Scheda campo di Terenzin – PDF

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Scheda campo di Terenzin – PDF
ISTITUTO COMPRENSIVO “D’AOSTA”
Tutti gli usi della parola a tutti, non perché tutti siano artisti, ma perché nessuno sia
schiavo (Rodari)
NOTIZIE SUL CAMPO DI CONCENTRAMENTO DI
TEREZIN
Terezín, in tedesco Theresienstadt, è il nome di una piccola città nella regione di “Ústí nad
Labem” della Repubblica Ceca, a circa 60 km a nord di
Praga.
La località è nota, soprattutto, per la presenza, durante la
seconda guerra mondiale di un campo di concentramento
e per essere stato il luogo di prigionia e morte di Gavrilo
Princip, il famoso rivoluzionario bosniaco, autore nel 1914
dell’attentato di Sarajevo al duca d’Asburgo che avrebbe
scatenato lo scoppio della I Guerra Mondiale. Nel campo
di Terezin furono imprigionati circa 144.000 ebrei, dei
quali 33.000 morirono, soprattutto, a causa delle inumane
condizioni. A Terezin, su un’area che aveva contenuto in
precedenza 6 -7.000 abitanti, fu stipata, per ondate successive, una popolazione che
raggiunse, nel 1942, 87.093 persone. Essendo un campo di transito i prigionieri furono
deportati verso il campo di concentramento di Auschwitz e altri campi di sterminio.
Quando il 9 maggio 1945 le forze sovietiche arrivarono a liberare la città dall’occupazione
nazista si poterono contare 17.247 sopravvissuti. Parte della fortificazione separata dal
ghetto, la “piccola fortezza”, venne utilizzata come prigione dalla Gestapo a partire dal
1940. Circa 90.000 persone furono qui imprigionate, 2.600 morirono.
La funzione principale del Lager era quella di collettore per le operazioni di sterminio degli
Ebrei. Venne presentato dai nazisti come il modello perfetto di insediamento per Ebrei, ma
nella realtà era un campo di concentramento e di transito per uomini, donne e bambini
diretti ad altri campi di sterminio.
Nel 1944 in seguito alle proteste del governo danese che chiedeva notizie sul destino degli ebrei catturati
a Copenaghen, fu accodata dai geraqrchi hitleriani una visita al campo ai rappresentanti della Croce
Rossa internazionale al fine di dissipare le voci relative ai campi di sterminio. Per eliminare l'impressione di
sovrappopolazione del campo e nascondere gli effetti della malnutrizione, 7.500 ebrei giudicati
"impresentabili" vennero deportati verso un tragico destino ad Auschwitz alla vigilia dell'arrivo della
delegazione della Croce Rossa. L'amministrazione del campo si occupò inoltre di costruire falsi negozi e
locali al fine di dimostrare la situazione di benessere degli ebrei. I danesi che la Croce Rossa visitò erano
stati temporaneamente spostati in camere riverniciate di fresco e non più di tre per camera. Gli ospiti
poterono apprezzare l'esecuzione dell'opera musicale Brundibar (scritta dal deportato Hans Krása) eseguita
I.C. “D’Aosta” – Materiale didattico per la Shoah – scheda sul campo di Terezìn
dai bambini del campo. La mistificazione operata nei confronti della Croce Rossa fu così riuscita che i
tedeschi girarono un film di propaganda a Theresienstadt le cui riprese iniziarono il 26 febbraio1944.
Diretto da Kurt Gerron (un regista, cabarettista e attore ebreo), esso era destinato a mostrare il benessere
degli ebrei sotto la "benevolente" protezione del Terzo Reich. Sotto minaccia nazista, in cambio del film, il
regista ebbe la promessa d'aver salva la vita. Dopo le riprese, invece, la maggior parte del cast, e lo stesso
regista, vennero deportati ad Auschwitz dove Gerron e sua moglie vennero uccisi nelle camere a gas il 28
ottobre 1944.
(Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Campo_di_concentramento_di_Theresienstadt)
Oggi un Museo mantiene viva a Terezín la fiamma della pietà e della memoria contro ogni
superstite rigurgito criminale di negazionismo. Molti italiani ogni anno, tra cui numerosi
insegnanti con le loro classi, si recano a visitare questi luoghi di dolore e di morte.
I bambini concentrati a Terezín erano 15.000 compresi i neonati, in quanto campo di
transito era infatti previsto uno spazio per i più piccoli, ne sono sopravvissuti meno di 100.
Quattromila disegni e sessantasei poesie sono tutto quello che ci resta di loro. Erano in
prevalenza bambini degli ebrei cechi, deportati a Terezin insieme ai genitori, in un flusso
continuo di trasporti fin dagli inizi dell’esistenza del ghetto. La maggior parte di essi morì
nel corso del 1944 nelle camere a gas di Auschwitz. I bambini sopportarono il destino del
campo di concentramento assieme agli altri prigionieri di Terezin. Soffrirono assieme agli
altri le misere condizioni igieniche e abitative e la fame.
La comunità ebraica di Terezin si assicurò che tutti i bambini deportati potessero
continuare il loro percorso educativo. Quotidianamente si tenevano lezioni ed attività
sportive; inoltre la comunità riuscì a pubblicare una rivista illustrata, Vedem, che trattava di
poesia, dialoghi e recensioni letterarie ed era completamente prodotta da ragazzi di un'età
compresa tra i dodici ed i quindici anni. L'insegnante d'arte Friedl Dicker-Brandeis creò una
classe di disegno per bambini nel ghetto: il risultato di questa attività furono oltre
quattromila disegni che Dicker - Brandeis nascose in due valigie prima di essere deportata
ad Auschwitz. Questa collezione riuscì a scampare alle ispezioni naziste e venne riscoperta
al termine del conflitto, dopo oltre dieci anni. Molti di questi disegni possono oggi essere
ammirati al Museo ebraico di Praga dove la sezione archivio dell'Olocausto è responsabile
dell'amministrazione della collezione di Terezín.
Il ghetto di Terezin è stato paradossalmente un grande atelier di attività creative in tutti i
settori: arti grafiche, musica, teatro, canto, poesia, letteratura di ogni genere, sia per gli
adulti, sia per i bambini. Non tutti gli artisti erano professionisti, alcuni erano già dilettanti e
altri lo divennero durante la prigionia. Tutte le attività creative venivano svolte dopo le
ore di lavoro, ma ciò non diminuiva il desiderio di realizzarle ed interpretarle.
La preparazione dei vari spettacoli era accurata, la serietà dei maestri e degli allievi, adulti e
bambini, raggiungeva un alto livello culturale che richiamava un numeroso pubblico di
prigionieri. I tedeschi premiarono questi successi con immediate deportazioni. I bambini, non
disponendo di giocattoli, tranne quelli del loro corredo di prigionia, usarono oggetti non
adatti alla condizione infantile, appartenenti alla quotidianità di Terezin. Esempio concreto
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è il carro funebre riciclato nel ghetto come mezzo per la distribuzione del pane e per il
trasporto dei cadaveri. Tutto il materiale per l’attività grafica proveniva dalla stamperia
interna del ghetto (espressamente creata per la propaganda nazista) e dal dipartimento tecnico per
progettisti e grafici.
PICCOLA ANTOLOGIA DI TESTI
La poesia pubblicata porta la data del 1941, non si conosce il nome di chi l’abbia scritta, ma
il messaggio che ci affida è, malgrado tutto, di fiducia nella vita e ne canta la bellezza.
L’autore s’identifica con il volo libero dell’uccello come un’altra bambina, autrice di un
disegno, si identificava in una farfalla. Speranze inconsce di poter trascendere, con l’anima,
quella immane incombente tragedia che stava per sopraffarli tutti: Vedrai che è bello
vivere. Chi s’aggrappa al nido non sa che cos’è il mondo,/ non sa quello che tutti gli uccelli sanno/e non
sa perché voglia cantare il creato e la sua bellezza./Quando all’alba il raggio del sole
illumina la terra e l’erba scintilla di perle dorate,/quando l’aurora scompare e i merli fischiano tra le
siepi,/allora capisco come è bello vivere./Prova, amico, ad aprire il tuo cuore alla bellezza/quando
cammini tra la natura per intrecciare ghirlande coi tuoi ricordi:/anche se le lacrime ti cadono lungo la
strada,/vedrai che è bello vivere.
Terezin. Sono stato bambino tre anni fa./Allora sognavo altri mondi. Hanus Hachenburg.
Nostalgia della casa. E’ più di un anno che vivo al ghetto,/nella nera città di Terezin,/e
quando penso alla mia casa so bene di cosa si tratta.[…]/Che arrivi dunque quel giorno/In
cui ci rivedremo, mia piccola casa!/Ma intanto preziosa mi sei /Perché mi posso sognare di
te.1943 Anonimo
La canzone dell’uccello. Prova, amico, ad aprire il tuo cuore alla bellezza/quando
cammini tra la natura/per intrecciare ghirlande coi tuoi ricordi:/anche se le lacrime ti
cadono lungo la strada,/vedrai che è bello vivere.
Una sera di sole. In una sera di sole, sotto l’azzurro del cielo,/sotto le gemme fiorite di un
robusto castagno,/me ne sto seduto nella polvere del cantiere./E’ un giorno come ieri, un
giorno come tanti.[…]/Ogni cosa fiorisce e senza fine sorride. Vorrei volare, ma come, ma
dove?/Se tutto è in fiore, oggi mi dico,/perché io non dovrei? E per questo resisto! 1944
Anonimo
Voi, nuvole grigio acciaio. Voi, nuvole grigio acciaio, dal vento frustate,/che correte
verso mete sconosciute/ Voi, portatevi il quadro dell’azzurro cielo/Voi, portatevi il cinereo
fumo/Voi, portatevi della lotta lo spettro/Voi, difendeteci! Voi, che siete fatte solo di
gas./Veleggiate per i mondi, semplicemente, spazzate dai venti/come l’eterno viandante
aspettando la morte/voglio una volta così come voi – i metri misurare/di lontananze future
e non tornare più/Voi, cineree nuvole sull’orizzonte/Voi, siate speranza e sempiterno
simbolo/Voi, che con il temporale il sole coprite/Vi incalza il tempo! E dietro a voi è
il giorno! Vedem, Hanu Hachenburg (1929 morto nel 1944)
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