Apri questo numero

Transcript

Apri questo numero
FLPNews
Numero maggio
PERIODICO DI INFORMAZIONE CULTURALE
POLITICA SINDACALE E SOCIALE
ANNO VII MERCOLEDI’ 16 - maggio 2012 N. 189
Federazione Lavoratori Pubblici e Funzioni Pubbliche
FIRMATO DALLA CSE IL NUOVO
ACCORDO SUL LAVORO PUBBLICO
16521
flp news
direttore:
Marco Carlomagno
direttore reSponSabile:
Roberto Sperandini
Comitato editoriale:
News
Lauro Crispino, Roberto Sperandini,
Vincenzo Patricelli
Sito www.flp.it e-mail: [email protected]
redazione: Via Roberto Bracco, 45 – 80133 Napoli
redazione romana: Via Piave, 61 – 00187 Roma
editore: flp – Federazione Lavoratori Pubblici
e Funzioni Pubbliche
registrazione tribunale di napoli
n. 24 del 01.03.2004
Iscrizione al R.O.C. n. 12298
proGetto GrafiCo e impaGinazione:
Chiara Sernia
IL PERIODICO DELLA
FEDERAZIONE LAVORATORI PUBBLICI
E FUNZIONI PUBBLICHE
redazione romana :
via piave, 61 -00187 roma
TEL.1 0642000358
TEL.2 0642010899
FAx. 0642010628
e-mail: [email protected]
redazione
FLP News è un periodico gratuito di informazione culturale, politica, sindacale e sociale, dell’Associazione Sindacale FLP (Federazione Lavoratori Pubblici e Funzioni Pubbliche),che
informa, tutela e assiste i lavoratori italiani.
Marco Carlomagno, Roberto Sperandini, Lauro Crispino,
E’ diffuso in formato cartaceo e disponibile online. Può essere
scaricato dal sito internet www.flp.it; in tale sito troverete anche
informazioni aggiornate relative ai singoli settori sindacali, nonché tutte le indicazioni per iscriversi alla FLP.
Gabriella Carlomagno, Nadia Carlomagno, Elio Di Grazia, Fabio
Chiunque può collaborare con la redazione, inviando notizie,
commenti o articoli da pubblicare in formato Word, all’indirizzo
e-mail: [email protected]
Raimondo Castellana, Maurizio Polselli
I contenuti espressi negli articoli firmati dai collaboratori, sia interni che esterni, sono da considerare opinioni personali degli
autori che non impegnano pertanto la FLP.
Leonardo Bugiolacchi, Nora Capece, Marco Carlomagno, Vittorio
Vincenzo Patricelli
Collaboratori:
Gigante, Claudio Imperatore, Dario Montalbetti, Giancarlo Pittelli,
Rinaldo Satolli, Pasquale Nardone, F abio Tozzi, Piero Piazza,
Comitato SCientifiCo
Carlomagno, Amelia Crasta, Vincenzo Maria Cesaro, Stefano Dumontet,
Ezio Ercole, Gennaro Ferrara, Lucilla Gatt, Riccardo Izzo, Gaetano Laghi,
associato USpi
Francesco Lambiase, Maria Luigia Melillo, Claudio Quintano, Mario
Unione Stampa periodica italiana
pubblicità
Quinto, Antonio Scamardella, Concezio Ezio Sciarra, Maurizio Sibilio
FLP (Federazione Lavoratori Pubblici e Funzioni Pubbliche)
Via Piave 61 00187 Roma
Tel. 0642000358 Fax 0642010268
e-mail: [email protected] www.flp.it
RICONOSCIMENTO DEL CREDITO D'IMPOSTA PER
INVESTIMENTI IN CAMPAGNE PUBBLICITARIE LOCALIZZATE
Grazie alla legge 289 e alla delibera CIPE successiva le imprese che
incrementano i propri investimenti pubblicitari in campagne su mezzi locali certificati, anche per l’anno 2006, otterranno delle agevolazioni fiscali.
Le informazioni e la modulistica per richiedere il credito d’imposta sono
disponibili all'indirizzo dell’Agenzia delle Entrate:
Http://www1.agenziaentrate.it/dre/abruzzo/cop/bonus_pubblicita.htm
MERCOLEDI’ 16 - maggio 2012 N. 189
SOMMARIO
LA NUMERO 1
FIRMATO DALLA CSE IL NUOVO
ACCORDO SUL LAVORO PUBBLICO
Coordinamento proVinCiale finanze
- Diritti e doveri in caso di malattia
4
5
6
aGenzie fiSCali
- Convenzioni e piani aziendali
aGenzie fiSCali :entrate
- Basta con le intimidazioni
pUbbliCa amminiStrazione
- Firmato dalla CSE il nuovo accordo
- Avviato il tavolo sul precariato
aGenzie fiSCali :monopoli
- Si avvia la trattativa sul fondo 2011
Comparto miniSteri: difeSa
- Esame proposta di legge
- Un occasione da non perdere.....
- Scarse le valutazioni dei capi.....
- Apertura sulla mobilità......
Comparto miniSteri: GiUStizia
- La FLP scrive al ministro della Giustizia..
- Dieci maggio ,annullato l’incontro con...
17
19
Comparto miniSteri: baC
- Convenzione Consip
20
10
KronoS
- Le isole Canarie
11
21
non Solo arte
- Tex Willer
25
12
13
14
15
16
notizie dal Canile
- Adozioni urgenti
retroSCena
- Number 23
l’anGolo del libro
- La fattoria degli animali
a SCUola di CUCina
- Ricette varie
28
29
30
31
16 maggio 2012
N. 189
4
PUBBLICA
AMMINISTRAZIONE
News
FIRMATO DALLA CSE IL NUOVO
ACCORDO SUL LAVORO PUBBLICO
Vogliamo cambiare le norme varate da Brunetta e se qualcuno se ne lamenta
abbiamo argomenti per dimostrare che non avevano nessuna possibilità di migliorare l’efficienza della Pubblica Amministrazione.
A
seguito del via libera della Conferenza Stato-Regioni, la CSE unitamente alle altre Organizzazioni
Sindacali, ha firmato l’Accordo sul lavoro
pubblico.
Le modalità con le quali è avvenuta la
firma sono state scelte dalla Funzione
Pubblica. Non si è firmato quindi, attraverso una convocazione plenaria bensì
alla spicciolata, su un testo già concordato in precedenza.
Pur non condividendo la scelta della Funzione Pubblica, possiamo comprendere
sia stata dettata dall’esigenza di tenere il
basso profilo su una questione che all’indomani della condivisione del testo ha
scatenato reazione politiche e degli organi di stampa, ideologiche e fantasiose
nella maggior parte dei casi, così come
sono fantasiosa e ideologiche le norme
sul pubblico impiego partorite dal governo
precedente.
Noi potremmo limitarci a dire che quando
sono tutti scontenti, destra (Brunetta), sinistra (fratelli Ichino), Confindustria e organi di stampa, beh, vuol dire che
abbiamo fatto qualcosa di positivo per i
lavoratori e per il Paese.
Si è infatti parlato di ritorno ai veti sindacali e alla morte della meritocrazia.
Niente di più falso!! La verità è che ad essere contro la meritocrazia è proprio la
Legge Brunetta, inutilmente punitiva e
che anziché migliorare l’efficienza della
macchina pubblica ha depresso le motivazioni di chi ci lavora, condannato all’insulto quotidiano.
A ben vedere anche le aggressioni di
questi giorni ai lavoratori del fisco possiamo ascriverle a quel clima di intolleranza che Brunetta ha creato nel paese
contro i pubblici dipendenti.
Come è ampiamente noto invece, la CSE
ha presentato una piattaforma scritta, accolta nelle sue parti salienti dall’Accordo
con il governo firmato ieri. In particolare
abbiamo chiesto:
Confederazione Indipendente Sindacati
- sblocco dei contratti nazionali e possibilità di svolgere la contrattazione integrativa senza vincoli legislativi che si stanno
rivelando dannosi per tutti;
- partecipazione reale dei lavoratori alla
vita dei propri uffici attraverso i propri rappresentanti locali, le RSU;
- riapertura delle possibilità di carriera attraverso la modifica di norme anacronistiche e contrarie alla valorizzazione del
personale interno;
- lotta alle forme di precariato che ancora
permangono nella Pubblica Amministrazione;
- superamento della falsa meritocrazia di
Brunetta per sostituirla con sistemi di
reale valutazione delle performance organizzativa e individuale alla costruzione
dei quali anche i lavoratori devono poter
partecipare;
- centralità della formazione come leva
strategica per il miglioramento dei servizi;
- superamento dell’accordo del 4 febbraio
2011, non firmato dalla CSE, che invece
recepiva e santificava in toto la Legge
Brunetta e le sue ideologiche e punitive
misure nei confronti dei dipendenti pubblici. Come abbiamo già detto e scritto,
quest’accordo non è la panacea di tutti i
mali ma un punto di partenza per cambiare lo stato di cose che si è venuto a
creare, per andare verso una pubblica
amministrazione che migliori la sua efficacia insieme e non contro i lavoratori
pubblici.
Da oggi parte quel percorso di vigilanza
attenta che caratterizzerà la nostra
azione per tutto il dispiegarsi dell’iter che,
iniziando dalla legge delega, porti poi ai
decreti attuativi che dovranno recepire le
parti più importanti del nuovo accordo sul
pubblico Impiego.
16 maggio 2012
5
N. 189
PUBBLICA
AMMINISTRAZIONE
News
AVVIATO IN FUNZIONE PUBBLICA IL TAVOLO SUL PRECARIATO
LA MIGLIOR RISPOSTA ALLA BOUTADE DEL MINISTRO FORNERO!!
Fissata per il 6 giugno la prossima riunione, la CSE chiede garanzie sull’iter
per l’attuazione del nuovo protocollo di intesa sul lavoro pubblico.
C
ome previsto dal recente accordo
sul lavoro pubblico, firmato lo
scorso 11 maggio dalla CSE, si è
aperto oggi il primo tavolo di confronto tra
le confederazioni sindacali, il governo e
gli altri datori di lavoro pubblici, che riguarda il lavoro precario nelle amministrazioni pubbliche.
Tirare dritti per la nostra strada di piccole
ma significative riforme è la miglior risposta che si possa oggi dare alle dichiarazioni del ministro Fornero, che è
intervenuta la scorsa settimana sul tema
del licenziamento dei dipendenti pubblici.
Sono boutades che non ci interessano e
non vogliamo nemmeno commentare,
uscite di un ministro che sinora non ne ha
azzeccata una, a cominciare alla cosiddetta riforma delle pensioni per finire con
la “telenovela” degli esodati, che il ministro non è nemmeno in grado di quantificare; e la ministra sarà pure tecnica ma
ha imparato presto i vizi della politica
visto che per sviare l’attenzione dai suoi
fallimenti ha fatto quello che tutti i peggiori
politici hanno fatto prima di lei, ovvero
prendersela con i dipendenti pubblici,
cosa che probabilmente farà salire di
qualche punto il suo gradimento da parte
dell’elettorato meno avvertito ma certo
non rende un buon servizio al Paese.
Noi invece, che come sempre, cerchiamo
di dare il nostro contributo concreto per la
risoluzione dei problemi, gli accordi li firmiamo con il governo nel suo complesso
erispondiamo con i fatti alle invasioni di
campo della ministra.
Era previsto il tavolo sul precariato entro
il 30 maggio e oggi è iniziato puntuale il
confronto.
Nel merito, la CSE ha chiesto di avere
maggiori dati sul fenomeno del precariato
nel pubblico impiego, soprattutto sulle tipologie contrattuali in uso presso le di-
verse amministrazioni, ha aderito alla proposta della Funzione Pubblica di aprire
confronti tematici che affronteranno il precariato per gruppi di amministrazioni affini e ha segnalato come sia importante
partire dalle emergenze, a iniziare dai
650 lavoratori precari del Ministero dell’Interno per i quali se non si interviene
subito si rischia di non poter più intervenire.
Confidiamo che si possano trovare soluzioni positive sia per i lavoratori precari
che per le amministrazioni in quanto la
forza lavoro attualmente impiegata è certamente necessaria e non sono gli stipendi a dover essere tagliati bensì i costi
dei consumi intermedi, totalmente fuori
controllo.
La CSE ha chiesto inoltre di avere notizie
sull’iter di attuazione dell’accordo sul pubblico impiego, a partire dai tempi di presentazione e dai contenuti del disegno di
legge delega che dovrà recepirne le linee
guida. La Funzione Pubblica ha assicurato che i tempi saranno brevi e i contenuti portati preventivamente a conoscenza delle confederazioni sindacali.
Il confronto sul precariato continuerà il
prossimo 6 giugno, la CSE terrà tutti i lavoratori interessati costantemente informati sul suo andamento.
16 maggio 2012
N. 189
6
COORDINAMENTO PROVINCIALE
FINANZE
News
DIRITTI E DOVERI IN CASO DI MALATTIA
DEL PUBBLICO DIPENDENTE
Q
uali sono le Fasce orarie di reperibilità per i Dipendenti Pubblici in caso di malattia?· Fasce orarie di reperibilità: In caso
di assenza per malattia, le fasce di reperibilità dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni sono fissate secondo i seguenti orari: dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18. L’obbligo di reperibilità sussiste anche nei giorni non lavorativi e festivi.
· Esclusioni dall’obbligo di reperibilità: Sono esclusi dall’obbligo di rispettare le fasce di reperibilità i dipendenti per i quali l’assenza
è etiologicamente riconducibile ad una delle seguenti circostanze:
o patologie gravi che richiedono terapie salvavita o infortuni sul lavoro o malattie per le quali è stata riconosciuta la causa di servizio o stati patologici sottesi o connessi alla situazione di invalidità riconosciuta o Sono inoltre esclusi i dipendenti nei confronti
dei quali è stata già effettuata la visita fiscale per il periodo di prognosi indicato nel certificato.
In caso di malattia prolungata per quanto tempo il dipendente pubblico ha diritto alla conservazione del posto di lavoro?
Il dipendente che si assenta per malattia, ha diritto alla conservazione del posto per un periodo di 18 mesi nell’arco dell’ultimo
triennio e può richiedere ulteriori 18 mesi non retribuiti in presenza di malattie particolarmente gravi.
L’Amministrazione, prima di concedere gli ulteriori 18 mesi ha diritto a procedere all’accertamento delle condizioni di salute del
dipendente sottoponendolo a visita medico collegiale al fine di verificare l’idoneità a svolgere proficuo lavoro.
Ai fini della maturazione dei primi 18 mesi, si sommano alle assenze dovute all’ultimo episodio morboso le assenze per malattia
verificatesi nel triennio precedente, con esclusione delle:
· assenze, effettuate per terapie temporaneamente e/o parzialmente invalidanti, compresi i giorni di ricovero ospedaliero o dayhospital, del dipendente affetto da una grave patologia, comprovata da un certificato medico rilasciato dalla competente struttura
sanitaria pubblica, attestante sia la gravità della patologia che il carattere invalidante delle necessarie terapie
· assenze per infortunio sul lavoro.
Quanto viene pagata la malattia? Riduzione dello Stipendio:
La misura del trattamento economico della malattia pagata al dipendente pubblico dipende dalla durata del periodo di assenza,
ovvero:
PRIMI 9 MESI di assenza per
malattia
intera retribuzione fissa mensile, comprese le indennità pensionabili
SUCCESSIVI 3 MESI ( dal 10° al 90% della retribuzione fissa mensile
12°)
ULTIMI 6 MESI ( dal 13° al 18°)
50% della retribuzione fissa mensile
Importante: Le patologie gravi che richiedano terapie salvavita come l’emodialisi, la chemioterapia, il trattamento per l’infezione
da HIV- AIDS sono escluse dal computo dei giorni di assenza per malattia i relativi giorni di ricovero ospedaliero o di day - hospital ed i giorni di assenza dovuti alle citate terapie, debitamente certificati dalla competenze Azienda sanitaria Locale o Struttura Convenzionata. In tali giornate il dipendente ha diritto in ogni caso all’intera retribuzione.
Cosa deve fare il dipendente pubblico che si assenta per malattia?
Il dipendente che si assenta per malattia è obbligato a:
· Avvertire tempestivamente dell’assenza il Responsabile della struttura, per organizzare il servizio in modo da non arrecare disagi all’utenza, entro le ore 8,30, e comunque all’inizio del turno di lavoro del giorno in cui si verifica la stessa, specificando:
o l’indirizzo presso cui è degente, se diverso da quello del domicilio, o la durata presunta dell’assenza non appena ne viene a
conoscenza.
· La struttura provvederà a comunicare tale circostanza entro le ore 9.00 all’Ufficio Gestione del
Rapporto di Lavoro del Personale per consentire l’eventuale accertamento medico-fiscale.
· Documentare lo stato di malattia, anche per un solo giorno mediante Certificato Medico.
Il certificato medico a seguito dell’entrata in vigore delle disposizioni introdotte dall’art. 55 septies del Dlgs. 165/01 viene inviato
16 maggio 2012
7
N. 189
COORDINAMENTO PROVINCIALE
per via telematica direttamente dal medico o dalla struttura sanitaria pubblica
che lo rilascia all’INPS, la quale provvede ad inoltrarlo immediatamente all’amministrazione di appartenenza del
lavoratore.
L’invio telematico soddisfa l’obbligo di recapitare l’attestazione di malattia ovvero
di trasmetterla con lettera di accompagnamento tramite raccomandata A/R alla
propria amministrazione entro 5 giorni lavorativi successivi all’inizio della malattia.
Il dipendente che intenda riprendere servizio prima della scadenza indicata sul
certificato medico, potrà chiedere al medico di attivare la procedura prevista per
la rettifica del certificato telematico con
l’indicazione della una nuova prognosi a
limitazione della precedente.
Certificato Medico Telematico e l’assenza per malattia del Dipendente Pubblico:
· L’attestazione medica telematica copre
l’intera giornata lavorativa ed è necessaria anche per un solo giorno di malattia.
· In caso di assenza per malattia che si
protragga per un periodo superiore a 10
giorni e, in ogni caso, dopo il secondo
evento di malattia nell’anno solare, questa deve essere giustificata esclusivamente mediante certificazione medica
FINANZE
rilasciata da struttura sanitaria pubblica
o da un medico convenzionato con il
Servizio Sanitario Nazionale. Solo nel
caso di assenze per prestazioni sanitarie, terapie, accertamenti diagnostici la
certificazione può essere rilasciata dalla
struttura pubblica o privata presso cui e’
avvenuta la prestazione; anche nel caso
di assenze oltre la seconda.
· Attraverso il canale telematico, tutti i dipendenti pubblici e privati possono consultare in qualsiasi momento i propri
attestati/certificati direttamente sul sito
dell’Inps attraverso i canali web attivati e
certificati dall’Ente, pertanto, possono
accedere alla:
o consultazione attestati di malattia o
consultazione certificati di malattia.
I dipendenti, inoltre, in ogni momento
possono richiedere all’Inps l’invio automatico dei certificati alla propria casella
di posta elettronica certificata, Pec.
Come funziona il Controllo medico fiscale per i dipendenti pubblici?
Il controllo medico dell’incapacità lavorativa viene effettuato a cura delle Aziende
Sanitarie Locali competenti, su richiesta
dell’Amministrazione, secondo le modalità stabilite dalle disposizioni vigenti.
Il dipendente, assente per malattia, ancorché formalmente autorizzato ad
uscire dall’abitazione dal medico cu-
News
rante, è tenuto:
· a rendersi reperibile all’indirizzo comunicato all’amministrazione, fin dal primo
giorno e per tutto il periodo della malattia,
compresi i giorni non lavorativi ed i festivi, dalle ore 09.00 alle ore 13.00 e
dalle ore 15.00 alle ore 18.00
· ad informare preventivamente l’amministrazione dell’eventuale assenza dal
domicilio eletto nel corso della malattia
durante le suddette fasce di reperibilità
· a documentare l’eventuale assenza dal
domicilio durante le fasce di reperibilità
per visite mediche, prestazioni e terapie
sanitarie e accertamenti specialistici regolarmente prescritti, o per altri giustificati motivi, eccezion fatta per i casi di
obiettivo e giustificato impedimento
· a dare tempestiva comunicazione all’amministrazione dell’indirizzo dove sarà
reperibile durante l’assenza per malattia,
nel caso in cui lo stesso dimori in luogo
diverso da quello abituale.
Importante: l’introduzione del sistema telematico Inps riguardo le visite di controllo fiscale per i Dipendenti Pubblici e
Privati in malattia, si è reso maggiormente elastico, immediato e veloce, tale
servizio consente pertanto al datore di lavoro, di attivare immediatamente le procedure di controllo del dipendente che
dichiara lo stato della malattia. Ciò comporta che se prima tra la dichiarazione di
malattia e l’attivazione della procedura di
controllo poteva passare anche un
giorno, ora è immediata e quindi più facile che il controllo della visita fiscale dell’Inps possa anche essere nella stessa
giornata di inizio malattia.
Chi non ha l’obbligo di reperibilità nelle
fasce di malattia?
L’esclusione dei dipendenti dall’obbligo
di osservare le fasce di reperibilità della
malattia è sancita dal decreto ministeriale n. 206 del 18.12.2009 (pubblicato in
Gazzetta Ufficiale n. 15/2010), che nello
specifico afferma che detta esclusione è
prevista per i dipendenti per i quali l’assenza sia etiologicamente riconducibile
ad una delle seguenti circostanze:
· Patologie gravi che richiedono terapie
salvavita
· Infortuni sul lavoro
· Malattie per le quali è stata riconosciuta
la causa di servizio
· Stati patologici sottesi o connessi alla
16 maggio 2012
8
N. 189
COORDINAMENTO PROVINCIALE
situazione di invalidità riconosciuta
· Sono altresì esclusi dall’obbligo di reperibilità i dipendenti nei confronti dei
quali sia già stata effettuata la visita fiscale per il periodo di prognosi indicato
nel certificato.
Elenco delle malattie considerate croniche ed invalidanti:
Elenco delle malattie considerate croniche ed invalidanti ai sensi dell’art. 5
comma 1, lettera a) del
D.Lgs. del Ministero della Sanità del 29
aprile 1998 n. 124, sono:
· ACROMEGALIA E GIGANTISMO
· AFFEZIONI DEL SISTEMA CIRCOLATORIO
· ANEMIA EMOLITICA ACQUISITA DA
AUTOIMMUNIZZAZIONE
· ANORESSIA NERVOSA, BULIMIA
· ARTRITE REUMATOIDE
· ASMA
· CIRROSI EPATICA
· CIRROSI BILIARE
· COLITE ULCEROSA E MALATTIA DI
CROHN
· DEMENZE
· DIABETE INSIPIDO
· DIABETE MELLITO
· DIPENDENZA DA SOSTANZE
STUPEFACENTI, PSICOTROPE E DA
ALCOOL
· IPOTIROIDISMO CONGENITO
. IPOTIROIDISMO ACQUISITO (GRAVE)
· LUPUS ERITEMATOSO SISTEMICO
· MALATTIA DI ALZHEIMER
· MALATTIA DI SJOGREN
· IPERTENSIONE ARTERIOSA
· MALATTIA O SINDROME DI CUSHING
· MIASTENIA GRAVE
· MORBO DI BASEDOW
· ALTRE FORME DI IPERTIROIDISMO
· MORBO DI BUERGER
· MORBO DI PAGET
· MORBO DI PARKINSON E ALTRE MALATTIE ExTRAPIRAMIDALI
· NANISMO IPOFISARIO
· NEONATI PREMATURI IMMATURI
· EPATITE CRONICA DA HIV
· INSUFFICIENZA CARDIACA
· INSUFFICIENZA (ATTIVA)
· EPILESSIA
· FIBROSI CISTICA
· GLAUCOMA
· INFEZIONE
· CORTICOSURRENALE CRONICA
FINANZE
(MORBO DI ADDISON)
· INSUFFICIENZA RENALE CRONICA
· INSUFFICIENZA RESPIRATORI CRONICA
· IPERCOLESTEROLEMIA
· FAMILIARE ETEROZIGOTETIPO II A
e II B
· IPERCOLESTEROLEMIA PRIMITIVA
POLIGENICA
· IPRECOLESTEROLEMIA
FAMILIARE COMBINATA
· IPERLIPOPROTEINEMIA DI TIPO III
con ricovero in terapia intensiva
· NEUROMIELITE OTTICA
· PANCREATITE CRONICA
· PSICOSI
· PSORIASI (ARTROPATICA,
PUSTOLOSA GRAVE,
ERITRODERMICA)
· SCLEROSI MULTIPLA
· SCLEROSI SISTEMICA
(PROGRESSIVA)
· SOGGETTI AFFETTI DA PATOLOGIE
NEOPLASTICHE MALIGNE E DA TUMORI
· SOGGETTI AFFETTi da Pluripatologie
che abbiano determinato gravi e irreversibili compromissioni di più organi
· SOGGETTI IN ATTESA DI TRA-
News
PIANTO (CUORE, RENE, POLMONE,
FEGATO, PANCREAS, MIDOLLO)
·SOGGETTI SOTTOPOSTI A TRAPIANTO DI CORNEA
· SPONDILITE ANCHILOSANTE
· TUBERCOLOSI
· TIROIDITE DI HASHIMOTO
Cosa succede e cosa rischia il dipendente pubblico che non si trova a casa
per la visita fiscale di controllo? Ingiustificato motivo e false dichiarazioni, reclusione e sanzioni:
Il dipendente pubblico che si assenta per
malattia è tenuto sin dal primo giorno
dalla dichiarazione dello stato di malattia
a rendersi reperibile nelle fasce orarie
dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18 al fine di
consentire gli adempimenti in materia di
visita fiscale.
Se il dipendente dovesse risultare assente dalla visita di controllo senza giustificato motivo, decade dal diritto a
qualsiasi trattamento economico per l’intero periodo sino a 10 giorni di retribuzione e nella misura della metà per
l’ulteriore periodo, esclusi quelli di ricovero ospedaliero o già accertati da precedente visita di controllo (art. 5 del D.L.
12.09.83 n. 463, convertito nella L.
16 maggio 2012
9
N. 189
COORDINAMENTO PROVINCIALE
11.11.83 n. 638).
· L’inosservanza delle disposizioni previste in caso di assenza di malattia può
comportare l’apertura di un procedimento disciplinare che può prtare alla sospensione o al licenziamento, come
previsto dall’art. 44, comma 3 lett. p) e
dall’art. 46, comma 2 lett. a) del C.C.N.L.
del 16.10.2008, poiché, fra l’altro, costituisce preciso obbligo del dipendente avvisare tempestivamente la Struttura di
appartenenza in caso di malattia.
· Inoltre, ai sensi dell’art. 55 – quater
D.L.vo n. 165/2001 lett. a) (introdotto dall’art. 69 del D.Lgs. n. 150/2009) la giustificazione dell’assenza dal servizio
mediante una certificazione medica falsa
o che attesta falsamente uno stato di
malattia, comporta comunque l’applicazione della sanzione disciplinare del licenziamento e, ai sensi dell’art. 55
quinquies del medesimo decreto, detta
fattispecie ha rilevanza penale: tale atto
è punito con la sanzione della reclusione
da uno a cinque anni e la multa da euro
400,00 a 1.600,00 (fermo restando
quanto previsto dal codice penale). Nei
predetti casi, il dipendente, ferme la responsabilità penale e disciplinare e le relative
· sanzioni, è obbligato a risarcire il danno
patrimoniale, pari al compenso corrisposto a titolo di retribuzione nei periodi per
i quali sia accertata la mancata prestazione, nonché il danno all’immagine subito dall’amministrazione.
Cosa succede e cosa deve fare il dip
dente pubblico che si ammala durante le
ferie? Domanda Interruzione ferie:
Nel caso in cui la malattia del dipendente
intervenga subito dopo il periodo di ferie,
tale stato deve essere documentato da
specifico rilascio di certificazione medica
che dovrà essere tempestivamente comunicato all’amministrazione insieme al
domicilio eletto nel periodo della malattia per mettere in grado l’Amministrazione di poter effettuare gli accertamenti
medico-fiscali dovuti.
· Inviare, nei termini, la domanda di interruzione delle ferie documentata dal
certificato medico.
Visita di controllo all’estero da parte del
dipendente pubblico in malattia:
La Corte di Cassazione, con sentenza in
data 9.10.1998, ha affermato che rientra
FINANZE
nel dovere di diligenza di un dipendente,
se si ammala all’estero, accertarsi
(anche mediante semplice telefonata)
che il datore di lavoro sia venuto a conoscenza dello stato di malattia e dell’indirizzo dove eventualmente disporre
l’effettuazione della visita fiscale.
La Visita fiscale può essere effettuata
presso un albergo?
La Corte di Cassazione, con sentenza in
data 9.10.98, ha affermato che è ammissibile che il domicilio del dipendente
coincida non con una abitazione ma con
un albergo. In tal caso il dipendente ha
l’onere di comunicare con precisione l’indirizzo di riferimento per l’eventuale visita di controllo.
Chi subisce un infortunio sul posto di lavoro deve rispettare le fasce orarie di reperibilità? E’ soggetto alla Visita di
controllo?
La Corte di Cassazione con sentenza in
data 2.6.1998 ha affermato che in caso
di malattia dovuta ad infortunio sul lavoro, il dipendente pubblico non ha l’obbligo di rispettare le fasce orarie di
reperibilità, previste dalle sole malattie
ordinarie.
Visita Fiscale: Cosa succede se il campanello è guasto?
Se il dipendente non apre per la visita di
controllo fiscale perché il proprio campanello è guasto, la mancata risposta del
lavoratore è considerata assenza in
quanto di fatto non è stato possibile eseguire la visita medica domiciliare per un
guasto al campanello dell’abitazione del
dipendente stesso (TAR Lombardia
17.11.1997 n. 1946).
Visita fiscale: cosa succede se Cambio il
domicilio senza darne comunicazione?
L’assenza dal domicilio durante la visita
fiscale di controllo deve considerarsi ingiustificata se il dipendente abbia cambiato domicilio o si sia allontanato dallo
stesso senza informare l’amministrazione. (TAR Abruzzo 7.2.1997 n. 56).
La Corte di Cassazione con sentenza del
1996 ha affermato che la mancata effettuazione alla visita di controllo per cambio di domicilio non comunicato o per
l’inesatta comunicazione del proprio domicilio configura l’ipotesi dell’irreperibilità
al domicilio.
Visita Fiscale e Assenza dal domicilio per
cure fisioterapiche:
News
Secondo la sentenza della Corte di Cassazione intervenuta in data 23.7.1998 ha
legittimato e ritenuta giustificata l’assenza del dipendente dal proprio domicilio durante le fasce di reperibilità per
sottoporsi a trattamenti fisioterapici solo
nel caso in cui il dipendente fornisca la
prova dell’impossibilità, se non a prezzo
di gravi sacrifici, di effettuare tali cure utilizzando orari diversi.
Visita Fiscale e l’Assenza dal domicilio
per recarsi dal medico curante o visita
ambulatoriale:
Secondo la sentenza della Corte di cassazione intervenuta in data 4.3.1996, ha
affermato che deve considerarsi giustificata l’assenza dal domicilio durante le
fasce di reperibilità dovuta alla necessità
di recarsi dal proprio medico curante per
l’insorgere di una colica o per accertamenti urgenti.
Nel caso in cui il dipendente risultato assente alla visita domiciliare di controllo,
si sottoponga successivamente a visita
ambulatoriale e che il medico fiscale confermi la prognosi del medico di parte,
verrà comunque trattenuta dalla stipendio del giorno della malattia anche se il
dipendente si è presentato alla visita ambulatoriale, qualora lo stesso non abbia
provveduto comunque a giustificare l’assenza al proprio domicilio al momento
della visita di controllo.
La visita ambulatoriale non ha lo scopo
di sanare l’assenza al domicilio, ma solo
quello di certificare l’effettività della malattia e di valutarne la durata. (Corte di
Cassazione sentenza del 14.9.1993).
16 maggio 2012
N. 189
10
AGENZIE FISCALI
News
CONVENZIONI E PIANI AZIENDALI
Vogliamo un confronto vero a tutela dei lavoratori e del ruolo strategico del fisco !
Le proposte della FLP al Governo e ai direttori delle Agenzie fiscali
L
’Agenzia delle Dogane ha trasmesso alle OO.SS. la documentazione sintetica relativa al piano
aziendale 2012 che costituisce parte integrante delle Convenzioni Ministro-Agenzie fiscali.
Nei prossimi giorni la medesima informazione perverrà dalle altre Agenzie fiscali
con l’apertura di un confronto che per i
tempi in cui è attivato ( siamo ormai a
metà dell’anno di riferimento) per le materie stesse e per il fatto che tutti gli obiettivi ivi indicati sono stati già definiti in sede
di confronto con il Dipartimento delle Finanze, non potrà che essere, purtroppo,
formale e di circostanza.
Così come unicamente “rituale” rischia di
essere la fase successiva, quella per intenderci del confronto sugli articolati delle
Convenzioni che, voluta a suo tempo
dalle parti come momento essenziale e
strategico di confronto a tutto campo sulle
modalità di funzionamento delle Agenzie
fiscali e sul loro ruolo ai fini del raggiungimento degli obiettivi di politica fiscale,
ormai si trascina stancamente, anno dopo
anno, con la mera riproposizione da parte
delle Amministrazioni di un articolato che
già insoddisfacente dieci anni fa alla nascita delle Agenzie fiscali, oggi è assolutamente insufficiente.
La verità è che un modello come quello
delle Agenzie costruito sull’autonomia,
sulla delegificazione e sulla contrattualizzazione del rapporto istituzionale , oggi
deve fare i conti con una normativa che
“grazie” all’azione combinata BrunettaTremonti, è intervenuta pesantemente su
tutti gli aspetti che le Convenzioni Ministro- Agenzie dovevano invece regolare:
strategie ed obiettivi, ma anche utilizzo e
disponibilità delle risorse umane e strumentali per raggiungerli, sistemi incentivanti, valorizzazione del personale.
E quindi se non si interviene su questi
aspetti, superando le impostazioni centralistiche e burocratiche delle norme ed i
vincoli ottusi oggi imperanti, rendendoli invece coerenti e serventi alla funzione strategica della macchina fiscale, non si
andrà da nessuna parte.
Strada in verità già in parte intrapresa dal
Governo con la recente firma del nuovo
protocollo sul lavoro pubblico, sottoscritta
anche dalle AA.LL ed a cui il nostro sindacato ha contribuito con proposte ed
analisi in buona parte recepite.
La situazione economica e sociale, l’eccezionalità del momento, la necessità che
il paese dia una risposta immediata e positiva in termini di risanamento e di crescita, comporta l’obbligo una decisa
inversione di tendenza rispetto al passato.
Non è possibile pensare di “tirare a campare” o ripetere pedissequamente le “passerelle” degli anni scorsi.
Come abbiamo avuto modo di scrivere
pochi giorni fa al Premier Monti a seguito
dei gravi fatti che hanno visto purtroppo al
centro della cronaca gli uomini e le donne
del fisco, questo non può essere un anno
come gli altri.
Ed il confronto sui piani aziendali e sulle
Convenzioni deve costituire quindi l’occasione per aprire finalmente , dopo anni di
latitanza dei Ministri interessati, un tavolo
di lavoro sulle problematiche della strutture e dei lavoratori il cui ruolo è decisivo
per il raggiungimento di ogni obiettivo.
Non chiediamo quindi solo la presenza
dell’Autorità politica , ma la condivisione
di una vera e propria agenda di lavoro che
in una fase “costituente” come questa
contribuisca a riprogettare un nuovo sistema.
16 maggio 2012
11
N. 189
AGENZIE FISCALI
ENTRATE
News
Basta con le intimidazioni e le aggressioni !
SE SI FERMA LA LOTTA ALL’EVASIONE FISCALE A PAGARE SARANNO I PIU’ DEBOLI,
A GUADAGNARCI I SOLITI NOTI.
Parte la campagna di sensibilizzazione della FLP Finanze a tutela della funzione e della
dignità dei lavoratori del fisco
D
opo giorni molto difficili caratterizzati da attacchi mediatici e vere e
proprie aggressioni ed intimidazioni nei confronti dei nostri colleghi,
qualche segnale di inversione di tendenza sta arrivando.
Sulla stampa e sui media, perlomeno
quella più avveduta, inizia faticosamente
a farsi strada un poco di verità e viene riconosciuto il difficile ruolo che ogni
giorno svolgiamo a difesa della collettività, per garantire il rispetto delle regole
e la tutela dei cittadini onesti.
Una funzione importante la nostra, che
non va confusa con le responsabilità
della politica,che in questi anni ha legiferato troppo e male garantendo impunità
e generando in buona parte iniquità, e
con quella dell’alta burocrazia che sempre più dipendente dalla politica ne è
stata alla fine succube, non garantendo
la necessaria autonomia della struttura.
Anche il Governo, dopo qualche silenzio
e sottovalutazione di troppo ha fatto sentire la sua voce e Il Prof. Monti, come segnale di attenzione, ha programmato per
giovedì mattina una visita presso gli Uffici della Direzione generale dell’Agenzia
delle Entrate.
Come ricorderete è stata proprio la FLP
Finanze lunedì scorso a chiedere al Prof.
Monti, in qualità di Primo ministro e di Ministro dell’Economia e delle Finanze, un
impegno diretto in prima persona.
Non solo per manifestare solidarietà al
personale dell’Agenzia, ma soprattutto
per assumere iniziative concrete e adeguate in termini di risorse, strumenti,
norme e regole, per permetterci di svolgere al meglio, con la dovuta serenità, il
nostro lavoro, garantendo al contempo il
giusto riconoscimento delle professionalità presenti nelle nostre Amministrazioni.
Nulla però avviene a caso e quindi sempre più emerge la necessità di chiarezza
e di comportamenti, in special modo da
parte sindacale, limpidi e soprattutto coerenti.
Nei momenti difficili è vero che è necessario ricercare ogni possibile unità , ed in
tale direzione ci siamo mossi lavorando
con convinzione, nel corso della riunione
dei giorni scorsi con il Direttore dell’Agenzia, per la sottoscrizione di una dichiarazione congiunta che accomunasse
il vertice delle Entrate e tutte le OO.SS.
Ma proprio in queste fasi, per il bene dei
colleghi che intendiamo rappresentare e
tutelare, è necessario giocare a carte
scoperte, evitare tatticismi e soprattutto
non perdere neanche un minuto.
A chi giovedì 10 maggio ci ha proposto
un incontro tra le segreterie nazionali
delle OO.SS. per definire una possibile
linea di azione comune abbiamo dato la
nostra disponibilità da subito, ma a fronte
della manifestate (dagli altri) difficoltà a
potersi riunire non prima del pomeriggio
del 16 maggio, abbiamo ribadito che nel
frattempo non dovevamo e potevamo
stare fermi di fronte all’incalzare degli avvenimenti ed alla necessità di garantire
adeguata informazione, presenza sul territorio e tutela ai colleghi.
In questi giorni la Segreteria nazionale
della FLP Finanze si è impegnata, come
avete avuto modo di vedere, in più direzioni, non solo quelle politico-amministrative, garantendo una capillare opera
di sensibilizzazione della stampa e dell’opinione pubblica, che riteniamo possano avere adeguata eco nei prossimi
giorni.
Abbiamo predisposto il comunicato
stampa pubblicato sul sito e preparato
una lettera aperta diretta ai contribuenti,
allegata al presente notiziario, che da domani verrà diffusa in tutti gli uffici dell’Agenzia, dove spieghiamo ai cittadini in
modo dettagliato e speriamo convin-
cente i buoni motivi per essere alleati e
non nemici dei lavoratori del fisco.
Abbiamo inoltre predisposto un volantino- manifesto, anch’esso allegato al notiziario e pubblicato sul nostro sito, che
sarà affisso negli Uffici e diffuso in tutto il
paese.
Questo è solo l’inizio.
La nostra iniziativa proseguirà nei prossimi giorni con ulteriori momenti di sensibilizzazione e di proposta.
Pronti ovviamente a confrontarci con le
altre OO.SS. e ad assumere le proposte
e le iniziative congiunte che dovessero
emergere dal confronto unitario.
16 maggio 2012
N. 189
12
AGENZIE FISCALI
MONOPOLI
News
SI AVVIA LA TRATTATIVA SUL FONDO 2011
Ma sulla trasformazione in Agenzia continuano gli intoppi…
A
vviata la trattativa per l’erogazione
del Fondo incentivante 2011. Riunione che a parere dei vertici
dell’AAMS doveva servire sostanzialmente a fornire una prima informativa e
ad avviare il confronto negoziale.
Nel nostro intervento abbiamo ribadito
che le questioni aperte per noi della FLP
Finanze riguardano diversi aspetti che
vanno tutti affrontati con la giusta determinazione e chiarezza. In particolare:
• La quantificazione complessiva delle risorse alla luce dei nuovi ingressi avvenuti a marzo 2011 del personale del
Ministero dell’Economia che deve comportare il relativo stanziamento di risorse
aggiuntive da parte del MEF, al fine di
permettere, al più presto, l’erogazione
della somme al personale;
• La necessità di vigilare affinchè le risorse disponibili non comportino in alcun
modo decurtazioni rispetto a quanto mediamente percepito negli anni precedenti
dal personale AAMS a titolo di compenso
incentivante e di produttività;
• L’opportunità, a fronte delle modifiche
organizzative di AAMS, delle nuove sedi
attivate e del numero dei colleghi nel frattempo transitati, di “congelare” per l’anno
2011 la cosiddetta scheda di valutazione.
Questo non significa in alcun modo un
arretramento rispetto all’obiettivo da noi
condiviso di individuare criteri per riconoscere in ambito aziendale anche la qualità e l’apporto individuale, ma risponde
principalmente alla necessità di superare
le criticità manifestatesi in questi anni di
sperimentazione e di confrontarsi, anche
alla luce delle modifiche in atto, su nuove
e più adeguate modalità di remunerazione di tali fattori che tengano conto
della nuova articolazione organizzativa .
L’Amministrazione si è riservata una
pausa di riflessione ma riteniamo che nel
corso della prossima riunione si possa
definire l’intesa sulla base di queste proposte che ovviamente dovranno riguardare anche il Fondo 2011 nel suo
complesso e la coerenza con le altre ri-
sorse destinate all’incentivazione del personale per lo stesso anno.
TRASFORMAZIONE IN AGENZIA FISCALE
Nel corso della riunione l’Amministrazione ha fornito alcuni aggiornamenti in
materia di trasformazione dell’AAMS in
Agenzia fiscale.
I problemi che a tutt’oggi impediscono
l’avvio della nuova struttura risiedono essenzialmente nei rilievi formulati dalla
Ragioneria generale in sede di espressione del parere sul D.M. di avvio dell’Agenzia che, tra l’altro, approva il
regolamento e lo statuto provvisorio; censure che sarebbero state fatte in particolare sulle norme ivi previste in materia di
contabilità e di bilancio del nuovo ente.
Ma sarà solo questo il problema ?
Il dubbio che ci assilla invece è che in
questa vicenda e nei vari ritardi giochino
un ruolo anche le questioni relative al cosiddetto riordino delle pubbliche amministrazioni ai fini del contenimento della
spesa.
E che quindi, vista la fase assolutamente
delicata, possano trovare audience posizioni che invece mirerebbero al’indebolimento e non al rafforzamento di AAMS.
Noi che pure a suo tempo abbiamo più
volte segnalato le criticità oggettive con-
nesse all’operazione di rafforzamento dei
Monopoli sulla base dell’applicazione di
norme sulla mobilità piuttosto che su un
piano organico di riorganizzazione, non
abbiamo dubbi o esitazioni nel dire che
non sarebbero accettabili logiche di ridimensionamento e di depotenziamento di
un’importante struttura dell’Amministrazione finanziaria e contrasteremo ogni
ipotesi di ”spezzatino” o di inglobamento.
ORARIO DI LAVORO
Abbiamo sollecitato la definizione del
confronto sulla base dell’informativa resa
da AAMS in data 30.12.2011 e riteniamo
che l’argomento vada trattato nel corso
della prossima riunione a livello nazionale al fine di attivare poi i previsti e necessari confronti territoriali.
RSU e modalità di funzionamento
Abbiamo chiesto a fronte delle prime difficoltà insorte che la Direzione centrale
dirami opportune istruzioni ai Direttori al
fine di garantire il corretto funzionamento
delle RSU appena elette, a partire dal
loro regolare insediamento nella sede
negoziale, riconoscendo a detta funzione
le prerogative che spettano dagli accordi
quadro ribadite dal recente protocollo
d’intesa sul lavoro pubblico sottoscritto a
Palazzo Vidoni.
16 maggio 2012
13
N. 189
COMPARTO MINISTERI
DIFESA
News
ESAME DELLA PROPOSTA DI LEGGE
PER IL TRANSITO DEL PERSONALE DI AREA 1^ IN AREA 2^
SARA’ INCARDINATA DALLA COMMISSIONE LAVORO L’ATTO CAMERA n. 102, PRIMO FIRMATARIO L’ON. VICO
D
avvero una buona notizia! Domani, martedì 22 maggio, la xI
Commissione Lavoro della Camera dei Deputati procederà all’incardinamento della proposta di legge che
prevede il transito in area 2^ di tutto il
personale civile di area prima, proposta
di legge fortemente sollecitata dalla nostra O.S., di cui è primo firmatario l’on.
Ludovico Vico, presentata nell’ aprile
2008 e oggi connotata come A.C. n. 102.
I colleghi, in particolare quelli interessati,
conoscono bene il c.d. “problema dei
terzi livelli”: riguarda i lavoratori di area 1^
(ex pos. ec. A1S), bloccati da oltre 15
anni nella posizione d’inquadramentoche
ha reso impossibile ogni progressione di
carriera e impedito la partecipazione ai
corsi-concorsi e alle riqualificazioni, e
questo a causa della situazione di incapienza che ha sempre contraddistinto la
ex pos. ec. B1 fino al 1 gen. 2008, data di
inquadramento dei vincitori delle procedure di riqualificazione che hanno alleggerito la posizione ex B1 di oltre 8000
unità, rendendola così finalmente capiente.
Come abbiamo detto in altre circostanze,
“il problema si sarebbe potuto risolvere
definitivamente in occasione della riforma
del sistema di classificazione operata dal
CCNL 2006-2009: sarebbe bastato sopprimere l’area 1^, come FLP aveva chiesto in piattaforma, ma poi la cosa non si
concretizzò per l’opposizione dell’ARAN
e la non convergente posizione di altre
sigle sindacali.
A questo punto, fu evidente che l’unica
soluzione possibile sarebbe stata quella
di una iniziativa legislativa ad hoc”, e su
questo versante FLP DIFESA si attivò
decisamente e ripetutamente, sia in ambito Difesa (vds. Notiziari n. 37 del
21.02.2007; n. 80 del 20.06.2008 e n.
102 del 24.07.2008), sia in sede politica
e parlamentare, con l’intento di sensibilizzare al problema le forze politiche che
siedono in Parlamento.
Finalmente, nell’aprile 2008, è stata presentata da un gruppo di deputati – primo
firmatario l’on. Ludovico Vico - una proposta di legge che prevede il transito del
personale di ex area A in pos. ec. ex B1
(attuale F1 di 2^ area), che, dopo una attesa durata quasi due anni, nel gennaio
2010 è stata finalmente assegnata alla
Commissione Lavoro della Camera,
prima tappa del complesso iter legislativo
(si veda il nostro Notiziario n. 13 del
29.01.2010). Il quadro di situazione conseguente agli sviluppi economici 2010
è oggi favorevole, in quanto il provvedimento non dovrebbe necessitare di alcuna copertura finanziaria.
Occorrerà solo verificare la capienza in
rapporto alle DD.OO. di area 2^ conseguenti ai tagli della L. 148.
Oggi, la buona nuova: ancorchè con ritardo a causa dei suoi molteplici impegni,
la Commissione Lavoro avvierà finalmente martedì 22 p.v. l’esame della proposta di legge. E’ già stato nominato il
relatore, che sarà l’on. Marianna Madia,
e la Commissione ne fisserà l’agenda per
la trattazione.
Noi pensiamo di aver dato un contributo
significativo al raggiungimento di questo
importante risultato, con le molteplici iniziative e sollecitazioni che FLP DIFESA
ha portato avanti in tutti questi anni.
Basta visitare il nostro sito web, scorrere
l’archivio dei Notiziari dal 2007 ad oggi, e
si avrà l’esatta percezione dell’impegno
profuso dalla nostra O.S. in questa direzione.
Ma sappiamo però con certezza che questo risultato è frutto soprattutto della mobilitazione dei lavoratori, che hanno
aderito in modo davvero importante all’iniziativa da noi promossa (appello via
fax ed email al Presidente Moffa con richiesta di calendarizzazione - vds. il Notiziario n. 13 del 29.01.2010), esercitando
una pressione che naturalmente ora
dovrà continuare e intensificarsi, e su
questo aspetto ritorneremo molto presto.
16 maggio 2012
14
N. 189
COMPARTO MINISTERI
DIFESA
News
UNA OCCASIONE DA NON PERDERE PER RISOLVERE
DEFINITIVAMENTE IL PROBLEMA DELL’ECCEDENZA IN AREA 1^
E’ INIZIATO IN COMMISSIONE LAVORO L’ESAME DEL D.D.L.102
PER IL PASSAGGIO IN AREA 2^ DI TUTTO IL PERSONALE CIVILE DI AREA 1^
C
ome anticipato nel nostro Notiziario n. 70 del 21 u.s., nella giornata di ieri 22 maggio la xI
Commissione Lavoro della Camera dei
Deputati ha provveduto a incardinare la
proposta di legge (Atto Camera n. 102)
che prevede il transito in area 2^ di tutto
il personale civile di area prima, proposta di legge fortemente sollecitata dalla
nostra O.S. e di cui è primo firmatario
l’on. L. Vico.
La Commissione ha dunque avviato finalmente l’esame del provvedimento, e
lo ha fatto attraverso l’intervento in aula
della relatrice, l’on Maria Anna Madia,
che ne ha illustrato le ragioni e gli obiettivi (in allegato, il resoconto della seduta
di ieri, si vedano le pagine contraddistinte con i nn. 91 e 92).
La proposta di legge, come si sa, prevede il passaggio in area 2^ di tutto il
personale civile di area 1^ attualmente
in possesso del profilo di ausiliario, situazione questa che risolverebbe una
volta per tutte il problema dell’eccedenza
rispetto alla dotazione organica della 1^
Area, che è stata praticamente azzerata
a partire dal 2005 attraverso la rideterminazione delle dotazioni organiche poi
recepita con Decreto del Presidente del
Consiglio (DPCM 27.02.2005). Una
scelta voluta dall’Amministrazione con la
condivisione di una parte del fronte sindacale, che noi all’epoca non condividemmo non certo per insensibilità al
problema, ma solo perché l’Amministrazione non fornì allora alcuna garanzia
sulle risorse, i tempi e le modalità dei
percorsi da avviare per il transito di quel
personale in area superiore (avevamo
chiesto un accordo a latere, che non ci
fu). E oggi, a distanza di 7 anni, possiamo dire che non avevamo visto poi
così male. Nessun transito è infatti nel
frattempo avvenuto, e il problema è tuttora irrisolto.
Le dotazioni organiche di area Prima (ex
area A) fissate dal DPCM 2.07.2005 prevedevano solo 66 posizioni, che poi
sono state contratte di ulteriori 3 unità
con la riduzione operata dal DPR
3.08.2009, n. 145 in attuazione del ridimensionamento degli assetti organizzativi disposto dall’art. 74 del D.L. 112. Le
n. 63 posizioni organiche di area 1^
hanno poi trovato conferma nello
schema di provvedimento attuativo degli
ulteriori tagli disposti dalla Legge
16.09.2011, n. 148 (vds. Notiziario n. 12
del 23.01.2012) che è ora confluito nell’Atto Senato n. 472, attualmente all’esame delle competenti Commissioni.
A fronte delle 63 posizioni in organico, il
personale effettivo di area 1^ si aggira
oggi intorno alle 2000 unità (al
17.09.2011,
n.
2101,vds.
D.M.
16.01.2012). Dunque, una condizione di
quasi totale eccedenza, che, alla luce
della riscrittura dell’art. 16 del D. Lgs n.
165/2001 operata dall’ art. 16 della
Legge n. 183/2011, non lascia oggi tranquilli in termini di prospettive, tenuto
anche conto dei contenuti del DDLD
3271.
E’ di tutta evidenza che, in questo con-
testo, l’avvio dell’esame del d.d.l. Vico
apre una prospettiva diversa, che deve
essere colta appieno da tutti, e in primis
dalla nostra Amministrazione. Potrebbe
essere davvero l’ultimo treno, dobbiamo
esserne consapevoli tutti, ed in primis il
Vertice politico.
Il quadro di situazione complessivo appare abbastanza confortante: allo stato,
non servirebbe alcuna copertura finanziaria del provvedimento, in ragione dell’assenza di differenziale economico tra
F3 di area 1 e F1 di area 2^; la xI Commissione appare ben intenzionata a velocizzare i tempi (nella prossima
settimana ci potrebbe essere l’audizione
del Governo, successivamente quello
delle OO.SS. che noi abbiamo già richiesto – vds. Notiziario n. 50 del
20.04.2010 - e in data odierna risollecitato con la nota allegata al presente Notiziario); in aggiunta, abbiamo saputo
che si starebbe valutando la possibilità
di un pronunciamento della Commissione in sede deliberante, che eviterebbe così il passaggio in aula. Bene,
l’occasione appare davvero ghiotta, per
certi versi irripetibile, sarebbe davvero
da suicidi disperderla.
16 maggio 2012
15
N. 189
COMPARTO MINISTERI
DIFESA
News
SCARSE LE VALUTAZIONI DEI CAPI DI SM SUL DDLD 3271
LE AUDIZIONI IN COMMISSIONE DIFESA DEL SENATO SUL PROGETTO DI RIFORMA
A
bbastanza deludenti nel loro complesso, a nostro giudizio, le audizioni dei Capi di Stato Maggiore di
Forza Armata che si sono tenute nella
scorsa settimana in Commissione Difesa
del Senato.
Come si ricorderà, nel contesto dell’esame del Disegno di legge delega
(DDLD) presentato dal Ministro Di Paola
al Senato in data 23 aprile u.s. (Atto Senato n. 3271) e relativo alla riforma in
chiave riduttiva dello strumento militare
nazionale, la Commissione Difesa ha disposto una serie di audizioni, tra le quali
anche quella delle OO.SS. che si è tenuta in data 16 u.s. (vds. Notiziario n.
68). Nella scorsa settimana è stata
quindi la volta dei Capi di SM dell’Esercito, della Marina e dell’Aeronautica che
sono stati auditi rispettivamente il 22, 23
e 24 maggio e i cui interventi saranno
pubblicati sul nostro sito web.
Questi i passaggi più interessanti fatti dai
Capi di SS.MM e riportati nei resoconti
parlamentari.
Il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito,
gen. Claudio Graziano, ha focalizzato il
suo intervento sulla revisione della Forza
Armata, che “orienterà il 70% della forza
alla componente operativa, e il 30% a
quella del sostegno generale”,; ha affermato che sarà razionalizzata la catena
di comando “attraverso l’eliminazione di
comandi intermedi” e, per quanto riguarda gli aspetti infrastrutturali, ha detto
che “la soluzione ideale sarebbe quella
di concentrare la Forza Armata in 15 o
20 macrobasi”. Davvero straordinario,
poi, l’unico passaggio che riguarda al
componente civile che, a suo avviso,
“potrebbe, in futuro, essere integrata, in
larga misura, dal personale militare”. Alla
faccia della civilizzazione!!
Il Capo di Stato Maggiore della Marina
amm. Luigi Binelli Mantelli ha descritto la
situazione di una forza armata a due
facce, in cui “aree di straordinaria eccellenza convivono con realtà ancora utili
ed efficienti” che hanno però costi sempre più insostenibili, ed ha auspicato il
varo di “nuove procedure che agevolino
ed accelerino l’attuazione degli accordi
locali e delle dismissioni infrastrutturali”.
L’amm. Binelli Mantelli è stato l’unico a
soffermarsi sul ruolo del personale civile
che “riveste un ruolo centrale sia perché
in grado di assicurare l’indispensabile
continuità di impiego rispetto ai militari
soggetti a maggiore mobilità, sia perché
tenutario di professionalità preziose e insostituibili in molteplici settori quali le lavorazioni arsenalizie, i collaudi,l’idrografia, i servizi portuali, la sperimentazione
tecnica e l’attività amministrativa”, ed ha
poi sostenuto come le due componenti
civile e militare, “differenziate nello status”, siano da ritenersi facenti parte “di
un unico comparto, essendo complementari e indispensabili”.
Il Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica, gen. Giuseppe Bernardis, ha detto
che il percorso di riduzione individuato
passa “attraverso una serie di provvedimenti di soppressione, riorganizzazione
accorpamenti e razionalizzazione che
coinvolgono 92 Enti ed articolazioni”,
con riduzione del 30% di presenza territoriale, e “processi di trasformazione
che, nel triennio 2012-2015, interesseranno 31 Enti nelle more dell’emanazione della legge delega”. In merito al
personale civile, solo un velocissimo richiamo alla “assoluta utilità dei compiti”
che svolgono i lavoratori impiegati. Un
po’ poco, ci pare!
Nel complesso, la lettura dei tre interventi mette in luce, al di là della formalmente dichiarata condivisione del
progetto di riforma del Ministro di Paola,
una significativa mancanza di valutazioni
sui diversi contenuti del provvedimento,
che ha addirittura spinto il sen. Scanu ad
osservare, in merito all’intervento del
Capo di SME, come esso apparisse
“non attinente ai contenuti del disegno di
legge n. 3721, non fornendo su di esso
alcuna valutazione”. Sul fronte del personale civile, invece, la cosa che emerge
maggiormente negli interventi dei Capi
di SME e SMA è l’assenza di fatto di
qualsiasi riferimento al ruolo del personale civile. E il Ministro sostiene che noi
non saremmo più “figli di un Dio Minore”
16 maggio 2012
16
N. 189
COMPARTO MINISTERI
News
DIFESA
APERTURA SULLA MOBILITA
IN FUNZIONE DEL PROGETTO DI RIORDINO?
E
’ pervenuta alle OO.SS. nazionali
una nota a firma del Capo di Gabinetto - d’ordine del Ministro con la quale viene comunicato che “il
Sottosegretario Magri ha avviato con i
competenti organi tecnici gli occorrenti
provvedimenti sulle tematiche riguardanti il personale civile”
connesse al disegno di legge delega
A.S. 3271). Immaginiamo che gli approfondimenti avviati riguardino le diverse
problematiche segnalate dalle OO.SS.
nel corso della recente audizione in
Commissione Difesa del Senato che,
seppur in ordine sparso e non tutte,
hanno rappresentato posizioni sostanzialmente condivise su tutta una serie di
aspetti legati alle ricadute sul personale
civile (la nostra O.S. li ha condensate nel
documento consegnato alla Commissione, e che è allegato al Notiziario n. 68
del 16 u.s.).
Giudichiamo naturalmente in modo positivo questa iniziativa del Vertice politico
dell’Amministrazione, che cogliamo
come un gesto di attenzione, di sensibilità e di apertura, segno però evidente
che le problematiche rappresentate dal
Sindacato non erano fondate sul nulla e
andranno necessariamente approfondite, come noi avevamo richiesto senza
successo in fase di costruzione del provvedimento, e che speriamo possa oggi
avvenire prima del pronunciamento definitivo del Senato.
Questa sensibilità l’avevamo per la verità anche colta in occasione della celebrazione della “Festa degli Anziani” che
si è tenuta in varie Sedi nella giornata di
venerdì 18 u.s., un appuntamento quest’anno organizzato con maggiore solennità per volontà precisa del Ministro
Di Paola, che ha voluto prenderne parte
di persona presenziando alla cerimonia
di Roma, mentre in altre sedi, in rappresentanza del Ministro, sono intervenuti,
rispettivamente, i Sottosegretari alla Difesa Filippo Milone (Taranto), Gianluigi
Magri (La Spezia) ed il Direttore Generale per il Personale Civile, dr.ssa Enrica
Preti (Padova).
Apprezziamo davvero questi gesti di
sensibilità e di attenzione da parte del
Ministro, che peraltro seguono altri significativi gesti di questi mesi (le lettere
aperte ai dipendenti; i ripetuti incontri con
le OO.SS.), anche se alcuni passaggi
del Suo indirizzo di saluto ai premiati (il
riferimento alle supposte “mazzate ” da
Lui ricevute dai rappresentanti sindacali,
l’ affermazione che non ci sarà alcuna
“macelleria sociale” e la negazione che i
civili nella Difesa siano ancora oggi nella
Difesa dei “figli di un Dio minore”,
locuzione da noi spesso utilizzata nei
Notiziari) qualche dubbio lo fanno francamente venire.
E di tutta evidenza, però, che per convincere i lavoratori civili sulla bontà delle
intenzioni, occorrono fatti concreti, finora
purtroppo sono mancati, anche , dispiace dirlo, con il Ministro. E sono proprio i fatti concreti che noi aspettiamo
dalla riforma che è nelle intenzioni dell’amm. Di Paola.
Tra i fatti concreti, a differenza di alcune
sigle che pare già inneggino all’evento,
non ci sentiremmo di includere la concessione che la nota allegata a firma del
Capo di Gabinetto fa in materia di mobilità. Gli effetti sono da capire meglio: in
cosa si sostanzia, per esempio, l’annunciata “prima iniziativa di SMD volta a favorire la mobilità verso altre PP.AA.” ?
Come se per transitare in altre Amministrazioni fosse sufficiente il via libera
della Difesa: purtroppo non è così, lo
sappiamo bene tutti, gli ultimi reimpieghi
lo dimostrano ampiamente. Ma c’è un
altro aspetto che segnaliamo all’attenzione dei colleghi: noi pensiamo, lo abbiamo detto in più occasioni, che il
progetto di Paola prevede il transito di
migliaia di militari verso i ruoli civili (le tabelle dello studio di SMD datato 26 gen.
2012 lo dimostrano ampiamente).
Abbiamo allora un dubbio: non è che
aprendo alla mobilità esterna, si svuotano i ruoli civili e si rendono così più capienti per i successivi transiti dei colleghi
militari? Prima di inneggiare, proviamo a
interrogarci su questo!
16 maggio 2012
17
N. 189
COMPARTO MINISTERI
GIUSTIZIA
News
La FLP scrive al Ministro della Giustizia
Prof. Paola Severino
di Raimondo Castellana e Piero Piazza
a FLP scrive al Ministro della Giustizia Prof. Paola Severino,al Ministro per la Cooperazione internazionale e l’Integrazione dott. Andrea Riccardi e al Capo Dipartimento dell’Amministrazione Peniten- ziaria dott. Giovanni
Tamburino in merito agli Uffici per l’Esecuzione Penale Esterna.
Si pubblica nota prot. n. 253_GIUS_2012
del 22 maggio 2012 inviata dalla FLP in
merito all’argomento in oggetto.
L
OGGETTO: Uffici per l’Esecuzione Penale Esterna
Onorevole Ministro,
il crescente disagio dei lavoratori e la gravissima situazione che investe da tempo
il sistema giustizia a cominciare dalla revisione della geografia giudiziaria, dal
blocco del turn over, dalla mancanza di
risorse economiche adeguate per la giustizia, alla riduzione drastica delle piante
organiche oramai insufficienti a garantire
l’attività ordinaria, al depauperamento
delle attese e dei diritti dei lavoratori (interpelli-mobilità), per tutti i dipartimenti e
in particolare per quanto attiene gli Uffici
della Esecuzione Penale Esterna, ci spingono a chiederLe un urgente interessamento ed un incontro.
Stiamo vivendo infatti una situazione
drammatica oltre che paradossale.
Partiamo da alcuni dati.
Studi e ricerche, condotti a livello nazionale e nell'arco di molti anni, hanno dimostrato in modo chiaro e inequivocabile
l’efficacia delle misure alternative al carcere, che vedono oscillare le recidive fra
il 14,6% ed il 19%, a fronte delle recidive
dopo la detenzione in carcere che si attestano invece intorno al 70%.
Inoltre, se si confronta il sistema carcerario con quello dell’esecuzione penale
esterna e si tiene conto del relativo costo
calcolato in termini di spesa pro-capite
per ogni persona sottoposta a misure penali, emergono anche considerazioni significative circa la maggiore economicità
ed efficienza del sistema delle misure alternative al carcere, elemento non trascurabile in un periodo di così grave crisi
economica-finanziaria.
Non ci dilunghiamo sulla gravità e sulla
situazione esplosiva determinata dalla
cosiddetta “emergenza carceri”: tanto è
stato detto e scritto negli ultimi anni e ancora nei giorni scorsi lo stesso Presidente
della Repubblica e i Presidenti delle Camere si sono espressi chiedendo il potenziamento di ogni misura atta a ridurre,
in modo reale e soprattutto duraturo, tale
fenomeno. Ci sembra che quanto detto
circa l'incidenza delle recidive dovrebbe
essere logicamente un elemento significativo e determinante nell’orientare la politica del Governo e l’azione dell’Amministrazione dell’Esecuzione Penale.
E infatti, l'anno scorso codesto Ministero
ha prodotto un “Documento programmatico per la definizione di azioni di indirizzo
16 maggio 2012
18
N. 189
COMPARTO MINISTERI
per il miglioramento della gestione dell’esecuzione penale”, in cui si intendeva
migliorarne l’operatività, riconoscendo
l’importanza strategica dell'Esecuzione
Penale Esterna nell’arginare il sovraffollamento del carcere e nel garantire nel
contempo una risposta, come si è visto
sia efficace che efficiente, alla domanda
di sicurezza sociale.
Infine, ed è proprio di questi giorni,
giunge la richiesta da parte del Dipartimento Politiche Antidroga presso il Ministero della Cooperazione Internazionale
e l’Integrazione, di incrementare l’utilizzo
del ricorso alle misure alternative alla
carcerazione delle persone tossicodipendenti recluse, riducendo i tempi di attivazione delle misure stesse e di
aumentarne il numero dei fruitori.
Nel corso degli anni, dunque, a vari livelli
si è vista aumentare la considerazione
dell’esecuzione Penale Esterna, in particolare dell’attività del Servizio Sociale,
con un aumento del ricorso all’esecuzione penale esterna (decuplicata dal
1977 al 2005) ed un incremento delle
funzioni affidate a tale Servizio ( solo per
citare le ultime: rielaborazione del reato;
programma di trattamento per misure alternative; giustizia ripartiva; percorsi di
restituzione sociale; progettazione ed
esecuzione di lavori di pubblica utilità).
Tutto bene, dunque?
No, purtroppo no. Perché qui subentra
l’altra faccia della medaglia, del paradosso che sta inesorabilmente affossando tutto quanto costruito negli anni
anche grazie alle moltissime energie e
alla tenacia del personale degli Uffici di
Esecuzione Penale Esterna.
Infatti da tempo gli UEPE sono stati concretamente abbandonati, privati di risorse materiali e soprattutto di “risorse
umane”.
Già in condizioni di diffuso ed annoso
sotto-organico, sono stati recentemente
colpiti dalla scellerata decisione di procedere con ulteriori tagli, che metteranno
in ginocchio servizi e personale già oberati da un carico di lavoro difficilmente sostenibile. La previsione di un drastico
ridimensionamento per quanto riguarda i
ruoli del personale di servizio sociale ed
educativo porterà all’inevitabile collasso
dei relativi compiti istituzionali e di tutte
GIUSTIZIA
le attività di tipo trattamentale.
Dunque non è superfluo ricordare che
sono proprio il trattamento individualizzato, il mantenimento di una rete di collegamenti e sinergie con gli altri Servizi
Sociali e le risorse del territorio a garantire la riabilitazione dei condannati e nel
contempo il controllo dell’esecuzione
della misura alternativa alla detenzione e
la prevenzione della recidiva: l’intervento
sociale, psicologico ed educativo costituiscono il nucleo fondante e realmente
qualificante l’esecuzione penale esterna,
che non può in alcun modo essere surrogato dall’inserimento di altre figure professionali, provenienti ad esempio dalla
Polizia Penitenziaria come -guarda casoè stato più volte ventilato.
E’ evidente il totale disinvestimento sulle
misure alternative al carcere e sul sistema di servizi che ne è alla base, in
netta contraddizione con tutti i proclami
di intenti e con le evidenze oggettive di
News
cui si è detto: disinvestimento che si concretizza anche nell’ assenza di una regia,
nel rifiuto di un confronto e nell’abbandono “morale”, oltre che materiale, di
operatori coinvolti su un fronte così delicato, faticoso, cruciale, talvolta pericoloso. Allora ci chiediamo:
- le spinte corporative sono troppo forti
da contrastare? L’unico interesse che
resta realmente in gioco è quello legato
all’universo carcerario?
- Il dettato costituzionale del recupero e
del reinserimento sociale del reo interessa ancora a qualcuno?
- non si riesce o non si vuole neppure più
operare sulla base di una razionalità che
tenga conto almeno dei risultati e dei
costi, se non di quelli umani e sociali almeno di quelli economico-finanziari?
Alla luce di tutto ciò, questa Organizzazione Sindacale chiede con urgenza un
incontro e l’apertura di un confronto reale
e costruttivo.
16 maggio 2012
19
N. 189
COMPARTO MINISTERI
GIUSTIZIA
News
DIECI MAGGIO ANNULLATO L’INCONTRO CON L’AMMINISTRAZIONE
LA FLP CHIEDE UN INCONTRO AL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA E DICHIARA LO STATO DI
AGITAZIONE DI TUTTO IL PERSONALE !!!
di Raimondo Castellana e Piero Piazza
C
ome PREVISTO nella ultima riunione del 17 aprile l’Amministrazione aveva programmato un
incontro con le OO.SS per il giorno 10
maggio 2012 sulle tematiche relative a
mobilità e interpelli.
Il 9 maggio informalmente la FLP ha appreso che la riunione veniva annullata e
che la stessa veniva rinviata a data da
destinarsi.
Contemporaneamente nei corridoi della
Commissione Giustizia al Senato si apprendeva che il Capo Dipartimento dr.
Birritteri intervenuto in audizione dichiarava:
“che un’ulteriore riunione avrà luogo successivamente alla definitiva approvazione
dello schema di decreto legislativo e
quindi in seguito ad una nuova allocazione del personale”.
La FLP scossa da questa dichiarazione
scriveva immediatamente al Ministro
della Giustizia Avv. Prof. Paola Severino,
al Capo Dipartimento e al Direttore Generale del Personale chiedendo ai destinatari un urgente incontro per discutere
di tutte le tematiche inerenti al “pianeta
giustizia” a cominciare dalla mobilità, interpelli, revisione della geografia giudiziaria, rimpinguamento del fua di almeno
75milioni di euro (previa diversa distribuzione dei capitoli di spesa), capitolo a
parte per lo straordinario, tematiche
unep, tematiche informatici e personale
tecnico ecc…
Nella stessa nota la FLP dichiarava lo
stato di agitazione di tutto il personale
giudiziario anche tenuto conto delle ultime notizie, apprese dai media nazionali,
secondo le quali i magistrati in sofferenza
di pianta organica hanno visto circa 350
nuovi assunti, mentre rimangono in sofferenza i lavoratori del corpo della polizia
penitenziaria.
Per quanto attiene il personale giudiziario le notizie indicavano che lo stesso è
composto “da un esercito di dipendenti”
e che addirittura i lavoratori risulterebbero
in esubero nonostante…… le circa 6000
carenze ufficiali riportate nell’ultimo rilevamento delle piante organiche. La FLP
continuerà a proporre la mobilità in uscita
per tutti i lavoratori.
E pensare che solo per fare un esempio
un dipendente del DOG opera per due e
svolge attività di almeno due qualifiche
superiori.
ALTRO CHE ESUBERO!!! Si ricorda che
il personale giudiziario nel 1998 era costituito da 52mila dipendenti mentre oggi
se ne contano soltanto circa 37mila frutto
del turn-over degli anni precedenti (PENSIONAMENTI) QUINDI UNA EQUAZIONE CHE VEDE IL CARICO DI
LAVORO RADDOPPIARE E IL DIMEZZAMENTO DEL PERSONALE.
La FLP ha anche scritto all’Amministrazione, con nota a parte, relativamente alla
tematica della vigilanza per i concorsi in
magistratura dove il personale che dovrà
svolgere questa attività sarà “costretto”,
come avviene giornalmente nelle aule
d’udienza, nelle cancellerie e segreterie
giudiziarie, a dover espletare attività lavorativa che supera abbondantemente le
nove (6+3) ore giornaliere statuite appunto dalle norme vigenti.
Ancora una volta l’Amministrazione
prevarica i DIRITTI dei lavoratori sanciti
dal CCNL. Altri disagi si manifestano giornalmente in tutti gli uffici giudiziari d’Italia
a cominciare dal “lavoro” che ogni singolo
dipendente deve svolgere poiché non è
stata ancora data l’interpretazione autentica del contratto come più volte richiesto
dalla FLP all’Amministrazione. Capita
quindi sovente che per esempio un ex
operatore B2 oggi assistente giudiziario
svolga attività diversa da Trapani a Trieste, senza sapere chi dei due opera secondo vigenza e chi no.!!!
Per tutti questi motivi la FLP HA DICHIARATO LO STATO DI AGITAZIONE DI
TUTTO IL PERSONALE GIUDIZIARIO
ANCHE A TUTELA DI TUTTI QUEI LAVORATORI CHE DA TANTI ANNI
ASPETTANO DI RICONGIUNGERSI AI
PROPRI cari in osservanza del DIRITTO
ALLA FAMIGLIA sancito dalle norme dai
regolamenti e dai contratti vigenti.!!!.
Le note citate sulla tematica relativa al
“pianeta giustizia”, a cominciare da quella
inviata al Ministro Severino sono pubblicate sul sito www.flpgiustizia.it.
16 maggio 2012
20
N. 189
COMPARTO MINISTERI
BENI E ATTIVITA’ CULTURALI
News
CONVENZIONE CONSIP PER LA FORNITURA DI SERVIZI PER LA GESTIONE
INTEGRATA DELLA SALUTE E SICUREZZA SUI LUOGHI DI LAVORO
di Rinaldo Satolli
I
n riferimento alla circolare n. 5 del 25
gennaio 2012 del Segretario Generale
del Mibac si rileva quanto appresso indicato.La convenzione di cui all’oggetto
è rivolta a tutta la Pubblica Amministrazione, il costo complessivo dei sei lotti
aggiudicati è pari ad oltre 65 milioni di
euro.
Il primo elemento di valutazione che sottopongo alle SS.LL. è direttamente connesso con le peculiarità delle nostre
attività istituzionali e delle nostre sedi,
non riconducibili “tout court” alla gran
parte delle attività e delle sedi di altre
amministrazioni.
Il secondo elemento attiene direttamente
alle responsabilità disciplinari ed erariali
dei direttori generali dei direttori regionali
e dei capi d’istituto centrali e periferici:
occorre una valutazione e parametrazione dei costi con riferimento alla spesa
storica per le medesime attività negli ultimi 5 anni.
Il terzo elemento il Decreto Legislativo
81/08 riconduce al capo d’istituto tutte le
prerogative e le responsabilità conseguenti del datore di lavoro; questa precisazione è utile al fine di verificare se il
Segretariato generale ha le prerogative
per imporre la convenzione di cui all’oggetto.
Il quarto elemento attiene direttamente
alla considerazione circa la presenza di
elevate professionalità opportunamente
formate, come previsto dalla normativa
sopra citata e presenti sull’intero territorio
nazionale. Essi esercitano il ruolo di responsabili del Servizio prevenzione e
Protezione senza alcun costo per l’Amministrazione. Siamo a conoscenza delle
attività svolte nelle biblioteche da soggetti esterni e delle gravi inadempienze
segnalate dagli RLS.
Per quanto sopra chiediamo di conoscere sulla base di quali valutazioni e di
quali prerogative il segretariato generale
ha emesso la circolare sopra citata che
sembra avere carattere perentorio e
quindi in contrasto con le norme che disciplinano la materia e in contrasto con i
compiti di coordinamento ad esso affidati.Si invitano tutti gli RLS a vigilare
sulla corretta applicazione della com-
plessa materia, si resta in attesa di cortese riscontro e assicurazioni in merito
da parte di tutti i soggetti coinvolti.
16 maggio 2012
21
N. 189
KRONOS
Viaggi, Natura, Cultura, Scienza
News
Le isole Canarie
L
e Isole Canarie sono un grande arcipelago di sette isole maggiori e
due isole minori, tutte di origine vulcanica. Sono situate nell'Oceano Atlantico
al largo dell'Africa nord-occidentale. Formano una comunità autonoma della Spagna.
La capitale è condivisa tra Santa Cruz de
Tenerife e Las Palmas de Gran Canaria.
Fino al 1927, Santa Cruz de Tenerife è
stata l'unica capitale delle Canarie, solo
dopo tale anno, la condivide con Las Palmas.
Le Canarie sono isole tropicali, situate
nell'Oceano Atlantico, davanti alla costa
dell'Africa e al deserto del Sahara, poco
più a Nord rispetto al Tropico del Cancro
(al 28º parallelo, ovvero alla stessa altezza di Florida, Bahamas, Bermuda, Caraibi, Hawaii).
Le isole per ordine di estensione:
Tenerife 2.034,21 km² (capitale Santa
Cruz de Tenerife);
Fuerteventura 1.659,71 km² (capitale
Puerto del Rosario);
Gran Canaria 1.560,10 km² (capitale Las
Palmas de Gran Canaria);
Lanzarote (La Graciosa) 845,90 km² (capitale Arrecife);
La Palma 708,26 km² (capitale Santa
Cruz de la Palma);
La Gomera 369,74 km² (capitale San Sebastián de la Gomera);
El Hierro 268,70 km² (capitale Valverde).
L'isola più vicina si trova a circa 95 km
dalla costa africana.
Le isole formano l'ecoregione della Macaronesia, assieme a Capo Verde, Madera, le Isole Azzorre e le Isole Selvagge.
Il vulcano del Teide, situato nell'isola di Tenerife, con i suoi 3718 metri è la montagna più alta della Spagna. le isole godono
di un clima molto mite durante tutto l'anno
che può essere pero', grazie all'influenza
degli alisei, alternativamente molto secco
oppure piuttosto umido.
Sono presenti diverse specie autoctone di
flora, quali il cosiddetto albero del drago
(Dracaena draco), le foreste di laurisilva,
pini e palme tropicali, numerosi bananeti,
piante grasse di agave, aloe vera e cactus. L'"albero del drago", considerato il
simbolo delle Canarie, può raggiungere
anche i 20 metri di altezza. Si ritiene che
gli esemplari più antichi possano essere
addirittura millenari. In particolare il più
antico esemplare vivente si trova a "Icod
de los Vinos", nella zona nord-orientale di
Tenerife.
La sua linfa è di colore rosso intenso, e
proprio per questo motivo è chiamata
"sangue di drago". Essa veniva usata
dagli antichi abitanti delle Canarie (gli indigeni aborigeni, Guanci) nei loro riti animisti, e questa pratica era considerata
magica. I fiori simbolo delle Isole Canarie
sono le buganvillee, (Bougainvillea) e le
orchidee. Solo nell'isola di Gran Canaria
esistono ben 2000 varietà differenti di fiori
esotici, considerati unici al mondo.
Ricchissima è anche la fauna marina tropicale. I pesci esotici più noti sono il pesce
pappagallo, le tartarughe marine, i delfini,
le murene, i pesci volanti, e il pesce civetta. Ci sono anche, molti tonni, barracuda, aragoste, sardine e a largo
dell'Oceano Atlantico, si possono incontrare le balene, marlin, pesci vela, ma
anche squali, come lo squalo martello.
Le Canarie sono un paradiso per gli uccelli; solo a Gran Canaria ci sono settanta
specie diverse di volatili, che si riproducono nell'arcipelago e un gran numero di
migratori fanno rotta nelle isole Canarie,
dove svernano. Numerosi sono i pappagalli e il canarino è sicuramente l'uccello
più rappresentativo delle Isole Canarie.
Particolare menzione meritano le lucertole del genere Gallotia, endemiche delle
isole Canarie, che a volte raggiungono i
sessanta cm di lunghezza.
Una vastissima varietà di fauna e flora locale e esotica si può ammirare nei grandi
parchi di "Loro Park", a Puerto de la Cruz,
nell'isola di Tenerife, oppure nell'"Oasis
Park" nel sud dell'isola di Fuerteventura,
nella località di La Lajita - Pajara, ed
anche nel "Palmitos Park" nel sud di Gran
Canaria, vicino alla località di Maspalomas.
Le isole vennero battezzate Canarie (dal
latino canis, cane) grazie alle grandi
16 maggio 2012
22
N. 189
KRONOS
Viaggi, Natura, Cultura, Scienza
quantità di cani selvatici (chiamati ora
Presa Canario o Dogo Canario) che popolavano l’arcipelago, fatto reso noto per
la prima volta dallo studioso romano Plinio il Vecchio.
La cucina delle Canarie è ricca di colori e
sapori subtropicali, esotica e multietnica;
è caratterizzata da semplicità, varietà, ricchezza di ingredienti, dovuti alla frammentazione del territorio, alla varietà dei
prodotti della terra, alla pescosità delle
acque, ai numerosi sedimenti culturali
che ha ricevuto durante la sua storia. Sapori, odori, preparazioni e colori originali
si combinano con quelli arrivati da altri
paesi, sia nella cucina tradizionale canaria che nella nuova cucina creativa delle
Isole. La gastronomia canaria è stata influenzata dalla eredità dei Guanci e dalla
tradizione latinoamericana, specialmente
venezuelana. Infine, si trovano reminescenze della gastronomia africana continentale.
Il Gofio è l'alimento per antonomasia, che
dalla notte dei tempi ha accompagnato le
popolazioni indigene dei Guanci, fino ad
arrivare ai giorni nostri. È fatto di farina
ottenuta dall'orzo tostato, ma anche da
altri cereali. Viene consumato in diverse
forme: mescolato con latte, oppure con
miele, si usa anche mangiarlo mischiato
a zuppe di legumi o a brodo di pesce, di
verdura o carne. Canaria è l'unico posto
della Spagna dove si consuma. Tradizionalmente, il gofio si portava in una bisaccia e si impastava al momento con
acqua, ottenendo il gofio amasado (impastato).
Papas arrugadas con mojo (patate rugose con salsa). Patate cotte con la buccia in acqua e sale, condite con mojo
verde (salsa verde), mojo picón (salsa
piccante), salse a base di olio, aglio, coriandolo, cumino, peperoncino, peperone
verde, avocado, prezzemolo, ecc. (ogni
salsa ha i suoi ingredienti).
Formaggi. I più comuni sono i formaggi
caprini: il formaggio Palmero di La Palma
come il formaggio Majorero di Fuerteventura, entrambi D.O.P.; si trovano
anche formaggi freschi. Nell'isola della
Gomera si elabora un paté chiamato Almogrote, il cui ingrediente principale è il
formaggio duro; in qualcuna delle isole si
mangia anche il formaggio "alla piastra"
con mojo.
Insaccati. Nelle isole si può trovare il
Chorizo Canario (salsiccia a pasta morbida e spalmabile, fatta con le parti più tenere del maiale, rossa per l'aggiunta del
“ pimenton” (paprika)), nelle sue differenti
versioni: chorizo di Teror nell'isola di Gran
Canaria chorizo de Chacon nell'isola di
Lanzarote, chorizo Palmeto nell'isola de
La Palma, ecc.
La Morcilla. E' un altro tipo di insaccato
che si produce utilizzando sangue di maiale; in Canaria si fa dolce, il suo sapore
è dovuto alla inclusione di patate dolci,
mandorle e uva sultanina.
Pata Asada. (Zampa di maiale arrostita) è
una delle forme più popolari per consumare il maiale; si mangia con il panino o
come antipasto, anche come aperitivo.
Frutti di mare e pesci. I prodotti marini più
serviti come antipasti sono le Lapas (patelle) cotte in padella e condite con mojo
verde; polipo servito in salsa o con trito
di verdure e pinzimonio, pejines o gueldes piccoli pesci della famiglia delle alici
e le sardine (fritte o essiccate).
Dovuto alla ricchezza delle acque canarie, esistono molte varietà di pesce per i
piatti principali. Tra i più consumati sono
las viejas (le vecchie), il pesce più apprezzato da tutti i canarini, la corvina
(ombrina bocca d'oro), la cherne (cernia),
la sama, la salema (sarpa, pagrus). Si
servono al forno, fritti, bolliti, marinati,
ecc. Sancocho canario è un piatto a base
di pesce salato bollito, con contorni di patate, patate dolci, gofio e mojo; ma il più
News
tipico è “ El Encebollado” uno stufato fatto
con pesce, cipolla, pomodori, peperoni,
aglio.
Los tollos sono strisce di una specie di
squalo tagliate ed asciugate al sole, normalmente servite in salsa.
Las jareas (stoccafisso).
Cazuela de pescado (casseruola di
pesce) stufato che si prepara con pesce
fresco, patate, cipolla, peperoni, ecc.
Caldo de pescado (Brodo di pesce), l'ingrediente principale di solito è pesce locale come sama e cernia.
Verdure e ortaggi La forma più tipica di
mangiare le verdure è il Potaje de Berros
(zuppa di berros: pianta commestibile
della famiglia delle brassicaceae), il potaje de coles (zuppa di cavolo), il potaje
de lentejas al estilo canario (zuppa di lenticchie), o il Puchero, un bollito misto di
verdure e ortaggi. Caldo de papas (Brodo
di patate). Piatto semplice della cucina
povera tradizionale. Patate e coriandolo
sono gli ingredienti fondamentali. Rancho
canario (rancio canario), ricetta a base di
ceci, pasta corta, patate e carne. Tra i
piatti al cucchiaio troviamo anche el caldo
de millo (brodo di mais), con mais, ceci e
aglio; e il brodo di cereale.
Caldo verde (Brodo verde) ingrediente
principale patate, prezzemolo, uova. La
ropa vieja tipico piatto a base di ceci e
carne, che si prepara con quello che
avanza del bollito.
Carne Quelle più consumate sono di maiale, pollo, coniglio e capra. Puchero canario, (bollito misto di carne con verdure),
16 maggio 2012
23
N. 189
KRONOS
Viaggi, Natura, Cultura, Scienza
conejo en salmorejo (coniglio in marinatura). La carne di maiale è la base di altri
piatti come la carne fiesta (carne festa),
le costillas con piña y mojo (costolette
con pannocchia di mais e salsa), le
papas con carne (carne in umido con le
patate), ecc.
Dolci e desserts Tra i dolci tradizionali si
trovano il bienmesabe a base di zucchero, mandorle, uova; il frangollo con farina di mais, zucchero, mandorle, uva
sultanina; le trucha (panzerotti natalizi ripieni di patate dolci), pasticcini di pasta
sfoglia ripieni di "capelli d'angelo" (una
marmellata fatta con una zucca chiamata
“pantana”), altri come le quesadillas herreñas della isola del Hierro, fatti a base
di formaggio, le rosquetes (ciambelle), il
quesillo (budino), la rapatura dolce tradizionale in forma di cono, il miele di palme
delle isole della Gomera (si ottiene a partire della linfa della palma canariensis).
Frutta Platano canario (banana), fichi,
avocado, mango, papaya, fichi d'India,
ananas, lime, litchi, cherimoya e frutta di
stagione
Vini e liquori Si coltivano 33 varietà di
uva, 14 rosse e 19 bianche, con dieci
"Denominazione di Origine". Con la conquista spagnola cominciò la coltivazione
e la produzione di vino, essendo specialmente famoso nell'epoca il vino di malvasía.
Vini con D.O.
D.O Abona (Tenerife)
D.O Tacorenta-Acentejo (Tenerife)
D.O Valle di Guimar (Tenerife)
D.O Vale de La Orovata (Tenerife)
D.O Ycoden-Daute-Isora (Tenerife)
D.O El Hierro
D.O Lanzarote
D.O La Palma
D.O La Gomera
D.O Gran Canaria
Sembra che Fenici e cartaginesi conoscessero l'arcipelago delle Canarie. Ad
ogni modo il mondo classico le conobbe
in modo approssimativo. Sia Plinio il Vecchio che Claudio Tolomeo ne parlano in
maniera sommaria. Si pensa che le Isole
Canarie abbiano dato origine al mito
greco del Giardino delle Esperidi.
Secondo alcuni, l'arcipelago sarebbe
quello che rimane della mitica Atlantide,
per via della posizione geografico/geologica.
Il nome Canarie non ha un'origine chiara.
Una possibilità è che derivi dal latino
canis, cane e che sia collegato alla presenza sulle isole di grandi quantità di
cani, riferita per la prima volta da Plinio il
Vecchio. Con il tramonto dell'impero romano furono tagliate fuori da qualsiasi
contatto con l'Europa cristiana.
Benché le prospicienti coste africane
siano state popolate durante l'Alto Medioevo da genti arabe e berbere di religione musulmana, non risulta che tali
popoli abbiano conosciuto le isole Canarie. Un primo contatto diretto avvenne
News
forse in occasione della guerra ispanogenovese condotta da Sancio IV di Castiglia contro il Marocco. Tuttavia, l'avvio
di contatti sia pure saltuari è concordemente attribuito al genovese Lanzarotto
Malocello, sotto il cui comando, attorno al
1336, approdò una nave sull'isola che da
lui prende il nome: non si conoscono con
certezza le motivazioni del suo sbarco,
ma si è ritenuto che la Repubblica di Genova l'avesse inviato nell'area perché reperisse informazioni circa Ugolino e
Vadino Vivaldi, esploratori genovesi che,
cercando una via nuova per raggiungere
le Indie assai prima della circumnavigazione dell'Africa da parte di Vasco de
Gama e della traversata oceanica di Cristoforo Colombo, finirono dispersi. mentre nel 1341 vi giunse una spedizione di
Angiolino de' Corbizi e Nicoloso da
Recco: per conto di Alfonso IV del Portogallo i due esplorarono tutto l'arcipelago.
L'anno dopo seguiva una spedizione di
catalani. Per la spedizione del 1341 di
Angiolino de' Corbizi e Nicoloso da
Recco possiamo contare su un reperto di
eccezionale importanza: il De Canaria et
insulis reliquis ultra hispaniam noviter repertis di Giovanni Boccaccio. In quest'opera vengono descritti i Guanci e
viene attestato anche il loro modo di
computare. I Guanci, popolazione pacifica, parlavano lingue differenti a seconda
dell'isola di appartenenza e incomprensibili tra di loro. Non conoscevano la navi-
16 maggio 2012
24
N. 189
KRONOS
Viaggi, Natura, Cultura, Scienza
gazione ed è possibile che fossero anche
etnicamente molto differenti da isola a
isola. Quelli incontrati dalla spedizione di
cui parla Boccaccio vivevano nella Gran
Canaria. Erano nudi, salvo per un sottanino di palma, con l'eccezione dei capi,
che vestivano capi in pelle caprina tinti di
giallo e rosso e cuciti con budella. Avevano lunghi capelli biondi . Conoscevano
l'allevamento (capre pecore e cinghiali) e
l'agricoltura, coltivando frutta (soprattutto
fichi), ortaggi e legumi, frumento, orzo e
biade da cui ricavavano farina che però
consumavano sciolta nell'acqua, non conoscendo il pane. Vivevano in case costruite di pietre squadrate e legno e
imbiancate all'interno. Adoravano una divinità maschile con in mano una palla, la
cui statua fu trafugata dalla spedizione e
portata in Portogallo assieme ad alcuni
degli abitanti. In seguito la popolazione
Guanci fu quasi interamente sterminata
durante la guerra di conquista operata
dai Castigliani dal 1464 al 1496.
Pur prive di risorse, le isole Canarie scatenarono subito il problema del possesso
coloniale e nel 1344 ad Avignone papa
Clemente VI eleggeva principe delle isole
Fortunate don Luis de la Cerda, cugino
del re portoghese Alfonso IV.Il PIL pro capite delle Isole Canarie è di € 21.105
(2009), simile a quello dell'Abruzzo.
L'economia è cresciuta rapidamente
negli ultimi decenni. Ad oggi è basata sul
turismo, l'agricoltura tropicale, la costruzione e i servizi. I prodotti agrari di maggior peso per l'esportazione sono
banane, pomodori, fiori e piante ornamentali, avocado, papaye, manghi. Le
isole ricevono circa 12 milioni di turisti all'anno, che muovono a loro volta l'attività
immobiliaria e vari settori di servizi. Le
due isole economicamente maggiori, Tenerife e Gran Canaria posseggono
grandi centri pubblici che stimolano e diversificano l'economia, come le due università principali, l'amministrazione e i
porti. Gli ecologisti sono preoccupati che
le risorse vengano sovrasfruttate e che il
territorio sia sempre più occupato dalla
intensa attività edilizia.
Le isole sono al di fuori del territorio doganale dell'Unione Europea, anche se
politicamente sono all'interno dell'UE. Nei
documenti doganali sono rappresentate
dal codice ISO 3166-1 alpha-2 IC. I beni
soggetti alle tasse doganali e all'IVA spagnola, come tabacco o apparecchi elettronici, sono quindi significativamente più
economici alle Canarie, così come la
benzina, meno cara che nella penisola.
Le isole non hanno un codice nazionale
internet separato dal resto della Spagna.
La ZEC, Zona Especial Canaria è una
zona di bassa tributazione fiscale, attualmente la più bassa d'Europa, nata con lo
scopo di promuovere lo sviluppo sociale
ed economico dell'arcipelago Canario e
diversificare la sua struttura produttiva.
La ZEC fu autorizzata dalla Commissione Europea nel mese di gennaio del
2000 e prorogato successivamente sino
al 2006 con istanza emessa dal governo
Spagnolo in relazione all'adeguamento
della legislazione e regime economico fiscale delle isole Canarie per quanto concerne la ZEC, secondo i termini dell’autorizzazione.
REQUISITI: investimento di minimo
100.000 Euro e la creazione di almeno 5
posti di lavoro nelle Isole di Tenerife e
Gran Canaria; 50.000 Euro e 3 posti di
lavoro nelle altre isole dell'arcipelago.
Non tutte le attività sono Autorizzabili
come ad esempio costruzioni ed altre
News
che comprometto l'ambiente e hanno un
dannoso impatto ambientale. Attualmente i benefici della ZEC restano in vigore sino al 31 dicembre del 2019,
essendo prorogabile solo su autorizzazione della Comunità Europea. La autorizzazione all'iscrizione nel Registro
Ufficiale di Entità ZEC (ROEZEC) avrà
come limite massimo il 31 dicembre del
2013. È da considerare il fatto che questa specifica situazione non rientra nelle
aree "offshore" e "black list" in quanto
viene riconosciuta e autorizzata dall'unione europea stessa, e in tutti i casi
vigono le leggi europee di trasparenza in
materia fiscale.
La combinazione di alte montagne, appartenenti all'Europa, e cieli limpidi, ha
reso il picco di Roque de los Muchachos
(su La Palma, quota 2450 m) un punto
ottimale per il posizionamento di telescopi. Nel 1985 nacque perciò l'Osservatorio del Roque de Los Muchachos,
che comprende anche un telescopio italiano, il Telescopio Nazionale Galileo.
Anche a Tenerife, sul Pico del Teide a
2400 m di altezza, è stato creato l'osservatorio astronomico Carlos Sánchez
operativo dal 1972.
16 maggio 2012
25
N. 189
NON SOLO ....ARTE...
Tex Willer
T
ex è una serie a fumetti creata nel
1948 da Gian Luigi Bonelli e Aurelio Galleppini ed edita dalla Sergio
Bonelli Editore.
Le avventure inedite con protagonista Tex
Willer vengono pubblicate mensilmente
nell'albo a fumetti Tex, edito dalla Sergio
Bonelli Editore nel formato tascabile tipico delle pubblicazioni bonelliane.
Sergio Bonelli, editore nonché sceneggiatore di Tex (con lo pseudonimo di
Guido Nolitta)
In principio il fumetto fu pubblicato nel
classico formato a striscia (16,5 x 8 cm)
caratteristico dell'epoca: complessivamente uscirono nelle edicole, con periodicità settimanale, ben 36 serie dal 1948
al 1967. Le rese venivano poi utilizzate
per confezionare le cosiddette raccoltine:
le strisce venivano private della loro copertina in carta, assemblate insieme (il
numero degli albi accorpati variava) e dotate di una nuova copertina in cartoncino
disegnata appositamente da Galep.
Di queste raccolte ne uscirono tre serie:
la prima vide luce tra il 1949 e il 1950 per
un totale di soli sette albi; la seconda
(detta serie bianca) uscì tra il 1950 e il
1966 e conta 132 albi; la terza (detta
serie rossa) è composta da 194 albi usciti
a partire dal 1956. Nel 1952 ci fu il primo
tentativo di una ristampa cronologica
della serie in un formato ad albo. Nacque
così la collana quindicinale Albi d'Oro,
che chiuse i battenti nel 1960 dopo 8
serie e 205 numeri.
Come avveniva per le strisce, le poche
rese degli Albi d'Oro (che avevano già
una tiratura piuttosto bassa) vennero scopertinate e raccolte in albi con una nuova
copertina inedita.
Videro così luce i 29 numeri della 1ª serie
"Gigante", la più rara tra le serie texiane
e la più ricercata dai collezionisti.
La seconda serie gigante è quella tuttora
News
16 maggio 2012
26
N. 189
NON SOLO ....ARTE...
pubblicata nel formato, poi utilizzato
anche per le altre testate della Bonelli. È
pubblicata a partire dal 1959 e i primi 95
numeri sono la ristampa completa e cronologica della serie a strisce, ancora in
edicola all'epoca dell'inizio della serie. Inizialmente dunque anche questa collana
nacque come una ristampa della serie
inedita a striscia. Poi, viste le mutate condizioni sociali ed economiche e il crescente successo della collana, la casa
editrice decise di puntare su questa e di
pubblicarvi direttamente le storie inedite.
Il formato è venuto incontro ai gusti dei
lettori italiani (tanto da diventare tipico
anche di testate di altri editori: quelle che
adottano questo standard, vengono chiamate in gergo bonellidi) e ha fatto la fortuna di Tex, che è diventato negli anni uno
dei fumetti più venduti in Italia. Negli anni
passati le copie acquistate dell'inedito
raggiunsero la tiratura massima di
600.000 al mese, mentre nel 2010 il numero è calato a 220.000. Il numero di pagine di un singolo albo è variato nel
tempo, ma dal numero 93 si è stabilizzato
su 116: le tavole dedicate al racconto vero
e proprio sono 110, cui si aggiunge sempre un frontespizio in terza pagina, tipico
delle pubblicazioni dell'editore, con alcune immagini classiche dalla testata (nel
caso di Tex sono rappresentati, attorno ad
un quadrato con al centro il titolo dell'albo,
il protagonista, i pards e un assalto alla
diligenza da parte di pellerossa), sul cui
retro vengono elencati gli arretrati. A queste si sommano le quattro pagine di copertina: nella prima c'è un disegno
realizzato dal copertinista, col titolo dell'albo e il logo della testata; la seconda è
destinata ai redazionali; la penultima e la
quarta reclamizzano altri fumetti della Bonelli e forniscono anticipazioni sul numero
seguente. Tranne la prima ed il frontespizio, che sono sempre costanti, il contenuto delle altre pagine non è infrequente
che si presenti in maniera difforme (es. le
anticipazioni in seconda pagina), o che riportino altre informazioni (ad esempio nel
passato sono state ospitate anche alcune
rubriche).
Negli ultimi anni si sono aggiunte anche
pubblicazioni speciali, a cadenza per lo
più annuale, quali l'Almanacco del West,
Speciale Tex (più conosciuto come Texone), il Maxi Tex e il Color Tex. Il primo è
caratterizzato, oltre che dalla presenza di
una storia a fumetti, da servizi e materiale
informativo sul mondo della frontiera; il
secondo, in alcuni casi affidato a disegnatori esterni alla casa editrice, ha grandezza e foliazione extra; il terzo è di
formato identico al Tex mensile, ma con
un numero di pagine maggiore (circa
News
300), mentre l'ultimo, inaugurato nell'estate 2011si caratterizza principalmente
per essere interamente a colori. Nell'ottobre 2010, con l'uscita del numero 600, le
varie testate hanno superato complessivamente la ragguardevole cifra di 80.000
tavole edite.
Esistono infine tre ristampe "ufficiali" della
16 maggio 2012
27
N. 189
NON SOLO ....ARTE...
serie: Tex tre stelle (riconoscibile per la
presenza di tre stelline sulla "costoletta"),
TuttoTex e Tex nuova ristampa; dal febbraio 2005 è stata introdotta anche la ristampa dei Texoni, con cadenza
semestrale: sono i Tex Stella d'Oro.
Gli albi della serie regolare, come tutti i
fumetti della Bonelli, sono rigorosamente
in bianco e nero, ad eccezione del numero 100 e dei suoi multipli. Questa regola pluridecennale venne infranta nel
settembre del 2008 con l'uscita del numero 575 (Sul sentiero dei ricordi) per
celebrare il sessantesimo "compleanno"
del personaggio.
Da un progetto nato in collaborazione
con Gruppo Editoriale L'Espresso, datato febbraio 2007, prende avvio una
nuova riedizione della saga di Tex denominata Collezione storica a colori. Vengono riproposti così, allegati sia al
settimanale L'Espresso che al quotidiano
la Repubblica, i primi episodi in 50 volumi, eccezionalmente a colori, impreziositi da una nuova copertina realizzata
per l'occasione da Claudio Villa.
Il successo dell'iniziativafa sì che la
stessa sia proseguita oltre il limite di pubblicazioni inizialmente stabilito. L'ultima
decisione, in ordine di tempo, fissa la
conclusione del progetto editoriale con
l'uscita del 239º volume.
Sebbene questa esperienza termini, non
cessa la collaborazione; infatti del settembre 2011 vengono riproposti anche
gli Speciali, naturalmente a colori.
L'unica differenza rispetto la Collezione
storica è che rimangono inalterate le copertine originali.
I racconti sono di varia lunghezza, anche
se normalmente si sviluppano su più
albi. La più lunga avventura finora scritta
è Ritorno a Pilares di Nolitta/Letteri, che
vede il ranger fronteggiare i misteriosi
Uomini Giaguaro: inizia a pag. 79 del numero 387 e si dipana per tutti i cinque
albi successivi, per un totale di 586 pagine.
Una curiosità è legata agli albi dal n. 23
al n. 26, nei quali sono presenti due brevi
racconti entrambi sceneggiati da G.L.
Bonelli ma non "texiani": il primo, intitolato Sulla pista di forte Apache, realizzato graficamente da Franco Donatelli e
il secondo, Il feticcio tragico, opera di Vit-
torio Coliva.
Esistono anche alcuni brevi episodi di
Tex non pubblicati sugli albi Bonelli, ma
usciti allegati ad altri fumetti o a riviste.
Nei primi anni sessanta, anche in seguito ad una proposta di legge presentata da due deputati democristiani
(Federici e Migliori) volta ad un controllo
preventivo sulle pubblicazioni a fumetti,
fu attuata dagli editori di periodici per ragazzi una forma di autocensura, che veniva certificata anche con un apposito
marchio - MG (Garanzia Morale) - e che
coinvolse anche Tex. Nella sostanza si
intervenne modificando sia i dialoghi ritenuti troppo violenti, sia l'abbigliamento
dei personaggi femminili, allungando
gonne e coprendo decoltè, che potevano
essere considerati contrari alla morale
dell'epoca.
In particolare ne fecero le spese i primi
albi della seconda serie gigante che riproponevano le storie pubblicate sulle
strisce; confrontando le vignette delle
prime con le seconde è possibile appurare i ritocchi che vennero effettuati. Esistono anche edizioni dei primi 14 numeri
sia censurate che non censurate; successivamente a quel numero invece, e
per alcuni anni, gli albi uscirono solo già
emendati. Il marchio apparve sulle pagine del fumetto fino al numero 84 della
serie.
In seguito sono state apportate altre modifiche ai testi, riscontrabili visionando le
varie ristampe succedutesi nel tempo,
ma si tratta perlopiù di correzione di refusi o al massimo di modifiche stilistiche,
non attuate allo scopo di prevenire possibili interventi dell'autorità.
Tex nacque nel 1948 più come esperimento artigianale che come fumetto destinato a divenire un fenomeno
editoriale, oggetto negli anni seguenti
anche di indagini sociologiche e tesi di
laurea e che dopo sessant'anni ancora
viene venduto in tutte le edicole.
Venne ideato da Gian Luigi Bonelli e Aurelio Galleppini come fumetto di "sostegno" all'altro personaggio a cui stavano
lavorando all'epoca, Occhio Cupo, una
classica storia di cappa e spada. Nei
primi numeri del fumetto l'aspetto fisico
di Tex riprende molte caratteristiche dal
personaggio di Occhio Cupo: i jeans così
News
stretti da sembrare una calzamaglia, gli
stivali flosci e la camicia a frange.
Quando, contrariamente a tutte le previsioni, Occhio Cupo venne dimenticato e
fu Tex a riscuotere successo, queste caratteristiche vennero abbandonate in favore
dell'aspetto
attuale
del
personaggio.
Tex è in realtà il secondo personaggio
western ideato da Gian Luigi Bonelli. Il
primo, risalente al 1947, fu Il Giustiziere
del West, che uscì nelle edicole in un periodo caratterizzato dal grande successo
di altre pubblicazioni dello stesso genere, quali Il grande Blek e Capitan Miki
del trio EsseGesse. Anticipando il revisionismo storico statunitense, Tex è il
primo personaggio dei fumetti ad offrire
un diverso punto di vista sui nativi americani dell'epopea Western, che non appaiono più come macchiette stereotipate
di selvaggi, ma come popoli dotati d'una
evoluta e radicata cultura.
Il nome del ranger fu ispirato dall'insegna
di un negozio milanese, "Tex Moda". Il
cognome avrebbe dovuto essere "Killer",
ma fu stemperato in Willer poco prima di
andare in stampa per non sfidare le ire
dei censori.
Continua nel prossimo numero .....
16 maggio 2012
28
N. 189
NOTIZIE DAL CANILE
News
ADOZIONI URGENTI
Calzetta, cosa vorrai dirci? Lei è triste, lei ha bisogno di una persona accanto. Lei che non è riuscita a mentire, nemmeno quell'unica volta in cui è uscita dal box per le foto.
L'unica volta in cui ha visto il cielo senza sbarre, ha annusato l'erba ed ha provato una carezza sul suo corpicino. Non è riuscita
a mentire di essere felice, i suoi occhi sono rimasti spenti.. ormai non crede più in niente.
E' una dolcissima cagnolina, va al guinzaglio è di taglia media contenuta, discreta e bellissima. Ma Calzetta è un cane nero.
Un cane che nessuno vuole per via del colore, il suo pelo è lungo e nessuno si prenderebbe mai la "responsabilità" di spazzolarglielo.
Ho bisogno di aiuto per farla uscire, ho bisogno di una persona che diventi la sua casa, il suo rifugio, la sua guida ed il suo amore.
SI trova vicino Roma ma per amorevole adozione la portiamo in tutto il centro e nord Italia previo controlli pre affido
Per info e adozione
Stefania 333.2676595 [email protected]
Francesca 338.2531016 [email protected]
16 maggio 2012
29
N. 189
RETROSCENA
Spettacolo & Cultura
NUMBER 23
C
osa succede a un uomo comune,
con una vita soddisfacente e del
tutto normale, quando a un tratto
si imbatte in un libro intitolato “The number 23” che racconta di un detective la cui
vita è ossessivamente regolata dal numero 23 e che finisce per diventare un assassino? Scatta un processo di
progressiva identificazione, che si traduce
in un’ossessione per il numero 23 e tutte
le sue apparentemente casuali ripetizioni
che regolano la vita reale. Inutile dire che
l’intera esistenza del protagonista viene
inghiottita in un gorgo di eventi e di paranoie che lo porteranno a progettare azioni
assolutamente nefande, con possibili
colpi di scena clamorosi...
Il film di Joel Schumacher (“Un giorno di
ordinaria follia”, “Il cliente”, “8mm - Delitto
a luci rosse”, “Il Fantasma dell’opera”) ha
dei buoni propositi: utilizzare la genesi di
un’ossessione nella mente di un uomo comune per vedere come lentamente
prende a trasformare ogni istante della
sua vita reale, in un complesso di intrecci
realtà/fantasia che vuole coinvolgere lo
spettatore. Purtroppo, l’obiettivo resta
solo un bell’intento programmatico e non
decolla.
Nonostante la sempre più innegabile bravura di Jim Carrey in ruoli drammatici
(solo in America, non è ben chiaro perché, la critica continua a non ammetterne
il valore...) e il valido cast in cui figurano in
una buona prova anche Virginia Madsen
e Danny Huston, il film si perde in una
sceneggiatura che dopo una partenza
tutto sommato convincente si avviluppa
su se stessa mancando l’obiettivo di introdurre degli sviluppi originali e realmente coinvolgenti all’azione narrativa.
Risultato: il thriller alla fine resta privo di
quella drammaticità a cui lo spettatore
viene preparato e l’indagine psicologica si
arresta in una serie di reiterazioni che non
vanno oltre i luoghi comuni delle fissazioni
ossessive. Peccato, un’occasione mancata.
http://www.film.it
News
16 maggio 2012
30
N. 189
L’ANGOLO DEL LIBRO
News
LA FATTORIA DEGLI ANIMALI
G
li animali della Fattoria Padronale
(Manor Farm in lingua originale),
maltrattati e sfruttati dal fattore
Jones, vengono a conoscenza del sogno
del Vecchio Maggiore, un vecchio e saggio verro. Il sogno parla di un tempo in cui
gli animali saranno i liberi artefici del proprio destino, senza l'interferenza e lo
sfruttamento dell'uomo.
Il Vecchio Maggiore muore, ma il suo
sogno è tenuto in vita dai maiali Napoleon
e Palla di Neve. Una notte, spinti dalla
rabbia e dalla fame, gli animali, guidati dai
due maiali, si ribellano e cacciano dalla
fattoria il fattore Jones e sua moglie.
Gli animali cambiano il nome della fattoria, che diventa la fattoria degli animali, e
creano sette comandamenti, ispirati al
sogno del Vecchio Maggiore, ai quali decidono di obbedire. I comandamenti sono
(tra parentesi le frasi aggiunte successivamente dai maiali per giustificare le loro
azioni):
Qualunque cosa cammini su due zampe
è un nemico.
Qualunque cosa cammini su quattro
zampe o abbia le ali è un amico.
Nessun animale deve indossare vestiti.
Nessun animale deve dormire in un letto.
(con le lenzuola)
Nessun animale deve bere alcol. (in eccesso)
Nessun animale deve uccidere un altro
animale. (senza motivo)
Tutti gli animali sono uguali. (ma alcuni
sono più uguali degli altri)
Napoleon si prende cura dell'educazione
di alcuni cuccioli di cane, isolandoli dagli
altri animali. Essi costituiranno la sua polizia segreta.
Nascono dei conflitti tra Napoleon e Palla
di Neve (Palla di Neve vorrebbe estendere la rivoluzione anche alle altre fattorie, mentre Napoleon è contrario), e
diventa ovvio che Napoleon ambisce a
governare da solo. Intanto gli animali faticano insieme, prendendo ispirazione dai
titanici sforzi del cavallo Gondrano
(Boxer), il cui motto è: Devo lavorare più
duramente. Essi trovano lo studio molto
difficile, e la maggior parte di loro lo abbandona.
Jones, aiutato dalle fattorie vicine, cerca
di riprendersi la fattoria, ma viene sconfitto nella Battaglia del Chiuso delle Vacche (battaglia di Cowshed), guidata da
Palla di Neve. Il conflitto finale tra Napoleon e Palla di Neve si ha quando Palla di
Neve convince gli animali della necessità
di costruire un mulino a vento che fornisca elettricità alla fattoria. Napoleon lo accusa di aver tradito la rivoluzione e con
l'aiuto della sua polizia segreta lo costringe alla fuga.
Una volta assunto il totale controllo della
fattoria, Napoleon si dimostra un capo
ancor più crudele del signor
Jones. Inizia la costruzione del
mulino, che viene presentato
come un'idea di Napoleon. Arriva una tempesta che distrugge
il
mulino,
ma
Clarinetto (Squealer), propagandista di Napoleon, fa credere agli animali che si sia
trattato di un sabotaggio operato da Palla di Neve.
I Sette Comandamenti vengono riscritti (vedi parti tra parentesi) e poi eliminati ad uno
ad uno. Alla fine rimane solo
una frase, che afferma: Tutti gli
animali sono uguali, ma alcuni
sono più uguali degli altri.
Napoleon e gli altri maiali iniziano a commerciare con gli
umani, assumendone sempre
più gli atteggiamenti e i comportamenti che tanto avevano
disprezzato e condannato al
tempo della rivoluzione. Vendono del legname a Frederick,
uno dei fattori confinanti, ma
questo li paga con denaro
falso e poi attacca la fattoria.
Gli animali riescono a sconfig-
gere Frederick e i suoi uomini, ma subiscono moltissime perdite.
Intanto i maiali diventano sempre più corrotti e simili agli uomini. Il romanzo termina con Napoleon e i suoi scagnozzi che
giocano a carte con gli altri fattori nella
casa di Jones; durante un brindisi Napoleon si discosta da tutti gli ideali della rivoluzione, di fatto condannandoli.
Quando poi scoppia un litigio a causa
delle carte, gli animali ormai denutriti che
guardano sconvolti la scena dalla finestra,
non riescono più a distinguere gli uomini
dai maiali. Il sogno del Vecchio Maggiore
si è trasformato in un incubo.
16 maggio 2012
31
N. 189
A SCUOLA DI CUCINA
News
Girelle con gocce di cioccolato
uvetta e crema pasticcera
Ingredienti:
per l'impasto di circa 24-26 girelle
Burro 50 gr
Farina 500 gr
Latte 300 ml
Lievito di birra 25 gr
Limoni la scorza grattugiata di 1
Sale 7 gr
Zucchero 70 gr
per il ripieno di uvetta
Uvetta sultanina 200 gr
Crema pasticcera 250 ml
per il ripieno di cioccolato
Cioccolato gocce 100 gr
Latte per spennellare q.b.
■ PREPARAZIONE
Preparate l’impasto delle girelle sbriciolando e sciogliendo il lievito di birra in mezza tazza di latte tiepido e due cucchiaini di zucchero; mescolate e lasciate riposare qualche minuto.
Fate intiepidire il resto del latte e, mescolando, scioglietevi lo zucchero, aggiungete il burro fuso, la scorza grattugiata del limone
e il sale. Trascorso qualche minuto, quando vedrete affiorare della schiuma sulla superficie del composto di lievito, versatelo, assieme alla farina, in un robot e aggiungete il composto di latte mischiato al resto degli altri ingredienti .
Con il gancio del robot impastate per bene il tutto fino ad ottenere un composto liscio, elastico ed omogeneo (8-10 minuti).
Mettete l’impasto ottenuto in una ciotola capiente, coprite con un canovaccio pulito e lasciate lievitare in un luogo tiepido e privo
di correnti d’aria, fino al raddoppiamento del volume (almeno 2 ore). Nel frattempo preparate la crema pasticcera (guarda la ricetta cliccando qui). Quando l’impasto sarà lievitato, dividetelo a metà e stendetelo su di un foglio di carta forno, formando un rettangolo dello spessore di circa 5 mm.
Spalmate uno dei 2 rettangoli di pasta con la crema pasticcera ormai tiepida, quindi cospargetela con l’uvetta precedentemente
ammollata e strizzata. Arrotolate la preparazione cominciando dal lato più lungo fino ad ottenere un rotolo che lascerete lievitare
fino a raddoppiare il volume .
Fate la stessa cosa con l’altro rettangolo di impasto che prima però spennellerete con del latte tiepido, cospargerete con abbondanti gocce di cioccolato e arrotolerete .
Quando tutti e due i rotoli avranno raddoppiato il loro volume , tagliateli a fette dello spessore di circa 2,5 cm, servendovi di un
coltello o di un robusto filo da cucito (o da pesca) e poneteli su di una teglia foderata con carta forno a lievitare per un’altra mezz’ora. Quando le girelle saranno belle gonfie, infornatele in forno già caldo a 180° per circa 15 minuti. Una volta sfornate, fatele
raffreddare e, se volete, cospargetele con dello zucchero a velo vanigliato.