"La vedova bianca" di Mike Spensieri

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"La vedova bianca" di Mike Spensieri
Popoli Migranti
"La vedova bianca" di Mike Spensieri
Ultimo aggiornamento lunedì 04 ottobre 2010
E` una storia di emigrazione anche questa, seppur la protagonista mai lasciò Vinchiaturo e i suoi passi da bambina e da
giovane "vedova bianca" non la portarono oltre Monteverde, la Piana D'Oro e una volta o due a Campobasso. Nasceva,
il nove marzo 1929, a Salvatore e Vittoria in una casupola a le Cave.
Il suo arrivo non portò gioia a nessuno: particolarmente alla piccola tribù di fratellastri e sorellastre da un precedente
matrimonio finito in tragedia, due volte. Prima, con la morte del fratello di Salvatore, lasciando a lui il "dovere" di
occuparsi della vedova e figli, sposandola. Poi morì anche la vedova, lasciando un'altra (si fa per dire) categoria B di figli.
Infine il matrimonio con Vittoria, e altri due figli, chiamamoli di categoria C.Gli anni di infanzia furono anni di fame nera.
Ognuno aveva il suo lavoro da svolgere e da tutti si aspettava silenzio e obbedienza. Nonostante tutto fù una brillante
alunna, riportando nove e dieci con lode in tutte le materie, sino alla quinta. La prima triste realtà: i maschi studiano, le
femmine aspettano chi le sposa. E fù cosi che i maschi fecero carriera, si stabilirono chi a Napoli e chi a Roma, le
sorellastre emigrarono per il Canada e USA. Ma per lei, la piccola, c'erano solo i lavori di casa, e nei campi - ogni giorno
si recava a Ru Tellanne col padre per racimolare qualcosa: ortaggi, uova fresche, qualche frutta in stagione, e da alcuni
"feloni" di vigneto qualche mezzo bicchiere a tavola. Poi Vittoria si ammalò, morendo di febbre reumatica. A quel punto la
zia Filumena e Salvatore ebbero la brillante idea di maritarla in una famiglia di benestanti agricoltori e terrieri di
Monteverde. Non aveva ancora compiuto i suoi diciassette anni!Il marito, reduce di cinque anni di prigionia in Germania
parlava poco, bestemmiava molto, e si svegliava dal sonno in piena notte gridando incomprensibili frasi in tedesco. Di
malumore, depresso, pessimista di grande portata, diede il suo seme (che diventò chi scrive) e se ne andò a Tillsonburg,
nell'Ontario a raccogliere tabacco per settantacinque cents all'ora, più o meno il prezzo di un litro di vino che si
produceva in botti di venti quintali, molte botti. Nella sua nuova "sistemazione" si lavorava dalle cinque del mattino a
tarda sera: i suoceri erano buoni ma pretendevano una giornata di lavoro "chjiena, chjena".Appena il marmocchio
comincio` a parlare e leggere, fù precoce, non si parlava di altro che il Canada. L'atto di richiamo, una vita agevolata,con
una casetta col prato inglese. E gli leggeva, al marmocchio, traduzioni in lingua italiana di classici inglesi: Uncle Tom's
Cabin, David Copperfield, Tom Sawyer. Così sarebbe stato facile, una volta arrivati in Canada, per il marmocchio di
inserirsi nelle scuole inglesi. L'atto di richiamo non arrivò mai, ma la morte si. Il 24 Agosto 1958 emigrò anche lei, non più
vedova bianca, ma angelo in cielo. E il marmocchio andò in Canada, a vivere col padre, taciturno come sempre,
preoccupato dei terreni ora che i genitori erano vecchi, e lei scomparsa. Il ciclo di un crudele passato ricominciò: si risposò per il bene del figlio orfano - si dice. Dal secondo matrimonio nacque un'altro figlio, Antonio. Antonio Spensieri (19621992) morì trentenne, in quello stesso giorno in cui Carolina D'Aquila (1929-1958) anni prima, avrebbe compiuto le sue
trenta primavere.
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