Cogorno_Practical Research
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SAE INSTITUTE Milan Module SAE502.3:Practical Research Chris Anderson e il fenomeno de La Coda Lunga Submitted in partial fulfilment of the Bachelor of Arts (Hons.) Audio Production Student Details Cogorno Giulia 17-12061 BAP116 01/05/2016 Word Count: 2083 Module Leader/lecturer: Michele Cigna / Donato Brienza TABLE OF CONTENTS Declaration 2 Introduzione 3 1. Chris Anderson 3 2. Il fenomeno economico de La Coda Lunga 4 3. La Coda Lunga nel Music Business 8 3.1 Il mondo musicale prima della Coda Lunga ...........................8 3.2 Un approccio pratico della Long Tail nel Music Business.....10 Conclusioni 12 References 13 Bibliography 14 Giulia Cogorno - 17-12061 - BAP116 Declaration I hereby declare that I wrote this assignment on my own and without the use of any other than the cited sources and tools and all explanations that I copied directly or in their sense are marked as such, as well as that the assignment has not yet been handed in neither in this nor in equal form at any other official commission. 01.05.2016, Giulia Cogorno SAE Institute of Milan SAE502.3: Practical Research 2 Giulia Cogorno - 17-12061 - BAP116 Introduzione Fin dagli anni Novanta il mondo del Music Business ha sempre avuto come protagonisti i grandi produttori e i grandi artisti che hanno saputo trasformare i loro pezzi in hit mondiali, basando il mercato discografico su questi prodotti, in quanto unici e, quindi, di valore. Con l’avvento di internet e con la nascita dei Personal Computer però, la produzione della musica divenne accessibile a tutti, con la diretta conseguenza che anche la distribuzione e la fruibilità furono universali. In questo modo non solo un artista affermato può riscontrare successo nel mondo, ma anche un amatoriale può ottenere visibilità grazie a risorse basilari come ad esempio un microfono e una semplice videocamera. E’ proprio questo il punto centrale del fenomeno economico ideato da Chris Anderson “La Coda Lunga”, per cui un mercato di massa può diventare una massa di mercati, rivoluzionando l’economia odierna. 1. Chris Anderson Chris Anderson è un giornalista americano nato a Londra il 9 Luglio 1961 ed è noto per essere stato il direttore, tra il 2001 e 2012, di Wired USA, rivista statunitense soprannominata anche “La Bibbia di Internet”. Il magazine si occupa di trattare di tematiche di argomento tecnologico e di come queste influenzino l’economia e la cultura universale. Il 10 Gennaio 2004 venne pubblicato su Wired un articolo scritto da Chris Anderson intitolato The Long Tale (La Coda Lunga); approfondendo l’argomento, decise successivamente di pubblicare un libro intitolato appunto La Coda Lunga, Da Un Mercato Di Massa Ad Una Massa Di Mercati. All’interno di questo articolo e di questo libro Anderson spiega il fenomeno de La Coda Lunga, secondo il quale tutti quei prodotti con un volume di vendita basso possono superare i bestseller, creando di conseguenza un mercato differente rispetto a prodotti più grandi e più affermati. SAE502.3: Practical Research 3 Giulia Cogorno - 17-12061 - BAP116 2. Il fenomeno economico de La Coda Lunga Il concetto di Coda Lunga è utilizzato per descrivere un cambiamento del business dei media dove si è passati dalla vendita di grandi volumi di un piccolo numero di prodotti, alla vendita di piccole quantità di un gran numero di bene di nicchia. Anderson ha descritto come molte vendite, singolarmente poco frequenti, possono produrre un ricavo complessivo pari o anche superiore ai ricavi prodotti, concentrandosi su beni non facilmente reperibili. I grafici proposti da Anderson presentano la funzione de La Coda Lunga, ponendo sull’asse delle ordinate il numero di prodotti, mentre sull’asse delle ascisse il numero delle vendite. Fig.1: La Coda Lunga, (2010) SAE502.3: Practical Research 4 Giulia Cogorno - 17-12061 - BAP116 Il fenomeno de La Coda Lunga è dovuto a tre cause economiche: 1. democratizzazione degli strumenti di produzione: il crollo dei prezzi ha garantito a molti un accesso a strumenti che molti anni fa avevano costi proibitivi; l’esempio più plateale è il Personal Computer. La democratizzazione degli strumenti di produzione sta riducendo sempre di più il gap che esiste tra amatori e professionisti. Prima de La Coda Lunga, le scuse per non creare qualcosa di nuovo erano legate al “non son capace” e “non posso farlo”; ora di queste ne è rimasta solo una. Questo fenomeno ha portato ad una crescita dei contenuti disponibili giorno per giorno; ciò allunga la coda verso destra, aumentando a dismisura il numero dei beni disponibili. “Nella musica, ad esempio, il numero di nuovi album usciti è cresciuto di un fenomenale 36% nel 2005, toccando i 60.000 titoli (dai 44.000 del 2004), sopratutto grazie alla facilità con cui ormai gli artisti possono registrare e diffondere la propria musica” (Anderson, C. 2010) Fig.2: Democratizzazione degli strumenti di produzione (2010) SAE502.3: Practical Research 5 Giulia Cogorno - 17-12061 - BAP116 2. taglio dei prezzi al consumo grazie alla democratizzazione della distribuzione: la democratizzazione degli strumenti di produzione ci ha resi dei potenziali professionisti, ma è stato internet a renderci dei distributori, per cui l’aumento dei contenuti è rilevante solamente se io posso usufruirne. Strumenti come internet, Spotify e iTunes hanno reso meno costosi i prodotti, fluidificando il mercato e aumentando i consumi. Ciò si traduce in un’innalzamento della linea delle vendite aumentando l’area sottostante la curva. Fig.3: Democratizzazione della distribuzione (2010) 3. diminuzione dei costi di ricerca per collegare l’offerta con la domanda: in economia, per costi di ricerca si intende lo sforzo sostenuto per trovare ciò che si vuole. “[…] alcuni non sono monetari, bensì impliciti come il tempo perso, il fastidio, le direzioni errate e la confusione, altre invece hanno un equivalente in denaro, ad esempio quando acquistiamo il prodotto sbagliato o paghiamo troppo qualcosa perché non riusciamo a trovare un alternativa piu economica. tutto ciò che rende piu facile trovare ci che cerchiamo al prezzo giusto abbassa i nostro costi di ricerca.” (Anderson, C. 2010) Negli ultimi anni, l’esplosione dei software dedicati alla ricerca ha reso possibile al consumatore di trovare facilmente ciò di cui ha bisogno. Oramai le piu grandi piattaforme sono predisposte di un software di ricerca che indirizza il comportamento del cliente verso SAE502.3: Practical Research 6 Giulia Cogorno - 17-12061 - BAP116 prodotti a lui più affini e congeniali. Inoltre, attraverso il confronto, i soggetti comprendono che i loro gusti sono diversi da quanto suggerito dai piani marketing da cui vengono bombardati, scindendosi sempre di più in community ristrette, esplorando i prodotti di nicchia e allontanandosi da un pensiero mainstream. Fig.4: Diminuzione dei costi di ricerca per collegare l’offerta con la domanda (2010) Il terzo punto aumenta la domanda di nicchia, appiattendo la curva e spostando verso destra il suo centro. SAE502.3: Practical Research 7 Giulia Cogorno - 17-12061 - BAP116 3. La Coda Lunga nel Music Business 3.1 Il mondo musicale prima della Coda Lunga Nel XX secolo le industrie discografiche si sentivano sicure e forti; tra il 1990 e il 2000 le vendite degli album raddoppiarono, attestando una crescita mai vista in quel settore. Infatti le industrie discografiche avevano scoperto una strategia per raggiungere il successo, ponendo l’aspetto esteriore al di sopra del prodotto discografico. Un noto esempio di ciò è quello della famosa boy band The Backstreet Boys; questo gruppo musicale, infatti è riuscito ad affermarsi all’interno del mercato discografico grazie alla loro immagine e al loro look, diventando dei sex symbols all’interno della cultura americana. Insieme a questo fattore, c’è da considerare anche il fatto che l’attenzione del produttore era volta solo ed esclusivamente ad artisti di un certo calibro, come Michael Jackson o Madonna ad esempio, che potevano garantire un grande rientro economico in breve tempo; ma di lì a poco, però, lo scenario competitivo stava per cambiare. Con l’avvento del nuovo secolo, infatti, le case discografiche videro perdere il loro ruolo all’interno dell’industria musicale. Con la nascita di internet un gran numero di prodotti discografici erano alla portata di chiunque, a costi quasi nulli, a causa del sempre più frequente fenomeno del Peer to Peer e della pirateria musicale. La teoria de La Coda Lunga di Anderson funziona per due gruppi specifici di persone: gli aggregatori (come Amazon e iTunes ad esempio) ed i consumatori; nel music business La Coda Lunga è considerata dagli artisti solo una fortuna a metà, in quanto il numero delle vendite non cresce più di tanto, ma fa largamente aumentare la concorrenza portando un ribasso dei prezzi. A fronte di ciò, come si fanno a trasformare le distribuzioni gratuite in denaro? In questo caso il concetto di duplicazione diventa il protagonista e insieme ad esso anche il pensiero di Kevin Kelly, scrittore statunitense e cofondatore della rivista Wired, a proposito dei cosiddetti “valori generativi”. Nell’articolo Better than free pubblicato sul suo blog il 31 gennaio 2008, Kevin Kelly considera internet come una grande fotocopiatrice, perchè adesso, qualsiasi SAE502.3: Practical Research 8 Giulia Cogorno - 17-12061 - BAP116 cosa sia caricato sulla rete, può essere duplicato infinite volte, affermando inoltre che quando le copie sono troppe, diventano inutili. “There are a number of qualities that can’t be copied. Consider “trust.” Trust cannot be copied. You can’t purchase it. Trust must be earned, over time. It cannot be downloaded. Or faked. Or counterfeited (at least for long). If everything else is equal, you’ll always prefer to deal with someone you can trust. So trust is an intangible that has increasing value in a copy saturated world.” (Kelly, K. 2008) A sostegno di questo Kelly introduce una serie di valori generativi che secondo lui non possono essere copiati, che sono unici, intendendo con il termine “generativo” una qualità che va generata, fatta crescere e coltivata; solo chi sarà in grado di sfruttare appieno questi valori riuscirà a monetizzare e ad avere successo all’interno della Music Industry. Tali valori sono: immediatezza, personalizzazione, interpretazione, autenticità, accessibilità, corporeità, mecenatismo, reperibilità. SAE502.3: Practical Research 9 Giulia Cogorno - 17-12061 - BAP116 3.2 Un approccio pratico della Long Tail nel Music Business Nei mercati regolamentati da La Coda Lunga assume particolare rilievo il mondo della Peer Production, quel fenomeno di volontariato e hobbysmo in cui la maggior parte dei produttori non viene pagata e la principale differenza tra loro e i professionisti sta nel gap di risorse disponibili per la produzione. “Perchè lo fanno? Perchè una persona crea qualcosa di valore senza un business plan o neppure la prospettiva di una paga?” (Anderson, C. 2010) Se si va giù nella coda, le motivazioni monetarie sono spesso secondarie poiché le persone creano per i motivi piu disparati. “La ragione per cui forse si può parlare di economia è che c’è una moneta che può essere motivante esattamente quanto il denaro: la reputazione.” (Anderson, C. 2010) La cultura dell’esibizione, così definita da Tim Wu, docente di giurisprudenza alla Columbia University, è uno dei punti cardine del patrimonio di conoscenze del web, dove essere notati è tutto. Uno degli esempi più eclatanti è quello del gruppo canadese Walk Off the Earth, formatosi nel 2006 grazie alla realizzazione di cover musicali con una videocamera e con la loro genialità. Senza doversi appoggiare all’aiuto di case discografiche e attraverso la realizzazione di video a basso costo caricati su Youtube, la band è riuscita ad assicurarsi una fama a livello mondiale. Infatti, con la pubblicazione nel 2012 della cover Somebody That I Used To Know del cantante Gotye, raggiunsero in pochi mesi, quasi 100 milioni di SAE502.3: Practical Research 10 Giulia Cogorno - 17-12061 - BAP116 visualizzazioni, assicurandosi un contratto con la Columbia Records; questo gruppo musicale risulta essere un esempio lampante di Peer Production. D’altro canto se per gli artisti amatoriali il fenomeno de La Coda Lunga è un mezzo per aumentare la reputazione e quindi la visibilità, per gli artisti affermati invece è necessario appoggiarsi ad aggregatori come Amazon o come iTunes per ottenere una totale divulgazione a basso costo dei propri prodotti. Questo è ciò che ha fatto il gruppo musicale industrial Nine Inch Nails con l’album Ghost I-IV. Nel 2008, infatti, hanno rilasciato su Amazon, sotto la licenza di Creative Commons, l’intero album in Mp3 ottenendo più di 1,6 milioni di revenue solo nella prima settimana arrivando primo nella classifica dei Bestselling Album 2008. Tutto ciò è dovuto, secondo Chris Anderson, da una parte alla facile accessibilità e popolarità delle piattaforme di distribuzione come Amazon e iTunes, dall’altra il fenomeno del fanbase. Difatti, i numerosi supporter della band sanno che comprando i dischi, le edizioni deluxe e il merchandising dei loro idoli, li sostengono all’interno del mondo discografico e li aiutano nello sviluppo della loro carriera. I Nine Inch Nails infatti hanno messo in commercio dal 16 dicembre 2015, Cargo in the Blood, un art book limited edition di 320 pagine di sole 2000 copie con un costo totale di 342,50€ cada uno. Questo libro è stato curato dall’artista inglese Russell Mills e contiene tutte le opere realizzate dal gruppo per l’album Hesitation Marks. Grazie a questi speciali prodotti che si rivolgono a una precisa fetta di mercato, un artista può sempre fare affidamento al proprio fanbase, in quanto lo considererà come un porto sicuro per la propria carriera. SAE502.3: Practical Research 11 Giulia Cogorno - 17-12061 - BAP116 Conclusioni Il fenomeno economico de La Coda Lunga di Anderson ci aiuta a capire quanto oggigiorno l’aspetto della Peer Production e dell’auto-produzione sia rilevante all’interno del Music Business. La produzione e la divulgazione universale si stanno affermando sempre più: oggi a tutti è permesso di farsi una reputazione attraverso un’ampia visibilità a costi ridotti. Tuttavia, se da una parte questo aspetto sembra essere fortemente positivo, dall’altra la concorrenza che si genera può ostacolare il successo personale. Se è vero che tutti possono farsi strada all’interno della Music Industry, il pericolo di questo modello economico sta nel rumore, ossia quel fenomeno che fa sì che la coda sia popolata da contenuti casuali o prodotti di basso valore; ciò rende difficilmente individuabile il gap tra un prodotto di qualità e un brano scadente. Naturalmente questo può essere ovviato attraverso l’utilizzo di “filtri” che indirizzino l’ascolto dell’utilizzatore, ma la presenza del rumore rimane un fastidio difficilmente eliminabile. Un altro aspetto cruciale è la qualità del prodotto. Molto spesso chi si auto-produce non ha a disposizione uno studio di registrazione, una strumentazione tecnica di livello e qualcuno che faccia attività di coaching. Una volta reso pubblico il proprio prodotto, l’utente medio si accontenta di un semplice file Mp3, quando in realtà un audiofilo o un ascoltatore con un orecchio più fino coglierebbe tutte le imperfezioni della bassa qualità rispetto ad un formato migliore, come ad esempio il Wav. Un altro limite del modello proposto da Anderson risiede nello sforzo maggiore da parte dell’utente delle piattaforme di distribuzione per scovare i contenuti di nicchia più inclini ai suoi gusti, portando molto spesso ad ascoltare musica da playlist già pronte contenenti tendenzialmente brani di grandi autori. A conclusione di questa argomentazione possiamo affermare che, per quanto gli artisti “selfmade” possano riscontrare un certo tipo di successo, i grandi nomi della musica sono considerati di un livello superiore rispetto alla concorrenza amatoriale, sia per qualità dell’audio che per l’immagine che si viene a creare di loro presso il pubblico. Questo è dato dal duro lavoro delle case discografiche che, cercando di creare immagini di celebrità invidiabili e desiderabili dal grande pubblico, hanno fatto sì che il mondo li conoscesse e li SAE502.3: Practical Research 12 Giulia Cogorno - 17-12061 - BAP116 amasse, creando dal nulla delle star. Naturalmente non va tralasciato il grande talento di questi personaggi, basti pensare alle doti vocali di Ariana Grande o Céline Dion. Senza trascurare che i prodotti di nicchia sono speciali e che oramai tutto è disponibile su Youtube, il prodotto di maggior tendenza sarà sempre quello mainstream, più facilmente reperibile e più concorde all’opinione della maggior parte degli ascoltatori. E’ questo il vero punto forte dell’industria discografica, sempre alla ricerca di nuovi individui da far diventare idoli delle grandi folle. References • Anderson, C. (2010), “La Coda Lunga: da un mercato di massa a una massa di mercati”, Torino, 23, illus. • Anderson, C. (2010) La Coda Lunga. 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