TuttoStampacchia-Dicembre 2009
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TuttoStampacchia-Dicembre 2009
O A ST AM PA SE “ G. - LE IC O LI CE N TIFIC O E CL SS IE SC C C H IA” IC - TR A Periodico del Liceo Scientifico-Classico “G. Stampacchia” - Piazza Galilei, TRICASE (Le) - Anno XIV - Numero 1 - A.S. 2009-2010 tel. 0833.544020 RIECCOCI L di Giovanni Nuzzo a redazione del giornale d’Istituto “Tuttostampacchia” riprende la sua attività giunta al traguardo dei suoi 14 anni. Come nel periodo passato, anche in questo che stiamo affrontando, dedicheremo i nostri pezzi giornalistici alle problematiche più importanti che riguardano il nostro liceo con i suoi progetti, che pullulano nel campo dell’istruzione e nelle varie comunità del Sud Salento. Continueremo a trattare le questioni e gli avvenimenti attuali che circondano il nostro territorio: ambiente, cultura, costume, società, musica e sport. Insomma uno strumento ideale per rompere l’isolamento, comunicare notizie, approfondire problemi, creare comunità. Riteniamo che il giornale d’istituto possa ancora rappresentare un eccellente strumento di comunicazione, socializzazione e didattica. Nel nostro liceo, infatti, esiste un grande fermento di idee, sperimentazioni ed esperienze didattiche, che troppo spesso non hanno la giusta visibilità a causa di una scarsa abitudine a documentare e pubblicizzare le proprie attività. Un giornalino ben realizzato è un modo intelligente di documentare il proprio percorso professionale, di comunicare efficacemente con i cittadini e, soprattutto, di mettere in rete le proprie conoscenze, esperienze e competenze. Gli studenti della redazione hanno partecipato con entusiasmo e hanno profuso il loro impegno per scrivere articoli, approfondendo fatti di attualità, ricercando notizie sulle varie attività svolte nel nostro istituto, realizzando interviste. Le difficoltà, sia a livello organizzativo che tecnico, non sono mancate, ma sono state affrontate e superate con l’impegno di tutti. Il mio augurio è che negli anni prossimi “Tuttostampacchia” continui ad essere una realtà e si arricchisca di nuovi “giornalisti”. Il saluto del dirigente scolastico professor Salvatore Piccinni “I ragazzi si aspettano da noi il massimo della prestazione professionale” D opo una lunga ed interessante esperienza scolastica torno nel mio Comune dove agli inizi degli anni ‘70 ho iniziato la carriera come insegnante nella prestigiosa Scuola Elementare (allora denominata 2O Circolo Didattico) di Via R. Caputo. Dopo aver diretto negli ultimi 19 anni ben 5 Direzioni Didattiche in varie province italiane, ho deciso ormai al culmine della carriera di “Tornare a casa”. Ho vissuto gli ultimi 10 anni in una splendida realtà, quella di Maglie, che mi ha “coccolato” che mi ha voluto bene con una intensità che probabilmente non meritavo. Mi auguro di poter vivere anche nella mia città un’esperienza così intensa sul piano umano e professionale, che mi consenta di raccogliere il frutto di un impegno per la Scuola, nella cui azione educativa ho creduto e credo con tutte le mie forze. Non ho avuto ancora il piacere di incontrare tutti i “clienti” di questa Scuola, se non i docenti negli incontri formali collegiali ed alcuni genitori ed alunni nell’Ufficio di presidenza. Tuttavia, da questi primi incontri formali ho avuto la sensazione di disporre di un materiale umano di tutto rispetto, i docenti che ho incontrato per primi ed alcuni alunni che dopo il primo colloquio hanno dimostrato, se proprio ve ne fosse bisogno, di essere molto più maturi della loro età cronologica, dotati di un notevole equilibrio e di una ricchezza interiore che mi ha favorevolmente impressionato. A loro come a tutti gli alunni va il mio saluto affettuoso e l’augurio che in quest’anno scolastico che è appena iniziato possano coronare i loro sogni nel migliore dei modi. Mi auguro ed auguro a tutti i docenti un anno scolastico sereno, vissuto all’insegna dell’onestà intellettuale, dell’impegno incondizionato, dell’animo disposto verso il vero e verso il bene, perché i ragazzi si aspettano da noi il massimo della prestazione professionale, accompagnato dalla comprensione, dalla condivisione dei tanti momenti più o meno esaltanti che connotano la giornata scolastica. Meritano tutto il nostro rispetto, la nostra considerazione, la nostra stima, la nostra fiducia. Questi sentimenti oltre ad aiutarli a crescere ed a maturare li farà sentire capaci di osare, di volare alto, di stimarsi, di volersi bene, di credere nel loro futuro. I genitori stiano certi che la Scuola farà di tutto per farsi apprezzare come “palestra di vita” fornendo ai loro figli non soltanto le nozioni disciplinari (servono anche quelle) ma esempi significativi, perché possano avere riferimenti personali stabili, possibilmente immuni dalle miserie umane. Il mondo degli adolescenti non può assistere con stordimento al disgregarsi e frantumarsi di certezze alle quali purtroppo la società degli adulti ci sta abituando. Abbiamo un dovere istituzionale, ma soprattutto un dovere morale di far vivere loro un’esperienza scolastica entusiasmante, ricca di significato umano che faccia svanire come per incanto le loro paure, le loro ansie, le loro preoccupazioni, guidando la tempesta di emozioni che li agita verso approdi sicuri, verso traguardi ambiziosi. Confidando nell’aiuto di tutti indistintamente, Istituzioni comprese, mi sia consentito di rinnovare gli Auguri più sinceri per l’anno scolastico. Ad Maiora. Salvatore Piccinni Dirigente scolastico Liceo Scientifico-Classico “G. Stampacchia” I GRANDI UOMINI CHE HANNO AMATO LA NOSTRA TERRA N on ci si accorge della bellezza e della preziosità di ciò che ci circonda se non quando viene a mancare, si dice. È vero. Si sente spesso dire dai giovani di voler partire, abbandonare tutto e andare via. E sempre dagli stessi, una volta cresciuti, il gran desiderio di tornare a casa. È una regola fissa. Ma forse è anche vero che chi viene da fuori nelle nostre terre, non vuole più ripartire. Perché? Mi sono posta questa domanda quando, lontana da Tricase, il mio pensiero non si era invece mai mosso dalla mia vera dimora. Così ho spostato la mia riflessione sugli uomini che, “toccando con mano” i nostri luoghi, hanno lasciato la loro anima qui. Il primo è senza dubbio David Maria Turoldo. Il suo ricordo mi pervade la mente soprattutto quando, sulla via che conduce al mare, poso i miei occhi sulla maestosità della quercia a lui tanto cara: la Vallonea. Ma perché questo misterioso albero, velato da un alone di leggenda, lo affascinava e lo attraeva tanto, come testimoniano le sue poesie? Due sono i motivi principali: Turoldo adorava la natura, dimostrazione tangibile del genio di Dio, sua meravigliosa creatura. Nella natura è possibile scorgere lo sguardo di Dio. Ovunque, in qualunque angolo e posizione, vi è la presenza stabile del Signore. Ogni cosa è tesa verso di lui: gli animali, gli uomini, i fiori, gli alberi. Gli alberi… innalzati solennemente verso il cielo, come per voler raggiungere con le loro sommità il loro ideatore, stagliano verso l’alto le loro fronde quasi in un rito di profonda adorazione. Quindi la Vallonea, imponente opera del creato, è la manifestazione concreta dell’amore di Dio e, oltre a questo, rappresenta anche l’immobilità del tempo. Ma come può il tempo essere immobile? Ebbene questa quercia, ben radicata con forza nella roccia, solida, ostinatamente ferma nonostante lo scorrere dei secoli, spettatrice delle innumerevoli vicende dell’uomo, estremamente viva nonostante tutto attorno a lei perisca, fugacemente, è un’inarrestabile sopravvissuta degli anni. E nel ciclo di mondi, di cui parla Turoldo, nella nascita del nuovo mondo che sta via via sorgendo, nella vita di oggi simile ad uno spettacolo, composto però più da apparenze che da apparizioni, questa solida quercia rappresenta stabilità.: dona un senso di sicurezza, quasi un conforto per gli improvvisi e drastici cambiamenti sempre più frequenti, purtroppo. Questa stabilità, oltre a permanere nella quercia, Turoldo la ritrova nel viso di tutte le genti del Sud e nell’immagine della terra del meridione: “Uomo che porti un volto di secoli quando una terra è intatta ancora…”. E perciò incita quest’ uomo a non rinnegare la sua intima natura, a non cedere alla tentazione del peccato, della ricchezza, alle “seduzioni del nord”. Ma incoraggia a preservare la loro terra “libera…austera e amica!”, affinché da 2009: 20 ANNI DALLA CADUTA DEL MURO DI BERLINO BERLINO TRA I RICORDI la storia, il disprezzo, e il sacrificio dell’uomo racchiusi in un muro, che dopo vent’anni fa sentire ancora il suo peso. 9 novembre 1989: viene abbattuta una delle più discusse costruzioni che l’uomo abbia mai edificato. Il Berliner Mauer era una barriera in cemento alta circa tre metri e mezzo che separava Berlino Ovest da Berlino Est e dal resto della Repubblica Democratica Tedesca. Il muro ha diviso in due la città di Berlino per 28 anni, ed era considerato un simbolo della Cortina di ferro, ossia quella linea di confine che divise l’Europa in due zone di differente influenza politica. Dopo diverse settimane di disordini pubblici, il Governo della Germania Est annunciò che le visite in Germania e Berlino Ovest sarebbero state permesse; dopo questo annuncio una moltitudine di cittadini dell’Est si arrampicò sul muro e lo superò, per raggiungere gli abitanti della Germania Ovest dall’altro lato in un’atmosfera festosa. Durante le settimane successive piccole parti del muro furono portate via dalla folla e dai cercatori di souvenirs; in seguito fu usato dell’equipaggiamento industriale per rimuovere quasi tutto quello che era rimasto. Questa data ha rappresentato una svolta per l’intera comunità europea, dando inizio a quel fenomeno che viene chiamato globalizzazione. Da un’epoca chiusa, oscura e minacciosa di nuovi possibili conflitti, nel 1989 si è finalmente passati ad una visione più ottimistica della realtà, basata sulla libertà dell’individuo e su un nuovo sistema di relazioni economiche e politiche. Quindi la caduta del muro di Berlino non è solo la distruzione di un enorme ammasso di cemento armato, ma anche il simbolo di chi ha creduto e continua a credere in quella libertà, che ha ancora il coraggio e la forza di opporsi alla malvagità di questo mondo. Alloggio Mariella e De Iaco Giuseppe III B Sc. questa nasca ancora la più vera umanità e cultura come la vita germoglia tra le rocce. E non dimentichi mai le sue radici! Per nascere dal passato e slanciarsi verso il futuro. Futuro… allo stesso modo della Vallonea: anche questa parola porta con sé vari significati, ricordi, preghiere appena sussurrate al desolato vento autunnale. Rammenta di essere stata pronunciata in riva al mare, accompagnata dalle vele e dai sogni, dalla speranza e dal domani, anche dalla paura, da un uomo in procinto di affacciarsi ad un nuovo avvenire, lasciandosi alla spalle la “terraferma tenace” di Tricase. L’altro è Don Tonino Bello. Il suo sguardo era perennemente proiettato “oltre”. Scrisse : “per crescere insieme non basta tirar dall’armadio del passato i ricordi splendidi e fastosi di un tempo, ma occorre segue a pag. 4 2 Un quotidiano nella civiltà del Comune? Ci pensa la III H! C ome fare, dopo una dura mattinata di studio, tra lo stress per un’interrogazione e la confusione causata dall’ultima lezione di matematica, a sopportare la “solita” noiosa nonché soporifera ora di letteratura italiana? A questo problema sembrano aver trovato soluzione gli alunni della III H che, già da un po’ di giorni, hanno dato inizio ad un interessante e coinvolgente progetto. Seguendo le indicazioni della professoressa Ciardo, infatti, gli studenti si sono divisi in tre gruppi di lavoro. Uno solo il loro obiettivo: riuscire a realizzare entro la fine del quadrimestre un vero e proprio quotidiano. Ma, badate bene, non si tratterà di una semplice testata, bensì di una rivista completamente ambientata nella civiltà del Comune! I gruppi, guidati da un direttore e da un caporedattore, opportunamente selezionati tra gli studenti stessi, e coordinati dalla professoressa Ciardo, indagano attraverso vecchi libri e siti web specializzati, sui principali avvenimenti, letterari e non, dell’epoca prescelta: dalle varie informazioni sono ricavati poi gli articoli. Ovviamente è necessario calarsi nei panni di veri e proprio giornalisti: ogni ragazzo, studiato a fondo l’argomento affidatogli, si documenta, abbozza e stende il tutto con relativo titolo, e un occhio di riguardo si dovrà avere soprattutto per il nome da assegnare alla testata stessa! Gli studenti, che hanno iniziato questo progetto con grande entusiasmo, lo stanno portando avanti con molto impegno e dedizione, e soprattutto si stanno mostrando più predisposti all’apprendimento e stanno accumulando un bagaglio culturale non indifferente. Ci sarà spazio anche per la fantasia: i ragazzi stanno già pensando alle varie rubriche da inserire nel proprio quotidiano, come ad esempio quella dell’oroscopo! Non mancheranno poi le varie pubblicità, ovviamente credibili per l’epoca storica trattata! E poi anteprime di libri, necrologi, consigli agricoli: ci sono veramente le basi per la creazione di un’opera d’arte!!! Questo progetto, miscela equilibrata di originalità, creatività e cultura, ha le carte in regola per svolgere il ruolo per cui è stato pensato: rendere più interessanti e divertenti da apprendere delle informazioni che, con una normale lezione, sarebbero potute risultare pesanti e noiose. Gli studenti sono soddisfatti del lavoro finora svolto e si apprestano dunque ad entrare nella fase conclusiva della redazione del quotidiano: la scadenza, infatti, è fissata per il mese di Gennaio. E poi chissà che tra questi ragazzi motivati e operativi non si nasconda veramente qualche talento giornalistico pronto a esplodere tra qualche anno… Noi ci auguriamo di sì. Che fine stanno facendo i vecchi giornali? Necessità di riprenderli in considerazione V i è mai capitato, mentre passeggiate per strada, di incontrare seduto ad una panchina un giovane che legge un giornale? Sicuramente è un’immagine alquanto anomala dato che in una società così avanzata tecnologicamente per informarsi si ricorre sempre più frequentemente ai programmi televisivi, e soprattutto ad internet. Ebbene sì, i vecchi, cari giornali sono stati sostituiti da pagine virtuali che si aprono con un semplice clic del mouse. Il giornale è “da vecchi” ed è considerato quasi un mezzo antiquato, non all’avanguardia. Ma perché si sta pian piano svalutando questo tradizionale mezzo di informazione che ha segnato e soprattutto seguito la storia della società tutta? Sarà forse per l’irrompere della tecnologia, sarà perché si è stanchi di accumulare carta in cantina, sarà per risparmiare? Eppure ognuno di noi, almeno in un’occasione nella propria vita, ha avuto al suo fianco un giornale, come fedele compagno, che ha conservato fino ad ora. Per esempio il giornalino scolastico su cui è stato pubblicato il proprio articolo, una serie di giornali che descrivono la vittoria dell’Italia alla coppa del mondo, recensioni di film o libri significative, reportage sulla propria zona e tanto altro. Il giornale è tra l’altro una fonte attendibile che non falsifica dati o travisa informazioni come può invece avvenire on-line. Si è sicuri che chi scrive, prima di farlo, si è documentato, soprattutto per quanto riguarda argomenti come la politica, l’economia, la società. Inoltre un articolo può essere fonte di ispirazione, può segnare profondamente una persona e persino cambiarla. Un bravo giornalista con le sue parole riesce ad arrivare al cuore della gente, emozionarla ed immergerla nella realtà che sta descrivendo. Come un artista mette tutto se stesso nella sua opera, così un giornalista, mentre scrive il suo pezzo, disperde tra le parole un po’ di sé, in modo tale che leggendo il suo articolo si può intravedere la sua personalità. Tra l’altro, anche se può sembrare quasi un’idiozia, poter toccare con mano quello che si sta leggendo, sfogliare pagina dopo pagina un giornale è una sensazione particolare, perché è come avere tra le proprie mani un pezzo di mondo. Dunque, un giornale, oltre ad essere un ottimo mezzo d’informazione, è anche un insieme di emozioni differenti, di personalità diverse, e rappresenta un po’ tutti noi e le nostre sfaccettature. Bisogna quindi rivalutarlo e tenerlo in stretta considerazione, soprattutto da parte di noi giovani. In fin dei conti leggere un po’ di più non ha mai fatto male a nessuno! Alloggio Mariella IV B Sc. Fachechi Matteo III H ISTITUZIONE “SCUOLA” I SUOI REALI DOVERI I n tv anche quest’anno sono cominciati i consueti reality show, tra cui ricordiamo il più famoso: “Il Grande fratello 10”. Ma forse questo fenomeno “trash”, d’invasione spudorata della realtà individuale non riguarda solo la televisione. Abbiamo un esempio proprio in casa nostra, nel nostro paese, osiamo di più, nella nostra scuola!! Ebbene sì, il nostro liceo è stato contagiato. Tutti gli studenti sono obbligati dalla scuola a porre una firma su un foglio ogni qual volta si recano in bagno o abbandonano l’aula. Dopo un certo periodo di tempo questo foglio viene esaminato e vengono calcolate le volte in cui ogni alunno ha abbandonato la classe per i suoi bisogni. Dunque ci mancano solo le telecamere!! Le proteste a questa strana novità sono tante, giunte sia da alunni che da professori, entrambi indignati. Ecco dunque le motivazioni per cui una consistente parte della nostra scuola rifiuta questo singolare provvedimento. Gli studenti, di qualsiasi età, sono essere umani come tutti gli altri. Sono innanzitutto individui, provvisti di tutte le facoltà mentali e fisiche, capaci d’intendere e di volere, persone che, anche se “subordinate” ad un organo scolastico, sono sempre degni di un rispetto che va riservato a chiunque, qualsiasi sia la sua condizione. In qualità di persona e cittadino, maggiorenne o minorenne che sia, è provvisto della libertà, diritto inviolabile dell’uomo, a patto che non sia a danno di altri ovviamente. Un altro fattore fondamentale, indispensabile, intrinseco nella natura stessa dell’uomo, valore imprescindibile è la dignità, che nessuno su questo pianeta ha il potere di alienare dalla persona. La scuola ha il dovere di formare la gioventù che, fruente, anno dopo anno, occupa le sue strutture. Ha il dovere di renderlo cittadino attivo, di impartirgli la più grande lezione, ovvero educarlo e renderlo pronto a spiccare il volo verso il futuro, il domani, verso la vita. La scuola è il più grande strumento di libertà che una persona abbia la possibilità di sfruttare, poiché questa stessa la rende LIBERA, essendo la chiave del sapere, l’unico mezzo per detenere il vero POTERE: “SAPERE è POTERE”. “Scuola”, dunque, non può in nessun modo essere sinonimo di “oppressione”, “recinzione” ma di “dignità”, “libertà”, “passione”! La scuola è così bella in fondo! Forse non per tutti gli studenti, ma prima o poi tutti riconoscono il merito che questa ha avuto nella vita di ognuno. Lo studente stesso, nel momento dell’iscrizione, impartisce alla scuola il diritto di formarlo. Ma attenzione, mettendosi completamente nelle mani di questa fondamentale istituzione, non gli offre anche il diritto di umiliarlo, l’autorizzazione a scavare nella propria intimità. Questo nuovo provvedimento è un’offesa vera e propria alla persona. Nessun operaio o impiegato sul posto di lavoro informa il proprio superiore di quante volte soddisfa i propri bisogni naturali. In questo periodo in tv, al tg, nella vita di tutti i giorni si sente parlare di privacy. E questa è una vera e propria infrazione! Una persona, se è veramente definita tale dalla società, non può essere obbligata a porre nome e cognome, per usufruire del bagno, su di un foglio che verrà revisionato, studiato, criticato e giudicato da qualcuno tanto curioso da sapere quante volte uno studente va a urinare! Se proprio costui vuole condurre questo sondaggio per tanta brama di sapere che almeno, invece del nome e cognome, faccia porre una X! Se invece questo foglio è finalizzato alla restrizione dei continui vagabondaggi per i corridoi, credo che sia più opportuno che siano i professori a decidere quali siano i casi più gravi e quali no tra i propri alunni e quali punire e quali no. Una semplice firma, una semplice esigenza fisiologica, non può essere metro di giudizio per la valutazione della condotta. Ho scritto questo articolo per diversi motivi: per dare voce a quegli studenti che non possono o non vogliono, per paura, alzarsi in piedi e dire NO; per spiegare i vari motivi per cui noi, parte integrante della vita scolastica, aborriamo questo provvedimento; per poter finalmente “dire la nostra” e, inoltre, perché ritengo che la scuola sia ancora un luogo di serenità, di riflessione, di dialogo che potrà in futuro essere il ricordo più bello della nostra vita. Valentina Sodero II A Cl. Titoli di articoli giornalisti o cartelli realmente pubblicati Si è spento l’uomo che si è dato fuoco Giornale di Sicilia, 1998 Pompini a raffica, Carrarese KO Gazzetta dello sport, 1992 (Pompini era giocatore del Livorno, che in quella partita segnò 4 goal) Falegname impazzito, tira una sega ad un passante Corriere della sera, 1991 Tromba Marina per un quarto d’ora Corriere del Mezzogiorno, 1991 Fa marcia indietro e uccide il cane fa marcia avanti e uccide il gatto Corriere della sera, 1992 Incredibile, all’aeroporto spariscono le valigi e del Mago Silvan Il Messaggero, 2001 In cinquecento contro un albero, tutti morti La Provincia Pavese Vendo giochi e servizi di carnevale. Astenersi burlonie perditempo Inserzione giornale annunci gratuiti Questa macelleria rimane aperta la domenica solo per i polli Insegna in un negozio di Roma Qui chiavi in 5 minuti Insegna in un negozio di Cuneo Si affitta l’abitazione del terzo piano, la signora del secondo la fa vedere a tutti Inserzione in una strada di Trapani LO SCUOLA DI PROGETTI S Ben 25 laboratori culturali per far crescere gli studenti. ono disponibili per i partecipanti numerosi progetti di vario tipo, con libera scelta da parte degli stessi di un solo corso. Tra questi ricordiamo il giornale d’istituto TuttoStampacchia, che pubblica in due uscite annuali argomenti riferiti ad attività scolastiche e non; un corso di pallavolo maschile e femminile insieme ad un progetto di ginnastica aerobica e artistica, per tenersi sempre in allenamento e far crescere culturalmente i partecipanti; un corso di danza sportiva (hip hop) con la creazione di alcune coreografie che potrebbero essere oggetto di un’assemblea d’istituto o della festa di fine anno; per chi vuole conseguire il certificato di abilitazione alla guida del ciclomotore la scuola mette a disposizione il patentino a scuola; un corso di Archicad, disegno in 3d al computer e ancora un laboratorio “Ragazzi in forma”; e ancora un corso di educazione alla salute, uno stage di laboratorio biologico, un corso di astronomia pratica o il conseguimento di lauree scientifiche di fisica. Sono inoltre proposti dalla scuola corsi per il conseguimento della Patente Europea ECDL per imparare ad usare al meglio il computer, e corsi di inglese tra cui il Ket, il Pet e il First, al fine di essere maggiormente specializzati nella lingua inglese; un corso di chimica e biologia di preparazione ai test universitari, uno di analisi matematica e un altro di nozioni generali di diritto ed educazione alla cittadinanza attiva, con l’aggiunta di un progetto di tecnologie del dna ricombinante e manipolazione del dna. Attività integrative per gli alunni sono il corso di fotografia per usare al meglio la fotocamera, quello di cinema e risorgimento, il progetto latine “news” e il Progetto Riesci. Piergiorgio Martella IIA Sc. 3 LE BELLEZZE DEL SALENTO INVASE DA RIFIUTI Tricase, Zona Campoverde: fermata degli autobus inefficace. Il territorio di Tricase è circondato da 121 discariche abusive censite dall’associazione “Coppula Tisa” S.T.P. accusata di inefficienza nei servizi svolti Sole, mare, vento: che fine ha fatto questa terra? Continua ad essere sommersa da discariche. E, nonostante il tempo inevitabilmente passi, la situazione non cambia, resta immutabilmente la stessa. Dopo tanto clamore che fine ha fatto l’associazione Coppula Tisa? Che fine hanno fatto i suoi progetti? Tricase, la città più importante del basso Salento, presenta la bellezza di 121 discariche abusive, che provocano solo una serie di problemi a livello di salute della popolazione, che determinano l’inquinamento delle acque superficiali e di quelle sotterranee, diffondendo cattivi odori, pericoli di auto combustione e rischi di infezioni. Infatti la relazione sullo stato di salute della popolazione pugliese risalente al 2006, ci addita il più alto tasso di mortalità maschile per tumori maligni di trachea, bronchi e polmoni, e, per quanto riguarda quella femminile, di tumori maligni al collo dell’utero. Per questo era stato elaborato un progetto da parte dell’associazione Coppula Tisa, ossia “La bellezza non si rifiuta”. Che fine ha fatto questo progetto? Le vie di campagna continuano, ad essere invase di elettrodomestici non funzionanti e da rifiuti pesanti di vario genere. Chi bonificherà queste discariche? E’ chiaro a questo punto che è necessaria anzitutto una bonifica a “livello morale”, che rinnovi la sensibilizzazione su questo argomento. Mi rivolgo dunque a tutti i cittadini: “Denunciate, segnalate agli organi competenti i luoghi occupati da questo mare di rifiuti”. Vi invito, magari, a creare dei gruppi di persone che periodicamente controllino le zone a rischio, anche perché se si vuole migliorare le proprie condizioni di vita, bisognerà anche fare dei piccoli sacrifici che sicuramente porteranno a dei risultati! L’invito, naturalmente, è rivolto ad ognuno di noi, per sentirci impegnati in prima persona nella tutela della nostra terra. N Federica Sparascio II F INFLUENZA A: STAMPACCHIA DOBBIAMO PREOCCUPARCI ?! I casi di questo virus nel nostro paese (il Salento) sono aumentati. Infatti sono circa trenta mila i pugliesi che hanno avuto a che fare con l’influenza A, ma solo sei sono i casi più gravi per ora. A quanto pare la preoccupazione aumenta perché quest’ influenza sta colpendo molti bambini e ragazzi fra i 6 e i 15 anni. I casi più gravi riguardano due bambini di 5 e 7 anni, che sono ricoverati nell’ospedale di Bari ”Giovanni XXIII”, per insufficienza respiratoria. Essi sono tenuti sotto osservazione 24 ore su 24. L’influenza A è una normale influenza, solo se curata adeguatamente. Non è facile capire la differenza fra la febbre suina e un’ influenza stagionale, perché i sintomi sono più o meno gli stessi (nausea, tosse, febbre alta, mal di testa,ecc.). Siamo venuti a conoscenza che anche nel nostro liceo si sono verificati parecchi casi di influenza A. Possiamo ritenerci fortunati, perché la gente colpita non era affetta da altre patologie, che avrebbero potuto peggiorare la situazione. Abbiamo la testimonianza di una ragazza che ha riscontrato l’influenza A (H1N1). Essa ha manifestato gli stessi sintomi, che ci farebbero pensare al virus. Nonostante la somministrazione di molti farmaci la febbre non si abbassava e rimaneva superiore a 39,5. Non vi sono indicazioni particolari per curare il virus. In alcuni casi anche la normale aspirina può aiutarci, mentre se non dovesse bastare bisognerebbe usare altri metodi (con borse di ghiaccio e cortisoni). È bene comunque seguire una corretta alimentazione e bere molto, evitando gli alcolici. Comunque, per capire se si tratta del virus H1N1 bisognerà ricorrere al tampone. Esso più specificatamente viene chiamato tampone faringeo. In medicina è effettuato per la determinazione delle specie batteriche presenti sulla mucosa della faringe; di fatto esso viene impiegato per la ricerca della specie Streptococco beta-emolitico. Pensandoci su, qui il vero problema è la psicosi, che ognuno di noi ha, appena si sente parlare del virus. E ciò farà sicuramente più danni. Gli ospedali, gli ambulatori in questo periodo sono colmi di gente che cercano di richiedere il vaccino. Ecco, il vaccino… Qui la domanda sorge spontanea: Il vaccino conviene o no? Peggiorerebbe la situazione? C’è ne abbastanza per tutti? Nella provincia di Lecce i vaccini complessivamente sono circa 200mila dosi, per ora però ne sono stati consegnati solo 18mila, neanche la metà. In primis saranno sottoposti al vaccino: le donne in gravidanza, il personale ospedaliero, i bambini fra i 6 mesi e i 17 anni con patologie croniche. E c’è anche da dire che il vaccino non è sicuro, perché le sostanze utilizzate per questo composto sono particolari. Per una questione di tempo, diciamo così, è stato aggiunto il mercurio, che come tutti sappiamo è cancerogeno, e con il passare del tempo potrebbe danneggiare i nostri apparati. Per proteggerci da questa influenza, bisognerebbe vivere in una campana di vetro!! Questa sembrerebbe l’unica possibilità per sfuggire al contagio, oppure basterebbe seguire delle regole fondamentali, come: lavarsi le mani prima di toccarsi occhi, naso, bocca; coprirsi il naso e la bocca quando si starnutisce o si tossisce; restare a casa in caso di raffreddore; ecc. Se invece si vive a contatto con un malato di febbre suina, la scelta migliore è quella di isolarlo in una stanza e di usare la mascherina per evitare il contagio. Infine i dati che ci vengono comunicati giornalmente non sono certo confortanti, però per adesso l’importante è non farsi prendere dal panico e gestire al meglio la situazione. Martella Lucia 2H “Gli studenti nei giorni di pioggia sono costretti a passare nell’acqua ed a rimanere bagnati sino alla fine delle lezioni e fino al rientro a casa!’’ el mese di Ottobre a Tricase, in zona Campoverde, si sono verificati, nelle giornate di pioggia, episodi spiacevoli per gli studenti del Liceo Classico Stampacchia che, dall’a. s.2008/2009, occupano il nuovo edificio, adiacente allo stabilimento dei Vigili del Fuoco, sulla strada che collega Tricase a Lucugnano. Il Comitato dei Genitori, dopo aver preso atto della situazione in cui si trovavano i propri figli, ha deciso di inviare una lettera al Dirigente della S.T.P. di Lecce, al Preside dell’ I.I.S.S. Stampacchia di Tricase, al Sindaco di Tricase, al Sindaco di Tiggiano e al Comando dei Carabinieri di Corsano, chiedendo loro una cortese collaborazione per risolvere le problematiche presentate in questi quattro punti: 1) Nel mese di ottobre molti studenti diretti a Campoverde, sebbene muniti di abbonamento, non sono riusciti a salire sul pullman perché pieno e, prendendone un secondo, sono stati costretti a scendere nei pressi del passaggio a livello e percorrere circa 2 km a piedi, entrando a scuola alle 9 circa; 2) Vi sono pullman che non segnalano la destinazione impedendo allo studente di capire su quale salire; 3) La fermata sullo spiazzale antistante il campo sportivo di Tricase è una soluzione comoda per le manovre dei pullman ma non per gli studenti in quanto, per arrivare a scuola, questi devono percorrere una lunga distanza e, nei giorni di pioggia, sono costretti a passare nell’acqua e a rimanere bagnati sino alla fine delle lezioni e fino al rientro a casa (circa 6 ore); 4) I mezzi di trasporto sono insufficienti rispetto al numero di studenti. Il Comitato dei Genitori fa notare anche che ‘’10 metri più avanti della scuola ci sono delle rientranze della sede stradale che potrebbero fungere da fermata (antistante la struttura dei VV.FF e G.F.), consentire la manovra ai pullman ed, in caso di pioggia, far giungere in classe gli studenti con i piedi asciutti. La lettera si conclude con un avvertimento: “qualora non si procedesse a risolvere in tempi brevi i disservizi e le anomalie riscontrate, i sottoscritti genitori provvederanno ad inoltrare regolare denuncia per inadempienza nei confronti della S.T.P. presso la Caserma dei CC. di Corsano o altre sedi competenti’’. A quasi due mesi dall’invio della lettera solo alcune problematiche sono state risolte e la fermata nella zona di Campoverde è la stessa. Ecco una breve intervista al Maresciallo Leone della Caserma dei CC. di Corsano che si è interessato del caso: In che modo sono state effettuate le indagini e quali sono stati i riscontri? Appostandoci nelle varie fermate abbiamo riscontrato che effettivamente su alcuni pullman i display digitali non erano funzionanti e che per questo motivo molti studenti erano confusi nello scegliere il pullman, non conoscendone la destinazione. Inoltre abbiamo constatato che molti non riuscivano a salire sul pullman perché questo aveva raggiunto, anche superandolo, il numero massimo di passeggeri. (V. R. II A Cl.) Dalle sollecitazioni di molti nulla è stato ancora fatto: opere pubbliche di cartapesta! UNA CLASSICA “Con l’avvento dell’inverno la pioggia stagionale inizia ad abbracciare freddolosamente la nostra scuola allagando completamente le entrate, infiltrandosi dal tetto e cadendo dai soffitti: sarà forse l’amore?’’ Ritornando a scuola quest’anno ho avuto un dejavou: ho visto un temporale, i due accessi della mia succursale situata in Campoverde completamente allagati, gocce di acqua che mi cadevano in testa dal soffitto e, per concludere, la visione di me tutto bagnato mentre nuotavo nel tentativo di raggiungere la corriera. Forse in condizioni peggiori dell’anno scorso si ripresenta l’edificio che ospita il Liceo Classico di Tricase e da ciò sorge la domanda: come mai non è ancora cambiato nulla? Facciamo velocemente il punto della situazione: nell’a.s. 2008/2009, date le condizioni pietose in cui si trovavano gli alunni e i professori nelle giornate di pioggia, è stata presentata una lettera di reclamo all’attenzione di Flavio Fasano, Assessore ai Lavori Pubblici e allo Sport nella provincia di Lecce. Dopo un breve periodo di tempo è arrivata la risposta dell’Assessore, in cui spiegò che i lavori sarebbero presto iniziati per eliminare quell’enorme avvallamento stradale, che con la pioggia si trasforma in un lago, e per portare le dovute sistemazioni all’edificio scolastico. Sappiamo, a questo punto, che è cambiata l’amministrazione provinciale e che Flavio Fasano non è più l’assessore ai lavori pubblici. Che cosa ci potrà attendere? Dobbiamo sperare che la nuova giunta provinciale prenda a cuore la nostra grave situazione e ci aiuti a superare tutte le difficoltà che noi studenti ogni giorno dobbiamo affrontare. Sappiamo che alcuni professori, già negli anni passati, hanno tentato di rendere l’ambiente scolastico più ospitale; anzi ringraziamo in particolare il prof. Roberto Figini, che ha avviato un progetto di arredo degli ambienti scolastici; grazie anche alla partecipazione dei genitori e degli alunni, grazie al Dirigente, prof. Salvatore Piccini, in questi giorni si sono avviati i lavori per rendere le singole aule più ospitali con l’installazione di Proiettori digitali e di armadi per libri e strumenti didattici vari. Insomma, alla fine il detto: “Se a spaddha nu ta ratti sulu nu ta ratta ciuveddhi’’ (Se la spalla non te la gratti da solo non te la gratta nessuno), è vero! C’è da dire che non tutto si può fare autonomamente però e, come in questo caso, molti si chiedono: mentre si attendono nuovi sviluppi e nuove iniziative, gli studenti del Liceo Classico di Tricase devono continuare a rimanere nell’acqua? Vincenzo Riso, II A Cl. 4 IL MONUMENTO, LA RONDINE E IL GATTO. U Il castello di Tutino in forte degrado e abbandono n giorno una rondine chiede un’informazione ad un gatto: “Amico gatto, sono di passaggio e vorrei riposare prima di ripartire verso il sud. Conosci qualche luogo che possa fare al caso mio?” “Amica rondine, posso indicarti un antico castello che offre facile rifugio non solo a te, ma anche ad altri animali di passaggio. Vieni, ti ci accompagno volentieri!” Arrivata in prossimità del castello, la rondine esclama con stupore: “E’ proprio il posto giusto per me! Ti ringrazio per il suggerimento, ma … sembra disabitato! Chissà da quanti secoli esiste!” “Cara rondine, è il destino delle cose vecchie: spesso più sono antiche e più sono trascurate … sono poche le eccezioni a questa regola.” Questo dialogo immaginario, di poche pretese, nasce dall’amara constatazione del degrado in cui versano non solo monumenti pubblici, ma anche residenze antiche, come, ad esempio, il castello di Tutino del Comune di Tricase che, pur essendo di proprietà privata, potrebbe tuttavia godere di aiuti e sovvenzionamenti proprio per il suo incalcolabile valore storico. Non saprei dire quante volte passiamo e ripassiamo davanti a queste magnifiche testimonianze del passato senza che neppure ci rendiamo conto della loro esistenza vicino a noi. Quando trascorriamo dei periodi di vacanza in altri paesi (mi ritorna in mente la rondine costretta a compiere lunghi viaggi migratori), ci rendiamo conto di come vengano abilmente valorizzati piccoli cimeli e tracce di monumenti neppure lontanamente paragonabili al patrimonio che noi abbiamo. Il carico di storia che ci appartiene meriterebbe ben altro. Meriterebbe un restauro degno di questo nome, una valorizzazione che possa essere il nucleo di richiamo e di ammirazione non solo di noi, abitanti spesso ignari di queste fortune, ma anche di eventuali e non improbabili gruppi di auspicabili turisti. Come fare per fermare l’interesse di coloro che curano i beni culturali su questi incolpevoli monumenti? Come evitare che la loro doverosa attenzione emigri dopo poco tempo (come la rondine chiamata verso altre terre solo da motivi climatici)? Mi piace immaginare, chiudendo per un attimo gli occhi, come potrebbe essere valorizzato questo castello. Rimarcare e completare l’abbozzo di fossato che lo circonda solo in parte; ristrutturare e rinforzare le mura perimetrali restituendo loro l’antico splendore; conferire un’illuminazione valida, sapientemente studiata; creare un eventuale percorso storico culturale concordato con la proprietà. Riapro gli occhi e penso che sarebbe un buon punto di partenza per chissà quante altre iniziative simili. Donare bellezza e valore a queste testimonianze storiche dovrebbe essere per noi un obbligo morale al quale nessuno dovrebbe sottrarsi. Giovanni Bellisario III G QUALCHE “SOGNO ADOLENSCENZIALE” PER SALVARE IL PATRIMONIO SALENTINO L unedì 16 novembre 2009 una rappresentanza delle attuali classi 3G e 4B, è stata protagonista di uno speciale riconoscimento, dovuto all’ adesione ad un importante progetto regionale: “Adotta un monumento”. La cerimonia, tenutasi presso la Fiera del Levante (Bari), è stata presieduta dalle massime autorità degli Enti promotori, tra cui l’attuale presidente della regione Puglia, Niki Vendola. Con questo programma sono state finanziate le attività di 51 scuole della nostra regione, tra le quali 5 della provincia di Lecce, con l’ obiettivo di stimolare nelle giovani generazioni, la sensibilità ai temi della tutela e della salvaguardia dei beni culturali. Gli alunni delle due classi hanno presentato, alla fine dello scorso anno scolastico, una relazione riguardante le torri costiere del sud Salento nei loro molteplici aspetti (storici, urbanistici, ambientali e sociali), avendo particolare riguardo per la “Torre del Sasso”, nel territorio tricasino. L’interesse in questi ragazzi è nato soprattutto dal risultato nazionale, ottenuto da due alunni della nostra scuola alle olimpiadi di storia dell’arte dello scorso anno scolastico. Infatti Giovanni Bellisario e Roberto Bortune si sono classificati secondi proprio presentando una relazione riguardante le torri costiere del nostro Salento. Lo stesso lavoro arricchito dai contributi dei ragazzi di queste due classi è stato presentato per l’adesione al progetto regionale: “Adotta un monumento”. Queste costruzioni, a scopo difensivo, sono situate lungo la costa adriatica e ionica, in uno stato di profondo degrado e rischiano di essere completamente distrutte per l’incuria e il problematico intervento degli enti istituzionali. Quindi lo scopo principale degli alunni interessati è quello di sollecitare l’attenzione degli enti locali e della Sovrintendenza sui monumenti e sui beni culturali, al fine di realizzare un intervento incisivo ed efficace, per la tutela e per la valorizzazione dei monumenti in questione. Adesso i ragazzi possono intervenire davvero, poiché i finanziamenti sono stati messi a disposizione dalla provincia e hanno tante buone idee da realizzare. Non vorrei anticiparvi molto sull’operato che a breve verrà portato a compimento, ma sicuramente molti di voi sono a conoscenza del chilometro, tra la terra, che deve essere percorso a piedi per raggiungere la “torre del Sasso”; beh, sicuramente lavoreranno su questo grave problema, per rendere più agibile l’accesso alla torre. Non resta che augurare buon lavoro a questi ragazzi e un grande in bocca al lupo a tutto il personale tecnico che verrà coinvolto per dare vita a questi “sogni adolescenziali”. Rossella Distante III G ... continua da pag. 1 spalancare la finestra del futuro…”. Per lui vivere era un continuo reinventarsi, sentire “il fremito di speranze nuove”, dimenarsi dalle catene del vecchio mondo, librarsi in nuovi cieli, oltrepassare nuovi orizzonti, sorpassare rinnovati limiti. Vivere era avere il coraggio di gettarsi “senza paracadute” dal trampolino di lancio, di “liberarsi da soggezioni antiche e nuove”. Non era un rassegnarsi all’esistere, un inginocchiarsi al trascorrere del tempo… Vivere era volare e sospingere nuovi voli verso l’inarrivabile. Non era “passare indifferenti” vicino al fratello in difficoltà, “lasciare il prossimo nel vestibolo malinconico della vita, ma avere la forza di non rifiutare il sorriso, il tendere la mano, provare “l’ebbrezza di camminare insieme”, fianco a fianco, progettare, osare, sacrificarsi insieme. Questo è ciò che due grandi uomini scrissero per Tricase: inni alla vita, malinconiche preghiere poco prima della partenza, inviti alla fratellanza e a gettare lo sguardo oltre tutti i possibili limiti, lodi alla natura, alle creature di Dio, elogi all’imperturbabile guardiana della cittadina, la Vallonea, rimpianti per il passato e speranze per il futuro. È tutto qui. Impresso per sempre sulla nostra terra, impronte lasciate su una storia non ancora conclusa. Voci che si rincorrono nel vento ed echi interminabili. Poesie che scivolano, morbide, sulle tondeggianti curve dei promontori. Salviamo le nostre spiagge Le spiagge del Salento minacciate dai falò abusivi I l salento è conosciuto in tutt’italia e nel mondo per le sue acque limpidissime e per le sue spiagge finissime e dorate. Le splendide dune fanno da cornice a questo spettacolare paesaggio. Proprio quest’ anno molte delle nostre spiagge sono state premiate con il riconoscimento bandiera blu, conferito dalla FEE (Foundation for Environmental Education), un premio che ci rende davvero molto orgogliosi. Il turismo rappresenta una delle maggiori possibilità di sviluppo economico per un territorio come il nostro. Ma la bellezza dei nostri paesaggi è in pericolo. Questi splendidi paradisi terrestri sono infatti minacciati dalla sempre più frequente usanza della gente di festeggiare giornate particolari (San Lorenzo, Ferragosto) con l’accensione di falò, senza usare spesso recipienti per contenere i carboni ardenti, o con l’organizzazione di cene e festeggiamenti. Carboni, immondizie, resti di cibo, vengono lasciati sulla sabbia o nascosti tra le dune. Le conseguenze di tutto ciò si vedono nei giorni successivi: sporcizia, per non parlare di alcuni gravi incidenti come ustioni dovute a carboni ardenti nascosti sotto la superficie sabbiosa. Le misure di precauzione, come il personale vigilante in queste serate particolari, adottate in molti comuni, si sono rivelate insufficienti. È necessario aumentare la vigilanza e punire i trasgressori di queste semplici norme con sanzioni disciplinari o pecuniarie. Proteggiamo il nostro territorio per conservare il primato di meta turistica preferita che ci siamo faticosamente guadagnato. Lorenzo Pispero IV B Sc. L’A RTE B Valentina Sodero II A Cl. DI REAGIRE eatrice è una ragazza come tutte le altre, va a scuola, pratica sport, fa parte del consiglio comunale dei ragazzi del suo paese e frequenta persino gli scout e, detto questo, non mi crederete se vi dicessi che è priva degli arti inferiori e superiori. Eppure, cari ragazzi, è proprio così! Infatti, una meningite fulminante ha compromesso permanentemente la vita di Beatrice portandole via braccia e gambe. Ma tutto questo non l’ha scoraggiata! Infatti, appena possibile, ha iniziato ad andare a scuola e poi ha ripreso le sue amate gite con gli scout. Poi la sua vera passione: la scherma. Prima la praticava abilmente a livello agonistico e vuole continuare a farlo tutt’ora! Qua però, Beatrice, è incappata nei primi problemi: per praticare uno sport del genere, infatti, servono protesi adatte, che arrivano a costare dai 30.000 € ai 50.000 € ed essendo nel pieno dell’età dello sviluppo, ne servono continuamente di nuove. Ma se la malattia non ha fermato Beatrice, secondo voi ci riusciranno i problemi pratici? Suo padre ed i suoi amici, infatti, hanno dato vita ad un’associazione chiamata “Art. 4 sport”. Un’altra passione di Beatrice è l’arte! È infatti brava a progettare e disegnare magliette! Con gli utensili adatti riuscirà a creare una linea di t-shirts che saranno poi vendute su un sito web (ancora in via di realizzazione) e in occasione delle tante attività sportive e culturali durante il corso dell’anno. “Il ricavato”, spiega il padre, “servirà a nuovi progetti di ricerca, sviluppo e realizzazione di protesi per attività sportive”. C’è da dire anche che le protesi per le attività sportive NON sono sovvenzionate dal Sistema sanitario nazionale e, come detto, possono arrivare a costare fino a 50.000€ (come quelle del famoso para-atleta Oscar Pistorius). “Art. 4 sport” serve proprio a questo, a dare a milioni di bambini mutilati la possibilità di praticare uno sport. “Quando mia figlia è tornata in pedana, sebbene fosse seduta in una carrozzina e con il fioretto fissato alla mano con dello scotch, l’ho vista per la prima volta ridere di gusto dopo sei mesi!” Sono queste le parole del padre dopo il ritorno in pedana della figlia, parole pronunciate non solo con gioia ma anche con la convinzione di essere riuscito a superare abilmente insieme a sua figlia un problema di un così grosso calibro! Salvatore Zollino II E 5 LA NUOVA DROGA DEI GIOVANI 2 IL XXI SEC. VISTO DAL PASSATO Lo tsunami reale del mare virtuale: Facebook colpisce ancora Q uesto irriverente titolo forse non vi è nuovo: è il sequel dell’omonimo episodio del numero di maggio del corrente anno. Riprendiamo le penne in mano, facciamo girare ancora il torchio perché lo tsunami facebook continua ancora a colpire e colpisce proprio chi meno ti aspetti. “E’ una droga pericolosa, un muro di apparenze, uno stupido status sociale….” Sì, sì, già sentito. “Fa perdere la percezione della realtà…” già letto. Ma allora perché la penna continua a scorrere, perché quel torchio continua a girare, per imprimere sulla carta bella e patinata del nostro Stampacchia parole già scritte e per mettere “sotto torchio” un fenomeno che si espande a macchia d’olio (o di inchiostro, tanto per stare in tema)? Veniamo al dunque. Non voglio sparare a zero su un fenomeno che, in quanto veicolo di libertà d’espressione, di comunicazione, di autodeterminazione, va tutelato. Smettiamola di demonizzare Facebook (lettera maiuscola stavolta, dopo tutti quei bei titoli). E’ l’uso che se ne fa il fattore determinante. Proprio come un’auto a 200 cavalli: basta trasformare quel “cavalli” in “all’ora”, non avrebbe alle nostre orecchie lo stesso suono, ma uno schianto acuto. L’uso che se ne fa è da demonizzare, o piuttosto l’atteggiamento ambiguo di chi lancia contro strali appassionati per poi venirne irrimediabilmente risucchiato. Siamo tutti drogati? E’ probabile, dal momento che siamo tutti su Facebook. Inutile prendersi in giro scomodando autorevoli sociologi e psicologi, quando in realtà è la nostra coscienza che deve risponderne. Se siamo davvero convinti che Facebook sia una droga, disattiviamoci il contatto. Chiudiamo il computer. Apriamo la porta, varchiamo l’uscio e solo così potremo scoprire il vero abbraccio di un amico e capire che è davvero “meraviglioso” (Modugno e Negramaro docent). Peluso Alberta IV B Sc. E-Book: C Tutte le sfumature osa succede quando scuola, ambiente, economia e tecnologia si fondono? Di sicuro nasce un qualcosa di rivoluzionario. Sembra che quel qualcosa a breve si affaccerà prepotentemente nella nostra realtà quotidiana. Di cosa parliamo? Degli E-Book. Come lascia intuire il nome per esteso, Electronic Book, rappresenta l’evoluzione dei nostri Book che troviamo oggigiorno nelle scuole, ma non solo. Cosa sono effettivamente? Sostanzialmente non sono altro che dei semplici dispositivi dotati di uno schermo (dai 5 pollici in su) e di accesso rapido a internet, una sorta di cellulare solo schermo, dalle generose dimensioni. In cosa si differenziano? La particolarità risiede in una predisposizione dello schermo a riprodurre fino a decine di tonalità diverse di grigio, caratteristica questa che rende gli schermi di questi dispositivi particolarmente simili alla carta vera e propria, evitando di affaticare la vista (cercare E-Ink per maggiori info). Sono la soluzione giusta per l’ambiente? Certo, poichè un libro elettronico non ha bisogno di migliaia di alberi per stampare milioni di volte un libro. Basta digitalizzare un libro cartaceo in formato compatibile con l’E-Book. A lavoro completato potrà essere scaricato miliardi di volte utilizzando la sola connessione a internet. Se può aiutare a rendere l’idea, pensiamo ai vecchi CD musicali contro gli attuali mp3: “pile di dischi in pochi centimetri, biblioteche intere in un solo libro digitale”. Facile dunque pensare al risparmio degli spazi, del tempo e infine la comodità che si avrà. Ai più attenti alle tematiche ambientali non sarà sfuggito il fatto che tolto il problema degli alberi, si crea quello dell’alimentazione del dispositivo (infatti uno “svantaggio” degli e-book, comune a tutti i gadget tecnologici, è quello di dover essere sempre e costantemente alimentati, anche dopo la fabbricazione). Sono già riusciti ad introdurre dei piccoli pannelli solari che eliminano di fatto il problema alla radice. Che bello verrebbe da dire a questo punto! E anzi ci si inizia a chiedere: “Quando inizierà questo paradiso”? Per chi ancora non lo sapesse l’attuale ministro all’istruzione, Maria Stella Gelmini, ha espressamente affermato di voler traghettare il sistema scolastico italiano in questa nuova avventura! Saremo tra i primi a dare vita all’esperimento, in meno di un lustro probabilmente! Solo vantaggi? A rivoluzione completata, tutto il sistema, che tiene in piedi oggi il servizio, verrà tagliato fuori dai guadagni del ciclo dell’informazione, permettendo notevoli risparmi alle testate giornalistiche. Dunque resta da capire quanto gli edicolanti saranno contenti di questa News: ammesso che riescano a fare in tempo a leggerla. Dario Giannuzzi V H 3 Aprile 1968 - 3 Aprile 2009 “Un secolo d’agi e di comodità ma non perdete di vista lo studio” Ricordo di Girolamo Comi 000: il secolo della globalizzazione - prodotto di un lento e lungo periodo che affonda le sue origini nella prima Rivoluzione Industriale - si è affacciato prepotentemente nelle case di tutti noi conquistando sempre più terreno e mutando abitudini, usi e costumi. Ma com’è visto questo graduale processo dalla generazione dei primi del ’900, quella a cui appartengono i nostri nonni e bisnonni? Ecco una breve intervista al nonnino Orlando Medico e alla moglie Luigia Longo, residenti a Corsano. Come avete vissuto la vostra infanzia e giovinezza? Siamo nati negli anni a cavallo tra le due Guerre Mondiali (rispettivamente 1925 e ’29) e, come potete ben immaginare, quei periodi, che ricordiamo come se fossero ieri, sono stati pieni di sacrifici e di duro lavoro… Noi bambini e bambine avevamo la possibilità di frequentare solo la Scuola Elementare, se si era fortunati, perchè le scuole medie si trovavano in paesi limitrofi e noi ragazzi all’età di 12-13 anni eravamo già adatti ad aiutare i nostri genitori, in particolare i nostri padri; il loro lavoro era principalmente “’zzuccare” cioè lavorare i blocchi di tufo nelle cave mentre noi bambine eravamo dedite ad imparare a ricamare, ad aiutare la mamma nei lavori di casa. Non avevamo a disposizione elettricità, acqua corrente e tanta altre comodità presenti adesso: l’acqua si attingeva dai “puzzi” e le lucerne erano ad olio o a petrolio. Abbiamo trascorso momenti molto duri, abbiamo sofferto la malaria ma per fortuna tutto si è risolto e siamo andati avanti formando una famiglia mattone dopo mattone. Con la fine delle Guerre il tenore di vita iniziò a cambiare. Da quegli anni in poi tutto progredì e cambiò in meglio. Cosa ne pensate della società attuale? Ora è tutto più semplice, i giovani sono fortunati a vivere tra agi e comodità ma non bisogna perdere di vista lo studio, perché purtroppo la nostra società è stata ignorante e, a causa di questo, abbiamo subìto guerre e fame. Se un giorno un viandante di qui passerà in un caldo meriggio d’estate sentirà l’Armonia di uno Spirito danzare nelle ore senza tempo e respirerà il profumo dei suoi rosai vivi, inebrianti e spalancati negli spazi senza spazio, negli anfratti della memoria nelle stagioni dell’anima nei respiri di ogni essere. E sentirà nell’aria magie di suoni arcani antichi e sempreverdi, accordi senza accordo di fresche vibrazioni, sonorità di echi lontani canti sciolti in musica consonanti e dissonanti armonie miti scolpiti nell’incantesimo della Poesia. 2 Maria Luisa Palumbo Il 3 aprile 2009, in occasione della cerimonia avvenuta in Lucugnano per l’intestazione di una strada del paese all’Accademia Salentina, sodalizio letterario fondato da Girolamo Comi, Macrì, Marti, Pierri, Anceschi, ecc.., l’autrice ha dedicato il pensiero all’ illustre poeta, in casa del quale spesso si recava per la sua tesi di laurea e dove era accolta sempre con gioia dalla signora Tina Lambrini, moglie del poeta. Tra le personalità presenti alla cerimonia, vi erano due grandi maestri e docenti universitari: il prof. Mario Marti, già membro dell’Accademia Salentina e il prof. Donato Valli, discepolo e amico carissimo di Comi, al cospetto dei quali ha avuto l’onore di declamare i suoi versi. Orlando Sofia II A Cl. La giusta distanza dal cellulare A vere il cellulare in tasca, sempre pronto all’uso è ormai diventata una moda tra noi adolescenti. Una moda, si, ma non un bene. Uno studio condotto dalla Suleyman Demirel University di Isparta ha portato alla conclusione che i campi elettromagnetici, prodotti dal cellulare, danneggiano permanentemente le ossa, le indeboliscono. Hanno provato questa ipotesi su 150 uomini che usano portare il cellulare attaccato alla cinta: è stato visto su di essi che la densità delle ossa del bacino era leggermente inferiore proprio dal lato in cui poggiava il telefonino. Sul lungo periodo, quindi, le onde elettromagnetiche potrebbero demineralizzare le ossa e renderle più fragili. Sarebbe quindi meglio tenere il cellulare il più lontano possibile dal corpo, spento quando è possibile (in questo caso però non vi è la totale assenza di onde elettromagnetica, ma solo la loro riduzione) e, di certo, le vostre ossa vi ringrazieranno! Salvatore Zollino II E E BENVENUTI A TRICASE! ’ consuetudine porre all’entrata di un paese l’insegna di benvenuto, magari espresso in diverse lingue. A Tricase, in alternativa, si viene accolti con un’improvvisa serie di sobbalzi causati dalle strade dissestate e non c’è scampo da qualsiasi entrata: da sud a nord,da est a ovest. Infatti, le strade della cittadina, peraltro riferimento del Capo di Leuca per le scuole e di tutta la provincia per l’importante ospedale, sono prevalentemente caratterizzate dall’irregolarità strutturale e da un assetto urbano altrettanto trasandato, che danno l’immediata impressione di una trascuratezza che si tramanda da tempo. La situazione è grave, poiché i profondi “crateri” e le “voragini” che si aprono sul manto stradale, non solo danno una pessima immagine ma non garantiscono l’incolumità dei guidatori e, ovviamente, contribuiscono a causare danni ai veicoli, giovando solo ai gommisti e carrozzieri…magra consolazione! Quello che sconcerta è che, sebbene ci sia consapevolezza riguardo al problema, non si intravedono misure adeguate a risolverlo e, quelle poche volte che si interviene, lo si fa in maniera a dir poco affrettata e precaria, cioè si rattoppa il manto stradale senza alcun criterio tecnico, con una disordinata sovrapposizione di strati di catrame che ben presto peggiora la situazione anche con riferimento all’equilibrio idrico. Non è un’affermazione iperbolica asserire che dinanzi al Liceo Stampacchia, cioè in piazza Galilei, una lieve pioggia crea un ruscello che, con un acquazzone, può facilmente trasformarsi in un pericoloso torrente creando seri disagi alla circolazione. Degna di nota è anche la gestione del traffico urbano, monitorato da semafori spenti, da vigili non sempre presenti e attivi e da una segnaletica carente, poco visibile e spesso distrutta da chissà quale incidente. Vi è poi il dilemma dei parcheggi, sovente si utilizza la doppia fila, quando potrebbero essere sfruttate vaste aree centrali come quella antistante il cimitero vecchio. Le indigenze descritte sono un sottoparagrafo del libro-raccolta che elenca le problematiche che urge risolvere a Tricase, in cui da anni ed anni regna una staticità politico-amministrativa deludente. Mario Angelelli III D 6 IL CROCEFISSO: un dibattito multi religioso. Tricase chiede aiutoal diavolo…. Confronto tra una donna cristiana ed una mussulmana L a Corte europea dei diritti dell’uomo ha proibito l’esposizione del crocefisso nelle scuole italiane in quanto “viola” la libertà religiosa degli alunni, dopo aver accolto l’istanza presentata da una cittadina italiana di origini finlandesi. Il nostro governo fa ricorso.. C: Da cristiana, amareggiata, sostengo che l’esposizione del crocifisso in classe non sia offensiva per nessuno, perché non significa adesione al Cristianesimo, ma è un simbolo della nostra tradizione religiosa. Tu cosa pensi di questa battaglia su un simbolo? M: La decisione, per me è discutibile in quanto togliere il crocefisso non è un segno di rispetto nei confronti delle altre religioni, ma io lo leggerei, piuttosto, come un’offesa per la tradizione e la storia italiana, una storia lunga due millenni. La scuola, è vero, è un luogo dove convivono presenze diverse caratterizzate da molteplici credenze religiose, o dal non professare alcuna religione. Si tratta di dover garantire equilibri difficili, evitare ingiustificate prevaricazioni, assicurare la tutela di ogni diritto, rispettare la dignità e l’uguaglianza. Guai, però, a pensare alla sentenza come ad un precedente che apre un insanabile conflitto. E’ inconcepibile, inoltre, come ho sentito da più parti, la proposta di mettere tutti i simboli ben allineati in nome di un assurdo egualitarismo laico. C: Certo, anche perché viviamo in tempi in cui sono necessari il rispetto del pluralismo, la convivenza tra diversi, non bisogna strumentalizzare queste argomentazioni. Quando andiamo in un paese a maggioranza musulmana abbiamo rispetto delle moschee, o della voce di prima mattina del muezzin che invita alla preghiera, o dell’usanza di toglierci le scarpe prima di entrare in un luogo a voi sacro. Altri, invece, non riconoscono, né comprendono il valore del simbolo della tua religione, il crocefisso , mi spieghi perché? M: Il crocefisso vuol dire riconoscere il primato dell’amore, il dono della vita agli altri. Un amore del tutto cristiano, diverso dalle altre religioni, che comunque meritano rispetto. Il nostro Dio, incarnandosi, si è lasciato crocifiggere per amore. Sulla croce Cristo allarga le braccia come per accogliere tutta l’umanità anche quella di oggi che vive senza Dio e senza speranza, per donare la sua misericordia. Voglio citarti un pensiero di don Tonino Vescovo, che sta per diventare beato: “Essere fedeli alla croce di Gesù Cristo significa vedere in essa lo strumento della salvezza e intuire che la redenzione è vicina”. C e M: Il messaggio che vogliamo far passare è molto semplice e chiaro: ‘L’ateismo non si esplicita tramite l’eliminazione dei simboli religiosi, ma con l’indifferenza’. di nuovo! Ogni città cela qualcosa di misterioso… E Tricase non è da meno! I mmersa nella vegetazione mediterranea, a lato di una stradina poco praticata, che conduce dal centro del paese a Tricase Porto, sorge una paricolare costruzione ottagonale: la Chiesa Nuova. Dedicata alla Beata Vergine di Costantinopoli, fu edificata nel 1685 per volontà di quei contadini che volevano un luogo dove pregare non distante dai luoghi del lavoro. Nonostante il nome del committente (Jacopo Francesco Arborio Gattinara, marchese di S. Martino) fosse evidenziato su un’ epigrafe oggi scomparsa (probabilmente trafugata), sulla nascita di questa chiesa viene tramandata una fantasiosa, ma lugubre leggenda. Infatti, secondo la tradizione, la “Chiesa dei Diavoli”, come è stata ribattezzata dagli abitanti di Tricase, fu voluta da tal “Principe Vecchio”, che si narra potesse evocare il Diavolo per chiedere favori o privilegi. Dunque questo nobiluomo, ossessionato dalle richeste di alcuni contadini, chiese aiuto a Satana, il quale fece edificare la chiesa in una sola notte, in cambio della promessa che il principe avrebbe offerto, in quella stessa costruzione, l’ostia consacrata al caprone, simbolo del maligno. Il principe non se la sentì di sfidare Dio e venne meno al patto, provocando l’ira del diavolo, che per la rabbia scagliò le campane della chiesa nel canale del Rio, dove nelle notti di tempesta, ancora oggi, se ne udirebbe il suono. Nonostante le voci riguardanti maledizioni, durante la festa di San Vito, la tradizionale fiera si svolgeva nei dintorni della Chiesa Nuova, e quindi la zona pullulava di paesani e mercanti. Ma quando la fiera fu trasferita nel centro di Tricase, per la Chiesa cominciò un periodo di progressiva decadenza che la portò ad uno stato di abbandono. Così, nel 1878, una visita del vescovo Maselli ne sancì la sconsacrazione, e le entrate furono murate per impedire il saccheggio da parte di vandali o profani.. La muratura che impediva l’accesso all’edificio è stata rimossa nel 2002, un primo passo verso un piano di recupero e rivalutazione della struttura. Ma otto anni dopo la riapertura delle mura, questo misterioso edificio di dubbio stile architettonico, anzichè essere restaurato e rivalutato è stato oggetto di un ulteriore processo di incessante degrado, divenendo di fatto, una discarica. Oltre a poter rappresentare una meta per turisti e curiosi, resta, comunque, un patrimonio storico e culturale appartenente al nostro paese e voluto dai nostri antenati, come segno della loro fede, e come tale va rispettato e recuperato. NOTTI DA RAVE Raduni dei giovani a forte rischio “Mamma, allora io vado!” “Ma dove vai? Me lo dici?” “Mamma, te l’ho già detto, vado a passare il ferragosto da amici. Tranquilla, va tutto bene.” “Non ci credo, non andare” “Ciao mà!” L a macchina parte… parte per un viaggio che mai ti assicura il ritorno a casa. “Figlio mio, perché mi fai questo? Ricordo ancora i tuoi primi passi…quando dicevi di voler sposare la tua mamma. Ora invece ai tuoi occhi sembro quasi un’estranea, e mi nascondi una parte della tua vita, quella parte che ti sta portando alla rovina.”. Queste le parole di una madre che, tra le lacrime e i ricordi, vede la vita di suo figlio sfuggire pian piano dalle sue mani. I giovani oggi sono così, sempre meno interessati ai problemi sociali e più vicini allo scatafascio. Bullismo, alcool, disco, droga, corse clandestine, ed ora la moda dell’ultima ora sembra siano i “rave party”. Il significato etimologico di rave è delirio, estasi. E’ il raduno che apre le porte all’inferno, dove il diavolo è la “ketamina”, un anestetico per cavalli che sembra quasi acqua. E’ una delle peggiori droghe in quanto oltre a dare euforia e leggerezza ha anche un effetto collaterale: provoca un abbassamento del senso dell’udito e in alcuni casi determina la totale sordità. Nel Ferragosto scorso, nelle campagne di Diso si è ballato per ore; i ragazzi cadevano per terra privi di forze, eppure si rialzavano, sotto il “sound system” a 6000 Watt di potenza. Tra la gente per terra c’era anche Laura Lamberti, che a differenza degli altri non si è più rialzata. Una vera tragedia che ha cambiato in un attimo la vita dei familiari di Laura. “Mamma! Ho visto morire una ragazza; ho avuto paura che potessi morire anch’io. Scusa per quello che ti sto facendo.” “Figlio mio, è tutto finito. Ora sei qui con me..” “Mamma, ho avuto paura… ma so che lo rifarò.” Pensieri che ho dentro di me da tanto tempo e che ho deciso di mettere per iscritto dopo aver ascoltato la testimonianza di una madre. E motivato ora più che mai per il fatto che il problema abbia toccato la mia provincia, dedico queste parole a chi come me cerca con rabbia e sacrificio di capire come l’uomo possa arrivare a distruggere in questo modo il dono della vita. Francesco Pellegrino III B Sc. Giuseppe De Iaco IV B Sc. Teresa Za e Najwa Hamidallah 3G Sc. R DISPUTA SUL CROCIFISSO… E DINTORNI ecente e assai discusso è l’avvenimento di cronaca riguardante la presenza o meno del crocifisso nelle aule delle scuole italiane. Subito sono esplose accanite polemiche, si sono accesi fervidi dibattiti. Si sono già schierate le due fazioni contrapposte: da una parte colei che ha dato inizio alla delicata questione, Soile Lautsi, italiana di origine finlandese che ha richiesto la rimozione dell’oggetto in causa e la Corte Europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo che ha approvato la sua istanza; dall’altra, invece, si sono alleate le due maggiori istituzioni italiane, ovvero il Governo e il Vaticano, assolutamente contrari a questo provvedimento. Il ministro dell’Istruzione, Maria Stella Gelmini, infatti dichiara che si farà subito ricorso contro la sentenza della Corte. Ma cosa ne pensa l’opinione pubblica di tutto ciò? L’Italia è nettamente divisa. Su facebook, come in altri social network, sono sorti numerosi gruppi a riguardo, quali favorevoli alla sentenza e quali no, così come anche sui giornali lo scontro è aperto. Nelle stesse scuole si discute animatamente. Analizziamo dunque le opinioni opposte di due alunne del nostro Liceo. Perché vuoi/non vuoi il crocifisso nelle aule? Sofia: “Il crocifisso, da sempre emblema della nostra religione, è stato anche un punto di riferimento nelle nostre case, in quelle dei nostri nonni ed avi, è stata l’ancora a cui si sono aggrappate le generazioni precedenti quando la fame si faceva sentire, di fronte al drammatico evento delle Guerre Mondiali, ma ancora oggi, nei difficili percorsi che si presentano nella vita, si pone come un supporto psicologico. Perciò se il crocifisso non ci fosse stato nelle scuole, nei luoghi che ci circondano, non ne avremmo sentito la mancanza, ma se c’è stato e c’è ancora vuol dire che, seppur un simbolo, rappresenta la speranza, una “spalla” su cui piangere, una presenza con cui confidarci, che non ci giudica ma semplicemente ci ASCOLTA. L’ascolto: un valore che, indipendentemente dalla religione, dovrebbe essere fondamento della società, dei rapporti umani. Ecco perché il crocifisso: perché da sempre nessuno ha mai voluto capire i problemi altrui, e se ora ci sono gli psicologi con cui sfogarsi, prima e, spero, anche in futuro ci sarà il nostro caro crocifisso.” Valentina: “Non condivido la presenza del crocifisso nelle aule scolastiche perché non credo che sia utile ai fini dell’istruzione e della formazione di uno studente. Un simbolo religioso non deve venire a far parte integrante della vita scolastica. Un culto si deve praticare nella sfera privata del cittadino e non deve rientrare nei simboli di un’istituzione. L’Italia è uno Stato laico, non una teocrazia. La componente religiosa deve rimanere al di fuori della nostra istruzione. Faccio un esempio banale: come un professore non può permettersi di portare con sé in aula la propria ideologia politica per non contaminare il pensiero altrui, così il crocifisso deve, a mio parere, venire a mancare sui muri delle aule.” Cosa rappresenta per te il simbolo del crocifisso? S: “Il simbolo del crocifisso, per me, non è tanto il simbolo della passione di Cristo -come ci hanno insegnato nel Catechismo- ma è ciò che identifica la nostra cultura, il nostro mondo, il nostro stile di vita, la tradizione, a prescindere che si creda o meno nella storia rivelata dalla Bibbia.” V: “Il crocifisso rappresenta la religione cristiana. E’ il simbolo di questo millenario credo. Nel corso dei secoli, però, è stato causa di conflitti, “guerre giuste”, controllo del sapere e di oppressione. Guardando il crocifisso mi sovvengono alla mente tutte quelle vittime massacrate nel suo nome. Per me rappresenta un ostacolo al progresso. Specifico: non ripudio il Cristo, ma la sua manipolazione, strumentalizzazione per fini poco morali.” Sofia Orlando e Valentina Sodero II A cl. 7 Caro amico ti scrivo Lettera a dei coetanei per rivalutare il concetto di politica C ari ragazzi, o dovrei meglio dire “cari compagni”, la nostra vita è piena di illusioni, di false verità, di ridicoli valori, perdendo spesso di vista quelle che davvero sono le cose importanti. Se vi domandassi cos’è per voi la politica, molti si asterrebbero dal rispondere, altri comincerebbero a enumerare un’infinità di aggettivi negativi che ricollegano alla parola, altri ancora resterebbero semplicemente in silenzio. Perché tutto questo disprezzo nei confronti di quella “scienza e tecnica, come teoria e prassi, che ha per oggetto la costituzione, l’organizzazione, l’amministrazione dello Stato e della direzione pubblica”? Non facciamo anche noi parte dello Stato? Una delle frasi più celebri del filosofo Aristotele è quella che definisce l’uomo come “animale politico”, in quanto non può fare a meno di relazionarsi e confrontarsi con gli altri e con le problematiche comuni. Politica è intesa, dunque, come relazione e diventa una parte essenziale della vita dell’uomo, senza la quale quest’ultimo si ridurrebbe ad un semplice animale, spinto dall’unico e solo principio di sopravvivenza. Perché, dunque, ora siamo giunti a rinnegare quello che per i padri della filosofia era uno dei fondamenti essenziali per la vita dell’uomo? Di acqua ne è passata sotto i ponti, molte cose sono cambiate, spesso in modo negativo. Si sono compiuti errori e se ne continuano a compiere; si parla spesso di corruzione, di nepotismo e di impreparazione negli alti seggi dello Stato, che spinge noi giovani a disgustare un mondo che vediamo lontano anni luce dalla nostra realtà, che ci limitiamo così a ignorare o ad osservare da lontano. La totale indifferenza è, però, segno di debolezza: non siamo in grado di farci avanti per difendere quello in cui crediamo. Perché, in fondo, crediamo in qualcosa, non siamo privi di puri ideali come invece vogliono dipingerci. È vero, non esiste uno Stato perfetto, un politico perfetto, un’amministrazione perfetta, ma deve continuare ad esserci la voglia di cambiare; occorre impegnarsi per quello in cui si crede veramente e lottare in modo tale che si avveri. La politica non è molto differente dalla medicina: si prende cura degli altri con passione, con volontà, con impegno, con costanza e con amore. La politica è passione per il bene di tutti, è voglia di cambiare e di trovare un giusto equilibrio, è impegno nel realizzare quello in cui si crede, è una costante ricerca delle giuste dosi per la felicità e il benessere, è amore della giustizia e della correttezza. Quindi, compagni, dobbiamo avere più interesse nei confronti della politica perché è sempre e comunque parte di tutti noi e ci riguarda direttamente. Come fare? Informandosi un po’ di più, chiedendo chiarimenti e, se ne avete la possibilità, partecipando a comizi o assemblee tenute nelle varie sedi politiche. E soprattutto, prendendo parte alla vita pubblica perchè è proprio da lì, dal contatto con la gente che scatta la scintilla che vi farà appassionare sempre più a quest’arte. Mariella Alloggio IV B Sc. Chi È L’uomo Nero? C hi non sorride nel vedere un bambino saltellare in un parco giochi? Ci ricorda la nostra infanzia, il periodo più spensierato della nostra vita, senza responsabilità, senza pensieri. Quando, però, quell’infanzia viene strappata dalle mani di un innocente ci fa venire in mente solo disgusto, disprezzo. Come può guardarsi allo specchio la mattina l’uomo che priva un bambino della sua felicità? La pedofilia è uno dei tanti mali della nostra società. Conoscete, per caso, l’etimologia, il vero significato di questo termine? Deriva dal greco e vuol dire. Con un sorriso ironico, ma amaro, posso solo chiedermi come può definirsi affetto un atto che distrugge la psicologia di un bambino, che frantuma la sua campana di vetro lecita a quell’età. Le più svariate testimonianze dilagano nei nostri giornali, nelle televisioni, nei siti internet. Persone disturbate abusano di piccole creature indifese, costringendole molto spesso a compiere “atti impuri”. Queste persone sono state identificate, a volte, con coloro che dovrebbero essere l’esempio dell’integrità morale, del rispetto, della carità. Tanti sono i sacerdoti nel mondo che abusano di minori, come dimostrano testimonianze su internet, su un programma Un passato ricordare La forza di lottare contro tragici ricordi che è uno dei pochi al mondo a trasmettere temi scottanti di vario genere. Come per esempio, una testimonianza di un ormai quarantenne, che al solo parlare dell’accaduto ha un groppo in gola e lacrime silenziose. Ciò che dà rabbia, però, è l’indifferenza e l’omertà degli organi più alti, responsabili delle destinazioni dei sacerdoti: una volta scoperto il misfatto, non esiste una pena, come strappare il vestiario sacerdotale dai suddetti e chiuderli in carcere, ma solo un cambio di comunità parrocchiale, dove compieranno gli stessi atti e, scoperti, verranno mandati altrove. La denuncia da parte della comunità ecclesiastica è praticamente inesistente, perciò i colpevoli non subiscono nemmeno una pena dalla giustizia. da RELIGIO… QUID EST?? Presicce, città degli ipogei. A volte dimentichiamo perché questo comune così piccolo abbia un nome così grande. Da sempre Presicce ha avuto il maggior numero di trappeti a grotta di tutto il Salento e ognuno di questi poggia su una storia che ci coinvolge in primo piano. La storia di quelle generazioni che erano costrette a vivere e a lavorare nelle stesso luogo , per poter sopravvivere e sperare di dare un futuro a coloro che seguiranno. Ma cosa resta oggi? E’ vero, quei luoghi sono sempre lì, seppure non svolgano lo stesso ruolo di un tempo , non sono mai scomparsi. Scomparso sembra il loro ricordo nella mente e nel cuore di chi ha troppo ancora da percorrere per voltarsi indietro e pensare su cosa poggia il nostro oggi. Eppure c’è chi ancora lotta per dare la luce a queste storie del passato. L’Associazione Fiori di Pietra offre infatti la propria disponibilità a chiunque volesse visitarli, anche perché, nonostante il tempo trascorso, si trovano sparsi per tutto il comune come quando furono lasciati. La speranza è che un giorno questi luoghi possano tornare a vivere con la presenza di coloro che vogliono ancora conservare quel lontano ricordo di un tempo e che abbiano la possibilità di trovarli sempre aperti ad ogni occasione. Potrà mai esserci un domani se già oggi abbiamo dimenticato quello che abbiamo vissuto ieri? Vito Vitali IV B Sc. Incontro o scontro tra giovani e religione? S e un giorno qualcuno vi chiedesse cosa significa per voi... E lasciate da parte tutti i vostri pregiudizi.. la vostra falsa morale di comunità che si professa credente non praticante.. le vostre preghiere da ultimo minuto prima del fatidico momento dell’interrogazione.. il ricorso ad un magnanimo essere caritatevole sempre pronto a prodigarsi per voi.. Ecco forse ora siete pronti.. Tranquilli se è assodato che fin dall’antichità l’uomo, spaventato da ciò che non gli è consentito conoscere, cerca dei punti di riferimento, nelle seguenti righe verrà analizzato il complesso rapporto tra giovani e religione. E se ieri tale rifugio si concretizzava in un ipotetico essere trascendente, oggi risulta molto più naturale, soprattutto per le ultime generazioni, affidarsi ad una dottrina più edonista. Magari una dottrina che non richieda una rigida osservanza di precetti e canoni prestabiliti, quanto piuttosto una dottrina fondata sull’immediato raggiungimento della felicità, senza dispendio di energie. Esempi di tale perdizione potrebbero variare dal semplice attaccamento a sostanze materiali di vario genere alla più preoccupante convinzione che sia il successo a rendere l’uomo degno di considerazione. Strettamente connesso a ciò risulta essere in primo luogo il totale disinteresse che i ragazzi d’oggi nutrono nei confronti della spiritualità, ma anche il disincanto riguardante le istituzioni dedite al culto. Questa situazione è frutto dell’odierna concezione di sé, basata su rapporti virtuali, sull’assenza di modelli a cui aspirare, sulla tendenza al conformismo che ormai schiavizza la società.. e in particolare i giovani. Pertanto senza giungere ad una sterile critica su quanto “renda malata” la nostra generazione, è bene sperare in una nota d’ottimismo che la nostra anima possa aspirare ad un’idea di Bene meno materiale e torni a tendere verso valori non necessariamente di natura religiosa, ma anche semplicemente fondati sull’amore della Verità, che tanto coinvolgevano e rendevano partecipi i nostri savi. Beatrice Errico ed Elisabetta Toma IV B Sc. La Chiesa, intesa nel vero significato originale, come comunità di cristiani, dovrebbe pronunciarsi e denunciare. L’omertà è tanto grave quanto lo stesso atto, se non maggiormente. Omertà vuol dire complicità. L’accanimento di queste parole non è rivolto alla Chiesa in quanto tale, ma agli uomini che la compongono. Errare humanum est, ma siamo stati dotati di una ragione che dovrebbe farci distinguere il male dal bene. Lasciare “in libertà” queste persone è un male oggettivo. Salvare le apparenze potrebbe valere per un adolescente che segue la moda, non per una comunità che vive da 2009 anni e che predica umiltà, carità, rispetto. Quando Gesù Cristo disse “Lasciate che i bambini vengano a me” era un atto di rispetto e di gioia nel coinvolgere l’ingenuità delle loro menti a discorsi impegnativi. I bambini sono i nostri gioielli: preziosi più che mai, ma molto fragili. Un semplice graffio e la loro esistenza è rovinata. Esistono, certo, tanti altri non religiosi che non vanno certamente giustificati, ma puniti giustamente. “Piccolino, l’uomo nero non esiste”. Ne siamo proprio sicuri? Elisabetta De Giovanni V B Sc. , UN FULMINE NELL EDIFICIO S C O L A S T I C O Inagibile la sede di Via d’Aquino per 15 giorni ella fine del mese di Ottobre la scuola è stata colpita nella notte da un fulmine che ha reso la stessa inagibile per circa 15 giorni. N Gli studenti della suddetta sede sono stati trasferiti nelle aule disponibili delle altre 3 sedi. Gli stessi lamentavano continuamente di essere stati trasferiti in aule dove è impossibile fare lezione: chi nelle aule di informatica, chi in aule non a norma della centrale... e così via. Si è cercato di fare tutto il possibile per rendere al meglio agibile la scuola nel minor tempo. Noi studenti siamo rientrati nella sede anche se con un pò di paura che l’accaduto nella notte potesse ripetersi mentre noi eravamo dentro... e le conseguenze si possono solo immaginare... Rimanendo sull’argomento “edifici dello Stampacchia”, gli studenti delle succursali d’Aquino e Varisco lamentano la mancanza di una palestra per svolgere le lezioni di educazione fisica. La scuola ha messo a disposizione un garage adibito a “palestra” di fronte alla scuola durante l’inverno, tutto impolverato e oltretutto pericoloso per la presenza di 4 colonne nel centro. Lo stesso fenomeno si verifica anche nella sede centrale, per la presenza di una palestra inagibile, tanto per non cambiare. Per non parlare di alcune aule della sede centrale in cui ultimamente è stato necessario l’acquisto di un deumidificatore. Aule con una piccola finestra in alto, muri neri di umidità, tubi di scarico dei bagni, passanti da lì, e a volte anche con allagamento per la rottura degli ultimi. Ragazzi, così non si può andare avanti. Rivendichiamo il nostro diritto allo studio, ad avere delle palestre agibili e sicure per svolgere le nostre lezioni di educazione fisica, ad avere delle stanze igieniche in cui si può fare lezione, ma soprattutto rivendichiamo il nostro diritto ad avere delle strutture scolastiche sicure, affinchè quello che è successo nella sede di Via d’Aquino non si ripeta mai più. Piergiorgio Martella 2A 8 Occasione unica per gli studenti del Liceo Stampacchia: AUMENTARE DEL 5% LA MATERIA BIANCA DEL PROPRIO CERVELLO D iciamo pure, senza convenevoli, che gli alunni dello Stampacchia sono davvero straordinari, ma grazie al professore Turco Vito, potrebbero davvero superare se stessi. Secondo i ricercatori dell’Oxford University, fare i giocolieri, facendo roteare tre palline in aria per sei settimane modifica il cervello, aumentando del 5% la materia bianca nella sezione posteriore del cervello, chiamata sacco intraparietale. Quest’area contiene nervi che reagiscono per permetterci di afferrare gli oggetti sfruttando la visione periferica. Naturalmente gli scienziati sperano di poter sfruttare tale potenziamento per curare le malattie neurologiche, come la sclerosi multipla. Si sono svolte nei mesi scorsi le elezioni dei rappresentati della componente studentesca. COMITATO STUDENTESCO Presidente: Julia Gessner; vice: Amleto Monsellato; segretaria: Veronica Negro; tesoriere: Luca Ciccarese; cassiere: Mario Panico. Componenti del Consiglio d’Istituto: Luca Licchelli, Salvatore Accoto, Giulia Sicuro, Andrea Ciardo. Consulta Provinciale: Federico Morgagni, Mattia Riso. “Mi attiverò – spiega Luca Licchelli - per essere il rappresentante di tutti, non solo del liceo Classico, di cui faccio parte, ma di tutto il liceo Stampacchia”. “Svolgerò al meglio il dovere di rappresentante – promette Salvatore Accoto – e sarò a disposizione di tutti, sforzandomi di aumentare il numero dei partecipanti alle assemblee studentesche, coinvolgendo tutti gli studenti”. “Il mio intento è quello di salvaguardare i diritti degli studenti – ribadisce Andrea Ciardo – per far crescere tutta la componente studentesca”. DA PARTE DELLA REDAZIONE I MIGLIORI AUGURI DI BUON LAVORO. L Ma rimaniamo nel nostro liceo. L’impegno è davvero tanto; gli alunni fanno roteare le tre palline cercando di sfruttare le capacità di coordinazione visiva. Spesso le tre palline cadono e tanti sono gli sconforti. Ma nessuno si perde d’animo. Allora si riprendono le tre palline e di nuovo si fanno roteare in aria cercando di non farle cadere. La speranza non è solo quella di ottenere un buon voto in educazione fisica per veder aumentare la media, ma di poter in futuro riuscire a “PRENDERE LA PALLA AL BALZO”. V C Liceo Sc. stro ...il no urio è... Aug Topolino “compra” Spiderman E ra il 31 agosto del 1939 quando sotto il marchio “Timely Comics” nasceva lo storico marchio della Marvel Comics, pubblicata dall’ editore Martin Goodman. Ma “La Casa delle Idee” subì la svolta decisiva sotto la guida del nipote di Goodman, Stan Lee, creatore della maggior parte dei personaggi che popolano questo fittizio universo narrativo. Inizia in questi anni la celebre Silver Age dei comic, che riportò di moda i supereroi. E proprio nel 2009 la Marvel compie 70 anni, imponendosi di fatto come la più rilevante società nel campo dell’editoria dei comics! Ma esattamente durante i festeggiamenti è stata trasmessa la notizia che la nota etichetta è stata rilevata dal magnate delle fables, Walt Disney, per quattro miliardi di dollari. Questo è un plateale esempio del morboso attaccamento degli imprenditori al denaro. E forse dal prossimo anno tutti i ragazzi che hanno sognato, “riso”, sperato attraverso quelle avventure alla soglia della realtà, saranno costretti a leggere storie assai diverse da quelle a cui sono abituati…… magari con T o p o l i n o impigliato nella ragnatela di Spider man! Francesco Pellegrino III B Sc. Simona Fanciullo, Francesca Pepe e Giuseppe De Iaco La politica malata dei giorni nostri Tra le prime otto ginnaste ai Mondiali di Londra G rande risultato ai Mondiali di Ginnastica Artistica di Londra per l’atleta corsanese, Serena Licchetta, che ora è tra le otto ginnaste più brave al mondo. Serena ha solo sedici anni, ma ha alle spalle un lungo periodo di allenamento. Ha frequentato per otto anni la Palestra L C di Cristina Licchetta, docente di Educazione Fisica presso il “Liceo Classico Stampacchia” di Tricase. Nel corso del tempo il talento della ginnasta si è evidenziato a tal punto da permetterle l’entrata nella Nazionale Italiana e la partecipazione agli ultimi Mondiali. Nel 2012 alle Olimpiadi di Londra Serena avrà l’occasione di dimostrare nuovamente le sue qualità sportive, in cui crede fortemente anche Jury Chechi, grande campione olimpico di anelli. Francesca Penna III B TURISTI così a musica è quell’espressione leggera che parte dall’anima e fluisce in tutto il corpo. C’è chi la usa come sfogo, chi la sogna, chi cerca di capirne i suoi valori, chi si rende protagonista della sua meravigliosa esistenza. Ogni testo di una canzone è lo specchio di vita di ogni suo autore; chi ascolta e coglie il significato reale di quelle parole, può renderle la colonna sonora del proprio cammino. Nel mondo odierno musica e stile sono due realtà di cui una compensa l’altra.Uno stile musicale molto forte si rispecchia nei giovani nella personalità, nel pensiero e nel modo di presentarsi agli altri. Questa realtà si ritrova anche nel nostro Liceo. Nell’ assemblea di gennaio si vuole proporre di organizzare uno spettacolo di arte varia con gruppi musicali, cantanti, ballerini e attori. Questa iniziativa, proposta e coordinata dalla professoressa Maria Antonietta Ingletto, che oltre ad essere docente nel nostro Liceo ha alla spalle trent’anni di esperienza nel campo della danza e dello spettacolo, è aperta a tutti coloro che hanno voglia di dimostrare ciò che sanno fare meglio. Presto, non appena si definiranno i particolari, una circolare chiarirà le modalità di partecipazione. Ci si augura che con tale iniziativa ci sia maggiore affluenza di aderenti sia come numero di partecipanti allo spettacolo sia come numero di pubblico.… “La musica è l’unica arte essenzialmente viva. Permette alla danza di rendersi poesia, dove ogni movimento è una parola.”... SERENA LICCHETTA U non L Riccardo Cavalieri IV G SPENNATI: incrementa il territorio. na delle domande che i Salentini si pongono sulla propria terra è quella riguardante lo sviluppo economico derivante dal settore turistico: essi sono consapevoli delle innumerevoli bellezze naturali, dei magnifici paesaggi che li circondano, della cultura e delle forme d’arte rintracciabili in città come la Lecce barocca, definita da molti la Firenze del Sud; tuttavia, essi si chiedono il perché la propria terra non riesca ad esplodere, turisticamente parlando, sebbene in potenza ne abbia tutti i requisiti. Insomma, perché mancano i turisti o quantomeno perché se ne ricevono sempre di meno rispetto alle potenzialità? La risposta è semplice: i servizi, ed i prezzi, NON sono affatto soddisfacenti. Tralasciando il solito discorso sulla mancanza di servizi efficienti quali i vari bus, ciò che veramente limita le visite turistiche sono i prezzi sconsiderati che negozianti, albergatori e ristoratori applicano ai propri listini sia in bassa che in alta stagione; anche nei mesi invernali un pranzo in uno dei ristoranti sul tratto costiero Novaglie-S.Maria di Leuca, per altro neanche a base di pesce, può costare sino a 60 €! Ed il bello è che tutti i prezzi sono allineati verso l’alto, e nella maggior parte dei casi non corrispondono a servizi qualitativamente superiori. Ora secondo voi, cari lettori, un turista dopo essere stato spennato nel breve soggiorno nella nostra stupenda ma salatissima terra, tornerà volentieri semmai lo facesse? La risposta appare scontata, ed anche il rimedio: occorre abbassare i prezzi, in maniera tale che anche i Salentini stessi possano beneficiare dei servizi ad un prezzo più contenuto. Dal premier al sindaco, la situazione è sempre la stessa a parola “politica”, secondo la prima definizione che diede Aristotele, indica l’amministrare la polis per il bene di tutti; oggi ovviamente non ci riferiamo alla polis, ma la sostanza è sempre la stessa. Il fine della politica è, quindi, il benessere dei cittadini. O meglio, dovrebbe esserlo. Perchè analizzando l’attuale situazione politica italiana è facile rendersi conto di quanto essa sia a dir poco precaria e di quanto la classe politica abbia perso di vista il suo scopo principale. E’ una situazione che coinvolge tutti i livelli e tutti i partiti, un male che non fa sconti a nessuno. Dal piano nazionale, con un presidente del Consiglio che si crede addirittura al di sopra della Corte Costituzionale, organo che tutti noi dovremmo difendere in quanto tutela la nostra Costituzione, fino alla realtà tricasina, con un Comune in difficoltà, con un sindaco che -almeno per ora - sembra non riuscire a prendere in mano la situazione, passando per quella regionale coinvolta nello scandalo della sanità pubblica, in cui destra e sinistra sembrano non differenziarsi affatto. Dal centrodestra che, forte del suo “leader maximo”, cavalca l’onda di incertezza che caratterizza la gente in questo periodo di crisi economica ed alimenta sentimenti xenofobi per rafforzare il proprio consenso, al centrosinistra poco compatto, che non riesce a costruire una degna opposizione al governo e che non prende posizioni univoche su argomenti quali la laicità dello stato o i temi di bioetica, passando per la sinistra radicale che da perfetta masochista è riuscita a frammentarsi dai tempi del glorioso PCI con la stessa frequenza con cui un batterio si riproduce, fino a scomparire prima dal Parlamento italiano e poi da quello europeo. Senza tralasciare la candidatura di veline e vallette, complice una legge elettorale definita dallo stesso autore una “porcata” che pare però non essere un fenomeno trasversale ma caratteristico di un certo schieramento. La gente è stanca dell’autoreferenzialità, delle false promesse, degli scandali che coinvolgono la classe politica, eppure essa continua a fingere di non percepirlo. Nessuno chiede che si realizzi l’Utopia di Platone, ma credo che dai politici più pagati d’Europa sia d’obbligo aspettarsi quantomeno uno sforzo maggiore per far sì che il nostro sia uno Stato migliore. si Roberto Preite IV D Dirigente scolastico: Prof. Salvatore Piccinni Responsabili: Prof. Giovanni Nuzzo Prof. Carmelo Anastasio Comitato di redazione: De Iaco Giuseppe, Ricchiuto Angela, Calati Francesca, Ricchiuto Francesco, Santoro Giulia, Storella Giulia, Sodero Valentina, Bacalini Chiara, Zaccaria Laura, Bortune Roberto, De Giovanni Elisabetta,Magno Antonella, Santo Giulia. Collaboratori: De Iaco Giuseppe, Antonazzo Pierluigi, Musarò Marco, Alloggio Mariella, Toma Elisabetta, Errico Beatrice, Peluso Alberta, Ricchiuto Angela, Giudice Elisa, Brigante Valentina, D’aversa Alessandro, Woloszhnski Luca, Bellante Sara, Bleve Antonella, Baglivo Emanuela, Riso Luigi, Martella Davide, De Giovanni Elisabetta, Aretano Lucia, Magno Antonella, Carbone Katia, Turco Vito, Ferraro Mattia, Panico Riccardo, Ciardo Simona, Negro Domenico, Cavalieri Riccardo, Calati Francesca, Biasco Francesca, Antonazzo Marina, Giangreco Giuseppe, Luciano Attilio, Antonioli Silvio, Santo Giulia, Sparascio Andrea, Preite Roberto, Ricchiuto Francesco, Za Teresa, Hamidallah Naswa, Aretano Laura, Indino Franceca, Grezio Donato, Errico Enrico Antonio, Santoro Giulia, Musio Vera, Girasoli Letizia, Sergio Federica, Moncullo Francesca, Penna Francesca, Pellegrino Francesco, Zollino Salvatore, Bortune Roberto, Moncullo Irene, Sodero Valentina, Ciardo Assunta Riso Vincenzo, Nuccio Alessandra, Storella Giulia, Aretano Roberta, Bacalini Chiara, Chiffi Giulia, Zaccaria Laura. Stampa: Serafino Arti Grafiche TRICASE - tel. 0833.54 18 66