VADO A SCUOLA

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VADO A SCUOLA
VADO A SCUOLA
di Pascal Plisson
Mercoledì 5 FEBBRAIO 2014 ore 21,00 - presentazione e dibattito a cura del dott. Claudio Villa
Giovedì
6 FEBBRAIO 2014 ore 21,00 - con scheda critica di presentazione
Venerdì
7 FEBBRAIO 2014 ore 15,00 - presentazione e dibattito a cura del dott. Claudio Lazzeri
Documentario – 75 minuti - Adolescenza; Educazione; Famiglia; Povertà-Emarginazione; Scuola
Soggetto: Quattro zone geografiche molto lontane tra loro: le savane del Kenya, gli aspri sentieri delle
montagne dell'Atlante in Marocco, l'India del Sud, gli altipiani della Patagonia in Argentina. Dentro ciascuna
situazione, ecco le difficoltà che alcuni bambini incontrano per raggiungere le rispettive scuole.
Titolo originale: Sur le chemin de l’ecole Nazione: Francia Anno: 2013
Cast: Nel ruolo di se stessi, i bambini protagonisti dei quattro episodi raccontati nel film
Produzione: Barthelemy Fougea per Winds, Ymagis, Herodiade. Distribuzione: Academy Two
Valutazione Pastorale CEI:
Si tratta di una produzione francese che sollecita ancora una volta l'incontro tra documento e finzione. Il "cinema
del reale" si definiva una volta una proposta di questo tipo, nella quale la 'realtà' entra prepotente e con dolce
insistenza chiede e pretende attenzione, anche a costo di smuovere qualche briciolo di 'invenzione'.
Plisson lavora con accortezza sui due versanti, presenta i piccoli protagonisti e subito li lascia liberi di cominciare
il loro cammino quotidiano, liberi di essere tutt'uno con una natura bella e matrigna, liberi di coltivare fino
all'ultimo il loro sogno di diventare soggetti attivi di un'utopia chiamata istruzione, educazione, crescita come
individui e persone.
Plisson si limita ad 'osservare', lasciando che l'obiettivo si tenga a doverosa distanza, quella che permette di
tenere sullo stesso piano le persone, il mondo animale, gli scenari naturali. Per i bambini la fatica quotidiana
diventa naturale confronto con una vita difficile, dove ogni ricchezza è frutto di conquista e sacrificio.
L'immagine cresce col procedere della strada verso il traguardo. Si fa visione profonda e inquieta, entra negli
sguardi e nelle emozioni dei piccoli, crea le premesse per l'incontro tra le asprezze della cronaca e l'irrompere
del 'recitato', del 'costruito', che diventa favola, leggera e adatta a rendere crescente il respiro dell'obiettivo da
raggiungere. Non c'è denuncia nell'approccio di Plisson, solo la capacità di una visione asciutta, autentica,
commossa.
Un ritratto che non ricatta e non condiziona ma mette tutti difronte alle proprie responsabilità, alla necessità
'morale' di non mandare deluse le attese di tanti bambini nel mondo. Bambini che saranno il nostro domani,
impossibile da deludere.
Appuntamento al 12/13/14
febbraio con
A ROYAL AFFAIR
di Nicolaj Arcel
Critica
“Dimentichiamo troppo spesso che andare a scuola è una fortuna. In alcune parti del mondo,
arrivare a scuola è un’impresa e accedere all’istruzione una conquista. Ogni mattina, a volte a
rischio della loro stessa vita, eroici bambini si incamminano verso la conoscenza. Questi scolari
sono gli eroici protagonisti delle loro storie, storie di vita vissuta…”.
Questo lungo incipit apre Vado a scuola, documentario che racconta le vite di alcuni bambini,
quattro in particolare, in diverse parti del mondo, e dei loro lunghi viaggi per arrivare a scuola.
Jackson e la sorella attraversano ogni giorno la Savana del Kenya, partendo alle 5.30 di
mattina e camminando per 15 km (e altrettanti a tornare) con il rischio di incontrare elefanti e
altri animali feroci.
Zahira, 12 anni, vive sui monti dell’Atlante in Marocco: la sua scuola dista ben 22 km, 4 ore di
cammino, per cui lei e due amiche si fermano per una settimana in collegio, e ogni lunedì
ripartono, tra valli e cime.
Carlito, 11 anni, vive in Patagonia: ogni mattina con la sorellina va a cavallo per 18 km, un’ora
e mezzo di viaggio.
Ma il percorso più ostico è per Samuel (tra i pescatori del Golfo del Bengala), 13 anni,
costretto sulla sedia a rotelle per la poliomelite; ogni mattina i due fratellini lo trasportano per
4 km, e ci vuole un’ora e un quarto, su strade accidentate.
Per ognuno di loro è così forte il desiderio di andare a scuola, ovvero di conoscenza, che
affrontare lunghi viaggi e pericoli vari è perfettamente normale.
Sorprende la spinta positiva delle famiglie, pur in contesti così miseri che sembra strano non
veder soppresso tale desiderio. E vien da fare i confronti con ragazzi occidentali che la fortuna
di poter andare a scuola normalmente e senza fatica non la sanno apprezzare.
Il regista francese Pascal Plisson, che ha girato il mondo e si è soffermato a lungo nelle quattro
zone descritte, punta dritto alla commozione, alla riflessione didascalica e pedagogica: e il
“messaggio” è tale che una fruizione di insegnanti e allievi, soprattutto delle scuole elementari e
forse delle medie (ma qui gli allievi sono già fin troppo disincantati) può essere auspicabile.
Certo, però, la qualità tecnica fin troppo curata – le immagini sono spesso pulitissime, da
documentario del National Geograohic, le musiche edificanti e sentimentali, la regia sovente
troppo “artistica” per un documentario che vorrebbe essere reaistico – rischia di togliere verità
ai singoli frammenti, con i piccoli protagonisti che sembrano in vari momenti recitare una parte.
Come il ragazzo paraplegico, che sul finale, afferma con parole troppo “da grande: “Veniamo
in questo mondo con niente, lo lasciamo con niente; dobbiamo seguire questa logica”… Ma con
tutti i dubbi che solleva, rimane un’opera interessante per gli squarci descritti di realtà lontane
da noi e per la simpatica, ribalda espressività dei giovanissimi attori-non attori in scena.
(Antonio Autieri, www.sentieridelcinema.it)
Un documentario obbligatorio per le mamme italiane che caricano sul Suv viziatissimi pargoli
per depositarli fin dentro l’aula.
(Massimo Bertarelli, Il Giornale)