nessuna bomba sulla moby prince fu errore umano

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nessuna bomba sulla moby prince fu errore umano
NESSUNA BOMBA SULLA MOBY PRINCE FU ERRORE UMANO
Repubblica — 22 gennaio 1993 pagina 19 sezione: CRONACA
LIVORNO - Non ci sarebbe una bomba dietro il mistero del Moby Prince ma l' errore umano del
comandante del traghetto e del suo equipaggio. Il ritardo dei soccorsi e le responsabilità di chi era in
servizio nel porto quella notte fecero il resto. Ventuno mesi dopo la tragedia della nave della Navarma, che
il 10 aprile del ' 91 bruciò a due miglia dal porto di Livorno con 140 persone a bordo, la commissione d'
inchiesta del ministero della Marina mercantile è giunta a una conclusione: il Moby Prince non utilizzò il
radar per uscire dal porto avvolto da banchi di nebbia e non vide l' Agip Abruzzo e le altre navi ferme in
rada. Il traghetto navigava a velocità troppo elevata e non effettuò virate, ma finì dritto contro la petroliera.
La colpa ricadrebbe sull'equipaggio, sul comandante Ugo Chessa, ma anche sulla stessa Agip Abruzzo, che
non avrebbe usato tutti "i dispositivi necessari per rendersi visibile in caso di nebbia", e sull' altra petroliera
presente in rada, l' Agip Napoli. Sui soccorsi la commissione non ha dubbi: oltre all'unico superstite, il
mozzo Alessio Bertrand, potevano salvarsi altre persone. La notte della tragedia infatti non tutte le navi in
porto furono messe in movimento e in più molte cose non convincono anche nelle scelte e nei movimenti
del personale di servizio in porto. "Adesso - spiega uno dei membri della commissione ministeriale, Luigi
Boeri - consegneremo la relazione alle parti in causa, poi a marzo butteremo giù il documento finale da
consegnare al ministro".
Sui soccorsi Boeri non esclude novità: "Abbiamo indicato le responsabilità in ordine decrescente, spetterà
poi al ministro, se lo riterrà necessario, avviare le procedure nei confronti dei responsabili". Ma le
conclusioni della commissione contrastano con la pista che sta seguendo a Livorno il sostituto procuratore
della Repubblica, Luigi De Franco: "Voglio prima leggere cosa dice, mi sembra una relazione molto
articolata. Stiamo indagando sul timone che è stato trovato spostato di trenta gradi, questo significa che una
virata c' è stata". De Franco non è d' accordo nemmeno sull' ipotesi dell' errore umano. Ancora più scettico è
il presidente di uno dei due comitati dei familiari delle vittime, Loris Rispoli che è convinto dell' inutilità
della commissione ministeriale: "Voglio leggere cosa hanno scritto, ma se non ci convince chiederemo l'
istituzione di una commissione parlamentare". Intanto nei giorni scorsi sono state consegnate al magistrato
alcune foto scattate da un elicottero da un fotografo la mattina dell' 11 aprile 1991. Nelle immagini scattate
verso le 10.30 (quando i soccorritori ancora non erano saliti a bordo del relitto) si noterebbe la presenza sul
ponte di un cadavere in più, rispetto a quelli presenti nelle foto scattate nelle prime ore del mattino. Da qui l'
ipotesi che qualcuno sulla nave fosse ancora vivo molte ore dopo la collisione. - m b
(fonte: www.repubblica.it)