ciampino Roma - tel. 06 79350676 - fax 06 79350604 mail: [email protected] FRIGO CIMINA Contrada Madonna Di Loreto 101/A - 01038 Soriano nel Cimino - tel. 0761 745737 GROSSI & ARPI srl - S.S. 156 Monti Lepini Km 9.80 Snc - 03010 Patrica - Roma - tel. 06 93160016 OMEGA BILANCE LAZIO SRL via pontina km. 47, 450 - 04011 Aprilia - tel. 06 92062074 S.A.T. DI BEVIVINO RAIMONDO & C. srl Via di Brava, 40 - 00163 - ROMA - tel. 06 7234863 - mail: [email protected] MOLISE LA FRIGOELETTROMECCANICA C.da Pesco Farese - 86100 Ripalimosani - tel. 0874 39824 CAMPANIA ELSA SYSTEM srl Via S. Antonio, 109 - 83047 - Lioni, AV - tel. 0827 24148 - mail:[email protected] MARINO ALESSANDRO NICOLA C.da Torrepalazzo ZI - 82030 Torrecuso, BN - tel. /fax 0824 876581 Sannino Brothers s.a.s. Via Bari, 6 interno 1 - Arzano - (NA) Tel. 081 5732219 - Fax 081 5736905 E-mail: [email protected] www.sanninobrothers.it Importante punto di riferimento nel mercato della distribuzione, rivendita, assistenza tecnica e manutenzione di attrezzature destinate a negozi alimentari, supermercati e comunità. SCHETTINO srl via Medina, 5 - 80133 Napoli - tel. 081 5524466 TOP FRIGO srl via Nazionale Appia 131/133- 81022 Casagiove - CE - tel. 0823/491429 -fax 0823/493495 [email protected] PUGLIA IM.B.A.R. di SCARANGELLI G. & FIGLI snc 70100 Bari (BA) - str. st. 98, km. 80,600 - tel. 080 5352919 - fax 080 5323261 Matarrese Grandi Impianti srl c.da Popoleto, n.c. - 70011 Alberobello (Ba) Tel. 080 4323431 - Fax 080 4322662 E-mail: [email protected] - www.matarrese.it Matarrese opera da oltre 20 anni con competenza ed affidabilità, proponendo soluzioni in grado di cogliere il giusto equilibrio fra design, funzionalità, qualità ed investimento: ingredienti che si fondono e che danno vita alle realizzazioni MATARRESE. Matarrese è partner professionale di coloro che desiderano ottimizzare il proprio SPAZIO di lavoro. L’azienda annovera le seguenti attività integrate: progettazione degli spazi di lavoro delle aree professionali; produzione di arredi su misura; installazione e forniture di arredi e complementi, attrezzature, hotellerie; impianti di climatizzazione, trattamento aria, refrigerazione industriale, assistenza tecnica. SESAM INFORMATICA Via Vittorio Veneto 153 - 70043 Monopoli - tel. 080 802444 BASILICATA OMNIA snc Zona Artigianale D/1, 75025 Policoro (MT) tel. 0835 980446 - 973175 44 CALABRIA ARREDITALIA SRL Via G. Gentile, SN - 87067 Rossano - tel. 0983 514377 MONIACI MARIO SRL Via Lombardi - 88100 Catanzaro - tel. 0961 773926 RITACCA ARREDO BAR SRL Z.I. Via Chini Eusebio Francesco, 1- 87036 Rende Cs - tel. 0984 404212 mail: [email protected] 50 VADALÀ DUE srl Str. Statale 111, 68 - 89015 Gioia Tauro, RC - tel. 0966 51914 SICILIA Area System srl Zona Industriale III Fase – 97100 Ragusa Tel. 0932 668508 - Fax 0932 668247 E-mail: [email protected] [email protected] - www.areasystem.net L’azienda si costituisce nel 1980 col nome dei due soci fondatori Vitale e Lattuca e si specializza nella fornitura di servizi per la riparazione e assistenza nel campo della refrigerazione industriale e commerciale. Nel corso degli anni cresce e si specializza nella erogazione di servizi consulenziali per la realizzazione di Celle in Muratura, impianti per refrigerazione, fino ad arrivare alla fornitura di celle in pannelli prefabbricati. Dal 1989 diversifica l’attività inaugurando l’area relativa alla commercializzazione di banconi refrigerati, accessori per supermercati, salumerie, macellerie ecc… Dal 1993 l’azienda diversifica i servizi per soddisfare anche le esigenze del settore No Food (negozi, Tabacchi, Edicole). DISTEFANO SRL Via Grotte Bianche 119/121 - 95100 - Catania - tel.095/446081 - fax 095/446081 mail: [email protected] FIUMARA ARREDAMENTI Via Unita' D'italia 79 - 92100 Agrigento - tel. 0922/25323 - fax 0922/25323 mail: [email protected] GMC SRL Via Seggio, 168 - 91022 - Castelvetrano - tel.0924 902351 fax 0924 905252 mail: [email protected] NOVARREDO 3 SAS Via Nazionale 265 - 98040 Giammoro Pace Del Mela (ME) - tel.090 9384249 mail: [email protected] RIGGI ARREDAMENTI srl Via G.A. Valenti, 73 - 93100 Caltanissetta - tel. 0934 565714 VITAMIA SRL Viale Della Ressurrezione 11A - 90100 - Palermo - tel. 091/5072543 mail: [email protected] SARDEGNA Centro Arredo Negozi di Madeddu Efisio & C. Snc Via Giovanni XXIII, 77 - 09096 SANTA GIUSTA (OR) Tel. 0783 358618 - Fax 0783 377022 L’azienda opera nel settore dell’arredo commerciale da circa 20 anni, curando la realizzazione dell’arredo, dalla fase di progettazione, sino alla messa in opera con collaudo e all’assistenza tecnica. La nostra attività è prevalentemente orientata e specializzata nel settore food dei ristoranti, bar, gelaterie, pasticcerie, panetterie, market, macellerie, pescherie e pizzerie. Si realizzano lavori, sia con mobili ad elementi componibili, sia su misura, a seconda delle esigenze del cliente, cercando di sfruttare al meglio e in modo funzionale gli spazi a disposizione. Oltre all’arredo l’azienda è fornitrice di tutte le macchine e attrezzature complementari per ogni attività, garantendo su ognuna l’assistenza tecnica e le parti di ricambio. Commercial Tecnica s.r.l. V.le Italia, km. 2 - 08045 Lanusei (NU) Tel. 0782 42805-42898 Fax 0782 480387-8 - E-mail: [email protected] Fondata nel 1978 esercitando nel settore dell’ assistenza Tecnica e Arredi Ambienti Pubblici, cucine, negozi in genere. Nel 1990 nasce la prima fabbrica in Sardegna per la costruzione di celle frigorifere, realizzate con moduli di pannelli coibentati in sandwich di lamiera plastificata, acciaio inox e vetroresina, accatastabili con chiavi a serraggio rapido, di infinite dimensioni, impiegate per la conservazione, surgelazione, lavorazione dei prodotti con temperature da +20°c a -40°c. La costruzione di celle per banchi bar, tavoli freddi di svariate dimensioni. FLORIS & C. s.n.c. Via Oristano, 2 - 09039 Villacidro (CA) - Tel. /Fax 070 9314358 Grimaldi Srl LOC. BASA (Zona Iperstanda) 07026 OLBIA - SS Tel. 0789 51017 - Fax 0789 50473 e-mail: [email protected] - www.paginegialle.it/grimaldisrl-ss Forniture alberghiere, arredamenti, refrigerazione grandi impianti. Cucine professionali per comunità, macchine per la preparazione. Impianti con sistemi di aspirazione, depurazione e climatizzazione dell’aria. Preventivi, sopralluoghi, progettazione e direzione dei lavori. Strumenti di controllo, accessori, ricambi per tecnici della refrigerazione. Articoli accessori per macellerie, mattatoi e pescherie. Elementi di servizio e per la preparazione, arredi di complemento per interni e spazi aperti all’esterno. Vasta gamma di articoli per il catering. Pronta consegna porcellane, cristallerie, posaterie, tovagliati. Detergenti, articoli cortesia e consumo. Abbigliamento professionale per sala, cucine e laboratori. TRASPARENZE via della Resistenza sn - 08100 NUORO - tel. 0784 203303 MACELLERIA GRANDE SUCCESSO PER IL CORSO DI “ADDETTO ALLA MACELLERIA” Si è appena conclusa con grande successo la prima edizione del corso di “Addetto alla macelleria”, a cura della S.cuola V.eneta Ma.cellai e gestito da EN.A.I.P. VENETO. È doveroso ringraziare tutti coloro che hanno creduto nel progetto e hanno prestato il proprio aiuto alla riuscita dello stesso. Questa prima esperienza, che con sincero orgoglio è possibile definire vera e propria “apripista” nel settore di riferimento, ha lasciato in tutte le persone, che a diverso titolo hanno partecipato all’iniziativa, una certezza: quella di essere stati protagonisti di un “evento”, destinato rapidamente ad entrare nell’interesse di tanti. Il successo del progetto, riconosciuto in maniera integrale dai protagonisti, andato oltre ogni più rosea aspettativa, è il frutto di ore e ore di lavoro di ideazione, gestione e controllo ed è la conferma che la serietà, la programmazione, la tenacia, restano valori grazie ai quali è possibile ambire a qualsiasi traguardo. Non è stato semplice organizzare tutto quanto, la pressione è stata tanta, ma la volon- di Damiano Chiesa Coordinatore S.cuola Ve.neta M.acellai tà di non deludere ed accontentare tutti ancora di più. Un grazie agli sponsor, (tra i quali Sirman), decisivi per l’iniziativa, che hanno creduto nel progetto, consentendo di offrire un corso di formazione di alto profilo e prendendo parte ad un progetto definibile “sociale” se si considerano i profili personali di alcuni allievi, dando così la possibilità di continuare a sostenere il settore in questione. Non ci si può dimenticare dei docenti, in particolare i maestri macellai, che hanno voluto testimoniare con un ruolo attivo la fiducia verso la scuola. Un grazie speciale va ai signori Augusto Ruggero e Gianni Piovan, sempre impegnati con grande veemenza, innanzitutto coordinatori del corpo docenza dedicato in massima parte agli aspetti pratici, rilevanti più di ogni altra materia in un corso di questa tipologia. Il successo riscosso non solo rende molto fieri per l’ottimo risultato raggiunto, ma sprona a continuare con impegno e tenacia in questa direzione. LA VERA SALSICCIA DI BRA cata. La sua peculiarità è che può essere mangiata cruda anche se l’origine popolare, da cibo da osteria, la faceva “morire” in vino gagliardo. Successivamente per evitare un rapido irrancidimento delle carni e in considerazione della minor presenza ebriaca, si iniziò a modificarne lievemente la composizione sostituendo il grasso bovino con la pancetta suina. La salsiccia di Bra, per la qualità, è riconosciuta oggi nell’Atlante dei prodotti agroalimentari tradizionali del Piemonte, un gioiello gastronomico dall’impasto fine, aromatizzato con sale marino, pepe bianco e spezie, insaccato esclusivamente in budello naturale. E guai a chi in negozio osa chiederla a etti: la Salsiccia di Bra si compra solo a spanne! Macelleria Scaglia via Rambaudi, 27 Bra (Cn) Tel. 0172.412570 Consorzio per la Tutela e la Valorizzazione della Salsiccia di Bra www.salsicciadibra.it 44 Alla macelleria di Nico Scaglia si trova la vera Salsiccia di Bra, nata nel lontano 1847 per i clienti ebraici. Se la salsiccia si fregia di essere il più antico insaccato italiano, presente con alcune varianti in tutte le regioni, Bra vanta un altro primato: è l’unica città a produrla di vitello. Un blasone nato per la Regia Concessione nel 1847. La legge proibiva la vendita di salsicce bovine in tutti gli Stati sardi anche se la richiesta era forte da parte delle numerose Comunità Ebraiche che, per motivi religiosi non potevano consumare carne di maiale. I macellai di Bra, che godevno di vasta clientela tra gli ebrei della vicina Cherasco, fecero istanza: Carlo Alberto apprezzava la loro arte nei suoi frequenti soggiorni nel Castello di Pollenzo e così concesse una deroga e la città divenne la capitale di una produzione qualifi- 51 IN FIERA / AT THE FAIR FOOD & HOTEL INDONESIA 2013 44 di Lorenzo Destro Responsabile commerciale estero Sirman Spa 52 Tra i vari Paesi del Sud-Est asiatico, l’Indonesia è quello che negli ultimi anni conferma dati di assoluto rispetto. Una realtà con oltre 260 milioni di consumatori, tassi di crescita ben superiori alle medie europee (6,4% all’anno) e con un pil pro capite che negli ultimi 5 anni ha registrato un incremento medio annuo del 13,4%, raddoppiando il proprio valore e consentendo all’Indonesia di entrare a pieno titolo nel novero dei paesi a medio reddito. Food & Hotel Indonesia è sempre stata la manifestazione fieristica di riferimento per il settore hospitality ed ovviamente alla luce del nuovo trend economico del Paese quest’anno era motivo di grosse aspettative. Al via quasi 1000 espositori provenienti da 45 Paesi diversi, con due concorsi che hanno visto la presenza di più di 300 cuochi e quasi 150 baristi. L’Indonesia non è un mercato che Sirman scopre ora, visto che è presente nel Paese da più di 25 anni. Negli ultimi anni però la presenza è diventata più importante grazie alla collaborazione con P.T. Keisi, una delle aziende storiche nel settore alberghiero. È infatti con la PT Keisi che Sirman si è presentata lo scorso Aprile alla Fiera di Jakarta. L’azienda è nata nel 1935, all’interno del Gruppo Tian Liong, inizialmente come piccolo negozio per le forniture di utensili da cucina. Nel 1978 poi la trasformazione del negozio in vera e propria azienda per le forniture alberghiere e l’assunzione della ragione sociale P.T. Keisi. Oggi l’azienda presenta una delle gamme di prodotti più complete del settore, offrendo così un concetto chiavi in mano di altissima qualità. Il titolare, Mr. Hakim Setiandi, ha gradualmente coinvolto tutta la famiglia nell’attività, creando assieme ai figli ed ai collaboratori un team efficiente e vincente. Impressionante è infatti il numero di FOOD & HOTEL INDONESIA 2013 Of all the southeast Asian countries, Indonesia is the one that has been gaining most respect in recent years. A country with 260 million consumers, a growth rate well above the European average (6.4% a year) and a pro-capita GDP in the last 5 years with an average yearly increase of 13.4%, doubling its value and enabling Indonesia to be fully acclaimed among the countries with an average income. Food & Hotel Indonesia has always been the landmark trade fair for the hospitality trade, and in the light of the country’s new economic trend was awaited with great expectations this year. The exhibition opened with almost 1000 standards from 45 different countries, with 2 contests attended by more than 300 chefs and almost 150 barmen and women. Indonesia is not a new market for Sirman, having been present there for more than 25 years, however, over recent years their presence has acquired new significance thanks to the cooperation with P. T. Keisi, a historic hospitality enterprise, and Sirman attended the Jakarta exhibition last April together with PT Keisi. The company was founded in 1935 as part of the Tian Liong Group, originally a small shop selling kitchen utensils. IN FIERA / AT THE FAIR progetti portati a termine in tutto il Paese nell’ultimo decennio. La collaborazione con Sirman è nata nei primi anni 2000 e non ha mai visto fasi di flessione. La partnership per Food Hotel Indonesia quest’anno ha rinforzato non poco l’immagine delle due aziende, portando risultati già ben concreti durante i 4 giorni di Fiera. In 1978 it was transformed from a simple shop into an enterprise for hotel supplies, and took on the name of P. T. Keisi. The company has one of the most complete product ranges in the sector, offering a very high quality turnkey concept. The owner, Mr Hakim Setiandi, has gradually involved the rest of the family in the business, creating an efficient and winning team with his children and other colleagues. The number of projects the company has completed in the last decade is truly impressive. The collaboration with Sirman began at the beginning of 2000 and they have never looked back, and their partnership for Food Hotel Indonesia this year gave great drive to the image of both companies, with exceptionally good results during the 4 days of the exhibition. TUTTOFOOD MILANO tinuo l’ormai famosa e apprezzata Sirpasta, che come sempre è diventata un’attrazione per tutti i visitatori. Di sicuro non ci si aspettava una partenza col botto, ma subito lo stand è stato affollato di persone che si sono alternate in un flusso costante per tutti i giorni della fiera. Moltissimi i visitatori italiani che sono giunti da tutta Italia e buona anche l’affluenza da paesi stranieri. Che sia il segnale di una voglia di ripresa? Noi vogliamo credere proprio di sì…Soddisfatti di quanto visto e quanto fatto in questi 4 giorni, non ci resta che prenotare la nostra partecipazione a Tuttofood 2015 che si svolgerà all’interno dell’esposizione universale, senza dimenticare l’appuntamento più importante del mondo della ristorazione, la grande HOST in programma dal 18 al 22 ottobre 2013! Quindi arrivederci a tutti in fiera… di Roberto Tonellato agente commerciale Sirman 44 Nell’anno di preparazione alla grande Host di ottobre, e viste le innumerevoli manifestazioni fieristiche a cui Sirman ha partecipato da gennaio, partecipare ad una nuova fiera potrebbe sembrare un azzardo, la copia di tutte le fiere fatte finora direttamente o indirettamente con risultati più o meno apprezzabili. Ciononostante Sirman quest’anno non ha perso l’occasione per provare una nuova esperienza al Tuttofood che è andato in scena a Rho dal 19 al 23 maggio scorso. Un azzardo doppio in questo caso in quanto si tratta di una manifestazione giovane, questa era la sua terza edizione, e non propriamente di settore ma orientata agli alimentaristi. Con un po’ di inevitabile preoccupazione e la carica giusta per affrontare la nuova avventura, domenica 19 lo staff Sirman ha aperto lo stand presentando, come sempre al meglio, gran parte della produzione anche con l’ausilio di un barman che faceva funzionare alla grande l’angolo bar da una parte e un pastaio che faceva funzionare in con- 53 SPERIMENTAZIONI / EXPERIMENTATIONS UNA PERA COME LATO B 44 di Marco Valletta Chef, docente 54 Desidero raccontare un aneddoto intrigante accaduto nel 1999, settimana settembrina, in una nota località montana del Veneto, dove arte, seduzione e frutta erano il felice connubio di una serata di cultura, salotto di ben pensati amanti del “bello da vedere” ma anche del “buono da gustare”. Un mio amico, esperto di disegno con china, mi chiese di pensare a delle proposte gastronomiche a base di pera, lasciandomi completamente carta bianca. L’unico vincolo che mi assegnò era quello di usare almeno cinque tipologie di pera, che tutto doveva condurre al mondo delle donne. Io in effetti non capii l’associazione della pera con A PEAR AS THE B SIDE le donne, però andai avanti con la progettazione di queste soluzione gastronomiche. Da subito vinsi tutte le perplessità del caso, e come mio solito, “andai per vincere la sfida”. L’artista, bravo, attento ai dettagli, ma anche arguto provocatore, si presentò alla serata con più di 20 disegni, stupendi, dove ogni “pera” da me indicata nelle ricette, lui l’aveva riprodotta impiegandola come “lato B” di donne: alcune avevano capelli lunghi, alcune corti a caschetto, altre donne erano in pose naturali, altre in situazioni spontanee. Le sfumature naturali delle bucce delle pere rosse, bionde, ruggine, facevano da “leitmotiv”. Insomma, la serata prese il giusto percorso: “non violino come corpo, ma pere come lato B delle donne”. Vi assicuro che i disegni furono molto apprezzati, le pere erano contestualizzate benissimo, sembravano veramente dei corpi di donna: bastava ammirare la postura delle pere, molte delle quali davano l’idea di donne al mare, sedute su prati, immerse in acqua. Un disegno tra tutti ricordava proprio “Betsabea al bagno”. La pera scelta era la “Kaiser”, dal colore caratteristico, con l’aggiunta di due sinuose braccia in procinto di schiumarsi la schiena, capelli molto lunghi leggermente schiumati. Bravo Giorgio, fosti grande, tanto da riuscire a vendere molte delle tue presentazioni di “Pere femmine”. Ma anche io feci una cosa carina, le mie pere divennero sei delle piccole leccornie gastronomiche, senza falsa modestia apprezzate da tutti i conviviali. Ora ve le racconto per dare un’idea di cosa fu quella serata. between pears and women, but I went ahead planning these gastronomic enigmas, getting over my doubts and, as ever, “decided to win the challenge”. The expert artist, attentive to details but also very provoking, turned up that evening with more than 20 beautiful drawings, where each “pear” I had indicated in the recipes, had been reproduced as the “B side” of women: some had long hair, others a short bob, others were posed, and others in more natural positions. The natural shading of the peel on red, blond, rusty pears was the light motive, and the evening got off to the right start: “not a violin like a body, but pears like women’s B-side”. The drawings were a great hit, the pears perfectly in context and looked like female bodies: it was sufficient to admire the pears’ pose; some looked like women on the beach, sitting on a lawn or bathing in the water. One drawing in particular looked like “Betsabea bathes”, using a Kaiser pear with its typical colour, with two sinuous arms ready to sponge her back, long slightly foamy hair. Well done Giorgio, you were great and managed to sell several of your “Female pears”. I did something nice as well though, my pears became six small gastronomic delights and without moderation, I confess they were appreciated by all the guests present. I would like to tell you about them, and give you an idea of the evening. I would like to tell you about an intriguing anecdote that happened in September 1999, in a famous mountain resort in the Veneto, where art, seduction and fruit blend together in a cultural lounge of intellectuals, lovers of the “lovely to look at” and also “good to taste”. My friend, expert artist with Indian ink, asked me to think about food ideas using pears, giving me free rein. The only limitation was to use at least five types of pear, which should all relate to the female world. I personally did not understand the link SPERIMENTAZIONI / EXPERIMENTATIONS 1) La regina delle Pere: la “Abate Fétel”. Pera a fiaschetto, carnosa, dal colore giallo rugginoso, per l’artista era una donna sulla sabbia al tramonto mentre per me divenne “Pera cotta in vino passito condita con bacche di ginepro, accompagnata da prosciutto crudo e pane di segale”. 2) La pera “Angelys” dalla buccia dal colore bronzeo, era una donna seduta ai bordi di una piscina, per me divenne “Insalatina di pere con formaggio di malga e miele di eucalipto”. 3) La pera “inglesina Conference”, dal colore giallo verde, era una donna sdraiata sul prato all’alba. Visto che ha una polpa molto profumata, io la accostai in questo modo “Pera fondente al burro con petto di anitra glassato”. 4) “Pera Coscia”, la più amata dai giovani, per la sua struttura, era rappresentata come donna in bicicletta, mentre per me era “Coscia su letto di pastiera di grano e ricotta al cedro”. 5) “Pera Kaiser”, la preannunciata “Betsabea”, per me fu “Kaiser in julienne al Martini, con lombetto di agnello al garofano”. 6) “Pera William Rossa”, donna in sottoveste, era nel piatto “Ventaglio di pera con provolone piccante e patate in salsa senape”. Ancora una volta è possibile sognare con gli alimenti. In questo caso il frutto “pera”, meno famoso della mela, ma di eguale suggestione per sapori, colori e strutture. Forse da oggi in poi, dopo aver letto questo articolo, quando andrà ad acquistare le sue pere, le sognerà come donna tra le mani, prima di portare la pera alla bocca. 1) The queen of Pears: “Abate Fétel”. Flask shaped, juicy, rusty yellow colour, for the artist it was a woman on the beach at sunset, for me it became “Pear cooked in passito wine, garnished with juniper berries, served with raw prosciutto and rye bread”. 2) The “Angelys” pear, with bronze peel was a woman sitting on the poolside, and for me it became “Pear salad with malga cheese and eucalyptus honey”. 3) The “English Conference” pear, yellow-green colour, was a woman lying on the lawn at dawn. As its pulp is very perfumed, I served it as “Pear fondant in butter with glazed breast of duck”. 4) “Coscia” pear, the favourite with the younger, given its shape it was a woman on a bike, and for me it became “Leg on a wheat tart and lime ricotta”. 5) “Kaiser” pear, the “Betsabea” mentioned above, for me became “Julienne Kaiser in Martini, with loin of lamb with cloves”. 6) “Red William” pear, a woman in her slip, became “Pear fan with spicy provolone and potatoes in mustard sauce”. Further proof that we can dream with food, and in this case the pear, less famous than the apple, but equally fascinating in its flavours, colours and structure. Who knows, after reading this article when you go shopping for pears, you will imagine holding a woman in your hands, before putting it in your mouth. MARMELLATE E SALSE DOLCI Salsa dolce di pere con menta e rhum Una ricetta molto facile per ottenere un sapore insieme morbido e pungente, da usare in abbinamento a formaggi, per una crostata sfiziosa o semplicemente spalmata sul pane. Ingredienti: 1 chilo e mezzo di pere; 900 grammi di zucchero; 50 grammi di foglie di menta fresca; 1 bicchierino di rhum. Pulire le pere, pelarle e affettarle, eliminando il torsolo. Mescolarle con lo zucchero e cuocerle a fuoco basso per circa un’ora, aggiungendo un quarto d’ora prima della fine della cottura la menta riunita in mazzetto e mescolando bene. Lasciare intiepidire il composto che deve risultare morbido. Togliere la menta, passare tutto al passaverdure e unire il rhum. Da consumare ancora tiepida o conservare in vasi sterilizzati. (Marisa Massignan Saggiotto) Ingredienti: 1 chilo di polpa di pere Williams mature e sugose; 200 grammi di zucchero; 10 grammi di pectina; radice fresca di zenzero a piacere; succo di limone. Sbucciare le pere, togliere il torsolo e tagliarle a piccoli pezzi. Metterle in una casseruola dal fondo largo e spesso insieme a zucchero, succo di limone e pectina. Cuocere a fiamma bassa per circa 10 minuti, mescolando di tanto in tanto. Passare con passaverdura, rimettere nella casseruola, aggiungere la radice di zenzero pelato e tritato molto finemente e far bollire per altri 5 minuti. Versare la marmellata calda nei barattoli precedentemente sterilizzati e chiudere con tappo a vite. (Mariagrazia Dammicco) TC 8 Vegas, Sirman di Mariagrazia Dammicco Giornalista e scrittrice, esperta di giardini veneziani e Marisa Saggiotto Massignan Presidente del Wigwam circolo di Campagna “Corte Moranda” 44 Marmellata di pere e zenzero 55 EVENTI / EVENTS CUCINARE CON… CUCINARE SENZA … Gusto in scena, non un semplice show cooking, ma un inedito progetto nato dall’idea di Marcello Coronini con un filo conduttore basato su alcuni studi sullo sviluppo di una cucina in grado di coniugare il piacere della tavola con la salute: una cucina basata sulla naturalezza, sulla qualità, sulla freschezza degli ingredienti che si impegna a ridurre le aggiunte inutili per rafforzare i sapori naturali. Nella prima edizione si era parlato di additivi alimentari, ovvero le nuove sostanze diffuse nella cucina d’autore con un confronto con i grandi chef spagnoli; dalla terza edizione si è iniziato un percorso sul tema “Cucinare con…Cucinare senza…” e come argomento sono state scelte le materie grasse. Nel 2012 è toccato al sale, e proprio per l’importanza dei contenuti l’evento ha ottenuto il patrocinio del Ministero della Salute, nel 2013 il tema è stato lo zucchero. Quindici chef e tre pasticceri si sono misurati nel proporre due creazioni: per il CON un piatto, non un dessert, utilizzando lo zucchero e per il SENZA un dessert senza zucchero con l’impiego di un valido sostituto naturale. Tra gli artisti della cucina: Andrea Aprea, dal 2011 executive chef del VUN Cucina italiana d’autore del ristorante Park Hyatt di Milano, con il dolce e salato della Caprese. Una sfera di zucchero soffiato, pomodorini di ben tre varietà, piennolo, datterino e ciliegino, crostini di pane casereccio, filetti di acciughe di Cetara, mini bocconcini di mozzarella, spolverata di Parmigiano ed emulsione di pesto al basilico. Andrea Aprea, napoletano, la sua cucina trae ispirazione dalla tradizione, ma viene declinata utilizzando stimoli provenienti da altre culture e tecniche innovative che ha acquisito attraverso il suo percorso formativo. Per il dessert Aurora Mazzucchelli, chef patron del ristorante Marconi di Sasso Marconi (Bologna) ha presentato Biancomangiare al Parmigiano dop di 24 mesi con pere, miele di timo e pinoli. Un piatto dal profumo intenso che ben interpreta la doppia origine di Aurora, bolognese da parte di papà e mamma siciliana. Una variazione del biancomangiare, tipica ricetta siciliana diffusa nel Medioevo. La cucina di Aurora Mazzucchelli è semplice e creativa, unisce creatività, curiosità, grande per- COOKING WITH… COOKING WITHOUT… Gusto in Scena (‘taste in the spotlight’) is not just another cooking event but an original project conceived by Marcello Coronini with, as its common theme, studies to develop a new form of cooking that reconciles the pleasure of eating with the requisites of a healthy lifestyle. This is an approach to cooking based on natural, fresh ingredients, which aims to reduce the use of superfluous additives to enhance natural flavours. The first edition addressed the topic of additives – or, more precisely, the new substances and products in haute cuisine – with the aid of a number of great Spanish chefs, while the third edition introduced the theme “Cooking with…Cooking without…”, exploring the subject of fats. In 2012 the subject was salt – a topic of such relevance today that it earned the official support of the Italian Ministry of Health – while for the 2013 edition, the subject chosen was sugar. Fifteen chefs and three pastry chefs put their skills to the test to make two original creations: a non-dessert dish made with sugar to represent WITH, and a dessert made without sugar and using an effective natural substitute instead to represent WITHOUT. The culinary artists taking part included Andrea Aprea, executive chef since 2011 of the restaurant VUN Cucina Italiana D’Autore at the Park Hyatt hotel in Milan who presented his sweet and savoury Caprese. This consisted of a sphere of blown sugar, not one but three different varieties – Piennolo, Datterino and cherry – of baby tomato, toasted rustic bread crostini, fillets of Cetara anchovy and bite-sized mozzarella balls with a dusting of Parmesan and an emulsified basil pesto. A native of Naples, Andrea Aprea draws inspiration from the traditions of his homeland for his cooking, but fused with stimuli taken from other cultures and innovative techniques that he has learned during his career. As a dessert, Aurora Mazzucchelli, chef patron of the restaurant Marconi in Sasso Marconi (Bologna) presented a 24 month matured DOP Parmesan blancmange with pears, thyme honey and pine seeds. This intensely aromatic dish, which perfectly embodies the dual origins of Aurora – whose father is from Bologna and whose mother is from Sicily – is a variant of biancomangiare, a dish popular in Sicily the Middle Ages. Aurora Mazzucchelli’s simple and creative style of cooking fuses intuitiveness and curiosity with a strong personality and an unwavering preference for local, traditional products. Gusto in Scena 44 di Piera Genta Giornalista Chef Andrea Aprea 56 EVENTI / EVENTS sonalità, ad una costante attenzione ai prodotti del territorio e della tradizione. La formula di Gusto in Scena è quella di presentare tre eventi in uno: il congresso di alta cucina, Chef in Concerto; I Magnifici Vini, banco d’assaggio con cantine italiane e internazionali, Seduzioni di Gola, rassegna di sfizi gastronomici. Non mancano momenti di approfondimenti su temi di attualità, in questa edizione si sono analizzate le migliori strategie di contatto tra i vini italiani ed i piatti tipici delle otto cucine regionali cinesi con la partecipazione della Scuola di Formazione Permanente della Fondazione Italia Cina. is in reality three events in one: the Chef in Concerto (chefs in concert) haute cuisine conference, the Magnifici Vini (magnificent wines) tasting event with wines from Italian and international wineries, and Seduzioni di Gola (seductions of the palate), a presentation of gastronomic delights. But the event also offers opportunities to analyse topics of current interest, and this edition included discussions on the most effective strategies possible for associating Italian wines with China’s eight different regional culinary styles, with the participation of the Permanent Training School of the ItalyChina Foundation. “Non dire al contadino quanto è buono il formaggio con le pere” “Don’t tell the farmer how well cheese goes with pears” Biancomangiare al parmigiano reggiano 24 mesi dop, pere, miele e pinoli 24 month DOP Parmigiano Reggiano blancmange with pears, honey and pine seeds Biancomangiare per 6 persone: g 200 latte; g 100 parmigiano reggiano dop 24 mesi; g 15 amido di mais; erbe fresche di stagione. Scaldare 100 g di latte, versare in un contenitore alto in acciaio sul parmigiano reggiano grattugiato ed emulsionare così da ottenere una crema. Stemperare l’amido di mais con i restanti 100 g di latte freddo, unire alla crema fatta in precedenza. Tornare sul fuoco, cuocere e, appena vela il cucchiaio, uscire dal calore e versare nei piatti. Lasciare rapprendere. Altri ingredienti: g 30 pinoli tostati; g 30 miele di “satra” timo selvatico; n.1 pera Williams; g 10 acqua minerale; g 20 succo di limone. Cuocere la pera tagliata a spicchi in sottovuoto, con l’acqua e il succo di limone dentro ad un’acqua termostatica per 20 minuti a 63 °C. Una volta cotta, raffreddare immediatamente con acqua e ghiaccio così da fermare la cottura. Comporre il piatto adagiando sopra il biancomangiare dei cubi di pera, i pinoli, il miele fluido e delle erbe fresche di stagione come origano, timo, erba pepe. Ingredients to make blancmange for 6 persons: 200 ml milk; 100 g 24 month aged DOP Parmigiano Reggiano; 15 g corn starch; fresh seasonal herbs. Warm 100 ml milk, pour onto the grated Parmigiano Reggiano cheese in a tall-sided steel container, then emulsify to a creamy consistency. Dissolve the corn starch with the remaining 100 ml of cold milk, then add to the creamed mixture made in the previous step. Put back on the heat. As soon as the mixture forms a film on a spoon, remove from the heat and pour into the dishes. Leave to set. Other ingredients: 30 g toasted pine seeds; 30 g “Satra” wild thyme honey; 1 Williams pear; 10 ml mineral water; 20 ml lemon juice. Cut the pear into segments and cook with the water in a vacuum bag for 20 minutes in a water bath thermostatically maintained at 63 °C. At the end of the cooking time, shock the pears in iced water to stop the cooking process. To assemble the dish, arrange the cubed pears, the pine seeds on the blancmange, and finish with the liquid honey and fresh seasonal herbs such as oregano, thyme and savory. ORSO CONC Chef Aurora Mazzucchelli Ristorante Marconi Via Porrettana 291 - 40037 Sasso Marconi (Bo) Tel. 051/846216 ECCO LE FOTO DEI PRIMI SELEZIONATI! Trattoria All’Angelo di Canaglia Mauro Via Dell’Angelo, 105 - 36013 Piovene Rocchette, VI, Italy Chef Nick Biasella - Hotel La Fenice Castel di Sangro (AQ) Queste sono le prime foto scelte per partecipare alla selezione finale del concorso “Fotografa la tua indetto da Zafferano magazine. Vi invitiamo ad inviare altri scatti significativi del vostro luogo di lavoro, nonché spazio della vostra brillante creatività culinaria, in formato jpg a 300 dpi all’indirizzo mail [email protected] entro il 15 settembre 2013 per aggiudicarvi il premio finale: un’affettatrice Canova 300 Sirman. Partecipate numerosi! cucina” TRADIZIONI GASTRONOMICHE MA QUANTO SONO BUONE LE PERE CON IL FORMAGGIO? 44 di Alfredo Pelle giornalista e scrittore 58 Lo consideriamo proprio stupido questo contadino che coltiva il pero, raccoglie il frutto ma non deve far sapere quanto sono buone le pere con il formaggio? Di pere ce ne sono migliaia di varietà tutte ricche di vitamine, sali minerali, zuccheri, e diverse per forme, colori, caratteristiche, stagionalità, durezza, astringenza, aromi, sapori, consistenze. Hanno inesauribili nomignoli e diminutivi, aggettivi, infinita produttività, legano il loro lontano passato con consuetudini alimentari, col territorio. Sono via via scomparse, recuperate, dimenticate o faticosamente e soltanto marginalmente recuperate. Ho letto in un volume sui prodotti della Valmarecchia, romagnola, alcuni nomi delle pere che mi sono rimasti impressi: pera Madonna, del calibro di un grosso mirtillo. La mangiano gli uccellini e non si conserva se non, come un tempo, essiccata per il consumo invernale dei bambini in casa. C’è anche la pera bischera, una definizione quasi toscana! La pera volpina, selvatica, deve il nome al suo colore, simile a quello della volpe e si mangia solo cotta. Indovinate a cosa si fa risalire il nome delle pere poppine? E non è neanche una novità: ricordate la canzone di diversi anni fa che cantava: Tu hai le poppe a pera? E l’aggancio fra la femminilità e la pera continua. Esiste una qualità di pera, notissima in Toscana, chiamata la pera coscia. Oltre alla difficoltà ad essere consumata al giusto grado di maturazione (va conservata a temperatura ambiente finché si riconosce che è giunto il momento migliore saggiando il profumo e la consistenza della polpa) è che la pera si ammacca con facilità ed ha la buccia più secca di quella della mela. Al fine di mantenerne il profumo a volte si acquistano pere che hanno la ceralacca sul piccio- lo: ha la funzione di un tappo per trattenere, oltre al profumo, anche la sua naturale umidità. Il grande numero di varietà nella frutticoltura, si originò dal 1770 quando il sig. Williams ottenne da una pianta madre a cui fu dato un seme nuovo, quella pera che, universalmente, fu chiamata Williams in suo onore e che è fra le più consumate. Qualche decennio dopo, nella vicina Francia si ottiene la “decana”, pera dalla buccia color verde giallastro cosparsa di macchie di ruggine. Matura fra ottobre e novembre ed ha un elevato tono zuccherino e profumo. Un altro francese, l’Abate Fétel, sempre nella seconda metà dell’Ottocento, produce un cultivar da cui si ottiene quella pera che origina dal suo nome: la pera Abate, dalla polpa bianca, fondente, succosa. Famosissima è anche la passa crassana che deve il nome ad una località francese Crassane e sembra indicare il passaggio da un confine. Una delle per più conosciute e coltivate è la Kaiser (o Imperatore) che, nonostante il nome, è anch’essa di origine francese. È di color ruggine/bronzo ed è il frutto di una pianta di elevato vigore, che raggiunge i 20 metri e che è coltivata principalmente in Emilia Romagna ed in Veneto. Oltre che alla trasformazione in succhi di frutta e “conserve alimentari” (pere allo sciroppo, marmellate e gelatine, pere candite ed essiccate) le pere sono componenti della classica “mostarda” nella quale sono aromatizzati con senape. Sono impiegati frutti di taglia piccola che vengono colorati di rosso o di verde e sono adatti come contorno di bolliti misti o di arrosti. E poi c’è la pasticceria e le pere diventano crostate, flan, “pie”, e delicati dolci al cucchiaio. TRADIZIONI GASTRONOMICHE PERA E PERE, OLTRE LA FRUTTA Della mela, oltre che l’essere un frutto gustoso, mi viene in mente la tentazione di Eva con tutto il conseguente fardello di fatiche per il genere umano, compreso il guadagnarsi il pane con sudore e partorire con dolore. Più tardi aiutò Isacco Newton a definire la “legge della gravitazione universale”. Ma la pera? Qual’è il suo ruolo? Mi sembra una sorta di sorellastra della mela, sovente vicina a lei, ma anche da sola, simile eppure diversa. “Tu hai sommato pere con mele” mi rimproverava la maestra ai miei primi approcci con l’aritmetica. “Mi è caduta tra le braccia come una pera matura”, si vantava il rubacuori in epoche passate. Al plurale la pera diviene “pere” ed in coppia il significato cambia eccome, dando spazio a sfrontati repertori goliardici sul tema della bellezza femminile. “Le pere non basta farle vedere, bisogna toccarle per saper se son vere”, diceva una vecchia strofetta, di certo nata in un’ anonima osteria dalle parti di una qualche Università. Ma “a pera” viene disinvoltamente definita anche un’altra parte del corpo muliebre, tra i cui celebri estimatori possiamo ricordare Gabriele D’Annunzio, il “vate” e Tinto Brass, gaudente e discusso regista. Pera dunque quale sinonimo di aggraziata opulen- za, di sinuose rotondità identificate nella forma del frutto. Ma quel nome entra anche in brutte e tristi espressioni, come “farsi una pera”, evocatrice di squallore ed emarginazione. Molto meglio dunque “al contadino non far sapere quanto è buono il formaggio con le pere”, ancor più se rigorosamente n.g.m. ed a chilometri zero. Scopro però che il maggiore produttore di pere al mondo è la Cina. Ti pareva! CURIOSITA’ di Renato Ganeo Studioso di economia e di scenari del mondo di Angela Ruzzante UNA STORIA INIZIATA 4000 ANNI FA… varietà e oltre conosciute oggi. Dall’epoca romana in poi la coltura del pero si espande con uno sviluppo ragguardevole in tutta Europa in particolare in Belgio e in Francia. Nell’Alto medioevo l’arboricoltura non appare, almeno nell’Italia del nord, molto praticata. La coltivazione degli alberi da frutto sembra intensificarsi verso la fine del 400, quando gli agronomi cominciano a dedicare seria attenzione a questo settore produttivo. E’ curioso vedere che nei secoli precedenti i trattati medici sconsigliavano il consumo di frutta perché era considerata un cibo sostanzialmente superfluo, accessorio, di lusso. Nel XVI secolo gli alberi da frutto vengono coltivati nei giardini, ed è per questo che “le dimore nelle campagne non devono essere separate dal giardino da pomi”. Anche nel rinascimento comunque la frutticoltura non serve per sfamare ma è un lusso da signori. Con “Il giardino d’Agricoltura”del ravennate Marco Bussato da Massa Lombarda per la prima volta,intorno al ‘500, un autore italiano tratta sistematicamente di frutticoltura e di innesti. Seguono altri autori quali il frate bolognese Leandro Alberti con “Descrittione di tutta Italia”, una sorta di guida turistica del ‘500 oppure Tommaso Grazoni da Bagnacavallo che nel Volume “Piazza”, parla delle professioni agricole e dei commerci riferibili all’agricoltura. Nel ‘600 viene pubblicato “L’economia del cittadino in Villa” del bolognese Vincenzo Tanara. La “Madonna delle Pere” attribuita a Paolo di Ciacio da Mileto. 44 Attraverso reperti paleontologici si è potuto stabilire che il pero in Italia era conosciuto fin dai tempi più antichi. Già 4000 anni fa l’uomo si cibava di questi frutti. Anche il poeta Omero ricorda la pera quando descrive le piantagioni di Alcinoo e Laerte. Le notizie sulla sua coltivazione sono invece più recenti, sappiamo che oltre 350 anni prima di Cristo la coltivazione della pera era abbastanza estesa nella Magna Grecia perché Teofrasto menziona sia le varietà domestiche che quelle coltivate nelle sue opere. In epoca romana Catone e Plinio danno indicazioni precise sulla diffusione del pero e sulle coltivazioni, a testimonianza della grande considerazione in cui era tenuto questo frutto. Ai tempi di Catone le specie conosciute erano appena 6, ma già due secoli più tardi Plinio ne menziona circa 40. In seguito l’assortimento cresce enormemente fino a raggiungere le 5000 59 ASSOCIAZIONI E CONSORZI RUBRICA / CONSORTIUMS ITALIANO / RUBRICA AND NEWINGLESE INITIATIVES Ristoranti del Buon Ricordo A cura di Giulia Coronaro “SLOW COOKING” NEL CUORE DELLA BRIANZA Segnalato da tutte le più importanti guide enogastronomiche, il Ristorante La Piana di Carate Brianza si contraddistingue per una filosofia culinaria all’insegna dello “slow cooking”: una cucina territoriale “lenta” che valorizza i prodotti di stagione e i piatti dimenticati a rischio di estinzione della tradizione lombarda e lariana, milanese e brianzola, per far riscoprire aromi e profumi di grande emozione gustativa. All’interno di un’antica corte lombarda pochi tavolini apparecchiati con cura e raffinatezza in un ambiente intimo e familiare, arredano uno spazio consacrato al lento piacere della degustazione dove al buon cibo, preparato ad arte dallo chef Gilberto Farina, si unisce il buon bere: 450 etichette nazionali DOC, con preferenza accordata ai piccoli produttori di qualità. “SLOW COOKING” IN THE HEART OF BRIANZA Millefoglie alle tre polente con terrina di zola e noci e composta alle pere Three polenta pastry, with a terrine of gorgonzola, walnuts and pear compote Per la polenta: 2l acqua; 200 g farina gialla; 200 g farina per polenta taragna; 200 g farina bianca da polenta (di mais Biancoperla); 150 g burro; 80 g tuorlo; q.b. sale; 100 g Grana Padano. Preparare le tre polente nel modo classico, portando ad ebollizione l’acqua salata e versando le farine lentamente e girando di continuo per evitare la formazione di grumi. Quando risulteranno pronte, mantecarle con burro, tuorlo e grana. Stenderle poi tra due fogli di pellicola a uno spessore di 1/2 centimetro e farle raffreddare completamente. Copparle e gratinarle in forno cosparse di grana. Per la terrina di zola: 350 g zola; 350 g panna; 10 g colla di pesce; 120 g burro; 50 g noci; q.b. sale; q.b. pepe. Fare fondere a bagnomaria il zola con la panna e aggiungere la colla di pesce precedentemente ammollata in acqua fredda. Montare bene il burro e aggiungere la crema di zola e le noci spezzettate. Controllate di sale e pepe. Foderare gli stampi (rettangolari) con della pellicola e adagiarvi il composto. Fare raffreddare in frigorifero. Per la composta di pere: 250 g pere; 100 g zucchero semolato; 25 g succo di limone. Sbucciare e levare i torsoli alle pere. Tagliarle a cubetti e metterle in una casseruola con lo zucchero e il succo di limone. Fare cuocere fino al raggiungimento di 104°C. Serves 10: For the polenta: 2 l water; 200 g maize flour; 200 g Taragna polenta flour; 200 g white polenta flour (Biancoperla maize); 150 g butter; 80 g egg yolk; salt to taste; 100 g Grana Padano. Make the three polentas in the traditional way, boiling the salted water and slowly pouring in the flour, stirring all the time to prevent lumps. When they are cooked, whisk with the butter, egg yolk and cheese. Spread each one between two sheets of film, about ½ cm thick each one and leave to cool. Slice and au gratin in the oven sprinkled with Grana cheese. For the gorgonzola terrine: 350 g gorgonzola; 350 g cream; 10 g gelatine; 120 g butter, 50 g walnuts; salt and pepper to taste. Melt the gorgonzola and cream in the bain-marie, add the gelatine previously softened in cold water. Whip the butter and add the gorgonzola cream and crushed walnuts. Adjust salt and pepper. Line rectangular moulds with film and pour in the mixture. Leave to cool in the fridge. For the pear compote: 250 g pears; 100 g caster sugar; 25 g lemon juice. Peel and core the pears, dice them and put them in a casserole with the sugar and lemon juice. Cook up to a temperature of 104°C. Ristorante La Piana, via Zappelli, 15 Carate Brianza (MB) tel. 0362.909266 44 Ingredienti per 10 persone Mentioned in all leading culinary guides, the La Piana Restaurant in Carate Brianza stands out for its slow cooking philosophy: slow local methods to enhance the seasonal products and dishes that were forgotten and at risk of extinction from traditional Lombardy, Como, Milanese and Brianza cuisine, to rediscover highly exciting aromas and perfumes. In an ancient Lombardy courtyard, just a few tables very sophisticatedly prepared in an intimate and family atmosphere, are dedicated to the slow pleasure of enjoying good food, perfectly prepared by the chef Gilberto Farina, and good wine: 450 AC Italian wines, preferring the smaller quality producers. 61 ASSOCIAZIONI E CONSORZI / CONSORTIUMS AND NEW INITIATIVES A cura di Giulia Coronaro Friuli Venezia Giulia LA VIA DEI SAPORI IL RIPOSO DEL VIAGGIATORE GOLOSO Ristorante hotel “Carnia” Via Canal del Ferro, 28 Venzone (Udine) 44 Tel. 0432.978013 www.hotelcarnia.it 62 Adagiato ai piedi delle montagne, alla confluenza del fiume Fella col Tagliamento, l’Albergo Ristorante Carnia di Venzone, in provincia di Udine, rappresenta una sosta rigenerante per coloro che sono alla ricerca del luogo ideale dove ritemprarsi e soddisfare l’appetito dopo le fatiche del viaggio. Riconosciuta come una delle più prestigiose e qualificate strutture ricettive del Friuli, il Carnia accoglie l’ospite in un ambiente elegante, recentemente rinnovato, caratterizzato da ampi saloni e camere spaziose dotate di tutti i confort. A solleticare il palato ci pensa il proprietario Livio Treppo con gli chef Samanta Bigucci, Carlo Marnonu e Vito Cuoio che propongono una cucina di tradizione carnica, costituita da piatti ricchi di storia e profondamente ancorati al territorio. Una cucina che riserva anche piacevoli sorprese all’insegna dell’innovazione e della rivisitazione delle portate più classiche a base di carne e, in particolar modo, di pesce di primissima scelta proveniente dal vicino Adriatico. Il tutto viene sapientemente sposato ad una vasta scelta di vini d’eccellenza, in primis friulani, che lasciano in bocca il sapore di un’esperienza gustativa indimenticabile. Risotto alle pere, noci e formaggio ubriaco Ingredienti per 4 persone: Per la preparazione del riso: 200 g di riso, ½ cipolla tritata, 1 cucchiaio di olio, 1 bicchiere di vino, 2 pere ruggini, 100 g di noci sgusciate, 1 bicchiere di vino bianco, 100 g di formaggio ubriaco, 50 g di burro, sale q.b., brodo vegetale q.b., burro q.b. Per la preparazione della guarnizione: 1 fetta di pera disidratata, 50 g di panna fresca, 100 g di formaggio ubriaco. Rosolare la cipolla con l’olio. Scaltrire il riso, bagnare con vino bianco, iniziare la cottura con il brodo e aggiungere le pere a cubetti. Quando il riso è cotto, mantecare con il burro, il formaggio ubriaco a scaglie e le noci tagliate grossolanamente. Adagiare il riso sul piatto, poi guarnire con una fetta di pera disidratata. Sciogliere il formaggio ubriaco rimasto con la panna sino a ottenere una crema omogenea e, con un cucchiaio, adagiarla su un angolo del piatto. Infine, appoggiarvi sopra 3 gherigli di noci. REST FOR THE GREEDY TRAVELLER Situated at the foot of the mountains at the confluence of the River Fella and River Tagliamento, the Hotel Restaurant Carnia in Venzone in the province of Udine, is a regenerating break for anyone seeking the ideal place to recover and satisfy their appetite after a tiring journey. Recognised as one of the most prestigious and professional hotels in the Friuli region, the Carnia welcomes its guests to recently renovated, refined interiors with large halls and spacious bedrooms with all mod cons. The owner, Livio Treppo, and the chefs Samanta Bigucci, Carlo Marnonu and Vito Cuoio focus on satisfying their guests’ palates with traditional Carnia cuisine, rich in history and deeply rooted in the land. It also reserves some pleasant surprises with innovation and revamped classic dishes of meat and, above all, top quality fish from the nearby Adriatic Sea. They are all served with a wide range of excellent wines, first and foremost from the Friuli, leaving an unforgettable flavour experience on the palate. Risotto with pears, walnuts and drunken cheese Serves 4: To prepare the rice: 200 g rice, ½ chopped onion, 1 spoonful of oil, 2 russet pears, 100 g shelled walnuts, 1 glass white wine, 100 g “drunken” cheese, 50 g butter, sale, vegetable broth and butter to taste. To prepare the garnish: 1 slice dried pear, 50 g fresh cream, 100 g drunken cheese. Toast the onion in the oil, toast the rice and add the white wine, cook adding the vegetable broth and diced pears. When the rice is cooked, whip with the butter, drunken cheese slivers and roughly chopped walnuts. Place the rice on the plate and garnish with a slice of dried pear. Melt the remaining “drunken” cheese with the cream to produce a smooth creamy sauce, and place a spoonful on the corner of the plate. Finish the garnish with 3 walnuts. ASSOCIAZIONI E CONSORZI / CONSORTIUMS AND NEW INITIATIVES Giovani ristoratori europei Plutone 7, Sirman Gorgonzola parfait with pears and chestnut honey Semifreddo al gorgonzola con pere e miele di castagno Ingredients (serves 4): Ingredienti per 4 persone: A cura di Marco Parizzi (chef del ristorante “Parizzi” di Parma) e KiKa events (Parma) Ristorante “La Corte” via Camillo Chiesa, 36 Pogliano Milanese (MI) tel. 02.93258018 chef Leonardo Buoso 150 g mild Gorgonzola; 30 g confectioner’s custard; 3 egg whites; 220 g granulated sugar; 360 g whipped cream; 30 g chestnut honey For the pears: 3 pears; 500 cl red wine; 150 g granulated sugar; cinnamon to taste.Mix the Gorgonzola very thoroughly with the confectioner’s custard. For the meringue: Cook the sugar to 121°C. Beat the egg whites to a stiff consistency, then fold in the cooked sugar and continue mixing with the beater until cooled. Whip the cream, then fold in the Gorgonzola and meringue to obtain a uniform mixture. Pour into moulds and blast-chill. 150 g di gorgonzola dolce; 30 g di crema pasticcera; 3 albumi d’uovo; 220 g di zucchero semolato; 360 g di panna montata; 30 g di miele di castagno. Per le pere: 3 pere; 500 cl di vino rosso; 150 g di zucchero semolato; cannella qb. Lavorare amalgamando molto bene il gorgonzola con la crema pasticcera. Per la meringa: Cuocere lo zucchero a 121ºC, montare gli albumi a neve e incorporare lo zucchero cotto, continuare a lavorare nello sbattitore fino a quando il composto si sarà raffreddato. Montare la panna, incorporare il gorgonzola e la meringa, fino a raggiungere un composto omogeneo. Mettere il composto negli stampi e abbattere. Per la cottura delle pere: Pulire le pere e tagliarle a fettine, metterle in una casseruola con il vino rosso, la cannella, lo zucchero e il miele. Cuocere per circa 30 minuti fino a quando il tutto si sarà ridotto a sciroppo, fare raffreddare. Per la finitura: Disporre il semifreddo al centro del piatto, un poco di crema pasticcera, e guarnire con le pere al vino rosso e il miele di castagno. Cooking the pears: Trim and peel the pears and cut into thin slices. Place in a saucepan with the red wine, the cinnamon, the sugar and the honey. Cook for approximately 30 minutes, until all the ingredients have reduced to a syrup, then cool. To finish: Place the parfait in the centre of the plate with a little confectioner’s custard, and decorate with the pears in red wine with chestnut honey. Canederlo di ricotta fresca con cuore di pera e fonduta di gorgonzola naturale Fresh ricotta Canederlo dumpling with a pear entre and a Gorgonzola fondue Ristorante “Zenzero” via Nazionale, 94 Ingredients: tel.0444389010 chef Stefano de Lorenzi Per il canederlo: Burro ammorbidito 20 g; tuorli 2; farina grano saraceno 20 g; ricotta fresca 400 g; pangrattato 100 g; pere 300 g. Per la fonduta: Gorgonzola naturale 150 g; mascarpone 150 g; panna 200 g. Impastare il burro e i tuorli, aggiungere la ricotta fresca e la farina, aggiungere il pangrattato e lasciare riposare in frigo mezzora. Sbucciare le pere e tagliarle a pezzetti, rosolarle in padella con poco burro per qualche istante e poi frullarle. Mettere in stampi sferici e passarle in freezer per alcuni istanti. Ricoprirle con l’impasto per canederli e cuocere qualche minuto in acqua salata. Servire con la fonduta di gorgonzola. Lampo abbattitore, Sirman For the Canederlo dumpling: 20 g softened butter; 2 egg yolks; 20 g buckwheat flour; 400 g fresh ricotta; 100 g breadcrumbs; 300 g pears. For the fondue: 150 g plain Gorgonzola; 150 g mascarpone; 200 g cream. Cream the butter with the yolks, add the fresh ricotta and the flour, add the breadcrumbs and leave to rest in the refrigerator for half an hour. Peal the pears and cut into chunks, sauté in the pan with a little butter for a few moments, then blend. Place in spherical moulds and chill in the freezer for a few moments. Cover with the Canederlo dumpling batter and boil in salted water for a few minutes. Serve with the Gorgonzola fondue. 44 Ingredienti: Grumolo delle Abbadesse (VI) 63 ASSOCIAZIONI E CONSORZI / CONSORTIUMS AND NEW INITIATIVES A cura di Alessandro Silvestri Team manager “Team Venezia Chef” www.teamveneziachef.it Team Venezia Chef Zabaione freddo al Moscato con perle di pere Abate spumato allo yogurt Cold Muscatel zabaglione with pearls of Abate pear and yoghurt mousse Ingredienti zabaione: Ingredients for zabaglione: 12 tuorli; 250 g zucchero; 200 g moscato; 500 g panna montata; 1 buccia arancia grattugiata; 1 buccia limone grattugiata; 2 fogli colla pesce ammollati; 6 pere Abate. 12 yolks; 250 g sugar; 200 ml Muscatel dessert wine; 500 g whipped cream; grated zest of 1 orange; grated zest of 1 lemon; 2 sheets fish glue, soaked in water; 6 Abate pears . Ingredients for yoghurt sauce: 500 g low fat yoghurt; 80 g sugar; 100 g fresh cream. Beat the yolks together with a syrup at 115°C made with sugar, Muscatel wine and 100 ml water. Add the fish glue to the zabaglione while still warm. Fold the whipped cream into the zabaglione delicately, taking care not to collapse the zabaglione. Pour into a Martini glass, then push the pearls of Abate pear, blanched in a syrup made with 11 ml water and 200 g sugar, into the zabaglione. Fill the cream charger with the yoghurt sauce, blast-chill for 20 minutes to above freezing, then dispense the mousse on the zabaglione. Equipment used: Sirman Marmolada 7T blast-chiller; Sirman Minneapolis 10/2T scales; Sirman Marte LT 5 planetary mixer; Sirman digital thermometer. Ingredienti salsa yogurt: 500 g yogurt magro; 80 g zucchero; 100 g panna fresca. Di Mauro Ballarin chef Hotel “Mare Golf” Caorle (Ve) www.maregolf.it Montare i tuorli con un sciroppo a 115 gradi composto da zucchero, moscato e 100g di acqua. Aggiungere la colla allo zabaione ancora tiepido. Aggiungere la panna montata mescolando dal basso verso l’alto facendo attenzione che lo zabaione non smonti. Versarlo sul fondo di una coppa Martini, far scendere delle perle di pera Abate precedentemente sbollentate in un sciroppo composto da 1l g di acqua e 200g di zucchero. Abbattere 20 minuti in positivo, preparare il sifone con la salsa yogurt e spumare. Attrezzatura usata: Sirman Abbattitore Marmolada 7T; Sirman Bilancia Minneapolis 10/2T; Sirman Planetaria Marte LT 5; Sirman Termometro digitale Monoporzione pera e cioccolato Individual portions of pear al latte and milk chocolate mousse di Sonia Ortile pasticcera presso pasticceria “Alverà” 44 Cortina d’Ampezzo (BL) 64 Ingredienti mousse alla pera: Ingredients for the pear mousse: 400 g crema pasticcera; 350 g polpa di pera 10% zucchero; 50 g liquore Williams; 16 g gelatina in fogli; 500 g panna poco montata. Scaldare il liquore e sciogliere la gelatina, unire la crema pasticcera, poi la polpa e infine alleggerire il tutto con la panna. 400 g crème patisserie; 350 g pear pulp with 10% sugar; 50 ml Williams pear liqueur; 16 g gelatine in sheets; 500 g very loosely whipped cream. Warm the liqueur and dissolve the gelatine, add the crème patisserie then the pear pulp, then lighten the mixture with the cream. Ingredienti mousse al cioccolato al latte: 750 g latte fresco; 24 g colla di pesce; 1050 g copertura al latte 35%; 1.500 g panna semimontata. Ingredients for milk chocolate mousse: 750 ml fresh milk; 24 g fish glue; 1050 g 35% cocoa milk chocolate; 1500 g partially whipped cream Portare a 80° il latte, unire la colla di pesce e versare il tutto sul cioccolato parzialmente fuso. Mixare il tutto. A 30° 38° unire la panna semimontata. In uno stampo in silicone monoporzione mettere una parte della mousse al latte, poi inserire la mousse alla pera precedentemente abbattuta e tagliata più piccola dello stampo in modo che non si veda fuoriuscire. Chiudere con altra mousse al cioccolato al latte e abbattere nuovamente. Sformare e impiattare a piacere con delle pere fresche spadellate e dei decori al cioccolato al latte. Warm the milk to 80°C, add the fish glue and pour into the partially melted chocolate. Mix well. Once the mixture has cooled to 30 to 38°C, add the partially whipped cream. Pour part of the milk chocolate mousse into a single portion silicone mould, then add the pear mousse on top, blast-chilled and cut to a diameter smaller than the mould so that it will not be visible when the dessert is completed. Cover to the top with more milk chocolate mousse and blast-chill again. Turn out of the mould, garnishing as preferred with tossed fresh pears and decorative curls of milk chocolate. Cervino 5T, Sirman ASSOCIAZIONI E CONSORZI / CONSORTIUMS AND NEW INITIATIVES Arte in Tavola IL DESSERT Il momento del dessert per chi pratica il ristorante è il più atteso. Il maître d’hotel stesso, al momento del dessert, ha la possibilità di dimostrare le sue doti tecniche nell’offrire quanto di più suggestivo sa proporre alla lampada. La parola “dessert” deriva da “desservir”, che significa sparecchiare. Nel Languedoc Roussillou, viene ancora rispettata la tradizione dei tredici dessert di Natale, tredici come i commensali dell’ultima cena del Giovedì santo. Tutti i dessert sono serviti in tavola nello stesso tempo. Ogni convitato deve mangiare un po’ di ogni dolce, affinché l’anno che verrà sia per lui fortunato. I dolci serviti rappresentano gli ordini religiosi dei mendicanti: con noci gli Agostiniani, con fichi secchi i Francescani, con le mandorle i Carmelitani ecc. L’Entremet, che significa intermezzo, entra nel medioevo quando i pranzi duravano ore ed ore e per questo, durante il loro svolgimento, si effettuavano degli intermezzi con spettacoli vari: entravano in scena giocolieri, giullari, musicisti. Con la semplificazione delle cerimonie questi entremets si spostarono verso la fine del pranzo e furono sostituiti con cibi salati, verdure, crêpes o con dolci caldi e freddi, oppure offrendo gelati e sorbetti. Pere flambé alla moda di Pietroburgo Ingredienti per due persone: 4 mezze pere Williams sciroppate; un cucchiaio di zucchero; una noce di burro; gocce d’arancia e limone; mezzo bicchierino di cognac e mezzo di vodka; 4 palline di gelato alla vaniglia; mandorle e pistacchi tritati; un ciuffo di panna montata; liquore Mandarinetto Isolabella Mettete le pere in padella con un cucchiaio di zucchero e sciogliete lo zucchero con una noce di burro. Aggiungete gocce d’arancia e limone. Ottenuto così il caramello, immergete le pere sciroppate e scaldate, infiammate con cognac e vodka. Togliete le pere e disponetele su un piattino da dessert. Sopra le pere mettete due palline di gelato, un ciuffo di panna e cospargetevi i pistacchi e le mandorle. Ultimate con gocce di Mandarinetto e servite. di Albino Zoccarato Ufficio stampa e formazione “Arte in tavola” THE DESSERT Anyone in the restaurant business always anxiously awaits the time for the dessert; even the maître d’hôtel can demonstrate his expertise in offering the most fascinating flambé dishes. The word “dessert” comes from “desservir” meaning clear away. In the Languedoc Roussillou the tradition is still respected of thirteen desserts at Christmas, thirteen like the number of diners at the Last Supper. All the desserts are served at the same time, and each guest has to eat a little of each one so that the New Year will be propitious for them. The desserts that are served represent the mendicant religious orders: nuts the Augustinians, dried figs the Franciscans, almonds the Carmelites, etc. The Entrement, which means interlude, was introduced in the Middle Ages when meals lasted for hours, so occasionally there were interludes with various entertainments, such as jugglers, jesters and musicians. As the ceremonies became simpler, the entrements were moved to the end of the meal, and replaced with savoury food, vegetables, crepes or hot and cold desserts, or ice cream and sorbets. Pacojet, Sirman St. Petersburg flambé pears 4 William half pears in syrup; a spoonful of sugar; a knob of butter; orange and lemon drops; half a glass each of brandy and vodka; 4 scoops of vanilla ice cream; chopped almonds and pistachios; whipped cream; Mandarinetto Isolabella liqueur. Dissolve the sugar in a pan with the knob of butter; add the orange and lemon drops. When the caramel is ready add the pears, heat and flame with cognac and vodka. Remove the pears and place them on a dessert dish, place two scoops of ice cream on top, a whip of cream, and sprinkle with the pistachios and almonds. Finish with a few drops of Mandarinetto and serve. 44 Serves 2: 65 ASSOCIAZIONI E CONSORZI / CONSORTIUMS AND NEW INITIATIVES Team Veneto Chef di Stefano Pepe Componente Team Veneto Chef - FIC 44 66 Ingredienti per 4 porzioni 1 filetto di porchettone di circa 700/800 g; sale e pepe q.b.; olio d’oliva extra vergine; 2 pere di Castelbaldo; poco zucchero semolato. Per la pasta di pane al Mais 150 g di farina di mais biancoperla a grana fine (fioretto); 150 g semola rimacinata di grano duro; 6 g di lievito di birra o 75 g di lievito madre; 150 g di acqua; 25 g di olio extravergine di oliva; 5 g di sale. Per la cotognata di pera 500 g di pere sode di Castelbaldo; 300 g di zucchero; 1,5 g di cannella; 1 limone naturale. Per la pasta Setacciare le farine e preparare su una spianatoia l’impasto di pane nella maniera consueta. Quando l’impasto avrà assunto una consistenza appiccicosa, unire l’olio e il sale e continuare a lavorare fino a ottenere un impasto elastico, ma sufficientemente sodo. Farla riposare per oltre 1 ora. Per la cotognata di pera Tagliare le pere a pezzi grossi e togliere loro i semi (senza togliere le bucce): metterle poi a bollire con 2 dl di acqua e il limone tagliato a spicchi. Una volta cotte, passarle al frullatore, quindi rimettere la purea ottenuta sul fuoco con l’aggiunta dello zucchero e della cannella in polvere e fare cuocere lentamente sempre mescolando per almeno 30 minuti (la cotognata è pronta quando assume un colore rosa). Per il filetto Tagliare le pere a fette sottili, passarle leggermente allo zucchero e farle disidratare, (ma non completamente) in forno alla temperatura di 75° gradi circa, ventilato tutto secco per alcune ore. Nel frattempo, pulire il filettino togliendo ogni nervo o pellicina di copertura, passarlo in padella rosolandolo bene; salare e pepare quanto basta. Lasciare raffreddare e avvolgere la carne prima con le sfoglie di pera e poi con l’impasto del pane. Spennellare con poco uovo ed acqua e cuocere al forno a 180° per circa 15 minuti. Avere l’accortezza di lasciare il filettino ben morbido la cui cottura deve essere di un leggero rosa pallido. Servire a fettine con verdure a piacere e la cotognata tiepida in accompagnamento. Small pork fillet wrapped in pear and Biancoperla white maize cornbread crust, with a warm Castelbaldo pear jelly Ingredients (serves 4): 1 pork fillet weighing approximately 700–800 g from a smallish animal; salt and pepper to taste; extra virgin olive oil; 2 Castelbaldo pears; a little granulated sugar. For the cornbread doughc: 150 g finely milled Biancoperla white maize flour; 150 g remilled durum wheat; 6 g brewer’s yeast or 75 g sourdough; 150 ml water; 25 g extra virgin olive oil; 5 salt. For the pear jelly: 500 g firm Castelbaldo pears; 300 g sugar; 1.5 g cinnamon; 1 untreated lemon. For the dough: Sieve the flours, then mix and knead the bread dough as normal on a table top. When the dough has a sticky consistency, add the oil and salt, and continue kneading to obtain an elastic but sufficiently firm dough. Leave to rest for at least one hour. For the pear jelly: Cut the pears into large pieces, without peeling, and remove the seeds. Boil with 2 dl water and the lemon cut into wedges. Blend once cooked, then put the purée back on the heat together with the sugar and the powdered cinnamon. Continue cooking slowly, stirring continuously, for at least 30 minutes (the jelly is ready once it turns pink). For the fillet: Slice the pears thinly, dredge lightly with sugar and dry (but not completely) in the oven for a few hours at approximately 75°C with fan-assisted ventilation and a completely dry heat setting. In the meanwhile, trim the fillet to remove the membrane completely, then sear well in a pan, seasoning to taste with salt and pepper. Leave to cool, then wrap the meat in the pear slices and then in the bread dough. Brush with a little egg and water and bake at 180°C for approximately 15 minutes. Take care not to overcook the fillet – it must still be very tender and cooked to a pale pink colour. Serve in thin slices with the vegetables of your choice, and with the warm pear jelly as an accompaniment. Pera e Parmigiano Pear and Parmesan Ingredienti: 1 pera Williams; 20 g piselli freschi; 3 lamponi; 35 g liquirizia in polvere; 12 g parmigiano in scaglie; 2g agar; 200 g acqua; 15 g succo di limone. Preparare la gelatina di liquirizia mettendola in infusione con l’acqua. Scaldare una parte del composto, aggiungere l’agar, portare ad ebollizione. Aggiungere il resto del composto e riporre in frigo. Frullare e passare al cinese. Sbollentare i piselli per 30 secondi in acqua bollente. Raffreddare e pelarli. Congelare i lamponi freschi, ottenere un caviale da congelati rompendoli con le mani. Pelare la pera e togliere la parte Ingredients: 1 Williams pear; 20 g fresh peas; 3 raspberries; 35 g powdered liquorice; 12 g flaked Parmesan; 2 g agar; 200 ml water; 15 ml lemon juice. Prepare the liquorice gelatine as follows. Infuse the powdered liquorice in the water. Warm part of the infusion, add the agar then bring to the boil. Add the rest of the infusion and place in the refrigerator. Blend and pass through a chinoise sieve. Blanche the peas for 30 seconds in boiling water. Cool the peas and shell. Freeze the fresh raspberries, then break up by hand to make a ‘caviar’. Peel the pear, remove the core, leaving the stalk attached, then blanche in water and lemon juice for 3 minutes. foto: Filip Gabriel di Andrea Rossetti in forza presso il Ristorante “Mosconi” (2 stelle Michelin) Lussemburgo Piccolo filetto di porchettone avvolto in sfoglia di pera e pane al mais “biancoperla” con cotognata tiepida di pere di Castelbaldo ASSOCIAZIONI E CONSORZI / CONSORTIUMS AND NEW INITIATIVES Team Veneto Chef Make small holes along the back of the pear with a small scoop. Parmesan marshmallow:50 ml milk; 50 ml Parmesan water; 20 g sugar; 4 sheets fish glue Warm the liquids with the sugar, then whisk in the planetary mixer at the maximum speed setting, drizzling the fish glue dissolved in 300 ml of Parmesan water into the mixture. Sprinkle grated Parmesan on a baking tray, spread the mixture over the grated cheese and top with additional grated Parmesan. Chill in the refrigerator for at least 4 hours. Parmesan cutlet: 65 ml milk; 65 g cream; 2 g agar; 80 g grated Parmesan; 3 g glucose. Warm the milk, cream and glucose. Add the gelatine and bring to the boil. Add the Parmesan and amalgamate the mixture until it is smooth and silky, then spread out on a sheet of oven paper or acetate. Presentation: Shape the Parmesan cutlet into a semicircle on a very hot plate. Form the other half of the circle with the raspberry caviar, the shelled peas and the liquorice gelatine. Stuff the pear with the Parmesan marshmallow and place in the centre of the plate. Finish with flakes of Parmesan. Lonza di maiale alle erbette aromatiche e balsamico con crema di pere e ”soffice” di Monteverde” Pork loin with herbs and balsamic vinegar, served with creamed pear and a soft quenelle of Monteverde cheese Ingredienti per 4 persone (antipasto): 250 g lonza di maiale; 80 g formaggio Monteverde; 40 g formaggio Casatella; 60 g spugnole trifolate; n° 2 pere Kaiser; 60 g insalatina mista; n° 8 punte asparagi verdi al vapore; 30g miele di castagno; 2 g cannella; 15 g vino bianco; q.b. aceto balsamico; q.b. salvia e rosmarino tritati; q.b. sale; q.b. bacche rosa; q.b. olio extravergine d’oliva. Cospargere la lonza di erbette aromatiche e rosolarla in padella con un filo d’olio. A fine rosolatura pennellare con dell’aceto balsamico e continuare la cottura in forno a 165 °C fino a quando non raggiungerà una temperatura di 65 °C al cuore, una volta pronto lasciar riposare la carne. In una casseruola cucinate 1 pera tagliata sottile, aggiungete il vino e insaporire con la cannella e un pizzico di sale, terminata la cottura frullate fino ad ottenere una crema. In una padella antiaderente scaldate il miele e versate una pera tagliata a cubetti, scottatela per un minuto e condite con delle bacche rosa. In una boule di vetro lavorare del formaggio Monteverde con della Casatella per ottenere un composto abbastanza morbido. Disponete l’insalatina condita in un piatto con le spugnole, gli asparagi e i cubetti di pera, formare una quenelle con il formaggio, disponete le fettine sottili di lonza e un cucchiaio di crema di pere. Ingredients for 4 (antipasto): 250 g pork loin; 80 g Monteverde cheese; 40 g Casatella cheese; 60 g finely sliced, sautéed morels; 2 Kaiser pears; 60 g mixed small leaf salad; 8 steamed green asparagus tips; 30 g chestnut honey; 2 g cinnamon; 15 ml white wine; balsamic vinegar as needed; finely chopped sage and rosemary as needed; salt to taste; pink peppercorns to taste; extra virgin olive oil as needed. Cover the loin with herbs and brown in a pan with a drizzle of oil. After browning, brush with balsamic vinegar and roast in the oven at 165 °C to a core temperature of 65 °C, then remove from the oven and leave to rest. Cook 1 thinly sliced pear in a saucepan, adding the wine and flavouring with the cinnamon and a pinch of salt. Once cooked, blend to a fine, creamy consistency. Warm the honey in a non-stick pan, tip a pear, cut into small cubes, into the honey, heat for a minute then season with pink peppercorns. Mix the Monteverde cheese with the Casatella cheese in a glass bowl to obtain a relatively soft mixture. Arrange the seasoned leaf salad in a plate with the morels, the asparagus and the cubed pear, form a quenelle of cheese, arrange thin slices of the loin and add a tablespoon of the creamed pear. P.I. 2,5, Sirman e Pentola Agnelli Plutone 7, Sirman di Marco Tomasi componente Team Veneto Chef 44 centrale mantenendo il picciolo, sbollentare in acqua e limone per 3 minuti. Con l’aiuto di uno scavino formare dei piccoli fori lungo il dorso della pera. Marshmallow parmigiano: 50 g latte; 50 g acqua di parmigiano; 20 g zucchero; 4 fogli colla di pesce. Scaldare i liquidi con lo zucchero e montare in planetaria a velocità massima, aggiungere poi a filo la colla di pesce sciolta in 300 g di acqua di parmigiano. Cospargere una placca con del parmigiano grattato, stendere il composto e spolverare con altro parmigiano. Mettere in frigo almeno per 4 ore. Sottiletta di parmigiano: 65 g latte; 65 g panna; 2 g agar; 80 g parmigiano grattato; 3 g glucosio. Scaldare latte, panna e glucosio. Aggiungere la gelatina e portare a bollore, unire il parmigiano e lavorare il composto fino a quando non diventa liscio e setoso, stendere su un foglio di carta da forno o acetato. Presentazione: Su un piatto ben caldo coppare la sottiletta di parmigiano, in modo da formare un semicerchio. Nell’altra parte del cerchio guarnire con il caviale di lampone, i piselli pelati, ed il gel di liquirizia. Prendere la pera e farcirla con il marshmallow di parmigiano, disporla al centro del piatto. Finire con le scaglie di parmigiano. 67 ASSOCIAZIONI E CONSORZI / CONSORTIUMS AND NEW INITIATIVES Wigwam Corner PERE DI CUCINA E DI…SPIRITO di Efrem Tassinato Giornalista e chef, fondatore e presidente del Circuito internazionale dei Wigwam Club [email protected] Riferimenti: Ristorante 900 all’Isola Casali Isola Augusta, 4 – 33056 Palazzolo dello Stella (Ud) Tel. 0431 586283 [email protected] www.novecentoallisola.it 44 Distilleria Bruno Pilzer Via Portegnago, 5 38030 Faver (Tn) Tel. 0461 683326 [email protected] www.pilzer.it 68 Le campagne friulane, in particolare la Riviera Friulana, sono vocate alla coltivazione delle pere fin dall’antichità. Lo sapevano già gli antichi romani che al contadino è bene non far sapere quant’è buono il formaggio con le pere. Altrimenti né l’uno, né le altre arriveranno mai al mercato. Quindi, sulla nostra tavola. Una tradizione antica che il Comune di Fiumicello ha inteso valorizzare facendone la coltura, e la cultura del paese di origini preromane. La coltivazione delle pere, da questa porzione orientale rivierasca prossima al fiume Isonzo si estende fino all’occidente della pianura friulana: il fiume Tagliamento. E influenza la cucina delle case, e degli chef. Per esempio a Palazzolo dello Stella (UD), in un complesso trasformato dalla sua antica rusticità in accogliente resort, frasca, e anche buon ristorante, Carlo Piasentin, a 900 all’Isola - come l’ha chiamato per riprendere il ristorante di famiglia (Novecento) che si trovava a Casarsa della Delizia (PN) e Isola, perché la località si chiama Isola Augusta - assieme allo chef rivierasco, Indrit Marangoni, sposa volentieri la freschezza delle pere ad accostamenti di contrasto. Anche se i più golosi non riescono a dimenticare il loro dolce di pere: crema di mandorle gratinata, con pere e zucchero mascobado, servito tiepido nel piatto. In questa stagione, l’accostamento per consistenza al palato che più si avvicina, anche se da sapori e utilizzo in cucina diametralmente opposti, è con l’asparago. I vini a 900 all’Isola? Prendiamo a esempio quelli per il dolce, vanno dal Moscato rosa dell’Isola, l’azienda del complesso, al Sauternes Chateau… Non credo ci sia un segreto particolare nella produzione di un buon distillato di frutta, forse per fare un’ottima acquavite di Pere Williams ci vogliono tante cose messe assieme e soprattutto tanta pazienza. Infatti se distillare è una specie di arte, farlo bene comporta seguire i ritmi della natura e del distillatore. Non esiste il concetto di tempo, così come capito dai moderni, esiste la pazienza nel sapere scegliere bene la pera Williams, nell’aspettare la sua giusta maturazione in pianta e la successiva maturità. Esiste l’attenzione quasi maniacale nella preparazione della purea, il lavoro dei lieviti nella fermentazione e il lavoro del tempo nella maturazione della purea. Ci vuole un ottimo impianto di distillazione e bene lavora l’alambicco discontinuo a bagnomaria. Tempo, nella distillazione non ci vuole fretta, ma PEARS FOR COOKING AND THE SPIRIT The Friuli countryside, especially along the Friuli Riviera, has had a natural vocation for the cultivation of pears since ancient times, and the Ancient Romans already realised they should never let the peasants know how good cheese is with pears, because otherwise neither of them would ever have reached the market, and, therefore, our dining tables. An ancient tradition that the municipality of Fiumicello wishes to restore value to, making it the cultivation, and culture, of this pre-Roman village. In this eastern part of the Riviera near the Isonzo River, pear cultivation extends towards the west and the Friuli plain along the Tagliamento River. The cultivation influences home cooking and the chefs, such as in Palazzolo dello Stella in the province of Udine, where an ancient farm building has been converted into a welcoming resort, inn and good restaurant. Called 900 all’Isola, after the name of the family restaurant (Novecento) situated in Casarsa della Delizia (province of Pordenone) and Isola, because of the town name of Isola Augusta, the chef Carlo Piasentin and the Riviera chef Indrit Marangoni happily combine the freshness of pears with contrasting flavours. The dessert lovers will never forget their pear dessert: almond cream au-gratin, with pears and mascobado sugar, served warm. In this season, the more recommended combination for consistency, even though the flavours and use in the cuisine are totally opposite, is with asparagus. What wines are served at 900 all’Isola? For example, the sweeter ones, from the Moscato Rosè dell’Isola, the complex’s own brand, to Sauternes Chateau. I do not believe there are any special secrets in making a good fruit liquor, perhaps to make a good Williams Pear brandy a combination of things are needed, but above all a lot of patience. Distilling is in fact a form of art, and to do it well the rhythms of nature and the distiller must be followed. There is no concept of time as it is understood nowadays, just the patience in carefully choosing the Williams Pears, waiting until they are ripe enough on the trees, and then ripening on the racks. Maniacal attention in preparing the pulp, working the fermentation yeasts, and leaving the pulp to mature. Excellent distillation equipment is needed, and a bain- ASSOCIAZIONI E CONSORZI / CONSORTIUMS AND NEW INITIATIVES nemmeno dormire fa bene al distillato e, quindi, direi invece che di tempo possiamo parlare di ritmo. La conoscenza diventa fondamento e spalla del tempo e del ritmo, non è casuale l’allontanamento delle teste e delle code dal cuore. Passione tempo, conoscenza senza una precisa sequenza, ma solo rispetto per tutto. Alla fine nasce l’ Acquavite di Pere Williams, e di nuovo tempo per lasciare che la natura metta a posto e in fila i delicati equilibri degli aromi e conferisca al distillato un giusto rapporto fra profumi e sapori. Così nasce questo distillato di poesia, di aromi e profumi. marie indirect alembic. There is no hurry in distilling, but the distillate should not be left dormant either, so a certain rhythm is needed. Experience is fundamental to support the time and rhythm; there is nothing random in removing the head and tail from the heart. Passion, time, knowledge without a precise sequence just overall respect. The result is Williams Pear Brandy, and time again to allow nature to continue its course, lining up the delicate balance of aromas and giving the brandy the right proportions of perfumes and flavours – generating a distillate of poetry, aromas and perfumes. Euro Toques Pear glazed in Cynar syrup with a small berry coulis and a Casatella cheese ice cream Ingredienti per 4 persone: Ingredients (serves 4): Per le pere sciroppate: 4 pere Kaiser; 250 g di Cynar; 350 g di zucchero; 250 g di acqua. Preparare uno sciroppo con lo zucchero, il Cynar e l’acqua. Portare ad ebollizione e cuocerci le pere precedentemente sbucciate e detorsolate con l’apposito scavino. Tenerle molto al dente e farle raffreddare nello sciroppo di cottura. For the syrup-glazed pears: 4 Kaiser pears; 250 ml Cynar (artichoke-based digestif liqueur); 350 g sugar; 250 ml water Prepare a syrup with the sugar, Cynar and water. Bring to the boil and cook the pears, peeled and cored with a corer, in the syrup. Remove from the heat while the pears are still very firm, and allow the pears to cool in the cooking syrup. For the small berry coulis: 200 g small berries (raspberries, blueberries and blackberries); 40 g sugar. Blend the berries with the sugar and sieve the resulting pulp to remove the seeds. For the Casatella cheese ice cream: 480 g Casatella (fresh cow’s milk cream cheese); 300 ml full cream milk; 110 g sugar. Bring the milk to the boil with the sugar, then remove from the heat and leave to cool. Mix the Casatella cheese into the milk with a hand blender. Once mixed thoroughly, pour into a Pacojet beaker and freeze. Presentation: Arrange stripes of small berry coulis on the plate, then place the pear on top. Churn the Casatella cheese ice cream once only in the Pacojet, form a ball with an ice cream scoop and place on the plate. Garnish with whole fresh berries. Per la coulis ai frutti di bosco: 200 g di frutti di bosco (lamponi, mirtilli, more); 40 g di zucchero. Frullare i frutti di bosco con lo zucchero e setacciare il composto ottenuto per eliminare i semi. Per il gelato alla casatella: 480 g di casatella (formaggio fresco vaccino); 300 g di latte intero; 110 g di zucchero. Portare ad ebollizione il latte con lo zucchero e poi togliere dal fuoco e far raffreddare. Con l’aiuto di un frullatore ad immersione incorporare la casatella. Una volta incorporata tutta, mettere il composto in un contenitore da Pacojet e mettere a congelare. Presentazione: Comporre sul piatto delle righe di coulis ai frutti di bosco e adagiarvi sopra la pera. Far girare una volta sola nel Pacojet il gelato alla casatella, formare una pallina con l’apposito attrezzo e disporla sul piatto. Finire di decorare utilizzando frutti di bosco interi. di Luigi Sartini Chef ristorante “Righi” San Marino 44 Pera sciroppata al Cynar con coulis di frutti di bosco e gelato alla casatella Pacojet Jubilee Edition, Sirman 69 ASSOCIAZIONI E CONSORZI / CONSORTIUMS AND NEW INITIATIVES a cura di Marco Valletta Federazione Italiana Cuochi LA PERA COME BANCO DI PROVA DEL CUOCO PROVETTO Vortex, Sirman Diciamo sempre ai nostri iscritti, aderenti alla Federazione, che un bravo chef deve imparare a conoscere gli alimenti nella loro struttura. Informarsi sempre, essere a conoscenza della materia prima che si ha a disposizione è un punto fondamentale per diventare un cuoco di prestigio. Spesso assistiamo a performance televisive dove l’aspetto artistico tende a prevaricare sull’aspetto culturale e scientifico della cucina. Vogliamo porre l’accento su questo argomento parlando proprio della pera, anche se il discorso potrebbe essere valido anche per altri alimenti. Conoscere ad esempio la tipicità della frutta pera, l’impiego ideale in stagione, ci porterà a costruire ricette e menu sempre in sintonia con il nostro territorio. Saper poi usare le giuste attrezzature per mondare il frutto è importante per capire se è meglio usare un “economo” a lama di acciaio o di porcellana. Conoscere come fare per evitare che la pera ossidi, potendo usare le classiche gocce di limone in acqua oppure adagiare le pere sbucciate nel solo latte magro. Capire come fare per evitare che, delicate come sono le pere, diventino subito “matte” per botte o trascuratezza dell’operatore, capire di conseguenza che conservare la pera con il suo picciolo le rende più resistenti. Spesso le vogliamo rendere in poltiglia fine, ma se non usiamo strumenti ad alta velocità adeguati, il risultato non è dei migliori. Per questo con un buon “Vortex” ad alta velocità con la giusta dose di umidità, in cui la pera è immersa, il risultato è piacevolmente sorprendente. Scegliere se cucinare la pera pelata intera, a spicchi in sottovuoto o in vaso cottura, non dipende dal fatto di saper o non saper usare la tecnologia, ma se la struttura della pera è in grado di sostenere pressioni alte o temperature spinte. Spesso condiamo salse ed intingoli a base di pera, con TIPOLOGIA DI PERA OLFATTO STRUTTURA GUSTO Il profumo è caratteristico. La polpa è profumata, fondente, soda, poco succosa e caratterizzata da una certa granulosità. Il sapore è dolce e zuccherino. SANTA MARIA: adatta per dolci classici, macedonia di frutta. Il profumo è fresco e un po’ erbaceo. La polpa è bianca, succosa, fine e compatta; Il sapore è aromatico e dolce. SPADONA: adatta per guarnire piatti di carne glassate. Il profumo ricorda un po’ il limone. La polpa è bianco-giallastra, appena fondente, succosa e fine. Il sapore è zuccherino, con una leggera punta di acidulo. WILLIAM: adatta per produrre salse di accompagnamento a carni bianche. Il profumo è mieloso. La polpa è succosa e tenera, fondente, di colore bianco. Il sapore è aromatico e zuccherino. WILLIAM ROSSA: adatta per produrre salse di accompagnamento a formaggi stagionati. Il profumo è caratteristico e moscato. La polpa bianca, fondente, morbida e succosa. Il sapore è dolce-acidulo. 44 PASSACRASSANA: adatta per insalate di pesce o per formaggi grassi. 70 molte spezie o erbe aromatiche, ma ci ricordiamo che ogni pera, nella sua qualità, ha già un suo caratteristico patrimonio olfattivo e gustativo? E poi, l’impiego della buccia in quanti l’applicano? Spesso viene eliminata perché solo pochi chef ne sanno valorizzare le strutture cromatiche o aromatiche che la buccia conferirà alle nostre preparazioni. Poi non dimentichiamo la funzione della buccia, se trattata in liquidi zuccherini o melassati. Ma la signora pera, frutto molto intrigante, se deve essere usata a basse temperature, sappiamo trattarla con attenzione? Il “pacossare” potrebbe essere una soluzione intelligente per ottenere i risultati migliori. Molti sottopongono la pera alle cotture più svariate; e se invece si scoprisse che al microonde la pera dà il meglio di se stessa? Occorre che il cuoco sia attento a scelte consapevoli e ragionate nella manipolazione dell’alimento pera (e questo vale anche per tutti gli altri alimenti) per cui impariamo a cucinare le pere e forse scopriremo se questo sarà il nostro mestiere. ASSOCIAZIONI E CONSORZI / CONSORTIUMS AND NEW INITIATIVES Diario di Bordo della N.I.C. a cura di Marco Valletta LA PERA E LE COMPETIZIONI Un frutto che spesso viene utilizzato nelle competizioni è la pera. Per le sue diverse varietà e per le sue consistenze, viene scelta dagli chef per diverse preparazioni gastronomiche. Fermo restando che la stagionalità è prerogativa dell’alimento “pera”, bisogna imparare a riconoscerla molto bene. Uno chef ben preparato sa che la pera non può essere impiegata indistintamente, ma dovrà sceglierla per la sua determinata caratteristica, parleremo di struttura, del profumo e del gusto, ma soprattutto per la sua resa gastronomica. Non tutte le pere possono essere ridotte in poltiglia, alcune sono più adatte di altre per diventare confettura, oppure quella determinata pera, pur manipolata più volte, non si depaupera facilmente e può essere versatile in cucina o pasticceria. La scelta della pera viene misurata dallo chef in base all’impiego gastronomico. In alcuni casi però noi cuochi siamo un po’ superficiali, spesso non teniamo conto della tipicità della pera, non riconosciamo il profumo, oppure pensiamo che il sapore delle pere sia irrilevante. Questo accade perché noi guardiamo solo alla sua struttura in cottura e alla sua resistenza. Vorrei darvi per questo un suggerimento con la seguente tabella che, come al solito, ciascuno potrà poi mettere alla prova ed arricchire, migliorandola ed ampliandola. TABELLA DELLE PERE IN CUCINA OLFATTO STRUTTURA GUSTO ABATE FÉTEL: può essere utilizzata per ricette con pesce affumicato. Il profumo è gradevole e aromatico. La polpa bianca, fondente, fine e molto succosa. Il sapore ben equilibrato fra lo zuccherino e l’acidulo. ANGELYS: può essere utilizzata per ricette con formaggi e piatti di carne. Il profumo è molto gradevole. La polpa è fondente, fine e succosa. Il sapore è aromatico e zuccherino. ENGLISH CONFERENCE: può essere utilizzata per ricette con formaggi e piatti di formaggi stagionati. Il profumo è caratteristico. La polpa di colore bianco avorio dalla consistenza fondente. Il sapore dolce e molto succosa. COSCIA: può essere utilizzata per ricette con formaggi semi-stagionati e piccanti. Il profumo è piuttosto erbaceo aromatico. La polpa leggermente granulosa. Il sapore è delicato, aromatico e zuccherino. DECANA D’INVERNO: può essere utilizzata per ricette con carni succulenti. Il profumo è mieloso. La polpa è bianca, compatta, succosa, e leggermente granulosa. Il sapore è dolce. DECANA DEL COMIZIO: cotta al forno per dolci ripieni, torte classiche della nonna. Il profumo è fruttato un po’ speziato. La polpa è succosa, compatta e resistente alla cottura. Il sapore è dolce. KAISER: adatta per la cottura, pere al vino, come guarnizione e contorni. Il profumo è fruttato un po’ speziato. La polpa è bianca tendente al giallastro, consistente e compatta, leggermente granulosa, non molto succosa. Il sapore è aromatico e spesso le note acidule prevalgono su quelle dolci. 44 TIPOLOGIA DI PERA 71 ASSOCIAZIONI E CONSORZI / CONSORTIUMS AND NEW INITIATIVES Associazione Nazionale Cuochi Italiani L’INGREDIENTE IDEALE IN CUCINA di Sonia Re Direttore marketing e comunicazione A.P.C.I. Le pere hanno tutte le caratteristiche per essere un ingrediente ideale da utilizzare in cucina: abbondanza di fibra insolubile, indice di sazietà piuttosto elevato; sapore dolce, conferito dal fruttosio, che ne garantisce comunque un basso contenuto calorico. Se oltre a queste caratteristiche nutrizionali pensiamo anche al gusto dolce e particolare, diventano un ingrediente perfetto nelle ricettazioni per soddisfare sia il palato che il benessere dell’organismo. L’uso più conosciuto è sicuramente nella preparazione di dolci, tuttavia si presta molto bene anche per piatti salati, con la solo difficoltà di saper calibrare il mix dolce/salato per non risultare stucchevoli, e mantenere un buon equilibrio gustativo. Per facilitare questa operazione spesso si utilizzano ingredienti dai sapori corposi (formaggi decisi), e ci si aiuta con le spezie che più si prediligono. Vi presento oggi la ricetta di Marco di Lorenzi, chef dell’Alexander Hotel di Pesaro, vice presidente dell’Associazione Professionale Cuochi Italiani - Regione Marche, chef giovane e capace che esalta in questa ricetta l’utilizzo delle pere in un abbinamento creativo e gustoso. “Alexander Museum Palace Hotel” Viale Trieste 20 61100 Pesaro Crostini alle pere caramellate e Culatello Prodotto: culatello della tradizione veroni Categoria: viva il party / Cuoco autore: Marco di Lorenzi Ingredienti per 4 persone: 8 fette di pane casareccio; 2 pere varierà Decana; 1 rametto di rosmarino; 1 cucchiaio di miele di acacia; g. 100 di Culatello della Tradizione Veroni, 1 noce di burro. Tagliare le fette di pane in modo che siano in “Finger Food”. Tostarle poi leggermente in forno. A parte sbucciare e tagliare le pere a fettine sottili irregolari. In una padella antiaderente metter la noce di burro, il miele, il rosmarino e le fettine pere. Caramellare velocemente per pochi minuti. Fare raffreddare. Disporre le pere sul pane, mettere nel piatto i crostini e adagiarvi sopra il culatello tagliato fine. THE IDEAL INGREDIENT IN THE KITCHEN Pears have all the right features to be an ideal ingredient in the kitchen: rich in insoluble fibre, meaning they are very filling, sweet thanks to the fructose but with a low calorie content. If we add its sweet, special flavour to these nutritional properties, it becomes a perfect ingredient that satisfies both the palate and the needs of our organism. The most widespread use is in desserts, but pears are excellent in savoury dishes as well, the only difficulty being finding the right balance between sweet and savoury, so that the dish is not nauseating and is well balanced. This is often made easier by using stronger flavoured ingredients as well (tasty cheese for example) and a wide variety of spices. Today I am suggesting a recipe by Marco di Lorenzi, chef at the Alexander Hotel in Pesaro, Vice President of the Professional Italian Chefs’ Association – Marche Region, a young and skilled chef who enhances the pears in this recipe with a creative and flavoursome combination. Candied Pear Croutons and Culatello Product: Culatello della Tradizione Veroni Category: party time Author chef: Marco di Lorenzi Serves 4: 8 slices of rustic bread; 2 Decana pears; 1 sprig of rosemary; 1 spoonful of acacia honey; 100 g of Culatello della Tradizione Veroni; 1 knob of butter. Cut the slices of bread into finger food strips and toast them lightly in the oven. Peel the pears and cut them into narrow, uneven slices. In a non-stick pan place the knob of butter, honey, rosemary and pear slices and candy quickly for a few minutes. Leave to cool. Place the pears on the toasted bread, and then place the croutons on the plate with the thinly sliced culatello on top. 44 APCI: È MANCATO CARLO RE, PADRE DELLE BERRETTE BIANCHE ITALIANE. 72 È mancato nella notte di domenica 9 giugno, all’età di 83 anni, Carlo Abramo Re, il papà delle Berrette Bianche d’Italia. Una grande perdita che lascia una grande eredità: una famiglia allargata che porterà sempre il segno distintivo di un uomo leale e appassionato. Nella triste occasione tutto lo staff di Zafferano magazine porta le sue più sentite condoglianze alla famiglia Re. La notizia giunge ad un paio di mesi dal rinnovo delle cariche all’interno dell’Associazione Professionale Cuochi Italiani che ha eletto nell’Assemblea Generale tenutasi a Modena nuove figure per la Direzione Nazionale dell’APCI. Il rinnovo delle cariche è stato deciso per rinfrescare l’immagine associativa e renderla maggiormente coerente con l’obiettivo di diventare non “UN”, ma “IL” punto di riferimento per la ristorazione professionale di qualità, pur mantenendo un forte legame con il passato e con la tradizione. Da qui la votazione unanime dei fondatori APCI Carlo Re, Luigi Ugolini e Ugo D’Orso quali Consiglieri a Vita. L’Assemblea Generale ha eletto: Presidente Nazionale: Roberto Carcangiu - Modena; Direzione Nazionale: Sonia Re - Milano Consiglio Generale: Soci Fondatori - Consiglieri a Vita: Luigi Ugolini (Toscana) e D’Orso Ugo (Campania); Consiglieri Nazionali: Ferrarini Sergio (Romagna), Perin Giorgio (Piemonte), Arfè Antonio (Campania), Cocchi Michele (Emilia). ASSOCIAZIONI E CONSORZI / CONSORTIUMS AND NEW INITIATIVES Chaîne Des Rôtisseurs UN’ASSOCIAZIONE E UN PIATTO D’ANTICHE ORIGINI AN ANCIENT ORIGINS ASSOCIATION AND FOOD The origins of the Chaîne des Rôtisseurs date back to 1248 in France, where it was founded with the endorsement of King Louis IX. He was the first monarch to realise that his populace was beginning to travel around the country and needed sustenance during their journeys, and he ordered the establishment of an organisation identifying appropriate places where travellers could find procure food and wine along. Initially, the members of the order were only permitted to offer roast goose, but over time their privileges were extended in response to the popularity of these places. The result was the Chaîne des Rôtisseurs, which even boasts its own coat of arms, and served as a tradesman’s guild. The association prospered until Napoleon banned all guilds, but it was revived again in 1950 by a group of great French chefs. It has continued to grow ever since, and is now present in approximately 80 countries worldwide with over 25,000 members. It is represented practically throughout the whole of Italy, where its members – a healthy mix of amateurs and professionals – share ideas and offer their services willingly to raise the standards of and promote the country’s culinary arts. For this article, I asked the prominent Chaîne Confreres Giorgio and Biancarosa of Ristorante Montanella in Arquà Petrarca to present this unusual and sophisticated recipe of Medieval origin from the culinary traditions of Padua, which uses pears and other fruits. Papero alla frutta Piatto della gastronomia padovana del ‘600 Ingredienti per 4 persone: un’anatra giovane; un limone pelato; 3 pere; uva o ciliegie; un cucchiaio di olio extravergine di oliva; una noce di burro; un cucchiaio di zucchero; un bicchiere di vino. Attrezzatura necessaria: una pirofila, una padella. Tipo di cottura: in forno. Tempo di preparazione: due ore e mezza. Grado di difficoltà: difficile. Si conserva: no. Note sulla tradizione: Messer Mattia Gieger, gastronomo padovano del ‘600, ne “I tre trattati” edito a Padova nel 1639 cita questo piatto. Questo libro si trova alla biblioteca Universitaria di Padova. Anche Giuseppe Maffioli nel suo libro della cucina padovana parla del Geiger e della sua opera. Descrizione della ricetta: Pulire e fiammeggiare bene un’anatra. Togliere la buccia ai limoni. In una pirofila disporre l’anatra con l’olio e il sale. Inserire nel ventre un limone sbucciato, le pere a pezzi, l’uva (o le ciliegie) e cuocere in forno a 120 °C per circa tre ore. A metà cottura girare l’anatra, bagnare il papero con un bicchiere di vino bianco e ultimare la cottura alzando la temperatura a 180 °C per 15 minuti circa. Togliere dal forno quando sarà di un bel colorito bruno, estrarre la frutta dal ventre e passare a setaccio con il fondo di cottura. Presentazione su piatto singolo: Disporre su un piatto caldo il sugo di cottura al centro appoggiandovi sopra un quarto di anatra e guarnire con la frutta. Abbinamento cibo-vino: Colli Euganei Cabernet d.o.c. Duck with fruit A 17th Century recipe from the culinary traditions of Padua Ingredients (serves 4): one young duck; a peeled lemon; 3 pears; grapes or cherries; a tablespoon of extra virgin olive oil; a knob of butter; a tablespoon of sugar; a glass of wine. Utensils needed: an oven dish and a frying pan. Cooking method: roasting. Preparation time: 2½ hours Difficulty: hard. Storable as a preserve: No. History: This recipe is mentioned in the book ‘I tre trattati’, published in Padua in 1639 by the renowned 17th Paduan Century gastronome Messer Mattia Gieger, and which can now be found in the Padua University library. Giuseppe Maffioli’s book on Paduan cuisine also mentions Geiger and his work. Procedure: Clean and singe a duck thoroughly. Peel the lemons. Place the duck in an oven dish with oil and salt. Insert a peeled lemon, pieces of pear and the grapes (or cherries) in the body cavity of the duck, then roast for approximately three hours at 120°C. Halfway through the cooking time, turn the duck over and sprinkle with a glass of white wine. Finish off with approximately 15 minutes at 180°C. Remove from the oven when golden brown in colour. Remove the fruit from the cavity and pass through a sieve together with the cooking juices. Presentation of individual portion: Pour a puddle of the sieved cooking juice on a hot plate, arrange a quarter duck on the sauce and garnish with the fruit. Wine paring: Colli Euganei Cabernet DOC. di Romolo Cacciatori Bailli del Veneto e Conseiller Gastronomique National d’Italie della Chaîne des Rôtisseurs Appartenente alla Venerabile Confraternita del ‘Bacalà alla Vicentina’ Ristorante “La Montanella”, via dei Carraresi 9 35032 Arquà Petrarca (Pd) tel. 0429. 718200 Giorio Borin e la moglie Biancarosa 44 L’associazione Chaîne des Rôtisseurs nasce nel 1248 in Francia, “benedetta” da Luigi IX che, per primo, aveva capito che la gente cominciava a muoversi nel territorio e aveva necessità di nutrirsi e pertanto fece indicare dei luoghi appropriati dove i viandanti potevano procurarsi cibo e vino. All’inizio erano permessi solo gli spiedi e le oche come prodotto sacrificale, poi la cosa si ampliò visto il successo che riscontravano. Nasce così la Chaîne des Rôtisseurs con tanto di insegne araldiche, ma anche con funzione di mutuo soccorso. L’associazione crebbe e prosperò fino a quando Napoleone cancellò tutte le associazioni, ma la Chaîne rinacque nel 1950 per merito di grandi cuochi francesi e si allargò sempre più tanto che oggi è presente in circa 80 Paesi nel mondo e conta oltre 25.000 aderenti. In Italia è ben rappresentata praticamente in tutta la nazione ed è un felice connubio fra Amateur e Professionel che si scambiano idee e offrono servizi per aumentare il livello e il gradimento della cucina nazionale. Al ristorante Montanella di Arquà Petrarca che annovera Giorgio e Biancarosa Confrères prestigiosi della Chaîne ho chiesto di presentare una curiosa e ricercata ricetta di origine medievale e appartenente alla cucina padovana antica che prevede l’utilizzazione delle pere insieme ad altra frutta. 73 A TUTTA BIRRA! / MAKE MINE A BEER! FRUIT WITH FRUIT BEER FRUTTA ALLA FRUTTA Un piatto con purea di pere si può ben accompagnare con birre altrettanto fruttate. Fruttate non inteso come aromi tipici derivati dai lieviti, bensì con aggiunta di frutta fresca durante la fermentazione. In questo piatto al fine di sgrassare gustativamente la coda di manzo ci viene in aiuto l’agrodolce appunto delle “birre Lambic”. La fermentazione spontanea delle birre crea quel sapore acidulo poi smorzato dalla frutta dolce, in questo caso le pesche, che ben si allineano all’utilizzo della sangria per la marinatura. Un abbinamento tutto sommato semplice, fresco ed in linea con la frutta secondo l’ordine pera-sangria-pesca. Entrambe le birre sono belghe a fermentazione spontanea, la “St. Louis pêche” e la “Lindemans pêcheresse”. Di grado alcoolico molto basso (2,5°vol. la Lindemans) vanno servite fredde, conservate al riparo dalla luce ed a temperatura cantina quando non prossime al consumo. Coda di manzo stracotta nella sangria con purea di pere e insalata di verdure arrostite The perfect accompaniment for a dish with pear puree would be an equally fruity beer. But with ‘ fruity’, I’m not talking about the distinctive bouquet of yeast, but a beer to which fresh fruit is added during fermentation. For the recipe presented here, the sweet-sour character of a ‘Lambic’ beer helps to counter the fattiness of the oxtail on the palate. The natural fermentation of these beers produces an acidic note that is attenuated by the sweetness of the fruit – and in this case, the fruit in question is peach, which fits in perfectly with the sangria used as a marinade. This is essentially a very simple, refreshing combination of fruity flavours with the pear, the sangria marinade and the peach all complementing one another. For this recipe we have chosen two naturally fermented Belgian beers, “St. Louis peche” and “Lindemans pecheresse”. Both are low in alcohol (just 2.5% by vol. in the case of the Lindemans pecheresse) and must be served cold and stored at cellar temperature away from light. di Michele Gilebbi cuoco e Alberto Assi esperto in analisi sensoriale Oxtail slow-braised in sangria, with pear puree and mixed roast vegetables Ingredients (serves 4): 1 Kg oxtail, 3 litres sangria, celery, onion, garlic, bay leaf, juniper, black peppercorns and sweet paprika to taste Cut the tail into pieces and marinate for 24 hours in the sangria together with the other ingredients. Braise in the marinade. When cooked, separate the meat from the bone while still hot and form into the shape of a sausage using kitchen film. Leave to cool. Peel and core 4 pears, cook sous-vide and blend to obtain a puree. Cut the oxtail sausage into medallions and reheat in the microwave, saucing with the filtered sangria cooking liquid, then serve with the pear puree and roasted seasonal vegetables. Ingredienti per 4 persone: 1 kg di coda di manzo; 3 litri di sangria; sedano, cipolla, aglio, alloro, ginepro, pepe nero in grani e paprika dolce qb. NE 1880, Panasonic 44 Tagliare la coda a pezzi e marinarla 24 ore nella sangria con l’aggiunta degli aromi elencati. Brasarla nella stessa marinata fino a cottura, spolparla a caldo e con l’aiuto della pellicola ricompattarla come un salame. Lasciar raffreddare. Cuocere 4 pere pelate e private dei noccioli sottovuoto e frullarle ricavando una purea. Rigenerare la coda tagliata a medaglioni al microonde, glassarla con la salsa filtrata di cottura della sangria e impiattarla con la purea di pera e delle verdure di stagione arrostite. 75 LA RUBRICA DELL’OLIO EXTRAVERGINE D’OLIVA / THE EXTRA VIRGIN OLIVE OIL PAGE I MIGLIORI OLI DELLA SECONDA TIPOLOGIA di Renzo Ceccacci Membro del Panel Regionale Marche per la degustazione dell’olio extravergine d’oliva 1 Comincioli Via Roma, 10 25080 Puegnago del Garda (BS) Tel 0365 651141 [email protected] 2 De Carlo Via XXIV Maggio, 54/B 70020 Bitritto (BA) Tel 080 630767 [email protected] 3 44 Fattoria Altomena Via Campicuccioli, Loc. Formicaio 50060 Pelago (FI) Tel 055 8301001 [email protected] 76 I monovarietali di Bianchera, Casaliva, Coratina, Cornetta, Frantoio, Moraiolo, Ogliarola Garganica, Pendolino, Raggiola, Razzo, Razzola, San Felice, Sargano di Ascoli, appartenenti alla seconda tipologia, hanno quale denominatore comune il livello medio di fruttato, amaro e piccante, con profumo prevalente di mandorla verde e leggeri sentori di erba e carciofo. Lascio al lettore la gioia di scoprire su quali piatti possano dare la massima soddisfazione. Erede di 14 generazioni di viticoltori ed olivicoltori, Gianfranco assieme alla moglie Elisabetta ed ai figli Roberto e Andrea ha scelto di produrre, nel suo frantoio dotato di tecnologia continua a 2 fasi, esclusivamente oli da olive denocciolate. Tra questi il monovarietale di Casaliva, molto fluido e con amaro e piccante in totale armonia, aggiunge ai profumi della tipologia fini e gradevoli sentori di erbe aromatiche. Descritta già nel precedente numero di questa rivista con un monovarietale di Ogliarola inserito nella prima tipologia, questa Azienda di antiche tradizioni olearie merita anche questa presentazione per l’alta qualità del suo monovarietale di Coratina, che ha una lieve prevalenza dell’amaro sul piccante e migliora le caratteristiche comuni alla seconda tipologia con l’aggiunta di profumi di cicoria, lieve pomodoro ed erbe aromatiche. L’Azienda di 310 ettari posti su un’intera collina sovrastata da un castello che è il risultato delle distruzioni e ricostruzioni di Etruschi (da cui il nome Altomena), Romani e Longobardi, produce Chianti DOCG ed altri vini di qualità. Da 46 ettari di oliveto con 9.000 piante per il 90% di Frantoio ottiene oli pluripremiati, tra cui il Legno d’Olivo, monovarietale biologico di Frantoio, ben corrispondente alla tipologia e caratterizzato dal piccante piacevolmente prevalente sull’amaro. THE BEST TYPE TWO OILS Bianchera, Casaliva, Coratina, Cornetta, Frantoio, Moraiolo, Ogliarola Garganica, Pendolino, Raggiola, Razzo, Razzola, San Felice and Sargano di Ascoli single variety oils all fall within the second oil type, and share a medium intensity fruitiness, bitterness and pungency, a predominant bouquet of green almond and subtle hints of grass and artichoke. I will leave it up to the reader to discover the dishes that bring the best out of these oils. The descendent of 14 generations of wine and olive growers, Gianfranco – with the help of his wife Elisabetta and his sons Roberto and Andrea – has chosen to produce oils exclusively from pitted olives in his two-stage continuous flow press. These include single variety Casaliva, an oil that is very fluid on the palate with perfectly balanced bitter and pungent elements, with the typical aromas of the type complemented by elegant and pleasant notes of aromatic herbs. A producer that has already featured in a previous edition of this article for its single variety Ogliarola (type one) oil, this company, which boasts long oil-making traditions, deserves another mention here for the outstanding quality of its single variety Coratina, an oil in which the bitter element prevails slightly over the pungency, and where the classic characteristics of a type two oil are enhanced with notes of chicory and subtle hints of tomato and herbs. A farm with 310 hectares of land covering an entire hill overlooked by a castle that stands on a site originally built in Etruscan times (hence the name Altomena), and subsequently destroyed and rebuilt by both the Romans and the Lombards, which produces Chianti DOCG and other prestigious wines. The oils produced from its 46 hectares of olive groves, planted with 9000 trees (90% Frantoio variety), have won numerous prizes. These include Legno d’Olivo single variety organic Frantoio oil, which perfectly represents the characteristics of the type, with a pungent element prevailing slightly over the bitter component. LA RUBRICA DELL’OLIO EXTRAVERGINE D’OLIVA / THE EXTRA VIRGIN OLIVE OIL PAGE 4 Le Aziende Agricole Ferrara, che comprendono Posta Locone, 265 ettari nell’agro di Canosa di Puglia di cui oltre 110 coltivati ad oliveto e Fontana Rosa, 260 ettari nell’agro di Manfredonia utilizzati per cereali, pomodori da industria ed ortaggi, sono condotte percorrendo la strada della qualità. Il monovarietale di Coratina Posta Locone, nettamente amaro ed apprezzabilmente piccante, aggiunge all’impronta della tipologia il profumo fresco di cicoria. The Ferrara family farms, which include Posta Locone (265 hectares in the countryside of Canosa in Puglia, 110 of which planted with olive trees) and Fontana Rosa (260 hectares in the Manfredonia area, producing cereals, tomatoes for the food industry and vegetables) are managed with a keen eye for quality. Posta Locone single variety Coratina oil has a distinct bitterness and a marked pungent element, with a fresh note of chicory adding to the characteristics of the type. Fondata nel 2.000 questa Azienda, che coltiva e produce anche capperi e fiori di cappero, conduce un oliveto che è tra quelli più a Nord al mondo, potendo godere del microclima gardesano. Nel frantoio aziendale con tecnologia continua a 2 fasi vengono lavorate le olive da cui deriva il monovarietale biologico di Casaliva, perfettamente corrispondente alla tipologia e vivacizzato dal piccante di poco in evidenza sull’amaro. Founded in 2000, this farm – which also grows capers and caper flowers – owns one of the most northerly olive groves in the Giacomini Valerio world, which benefits from the favourable microclimate of Lake Via Villavetro 25084 Garda. The farm’s own two-stage continuous press processes Gargnano (BS) the olives used to produce single variety organic Casaliva oil, Tel 0365 71134 which represents the type perfectly, with a liveliness conferred by a 335 5946441 pungency prevailing slightly over the bitterness. [email protected] Giuliano ed Anna Alfani nella loro Azienda offrono accoglienza agrituristica, ma producono vino, mieli uniflorali e soprattutto oli monovarietali. I tre assaggiati, monocultivar di Frantoio, Moraiolo e Pendolino, hanno buon equilibrio di amaro e piccante e sono rispettosi delle caratteristiche tipologiche, con il Moraiolo arricchito da lieve pomodoro ed il Pendolino prevalentemente erbaceo che sfuma sulla foglia di pomodoro e la cicoria. Un oliveto di 30 ettari con al centro una splendida villa ottocentesca arabeggiante in cui vengono accolte non più di 3 persone sono sufficienti ad esprimere lo stile che Emidio Alvisi ha voluto dare alla sua Azienda. Il Villa Uva, monovarietale biologico di Coratina, conferma la volontà di ricerca della qualità con i profumi di mandorla, erba e carciofo e l’amaro leggermente sovrastato dal piccante. 719538 335 356733 [email protected] 5 With the help of her husband and children, Paola Jori runs an agritourism farm with free-range poultry and small livestock, breeds Haflinger and Quarter Horse horses and – most importantly – cultivates 350 olive trees, many of which planted recently. Laghel 7 single variety organic Casaliva oil is an archetype of a type two oil, with its bouquet of almond, artichoke and grass, and with a pungency that is a slightly more intense than its bitter element. As well as running an agri-tourism business, Giuliano and Anna Alfani also produce wine, single flower honeys and single variety olive oils on their farm. The three single variety oils tasted for this issue – Frantoio, Moraiolo and Pendolino – have well balanced bitter and pungent elements and faithfully reflect the characteristics of the type, complemented in the case of the Moraiolo oil by subtle tomato notes, and by predominantly grassy notes with hints of tomato leaf and chicory in the case of the Pendolino oil. A 30 hectare olive grove with, at its heart, a magnificent arabesque 19th century villa offering accommodation for no more than 3 guests, epitomises the exclusive atmosphere that Emidio Alvisi has created for his olive farm. Villa Uva single variety organic Coratina oil is proof of his dedication to quality, with its bouquet of almond, grass and artichoke, and with a bitterness element predominated slightly by a pungent element. 6 Laghel 7 Via Laghel, 7 - 38062 Arco (TN) 335 8240654 [email protected] 7 Miciolo I Greppi di Silli Via Vallacchio, 19 50020 Mercatale Val di Pesa (FI) 055 8217956 [email protected] 8 Villa Uva Contrada Cruste – SP 130 Lucera - Biccari Km 0,350 - 71036 Lucera (FG) 329 6335755 [email protected] 44 Aiutata dal marito e dai figli, Paola Jori gestisce un Agriturismo ed alleva animali da cortile in libertà e cavalli di razza Haflinger e Quarter Horse, ma soprattutto coltiva 350 piante di olivo, molte delle quali di recente impianto. Il monovarietale biologico di Casaliva Laghel 7, buon alfiere della seconda tipologia con i suoi profumi di mandorla, carciofo ed erba, ha il piccante leggermente più intenso dell’amaro. Fratelli Ferrara Via Piave, 10 - 71121 Foggia (FG) Tel 0881 77 SERATA SIRMAN Di Luciano Arquilla L’ULTIMO TANGO A ZAGAROLO? NO, UNA BELLA SERATA TRA AMICI! VA NUO E SED V i asp et Via Giardini Sud, 120 41026 Pavullo Nel Frignano (MO) direzione Querciarossa Tel e Fax: 0536325967 [email protected] www.mhfservice.it studioverde.it A V O U N A N I C U C A C I T T DIDA tiamo! Quando finalmente il mio amico Nereo ci ha gratificato con una visita nella nostra azienda a Roma, conoscendo il buon palato del Sig. Marzaro, mi sono detto: dove lo porto a cena? La scelta è ricaduta su un mio cliente di vecchia data, la famiglia Delle Fratte di Zagarolo, ristoratori dal 1931. Il locale ricavato dalla vecchia scuderia del palazzo Ruspigliosi, offre all’entrata un portale del 1600 tutto scalpellato a mano nel tufo e da qui si ha accesso ai locali del ristorante. Prima dell’inizio della cena abbiamo vissuto, in diretta televisiva, il discorso del nostro simpatico Papa Francesco con il suo proverbiale “buona sera a tutti”. Erano circa le 20.30. Rinfrancati nello spirito dal lieto evento dell’elezione del nuovo Papa, ci siamo seduti a tavola con davanti una selezione di salumi rigorosamente tagliati con affettatrice Sirman Palladio 370 Red che faceva bella mostra di sé al centro del locale. Si è poi passati al primo piatto obbligatorio del locale: i famosi “spaghetti in forma” presentatici in tavola all’interno di una forma di pecorino romano, scavata apposta per amalgamare il tutto uniformemente. Abbiamo continuato col cosiddetto tordo matto, che non è un volatile, come pensava il Sig. Balestra, bensì involtini di carne del vannino con un battuto di lardo e spezie varie. A seguire animelle di vitellone croccanti alla piastra, insalatina dell’orto con olio di olivo dioscuri di Cori (LT). Molto apprezzato il vino della casa imbottigliato nelle proprie cantine site nelle colline dei Castelli Romani, vino Comera bianco prodotto da uve autoctone dei Castelli Romani dal titolare Sig. Daniele Delle Fratte. Che altro dire, la discesa in ascensore, 30 metri scavati nel tufo, ci portava al parcheggio dove il simpatico Sig. Tancredi ci ha allietato con qualche aneddoto di vita Zagarolese. È stato bello per me e i miei soci poter finalmente contraccambiare, in parte, la spettacolare ospitalità che Sirman ci riserva ogni volta che c’è l’occasione, ma anche per dimostrare che anche dalle nostre parti ci sono posti giusti dove allietare lo spirito ed il palato convalidando così i rapporti interpersonali ed aziendali con reciproca soddisfazione. N.B: l’ultimo tango a Zagarolo, parodia dell’ultimo tango a Parigi anni ’70 con Franco Franchi e Ciccio Ingrassia. SICUREZZA ALIMENTARE / FOOD SAFETY PER..LE! Possiamo cuocere le pere sottovuoto? Certamente, si possono cuocere intere o a pezzi, in sciroppo (acqua e zucchero), oppure al naturale come spicchi (adagiati in questo caso su un’apposita tavoletta da inserire nel sacchetto). Si eviti di perdere tempo dopo averle sbucciate e si confezionino velocemente le pere sottovuoto per limitarne l’ossidazione . La successiva cottura, in forno a vapore o in bagno termostatato, ci darà una pera cotta dall’aspetto naturale originario con colori molto intensi e consistenze molto piacevoli e particolari. Vale la pena? Dipende ovviamente dall’obiettivo desiderato e dal risultato cercato, nonché dal prezzo di vendita del piatto finito: la padronanza della tecnologia deve essere sempre accompagnata dalla conoscenza delle regole di buona prassi gestionale: il food cost è spesso una buccia di banana! Esiste il pela pera? Forse non serve…Nella cucina di una casa di riposo con 220 ospiti, due “cuoche” impiegavano complessivamente 3h per sbucciare 2 casse di mele (circa 30 kg), da cuocere successivamente. Facendo 2 calcoli veloci risultava che ogni addetta impiegava circa due minuti per mela! Prima osservazione: uno spelucchino sarebbe stato più adatto di un coltello da tavola a lama seghettata e punta arrotondata. Seconda osservazione: le mele non possono essere cotte con la buccia? R: “si è sempre fatto così. I nostri ospiti sono abituati alle mele senza la buccia”. Viene acquistato un pela-affetta mele (con motorino elettrico per evitare il movimento ripetitivo - e stressante - del polso). Dopo avere spiegato alle cuoche come utilizzare tale nuovo strumento (mai dare nulla per scontato), una sola cuoca sbucciava tranquillamente le solite due casse di mele in una sola ora e mezza, ovvero metà del tempo impiegato in precedenza e con una notevole riduzione degli scarti. Ottimo risultato, ma non finisce qui… Terza osservazione: bisogna proprio cuocere le mele senza buccia? Stavolta la domanda viene posta all’amministrazione nel seguente modo: “qual è stato il turn-over degli ospiti negli ultimi anni? R: indicativamente il 40-45% annuo”. Appare evidente che le abitudini riguardano più gli operatori che gli ospiti. Quarta osservazione: “come fate con le pere cotte? Ma che domanda. È ovvio che vengono cotte con la buccia!!!”. Conclusione: oggi, in quella struttura, mele e pere godono di pari dignità e vengono cotte intere, con indubbi benefici sulla funzionalità intestinale degli ospiti (e risparmi di tempo a livello di manodopera). Inutile cercare il pela pere: sbucciatrice, leva torsolo o taglia spicchi,… sono costruiti su misura per le mele. L’utilizzo con le pere non è vietato, ma il risultato non è sempre garantito. di Luigi Tonellato FCSI, “Mastergroup Srl” PEAR…LS! Can pears be vacuum cooked? Of course! They can be cooked whole or in pieces, in syrup (water and sugar) or as they are cut into segments (arranged on a special sheet for insertion in the bag). You avoid wasting time after peeling them and the pears can be vacuum packed quickly to limit oxidation. Subsequent cooking (in a steamer or thermostatic bath) will restore the cooked pears’ original natural appearance with bright colours and a pleasing distinctive texture. Is it worth it? Obviously it depends on the objective and result you want to achieve, not to mention the selling price of the finished dish. Mastery of technology must always be accompanied by knowledge of the rules of good management practice – food cost is often a banana skin! Is there such a thing as a pear peeler? Perhaps you don’t need one. In the kitchen of a residential home with 220 guests, two “cooks” took a total of three hours to peel two crates of apples (about 30 kg) for cooking. A rapid sum shows that each person took about two minutes per apple! First observation: a paring knife would have been more suitable than a table knife with a saw edge and rounded point . Second observation: can’t apples be cooked unpeeled? Answer: “We’ve always done it this way. Our guests are used to peeled apples.” An apple peeler/slicer was bought (with an electric motor to avoid repetitive – and stressing – movements of the wrist). After explaining to the cooks how to use this new appliance (never take anything for granted), just one cook easily peeled the usual two crates of apples in just an hour and a half, obviously half the time taken previously with a considerable reduction in waste. An excellent result, but that was not the end of it. Third observation: do you really need to peel the apples before cooking? This time, the question was put to the administration as follows: “What has been the turnover of guests in the last few years?” Answer: “About 40-45% a year”. It seems obvious that the habits are those of the operators rather than the guests. Fourth observation: “And how do you cook pears? But what a question! Obviously they are cooked with their peel!” Conclusion: Today, in that residential home, apples and pears enjoy equal dignity and are cooked whole, with undoubted benefits on the functioning of the guests’ intestines (and savings in work time). It is a waste of time looking for a pear-peeler – peelers, corers and cutters are all made to measure for apples. Use with pears is not prohibited, but the result is not always guaranteed. Softcooker con vasca 2 in 1, Sirman PIZZA E PANIFICAZIONE / PIZZAS AND BREADMAKING Sfogliatine al profumo di farro con pere di Alessandro Negrini Maestro pizzaiolo ed esperto in panificazione Il frutto senza ombra di dubbio alcuno più poliedrico è la pera. Il suo utilizzo lo troviamo dagli antipasti, passando ai primi, deliziosi secondi, così via fino al dolce. Quale locazione migliore allora per la pera se non in un pane da abbinare magari, visto l’avvicinarsi della calda stagione, ad un fresco piatto estivo, ad esempio di pesce? Con la continua ricerca di farine cosiddette “speciali” il farro cade proprio dal pero! Ingredienti: Kg 0,900 farina “00” W 300; g 100 farina di farro; Hercules 40 TA, Sirman 20 g madre acida; acqua lt 0.550; g 20 lievito fresco; g 25 sale in gemme di Camargue; g 20 olio di avocado; 2 pere Williams. Impastare con tecnica pizza classica a breve lievitazione, versare le farine nella Hercules e fare ossigenare a velocità 1, versare tutta l’acqua con il lievito sciolto e, dopo un minuto, il sale e l’olio. Impastare a velocità 2 per altri sei minuti. Fare riposare l’impasto coperto per circa un’ora. Sfogliare una porzione di impasto con sfogliatrice creando una striscia larga circa 20 cm, spessa 0,5 cm, e disporla orizzontalmente. Disporre le pere affettate sottili con tutta la buccia, una fianco all’altra, coprire con la pasta e disporre un altro strato come realizzato precedentemente. Coprire anche questo con il lembo di pasta rimanente. Otterrete quindi una striscia lunga a due strati. Tranciare con spatola ogni 3 cm: otterrete così porzioni da circa 5cm x 3 cm. Disporre le sfogliatine in teglia teflonata e fare lievitare per circa 90 minuti a 32°C con 35% di umidità. Infornare in forno a convezione a 128° tutto vapore per 15 minuti, poi passare a cottura mista 187°con 30% umidità per circa 10/15 minuti. Sfornare e servire preferibilmente calde. BIRRE DI QUALITÀ / QUALITY BEERS TRIBUTO ALLA 44 di Alberto Assi Esperto in analisi sensoriale 80 Shila! Tributo al gusto affumicato dal Mastro Birraio Muller. Shila è una birra rossa prodotta con malto torbato. In particolare durante la maltatura (in essicazione) viene bruciata la torba, la quale fornisce un cereale che dà retrogusto affumicato, tipo il malto inglese utilizzato per la produzione dei whisky. Ma questo è uno standard per la produzione delle birre affumicate e/o torbate. La peculiarità qui sta nell’abilità di utilizzare un processo molto particolare, tradotto nel metodo antico della chiarificazione utilizzando trucioli di legno (legno tostato con retrogusto di vaniglia) con una maturazione di almeno 4 settimane con aggiunte e decantazione in modo da assorbire le particelle in sospensione chiarificando la birra per una settimana e, dopo setacciatura, l’imbottigliamento. La torbatura della Shila resta delicata e non gustativamente invaden- Puff pastries with spelt and pear The pear is undoubtedly the most multifaceted of all fruits. It can be used in every course, from antipastos and entrees to main dishes and desserts. With the warm season just around the corner, what better use for the pear could there be than as an ingredient in a bread to be served, for example, with a fresh summer fish recipe? And with today’s increasing interest in out of the ordinary flours, this recipe also offers an ideal opportunity to use spelt. Ingredients: 900 g “00” W 300 flour; 100 spelt flour; 20 g sourdough; 550 ml water; 20 g fresh yeast; 25 g Camargue flake salt; 20 g avocado oil; 2 Williams pears. Make a dough using the standard short leavening pizza method. Tip the flours into the Hercules dough mixer and oxygenate at speed setting 1. Add all the water, containing the previously dissolved yeast, then add the salt and oil after one minute. Mix the dough at speed setting 2 for another six minutes. Cover the dough and leave to rest for approximately an hour. Roll a portion of the dough with a puff pastry roller to make a sheet of pastry approximately 20 cm long and 0.5cm thick, and place lengthwise on the work surface. Arrange thin slices of unpeeled pear side by side on the pastry. Cover with pastry and arrange a second layer of pear slices. Cover the second layer by folding over the excess pastry to make a long, two-layered strip. Cut every 3 cm with a spatula to make individual portions approximately 5 x 3 cm. Place the pastries on a non-stick baking tray and leaven for approximately 90 minutes a 32°C with 35% humidity. Bake at 128 °C in a convection oven for 15 minutes with the steam fully open, then bake in mixed mode at 187 °C with 30% humidity for approximately 10-15 minutes. Remove from the tray and preferably serve while still hot. SHILA A TRIBUTE TO SHILA Shila! A tribute to smokiness by master brewer Muller. Shila is a red beer made from peated malt. Peat is burned during the drying stage of the malting process, giving the cereal that smoky aftertaste typical of the British malt used to make whisky. This, however, is a standard procedure in producing a smoky or peated beer. What makes this beer so special is the adoption of an unusual clarification process based on an ancient method, where the beer matures for at least 4 weeks with toasted wood chips (which give a vanilla aftertaste). Chips are added and the sediment decanted during this period, to gradually remove the particles in suspension and clarify the beer, which is then filtered and bottled. The peaty BIRRE DI QUALITÀ / QUALITY BEERS te, ma sempre pronta ed ideale ad accompagnare salame, speck od altri affettati affumicati, così come accompagnamento da meditazione con un buon sigaro. Il grado alcoolico di 6,6 °vol. non è eccessivo ma ideale, nella convivialità come citata dal Mastro Birraio innanzi al caminetto e, aggiungerei, anche in numerose occasioni dove la torba richiama il calore ed un gusto strutturato. Da servire in bicchiere a calice o tipo “teku” (ci permettiamo di introdurre un bicchiere particolare, ma già conosciuto e collaudato chiamato appunto “teku”, dalla forma geometrica particolare, tipo tulipano ma squadrato e spigoloso, in grado di amplificare qualsiasi aspetto aromatico di natura olfattiva). La Shila è una birra di bassa fermentazione da conservare al riparo dalla luce ed a temperatura cantina quando non prossima al consumo. component in Shila is delicate and does not overwhelm other flavours, yet is always perceptible, making this the ideal companion for salamis, speck and other smoked cured meats, or as a meditative beer enjoyed together with a fine cigar. The moderately high alcohol content of 6.6 % by volume is ideal – as the master brewer himself says – for the conviviality of the fireplace, or, I might add, for any other occasion where the structured flavour of peat is evocative of warmth. Serve in a goblet or a “teku” glass – a type which, while tried and tested, appears for the first time here, and with an angular, squared tulip shape that amplifies aroma. Shila is a low fermentation beer and must be stored in a cool place away from light at cellar temperature if not served immediately. CUCINA ITALIANA NEL MONDO LA CUCINA VENETA ALLE CANARIE ti dai buongustai”. Con Tenerife, Matteo ha un legame anche sentimentale: qui ha conosciuto Veronica, un’argentina, che è diventata sua moglie e dalla quale ha avuto Maria Luz, una bella bambina di 16 mesi e che ora è in attesa del secondo figlio. Da alcuni mesi Matteo è chef per la catena dei Relais du Silence, prestigiosi hotel e ristoranti di charme, che raggruppa 200 strutture distribuite in dieci paesi europei. Case padronali, mulini, masserie e dimore di grande fascino immerse nella natura, fanno della tranquillità la nuova filosofia della vacanza. Strutture uniche di livello medio alto, tutte di piccole dimensioni, mai oltre le 50 camere, che sanno garantire il massimo relax. Luoghi autentici dove si vivono emozioni vere ed il tempo non ha più valore, in quanto si dimentica il quotidiano. Come la Tenuta delle Ripalte a Capoliveri (Isola d’Elba. www.relaisdusilence.com) dove i ritmi frenetici diventano un ricordo. La proprietà di quasi 400 ettari, è circondata da 12 chilometri di costa, con baie intagliate nell’impervia scogliera che ospita la più grande colonia di gabbiani reali. Non a caso è chiamata la Costa dei gabbiani: qui il mare ha i colori caraibici. Al centro della tenuta la villa ottocentesca, dimora estiva dei marchesi Tobler-Theodoli, di dieci camere, circondata da macchie di pino domestico e campi coltivati a viti. Qui, nel ristorante Calanova,in attesa di ritornare alle Canarie, è al lavoro Matteo Cantarello che prepara piatti tipici della gastronomia toscana. Una volta dentro parlano i sensi, in quanto la sua cucina privilegia solo i prodotti del territorio e le ricette si ispirano alla tradizione isolana, non ultima quella legata anche ai piatti preferiti da Napoleone durante i dieci mesi di soggiorno forzato all’Isola d’Elba. di Donato Sinigaglia Giornalista, professionista 44 “La mia più grande soddisfazione? Quella di aver fatto apprezzare la vera zuppa di cipolle alla veneta a Tenerife, come la facevano mia nonna e mia mamma”. Matteo Cantarello, 34 anni, di Este (Padova), diploma di chef all’Istituto Alberghiero di Adria (Rovigo) ha esportato la cucina veneta tradizionale alle Canarie. Dalle zuppe alla pasta e fagioli, dai “risi e bisi”, ai risotti con i fegatini, con gli asparagi, al baccalà “alla polesana” (con il rosso del pomodoro) o alla vicentina (in bianco), per finire alla tenerina padovana e alla sbrisolona, Matteo Cantarello è riuscito a far conoscere alla clientela internazionale del Grand Hotel El Mirador di Tenerife la ricette della tradizione legate ai prodotti del territorio. La passione per la buona cucina fatta di cibi semplici e gustosi, il giovane chef l’ha ereditata dalla mamma Silvia Biaggio che gestiva una trattoria a Caerano San Marco (Treviso). Cibi semplici e gustosi: come i frutti di mare serviti con aglio, prezzemolo e limone. “Così li faceva la mamma”, chiosa Matteo. E così li ha fatti conoscere con successo a Tenerife. “Nella preparazione dei miei piatti - dice Cantarello - prediligo prodotti Igp, in particolare il riso Carnaroli del Delta del Po e il Vialone Nano di Isola della Scala (Verona). Sono produzioni di nicchia che possono dare grandi soddisfazioni e sono apprezza- 81 LA CUCINA DEI GRANDI di Cristina Mocci Architetto e giornalista LA FAME DEL BURATTINO studioverde.it PINOCCHIO LIDO VV Cremosità consistente ENEGO Potenza e Silenziosità ASOLO ICE Ghiaccio in quantità … e Perfettamente tritato ITAL ITALSERVICE srl Via Vanoni 14 - 35010 - Curtarolo (PD) - Italy Tel. +39 049-9630654 - Fax +39 049-9639021 service [email protected] - www.ital-service.it …Intanto cominciò a farsi notte, e Pinocchio, ricordandosi che non aveva mangiato nulla, senti un’uggiolina allo stomaco, che somigliava moltissimo all’appetito. Ma l’appetito nei ragazzi cammina presto; e di fatti dopo pochi minuti, l’appetito diventò fame, e la fame, dal vedere al non vedere, si convertì in una fame da lupi… Pinocchio e la fame, la fame dei poveri, ossessiva, violenta, senza controllo. A questa, il buon burattino non può mai sfuggire perché nel mondo in cui vive o si mangia o si viene mangiati. Non è un mondo borghese, sofisticato, ma un mondo di avventura-sventura: il conflitto si svolge tra poveri, e le uniche concessioni sono veccie, torsoli, tozzi di pane, le pere con la buccia. Appena scappato a Geppetto, Pinocchio si ritrova solo con i morsi della fame, appena avvista un uovo solitario in mezzo alla spazzatura pensa subito al miglior modo per consumarlo rimanendo ammutolito una volta rotto il guscio, di fronte all’apparizione di un pulcino. Un’altra notte Pinocchio, spinto dalla fame entra in un campo per raccogliere pochi grappoli di uva moscatella, ma rimane preso alla tagliola. In un’occasione il burattino può ambire ad un succulento piatto composto da un fritto misto di triglie, naselli, muggini, sogliole, rischiando di finire egli stesso dentro la padella dopo l’infarinatura che aveva subito il pesce. Nel mondo di Pinocchio sembra che a mangiare siano i furbi: Mangiafuoco ad esempio, ma celebre è la scorpacciata del Gatto e la Volpe grazie ai zecchini dell’ingenuo figliolo: 35 triglie con salsa di pomodoro e 4 porzioni di trippa alla parmigiana per il Gatto, mentre la Volpe si accontenta di una lepre in dolce-forte con pollastre ingrassate e galletti di primo canto. Pinocchio sogna canditi, torte e panettoni: la Fata Turchina, per corromperlo a seguire uno stile di vita più ordinato lo “compra” con pane e cavolfiore. Non gli basta però. Nel momento in cui si dedica al babbo malato, alla Fata debilitata, al suo futuro si accorge di non essere più burattino ma un bambino. E la fame finalmente se ne va. NEL MONDO / AROUND THE WORLD NATIVE CHINESE PEARS China is the largest producer of pears in the world, and while they are mainly for internal use they are also exported to Asia and Russia. Native varieties of pears have been cultivated in China for more than 2000 years, and the one really worth mentioning is the Nashi (⋉Ộ), originally from central China it has also spread to Korea and, above all, Japan, hence the name of Nashi which means pear in Japanese. It has certain qualities that distinguish it from the more common pears, like its large size, the smooth and very delicate peel and the colour, ranging from bronze to golden (for the more precious examples), or from yellow to green. It is round and flattened, like an apple, but very juicy, compact, crisp and not at all acid like pears normally are. It is sweet, perfumed and very thirst quenching, containing a lot of water and mineral salts, including magnesium and potassium. It La Cina è il maggiore produttore mondiale di pere, che appeared in America in the 19th century with the Chinese vengono in larga parte destinate al mercato interno, ma immigrants, it is called an apple-pear and is only cultivated anche esportate in Asia ed in Russia. Sul territorio cinese in states with a high Asian population. At the end of the 80s, sono presenti coltivazioni di pere autoctone da più di 2000 Nashi production began in Europe as well and after an initial anni. Fra queste vale la pena menzionare la pera Nashi (⋉ period of popularity, consumption fell rapidly. In China Ộ and Japan Nashi pears are often given as a gift, especially in Corea e soprattutto in Giappone da cui nasce il nome, in the more precious examples that must have a perfect peel. quanto pera in giapponese si dice appunto Nashi. Ha delle Another original variety of pear from China is the fragrant - pear (俉Ộ ), which comes from ni, come la pezzatura che è piuttosto grande, la buccia liscia the province of Xinjiang and is e molto delicata ed il colore che varia dal bronzo al dorato mainly cultivated in the area ! around the city of Kaorla. " # It is very popular with the polpa è succosa, compatta, croccante e non acida come Chinese for its fragrant, !$ # tender and juicy pulp. !% - It is small, an irregular sio e potassio. oval shape and ranging In America, dove è comparsa per la prima volta nell’Ot- from green to yellow, tocento con gli immigrati cinesi, è chiamata mela-pera e with a very fine peel viene oggi coltivata solo in quegli stati americani dove which is consequently # ! normally eaten and not &')*+ # - removed. duzione di Nashi ma, dopo un primo periodo di popolarità, il consumo è diminuito rapidamente. Spesso in Cina, come in Giappone, la pera Nashi viene regalata, in particolare gli esemplari più pregiati che devono avere una buccia !/3 te (俉Ộ 4! 6 47 ed è soprattutto coltivata nell’area della città di Korla. È molto apprezzata dai consumatori cinesi per la sua polpa ! " # !"8cia è molto sottile e per questo di norma viene mangiata. di Simona Ceresani Responsabile della sede di Shanghai di Sirman Spa 44 LE PERE AUTOCTONE CINESI 83 DIRITTO ALIMENTARE LE PERE WILLIAMS E ROCHA ALLO SCIROPPO O AL SUCCO NATURALE DI FRUTTA 44 di Annalisa Case Consulenza Legale in diritto alimentare 84 Sul mercato esistono molte varietà di pere che si differenziano per aspetto, colorazione, forma, qualità organolettiche, durezza della polpa, periodo di commercializzazione e modalità di conservazione, ma tutte rispondono a caratteristiche minime di qualità normativamente previste. Una particolare disciplina relativa a questo frutto si inserisce nel quadro di regime di aiuti alla produzione per taluni prodotti previsto dalla normativa comunitaria per l’organizzazione comune dei mercati nel settore dei prodotti trasformati a base di ortofrutticoli. Trattasi del regolamento CE 1559/2006 che stabilisce i requisiti minimi per le pere Williams e Rocha allo sciroppo o al succo naturale di frutta previsti, appunto, nel quadro del regime di aiuto alla produzione. Il regolamento si riferisce esclusivamente a pere della specie Pyrus Communis L., varietà Williams e Rocha, fresche, sane, pulite ed adatte alla trasformazione. La normativa contiene una serie di definizioni inerenti alle possibili preparazioni del prodotto indicando per “frutto intero” il frutto con il torsolo e con o senza picciolo; per “metà” il frutto privo di torsolo, tagliato in due parti approssimativamente uguali; per “quarti” il frutto privo del torsolo, tagliato in quattro parti approssimativamente uguali; invece per “fette” è indicato il frutto privo di torsolo, tagliato in più di quattro parti cuneiformi; ed ancora per “dadi” il frutto, privo di torsolo, tagliato in pezzi cubici. Il regolamento richiede che ogni recipiente contenente pere, rigorosamente Williams o Rocha, allo sciroppo o al succo naturale di frutta, possa contenere solo una tipologia di presentazione con frutti o parte di essi di dimensioni praticamente uniformi, con il colorito corrispondente alle varietà utilizzate, pur con eventuale coloritura lievemente rosata ammessa. I frutti devono essere esenti da elementi estranei di origine non vegetale e da sapori ed odori estranei, presentandosi carnosi, di possibile consistenza variabile ma non eccessivamente molli né eccessivamente duri. Devono altresì essere esenti da elementi estranei di origine vegetale, buccia, unità difettose e unità danneggiate meccanicamente. I frutti o le parti di essi sono considerati di dimensioni prati- camente uniformi quando in un recipiente il peso dell’unità più grande non supera il doppio del peso dell’unita’ più piccola. Il regolamento, inoltre, nel dettare tale specifica regolamentazione prevede una serie di tolleranze ammesse nei limiti di determinate percentuali espresse in numero o riferite a 10 kg di peso netto sgocciolato. Pertanto, sono definite “unità difettose” i frutti che presentano sulla superficie alterazioni del colore o macchie che contrastano nettamente con il colore generale del frutto e che possono penetrare nella polpa, in particolare ammaccature, ticchiolature e macchie scure; le “unità danneggiate meccanicamente” sono invece unità tagliate in più parti, considerandosi un’unità l’insieme delle parti che, riunite, raggiungono le dimensioni di un’unità intera, oppure unità mondate eccessivamente e che presentano sulla superficie profonde scanalature che ne deteriorano gravemente l’aspetto. Per “buccia”, invece, si intende sia la buccia aderente alla polpa sia quella trovata sciolta nel recipiente. Seguono le definizioni degli “elementi estranei di origine vegetale” che indicano sostanze vegetali che non fanno parte del frutto o che, pur facendone parte, avrebbero dovuto essere rimosse durante la lavorazione. Sono invece “sostanze del torsolo” le logge dei semi o parti di esse attaccate o non attaccate al frutto, con o senza semi; mentre per “semi di pera sciolti” si indicano i semi non contenuti nel torsolo, bensì trovati sciolti nel recipiente. La normativa comunitaria prevede inoltre che le pere e lo sciroppo o il succo naturale di frutta contenuti in un recipiente debbano occupare non meno del 90% della capacità in acqua del recipiente stesso, indicando percentuali determinate di prodotto a seconda della presentazione rapportate all’acqua del recipiente. Il regolamento disciplina ancora la presentazione del prodotto richiedendo che su ogni recipiente utilizzato debba essere apposta una dicitura con l’indicazione della data e dell’anno di produzione, nonché del trasformatore. Questa dicitura può essere apposta sotto forma di codice e deve essere approvata dalle autorità competenti dello Stato membro in cui viene effettuata la produzione. IL CIBO RACCONTA LA CRISI chiacchierato un po’ di più, anche per sapere qualcosa di questo nuovo arrivato che viveva da solo ma il giovane aveva tagliato corto, vista l’insistenza nel fare domande dell’altro. Gironzola per la casa; si siede al computer; si rialza e guarda l’ora. Vuoto, vuoto pneumatico, vuoto assoluto. “E sono in ritardo di due mesi”, constata! Si avvicina al sacchetto della frutta e prende una pera. Bella, ben fatta, colori pieni, saturi. Cerca un coltello e la taglia a metà, di netto. Tra la polpa bianca, che gronda umore, c’è un cuore marrone scuro, disgustoso. “Guasta, per la miseria, è guasta, eppure da fuori sembrava splendida”. Riaccosta le due metà e il frutto sembra tornato come prima. La ripone delicatamente sul tavolo, sorreggendola col sacchetto di carta, in modo che mantenga la sua forma primitiva, ma questa, lentamente, si separa nelle sue due parti. Ritenta la ricomposizione ma non ha successo. Respira a fondo: “ci siamo!”, si dice. Agita il mouse, lo schermo riprende vita e la storia ha inizio. “Federico Astolfi, procuratore presso la Terza Sezione Penale del Tribunale di Padova, aveva dei forti sospetti. Ma non osava decidersi. Molti indizi gli avevano insinuato nel cervello l’idea che sua moglie lo tradisse. Mezze frasi, improvvise assenze, continue riunioni con i colleghi dell’azienda presso cui era segretaria di direzione. Ma mai, durante gli anni di matrimonio precedenti, la signora Astolfi era stata tanto gradevole e ottima compagna. Aveva il dubbio che la pera fosse guasta dentro, malgrado la bellezza esterna non facesse presagire nulla di ciò. Esitava a scatenare quel lungo processo che porta a dolori e incomprensioni. Sapeva che se avesse tagliato in due il frutto e i suoi sospetti non si fossero rivelati veritieri, qualcosa si sarebbe rovinato per sempre”. di Flavio Bisson Consulente di direzione 44 Come al solito, era in ritardo. Doveva consegnare all’editore il primo capitolo del terzo libro, sul quale aveva ricevuto un congruo anticipo e aveva davanti lo schermo bianco, intonso, del suo piccolo portatile. Il primo libro era stato un successo inatteso: pubblicato in sordina da un editore trevigiano, era balzato agli onori in testa alle classifiche per quell’incomprensibile percorso per cui magnifici capolavori vanno al macero dopo tre mesi e altri, come il suo, avevano avuto cinque ristampe in un mese. Era stato anche intervistato come caso letterario del momento e la benevolenza del pubblico era stata favorita anche dal fatto di essere uno scrittore di successo a trent’anni. Le vendite del libro erano state una manna per la casa editrice che era stata puntuale nel versargli i diritti d’autore e, con altrettanta solerzia, lo aveva messo sotto contratto per la pubblicazione di altri cinque romanzi, in altrettanti anni. Lui aveva firmato, sicuro della sua fantasia e del suo talento. Il secondo era andato un po’ meno bene ma sempre, comunque, con tirature da far schiattare d’invidia i vecchi amici del circolo letterario. E adesso non aveva più birra in corpo. Niente di niente; nessuna idea su dove andare a parare. Aveva affittato un vecchio casale sulle colline di Asolo, pensando che la quiete dei posti avrebbe favorito la sua concentrazione. Si era anche comprato l’ultimo gioiello della fabbrica di Cupertino ma zero virgola zero. Aveva perfino chiesto alla fidanzata di non andarlo a trovare per un paio di settimane. Tutto inutile. Adesso era lì, sul tavolo sotto l’ampio portico da cui guardava la pianura padana, velata di foschia e piena di capannoni, in piena crisi da foglio bianco. Aveva spento il cellulare perché sapeva che, come l’avesse acceso, sarebbe apparsa la chiamata “rosso vivo” del suo editore. Bisognava capirlo: anche lui s’era speso in promesse con i lettori in attesa.- Ehi, ehi! – una voce lo chiama dal portone sul retro. Per la sua tranquillità non aveva fatto mettere il campanello all’ingresso. Va a vedere: è un venditore ambulante che serve le case della zona. Che fare? Meglio distrarsi un po’ e sceglie della frutta a caso, più che altro per il colore. Il fruttivendolo viaggiante avrebbe 85 ECONOMIA AVVENTURE DI UNA PARTITA DI PERE DAL CILE A ROTTERDAM 44 di Maurizio Favaro Consigliere “Invexport” export manager 86 Attraverso un’attività di distribuzione all’ingrosso di frutta, vendiamo i nostri prodotti nel corso di tutto l’anno compensando la mancata produzione invernale con le importazioni da Paesi sotto l’Equatore, come Cile e Sud Africa. Recentemente, una nostra partita di pere tipo Williams provenienti proprio dal Cile, stivata in un container da 40 piedi, sbarcava al porto di Rotterdam dove lo spedizioniere locale che curava tutte le operazioni di importazione (disistivaggio, scaricazione, sdoganamento) ci addebitava, per la prima volta, la voce “THC allo sbarco” – circa 600 euro – motivandola con le “condizioni di nolo” (a noi del tutto sconosciute) applicate, secondo quanto da lui asserito, dalla Compagnia di Navigazione in aggiunta al costo di trasporto che noi, invece, ritenevamo essere comprensivo di tutto, compreso lo sbarco, come nella precedente spedizione dal Cile. Cosa è cambiato? Erano spese che si potevano pianificare essendo la resa CIF Rotterdam? Sì, se lo spedizioniere tramite la Compagnia di Navigazione avesse comunicato a quali “condizioni di nolo”, appunto, quel trasporto sarebbe stato quotato. Il nolo marittimo, ossia il trasporto per mare, infatti, è il risultato finale di una serie di componenti che riguardano, oltre al mero valore del corrispettivo della trazione marittima preteso dalla nave (Compagnia di Navigazione) per questa prestazione, fondamentali operazioni quale il tiraggio a bordo, cioè la caricazione vera e propria, lo stivaggio e, una volta che la nave è giunta al porto di sbarco, le speculari operazioni di disistivaggio e scaricazione. Operazioni “corollarie” alla trazione, queste, che non sempre e non automaticamente sono comprese o escluse dalla quotazione del nolo. Ne deriva che solo il costo della trazione marittima è sempre necessariamente quotato. Per usi di porto e prassi locali, nel tempo consolidatisi in procedure internazionali condivise e diffuse, le operazioni “diverse” dalla trazione sono state individuate e codificate da Compagnie, Conferenze, Club di Armatori e Vettori, in tre diverse condizioni di nolo, dette anche Rese Navali che sono: FAS – PAL – FIO. Alla prima, che sta per Free Along Side, corrisponde la condizione più impegnativa per la nave e più vantaggiosa per l’utente in quanto il nolo quotato comprende le citate operazioni di caricazione e stivaggio (che, quindi, non andranno pagate a parte dal destinatario/ricevitore). Alla seconda cioè PAL, che sta per Palan, la nave comprende nel nolo “solo” lo stivaggio e il trasporto, ma non la caricazione (che è a carico del mittente). La terza condizione, FIO, ovvero Free In Out, è la meno impegnativa per la nave ma non per gli utenti che dovranno sobbarcarsi le spese di caricazione, stivaggio, disistivaggio e scaricazione. Dal che, deriva che le THC, Terminal Handling Charges, ossia le spese di caricazione all’imbarco e/o di scaricazione all’arrivo, sono comprese nel nolo solo quando lo stesso è quotato alle condizioni FAS. Nel caso in esame, allora, non resta che concludere che l’importazione di pere cilene sbarcate a Rotterdam prevedeva un prezzo CIF non comprensivo delle THC in quanto verosimilmente quotato alle condizioni PAL o FIO. Ed è quindi normale che tale voce (THC, appunto) gli sia stata addebitata. Per il futuro – e ciò, naturalmente, in funzione dei programmi e degli interessi del nostro lettore nelle importazioni via mare – è sempre bene ottenere dal fornitore anche queste apparentemente marginali (ma non le sono) informazioni sul prezzo di acquisto quando la resa è CIF (degli Incoterms) porto di arrivo (meno “tranquilla” e sicura di quella che sembra). A meno che non si voglia optare per un acquisto con contratto FOB per avere il controllo del trasporto e delle sue condizioni. Ma questa è un’altra storia… PASSIONE PREPARATI di Francesca Santin UN DELIZIOSO PIATTO SENZA GLUTINE Questa ricetta la dedico al mio gruppo Passione Preparati zero glutine. Reduci dal “I Meat”, fiera per la macelleria innovativa, con la nostra partecipazione attiva abbiamo dimostrato come piatti senza glutine possono essere visivamente accattivanti, squisiti e, non ultimo, digeribilissimi. È scientificamente dimostrato che un piatto preparato senza glutine si digerisce almeno un’ora prima. Vi proponiamo un piatto privo di glutine molto semplice da realizzare e di sicuro successo. Saccotino di vitello con cuore “perafondente” Ingredienti per 4 fagottini: 500 g di carne di vitello macinata piastra 4.5; 100 g di robiola doc; 35 g di mixburgher zero glut; 2 pere cubettate Abate Fetel; 50 g di cioccolato fondente a scaglie; panatura senza glutine grossa; pistacchi di Bronte in granella; fili di cipollotto Per questo fagottino è stata usata la carne di vitello macinata ed impastata insieme ad un formaggio fresco, come una robiola doc. È stato ben legato grazie ad una base senza glutine e senza allergeni, certificata di nuova generazione e specifica per impasti carnei. Con uno stampino in silicone gli abbiamo dato forma e creato un incavo per ospitare il ripieno. È stato legato con una fascetta di cipollotto fresco e fissata con due stecchini di bamboo. Abbiamo passato il bordo esterno con panatura senza glutine grossa e granella di pistacchi di Bronte. Per il ripieno “perafondente’’ è stata usata la varietà Abate Fètel. Regina di questa specie per la sua forma allungata, si presenta con una grana fine e una succosità spiccata dal sapore gradevole. Il cioccolato fondente 80% è stato reso a scaglie grosse e incorporato con la pera. Per una cottura perfetta si consiglia di preriscaldare il forno a 180° e cucinare per 10 minuti avendo cura di non far cuocere troppo la pera. EVENTI di Luigino Bruni A Reggio Emilia, nel cuore delle terre del melodramma, venerdì 24 maggio (ore 19.30) sul palcoscenico del Teatro Valli, quattro chef stellati - Mauro Uliassi, Bruno Barbieri, Gennaro Esposito e Gianni D’Amato – sono stati gli Chef all’Opera, una serata di show-cooking dedicata al Parmigiano Reggiano e ai prodotti tipici, condotta dalla giornalista Licia Granello e dallo scrittore e gastronomo Alfredo Tarrachini Antonaros, per la regìa di Marco Macceri. Tema di Chef all’Opera è stato il Parmigiano Reggiano, il formaggio italiano più noto al mondo; da sempre impiegato nell’alta ristorazione e ingrediente di una serie illimitata di ricette. I grandi chef, provenienti da diverse località italiane, hanno raccontato il loro rapporto particolare con il Parmigiano Reggiano. Il Teatro Valli, magnifico esempio di teatro d’opera ottocentesco, costruito per volere della cittadinanza in soli cinque anni, con una capienza sorprendente per l’epoca in grado di contenere i visitatori in occasione delle fiere, e il Parmigiano Reggiano con la sua storia millenaria, il suo ciclo di lavorazione perpetuo, le qualità intrinseche organolettiche, i suoi 20.000 addetti impiegati nei 384 caseifici, costituiscono un abbinamento forte, espressione di un’intera comunità. Primo a salire sul palcoscenico Mauro Uliassi del ristorante Uliassi di Senigallia che ha proposto Il Parmigiano e l’ape, un pre dessert composto da gelato di Parmigiano Reggiano, meringa all’idromele, miele barricato di Giorgio Poeta e polline. Gennaro Esposito del ristorante La Torre del Saracino di Vico Equense ha eseguito un Omaggio a Boccaccio, ravioli ripieni di tonno, capperi e acciughe, Parmigiano Reggiano e pomodorini del Piennolo. Bruno Barbieri oramai padrone della scena televisiva con il programma Master Chef, ha realizzato Le Uova in Cocotte con fonduta di Parmigiano Reggiano, polvere di bacon, nocciole e uova di salmone. Ultimo chef a mettersi ai fornelli Gianni D’Amato del ristorante il Rigoletto di Reggiolo con il PR.E.L ( come una lasagna) con il Parmigiano Reggiano, l’erbazzone cremoso e la spuma di limone, gli ingredienti che da sempre rappresentano un territorio di Reggio Emilia. Fantastica serata che si è conclusa con l’assaggio della preparazione di Gianni D’Amato. 44 CHEF ALL’OPERA 89 EVENTI 44 LA FORMA DEL (BUON) GUSTO 90 Qual è la forma del buon gusto? Esiste un’estetica del cibo? Si può parlare di design alimentare? A queste e a molte altre domande hanno risposto, fino allo scorso 2 giugno, rinomati artisti e chef con argomentazioni assolutamente convincenti e sfiziose in un contesto di grande fascino e suggestione come il MART di Rovereto, museo d’arte moderna e contemporanea a due passi da Trento. Con “Progetto Cibo. La forma del Gusto”, uno degli spazi museali più accreditati d’Italia ha portato cucina, arte, progettazione industriale, design nelle proprie sale ricorrendo ai più importanti protagonisti del mondo del design, quali Philippe Starck e Giorgetto Giugiaro. Il percorso espositivo, suddiviso per aree tematiche, è incentrato su una convinzione precisa: dietro ogni piatto d’autore c’è design e un’accurata progettazione alimentare. Lo dimostrano gli oggetti, le fotografie, i progetti, i brevetti e le immagini messe in esposizione come vere e proprie opere d’arte. Grande spazio è stato accordato anche alle interferenze tra cibo, la produzione di oggetti e le nuove tecnologie, in cui gli alimenti si trasformano in veri e propri oggetti d’uso, idee e materiali di partenza per creare gioielli, arredi, accessori per la persona. Uno straordinario intreccio di suggestioni visive e tattili che ha affascinato il visitatore portandolo a vivere a pieni sensi l’emozione di un viaggio all’interno di un mondo dalle mille sfaccettature, come quello del cibo e delle sue infinite trasformazioni. A dar ancor più forza alle argomentazioni museali, un ricco programma di eventi e delle sorprendenti serate di show cooking che hanno permesso agli ospiti di degustare dentro le sale del Mart i piatti di alcuni fra i più grandi chef del mondo come Carlo Cracco, Massimo Bottura, Gualtiero Marchesi, Antonino Canavacciuolo, Davide Oldani e Davide Scabin, uno dei più talentuosi interpreti della cucina di ricerca. Tra gli sponsor della parte più squisitamente “gastronomica” di questa interessante mostra Agraria Riva del Garda, Electrolux Professional, Sant’Orsola, Pastificio Felicetti e altri nomi significativi del settore alimentare tra cui anche Sirman, da sempre sostenitrice della “cultura del cibo” e promotrice della sua più ampia diffusione ad opera dei migliori chef, sostenuti da una tecnologia all’avanguardia per una cucina in continua evoluzione. Ricordiamo, infine, che è disponibile presso la sede del Museo il catalogo della mostra, utile strumento per approfondire le tematiche proposte durante l’esposizione. EVENTI CHEF DAY ECCELSA Nel cuore della Puglia, ad Alberobello, si formano le eccellenze dell’enogastronomia. Ed è qui, in un territorio ricco di risorse enogastronomiche e sapori mediterranei e dalla forte vocazione turistica, che Eccelsa, Istituto di Alta Formazione del Gusto Alimentare diventa contenitore di esperienze e professionalità che promuove e sostiene i concetti di tipicità, conservazione e valorizzazione delle tradizioni, unitamente all’aspetto salutistico e della corretta alimentazione all’insegna del vivere sano. In quest’ottica è stata organizzato, presso la sede formativa di Alberobello, l’evento “Chef Day Eccelsa”, dedicato alla figura dello chef, all’evoluzione della professione tra tradizione ed innovazione, alle competenze tecnico-manageriali e alla presentazione del nuovo catalogo formativo che sarà a breve on line. Entusiasta la risposta del pubblico alla manifestazione che ha visto la partecipazione di chef d’eccezione come Pierluca Ardito - vero genio creativo delle contaminazioni gastronomiche sotto il segno dell’eccellenza mediterranea - Daniele Caldarulo, Saverio Caputo, Luigi Chirico, Raffaele De Giuseppe, Antonio De Lorenzis, Francesco Favorito, Domenico Lillo, Giovanni Lorusso, Domenico Maggi, Vito Mangini, Paolo Miccolis, Giuseppe Palmisano Sezione Turismo Confindustria Bari e BAT e direttrice generale delle Terme di Margherita di Savoia; Pierangelo Argentieri - Responsabile Gruppo ChezVous, nonché presidente Federalberghi Brindisi; Domenico Basile - Direttore Gruppo Bluserena, Angelo Inglese Sarto e imprenditore. In rappresentanza del mondo scolastico: Giuseppe Verni - Dirigente Scolastico I.P.S.S.E.O.A. Castellana Grotte, Vito Nicola Savino - Presidente I.T.S. Agroalimentare Puglia; tra i media: Michele Peragine - Giornalista Rai3; esperti dell’enogastronomia nazionale, Giuseppe Baldassarre - Responsabile Nazionale Area Vino e Salute AIS e Vittorio Cavaliere Esperto enogastronomo e Responsabile Area Sud Italia della prestigiosa azienda Selecta. Chef day Eccelsa è stato anche spettacolo, con lo show cooking del Maestro Igles Corelli, protagonsita chiave della storia della cucina italiana d’autore. A fare da cornice al convegno, l’appuntamento con il finger food in un’esclusiva vetrina del gusto e dei sapori mediterranei curata dagli chef docenti di Eccelsa, tra cui Ardito e Luise. e molti altri ancora. Inoltre ricordiamo che Eccelsa annovera anche altri docenti di fama internazionale come Moreno Cedroni, Francesco Di Benedetto, Leonardo Di Clemente, Gianluca Fusto, Franco Luise, Nicola Michieletto, Guido Ongaro, Donata Panciera, Fabrizio Rivaroli, Sebastiano Spriveri, Giusy Verni, e altri ancora. Chef day è stato laboratorio formativo, con il convegno “Chef: evoluzione della professione. Dalla formazione alla glocalità”, magistralmente condotto dalla presentatrice televisiva Sabrina Merolla. Hanno preso parte al convegno rappresentanti delle istituzioni e del mondo imprenditoriale: Marina Lalli - Presidente Al termine dell’evento è stato presentato il programma di attività della nuova compagine della Nazionale Italiana Cuochi e il menù da concorso per il Salone Culinary di Basilea 2013, per cui Eccelsa metterà a disposizione la sua struttura come palestra ed allenamento della Nazionale. Oggi Eccelsa è una realtà in grado di rappresentare sul territorio un punto di riferimento stabile, per garantire nuove opportunità di informazione/formazione specialistica e d’eccellenza, in ambito turistico, enogastronomico ed agroalimentare, attraverso percorsi formativi rivolti a professionisti, cultori ed appassionati, con particolare attenzione riservata alle giovani promesse. 44 FORMARE E CREARE L’ECCELLENZA 91 IN BREVE IL MEETING WACS AD ABANO TERME Lo scorso aprile si è tenuto il Meeting dei Presidenti europei Wacs che ha riunito le rappresentanze di 23 associazioni nazionali del vecchio continente, oltre ai membri del Board mondiale e continentale nelle figure di Gissur Gudmundsson (Wacs President), Ragnar Fridriksson (Wacs Director) e i direttori continentali Srecko Koklic (Sud Europa), Kubec Miroslav (Centro Europa) e Brendan O’Nell (Nord Europa). La Federazione Italiana Cuochi, nella persona del suo Presidente Paolo Caldana e del Presidente Regionale FIC, Graziano Manzatto, hanno fatto gli onori di casa ai graditi ospiti alloggiati presso lo storico Hotel Trieste & Victoria di Abano Terme. La conferenza è stata un momento di confronto sullo sviluppo futuro della cucina continentale, sulle nuove esigenze della clientela in tempo di crisi globale. Nel meeting si sono anche esposte le linee programmatiche e le iniziative che la WACS promuoverà in futuro a livello comunitario ed è stata proposta l’idea di portare le Olimpiadi Culinarie di Erfurt in una manifestazione a carattere “internazionale/itinerante”. Un’occasione, quella del meeting, anche per mostrare agli ospiti il meglio del made in Italy, non solo dal punto di vista gastronomico ma anche culturale. Per la Federazione Italiana Cuochi si è trattato di un evento importante a riconoscimento anche della mole di lavoro negli eventi internazionali e di “peso” italiano nel panorama internazionale di categoria. 44 GRANDI SUCCESSI PER IL NUOVO TEAM VENETO CHEF AGLI INTERNAZIONALI D’ITALIA 92 Due ori, due argenti nei programmi di gara sono valsi per l’assegnazione dell’argento di squadra al neo fondato gruppo del Team veneto Chef dell’Unione Cuochi del Veneto, e 1 bronzo con il giovane Marco Tomasi nel caldo. Questi i sorprendenti risultati ottenuti dalla nuova compagine veneta nella quattro giorni di kermesse culinaria degli Internazionali d’Italia 2013 di Marina di Massa, svoltasi lo scorso marzo. Grande attenzione nella scelta del menù e degli alimenti rappresentativi del territorio dove la cucina veneta, espressa con maestria dai giovani chef del Team Veneto guidati dal loro coach Pierluigi Lovisa, si è distinta per originalità e semplicità. Anche il tavolo tematico è stato apprezzato e oggetto di consensi positivi. Se la Senior ha conquistato un argento di squadra con la prova del freddo, Marco Tomasi del Junior Team (figlio e nipote d’arte dei ben noti Gianluca e Berto), si è distinto nella prova del caldo con un soddisfacente argento. I componenti di squadra titolari dei 4 programmi erano: Pierluigi Lovisa (Team Chef), Franco Sanna (Chef), Raffaele Minute (chef), Cristian Lorenzato (chef pastry) e Stefano Pepe (Team Manager). A contribuire al successo delle prove gli strumenti ad alta tecnologia forniti da aziende del territorio - Sirman di Curtarolo (Pd), Irinox di Treviso, Orved di Musile sul Piave (TV) e la Unox di Cadoneghe (Pd) – che ringraziamo per il prezioso sostegno. NASCE LA “CONEGLIANO VALDOBBIADENE ACADEMY” PER SVELARE TUTTI I SEGRETI DEL PROSECCO Imparare a conoscere il vino in un click. Da oggi si può grazie alla Conegliano Valdobbiadene Academy, prima “scuola superiore” dedicata allo spumante più amato d’Italia. Idea nata dal Consorzio di Tutela Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore, si propone come un’accademia “virtuale” che farà conoscere in tutto il mondo in modo corretto lo spumante italiano più amato anche a chi non ha la possibilità di visitare il territorio. L’iniziativa è stata presentata anche al Vinitaly dove si è tenuto il corso base, della durata di 12 minuti, comprensivo di un test finale, dedicato all’area storica di produzione del Prosecco Conegliano Valdobbiadene: le carateristiche del territorio e dei vitigni, il metodo di spumantizzazione, la tecnica di degustazione, gli abbinamenti. Info: http://www.coneglianovaldobbiadene-academy.it/ SETTE NUOVI RISTORANTI DEL BUON RICORDO NELLA GUIDA 2013 Sette le nuove insegne del 2013 che propongono agli ospiti le loro specialità del Buon Ricordo, in carta tutto l’anno, frutto del territorio interpretato con fantasia e abilità dai loro chef: a Pescia (PT) il ristorante Atman con “Il maiale va al mare”; a Castrovillari (CS) La Locandadi Alia con” Carne ‘ncantarata con miele e peperoncino”; a Colico (LC) il Masanti’s Restaurant con IN BREVE CONTRAFFAZIONE ALIMENTARE, LA SINERGIA ITALO-FRANCESE VERONA. VINITALY SI CONFERMA VETRINA MONDIALE DEL VINO Il Vinitaly di Verona, edizione 2013: “Abbiamo raggiunto le 148.000 presenze, delle quali 53.000 estere a 120 Paesi: è un risultato importante che per uno dei settori di rilievo del made in Italy, che ancora traina la bilancia commerciale del Paese e dà lavoro e ricchezza ai territori e all’immagine dell’Italia nel mondo. Un incremento del 6% dei visitatori totali che premia le oltre 4.200 espositrici da più di 20 Paesi che hanno investito nel Vinitaly e riconoscono la centralità internazionale della rassegna”, commenta il Presidente di Veronafiere, Ettore Riello. “Il dato in crescita del 10% sugli esteri rispetto al 2012 – evidenzia Giovanni Mantovani, Direttore Generale di Veronafiere – è accompagnato dalla grande qualità dei visitatori. Si tratta sempre più di operatori specializzati, di buyer esteri provenienti dai mercati tradizionali, ma anche dai Paesi emergenti, sempre più interessati al vino italiano quali Cina e Russia”. In aumento anche le presenze di giornalisti che salgono a 2.643 da 47 Paesi, contro le 2.494 da 42 nazioni del 2012. Già vetrina mondiale del vino, con OperaWineExpo Vinitaly diventerà, a Verona, l’evento vitivinicolo più importante del calendario di appuntamenti previsti in Italia per l’Expo di Milano nel 2015, grazie all’intesa definita con l’Amministratore delegato di Expo 2015, Giuseppe Sala. Il Salone veronese va comunque oltre il momento espositivo: con la nuova iniziativa di e-commerce VinitalyWineClub con le tappe in Russia, Usa e Hong Kong di Vinitaly International (C.S.). CAMPARISODA, L’APERITIVO ITALIANO DAL 1932 Camparisoda, perfettamente dosato, da gustare ghiacciato con una fettina d’arancia, è l’ideale per una chiacchierata tra amici al bar, dopo il lavoro o come preludio di una cena a casa. Camparisoda è entrato nella quotidianità grazie al suo gusto unico ed inimitabile, prima ai tavolini dei bar e poi in tutte le case, può anche essere assaporato in una veste nuova, accompagnato da succo d’arancia o prosecco, che ne esaltano il sapore. A 80 anni dalla nascita, il rito del Camparisoda è ancora uno stile di vita che conserva il suo fascino mondano con una spruzzata di retrò che lo rende un vero e proprio pezzo di storia italiana. Lo si può gustare in molti modi. È possibile esaltare il sapore del perfetto mix di Campari e selz aggiungendo prosecco D.O.C. o aranciata amara. Ecco una proposta stuzzicante: Camparisoda e Prosecco doc: Versare una bottiglietta di Camparisoda freddissimo in un bicchiere colmo di ghiaccio, aggiungere una parte di prosecco D.O.C. Guarnire con una fetta d’arancia. 44 “La zuppa di pesci e verdure del lago di Como”; a Pisa l’Osteria del Violino con “la pappa al pomodoro con bottarga del Tirreno”; a Bellagio (CO) il ristorante Slice Blu con i “ravioli di pasta al mais e patata ripieni al salmerino e gamberi dei nostri torrenti”; a Santa Maria di Leuca(LE) il Ristorante Terminal con “frisella con le alici”; ad Ako (Giappone) il ristorante La cucina campana Sakuragumi con “l’Acqua pazza al limone”. Info: www.buonricordo.it “Ringrazio i colleghi italiani del Consorzio di tutela della Doc Prosecco per l’amicizia che ormai ci lega e per la preziosa collaborazione avviata sul fronte della lotta alla contraffazione. Tale sinergia è indispensabile per affrontare la sempre più allarmante questione delle frodi agroalimentari a livello internazionale”. Così ha dichiarato Domenico Avolio, responsabile Centro Informazioni Champagne Italia - rappresentanza del CIVC (Comité Interprofessionnel du vin de Champagne) in Italia a margine della conferenza dal titolo “Le forze di polizia a tutela dei produttori e dei consumatori” tenutasi nell’ultima edizione del VINITALY presso lo stand del consorzio Prosecco doc. “Siamo lieti di questa collaborazione con i nostri cugini francesi - gli ha fatto eco il presidente della doc Prosecco Stefano Zanette - perché la nostra denominazione ha deciso di investire gran parte delle proprie energie affrontando la questione della tutela a 360 gradi, soprattutto a livello internazionale dove il fenomeno dell’uso improprio della DOC Prosecco appare ancor più evidente”. “Il Consorzio della DOC Prosecco – ha spiegato il vice comandante del Naf ( Nucleo Agroalimentare Antifrodi) Amedeo De Franceschi - per primo ha voluto credere al progetto Opson, che rappresenta la prima iniziativa transnazionale di controllo alla contraffazione agroalimentare. Ora l’operazione Opson (dal greco ópson = cibo) ha raggiunto una sua maturità e coinvolge ben 29 Paesi. Il prossimo passo sará rendere permanente la rete di organi di controllo capace di contrastare efficacemente questo tipo di attività criminale a tutela dei produttori e dei consumatori”. 93 Libreria Chef in punta di dita “Mise en place” ricettario di Gianluca Tomasi e Marco Valletta di Stefano Baiocco Un prestigioso volume per ripercorrere la storia del 9 3 in quanti straordinari modi si possono creare e 3< 3 capolavori del gusto in punta di dita. Un compendio delle migliori creazioni culinarie 99= talento innovatore della scena gastronomica italiana. Passione, precisione, estro creativo sono gli ingredienti di questo volume corredato da ! € 45,00 RTA OFFE 0 7 2 € ,0 € 100,00 RTA OFFE 0 0 5 € ,0 Ricett’iss L’Arte di cucinare al microonde di Giuseppe Daddio di Autori Vari 8 criteri di armonia, calore e sapore. Un irresistibile > ! @8 6 straordinario manuale del cucinare al microonde 9 8 ! @8 ! € 50,00OFFERTA 0 € 23,0 € 60,00OFFERTA 0 € 34,0 Ricettario Cutter Ricettario Pacojet “Delizie d’Autore” di Fabio Galeazzi e Paolo Rossetti di Autori Vari Un omaggio ad un innovativo strumento di cucina 8 tecnologia al servizio del sapore. / ' 3 3 67 9 B gastronomico. Provare per credere! € 50,00OFFERTA 0 € 21,0 € 45,00OFFERTA 0 € 30,0 Ricettario Fantasie del Bere Ricettario Smemorandum di Luigino Bruni di Giorgio Nardelli / J 33 8 costituiscono dei veri e propri piccoli pasti. A curare 9 M6 grande maestria e gusto cromatico. Q personaggio di spicco della Federazione Italiana T 3M < con alle spalle una lunga e appassionante carriera e cucina il proprio mestiere. € 50,00OFFERTA 0 € 30,0 € 60,00OFFERTA 0 € 36,0 Ricettario Olimpic Meat My Modern Cooking di Bruno Mambelli di Autori Vari Un gustoso trattato di preparazione di piatti di carne, 8 tempo, ma amano la buona tavola. Gli autori sono V8 da tenere sempre a portata di mano! $ !/ grandi attrezzature. E lo dimostrano le straordinarie ricette raccolte in questa sorta di manuale, curato "< WX < 3 3 ! € 60,00OFFERTA 0 € 34,0 Validità fino al 31/7/13 € 60,00OFFERTA 0 € 35,0 Visita “Libreria Sirman” sul sito www.sirman.com studioverde.it . . . o t s u g i d e n o i Quest IN LIBRERIA Curato e scritto da Sabina Merolla, questo libro accompagna i lettori in una selezione di itinerari tratti dai viaggi televisivi di “Buon Vento”, trasmissione ideata e condotta dalla stessa autrice per valorizzare le enormi risorse culturali, turistiche ed enogastronomiche della terra di Puglia. Uno sfizioso percorso esplorativo tra racconti, recensioni e segnalazioni dei luoghi e dei prodotti dell’enogastronomia che documenta una realtà ricchissima fatta di ristoranti, cantine, prodotti agroalimentari e, naturalmente, persone. Perché sono soprattutto gli uomini e le donne a rendere questo viaggio unico e indimenticabile: chef, ristoratori, produttori e imprenditori e tantissimi protagonisti del mondo enogastronomico e agroalimentare pugliese. Persone che raccontano le loro storie singolari fra ricordi, speranze, aneddoti, esperienze, mete conquistate e proposte, arrivi e partenze. Un volume prezioso, da consultare in viaggio e da tenere sempre a portata di mano! Buon Vento – Viaggio nel Gusto di Sabrina Merolla – Gelsorosso srl 18,00 € [email protected] Il formaggio con le pere: la storia in un proverbio Qual è l’enigma storico – culturale che si cela dietro il famoso proverbio “Al contadino non far sapere quant’è buono il formaggio con le pere ?” Lo scoprirete solo leggendo questo sfizioso e interessantissimo volume firmato da Massimo Montanari, illustre docente di Storia medievale e Storia dell’alimentazione all’Università di Bologna. Un libro ricco di notizie, fatti, ricerche storiche che un po’ alla volta svelano al lettore un curioso e raffinato gioco di metafore che lascia con il fiato sospeso. Mettere insieme il formaggio e le pere significa riscattare cacio e stracchino dalla loro umiltà contadina e trasfigurarli in cibo degno di una tavola nobile. E perché il gioco sia completo bisogna che i contadini non lo sappiano. Ecco l’intrigante fascino di un proverbio apparentemente di saggezza popolare, ma in realtà di natura ferocemente classista, che il lettore, pagina dopo pagina, scopre dopo aver attraversato un paesaggio storico culturale di grande profondità e impatto. Il formaggio con le pere, Massimo Montanari , Edizioni Laterza 9,50 € I volumi de “La Piccola Biblioteca di cucina letteraria” Slow Food Nel panorama gastronomico letterario, una nuova intrigante collana di volumi ha debuttato alla fine dello scorso anno coinvolgendo scrittori, poeti e accademici italiani. Gli autori celebrano un piatto che sta loro particolarmente a cuore e che si carica di un particolare significato: la pecora di Pasqua, spaghetti cozze e vongole, la zuppa di latte, la focaccia genovese e altri ancora. Antichi e nuovi sapori che diventano lo spunto per una divagazione letteraria breve ma intensa che gioca con i sapori, i profumi e i luoghi in un gioco di amorose corrispondenze di grande suggestione. Numerosi già i racconti usciti per la nuova collana dell’editore Slow Food scritti da Simonetta Agnello Hornby, Nicola Lagioia, Carlo Petrini e Matteo Codignola e, a breve, Moni Ovadia e Massimo Carlotto. Un’idea di “buon gusto” che sposa l’arte di scrivere…con quella di cucinare! Piccola Biblioteca di cucina letteraria, Slow Food Editore – info@piccolabibliotecadicucina Guida ai giardini di Venezia Giardini fioriti, affascinanti parchi, orti e campagne rigogliose…nel centro storico di Venezia e nelle isole della laguna! Proprio così, sono ben 60 le aree verdi, nel cuore della città fluttuante più famosa al mondo, scovate, classificate e magnificamente raccontate dalla giornalista Mariagrazia Dammicco, nonché presidentessa del Wigwam Club Giardini Storici Venezia, e dalla fotografa tedesca Gabriele Kostas con alle spalle una lunga carriera di percussionista. Un talento certamente messo a frutto, quest’ultimo, per cogliere la musicalità di questi luoghi magici: il ritmo, l’armonia, l’intima e dinamica melodia di giardini ‘di terra e di spirito’, assolutamente inaspettati e, forse anche per questo, ancora più sorprendenti ed emozionanti. Capolavori della natura e dell’ingegno giardiniere che alcune volte occhieggiano dietro eleganti portoni ed antiche inferriate, ma molto più spesso si celano allo sguardo, protetti dalle sontuose facciate di antichi palazzi, musei, fondazioni, prestigiosi hotel o, ancora, raccolti nel silenzio dei chiostri. Talvolta si aprono generosi al mare così che tutti possano goderne e respirarne la singolare bellezza, attraversandoli a passo lento. Una guida preziosa da portarsi appresso quando ci si catapulta nell’intricata rete di calli veneziane, per scoprire nuovi percorsi di senso in una città dove l’acqua non è il solo elemento enigmatico. Guida ai giardini di Venezia di M. Dammicco e G. Kostas, La Toletta Edizioni 24.00 € 44 Buon Vento. Viaggio nel Gusto: Luoghi e protagonisti per scoprire la Puglia 95 L’AGENDA / DIARY Riga 04 - 07 /09/2013 HOTEL AUSTRALIA 4ZEOFZ 09 - 12 /09/2013 FHV Ho Chi Minh 11 - 14 /09/2013 ASIA OOD EXPO Manila 11 - 14 /09/2013 Direzione esecutiva: Ferruccio Ruzzante Direttore responsabile: Carlo Mocci Direzione editoriale: Nereo Marzaro Redazione: Studioverde Collaboratori: Ŕ )BNJ[B "CEFTTBEFR Ŕ 1BPMP "OUJOPSJ Ŕ -VDJBOP "SRVJMMB Ŕ "MCFSUP "TTJ Ŕ 4UFGBOP #BJPDDP Ŕ "OESFB #BMFTUSB Ŕ -VJHJ #JBTFUUP Ŕ 'MBWJP #JTTPO Ŕ .BTTJNP #PNQSF[[J Ŕ "OHFMP #PSSJMMP Ŕ "OESFB #P[[BUP Ŕ -VJHJOP #SVOJ Ŕ 3PNPMP $BDDJBUPSJ Ŕ "OOBMJTB $BTF Ŕ3FO[P$FDDBDDJŔ4JNPOB$FSFTBOJŔ%BNJBOP $IJFTB Ŕ .BUUFP $JBSJNCPMJ Ŕ (JVMJB $PSPOBSP Ŕ(JVTFQQF%BEEJPŔ-PSFO[P%FTUSPŔ(JPWBOOJ %J 4UBOJTMBP Ŕ .BSJBHSB[JB %BNNJDDP Ŕ .BSDP 'BUUPSFMŔ.BVSJ[JP'BWBSPŔ-VJHJ'FSSBSPŔ"MCFSUP 'PMŔ.BVSJ[JP'PSUFŔ3FOBUP(BOFPŔ1JFSB(FOUB Ŕ 5FSSZ (JBDPNFMMP Ŕ .JDIFMF (JMFCCJ Ŕ .JSFMMB (JVCFSUJŔ4FSHJP(SBTTPŔ#SVOP.BNCFMMJŔ'BCJP .BODVTPŔ-VDB.FUBMMJŔ$SJTUJOB.PDDJŔ'BCJP .PNPMP Ŕ 4FSHJP .PSPOBUP Ŕ (SFHPSJ /BMPO Ŕ (JPSHJP /BSEFMMJ Ŕ "MFTTBOESP /FHSJOJ Ŕ (VJEP 0OHBSPŔ.BSDP1BSJ[[JŔ"MGSFEP1FMMFŔ0UUBWJBOP 1FMMJOJŔ4UFGBOP1FQFŔ4POJB3FŔ4UFGBOP3FO[FUUJ Ŕ-VDB3PNFPŔ1BPMP3PTTFUUJŔ"OESFB3PTTFUUJ Ŕ "OHFMB 3V[[BOUF Ŕ .BSDP 4BCBUJOJ Ŕ .BSJTB 4BHHJPUUP .BTTJHOBO Ŕ 'SBODFTDB 4BOUJO Ŕ -VJHJ 4BSUJOJ Ŕ "MFTTBOESP 4JMWFTUSJ Ŕ %POBUP 4JOJHBHMJB Ŕ.BSDP4RVJ[[BUPŔ&GSFN5BTTJOBUPŔ(JBOMVDB 5PNBTJ Ŕ -VJHJ 5POFMMBUP Ŕ 3PCFSUP 5POFMMBUP Ŕ.BSDP7BMMFUUBŔ1JFSMVJHJ7BDDBŔ/JDPMB7J[[BSSJ Ŕ"OESFB7PMUPMJOBŔ"MCJOP;PDDBSBUP Graphic Design: Studioverde Stampa: Mediagraf S.p.A. - Noventa Padovana - PD Pubblicità: Studioverde srl - Via Caduti di Russia, 9 - 35010 Pieve di Curtarolo - Padova T. +39 049 9620565 r.a. - F. +39 049 9620567 [email protected] FHM Kuala Lumpur 17 - 20 /09/2013 Testi, foto o altro materiale redazionale, anche se non pubblicati, non vengono restituiti. PIR Mosca 01 - 04 /10/2013 ANUGA Colonia 05 - 09 /10/2013 HACE Il Cairo 03 - 06 /11/2013 SIRHE Sofia 06 - 09 /11/2013 FHC Shanghai ITALIA 2013 EXPO DELLE DOLOMITI Longarone 27 - 29 /09/2013 SAPORI ITALIANI Longarone 12 - 14 /10/2013 HOST Milano 18 - 22 /10/2013 BOLZANO HOTEL Bolzano 21 - 24 /10/2013 BONTA' Cremona 8 - 11 /11/2013 MERANO WINE FESTIVAL Merano 9 - 11 /11/2013 BIOLIFE Bolzano 22 - 24 /11/2013 MIG Longarone 1 - 4 /12/2013 2014 MARCA Bologna 15 - 16 /01/2014 SIGEP Rimini 18 - 22 /01/2014 EXPO RIVA HOTEL Riva Del Garda 26 - 29 /01/2014 RHEX Rimini TIRRENO CT Marina Di Carrara VINITALY Verona 6 - 9 /04/2014 TECNO & FOOD Padova 23 - 24 /11/2014 2 - 5 /02/2014 23 - 27 /02/2014 ESTERO 2013 RIGAFOOD www.rigafood.com www.foodnhotelvietnam.com 13 - 15 /11/2013 2014 CONSORZIO EXPORT ZAFFERANO Via Caduti di Russia, 9 - 35010 Pieve di Curtarolo - PD T. +39 (0)49 9620565 - F. +39 (0)49 9620567 [email protected] - www.zafferano.org INTERGASTRA Stoccarda 01 - 05 /02/2014 SMAK Oslo 04 - 07 /02/2014 EUROSHOP Duesseldorf 16 - 20 /02/2014 GULFOOD Dubai 23 - 27 /02/2014 EUROPAIN Parigi 08 - 12 /03/2014 MAROCHOTEL Casablanca 12 - 15 /03/2014 Ai sensi dell’art. 10 della L.675/1996, le finalità del trattamento dei dati relativi ai destinatari del presente periodico, o di altri dello stesso Consorzio Export Zafferano, consistono nell’assicurare una informazione tecnica, professionale e specializzata a soggetti identificati per la loro attività professionale. Il Consorzio Export Zafferano, titolare del trattamento, garantisce ai soggetti interessati i diritti di cui all’art. 13 della suddetta legge. Registrazione Tribunale di Padova n.1643 del 21 aprile 1999. GASTRO Helsinki 19 - 21 /03/2014 Nel prossimo numero... HOTELEX Shanghai 31 - 03 /04/2014 Il Tartufo FHA 2014 Singapore 08 - 11 /04/2014 HOTELYMPIA Londra 28 - 01 /05/2014 GASTRONORD Stoccolma 06 - 09 /05/2014 FOOD & HOT MYAN Yangon 18 - 20 /06/2014 EQUIP'HOTEL Parigi 16 - 20 /11/2014 44 Editore: 96 Sirman è presente a questa manifestazione / Sirman will attend to this event Next issue featuring Truffle