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PROVINCIA DI UDINE
NOTIZIE PER LA STAMPA
------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 19 gennaio 2017
Per il 70mo del Movimento Popolare Friulano
Presentazione del volume “Opinioni personali” del prof. D’Aronco
Lunedì’ 30 gennaio, alle 17 dibattito con D’Aronco, Santuz, Toros, Dominici e Cisilino
A 70 anni dal primo comizio del “Movimento Popolare Friulano per l‟autonomia
regionale” che si è svolto al cinema Puccini di Udine il 19 gennaio 1947, la Provincia di
Udine ha voluto dare alle stampe “Opinioni Personali”, la raccolta del trimestrale uscito
dal 1969 al 1976 diretto dal professor Gianfranco D‟Aronco, segretario del Movimento
Popolare Friulano nonché primo firmatario del manifesto istitutivo di quella nuova realtà
che aveva come scopo “… di agitare le presenti necessità della nostra Regione e di
chiedere a Roma per essa la più ampia autonomia amministrativa…”. Arricchito
dall‟illustratore Gianni Di Lena, il volume è stato presentato dal presidente della
Provincia di Udine Pietro Fontanini a palazzo Belgrado. “E‟ nostro dovere – ha esordito
Fontanini ricordando la data del 19 gennaio 1947 - ricordare il coraggio e le iniziative
messe in atto dai padri della nostra Regione che tanto si sono spesi per rendere forte e
presente il Friuli. L‟auspicio è che, riportando alla memoria quei momenti, riprenda
vigore una stagione autonomista tale da spingere i friulani a chiedere più autonomia per
il loro territorio e più importanza per la gente friulana”.
Durante l‟incontro, in un intervento video, il professor Gianfranco D‟Aronco ha
ripercorso le tappe che hanno portato all‟istituzione del Movimento e ricordato, in
particolare, la prima assemblea e l‟organizzazione sul territorio. Il professor Gianfranco
Ellero, invece, ha analizzato la storia del movimento che nasce sulla base di una
tradizione autonomistica secolare originata dai calchi storici che si successero sulla
nostra terra da Aquileia antica fino a Napoleone e, in particolare, nel periodo del
Patriarcato e della dominazione veneta (la nostra fu, per i Veneziani, “la Patria” dal
1420 al 1797). Questo sentimento spontaneo viene puntellato scientificamente nell‟800
da Jacopo Pirona (a lui si deve il primo vocabolario della lingua friulana), Graziadio Isaia
Ascoli che dimostrò l‟autonomia del friulano nell‟ambito delle lingue romanze, dai
Marinelli grandi geografi e anche nel Friuli austriaco (a Gorizia, c‟erano addirittura
giornali con richiami al Friuli e al “friulano” nell‟intitolazione della testata). Questo
grande movimento storico, psicologico, culturale, viene sommerso dalla Prima Guerra
Mondiale e dal Fascismo; nel ‟45 trova il suo naturale sbocco nella riforma regionale
della Repubblica. Fondamentale il ruolo di Tiziano Tessitori che nel ‟45 fonda
l‟Associazione per l‟Autonomia friulana.
Nel ‟47 il Movimento popolare friulano volle rendere più incisiva e dinamica l‟azione
dell‟Associazione e, radicandosi sul territorio, dare maggiore forza al lavoro
parlamentare dell‟avvocato, eletto alla Costituente il 2 giugno 1946.
Il 19 gennaio 1947 si raccolgono nel cinema Puccini, per la prima riunione del Mpf, e si
convogliano quindi i risultati di un intenso passato, che già nel 1946 aveva prodotto la
nascita de “La Patrie dal Friûl” (settimanale in friulano), l‟ordine del giorno votato dalla
Società Filologica Friulana a Spilimbergo a favore dell‟autonomia dell‟antica Patria del
Friuli, la pubblicazione della raccolta di saggi intitolata “La Regione del Friuli”
distribuita a Roma nel dicembre 1946 (tra gli autori Gianfranco D‟Aronco, Alessandro
Vigevani, …).
Il primo importante risultato in sede parlamentare fu raggiunto il 18 dicembre del „46
quando la seconda sottocommissione della Costituente riconobbe la Regione Friulana
con Udine capitale.
Quel voto fu rettificato dalla Commissione dei 75, presieduta da Meuccio Ruini, il 1
febbraio 1947 che decise di rinviare ogni decisione “in attesa di aggiornamenti” sulle
regioni “non storiche” (Lucania, Salento, …). Ma fu lasciata aperta la porta a una
eventuale regione a nord est, che fu aggiunta fra parentesi alle quattro regioni a statuto
speciale già stabilite.
Tutto si decise il 27 giugno 1947. Provvidenzialmente l‟onorevole Pecorari, triestino,
presentò un odg per il riconoscimento della regione “Giulio-friulana e Zara”. Gli fu fatto
osservare che la proposta era inammissibile perché era già stato firmato il trattato di
pace (Parigi, 10 febbraio 1947). E allora Tessitori propose un odg che escludeva le parole
“e Zara”. Pecorari ritirò il suo odg e l‟assemblea approvò quello di Tessitori. Un
capolavoro parlamentare che impedì al Friuli di finire nel Veneto a statuto ordinario.
Riconoscere una regione sulla carta costituzionale è essenziale, ma il movimento voleva
sapere e proporre quale e quanta autonomia avrebbe avuto la Regione e si dedicò alla
formulazione dello Statuto.
Anziché suscitare soddisfazione, in Friuli il voto del 27 giugno provocò una levata di
scudi di tutte le forze di destra (compresi i poteri occulti che fecero esplodere una
bomba davanti alla casa di Tessitori sul viale Venezia), la decisa opposizione delle forze
di sinistra (a partire dal Pci inspiegabilmente contrario all‟autonomia del Friuli) e, in
sede parlamentare, la votazione della decima norma transitoria che congelò la Regione
per 15 anni.
Dai contenuti della pubblicazione “Opinioni personali” si svilupperà il dibattito in
calendario per lunedì 30 gennaio alle 17 a palazzo Belgrado. Dopo i saluti del presidente
Fontanini, spazio agli interventi del professor Gianfranco D‟Aronco (decano degli
autonomisti friulani), Mario Toros e Giorgio Santuz (già ministri della Repubblica),
Roberto Dominici (già assessore della Regione Fvg) e William Cisilino, direttore
dell‟Arlef. Modera il giornalista Michele Meloni Tessitori.