la voce della memoria
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la voce della memoria
LA VOCE DELLA MEMORIA Prosegue la collaborazione con la Casa della Gioventù di Asuncìon RICUCIRE GLI STRAPPI PER IL FUTURO DEL PAESE Carissimi sostenitori, in Paraguay il Presidente Fernando Lugo ha celebrato i 3 anni di governo confermando il proprio impegno per la revolucion ciudadana con il lancio di un Fondo di sviluppo nazionale destinato ad accelerare l’azione riformatrice del governo: 240 milioni di dollari annuali, resi disponibili dopo il “riscatto” del trattato di Itaipù, appena ratificato dal Senato brasiliano. È questa la principale conquista dell’esecutivo Lugo, che dota di importanti risorse finanziarie i Piani di sviluppo elaborati dal governo. In un contesto favorevole anche dal punto di vista economico, ProgettoMondo Mlal continua la sua collaborazione con la Casa della Gioventù di Asuncìon nel Progetto La voce della Memoria. Iniziativa che promuove campagne di sensibilizzazione, interventi nelle scuole e corsi di formazione per gli insegnanti, sul tema della Memoria e della riconciliazione. Ma perché una Ong come la nostra sente la necessità di dare un contributo su un tema come la memoria e la riconciliazione? Perché la riconciliazione è quel delicato e faticoso processo attraverso il quale lo Stato, e le sue Istituzioni, rimarginano le ferite e riparano le fratture che - nei periodi storici di dittatura - hanno compromesso pesantemente i legami sociali e comunitari, il senso della convivenza civile e pacifica. Nelle tragedie, la dimensione del pubblico rischia di perdere il suo valore fondamentale. Quello cioè di essere un sentimento comune e condiviso. Ed è appunto questa ricomposizione tra pubblico e privato che ci sta a cuore. Per noi, la dimensione costruttiva dei processi di riconciliazione, avviene quando la Memoria (la ri- costruzione dei fatti) si ricompone con il Ricordo (le esperienze personali). Ma la Memoria non equivale a guardare negli occhi la tragedia della Storia, quanto semmai di riflesso, cogliendone cioè solo quello che sono i ricordi personali. Recentemente Pietro Citati ha ricordato che, nella mitologia (Ovidio, Metamorfosi), se Perseo avesse guardato Medusa negli occhi ne sarebbe rimasto pietrificato, ma ponendosi di fianco, lasciò che questo si riflettesse sul suo scudo di bronzo, e con un colpo le recise la testa dagli occhi orribili. Con la memoria anche noi possiamo recidere gli occhi orribili della storia. Nelle iniziative di riconciliazione sono ovviamente decisive le soluzioni politiche, i risarcimenti, le riparazioni materiali e immateriali, ma anche gli atti simbolici, come le cerimonie e le scuse ufficiali. Importante è che la ricerca della verità non sia mai paralizzante. Ed è questo lo spirito con cui interveniamo oggi in Paraguay. Ivana Borsotto Programmi Cono Sud ProgettoMondo Mlal GIUGNO 2011 PROGETTO Dopo un anno di lavoro con studenti, insegnanti e famiglie, molte le iniziative che cominciano a dare risultati concreti LA VOCE DELLA MEMORIA È OGGI PIù FORTE E RICHIAMA PIù GIOVANI A un anno dall’inizio del Progetto, La Voce della Memoria è riuscita a farsi sentire da circa cinquemila giovani, senza considerare i rispettivi genitori, gli insegnanti e la comunità in generale. Rispetto al lavoro svolto negli ultimi mesi, un momento molto importante per il Progetto è stato senza dubbio il Festival “Somoe Memoria”, evento promosso lo scorso dicembre per la Giornata mondiale dei Diritti Umani, con l’obiettivo di dare rilievo e un tocco artistico alle attività del primo anno. Così, in un festeggiamento che alla fine ha unito differenti espressioni artistiche, quali il teatro, la musica, il canto, e le parole pronunciate da rinomati difensori dei diritti umani, e che ha contato sulla partecipazione di diverse Organizzazioni che in Paraguay promuovono la difesa e l’educazione in tema di diritti umani, molti nuovi giovani e adulti hanno potuto conoscere più da vicino l’impegno de La Casa della Gioventù e di ProgettoMondo Mlal a favore della diffusione dei contenuti della Relazione Finale della Commissione Verità e Giustizia, e che documentano le numerose e cruente violazioni perpetrate in tema di diritti umani durante la dittatura di Stroessner. In questa occasione sono anche stati premiati, per gli eccellenti lavori presentati, 72 studenti di diverse scuole che hanno partecipato al Progetto. Oltre a ricevere un riconoscimento, questi ragazzi hanno anche avuto pubblicate le loro opere sull’Agenda Giovane 2011 distribuita a tutti i giovani coinvolti nel Progetto. Nei primi mesi di quest’anno è infatti stata distribuita a tutti l’Agenda Giovane 2011, pensata per accompagnare giorno dopo giorno gli scolari con riflessioni, dati e lavori di studenti sulla tematica della dittatura, della violazione dei diritti umani e del riscatto attraverso la Memoria Storica. E parallelamente sono proseguiti i Seminari di riflessione con genitori, madri e docenti, e le visite dei gruppi al Museo delle Memorie e agli Archivi del Terrore. Bisogna sottolineare che, essendo il 2011 l’anno in cui si celebra il Bicentenario dell’Indipendenza Nazionale del Paraguay (i moti ebbero inizio tra il 14 e il 15 di maggio del 1811), è tornata di attualità l’occasione per fare una revisione anche critica della storia del Paese. Occasione che il Progetto La Voce della Memoria ha in qualche modo sfruttato per spingere le istituzioni educative a fare i conti con la nostra storia recente. In questo senso è innegabile l’importanza di confrontarsi, approfondire e diffondere quello che è successo nel periodo di dittatura in Paraguay, affinché la nostra nazione mai più possa consegnare la propria libertà nelle mani di un regime di governo oppressore e cruento come si è rivelata essere la dittatura Stroessner. Abbiamo poi elaborato e registrato alcune clip radiofoniche, “Voci contro l’oblio”, attività per la quale sono state coinvolte più di 30 persone tra madri, docenti e un gran numero di studenti. Tutti hanno partecipato con creatività ed entusiasmo, offrendo la propria voce per il recupero della Memoria. Il materiale finale è stato un cd con 18 clip radiofoniche che sarà distribuito nelle radio comunitarie e commerciali di Asunción, Central y Cordillera, per continuare a diffondere le esperienze dei beneficiari del Progetto e le loro impressioni dopo 1 anno di intenso lavoro insieme. Un’altra attività avviata è la costruzione di un Museo Scolastico della Memoria (Museos Escolares de la Memoria) in 15 scuole Medie che, fin dall’inizio, hanno partecipato alle attività. Con questa iniziativa si vuole garantire ai più giovani una sorta di spazio permanente, dedicato alla Memoria, all’interno delle istituzioni che frequentano, così da tramandare, ciò che loro hanno imparato, anche ai compagni dei corsi inferiori che ancora non hanno partecipato alle azioni del Progetto. Contemporaneamente, si punterà a spingere ancora di più sul dialogo intergenerazionale, avviato con i “Seminari di Riflessione con i Genitori”, affinché i giovani cerchino nelle loro case, tra archivi e soffitte, oggetti, attrezzi, utensili, foto, pubblicazioni dell’epoca della dittatura (dal’60 all’80), in modo da approfondire anche singolarmente la storia della propria famiglia e come visse quei giorni, per comprendere fino in fondo quanto la dittatura sia stata qualcosa che li ha toccati da vicino più di quanto sembra e come, appunto, il rischio di nuove esperienze autoritarie sia altrettanto più concreto, di quanto si voglia credere, se non si valorizza e fortifica il concetto di democrazia. Nei prossimi mesi proseguiremo su questa strada, anche avviando laboratori teatrali per gli studenti interessati a esprimere, attraverso l’arte e la drammatizzazione, ciò che hanno imparato con il Progetto. Dopo un anno di impegno, dunque, La Voce della Memoria oggi suona più forte, facendosi sentire più lontano, arrivando a molte più famiglie e moltiplicando con forza il suo messaggio “No más dictaduras!”. Ada Mabel Colmàn equipe La Voce della Memoria ProgettoMondo Mlal l’ i n i z i at i va Studenti di più scuole hanno partecipato alla realizzazione di 18 clip NOI GIOVANI VOCI UNITE CONTRO L’OBLIO Chi dice che i giovani non siano reattivi e poco interessati a conoscere la storia del loro Paese, o che si riconoscono poco nell’impegno politico, e quindi nel rafforzamento della democrazia, si sbaglia. Ce lo hanno dimostrato 24 ragazzi di diverse scuole, che hanno partecipato al Progetto La Voce della Memoria, lasciando da parte pigrizia e egoismo e mettendo a frutto due sabati consecutivi per riunirsi e dibattere insieme di dittatura e delle sue conseguenze fino al giorno d’oggi. Alcuni erano perfino accompagnati da genitori e insegnanti, dunque da adulti che hanno scelto di condividere le loro conoscenze sull’epoca dittatoriale alle giovani generazioni. Il primo giorno di lavoro i giovani hanno partecipato a un laboratorio per la realizzazione di clip radiofoniche, ricevendo prima gli strumenti e le conoscenze necessarie per potere esprimere poi, attraverso la voce, incanalare le proprie impressioni, conoscenze e sentimenti in documenti audio di breve durata. Madri, studenti e docenti, ciascuno partendo dal proprio punto di vista e dal proprio vissuto, hanno dunque descritto come hanno vissuto quell’epoca, o quello che sanno a riguardo. Parole commoventi, creative, e non dispersive, sono state registrate il giorno dopo, per essere poi finalmente pubblicate in 18 clip: quasi il doppio di quanto previsto inizialmente. Ecco alcuni commenti dei partecipanti che con orgoglio condividiamo: “... Sono tante le domande che mi passano per la testa e nessuno mi risponde con verità, mi sento privato della storia, vuoto della mia storia. Per favore, qualcuno mi dia le risposte di cui ho bisogno, per costruire una nuova storia”. Federico Rojas, studente “... Giovani connazionali, il nostro Paese ha avuto una storia che non deve ripetersi più. Conoscendo la nostra storia fortificheremo la nostra democrazia, e miglioreremo il futuro per i nostri figli”. Marta Ortega, madre “... Dipende dai noi giovani che la memoria rimanga viva”. María Fe Rojas, studentessa “...Ora tocca a noi parlare, dire ciò che sentiamo, non tacere. Trent’anni, quasi quaranta, per non dimenticare. Mai più dittature!”. Dahiana Espínola, studentessa TORTURATO PERCHÈ INSEGNAVA CONTABILITÀ Victor Durai Venegas nel ’74 è stato una delle vittime della dittatura. Durante la realizzazione del Progetto ci ha accompagnati offrendo, in ripetute occasioni, la sua dolorosa testimonianza di repressione, lotta e vita. Ci ha raccontato che le Leghe Agrarie Campagnole incominciavano a sorgere quando ancora era studente di economia all’Università Nazionale e che, allora, sbarcava il lunario come docente in una scuola privata. Fu allora che gli chiesero di insegnare contabilità a coloro che si sarebbero poi occupati dell’amministrazione di un Magazzino comunitario che l’organizzazione stava cominciando a sviluppare per contenere i costi degli alimenti. Questa operazione diventò poi anche la causa della sua persecuzione. “Io davo alcune semplici nozioni di contabilità ai contadini che facevano sforzi tremendi per imparare. Ma quando uno dei membri del gruppo venne incarcerato la polizia cominciò a investigare su chi aveva insegnato loro quelle cose e uscì il mio nome: fu quella la prima volta che venni messo in prigione. Era il 7 dicembre, vigilia del giorno della Vergine di Caacupé, la maggiore festa religiosa del Paraguay…”. “… A mezzanotte – prosegue il racconto del signor Victor - due poliziotti in abiti civili si avvicinarono all’auto e mi portarono alla Scuola Normale. Mi fecero sedere su una sedia in uno dei saloni grandi e mi legarono le mani alla schiena e cominciarono a interrogarmi. Ogni volta che non rispondevo ciò che volevano mi colpivano con una B R E VI la storia Victor Durai Venegas, una testimonianza di repressione e vita frusta (tejuruguái). Sentivo talmente tanta rabbia che il dolore passava in secondo piano, e continuavo a ripetere loro che ero solo un professore e che avevo insegnato solo un po’ di contabilità, e che questo non era un delitto”. “Allora – ricorda ancora Victor- mi dissero che, visto che ero allenato al dolore, mi avrebbero portato ad Asunciòn... per continuare l’interrogatorio. Lì mi torturarono per 3 giorni di seguito. E continuarono a interrogarmi dicendomi che stavo complottando per mettere una bomba da qualche parte, e che un’altra persona aveva già confessato. Mi spaventai perché non sapevo assolutamente di cosa stessero parlando, e poco dopo mi portarono da un altro detenuto che era della mia stessa comunità. Quando gli chiesi cosa poteva essere successo, lui mi rispose che l’avevano obbligato a confermare quella versione che loro stessi avevano inventato”. “Di lì mi portarono all’acquasantiera, mi denudarono, mi legarono le mani sulla schiena e mi schiacciarono sott’acqua mentre un altro mi colpiva con la frusta. Poi mi portarono in una cella, mi legarono entrambi i piedi e mi appesero al soffitto. Avevo inghiottito tanta acqua che cominciai a vomitare e persi conoscenza. Quando rinvenni ero in un’altra cella coperto di lividi. A causa di tutta questa storia le mie vene sono tutte spezzate e ancora oggi ho grossi problemi di circolazione”. Ada Mabel equipe La Voce della Memoria ProgettoMondo Mlal • SOSTEGNO ALLE COOPERATIVE DI TERRA E SVILUPPO. Dopo 8 mesi dalla conclusione del Progetto Terra e Sviluppo, ProgettoMondo Mlal si è impegnato con i partner di COPEP, e con le sue Organizzazioni di base, per continuare a sostenerle nel loro impegno nel campo dello sviluppo e per assicurare continuità al processo di crescita anche istituzionale della stessa organizzazione. viale Palladio 16, 37138 Verona, tel. 045 8102105, e-mail: [email protected], www.progettomondomlal.org Versamenti (intestati a ProgettoMondo Mlal Onlus): c/c postale 12808374 c/c bancario, Banca Popolare Etica (IBAN IT 06 J 05018 12101 000000512890), causale “La voce della memoria”