Anselm Kiefer: l`AlchimiA dell`Arte nel mAgAzzino del sAle di Alfredo

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Anselm Kiefer: l`AlchimiA dell`Arte nel mAgAzzino del sAle di Alfredo
Anselm Kiefer: l’alchimia dell’arte nel Magazzino del Sale
di Alfredo Bianchini
Presidente della Fondazione Emilio e Annabianca Vedova
Nel Magazzino del Sale, lungo il Canale delle Navi, grande via liquida tra le pietre
delle Zattere e quelle della Giudecca, per alcuni anni ha lavorato Emilio Vedova.
Ora, dopo il restauro magistralmente progettato da Renzo Piano, il Magazzino,
primo di nove Saloni cinquecenteschi, è lo spazio espositivo della Fondazione
Vedova, tecnologicamente dotato come i più avanzati musei del mondo.
Anselm Kiefer lo ha visto, ne è rimasto affascinato, ne ha riprodotto forme, misure
e sagome nei suoi spazi parigini e ha ideato e creato appositamente per il Magazzino
del Sale un inedito complesso di opere che, inaugurate in prima assoluta visione
nel maggio di questo 2011, vi resteranno esposte sino al 30 novembre 2011.
Salt of the Earth è il titolo della mostra curata da Germano Celant e organizzata
dalla Fondazione Vedova. Mostra che riflette non solo l’interesse dell’Artista
per il processo alchemico di cui il sale è una componente, che non esprime soltanto
l’intrigante suggestione di opere realizzate proprio in un magazzino in cui veniva
depositato il sale, il prezioso oro della Repubblica veneziana, ma che anche testimonia
l’ulteriore fase della inesausta ricerca di Kiefer intorno ai valori essenziali dello spirito,
nell’umano cammino in questa terra.
La Mostra, commentata e rapprensentata nel bel catalogo Skira, si apre
contemporaneamente a quella di ... in continuum di Emilio Vedova nell’altro suo
Studio poco distante, nel quale il Maestro veneziano ha lavorato per moltissimi anni,
e recentemente pure recuperato come spazio museale di enorme potenzialità.
La contestualità delle due mostre testimonia il senso complessivo della missione
della Fondazione Vedova che non è solo quello di una valorizzazione e di uno studio
dell’opera del Maestro veneziano, ma che è anche quello di far continuare idealmente
il suo rapporto dialettico con il mondo e la sua “presenza” nel contemporaneo:
dunque un dialogo fra protagonisti della cultura contemporanea.
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Non si tratta di un confronto per cogliere uguaglianze - differenze tra artisti
e tanto meno per determinare scale di valori o di meriti: si intende ascoltare
i testimoni del pensiero artistico contemporaneo attraverso l’eloquente messaggio
delle loro opere pittoriche e delle loro installazioni.
Ancora una volta Venezia: Venezia che ha stimolato un grande artista come Kiefer,
confermandosi come eterno luogo di ispirazioni e creazioni originali e, dunque,
di trasmissione di un pensiero artistico.
Ma è la storia che si ripete: anche senza ritornare alla gloria e ai trionfi della pittura
veneta del rinascimento, del barocco e del vedutismo settecentesco, o alle visioni
shakespeariane nel Mercante di Venezia e nell’Otello, come dimenticare la forza
ispiratrice di Venezia per gli scrittori e i poeti foresti dell’ottocento e del primo
novecento, da Henry James a Thomas Mann, da Ruskin a Hemingway, da Byron
a Ezra Pound per citarne solo alcuni. Ma fotografi, architetti, urbanisti, registi hanno
sempre trovato e trovano tutt’ora in Venezia una perenne fonte di stimoli
e di ispirazioni per le loro rappresentazioni mediatiche.
Ed è ancora una volta la Fondazione Vedova (lo è già stata con il dialogo fra gli inediti
di Vedova e gli inediti di Louise Bourgeois) che si pone come tramite e centro
di produzioni originali e trasmissione di un messaggio culturale che travalica i confini
della città: con uno sforzo e un impegno notevoli di cui vanno in particolare ringraziati
il curatore artistico scientifico Germano Celant, il direttore delle collezioni Fabrizio
Gazzarri, Alessandro Traldi e Maurizio Milan che con l’impresa ICCEM hanno progettato
e realizzato gli allestimenti e tutti coloro che, a Venezia, Milano e Parigi hanno
concorso a rendere possibili le mostre.
Così la Fondazione pensa di onorare i suoi fondatori Emilio e Annabianca Vedova
e di partecipare alla con-figurazione della città di Venezia, vissuta e prediletta
non solo da Vedova ma da ogni sensibile Artista, storico punto di riferimento
della cultura nel mondo.
Questa città è in una perenne ricerca, mai compiuta mai soddisfatta, di una sua
identità dopo l’ormai lontanissima caduta della Repubblica Serenissima.
È stato suggestivamente detto che Venezia è un labirinto non solo urbanistico
ma anche ideale, anzi un ossimoro, un fenomeno di duplicità perché è città della vita
e della morte, ma anche della gioia e del mistero. Indubbiamente Venezia vive molti
paradossi, ma soprattutto uno: più il tempo avanza e più è un tempo nuovo per tutto
il mondo, più Venezia invecchia. È una divaricazione inevitabile per una città
che per essere se stessa, quantomeno nella sua forma urbis, in questa forma viene
distanziata dalla forme moderne.
È una città condannata a restare sempre se stessa, cioè nella forma urbis,
nei suoi monumenti, nei suoi palazzi, nei suoi rii, nel suo Canal Grande: tutti
la vogliono così, identica a se medesima, nelle sue strutture fisiche come definite
dall’architetture, dalle arti dal tempo.
La forma urbis trasmette, per definizione, un messaggio dell’antichità e di antichità,
quasi fosse una Pompei ma talmente plurivisitata da diventare Disneyland.
Come sopravvivere nel contemporaneo? Forse proprio così: nella creazione e nella
trasmissione di un pensiero contemporaneo, sia esso artistico sia esso scientifico.
Città dello spirito. Città delle attività immateriali. Città della cultura che riesce
a fronteggiare gli aspetti più dirompenti del turismo attraverso la valorizzazione
della sua pluralità di facce nelle più diverse connotazioni, anche tradizionali,
dei costumi, delle abitudini, della lingua, dei comportamenti, degli stili di vita.
La forma della città e i suoi capolavori trasmettono un messaggio “culturale antico”,
la cui attualità deve essere affermata attraverso la creazione e la trasmissione
di un pensiero contemporaneo artistico e scientifico, che attraversi prepotentemente
le sue antiche mura e le sue acque.
D’altronde non sono proprio gli artisti che concorrono con la più grande incisività
a creare un’immagine delle città anche con la loro presenza? Vedova e Kiefer sono
oggi, tutti e due, presenti a Venezia.