Abitudini di vita e consigli per l`allevamento di

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Abitudini di vita e consigli per l`allevamento di
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UCCELLI
VIMAX MAGAZINE MAGGIO 2013
La vedova domenicana
Abitudini di vita e consigli per l’allevamento di questo grazioso uccelletto africano
di Gianni Ravazzi
MASCHIO IN ABITO NUZIALE CHE EVIDENZIA LA LUNGA CODA
CLASSIFICAZIONE
Ordine: Passeriformes (passeriformi)
Famiglia: Viduidae (vedovine)
Genere: Vidua (vedova)
Specie: Vidua macroura – Pallas, 1764 (vedova domenicana)
Le vedove sono uccelletti africani dalle dimensioni simili a quelle
dei passeri comuni: secondo una moderna classificazione costituiscono una Famiglia a se´ che comprende 20 specie, delle quali 19
appartengono al Genere Vidua e una sola al Genere monospecifico
Anomalospiza.
In passato erano classificate come Sottofamiglia della Famiglia
Ploceidae ploceidi, gruppo piu` ampio di uccelli africani che comprende oltre 130 specie di tessitori, passeri, plocei e altre specie
variamente colorate come il granatiere, il monsignore, il napoleone, il gendarme.
MASCHI E FEMMINE. Tipico di tutte le vedove e` che i maschi in
abito nuziale hanno le timoniere mediane molto piu` lunghe del
corpo e piuttosto larghe.
Le femmine e i maschi in eclissi hanno un abito poco vistoso, simile a quello delle femmine del Passero comune, cioe` bruno-griastro variegato.
Altra caratteristica tipica della Famiglia e` che questi uccelletti non costruiscono un nido proprio, ma vanno a deporre le puova
nei nidi di specie affini, estrildidi e ploceidi soprattutto, lasciando a loro la fatica delle cure parentali.
Normalmente la femmina della vedova depone le sue uova in diversi nidi, 2-3 per ognuno, in modo garantire alla propria discendenza piu` probabilita` di sopravvivenza.
Diversamente dal cuculo, che crescendo distrugge la prole delle specie ospiti, i piccoli delle vedove invece crescono assieme ai
figli naturali dei genitori adottivi.
FOTO DI FAMIGLIA. Uccello dal corpo corto e compatto, ha una taglia normalmente compresa tra i 12 e i 14 cm: il maschio in
abito nuziale ha la coda molto lunga, la sua lunghezza totale arriva fino ai 32-33 cm e pesa normalmente tra i 14 e i 19 g.
La colorazione del maschio in abito nuziale e` inconfondibile: la testa, che e` leggermente appiattita e ben attaccata al copro con
un forte collo, ha la parte superiore, fino allattaccatura del becco e dietro fino alla nuca, di un nero lucente molto intenso.
Dietro la nuca passa un collare bianco che si fonde con il bianco del petto, del ventre, della gola e delle guance. Sulle ali sono
presenti due bande bianche molto evidenti. La lunga coda e tutte le parti superiori del corpo sono nero lucide.
La colorazione delle femmine e` molto poco vistosa: la tinta di fondo e` un bruno-grigio chiaro con variegature brune e marroni
su tutto il corpo, attorno allocchio ce` una zona con sfumature giallognole e le parti ventrali sono bianchiccio-giallognole.
I maschi in eclissi hanno colore simile alle femmine, ma il disegno del corpo presenta variegature piu` scure, quasi nere.
Il piumaggio dei soggetti immaturi, al momento dellinvolo, e` simile a quello della femmina, ma con i colori piu` pallidi e il disegno che sembra un po sbiadito.
NEL SUO HABITAT NATURALE. Vive nelle steppe, nelle savane e al margine delle foreste in un vasto areale dellAfrica tropicale
a Sud del Sahara, ma si spinge anche nei territori abitati vicino a campi coltivati, piantagioni e villaggi.
Si nutre di sementi e insetti e, come tutti gli appartenenti alla Famiglia Viduinae, mangia con voracita` le uova degli altri uccelli: per
questo, allevandola in ambiente controllato, non puo` essere alloggiata in voliere con altri uccelli se questi sono in fase riproduttiva.
Nel suo habitat naturale la vedova domenicana depone le uova nei nidi di un gruppo di uccelli appartenenti alla Famiglia degli
estrildidi, soprauttto Estrilda astrild, Estrilda troglodytes, Estrilda rhodopyga, Estrilda subflava, specie che si prestano in modo
particolare perche´ la durata dello svezzamento dei loro piccoli e` simile a quella delle vedove e il tipo di alimentazione anche.
Lunica difficolta` si ha se la vedova depone le sue uova nel nido ospite quando lincubazione delle uova della futura madre adottiva e` gia` avanzata: in questo caso i piccoli di vedova che dovessero nascere quando i piccoli della specie ospite sono gia` piu`
grandicelli, rischierebbero di ricevere unalimentazione troppo povera di proteine animali per potersi sviluppare bene.
Infatti gli estrildidi usano nutrire la prole, nei primi giorni di vita, con grandi quantita` di insetti, quindi forniscono un apporto
proteico notevole, ma mano a mano che i piccoli crescono, la quantita` di cibo di origine animale diminuisce e aumenta quello
vegetale, quindi con un tasso proteico inferiore.