in piccoli gruppi - Vivere in Italia
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18/02/2014 Progetto Vivere in Italia. L'italiano per il lavoro e la cittadinanza Convenzione di Sovvenzione n. 2011/FEI/PROG-101909 - CUP ASSEGNATO AL PROGETTO E82I12000230007 Corso propedeutico Ditals 2 Fondazione ISMU Via Copernico 1, Milano Dicembre 2013 – Aprile 2014 Le sequenze di acquisizione e l’insegnamento grammaticale: fondamenti di “didattica acquisizionale”. Monica Piantoni ([email protected]) C.I.S. Università di Bergamo 1 ATTIVAZIONE in piccoli gruppi Analizzate la produzione di Li Li (cfr. allegato) e riflettete: quali sono le strategie che l'apprendente utilizza per farsi capire? quali sono le caratteristiche linguistiche più evidenti? 2 1 18/02/2014 Testo prodotto da Li Li, una ragazzina cinese in Italia da due mesi. Una bambino e e lui papà vado a lago prendi pesce. Loro anda- andiamo andar an andàno andàno casa. Papà (vuomo) mangiarmangiato pesce. Quello bambino ... loro loro va viado vanno vano la lago il lago. Il lago meno [mettono], meno il pesce in lago. Li Li racconta una breve storia per immagini: un bambino e il suo papà pescano un pesce nel lago e lo portano a casa. Il papà sta per ucciderlo ma il bambino inizia a piangere. Tornano allora al lago e vi liberano il pesce. [Tratto da Pallotti G., Imparare e insegnare l'italiano come seconda lingua, Bonacci, Roma 2005, p. 76] 3 L’interlingua L’interlingua è il sistema provvisorio di regole di cui si serve l’apprendente per comunicare. E’ una “competenza transitoria”, in continua evoluzione; è estremamente variabile ma strutturata secondo regole coerenti. Queste regole corrispondono solo in parte a quelle della lingua d’arrivo e sono soggette a continue revisioni e ristrutturazioni, nel tentativo di avvicinarsi alla lingua d’arrivo. E’ un concetto positivo: la sua descrizione evidenzia cosa l’apprendente sa fare. 4 2 18/02/2014 La costruzione dell’interlingua Secondo l’ipotesi dell’ordine naturale, lo sviluppo dell’interlingua presenta stadi evolutivi comuni, mentre variano la velocità e l’esito dell’acquisizione in relazione a fattori individuali (età, L1, personalità, motivazione), sociali (contesto, gruppo di appartenenza, ecc.) e linguistici (quantità e qualità dell’input). Ad esempio, la sequenza di acquisizione del sistema verbale è così strutturata: Presente (III e/o II sing. ) (e infinito) > (ausiliare) participio passato > imperfetto >futuro > condizionale > congiuntivo 5 La teoria della processabilità (Pienemann, 1998) Come render conto delle sequenze di sviluppo grammaticale? Secondo la TP le strutture si collocano in una gerarchia di crescente complessità sulla base delle procedure richieste per la loro elaborazione. Ad es. per la morfologia, la complessità dipende dalla distanza sintattica tra gli elementi della frase che devono scambiarsi informazioni grammaticali (p. es. accordo del gruppo nominale) I passaggi tra i diversi stadi sono implicazionali, cioè l’apprendente non può apprendere la struttura di una fase successiva se non ha acquisito quella della fase precedente (developmental readness) -> l’apprendente acquisisce ciò che è pronto ad imparare : «… se uno non ha ancora imparato a stare in piedi, anche se gli insegniamo a correre nel migliore dei modi possibili, faticherà ad impararlo.» (Bettoni, 2008: 55) 6 3 18/02/2014 Lo sviluppo della competenza procede con grande variabilità: una struttura può comparire in determinato contesto e non in altri (cfr. i orsi vs gli orsi) -> la padronanza di una struttura deve essere sviluppata e rinforzata in un percorso graduale a spirale. 7 Alcune strategie comuni nell’acquisizione: -> sono appresi prima gli elementi che portano maggiori informazioni (parole “piene”, morfemi semantici); -> sono preferite le forme MENO MARCATE (cioè più comuni, più produttive: es. quello per quel, –a per il femminile: lei è cinesa); -> diffusi fenomeni di regolarizzazione e sovraestensione (ES. prenduto, io vai); -> le forme sono apprese in base alla necessità/frequenza, cioè in base a salienza e funzione, non per paradigmi; -> le funzioni di una forma si apprendono a poco a poco, cioè produrre una forma NON VUOL DIRE conoscerla o saperla usare con tutte le sue funzioni (es.: vorrei/volevo nelle forme di cortesia). 8 4 18/02/2014 Come si sviluppa l'interlingua Fase del silenzio: durata (molto) variabile. E’ la fase, propedeutica alla produzione, in cui si “immagazzina” il nuovo materiale linguistico, si cerca di dare una struttura all’input. E’ importante non forzare, proporre attività che non prevedano produzione orale. 1. Fase pre-basica •modalità comunicativa pragmatica: forte riferimento al contesto, supporto del linguaggio non-verbale; •uso di parole piene (frasi nominali); •sintassi rudimentale, organizzazione iconica degli enunciati; •morfologia assente o casuale: “Chiami Ahmed. (-> Mi chiamo A.) Come ti chiami?” . 9 2. Fase basica comincia ad emergere la morfologia (casualità, generalizzazione e sovraestensione); • uso ancora prevalente di parole piene (frasi nominali); • emerge una forma verbale con graduale specializzazione della sua funzione; • strategie lessicali per rendere la morfologia (es. avverbi temporali: “Lui ieri viene”); • minore dipendenza dal contesto. • 3. Fasi post-basiche • sviluppo delle categorie flessive di nomi e verbi; • progressivo “affinamento” delle regole; • espansione del lessico; • minore dipendenza dal contesto; • maggiore articolazione della sintassi (sviluppo subordinate avverbiali: causali, temporali, finali, ipotetiche, concessive) 10 5 18/02/2014 “Regole” grammaticali e “regole” dell’interlingua Un esempio: l’accordo di GENERE e NUMERO L’aggettivo si accorda in genere e numero con il nome a cui si riferisce. Ordine di acquisizione: aggettivi in posizione pre-nominale (es. possessivi) > agg. in posizione post-nominale > agg. > participio passato Es. quella(1) mia(1) amica alta(2) è americana(3) / è molto simpatica(3) / è arrivata(4) ieri 11 Difficoltà: interne alla L2 (-> errori intralingusitici/evolutivi): complessità della morfologia nominale (es.: nomi e aggettivi in –e, nomi femminili in –o, nomi maschili in –a, ecc.); posizione variabile dell’aggettivo; difficoltà di riconoscimento della funzione della parola; relative al rapporto tra L1 e L2 (-> errori interlinguistici): : lingue tipologicamente diverse (fusive, agglutinanti, isolanti), categorie morfologiche (genere, numero, caso, tempo/aspetto, modo) differenti o codificate in modo molto diverso -> è importante favorire una costruzione implicita delle strutture senza ricorrere a categorie metalinguistiche. 12 6 18/02/2014 Il ruolo della L1 Quando parliamo di “interferenza” (cioè transfer dalla L1; in genere ci riferiamo al transfer negativo (-> errore interlinguistico); in realtà l’interferenza* opera in misura diversa in relazione a diversi fattori, tra i quali: - età (> tra gli adulti) - distanza tipologica tra le lingue ( + probabile se L1 e L2 sono vicine) - livello di analisi: fonologico > lessicale > sintattico > morfologico (cfr. Bettoni, 2001:124) - grado di competenza raggiunto nella L2 (> nei livelli iniziali) (*Interferenza da quali lingue? è importante verificare il repertorio) 13 Gli errori L’acquisizione può essere controllata solo per via indiretta, osservando il comportamento linguistico. Gli errori forniscono informazioni sull’apprendimento, consentono di fare ipotesi sul funzionamento dell’interlingua dell’apprendente: *Ho vivuto in Francia. *Due amico. * Noi abbiamo arrivati. *C’è una problema. *Queste cose sono importante. *Sono delle case grande. 14 7 18/02/2014 Sulla base delle riflessioni precedenti, analizza gli errori in questo testo prodotto da Mavis, ghanese, 15 anni (in Italia da 5 mesi circa) (Consegna: descrivi la tua professoressa di italiano) MIA PROFESSORESSA SICHIAMA xxxxxxx VENEGA DA ITALIANA. LEI E’ MOLTO BELLA, GRASSA, BASSA E PIU GIOVANE. LEI E MOLTO SIMPATICA, SOCIEVOLE E DINAMICA. LEI C’E’ UN VISO TIMIDO, PICCOLA TESTA, CON CAPELLI ROSSO E RICCI. LEI TI PIACE STRANIERI PERCE LEI PIACE INSEGNARE STRANIERI. LEI TI PIACE LE PIACE PORTARE PANTALONI, MAGLIONE E SCARPE MARRONE. SECONDO ME LEI PIACE LA COLORE MARRONE. 15 Come favorire la costruzione dell’interlingua? Alcuni punti di attenzione Centralità dell’apprendente: dimensione individuale dell’apprendimento, che non è un processo di trasmissione/ricezione delle conoscenze, ma la costruzione di un senso individuale e significativo. ► Principi generali: -> evitare l’attivazione del filtro affettivo creando un clima accogliente, favorevole all’apprendimento; -> rispettare la progressione delle abilità: la lingua è innanzitutto un codice orale (la scrittura è una trasposizione del codice): testi orali > testi scritti (soprattutto A1/A2); 16 8 18/02/2014 -> presentare percorsi di lavoro che procedano dal globale al particolare: comprensione > riflessione sulla lingua; ► Per l’acquisizione della grammatica: -> monitorare la lingua degli apprendenti per cogliere i momenti più idonei a focalizzare alcune strutture; -> proporre attività motivanti che veicolino significati; -> favorire il noticing della struttura; -> consolidare focalizzando la struttura in modo ricorsivo; -> proporre modalità di lavoro plurime e diversificate, utilizzando anche supporti extralinguistici; -> sollecitare la riflessione metalinguistica con modalità adeguate ai destinatari. 17 Insegnare la grammatica: il ruolo dell’insegnante 1) definire sillabo e progressione degli argomenti tenendo conto di - sequenze di acquisizione / insegnabilità; - utilità (cfr. bisogni linguistici, profilo studenti, ecc.) - complessità (concetto ambiguo!) - diffusione (vitalità, pervasività) -> distinguere competenza passiva vs attiva 2) individuare le modalità più adeguate: – grammatica esplicita vs. implicita (metalingua?) – grammatica deduttiva vs. induttiva – grammatica lineare/esaustiva vs. ciclica/graduale (es. passato prossimo: p. passato > avere/essere > accordo con essere > scelta ausiliare) 18 9 18/02/2014 Riflettere sulla lingua L’insegnante deve sollecitare la riflessione attiva dello studente tenendo conto delle sue caratteristiche (età, stile cognitivo, conoscenze pregresse, ecc.). In piccoli gruppi, analizzate le situazioni seguenti (cfr. allegato). Spieghi a studenti immigrati adulti di livello A2 l’uso degli ausiliari essere e avere nei verbi coniugati al passato prossimo indicativo attraverso esempi di frasi non corrette da loro prodotte (fornisca Lei gli esempi). Come spiegherebbe ad una classe di adolescenti di livello B1 l’uso del modo congiuntivo nell’italiano contemporaneo? Immagini di guidare una classe di bambini stranieri già scolarizzati di livello B1 a rinforzare l’uso del tempo imperfetto 19 del modo indicativo. Bibliografia Andorno C., Bosc F., Ribotta P. (2003) , Grammatica. Insegnarla e impararla, Guerra, Perugia Bettoni C. (2001), Imparare un'altra lingua, Roma-Bari, Laterza Chini, M. (2005), Che cos’è la linguistica acquisizionale, Roma, Carocci. Diadori, P., Palermo, M., Troncarelli, D. (2009), Manuale di Didattica dell’Italiano L2, Guerra, Perugia. Pallotti G. (2005), Imparare e insegnare l'italiano come seconda lingua, Bonacci, Roma. 20 10