Si allarga l`emergenza. Sos anche dal commercio.

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Si allarga l`emergenza. Sos anche dal commercio.
Sabato 11 Agosto 2012
LA GRANDE PAURA – Il Friuli e la crisi al ritorno dalle ferie.
Si allarga l’emergenza. Sos anche dal commercio.
Commercio - Anche questo settore sta soffrendo i morsi della crisi. Ma il cuore del problema è la
grande crisi del manifatturiero friulano. Il settore auto – Concessionarie ormai alle corde.
Di Walter Tomada
I macroindicatori parlano chiaro: la crisi non dà tregua all’economia friulana e la vittima
scarificale di un quadro produttivo in recessione è senz’altro il lavoro. E se al ministro Elsa
Fornero viene facile predire che «sarà un autunno difficile», qui da noi l'andamento della cassa
integrazione è in crescita del 23% rispetto allo scorso anno: la media di ore di Cig autorizzate
sfiora ormai i 2 milioni al mese, vicina al record del 2010, che si chiuse con quasi 26 milioni di ore,
un numero che il sistema produttivo friulano pensava di essersi lasciato alle spalle. E l’incubo è
che (vedi caso Bernardi) la macchia d’olio della perdita dei posti di lavoro si allarghi anche al
commercio.
Una crisi che viene da lontano.
«È l’eredità della sottovalutazione di una crisi che noi avevamo già rilevato ai tempi del
governo Illy – spiega Roberto Muradore della Cisl – quando ci veniva detto che l’economia
avrebbe imboccato la strada dell’immateriale e dei servizi e che puntare sul manifatturiero non era
più conveniente». E ora che la manifattura è in crisi, non si salva più nessuno: la nuova spirale
recessiva non risparmia nemmeno uno dei settori chiave», confermano i dati. L'incremento delle
richieste di Cig, infatti, è del 61% nella meccanica, del 30% nell'edilizia, del 21% nella chimica e
nel legno. Maa settembre rischiamo di trovarci di fronte a ulteriori focolai di crisi col il rischio che i
posti di lavoro persi vadano a moltiplicarsi? Il checkup dei sindacati rivela impressioni
preoccupate.
La via crucis del legno.
La maglia nera è ormai da qualche anno il legno, un tempo delizia e ora croce della nostra
macroeconomia. Il Distretto della Sedia è fra i pochissimi distretti italiani a non aver registrato una
ripresa, e la sua picchiata non sembra arrestarsi. «Nel Manzanese – spiega Gianni Barchetta
della Filca-Cisl si registra una sensibile crescita della cig ordinaria. Non si intravedono spiragli
positivi: anzi, la situazione sarà destinata a peggiorare per tutte quelle piccole e medie aziende
che stanno terminando gli ammortizzatori sociali. Con i contratti di solidarietà, ancora consentiti
dalla riforma del lavoro, si riuscirà soltanto in parte a tamponare le criticità». Né la grande
industria (Snaidero e Fantoni in primis) sembra avere la forza per rimettere il tigre nel motore e
riavviarlo verso nuovi traguardi.
L'incognita Abs.
Il metalmeccanico si è avviato verso le ferie ferragostane registrando una situazione
abbastanza stabile, anche se ammortizzatori sociali e contratti di solidarietà stanno tenendo a
galla centinaia di famiglie. La grossa incognita friulana di settembre per i sindacati (che tengono
sott’occhio le situazioni già note di Radel, Oru, Rhoss) sarà rappresentata «dalla situazione
dell’Abs con l’aut-aut dell’azienda sulla questione dell’elettrodotto e la prospettata volontà
dell’azienda di introdurre elementi di flessibilità che giustifichino l’investimento in Friuli», spiega
Maurizio Balzarini della Fiom-Cgil. I sindacati hanno incontrato da poco la proprietà della
Modulblok, che fra Amaro e Pagnacco conta 110 dipendenti, dove sarà prorogata di 8 settimane
la cassa integrazione ordinaria.
L'emergenza concessionarie.
La vera emergenza tuttavia sono le piccole aziende, in particolarele concessionarie colpite
dalla crisi dell’auto. «Il 26 per cento di calo vendite a luglio è un dato sottostimato – è l’allarme di
Giuseppe Mazzotta della Fiom Cgil – perché considera anche i chilometri zero. In queste
condizioni non possiamo non aspettarci che a settembre questo diventi un nuovo preoccupante
fronte per il panorama del mercato del lavoro in Friuli».
Pubblico impiego, scatta l'allarme.
Chiaroscuri poco rassicuranti vengono anche dal settore del pubblico impiego. Se da un
lato i sindacati della scuola, dopo la mutilazione delle dirigenze sul territorio friulano, sorridono per
il promesso arruolamento di 448 insegnanti, gli effetti della Spending review hanno guidato già da
settimane la “triplice” alla mobilitazione unitaria, perché anche il rassicurante “posto pubblico”
d’ora innanzi non sarà più sinonimo di “posto fisso”..
Preoccupa il taglio del 10% agli organici di ministeri, agenzie fiscali e parastato (che oggi
assommano a 5mila dipendenti in Fvg), che andrà a sommarsi alla revisione delle dotazioni
organiche del comparto Regione-enti locali, dove gli organici andranno riallineati alla media
nazionale, e alla sanità, dove i tagli saranno legati al rapporto posti letto-abitanti. E ciò nonostante
la Regione gestisca in autonomia il proprio servizio sanitario e negli ultimi 10 anni siano stati
ridotti del 22% i posti-letto.
L'EDILIZIA
L'emorragia di lavoro non molla ma almeno arriva un buon contratto
Il mattone, tradizionale colonna dell’economia friulana, sta colando sempre più a picco. «La
situazione è pessima ed è destinata a precipitare ulteriormente», spiega Gianni Barchetta della
Filca Cisl. «Aziende storiche come la Sostero sono fallite o sono in forte sofferenza. In questi anni
sono centinaia le aziende andate perse, e migliaia gli addetti. E l’emorragia non è finita».
Per i circa 3mila dipendenti ancora integrati nel comparto, però, c’è anche una notizia
positiva: la firma del contratto integrativo provinciale dell’edilizia, settore industria. L’accordo
triennale – sottoscritto da Fillea, Filca e Feneal con all’Ance di Udine – vale da luglio. I sindacati
parlano di «un buon contratto a livello territoriale, sia sotto il profilo economico che normativo».
Sul primo versante, i lavoratori troveranno in busta paga un aumento medio mensile attorno ai 20
euro. E sul fronte normativo migliora la procedura sugli infortuni, con i lavoratori che riceveranno
l’anticipo direttamente dall’azienda, senza attendere l’Inail: previste anche condizioni più
vantaggiose per le indennità di trasferta e di trasporto e il rafforzamento della cassa edile.
CONTROCORRENTE
Confartigianato Udine: «Noi assumiamo, + 1,7%»
Sorpresa, gli artigiani assumono. Nonostante la crisi e i mille problemi, l'artigianato friulano,
secondo i dati della 23. indagine congiunturale di Confartigianato Udine, in questa prima parte del
2012 ha creato occupazione e ha mantenuto i posti di lavoro dipendente: 9 imprese su 10
(l'87,3%), tra quelle con dipendenti, hanno mantenuto i posti di lavoro in essere alla fine del 2011;
1 su 20 (il 5,1%) ha effettuato un ricambio parziale della manodopera, sostituendo lavoratori in
uscita con altri in ingresso; per ogni impresa che ha ridotto l'organico (e sono state il 7,6%) altre
due (il 13,7%) lo hanno aumentato; complessivamente ogni 2 aziende artigiane che hanno
effettuato licenziamenti, 3 hanno assunto nuovo personale.
Se riportiamo all'intero comparto i dati di dettaglio del campione, particolarmente
rappresentativo, si può stimare un leggero incremento dei dipendenti nelle aziende che stanno
resistendo alla crisi, in misura pari al 2,7%, ma questo dato andrebbe corretto dalla perdita di
posti di lavoro determinato dalla chiusura di aziende con personale, il che farebbe scendere
l'effetto netto al +1,7%.