Notiziario del 15/06/2011

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Notiziario del 15/06/2011
PROGETTO
QALAUMA,
GIUGNO 2011
GIOVANI TRASGRESSORI
Sono 6 i Progetti di cooperazione che ci vedono impegnati nello sviluppo del Paese
NOI, I CONTADINI E LE COMUNITÀ
PER UNA BOLIVIA FORTE E GIUSTA
Carissimi Sostenitori,
nonostante i risultati positivi nella lotta contro
la povertà, e gli investimenti dedicati alle politiche
sociali e all’educazione, il consenso attorno a Morales è calato al 30%, il minimo storico dall’inizio del
suo mandato presidenziale, a seguito di una forte
ondata di malcontento originata da un consistente
aumento dei prezzi dei prodotti di consumo popolare, come zucchero, mais e carne di pollo.
Così, dopo settimane di tensioni e di manifestazioni, il sindacato più forte del Paese, la Central
Obrera Boliviana, ha ottenuto un aumento dei salari per medici e insegnanti dell’11%.
Ed è in questo contesto che, con i nostri partner boliviani, stiamo costruendo delle proposte di
turismo responsabile, promosse finalmente anche
dalle riviste italiane, e stiamo rafforzando le competenze gestionali delle 33 comunità coinvolte nel
Progetto Bienvenidos.
Gli altri nostri partner storici, le Oecas, reti di
piccoli produttori agricole, sono nel frattempo cresciute e consolidate grazie al Progetto Vita Campesina, e attualmente sono impegnate a progettare il
proprio sviluppo come soggetti economici e attori
politici.
Parallelamente, l’ultimo nato, il Progetto Il mestiere di crescere, è partito ormai a pieno ritmo, e sta
operando per rendere concreto a La Paz il diritto
dei minori a un lavoro dignitoso compatibile con
la scuola, e sta creando le condizioni perché, una
sana alimentazione e la possibilità di curarsi, siano
garantiti ogni giorno ai bambini lavoratori.
Così come, sullo stesso tema, il diritto a un’alimentazione sana e giusta, prosegue anche per i
bambini di Cotagaita, il territorio comunale sul quale siamo riusciti a diffondere una merenda scolastica a base di prodotti alimentari (km zero), grazie a
un accordo con le OECAS locali e la Municipalità.
Senza contare che, grazie allo stesso Progetto di
solidarietà Figli della Miniera, i bambini di 20 piccole comunità potranno beneficiare di altrettante
ristrutturazioni scolastiche.
Abbiamo infine inaugurato, al fianco del governo boliviano, la struttura penitenziaria per minori
Qalauma di El Alto, che rimane una grande scommessa per noi Ong di cooperazione allo sviluppo:
sperimentare un modello di pena rieducativa e finalizzata al reinserimento sociale dei giovani detenuti, in sinergia con il Progetto Mamita in difesa dei
diritti dei minori a rischio di devianza in La Paz.
Ivana Borsotto
Programmi Area Andina
ProgettoMondo Mlal
L’apparato statale boliviano é infatti incredibilmente lento, e rende difficili anche le cose facili
NUOVO CENTRO INAUGURATO, MA LA BUROCRAZIA FRENA IL TRASFERIMENTO
Alla fine di febbraio é stato inaugurato il nuovo
Centro di Qalauma ma i ragazzi non sono ancora
stati trasferiti per motivi burocratici: l’apparato
statale boliviano é infatti incredibilmente lento, e
rende difficili anche le cose facili.
Quante volte negli uffici del Regime Penitenziario mi é successo di vedere un documento alla
firma urgente, stazionare invece 3 giorni al secondo piano prima di essere portato al primo!
Anche noi equipe, ci siamo riuniti almeno 5
volte con il direttore del Regime penitenziario per
mettere bene a punto l’avvio del trasferimento
dei ragazzi dal carcere principale a quello di Qalauma e per ben due volte con lo stesso Ministro
degli Interni, e nonostante ciò siamo rimasti bloccati su punti che apparentemente sono facili da
risolvere, se soltanto ci fosse la volontà di dare risposte ai problemi, e non di crearne solo di nuovi.
Lo stesso Governo, in varie occasioni, ha pubblicamente annunciato l’apertura di un nuovo
Centro modello, ammettendo che in un certo
qual modo aiuterà a decongestionare l’affollatissimo carcere di San Pedro, aiuterà molti giovani a
usufruire di una rieducazione e dell’applicazione
di quanto la legge penale stessa afferma, ovvero
la necessità di separare i giovani, che hanno commesso un crimine, dagli adulti.
Noi come ProgettoMondo Mlal, siamo pronti
per cominciare: contiamo su un’equipe multidisciplinare preparata ad accompagnare i ragazzi
durante tutto il giorno, abbiamo allestito al meglio gli ambienti per organizzarvi il nostro modello educativo, consegnato da 2 mesi la prima lista
dei ragazzi che dovrebbero essere ospitati a Qalauma, preparato e organizzato i genitori in un’Associazione che ci aiuterà a portare avanti tutte le
iniziative, anche le piú ordinarie.
Sono già stati collaudati anche i principali
momenti di convivenza nel Centro, constatando che i ragazzi rispondono bene allo spazio e al
modello educativo proposto, così come i corsi di
formazione per i giudici, utili a far conoscere loro
il modello educativo e quello terapeutico che vogliamo applicare perché siano piú predisposti ad
accompagnare questo sforzo verso una giustizia
penale giovanile basata sul rispetto e sull’esercizio dei diritti umani.
La formazione è stata rivolta anche alla polizia
che si farà carico della sicurezza nel nuovo Centro. Attraverso le radio e la televisione sensibilizziamo l’opinione pubblica sull’efficacia di un tipo
di intervento che applica pene umane e punta a
restituire le condizioni per cui i ragazzi possano
sentirsi persone con capacità e responsabilità, di
fronte a una società che li accoglie e li incoraggia
a tornare nel mondo della legalità, del diritto e
del dovere.
Nel frattempo molte altre cose ci aspettano, a
partire dall’elezione del Direttore di Qalauma che,
per legge dovrà essere un poliziotto. Poi sarà necessario adattare un’equipe multidisciplinare del
Regime penitenziario che dovrà coordinarsi strettamente con la nostra equipe per fare un lavoro
coordinato che vada nella stessa direzione pedagogica ed educativa.
Dovremmo poi terminare l’allestimento degli
spazi destinati alla sicurezza penitenziaria per poter essere operativi già dal primo giorno (e quindi
con letti, sedie, coperte, cucina, scrittoi, una macchina per il trasporto della polizia, la comunicazione telefonica).
In questi giorni firmeremo con l’UNICEF una
Convenzione, grazie alla quale il Regime penitenziario usufruirebbe del trasporto gratuito dei
famigliari dei ragazzi dalla città fino al Centro, con
due educatori per l’equipe multidisciplinare, due
professori per la scuola tecnica, con libri e materiale didattico per la biblioteca e la scuola, corsi di
formazione per polizia, giudici, educatori e gruppi di volontariato che vogliono interagire con noi
e con i ragazzi.
Andrebbero poi destinate alcune risorse economiche per la rifinitura del blocco delle ragazze
e che purtroppo al momento non è ancora concluso. Anche in questo caso la causa degli intoppi
è ancora la burocrazia.
Abbiamo costruito il Centro, lottato 10 anni
per far diventare realtà l’utopia della giustizia penale giovanile, non ci faremo quindi scoraggiare
proprio ora! Proprio adesso che tutti questi ragazzi gridano giustizia, voglia di vivere degnamente
e ci chiedono di essere considerati cittadini e di
poter partecipare alla storia di questo mondo,
che appartiene a tutti.
Riccardo Giavarini
coordinatore Progetto Qaluama
ProgettoMondo Mlal
L ' E Q U I P E
Il gruppo di lavoro del Centro Qalauma è composto da personale con differenti compiti
TANTE PROFESSIONALITÀ, INSIEME A SERVIZIO DEI GIOVANI DETENUTI
È multidisciplinare, e ricca di risorse, l’equipe del Centro Qalauma, composta da personale con
differenti compiti professionali: Nancy Aguilar, responsabile del Progetto, Juan Carlos Limpias, responsabile del gruppo di lavoro; le psicologhe Judith Camargo Bellido e Reina Pozo Moran; l’educatrice e operatore sociale July Cuevas Moya; Bernardo Laura Alvarez, avvocato e l’educatore
sociale David Morales Cespedes.
Il nuovo gruppo di lavoro ha prima di tutto il compito di trasmettere ai giovani detenuti i valori principali del Progetto e di orientarne le attività. Indipendentemente dai propri interessi personali e dalla
propria formazione o esperienza lavorativa, ogni componente dell’equipe rivestirà il ruolo di educatore, e quindi dovrà garantire un’immagine di unità e di coordinamento dell’intero nucleo di lavoro.
Al fine di poter assicurare questo tipo di modello organizzativo, il lavoro di tutti dovrà rispettare alcune norme di complementarietà (consapevolezza delle proprie mansioni e rispetto delle altrui), di partecipazione collettiva (raggiungere
gli obiettivi del Progetto) e di mutua collaborazione (aiuto reciproco).
Per quel che riguarda il coordinamento delle attività, all’interno
dell’equipe ogni area avrà a sua volta degli ulteriori ambiti didattico/
formativi, nel rispetto ovviamente della programmazione quotidiana.
Complessivamente, poi, il lavoro sarà coordinato con la direzione del
Centro, così da garantire efficacia delle iniziative ed eventualmente
l’intervento più appropriato in situazioni di crisi, e anche per favorire
la ricerca delle risorse finanziarie, necessarie a realizzare il Progetto
Qalauma.
Diego Cinti
casco Bianco ProgettoMondo Mlal
equipe Qalauma
A QALAUMA PER SALVARLO DALLA DROGA
Abbiamo chiesto a Martin Aldo Quinteros, attivissimo Presidente dell’Associazione Genitori e fratello
di Miguel Angel, uno dei primi 30 ragazzi che faranno il loro ingresso al Centro, di spiegare meglio cosa
significa, oggi in Bolivia, essere un “familiare di un
detenuto”.
“È triste che, per l’errore
che ha commesso, mio fratello stia al San Pedro. Ho sempre desiderato che studiasse,
che fosse un bravo ragazzo,
non mi era mai passato per la
mente che potesse mettersi in
un simile guaio e che potesse
finire dove è ora. Noi familiari
andiamo a visitarlo il più possibile, anche se non sempre è
facile: c’è il lavoro, la distanza, il papà è mancato,
la mamma vive a Cochabamba e non sempre può
permettersi il viaggio”.
“Lo Stato gli passa un sussidio giornaliero, credo
5 boliviani (circa 0,50 €), con i quali può pagarsi il
pranzo. Ma non sono sufficienti poiché, chi non riesce a pagare l’affitto della cella, è costretto a dormire
dove capita, ed è appunto il suo caso. Mia madre gli
ha sempre dato il necessario per la cella, ma lì dentro è
caduto nel tunnel della droga e ha sperperato presto
il denaro. Prima del suo ingresso al San Pedro non era
un consumatore, passava molto tempo in strada con i
suoi amici, al massimo bevevano qualche birra!”.
“Miguel non mi parla da più di un mese, pensa che
il suo trasferimento a Qalauma sia stata una mia decisione per castigarlo e per approfittare del mio ruolo
B R E V I
la testimonianza
Martin Aldo Quinteros, Presidente dell’Associazione Genitori e fratello di un detenuto
all’interno dell’Associazione, ma il suo rifiuto rispetto
a Qalauma è dovuto al consumo di droga, un vizio difficile da abbandonare e sa bene che nel Centro non
sarà permessa nessuna sostanza stupefacente”.
“Noi familiari, comunque, gli stiamo accanto, gli
facciamo sentire che non è
solo, continuando a sperare
che si riabiliti, che possa uscire
e tornare a vivere in casa sua. In
questo senso, Qalauma rappresenta una salvezza per questi
ragazzi, un luogo nel quale potranno vivere come esseri umani e dimenticare lo squallore
del San Pedro, con tutto il suo
carico di omicidi, abusi, droga e
violenza. Qui avranno a disposizione tutti i servizi: cucina, bagni, un campo sportivo,
laboratori professionali, la scuola, la biblioteca. Senza
questo Centro i nostri ragazzi sarebbero perduti”.
“Come Associazione dei Genitori, dobbiamo aiutare tutti i parenti dei ragazzi privati di libertà, o a rischio
di carcere, formare un gruppo forte e unito che con lo
scambio d’esperienze possa rappresentare un punto
di riferimento all’interno della società”.
“Non possiamo continuare a condannarli per tutta
la vita!”: per la famiglia di un detenuto questa è una
frase che arriva dritta al cuore. L’abbiamo ripetuta più
volte e con forza, e varrà sempre la pena ripeterla.
Simona Durzu
Casco Bianco
ProgettoMondo Mlal Bolivia
• TUTTI PRESENTI ALL’INAUGURAZIONE DEL CENTRO QALAUMA. Il 22 febbraio 2011, al cospetto delle
massime autorità, è stato inaugurato il primo vero carcere minorile del Paese, il Centro Qalauma, da
150 posti per ragazzi e ragazze. A tagliare il nastro il ministro degli interni boliviano, Sacha Llorenti, al
fianco del comandante generale della polizia, del vescovo di El Alto, del presidente di ProgettoMondo
Mlal, il veronese Mario Lonardi, il viceministro della sicurezza pubblica e il direttore nazionale della
sicurezza penitenziaria. Dopo un lavoro di 10 anni, contiamo di poter restituire dignità e diritti di base,
nonché un’opportunità di reinserimento sociale post-detenzione, ai minori reclusi.
• NORD ITALIA MAI COSÍ VICINO AI DETENUTI BOLIVIANI. Sarà orgoglioso Riccardo Giavarini di sapere che il suo Paese d’origine lo continua a seguire con incondizionato affetto ora che manca davvero
poco all’avvio dei lavori del Centro. Negli ultimi mesi il Progetto ha potuto contare infatti sulla solidarietà di singoli cittadini e di associazioni bergamasche e vicentine, quali per esempio l’Associazione
Culturale Itinera, il gruppo AltraScelta e Lomasanta Onlus, e del Gruppo d’Acquisto Solidale di Avignana, della provincia di Torino. Chi per sostenere la formazione dell’agronomo del Centro, chi per
ampliarne la biblioteca, o chi solo per vedere in funzione quest’opera a pieno ritmo! Grazie a tutti!
viale Palladio, 16 37138 Verona, tel. 045 8102105, e-mail [email protected] www.progettomondomlal.org
Versamenti Intestati a ProgettoMondo Mlal Onlus
c/c postale 12808374
c/c bancario, Banca Popolare Etica (IBAN IT 54 F 05018 12101 000000513290), causale “Progetto Qalauma Giovani Trasgressori”