Notiziario del 15/06/2010
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Notiziario del 15/06/2010
PROGETTO QALAUMA, GIUGNO 2010 GIOVANI TRASGRESSORI L’ultima siccità ha fatto registrare altre 8.500 famiglie vittime LA NOSTRA MADRE TERRA FERITA, IL NOSTRO FUTURO IN PERICOLO Carissimi sostenitori, foto Giulio Di Meo la Bolivia è stata sede della Conferenza Mondiale dei Popoli su “cambiamenti climatici e Madre Terra”, svoltasi a Cochabamba dal 20 al 22 aprile con la partecipazione di più di 35 mila persone. I risultati del vertice hanno indicato come causa del riscaldamento globale e del danno ambientale “il modello di crescita economica illimitata, basato sulla sovrapproduzione, il consumo eccessivo, la concentrazione della ricchezza in poche mani e Paesi, e la distruzione della natura”. E proprio il Presidente Evo Morales ha presentato al cospetto dell’Onu “L’accordo dei Popoli” siglato al G/77 di New York. Oggi il Paese latinoamericano sta vivendo un clima politico instabile, dopo un periodo di profondo ottimismo sta emergendo una grave crisi economica, sociale e politica. Nell’ultimo mese è stata registrata anche particolare tensione sociale con scioperi dei lavoratori, sostenuti da insegnanti, universitari e intellettuali, e degli agricoltori di Caranavi. Anche se gli sforzi del governo puntano alla crescita economica e a combattere la povertà, c’e ancora molto da fare. ProgettoMondo Mlal prosegue nel suo impegno nel Paese con il progetto Vita Campesina, ormai giunto alla sua terza annualità con buoni risultati, mentre è stato portato a conclusione con successo un primo intervento Figli delle miniere che prevedeva la costruzione di una scuola in memoria di Margareth Zelger Ceolan. Una seconda parte del progetto verrà realizzata a Cotagaita nei prossimi mesi. In tema di diritti umani, procede la nostra iniziativa per gli adolescenti trasgressori e, prossimamente sarà inaugurato il primo Centro Modello di riabilitazione, “Qalauma”. Su questo tema siamo anche presenti al Tavolo di coordinamento interistituzionale di giustizia minorile e, in consorzio con altre Ong italiane, si sostiene sul campo l’attività delle Defensorie locali. Infine, da alcune settimane è partito il progetto di turismo rurale Bienvenidos!, cofinanziato dall’Unione europea, e che porteremo avanti in collaborazione con la Rete Tusoco. Silvia Ayon Programmi Area Andina ProgettoMondo Mlal Prossima l’apertura della struttura del nuovo Centro modello Qalauma e il trasferimento dei primi 30 ragazzi PER IL REINSERIMENTO DEI GIOVANI CHE HANNO SBAGLIATO Il nuovo Centro modello Qalauma vuole offrire un’alternativa psico-socio-educativa ai giovani in conflitto con la legge, e che attualmente vivono mescolati agli adulti nei 4 penitenziari della città di La Paz. Non ottemperando così alla legge che li vorrebbe in strutture separate. E tutto questo in un Paese, come lo è anche la Bolivia, in cui il carcere rappresenta una “scala di crimini”, una vera e propria scuola di delinquenza e di abbruttimento individuale. Ecco perché, offrire un’alternativa a un ambiente di odio e di violenza, costituisce a nostro giudizio più di una necessità. Nel Centro Qalauma si propone un modello educativo volto alla riabilitazione della persona che ha sbagliato e a un suo adeguato reinserimento sociale. Perciò, al suo interno, non è prevista la presenza di polizia e, responsabilità e mutuo rispetto, diventano i pilastri di questo modello educativo. Colonna portante di questo modello educativo vuole essere la relazione con i genitori, dunque il lavoro degli educatori non sarà rivolto esclusivamente al ragazzo/a ma anche alla sua famiglia. Qalauma fa riferimento al metodo Apac (www. fbac.com.br): un modello educativo volto alla crescita integrale della persona, specialmente dell’adolescente, che vive un’età critica, cruciale e decisiva, per la formazione di una personalità. Questo modello educativo prevede un percorso composto da tre fasi: l’accoglienza che dura circa 1 mese e si rivolge agli adolescenti che per la prima volta entrano a Qalauma, e avrà come spazio fisico una parte separata dalle altre; la seconda fase è quella “comunitaria” e si caratterizza per le attività formative di laboratorio, educazione, responsabilizzazione e anche per un programma di visite esterne. Infine, la terza fase, del cosiddetto “reinserimento” in cui i ragazzi svolgeranno di giorno attività formative e professionali presso istituzioni esterne al Centro, con la garanzia che nelle ore notturne tornino nel Centro. In questo modo si punta a facilitare l’inserimento sociale e lavorativo a fianco del sostegno socio-psicoeducativo. A livello di struttura, il nuovo Centro occupa 4 ettari di terreno e si divide in più costruzioni: l’area della sicurezza è destinata alla polizia “penitenziaria”, debitamente formata in base alla filosofia di Qalauma, ed è posta all’entrata del Centro con punti di controllo (le torrette) ubicati lungo il perimetro della struttura, come d’accordo con le autorità pubbliche. La polizia penitenziaria resterà perciò all’esterno del Centro vero e proprio, appunto con la funzione di garantire la sicurezza esterna, mentre la tutela della sicurezza interna spetterà tutta al personale educativo. I cosiddetti “blocchi” dei ragazzi e delle ragazze sono separati da un muro di cinta ed entrambi caratterizzati da dormitorio, sala da pranzo, cucina e centro di formazione professionale e attività manuale. Una terza area ospiterà i servizi psicologico, legale, di assistenza sociale e sanitario (con infermeria, farmacia, studio dentistico e ginecologia), una sala destinata alle visite dei familiari con ambienti per il pernottamento (un’opportunità per vivere momenti di intimità con la propria famiglia o con i coniugi). Qui trovano posto gli uffici del direttore, vicedirettore, e delle altre figure professionali necessarie, più la zona notte degli educatori. La nuova struttura contiene inoltre il dormitorio per la prima fase di accoglienza e adattamento: si tratta di un’area destinata agli adolescenti che entrano per la prima volta nel Centro e include camere singole, una sala da pranzo, un atrio, la cucina e la sala riunioni. Per la seconda fase (ribattezzata “di Comunità”) il Centro conta su camere da letto da 3 posti ciascuna e funzionerà soltanto a uso notturno perché di giorno la vita si svolgerà in ambienti diversi e dedicati. Nello spazio delle ragazze è stato ricavato anche un ambiente d’infanzia, per i figli/e delle giovani ospiti. Ciò nonostante il Centro prevede anche un’area speciale, con un regime chiuso all’esterno, destinato agli adolescenti che presentano difficoltà di socializzazione, crisi di astinenza (dovute al consumo di droga e alcool), o che presentano un qualche scompenso psicologico per cui è richiesto un monitoraggio e accompagnamento specifico. Qui si offrirà dunque un’attenzione individuale al ragazzo con l’obiettivo di facilitare la socializzazione e contribuire a un miglioramento della sua permanenza nel Centro. L’area di lavoro, poi, avrà ambienti di falegnameria, coltivazione, allevamento e artigianato. Si tratta di laboratori veri e propri, costituiti in collaborazione con imprese profit e saranno gestiti dagli stessi ragazzi e supervisionati da responsabili specializzati. Dal punto di vista educativo, il Centro potrà contare su un’attività scolastica superiore e tecnica, su una biblioteca e un centro informatico. L’educazione viene considerata infatti il primo passo verso la riabilitazione. I N O S T R I Parallelamente, un’area polifunzionale, ricreativa e culturale, ospiterà le attività sportive quali calcio, pallavolo, danza e tecniche di meditazione orientali, più uno spazio per l’attività teatrale e l’incontro. Infine, non poteva mancare anche un’area più “spirituale” rappresentata da una nuova cappella, un centro di culto che accoglie le diverse credenze e i diversi credi religiosi e che si avvarrà di guide spirituali esterne alla struttura e che sarà aperta a ragazze e ragazzi. Qalauma nasce come Centro misto: si vuole perciò promuovere la conoscenza e il mutuo rispetto tra sessi. Una delle piaghe della cultura boliviana è infatti proprio il maschilismo e, di conseguenza, il maltrattamento delle donne. Per questo motivo, nell’ambito delle varie attività (scuola, laboratori, attività sportivo-culturali e momenti spirituali) ragazzi e ragazze condivideranno gli stessi spazi. L’equipe di educatori garantirà una corretta considerazione e crescita reciproca. Ester Bianchini Casco Bianco ProgettoMondo Mlal P A R T N E R LA COLLABORAZIONE CUORE DEL CAMBIAMENTO Uno degli obiettivi del progetto è collaborare con le istituzioni governative (e non) per promuovere una proposta di legge in materia di giustizia penale giovanile. Attualmente collaboriamo con diverse istituzioni pubbliche e civiche per stabilire un comune sentire e agire. I membri del Tavolo interistituzionale sono: il Regimen Penitenciario e il Ministerio de Justicia, da una parte, più in qualità di rappresentanti della società civile il Defensor del Pueblo, la Dni (Defensa de los niños internacional), la Cdc (Capacitacion derecho ciudadanos), la Pastoral Penitenciaria, l’Unicef e la nostra Ong ProgettoMondo Mlal. Gli obiettivi di Qalauma, rispetto a questo coordinamento, sono di proporre una nuova legge di giustizia e incidere sulle politiche di governo per migliorare il Centro Qalauma e perché questa legge possa essere diffusa e presto concretizzata. Questa bozza, che presto sarà presentata a diverse commissioni della Camera dei deputati (in marzo è stata già presentata alla Commissione dei Diritti Umani della Camera dei deputati dello Stato Plurinazionale di Bolivia), poggia su tre punti fondamentali: proporre all’adolescente una riabilitazione di tipo sociale; la costituzione di un Tribunale per la giustizia giovanile con personale specializzato per i ragazzi; l’adozione da parte delle istituzioni di una nuova politica penale che limiti la parte punitiva e incentivi il reinserimento della persona, per una giustizia di cui protagonisti diventano la comunità, la vittima e l’infrattore. Oltre alle istituzioni coinvolte nel Tavolo interistituzionale di giustizia giovanile, collaboriamo con altri organismi: il Cies (Centro Internacional de Educacion Sexual) per informare e prevenire malattie di trasmissione sessuale e tumori degli organi riproduttivi; l’Umsa (Universidad Mayor de San Andres) e Upea (Universidad Publica de El Alto) con studenti di diverse facoltà con cui sono stati organizzati corsi di formazione nel 2009 per sensibilizzare i futuri volontari; il Senvicruz, associazione che vuole riprodurre anche nella città di Santa Cruz un Centro stile Qalauma. Continua poi l’attività settimanale con i genitori che aiutano l’adolescente nella riabilitazione e nel suo reinserimento psicosocio- lavorativo per abbattere discriminazione e pregiudizi. Perché, come recita un detto di queste parti, “cuidate de la mujer chilena, del amigo peruano y de la justizia boliviana”, ovvero “guardati da una donna cilena, da un amico peruviano e dalla giustizia boliviana”. la storia PRECIPITARE ALL’INFERNO PER UN GIOCO TRA RAGAZZI B R E V I Jonathan ha 25 anni. È entrato nel penitenziario di San Pedro due anni fa e probabilmente, grazie al nuovo Centro Qalauma realizzato da ProgettoMondo Mlal, potrà uscirne al più presto. La sua storia assomiglia a quelle di molti altri ragazzi che, con lui, condividono gioie e dolori in questa cittadella rinchiusa in quattro mura. Jonathan si è trovato nel luogo sbagliato e al momento sbagliato. In una notte di festa, i suoi amici lo hanno portato a fare un giro e improvvisamente, impugnati dei coltelli, hanno deciso di assaltare un taxi. Il coraggio di Jonathan è riuscito a salvare la vita dell’autista, padre di famiglia, e a far arrestare tutti i giovani assalitori, compreso lui, reclusi ora nel penale di San Pedro. Da quel momento la vita di Jonathan è cambiata. Se prima pensava che i detenuti fossero solo assassini, ladri, trafficanti di droga e in generale le peggiori persone del paese, in un solo attimo anche lui è diventato parte di quella schiera e, con loro, si è ritrovato a condividere tutto, sperimentando sulla propria pelle cattiveria, droga e disperazione. I primi 8 mesi trascorsi in carcere non aveva un posto in cui dormire. Non aveva soldi per affittare una cella e per questo viveva sotto una fredda tettoia per ripararsi dalla pioggia. Con sé solo i vestiti che indossava il giorno della cattura. Jonathan è l’ultimo di 8 figli, si è diplomato e, al momento dell’arresto, stava frequentando un master in gastronomia, per realizzare il sogno di diventare lo chef di un grande ristorante. Per pagarsi gli studi faceva le pulizie in casa di una signora tedesca e questo ritardava i suoi compiti scolastici, ma era un modo per mangiare bene, pagare i libri e portare a casa due lire. Da 4 anni era anche fidanzato con una ragazza che aveva conosciuto al liceo, e con lei ha trascorso i momenti più belli della sua vita. Purtroppo la vita non è stata gentile con lui. Umiliazione e frustrazione hanno caratterizzato i suoi primi mesi di permanenza in carcere. Non trovava via di uscita e intorno a lui vedeva solo violenza e abusi, soprusi da parte della polizia e degli altri detenuti. Poco a poco Jonathan si è fatto coraggio. C’erano altri ragazzi che condividevano la sua stessa sorte. Ha iniziato a lavorare: in lavanderia, in cucina e facendo le pulizie. Con costanza guadagnava un boliviano alla volta e trovava il modo di risparmiare qualcosa per poter prendere in affitto una cella. Si è imposto degli impegni per non farsi divorare dai ricordi e per non rischiare di cadere nell’alcool e nella droga. Ha iniziato a scoprire la bellezza del gioco del calcio: fin da bambino non aveva mai creduto nelle sue capacità fisiche, la competizione gli metteva paura e non amava il gioco di squadra. Adesso ha trovato il modo di vivere a San Pedro: lo cercano, ha amici, è stimato dalla squadra e aiuta i nuovi giovani che entrano nel penale. Ma il suo pensiero maggiore va alla famiglia: come recuperare fiducia e rimediare alla vergogna? Di una sola cosa è certo: ha voglia di vivere e di costruirsi una nuova vita. Ester Bianchini Casco Bianco ProgettoMondo Mlal • PROGETTI IN PIAZZA A LA PAZ. La piazza del Bicentenario, da poco inaugurata e situata di fronte all’Università Maggiore di San Andrei a La Paz, è stata allestita di tutto punto, con palco, musica e stand, e affollata di studenti, bambini, uomini politici. Come Ong, abbiamo presentato il nostro contributo allo sviluppo per questo Paese, dando visibilità al progetto di sviluppo rurale “Vita Campesina” e a “Qalauma, giovani trasgressori”. Grazie ai volantini, alle pubblicazioni a fumetti, alle magliette prodotte nel laboratorio di serigrafia e alla proiezione del video di Qalauma sullo schermo gigante, abbiamo notato grande interesse da parte di tutti: popolazione, rappresentanti di altre Ong e turisti di passaggio. Una buona vetrina per il nostro ProgettoMondo! • DA BERGAMO UN GRANDE AIUTO A QALAUMA. Appena rientrato in Italia, il nostro Riccardo Giavarini è stato accolto dalla sua comunità con una vera e propria rete di solidarietà: dal Gruppo Missionario di Telgate, alla Comunità di Nazaret e Cooperativa Aeper; dall’Associazione Culturale Itinerari al parroco Don Pierino Sacella; dal gruppo AltraScelta, agli amici di una vita. Una cittadina intera si è mobilitata, dimostrando l’affetto per Riccardo e la solidarietà al progetto. Grazie di cuore a tutti! viale Palladio, 16 37138 Verona, tel. 045 8102105, e-mail [email protected] www.progettomondomlal.org Versamenti Intestati a ProgettoMondo Mlal c/c postale 12808374 c/c bancario, Banca Popolare Etica (IBAN IT 54 F 05018 12101 000000513290), causale “Progetto Qalauma Giovani Trasgressori”