TuttoStampacchia-Maggio 2009

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TuttoStampacchia-Maggio 2009
Periodico del Liceo Scientifico - Classico “G.Stampacchia”- Piazza Galilei - TRICASE (Le) - Anno XIII - Numero 2 - A. S. 2008-2009 tel.0833.544020
IL LABORATORIO GIORNALISTICO
LUOGO DELLA CONOSCENZA
di Giovanni Nuzzo
l giornale d’istituto “Tuttostampacchia” si inserisce nelle attività extracurriculari proponendosi di comprendere
e di sperimentare il linguaggio giornalistico. Realizzare un giornale scolastico
rientra ormai nella consuetudine della
didattica e nasce dalla voglia di far
comunicare gli studenti avendo uno strumento rappresentativo per far conoscere
il proprio pensiero agli altri. In quest’ottica il giornale d’istituto diviene un elemento forte della comunicazione e una
fucina dove sperimentare vari tipi di
scrittura.
Il nostro progetto si è articolato in
quattro fasi che corrispondono ad altrettante attività didattiche: progettazione
del giornale, redazione, impaginazione, pubblicazione. Le fasi di lavoro
sono state così articolate: scelta degli
argomenti o delle esperienze, stesura di
un ”pezzo” individuale che rappresenti
la prima bozza dell’articolo, ricerca di
immagini, scelta del titolo e catenaccio.
Ed ancora, confronto e discussione dei
diversi articoli giunti alla redazione e
scelta degli articoli da pubblicare con la
correzione definitiva delle bozze. Così
gli studenti hanno raccontato le storie
nostre e degli altri, allegre e tristi, riflessioni che attraversano i corridoi della
scuola ed ancora dal cancello dell’edificio.
Insomma vari aspiranti giornalisti,
ricchi di entusiasmo e di buona volontà, con la voglia di sapere e conoscere.
Attenti, interessati e soprattutto curiosi,
come ogni giornalista cerca di informarsi.
Un giornale scolastico che continua a
dare buoni frutti.
I
È PIÙ FACILE ROMPERE UN ATOMO
CHE UN PREGIUDIZIO!
o era ai tempi di Albert Einstein e lo è
ancor di più oggi che, mentre gli scienziati studiano le particelle quark, i nostri politici propongono di privare della possibilità di
essere curati gli immigrati irregolari e qualcuno storce il naso di fronte ad un presidente
americano nero!
Sembrerebbe una contraddizione, eppure nell’era della globalizzazione e dell’individuo
cittadino del mondo, cresce l’intolleranza
verso lo straniero, verso il diverso. Gli stupri e violenze avvenuti nell’ultimo periodo
hanno alimentato la paura dell’altro: la nostra
società si sta chiudendo sempre più in sé stessa senza lasciare spiragli per gli stranieri che
L
vengono nel nostro paese in cerca di lavoro e
di miglior vita. Ronde, sgombero degli insediamenti abusivi, esclusione degli “invisibili”dai servizi sociali sono provvedimenti
che vorrebbero risolvere i problemi garantendo maggiore sicurezza, ma causano solo ulteriore ostilità. Proprio negli ultimi giorni si è
diffusa la convinzione, divenuta una vera e
propria fobia, che “tutti gli immigrati siano
criminali”, col rischio di forgiare un esercito
di xenofofobi.
Ma da cosa nasce tanta ostilità?
Noi ragazzi della IV D ce lo siamo chiesto,
già qualche mese fa, quando, sollecitati da
un bando di concorso indetto dalla Provincia
di Lecce sul tema “Immigrazione e società
multirazziale”, abbiamo deciso di rivolgerci
agli studenti del triennio scientifico/classico
del nostro istituto per tentare di dare risposta
ad una domanda così impegnativa.
Abbiamo somministrato un questionario
e, forti delle nostre conoscenze in campo statistico, sotto la guida delle nostre docenti di
matematica e filosofia, abbiamo tabulato,
rappresentato graficamente, interpretato i
dati. Abbiamo potuto constatare così che
noi ragazzi siamo molto sensibili ai problemi posti dal fenomeno dell’immigrazione.
Molti di noi, infatti, hanno attribuito la vera
causa dei pregiudizi e dell’intolleranza verso
gli stranieri più che all’aumento della criminalità, luogo comune e facile pregiudizio con
cui mettere a tacere la coscienza, alle nostre
ansie e paure esistenziali, economiche e
sociali, di cui gli immigrati diventano spesso il capro espiatorio.
Le preoccupazioni più diffuse sono risultate
l’incertezza crescente del lavoro ed il timore
di perdere la propria identità nazionale e culturale. Molti tra di noi, inoltre, sono convinti
che agli stranieri si debbano riconoscere
maggiori diritti sociali, mentre un atteggiamento di sostanziale riserva permane nei
confronti dell’allargamento dei diritti politici. La maggior parte di noi ragazzi, infine, ha
ammesso che la presenza di stranieri nelle
nostre comunità ha portato cambiamenti
costruttivi in quanto ha contribuito ad accrescere la tolleranza, la disponibilità al dialogo
e la conoscenza reciproca tra le culture.
È rincuorante poter concludere che in
un’Italia in cui tornano a manifestarsi
sempre più evidenti tendenze razziste,
almeno noi giovani, futuri cittadini, siamo
aperti e concilianti, consapevoli che in
fondo, come dice Ricoeur, “siamo tutti
stranieri”!
Federica De Matteis
Francesca Ingletto
Classe IV D Scientifico
La dirigente del liceo “Stampacchia”
ANNA LUISA SALADINO
rivolge un pensiero di fine anno scolastico
n pomeriggio
di
alcuni giorni fa,
sereno e senza
nubi all’orizzonte, percorrevo insieme a
Maria Grazia
Bello una stradina di campagna che da Tricase conduce al mare.
Quand’ecco, subito dopo la Chiesetta dei
diavoli, apparire un signore lontano.
Lavorava il suo campo con un attrezzo
antico, a forma di bicicletta, in una dignità senza tempo. Conservo ancora viva in
me quella visione e vorrei condividerla
con voi, lettori di TuttoStampacchia, perché ci accompagni nel nostro quotidiano
indaffarato lavorare. Care studentesse e
cari studenti l’anno scolastico è giunto
quasi al termine, ed è stato bello vedervi
tra i banchi, intravedervi dalla finestra
della presidenza mentre correvate in cortile, trovarvi in via Varisco e in via
d’Aquino sorridere nonostante tutto,
incontrarvi negli ampi spazi della sede del
Classico e nei labirintici corridoi della
sede Centrale, sollevare lo sguardo dalla
scrivania e scoprirvi in presidenza, a volte
da soli, a volte in coppia, a volte tutti
quanti insieme. Care studentesse e cari
studenti, vi auguro che l’anno scolastico
che sta passando via, vi lasci più ricordi
felici che tristezza, vi veda più attenti al
senso delle cose, vi trovi capaci di riconoscere gli uomini dai mezziuomini, dagli
ominicchi, dai quaqquaraquà .
Cari Genitori, cari Docenti, caro
Personale ATA, cari LSU, ringrazio voi
tutti per la fertile e solidale collaborazione. Avanti tutta, per noi il lavoro continua.
U
LA NUOVA DROGA DEI GIOVANI
o! Non è una nuova droga sintetica
importata dall’India, di quelle che ci
rifilano il sabato sera in discoteca per farci
“sballare” e nemmeno una nuova erba con
effetti “miracolosi” ma è facebook la
nuova cosiddetta “piattaforma sociale”
che in questi mesi si è imposta all’attenzione della cronaca come un vero e proprio fenomeno mediatico.
Naturalmente il fenomeno ha suscitato
anche l’interesse di vari sociologi e psicologi che hanno espresso per lo più pareri
contrari al dilagare di questa pericolosa
mania: “facebook rende soli” ha dichiarato la sociologa Paola Vinciguerra e “fa
perdere la percezione della realtà”.
Ma prima di cedere ai soliti allarmismi di
circostanza quanto c’è di vero in queste
affermazioni?
Dati alla mano, sembra proprio che la portata di questo fenomeno sia di enorme rilevanza perchè di enorme estensione.
N
L’8% della popolazione italiana, infatti, è
iscritta a questo social network. Nello
specifico, il 37,7% di ragazzi di età compresa tra
0 e 18 anni è iscritto a Facebook.
Un dato su
tutti risulta,
però, il più
preoccupante: ben 43%
degli iscritti
a facebook
sono connessi
durante
il
weekend nella
fascia oraria che
va dalle 14 alle 23!
Altro che finestra sul
mondo! Facebook è diventato il
filtro utilizzato dai giovani per guardare la
realtà, il muro dietro al quale ci si nascon-
de, la maschera che si indossa per apparire come si vorrebbe essere e per celare
agli altri i propri veri o presunti difetti.
Essere iscritto a facebook è un segno di
appartenenza a
una categoria, è
un vero e proprio
status
sociale
o,
almeno, è percepito come
tale da chi ne fa
parte. E’, paradossalmente,
il
bisogno di sentirsi
qualcuno nell’immenso
mare virtuale rappresentato
da facebook, è un circolo vizioso
nel quale si entra con un semplice clic, ma
per uscirne ne occorrono molti di più... E’
inoltre, l’atavico desiderio di sbirciare gli
affari altrui senza alcun interesse specifico
ma per il semplice gusto di farlo.
E’ inutile dire che a rimetterci sono proprio le relazioni sociali dirette che sono
poi quelle vere. Le amicizie, il confronto
con gli altri lasciano il passo alle illusioni, alla labilità di un clic che però sembra
per molti assai più rassicurante perchè
meno impegnativo del rapporto (è proprio
il caso di dirlo) “face to face”.
Lontano il tempo in cui Modugno, stranamente ripreso dai Negramaro, cantava:
“meraviglioso l’abbraccio di un amico”;
oggi, invece, si canta in coro “meraviglioso il trillo di un amico...”
E già i tempi sono proprio cambiati: che
amarezza!
Giulia Storella
IA classico
Pg.2
TUTTOSTAMPACCHIA
Le mille e una discariche
Parte l’iniziativa di bonifica dei vari siti abusivi sparsi per il territorio salentino
Sabato 21 marzo 2009 , un gruppo di giovani, armati di buona volontà, unito all’associazione “Coppula Tisa”, ha alzato la voce
contro la tolleranza alle discariche abusive.
Radunati nei pressi di uno dei siti recentemente bonificato, l’associazione ha voluto
sottolineare un problema sempre più allarmante nel basso Salento. A sostegno di questa promozione si sono unite varie testimonianze per la sensibilizzazione dei cittadini.
Presente all’incontro il sindaco di Tricase,
Antonio Musarò, che ha affermato: “Ce l’abbiamo fatta, il problema volge al compimento; con il sostegno dell’amministrazione riusciremo a pulire prima dell’estate 121 siti
abusivi”. Da sottolineare anche la partecipazione della baronessa Winspeare che ha
adottato uno dei siti, che sarà curato quotidianamente per la pulizia. L’assessore al
turismo di Tricase, Nunzio Dell’Abate,
sostiene che “Dinnanzi alla lotta ai siti di
conferimento illegale, gli amministratori
devono fare gioco di squadra per il lavoro di
bonifica. Non ci può essere turismo - cultura
ed economia, se non si risolve il problema
delle discariche”. Anche la presidente del
consiglio comunale, Tina Ciardo, approva
l’iniziativa e spera che le vie di campagna
rimangano pulite. La presidente di
“Coppula Tisa” , Carla Quaranta, ribadisce
che già dal 2005 l’associazione si era impegnata alla pulizia dei siti. “Bisogna monitorare il territorio ed educare a cambiare in
meglio”. Sulla stessa lunghezza d’onda
anche la dirigente scolastica del Liceo
“Stampacchia, Anna Luisa Saladino: “Per
lavorare e per trasformare il mondo e la
realtà bisogna cambiare ideologia e mentalità , agendo in funzione di essa e bisogna credere nei giovani”. Presenti sul luogo
anche i “fotografi”, i giovani studenti del
liceo facenti parte del Corso di fotografia,
attuato presso lo “Stampacchia”, che hanno
monitorato con i loro clik tutta la vasta zona
in degrado e piena di rifiuti di ogni genere.
LA VICENDA DI AMSTETTEN
COME LA PAZZIA PRENDE FORMA E ASSUME
IL VOLTO DI UN UOMO
Elizabeth, 42 anni e una
vita ormai distrutta, frantumata, completamente
annullata da 24 interminabili anni di paure, torture e
incubi.
Fritzl, 73 anni e una storia raccapricciante: la storia di un uomo che per
ben 3000 volte ha abusato
della figlia, che l’ha tenuta segregata, al buio senza
aria né acqua calda, che
l’ha costretta a partorire
tutta sola, per 7 volte, in
un tugurio disumano di 10
mq. Fritzl e l’inferno della
figlia: lui, il mostro; lei,
l’agnello sacrificale e il
suo calvario. Traumi e
lividi
inimmaginabili,
ferite che mai si rimargineranno, che mai cicatrizzeranno su quel corpo
straziato di ragazzina, non
ancora donna, alla quale
la vita ha riservato la più
dura delle prove, la più
atroce e folle: lei, destinata ad essere figlia di un
mostro, di un carnefice
spietato e ossessionato,
uno squilibrato che, con le
sue manie, ha travolto una
vita e l’ha resa tragedia.
Fritzl, il terribile seviziatore, tanto più ripugnante e spaventoso se si
pensa che sia riuscito a
commettere tutto ciò su
sua figlia, sul “sangue del
suo sangue”, sull’unica
persona che lui, più di
L’Italia vive ancora
ogni altro, avrebbe dovuto
proteggere e amare.
Lui, suo padre, non avrebbe dovuto proteggerla
dalla luce della vita, rinchiudendola in una cella
buia, ma avrebbe dovuto
insegnarle ad amare e a
godere di ogni singolo
raggio di sole che le
avrebbe accarezzato il
volto; lui non avrebbe
dovuto proteggerla dall’aggressività e dalla prepotenza dell’uomo, emarginandola e isolandola
dagli sguardi altrui, per
farla oggetto solo dei suoi
occhi e delle sue mani, ma
avrebbe dovuto guidarla
nel cammino che lei, così
giovane e inesperta, si
apprestava innocentemente a percorrere; lui, così
mostro, così malato e così
terribile, tanto quanto
incredibile e inverosimile
è la sua vicenda, così
agghiacciante che pure
l’animo più duro e cattivo
si rifiuta di accettare e
creder vera.
Ma come può un genitore arrivare a tanto? E
ancor peggio, come può
una simile storia cadere
nell’omertà e nell’indifferenza generale???
Daria Carrozzo
V A Sc.
Vito Vitali 3B sc.
“Crisi” è una parola ormai di moda
e la Sicurezza ormai è un’immagine sfocata
alcuni di noi hanno la tasca
sempre vuota, altri, invece,
l’hanno incrementata.
Ma non siamo tutti uguali?
Tutti uomini Italiani?
Perchè c’è gente che non ha proprio
nulla per le mani?
Al confronto con altri Stati e
con le Nazione Unite
in quanto distribuzione di benessere
l’Italia si divide!
‘’A ci tantu e a ci nenzi’‘,
a volte i detti sono veri,
al ‘’domani’‘ ormai si preferisce ‘’ieri’‘:
forse l’Italia è morta o forse
è solo in coma,
solo nel cuore di chi combatte
l’Italia vive ancora!
Vincenzo Riso 1A Cl.
1900 - 2067 - 3778 -
Fine pena mai
Umidi silenzi cinerini nell’affranto buio,
cade rara pioggia stanca e gravosa,
mai riposa il vecchio calzolaio che
attende inconsapevole una cliente
che non lo farà lavorare più…
fuori mine disinnescate,
dentro tormento puro…
Al sicuro di un treno merci,
deportati nuovi ebrei da nuovi tedeschi,
ciclo ripetitivo di morte
su un orizzonte sempre più cupo…
CADUTI
Incidente mattutino
Ammasso appestato di serpi affamati,
ricoperto di viscide erbe vischiose,
scivolose al tatto, infangate di nebbia…
brontolio mattutino sibilante nelle
orecchie sorde per il torpore,
poi uno schianto, poi urla ed infine
un silenzio che non si spezzerà più:
il carro infernale sbatte contro il velo delle
tenebre e dopo… non ricordo più
nulla, se non le fiamme, un pugno di cenere
e oceani di lacrime sul mio capo inerme.
Gala graziano III A cl
Musa, qual è il tuo nome?
Da dove nasci tu, che di me
ricerchi solo i neri deliri?
Di che ti nutri tu, o dea vorace,
ingorda dei miei veleni?
Cosa cerchi la morte o l’ipocrita vita
che vive fuori e muore dentro?
Sudicia, mendicante, folle, amata
ladra, invidiosa, martire, santa.
Seguirò nei cimiteri le tue orme, ti braccherò
per vivere la tua dannata bellezza.
Cercherò il tuo maledetto volto
e la tua dimora nel nero dei pozzi.
Gala Graziano III A cl
Silenzi costernati di pianto in fondo alla valle,
teatro ombroso di mille e più caduti,
ceneri incupiti e muti di giovani che partiron
gloriosi e non tornarono sulle loro gambe,
ma su macchine nere maligne ingombre
di mutilati corpi… morti per l’ideale di una
nazione mancata, spenta e priva di vita…
Le inconsapevoli vedove assiston dai campi
alla processione triste, sperando non siano i loro
mariti… gemiti inauditi di dolore al loro ritorno;
il mondo falsamente contrito continua lo sporco gioco,
mangiandosi un poco per volta tutti i suoi figli.
Caduti, teneri gigli, mai avrete la sperata gloria,
ma sarà il verso di un povero illuso a restituirvi
la giusta memoria… quella valle sarà meno sola…
Gala Graziano III A cl
APPELLO AI POETI
DELLO STAMPACCHIA
Quante poesie! La redazione del “Tutto Stampacchia” ne è letteralmente sommersa! Ogni anno ne affluiscono per la programmazione del nostro giornale d’istituto più degli articoli che al
contrario scarseggiano, tanto che si può dire che siamo in un
momento di carestia.
Ma bando alle ciance! Torniamo alle numerose poesie che concorrono all’apparire sul nostro giornale d’istituto…verranno
pubblicate tutte? Domanda da un milione di dollari. Quanto
estro! Quanta fantasia!
Quanta passione riversiamo nel creare i nostri amati scritti,
espressioni della nostra anima e del nostro io più profondo chiamate comunemente POESIE! Popolo di poeti! Forse è arrivata
ahimé l’ora “de chiude bottega”: freniamo le nostre penne che
scorrono fulmineamente sul foglio, mettiamo a tacere la nostra
musa, magari imbavagliamola! Dove le mettiamo sul “Tutto
Stampacchia” se a nostra disposizione non abbiamo più di un
quarto di pagina? Dobbiamo ridurre il nostro operato, selezionare i pezzi migliori, fare continue pressioni affinché venga pubblicata almeno quella più bella che tra le altre abbiamo scartato,
accertarci che la nostra poesia sia arrivata sana e salva nelle
mani di chi fa parte della redazione e non andata persa.
Com’è dura la vita del poeta, oramai in cassa integrazione.
Carissimi compagni, non arrendiamoci!! Tutti con le penne in
mano!! Togliamo il bavaglio alla povera musa pensionata e
continuiamo a cantare le lodi dell’amata poesia.
Valentina Sodero II A cl.
Sergi Filomena Diletta 2a cl
Femminismo o maschilismo?
Quante volte sentiamo discutere di violenza sulle donne
da parte di uomini ingrati?
Quante volte abbiamo sentito
parlare di sfruttamento di
lavoratori, di bambini? Dopo
tutto questo, ci ritroviamo tra
di noi, tra i nostri compagni e
sfoggiamo le qualità del
nostro sesso, disprezzando
l’altro.
Femminismo, maschilismo:
ma cosa significano?
Donne e uomini nella storia
hanno lottato per la libertà.
Gli uomini in primis, quando
hanno sentito l’oppressione
sulle loro spalle, hanno avuto
il coraggio di alzarsi e dire
“Basta!”; allo stesso modo le
donne, dall’‘800 in poi,
hanno capito che la loro
libertà non era un’utopia, che
la possibilità del loro riscatto
non era difficile da raggiungere.
Ci affidiamo colpe a vicenda:
“voi uomini vi sentite superiori”, “voi donne siete inferiori”. Si gioca al “io sono
più bravo di te”, da secoli
ormai e ora più che mai. Gli
uomini si sentono i più forti,
i più intelligenti, poi magari
si ritrovano a piangere per
una sciocchezza o a non trovare la soluzione a un problema semplice.
Le donne si sentono protette,
forti dietro ad una società che
proclama i diritti della
donna, poi invece organizza
serate in discoteca per la
festa della donna. Milioni di
persone hanno perso la vita
per poter dare ai propri figli
la possibilità di parlare e a
loro stesse la possibilità di
vivere libere; sono state uccise da altri uomini e donne, e
noi li diffamiamo andando a
goderci uno spogliarello o
pretendendo una mimosa.
Non si tratta più di femminismo o maschilismo:
siamo sfociati nell’individualismo integralista, egoismo puro. Certo, non si
vuole generalizzare o essere
pessimisti. “Spes, ultima
dea”, dicevano i Latini.
Esistono ancora persone che
lottano per la libertà, donne e
uomini schiavi delle proprie
vite. Noi, però, non riusciamo a concepire questi eventi,
non li tocchiamo con mano e,
quindi, sono inutili per noi.
L’errore è proprio questo.
Il rimedio deriva da questo.
Ricordare. Finchè esiste il
ricordo anche di una sola
persona, allora possiamo
capire davvero cosa vuol dire
liberté, fraternité, égalité.
Nonostante queste parole
vengano da una nazione rivale nel campo da gioco, non
possiamo certo negare quanto valore abbiano.
Basta femminismo, basta
maschilismo, basta egoismo e lasciamo spazio
all’uguaglianza.
Non uno, non due, non tre,
ma ogni giorno dovrebbe
essere la festa degli uomini e
delle donne insieme.
De Giovanni Elisabetta IV B
Pg.3
TUTTOSTAMPACCHIA
VIAGGIO DI ISTRUZIONE CLASSI 5^ IN ITALIA
Al di là delle attese mete straniere, un’occasione per riscoprire bellezze “made in Italy”
Senza dubbio la decisione di una meta italiana per l’ultima gita scolastica, il fatidico
viaggio d’istruzione del quinto anno, ha
creato tra gli studenti un po’ di delusione,
facendo di quella bellissima idea di un
viaggio oltralpe una chimera e un sogno
ormai irrealizzabile. È anche vero che non
si può imporre alle famiglie una cifra tanto
elevata quanto quella che era stata proposta
per la gita parigina, quindi ben venga
l’idea di una meta italiana:
-sia perché riscoprire città
come Rimini, Ravenna e
Mantova non può che giovare alla nostra bella penisola, apprezzata più dagli
stranieri che da chi, come
noi, vi abita senza conoscerne il reale valore;
- sia perché tra 600 euro e 146
euro vi è una bella differenza!
- sia perché, diciamocela francamente,
a fare il viaggio d’istruzione non è la
meta, ma i partecipanti, o perlomeno
l’entusiasmo con il quale ci si arma per
partire.
È con questo spirito che, divise in due
turni, sono partite le classi V del nostro
liceo: trascorrere 5 interminabili giornate
in compagnia di quelli che, come noi, quest’anno lasceranno questa scuola, e dei
docenti, instancabili vigili delle nostre visite a palazzi e musei, come dei nostri
momenti di svago e divertimento.
Con partenza da Tricase, quindi, i nostri
ragazzi hanno iniziato il loro percorso:
Recanati, con visita all’immensa ricchezza libraria di casa Leopardi; Ravenna e lo
splendore degli antichi mosaici paleocristiani, il museo d’arte e la mostra
l’ARTISTA VIAGGIATORE, tra le sale
dipinte a colori d’Africa, Oceania ecc;
Mantova e il suo Palazzo Ducale; Padova,
Ferrara e infine S.Marino con gli innumerevoli negozietti che si affacciano sui
viottoli tortuosi della promenade, tutta in
salita.
È vero e indubbio che il fascino della visuale della tour
Eiffel, o l’enigmatico volto
della Gioconda, unitamente ad una passeggiata sul
Lungosenna difficilmente
potremmo trovare qui in
Italia, ma è anche certo che
l’esperienza di quest’ultimo
viaggio d’istruzione di V anno è
stata comunque piacevole, un’interessante occasione per imparare senza leggere, ma osservando e riscoprendo un’Italia
che nulla ha da invidiare alle altre nazioni
europee, anzi; un’occasione per rivivere
insieme, per l’ultima volta, lo spirito di
classe, per sorridere insieme di uno
scherzo ad un professore, per inondare
di foto e di ricordi questa ultima uscita
con il compagno di banco e con quelli che
con noi hanno condiviso questi cinque anni
tra compiti di italiano, interrogazioni di
storia, test di matematica.
Daria Carrozzo V A Sc.
LO STAMPACCHIA IN MOVIMENTO!!!
In questi giorni ci sta passando per la testa un qualcosa che, se verrà realizzato, sarà veramente bello.
Noi, due alunni della I D,
vorremo che, negli ultimi
giorni di scuola, si dedicasse una giornata al
divertimento e allo svago.
Si tratta della “giornata
dello sport”, un giorno
nel quale ogni alunno può
cimentarsi
in
ogni
tipo
di
s p o r t ,
ovviamente quelli
eseguibili
e possibile
svolgere
nelle strutture di cui
è attrezzata la scuola.
Noi abbiamo pensato al
calcio, alla pallavolo, al
salto in alto e in lungo e
alla corsa. Se si potesse
realizzare sarebbe una
bella esperienza per tutti.
Certo!
Non tutti gli alunni
potranno partecipare ma si
potrà decidere, tramite un
accordo, quali classi
potranno “esibirsi” in questa giornata. Ora qualcuno
si potrà chiedere:- ma noi
questi sport non li conosciamo. Come fare?Beh, noi pensiamo che da
adesso fino alla fine dell’anno scolastico qualcosa
si imparerà, sempre se c’è
la disponibilità di praticare questi sport. Non dovrà
essere una giornata tra
professionisti ma solo un
giorno per sorridere e
per concludere nel
migliore dei modi l’anno
scolastico. Speriamo l’accoglimento di questa proposta.
Luigi Maiorano
Federica Bortone ID
IMPRESSIONI DI UN VIAGGIO
Ancora vivo è il ricordo di quella brina
mattutina, di quell’alba di color turchino
che avvolgeva il sogno d’un intero reggimento. Sorrisi lievi e gonfi riempivano il
mattino di un sapore piacevole; terra
ovunque, s’intende, perchè era impossibile veder altro se non un verdastro
cuscino all’orizzonte.
Il tempo si divertiva a giocare con la mia
coscienza; intanto i miei compagni erano
in balia di Morfeo e neanche io mi sottrassi all’onirico divo.
Ci accompagnò spesso il furore di un bel
momento, e alle orecchie stornelli, favole e aneddoti. Or dunque, quel bottone
rosso sul cielo lasciò il posto ad un
manto grigio, che non scoraggiò i nostri
animi pieni di forza e di grandi ali.
Caricati i fucili della conoscenza, affrontammo una città, dalla rara bellezza. Ma
la battaglia fu dura e ci batte la noia. Il
pennello e la tavolozza del viaggiatore fu
per noi fatale.
Curammo le ferite, anche se non tutte, e
ci incamminammo al fronte d’un castello del duca D’Este. Ci accolse con garbo
e gentilezza e ammirammo, del suo
castello, la bellezza.
La gente fu ospitale e il nostro animo
felice; mangiammo qualche boccone e
ritornammo all’accampamento. Così
alleviammo la stanchezza con una filastrocca e un ritornello.
All’indomani ci toccò alle porte di
Sant’Antonio, che ci inebriò coi suoi
resti ma ci ristorò con dovere e rigore, e
ci donò il suo fervore.
Continuammo a girovagare col fucile
sotto il braccio. Arrivati ad una rossa
città, marciammo su un ponte un pò vecchiotto e ci riposammo un attimo.
Non sentimmo nemmeno la stanchezza,
e così due depravati si divertirono a spaventare una giovinetta; nessuno credette
loro, eppure quello che dissero era tutto
vero!
Ripresi dall’ilarità di questo fatto, avanzammo imperterriti verso l’ultimo atto.
Questa volta il nemico era duro; le sue
mura e le sue salite ci sfiancarono come
cornamuse.
Ma in fondo fummo felici e vittoriosi; e
intonando dei canti popolari, ritornammo
ai nostri tre casali, con desiderio mancato, certo, ma con la felicità sottomano.
Questo è il ricordo del viaggio del nostro
reggimento, che sconfisse la noia e tornò
contento!
Alberto Giannelli VE
VIAGGI DI ISTRUZIONE
anno 2008/2009
Quest’anno il liceo “G. Stampacchia” ha organizzato per le sue classi viaggi d’istruzione esclusivamente nel territorio italiano. Le classi quinte, divise in due gruppi, si sono
recate in Emilia Romagna e in Veneto; rispettivamente il primo gruppo, costituito dalle
classi 5B, 5F, 5H, 5G e 5D dal 17 al 21 marzo, mentre il secondo gruppo, costituito da
5A, 5C, 5E, 5I, 3ACl, 3BCl, dal 24 al 28 marzo. Alcune delle classi quarte (4B, 4C, 4D,
4F, 4L), invece, hanno visitato Roma dal 23 al 26 marzo. Le classi terze, anch’esse divise in due gruppi, hanno avuto come meta la Toscana, in particolare Firenze e Pisa, il
primo gruppo (3B, 3D, 3F, 3H, 3I ) dal 27 al 29 aprile, il secondo gruppo (3A, 3C, 3E,
3G, 1ACl, 1BCl ) dal 5 al 7 maggio. Le classi del biennio, invece, hanno effettuato delle
visite guidate nel territorio salentino e non.
E con la mente vagai...
E con la mente vagai…
varcai le soglie del paradiso
trascinata dal vento e
da onde impetuose.
Mi specchiai in acque
impenetrabili, scrutai le tenebre
degli abissi.
Fui cullata dal mare
come gli ormeggi
dalla brezza salmastra.
Vidi le meraviglie terrestri
sotto sole benefico e
piogge purificatrici.
M’ immersi tra le spighe
di grano e tra i frutteti,
viaggiai per nodosi ulivi e
secolari querce frondose,
fra i greggi e fertili orti.
Passeggiai su spiagge chiare,
impressi le mie orme sulla riva,
raccolsi ciottoli e osservai rapita
l’orizzonte lontano.
Ammirai il volo del gabbiano,
imperatore sul mare e,
sognante, offrii il mio volto
al luminoso astro e gli dissi addio
quando,
in un cielo sanguigno,
partì per altra meta.
Attesi l’oscura notte
su vaste terrazze,
accolsi nel mio sguardo
le stelle riflesse nei miei occhi.
Esalai l’ultimo respiro
sorridendo alla pallida luna,
galleggiante nel firmamento.
La mia voce ora echeggia
tra le rocce, tra i tralci e
argentee chiome,
per i campi arati, tra trulli e pagliare.
Va con le volpi, selvatica, tra le siepi,
tra i roseti.
Sorvola la paglia arsa e i promontori,
le piane coltivate e i fichi d’India.
Il mio spirito è qui,
nel sole, nel mare, nel vento.
Valentina Sodero IA CL
Pg.4
TUTTOSTAMPACCHIA
Il parroco di Santa Maria di Leuca VS gli ambientalisti: una sfida ancora aperta
IL “TEOMOSTRO” TRA LO IONIO E L’ADRIATICO
“Dopo la visita del Papa lo scorso 14 Giugno Don Giuseppe Stendardo ha sentito il bisogno di creare un nuovo colossale
Santuario, dedicato a “Maria de Finibus Terrae”: punto di raccolta per i fedeli o attrazione per i turisti?”
Ormai è di dominio pubblico la notizia che,
dopo la discesa del Papa, Benedetto XVI, a
Leuca, don Giuseppe Stendardo ha ordinato
la costruzione di un nuovo Santuario dedicato a ‘’Maria de Finibus Terrae’‘, con l’autorizzazione del Comune di Castrignagno, che
ha dichiarato il progetto di ‘’pubblica utilità’‘. Subito gli ambientalisti si sono scagliati
contro questa scelta con manifestazioni e pellegrinaggi, andando al ‘’vecchio’‘ santuario
armati di striscioni tipo ‘’A Leuca e nel
Salento servono più preghiere e meno cemento’‘.
‘’Teomostro’‘: così è stato definito il neo
Santuario in progettazione che agli occhi di
molti appare più come un’attrazione per i
turisti che una casa di Dio.
Forse è questa l’intenzione?Attrarre più turisti?E’ forse una mossa per risollevare l’economia della nostra zona, architettata dopo il
sucesso riscontrato dalla Chiesa di San
Giovanni Rotondo? Nessuno lo può sapere...
Fatto sta che potrebbe anche essere così. Il
progetto del nuovo santuario prevede la spesa
di circa 7 milioni per realizzare un edificio
alto 13 metri, grande quanto la metà di un
campo di calcio.
Alle accuse rivoltegli dagli ambientalisti don
Giuseppe Stendardo, nelle interviste di que-
sti giorni, ha dichiarato: “La vecchia basilica
con 250 posti è insufficiente per i pellegrini.
Ogni anno ne arrivano un milione, ma non c’è
posto! Sono costretto a dire 8 messe al giorno!”.
Alle reazioni del parroco, che parla di “pregiudizio anticattolico e anticlericale” e si scaglia contro “agnostici, razionalisti e atei
ambientalisti”, Marcello Secli, dell’associazione Italia Nostra, ha dichiarato in una delle
interviste che non si tratta di una “guerra di
religione: qui sbancheranno tutto il promontorio!”.
Altri oppositori poi hanno dichiarato che “in
realtà il santuario si riempie solo due mesi
l’estate. E poi a San Giovanni Rotondo hanno
Padre Pio e i miracoli, mentre qui non abbiamo niente: nè reliquie nè miracoli”.
Il sindaco di Castrignano, Antonio Ferraro,
invece, promuove così il progetto: “Abbiamo
ragionato da laici. Il progetto non ha un
impatto ambientale devastante e può rappresentare un’occasione per lo sviluppo religioso”. Infatti oltre a “improrogabili esigenze di
culto”, il nuovo santuario dovrebbe assolvere
anche il compito di garantire “un sensibile
aumento delle presenze dei pellegrini e turisti
anche nell’hinterland”, come dice la relazione
tecnica che prevede “mille posti a sedere,
ampio presbiterio con annesso palco per 40
sacerdoti concelebranti, penitenzeria con
almeno 10 postazioni confessionali, aule per
la catechesi e attività connesse, sala prove per
il coro, prima cappella per l’Annunciazione e
seconda cappella votiva” e all’esterno “parcheggio per pullman, luoghi di accoglienza e
ristoro, percorsi panoramici, giardino terrazzato, sagrato allargato per ospitare un Festival
internazionale di una settimana, attività commerciali per la vendita di prodotti tipici e
oggetti religiosi”.
Eduardo Winspeare, che da qualche anno ha
fondato l’associazione ‘’Coppula Tisa’‘ e si
batte per la tutela dell’ambiente, in un’intervista al quotidiano ‘’La Stampa’‘ dichiara:
ANCHE ALLO STAMPACCHIA
SI RICICLA
Un’altra “ELUANA” a Tricase
Una novità nella scuola: la raccolta
differenziata anche tra i banchi
Emanuela Lia, residente in Tricase, da 16 anni in stato vegetativo
12 gennaio 2009: una circolare mette a
conoscenza tutti gli studenti, i docenti e il
personale del Liceo Stampacchia di
Tricase di una novità volta a salvaguardare
il territorio. Si è parlato spesso del problema della gestione e dello smaltimento dei
rifiuti che ha investito anche il nostro
amato Salento e si è giunti, dunque, nel
comune di Tricase ad effettuare una pratica già in uso in altri paesi limitrofi: la raccolta differenziata “porta a porta”.
Per questo anche la scuola ha preso le giuste disposizioni affinché questa pratica sia
possibile: nei corridoi sono stati disposti
dei contenitori per la raccolta della carta,
della plastica e delle lattine, mentre i cestini delle aule sono
destinati
solo
all’umido. In ogni
classe, inoltre, è
stato esposto un
manifesto illustrativo della raccolta
differenziata che
avviene nel paese,
per rendere noto a chiunque come funzioni. Ognuno di noi conosce la gravità della
situazione in cui il nostro territorio è venuto a trovarsi e delle possibili conseguenze
che possono verificarsi.
Il problema dei rifiuti è una realtà che
bisogna cominciare ad affrontare già dai
suoi arbori, attraverso iniziative che salvaguardano, oltre che l’ambiente, noi
stessi e il nostro futuro. Riciclare è solo il
primo passo verso la salvaguardia delle
risorse che possediamo, che non costa
nulla e che permetterà a tutti di vivere in
modo migliore e di preservare questo stato
di benessere anche per i nostri successori.
Alloggio Mariella IIIB Sc.
“Lo stato vegetativo non esiste”.
Queste sono le parole di
Marialuisa, sorella di Emanuela
Lia che da 16 anni vive una situazione parallela a quella di Eluana
Englaro, la ragazza lasciata morire il 9 febbraio 2009, dopo l’interruzione dell’idratazione dell’alimentazione per quattro giorni. È il 1° gennaio 1993 quando
Emanuela 21 anni rimane coinvolta in un incidente d’auto,
avvenuto a Lecce con un suo
amico. La ragazza fu portata in
sala rianimazione e vi rimase per
molto tempo. Fuori dalla stanza,
dice la madre, c’era solo un quadro della Madonna e poi nient’altro. Potevamo parlare con lei solo
dieci minuti al giorno con un televisore o con un auricolare, che
molto spesso cadeva dall’orecchio di mia figlia.
Una volta usciti dall’ospedale,
racconta la sorella, ci siamo ritrovati nell’oblio, da soli, senza
amici, senza nulla. Ma io non mi
sono mai arresa, ho lottato con
mia madre e l’infermiera, contro
il parere di tutti i medici, affinché
mia sorella non mangiasse con il
sondino, e piano piano ci siamo
riusciti. All’inizio per stimolarla e
per farla reagire, continua la
sorella, abbiamo provato la terapia dei colori, oppure sbattevamo
incessantemente i coperchi delle
pentole alle sue spalle. E ora
finalmente mia sorella ha riacquistato il sorriso e guarda i film di
Totò insieme a noi. Passano gli
anni ed Emanuela migliora sempre di più… ha iniziato a mangiare il tiramisù e a bere acqua per
raggiungere 1800 cal. al giorno.
Adora ascoltare la radio e in par-
ticolare
R e n a t o
Zero… D’
estate qualche giorno
esce insieme ai genitori e sorride quando
incontra
qualcuno.
Inutili, però,
sono state le richieste di aiuto dei
famigliari di Emanuela al
Ministro della salute e al
Presidente della Repubblica. La
situazione non è mai cambiata.
IN PUGLIA NON C’E’ NESSUN
TIPO D’ASSISTENZA PER
QUESTE PERSONE. Dopo la
permanenza in ospedale, infatti,
vengono lasciati ai parenti senza
nessuna guida. Conclude, infine,
Marialuisa: “ Non esiste lo stato
vegetativo”; infatti anche il coma
può considerarsi una forma di
vita se pur con tutte le sue sofferenze. Non dobbiamo perciò credere a ciò che fanno passare i
media che sono molto lontani
dalla realtà. Anche nel caso di
Eluana c’è stata poca informazione dal basso. La ragazza si è trovata nel farwest delle leggi e
addirittura sono intervenuti politici in questioni molto delicate.
Bisogna considerare la questione
a livello più umano. È fondamentale che queste persone vengano
seguite ed è questa, secondo la
madre di Emanuela, l’unica differenza con Eluana che, invece, è
stata “abbandonata” in clinica.
Magno Antonella 4^ A sc.
“Vivo a pochi chilometri dalla basilica.
Non sono un fondamentalista, questo non è
uno scontro di civiltà, ma io ho un’idea
diversa della spiritualità, che non si esprime con un’enorme chiesa. Leuca non può
permettersi di essere brutta. Vorrei che fosse
come il cammino di Santiago di
Compostela, che i pellegrini arrivassero a
piedi. Altro che pullman, gadget e business
religioso”.
I contrasti tra gli uomini sono questi, ma Dio
cosa dice?
Un passo del Vangelo dice questo: “Si avvicinava intanto la Pasqua dei Giudei e Gesù salì
a Gerusaleme. Trovò nel Tempio gente che
vendeva buoi, pecore e colombe, e cambiavalute seduti al banco. Fatta allora una sferza di
cordicelle, scacciò tutti fuori dal Tempio con
le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei
cambiavalute e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse:’‘Portate via queste
cose e non fate della casa del Padre mio un
luogo di mercato’‘(Sl 68,10).
Sono state raccolte più di 3000 firme contrarie al progetto e il risultato è tutto da
vedere: il ‘’Teomostro’‘ nascerà o sarà
solamente un’utopia?
Vincenzo Riso 1A Cl
Aiutiamo il nostro mare
SOS COSTA SALENTO
“Il depuratore di Corsano
sputa una decina di litri di
liquami
nel
mare
di
N o v a g l i e ”
Sos Costa Salento: è questo
il nome dell’Associazione
per la difesa delle nostre
coste che da qualche
anno in qua sta
denunciando, attraverso
un’ attività di
sensibilizzazione, la gravità
della
situazione in cui si
ritrovano questi veri e propri
paradisi naturali. Proprio
così, infatti, tutti si preoccupano di inquinamento atmosferico, acustico e quello
delle acque? Certamente i
precedenti non sono da sottovalutare ma vogliamo preservare il nostro territorio e renderci conto dell’immenso
patrimonio di cui siamo in
possesso? Una penisola, la
nostra, bagnata per i tre quarti dal mare. Basta dare, però,
un’ occhiata a qualche corso
d’acqua per notare subito gli
ammassi di schiuma dei
detersivi, basta mettere i
piedi su qualsiasi spiaggia per
ritrovarsela imbrattata di
catrame, senza dimenticare le
spiagge invase dai pannolini,
cicche di sigarette e chi più
ne ha più ne metta!!!
Nel mare, quindi, finisce un
po’ di tutto: la roba prove-
niente dalle fogne cittadine,
dalle industrie e dalle petroliere: incredibili nemici del
mare che ogni anno riversano
10.000 tonnellate di petrolio.
Negli ultimi anni le sciagure
sono state tante e tali che la
vita dei mari e la pulizia delle coste
di
molte
località è
stata
messa
i
n
grave
pericolo.
Ed è proprio il caso
in cui si è trovata
coinvolta la Marina di
Novaglie. Il 19 dicembre
dello scorso anno, infatti, a
seguito di un controllo di routine effettuato dalla Guardia
di Finanza, si è scoperto che
il depuratore sputa una
decina di litri al secondo di
liquami nel Canale del Rio.
Il sindaco di Corsano, Biagio
Raona, sembra sostenere di
non essere assolutamente al
corrente dell’accaduto e che
probabilmente
qualcuno
avrebbe aperto un tombino
del condotto che va dal depuratore al mare. Le conseguenze? Divieto di balneazione
dalla Guardiola a Novaglie.
Un territorio che non è mai
stato minacciato dall’uomo.
Ma ora cosa ci rimarrà da
vedere? Un panorama di
rifiuti?...
Orlando Sofia I A CL.
Il medagliere
TUTTOSTAMPACCHIA
OLIMPIADI DEL PATRIMONIO
Il biennio dello Scientifico medaglia d’argento
a livello nazionale
Due studenti del Liceo
Scientifico “Stampacchia”
di Tricase, Giovanni
Bellisario (2G) e Roberto
Bortune (I B), si piazzano
al secondo posto a livello
nazionale a conclusione
delle Olimpiadi di Storia
dell’Arte, svolte presso la
sede del Ministero dei beni
culturali di Roma. “Vaste Un interessante sito
archeologico del Salento
da ricostruire e valorizzare”.
E’ questa la ricerca storico - artistica che è stata condotta dai
due studenti dello “Stampacchia”, con un percorso di lettura del territorio, frutto di lavoro di ricerca e documentazione realizzato tramite supporto multimediale.
I due studenti del biennio sono stati gli unici di Puglia ad
accedere alla finale nazionale. Sono stati esposti brillantemente i recenti lavori di scavo effettuati nel territorio di
Vaste, nonchè i progetti di recupero e di valorizzazione portati avanti dall’amministrazione comunale del Comune di
Poggiardo. In particolare hanno evidenziato le opere esistenti nel museo di Vaste, il parco dei Guerrieri e la cripta
dei SS. Stefani ricostruendo con dovizia i luoghi di culto.
Infine è stato proposto che tutto il parco archeologico venga
tutelato e considerato patrimonio dell’Unesco. Viva soddisfazione è stata espressa anche dalla dirigente scolastica
del liceo, la professoressa Anna Luisa Saladino, per il percorso elaborato dagli studenti sotto la guida del docente
Giovanni Nuzzo. La manifestazione organizzata da Anisa
(Associazione nazionale insegnanti di Storia dell’Arte) era
finalizzata a promuovere comuni iniziative per lo sviluppo e l’educazione all’arte e al patrimonio culturale del
proprio territorio.
MATEMATICA SENZA
FRONTIERE 2009
E’ appena il secondo anno
che il Liceo “Stampacchia”
partecipa alla competizione
internazionale di Matematica Senza Frontiere, e
già un soddisfacente risultato di eccellenza, ottenuto
dalla classe II F, dimostra,
ancora una volta, la qualità
della scuola. Complimenti
vivissimi ai ragazzi della II
F, ma anche agli insegnanti,
che quotidianamente mettono a disposizione le loro
capacità professionali per
migliorare e premiare il
lavoro di alunni meritevoli
e interessati.
Secondo il programma
comunicato dall’Istituto
ITCG “Mosè Bianchi” di
Monza, che organizza la
manifestazione di Matematica Senza Frontiere, la
classe II F parteciperà alla
finalissima presso il Liceo
Scientifico “Romita” di
Campobasso, il giorno
12/05/2009, assieme ai
docenti prof. Ruberto
Rocco,
insegnante
di
Matematica e Fisica della
stessa classe e al prof.
Bianco Luigi, referente del
Liceo “Stampacchia” per il
progetto Matematica Senza
Frontiere.
CRISI FINANZIARIA
Giovani riflessioni
Tutte le testate giornalistiche e le aperture dei
notiziari televisivi sono dedicate alla crisi
finanziaria che, a giudicare da numeri e proporzioni, viene indicata come una delle più
gravi, se non la più grave dopo quella del ’29.
Dal momento che chi scrive è una liceale (anagraficamente giovane e digiuna di tematiche
economiche), tale pezzo non si propone l’ardimentoso obiettivo di elevarsi ad una rigorosa
analisi della dinamica di tale evento e neanche
ad una scontata constatazione dei fatti.
Costituirà, bensì, il mio piccolo quanto modesto punto di vista di una realtà che ha ormai
invaso il nostro quotidiano. Del resto, anche i
più titolati economisti e tutti gli addetti ai lavori si trovano in difficoltà, non tanto ad individuarne le cause, quanto piuttosto a proporre
ricette e interventi. Avendo avuto origine
negli Stati Uniti, il dramma sembra essere
più acuto proprio oltreoceano: banche fallite (nel migliore dei casi salvate in extremis da
interventi statali), piccol risparmiatori truffati, file di persone agli sportelli bancari per
ritirare i risparmi. La fatale dinamica, semplice e consequenziale, non ha risparmiato nessuno. Neanche gli ambiziosi yuppies americani, dipendenti dalle più blasonate case d’investimento, che, con gli scatoloni in mano, hanno
abbandonato gli uffici perché licenziati da sera
alla mattina. E da noi in Italia, cosa sta succedendo? Il concetto di mondo come sistema
complesso e globalizzato ora rivela la sua
grande debolezza: una turbativa locale ha
ricadute sull’intero sistema. Mondo globale uguale crisi globale. Non solo, la crisi, da
finanziaria è diventata reale, nel senso che ha
intaccato il sistema produttivo: le banche stringono i rubinetti del credito alle aziende, le
aziende non possono investire, non possono
lanciare sul mercato nuovi prodotti, non riescono a pagare i fornitori né garantire stipendi ai
dipendenti: ed ecco che la catena produttiva si
inceppa! In questo processo di rimandi e sillogismi (come insegnano Aristotele e i vecchi
savi), l’elemento in più, che forse potrebbe
arricchire l’analisi, è restringere la visione
d’insieme alla nostra realtà territoriale locale.
Si legge che il crollo finanziario sia stato
meno chiassoso nel Bel Paese e ancora meno
lo è stato nel Mezzogiorno. Potrebbe stare in
piedi quindi il parallelo “meno sviluppo
meno rischio”. Il sistema crolla se c’è qualcosa che può crollare; quindi, l’essere noi del
Sud, una realtà economica scarsamente evoluta e con poche e piccole aziende, ci ha paradossalmente protetto, così come avere poche
ma solide realtà bancarie radicate nel territorio.
Sebbene si tratti di un ragionamento “che fila”,
mi pare che non sia del tutto applicabile alla
nostra realtà, per due ordini di motivi. La prima
ragione è che in Puglia, probabilmente le difficoltà erano già in corso: forti sono stati gli
effetti della globalizzazione che hanno portato
le poche realtà manifatturiere a delocalizzare
gli impianti produttivi in altre regioni del
mondo ove la manodopera è meno costosa, con
gli inevitabili licenziamenti del personale
(emblematico è il caso dell’Adelchi a
Tricase, che meriterebbe molto più che una
piccola parentesi). La seconda ragione: meno
aziende, meno rischio fallimento, ma se le
poche aziende sono concentrate in un settore
univoco (sia esso calzaturiero o tessile o quant’altro), lo scarso rischio diventa alto rischio!
Forse la grande crisi non ha ancora colpito profondamente la nostra economia locale, perché
il tracollo delle grosse multinazionali non ha
intaccato le nostre piccole aziende. In attesa
della vera crisi, prepariamoci. Come?
Rendendoci preparati! Forse è questa la chiave
di volta per venire a capo del problema.
Facendo riferimento alla sopraelencata complessità del sistema-mondo, è proprio il caso di
essere preparati, ciascuno nel suo piccolo. Solo
l’approfondita conoscenza, unita alla coscienza, in qualsiasi ambito e a qualsiasi livello si
operi, permette di gestire al meglio il futuro e
di limitare quantomeno i rischi.
Alberta Peluso 3^B sc.
Pg.5
OLIMPIADI DI FISICA 2008 - 2009
615 gli Istituti iscritti alle Olimpiadi Italiane della Fisica.
38000 partecipanti alla gara di 1° LIVELLO dell’11 dicembre
2008
STAMPACCHIA Tricase 84. I primi 5 (indicati alla gara
interprovinciale):
LONGO PIERFRANCESCO 5^D
1PISCOPIELLO SALVATORE 5^F
23CONTALDO TIZIANO
5^F
4CARUCCI LUIGI
5^D
ALESSIO MARCO
5^D
52591 (13% ragazze) partecipanti alla gara di 2° LIVELLO dell’11 febbraio 2009
Polo di Lecce (gara interprovinciale Lecce, Brindisi, Taranto) 112.
Piazzamento STAMPACCHIA primi 10 della classifica generale:
LONGO PIERFRANCESCO
26PISCOPIELLO SALVATORE
9CONTALDO TIZIANO
103 partecipanti alla gara NAZIONALE di Senigallia del 15-18 aprile 2009
1 - Classificato (fascia dell’ORO): CHIRIAC” GIULIANO, LICEO BANZI BAZOLI,
LECCE, CLASSE 4^.
11 - Classificato (fascia del BRONZO): LONGO PIERFRANCESCO, LICEO STAMPACCHIA TRICASE CLASSE 5^.
Il referente per le Olimpiadi di Fisica F. E. De Salvo
Medaglia di bronzo Classifica Nazionale
LO STAMPACCHIA IN TESTA NELLA PROVINCIA
DI LECCE NELLE GARE DI MATEMATICA
... ma ormai occorre un’attenzione diversa per le eccellenze
Anche quest’anno gli alunni del Liceo
Stampacchia si sono imposti all’attenzione del
corpo docente di matematica sia a livello provinciale, che nazionale. Non è più una novità
che i nostri rappresentanti si distinguano tra i
partecipanti occupando spesso i primi posti
nelle classifiche delle gare delle Olimpiadi
della Matematica. Proprio in questi giorni si
è conclusa la gara nazionale a Cesenatico ed
il nostro rappresentante, Pier Francesco
Longo della classe 5D, ha ricevuto una
medaglia d’argento per la qualità dei suoi
elaborati. Dopo aver fatto i doverosi complimenti a Pier Francesco che mantiene alto il
nome del Liceo Scientifico Stampacchia, devo
subito precisare che i risultati che egli ha conseguito in questi anni sono soprattutto il frutto
del costante lavoro che autonomamente ed
appassionatamente ha portato avanti. Il Liceo
gli ha assicurato esclusivamente la formazione didattica disciplinare nei cinque anni di
corso e non ha quasi per nulla contribuito al
potenziamento delle sue conoscenze e competenze che gli hanno permesso di conseguire
brillanti traguardi al di là dei confini dei programmi ministeriali previsti nel Liceo. Io che
ho curato per molti anni l’attività organizzativa per lo svolgimento delle gare locali delle
olimpiadi di matematica, più volte ho manifestato al Dirigente Scolastico di turno la necessità che il Liceo investisse proprie risorse
umane ed economiche per sostenere i ragazzi
eccellenti che via via sono emersi. Purtroppo,
solo nell’anno scolastico 2007-08 si è organizzato un primo corso, destinato ad alunni del
biennio, di potenziamento per le abilità logico-matematiche necessarie nelle diverse competizioni (Olimpiadi di matematica,
Matematica senza
frontiere, Giochi
matematici orgadalla
nizzati
Bocconi, ecc…).
Per il resto nulla,
o quasi.
Fortunatamente,
negli anni 200607, 2008-09 nel
Liceo abbiamo
avuto la possibilità di usufruire di una serie di lezioni di matematica tenute da docenti del Dipartimento E.
De Giorgi dell’Università del Salento, nell’ambito del Progetto lauree scientifiche, alle
quali abbiamo fatto partecipare circa 60 studenti “eccellenti” delle classi terze e quarte,
scelti tra coloro che nell’anno precedente avevano riportato la votazione più alta in matematica alla fine dell’anno. Ritengo che per il
futuro il Liceo debba dotarsi di un progetto
organico che persegua costantemente il
raggiungimento di obiettivi alti nella formazione, assicurando la necessaria guida al
folto numero di studenti di spiccate qualità,
ma per questo deve avere il coraggio di destinare somme cospicue del proprio Fondo di
Istituto. In futuro, la qualità dei servizi erogati dal Liceo si misurerà sempre di più dai risultati concreti che i nostri allievi sapranno conseguire al di fuori delle mura domestiche e
questo obiettivo si può conseguire solo con
una diversa attenzione alla valorizzazione dei
talenti, che nel nostro Liceo non mancano. Di
seguito riporto i successi ottenuti in ambito
matematico a livello provinciale e nazionale
negli ultimi anni.
Luigi Lecci
Pg.6
TUTTOSTAMPACCHIA
BUON COMPLEANNO
ADDOLORATA!!!
I PINK FLOYD
I capisaldi della psichedelica rimarranno per sempre
Il rock è più di un genere musicale. È un modo
di vivere e di essere, una filosofia, un’ estetica.
Una religione. Fra i gruppi più importanti del
genere occupano un ruolo di primissimo piano i
Pink Floyd, pionieri della psichedelia e uno
dei massimi complessi rock di sempre.
La band nasce dall’incontro di Syd
Barret con Roger Waters, Nick
Mason e Rick Wright prendendo il
nome “Pink Floyd” derivante dai
due bluesmen americani, Pink
Anderson e Floyd Council.
Con Syd Barrett i Pink Floyd
pubblicano due dischi, The Piper
at the Gates of Dawn e A
Saucerful of Secrets, dopodiché,
a causa delle sue precarie condizioni fisiche e mentali, viene allontanato dalla band. Le redini del gruppo passano a Roger Waters, il quale sceglie come sostituto chitarrista David Jon
Gilmour. Con l’album Meddle, lo stile Floyd
muta direzione ed è grazie a brani diventati
ormai classici, come Echoes e One of These
Days, che il gruppo riesce a raggiungere un pubblico sempre più vasto. Il 1973 segna la svolta
del gruppo con l’uscita dell’album The Dark
Side of the Moon, a cui segue nel 1975 Wish
You Were Here, entrambi accolti favorevolmente sia dal pubblico che dalla critica, grazie a tracce come Shine On You Crazy Diamond e
Welcome To The Machine.
Nel 1979 viene pubblicato l’album “The Wall”,
ispirato a quella sorta di “muro” di incomunica-
bilità che si era venuto a creare tra il complesso
e il pubblico; è sviluppato su due dischi e
abbraccia diverse tematiche come discriminazioni, istruzione, show-business, fascismo e
implicazioni autobiografiche di Waters. Pur
vantando alcuni pezzi eccezionali come
“Another Brick in the Wall, part 2”,
“Hey You”, “Is There Anybody Out
There?” e “Comfortably Numb”, il
disco è essenzialmente un’opera
unica: nessun brano è slegato dal
precedente e tutti sono coesi .
“Another Brick in the Wall, part
2”, in particolare, si rivelerà uno
dei più grandi hit della band. Il
celebre verso del ritornello sarà
utilizzato dai manifestanti neri in
occasione dell’anniversario della
sommossa di Soweto, repressa nel
sangue: il governo razzista del Sud
Africa proibirà la diffusione del brano e ne
ritirerà tutte le copie dai negozi. Subito dopo la
guerra per le isole Falkland-Malvine, fa scattare
una scintilla nella mente di Waters, che decide di
comporre nuovo materiale. L’album che ne
viene fuori, The Final Cut, è in pratica una creatura del solo Waters, con gli altri membri relegati al ruolo di musicisti. Nel 1994 viene pubblicato The Division Bell, ultimo loro lavoro in studio di grande successo, a conclusione di un’
epoca d’oro a cui segue lo scioglimento del
gruppo.
Il primo marzo di quest’anno Maria Addolorata Cazzato, una signora di
Tiggiano, ha compiuto ben 100 anni. Ecco come ne parla in un’intervista
che molto gentilmente ha rilasciato.
Com’è per lei raggiungere 100 anni? Non è stato merito mio. Non è stato
compito mio ma del Signore.
Qual è stato il momento più bello della sua vita? Quale quello più difficoltoso? Non c’è stato mai un giorno felice nella mia vita. Il momento più
difficile è quello che vivo ora, la vecchiaia.
Cosa mi racconta della sua vita? Niente di bello. C’era solo lavoro e sacrificio.
Dove prendeva la forza per andare avanti? Dalla volontà di portare una
nave al porto, con tutto il suo equipaggio, con coraggio e fiducia e con la
mano di Dio.
Qual era il suo lavoro? Facevo la contadina, la cosiddetta “mancia terra” e
poi andavo anche al magazzino.
Cosa ha amato di più nella vita? La mia famiglia. Siamo stati poveri ma
siamo stati sempre contenti. Tutti i miei figli si sono comportati sempre onestamente.
Cosa ne pensa dei giovani d’oggi? Non possiamo pensare a niente.
Dobbiamo raccomandarli a Dio.
Cosa consiglierebbe a noi giovani per vivere al meglio la nostra vita?
Allontanati dal fuoco se non ti vuoi bruciare. Non dico altro.
Qual è il suo segreto per giungere a 100 anni? Combattere sempre con
coraggio, con buona volontà e piacere.
È felice ora? Si, perché no. Sono felice perché ho una famiglia unita.
Addolorata è per tutti noi giovani un esempio di forza, coraggio e buona
volontà. Ci fa comprendere quanto importanti siano alcuni valori, che molto
spesso sottovalutiamo. Ancora tantissimi auguri Addolorata! E mille grazie
per i tuoi semplici insegnamenti!
Luca Francesco e Vitali Vito III b sc.
Alloggio Mariella III B Sc.
100 anni appena compiuti: ecco come
Maria Addolorata parla della sua vita
Tra i disagi di molti alunni e professori
STEM CELLS
THE AMERICAN REVOLUTION
UN “CLASSICO” EDIFICIO
This article is written in English in honour
of America, the country that had the
courage to undertake this interesting
and important adventure!!!
“Una struttura scolastica nuova di zecca che fa acqua da tutte le parti”
Nell’anno 2007/2008 è stata presa finalmente da parte del Consiglio d’Istituto la
decisione di rendere il Liceo Classico
‘’autonomo’‘,
separandolo
dallo
Scientifico, e designando l’edificio presente sulla via per Lucugnano, tra il
Tribunale e i Vigili del Fuoco, come
nuova sede.
Tra il malcontento di alcuni alunni del
Classico, da una parte, che avrebbero voluto stare assieme a quelli dello Scientifico e
dall’altra l’allegria di quelli contenti di
stare lontano dalla caoticità del paese, in
totale tranquillità, iniziarono i lavori di
ristrutturazione della scuola: è stato investito un ingente capitale da parte della
Provincia ed è stata incaricata un’impresa
edile con ‘’chiavi in mano‘’, cioè l’impresa
affidataria del contratto doveva consegnare
il lavoro completo in tutte le sue parti.
Oggi giorno i lavori non sono ancora conclusi e dall’apertura della scuola sono sorti
molti problemi.
Anche tralasciando lo scandalo della mancanza di gasolio per l’accensione dei riscaldamenti nei primi mesi invernali, che ricordiamo ha spinto gli alunni, stanchi di avere
un costante raffreddore, a rimediare autonomamente al problema portandosi delle
coperte da casa, ora le cose sono peggiorate: manca davvero un niente che gli studenti debbano portarsi persino l’ombrello in
classe. Qualcuno potrà dire: ‘’Ma porta
iella!!!’‘, però, quando dal soffitto, in clas-
se o nei corridoi, ti cadono addosso goccioloni d’acqua nelle giornate di pioggia, le
soluzioni alternative sono ben poche.
Questo fatto si può subito spiegare andando
ad osservare l’erbetta cresciuta sul pavimentato del terrazzo della scuola che dimostra la presenza di un alto tasso di umidità
nelle mura che ha causato a sua volta la
ramificazione delle crepe già esistenti.
A volte, quando piove a dirotto, nei corridoi
e in alcune aule, i collaboratori scolastici
sono costretti ad arrangiarsi come facevano
gli uomini del secolo scorso: un bel secchio vuoto sotto ogni crepa gocciolante!
Ma credete sia finita qui?! Mi dispiace,
siamo ancora all’inizio: quest’anno, con
l’arrivo dei forti acquazzoni, ci stiamo specializzando ogni mattina nelle immersioni
subacquee per entrare a scuola. Sia l’entrata principale sia quella posteriore, dopo
neanche qualche ora di pioggia, sono completamente inagibili e allagate: ogni alunno
deve essere sempre munito di stivali per
poter entrare.
E’ già stato inviato un ‘’S.O.S’‘ all’assessore alla Provincia per cercare di risolvere il
problema: abbiamo ricevuto delle parole
davvero gentili e cordiali, ma fatti ancora
non se ne sono visti.
Volgendo poi lo sguardo nei cortili della
scuola, senza essere troppo pignoli, si può
notare come gli spigoli vivi di ogni angolo
dell’edificio siano troppo alti e senza alcun
segnale che avverte di stare attenti: nel caso
qualcuno inciampasse e cadesse, come è
già successo, il risultato potrebbe essere
davvero doloroso.
Per concludere abbassiamo lo sguardo al
pavimento interno: dopo un paio di mesi
dall’inizio dell’anno scolastico sono stati
richiamati gli ingegneri che se ne erano
occupati per chiedere spiegazioni riguardo alla qualità delle piastrelle, in quanto,
giorno dopo giorno, si disgregano e rilasciano una polvere alla quale alcuni studenti potrebbero essere allergici.
Insomma, siamo sì studenti che non si
abbattono alla prima disgrazia, ma per
guardare tutto questo e restare in silenzio ci
vuole davvero coraggio!
Ora che siamo tutti sotto lo stesso tetto,
come in una famiglia, bisogna che ognuno
rispetti il proprio ruolo affinchè le cose
vadano bene. La speranza è che nei prossimi mesi tutto si sistemi per il meglio.
E poi come si dice in queste occasioni?! La
speranza è sempre l’ultima a morire!
Riso Vincenzo 1^A Cl
Obama’s promise “We cannot guarantee that
we will discover the treatments we are looking for, but we can promise we will seek “ is
the same promise as that of science.
The freedom of scientific research comes
back to life. The freedom of researching is
sister of thought freedom, the most important
human’s rights. Biomedicine from all over
the world is now placing its hopes in the possible outcomes of stem embryonic cells
researches, which have huge possibilities to
regenerate and give life to any other type of
cells, the so-called totipotent. From about
few tens cells you can form hundreds and
hundreds of cells equalling the potentialities
of the original ones. These cells are the
promise for the treatment of the most serious
human pathologies, especially of degenerative diseases. Their utilization stirs up frequent discussions in the world, because it
involves the delicate problem of the origin of
life. Of course nobody, atheists or believers,
have ever thought of producing embryos
specifically for scientific researches, but
supernumerary embryos called “ orphan
embryos “ , which are not used for procreative aims and kept frozen for years and
years, could be used at necessities, to create
a bank of stem cells able to alleviate ills’ sufferings. For this reason doctors ask to use
those millions of embryos, which are supposed to die as well, for a more technical
aim, but nobler and higher too. We shouldn’t
freeze, together with the embryos, also the
hope of seeing defeated in the future degenerative diseases which nowadays we can’t
get over.
Teresa Za II ^ B Sc.
Pg.7
TUTTOSTAMPACCHIA
OLTRE 1000 E PIÙ VOLTI…?
Schiavi del “mouse”?
L
È
a chiamano paura di esporsi, di mettersi in
gioco, di far vedere al mondo chi siamo
davvero, forse per vergogna o per pigrizia.
Forse perché al di là delle belle parole e di piccoli, singoli, rari gesti di follia non siamo altro
che marionette di una commedia senza titolo,
di cui non possediamo né copione, né sappiamo
i movimenti da fare in scena.
C’è chi, per osare, la chiamerebbe omertà, una
parola forse troppo pesante e che, ovviamente,
“discrimina” il suo opposto: la lealtà.
A volte tentiamo di uscire dal guscio della
nostra casa autodifensiva, ma, prima di attraversare, guardiamo attentamente entrambi i lati
della strada.
Facciamo piccoli, invisibili passi verso il cambiamento, ma poi qualcosa di troppo grande per
noi ci “mangia”, come il re, in una partita di
scacchi, ammazza il cavallo, ammesso che ci
sia stato concesso di avere una posizione di
così alto rilievo.
La verità è che abbiamo paura di sbagliare, di
andare contro il vento forte che fino ad adesso
ci ha per lo meno, permesso di reggerci in
piedi.
Quante volte abbiamo commesso degli errori?
Tante, forse troppe. Sbagliamo in continuazione, anche quando la bandiera sventola dalla
nostra parte e le campane suonano al ritmo del
NOSTRO cuore; quel cuore di una chiesa in
festa che, a volte, per errore o per la troppa
maestria, si trasforma in lutto.
Capita, ogni tanto, che si fermi: STOP.
Come si chiama l’attimo di meditazione del
nostro cuore?
Che cosa ci sta dicendo?
“Oh, tu, Chiesa priva di credenti e piena,
forse troppo, di te, ESCI, va a far vedere al
mondo la commedia che provi da così tanto
tempo”.
STOP: il silenzio dell’anima. STOP: rumore
muto di un corpo incapace di esprimersi, o
forse lo fa, ma nel modo sbagliato.
L’infarto naturale dell’uomo, incapace di essere in grado esclusivamente di esistere, nella
migliore delle ipotesi.
La cura è troppo difficile da trovare, persa nella
casa dei FOLLI PENSIERI: quel luogo magico
e tormentoso della mente che nessuno ricerca.
Perché non agiamo? Credere nel cambiamento è il primo passo. Uscire allo scoperto
evidenziando con il pennarello dalla punta
luminosa ciò che ci rende privi di libertà è il
secondo; ESSERE PRIMA DI APPARIRE il
terzo e, forse, il più importante.
Abbiamo dimenticato che il re, se accerchiato,
viene sconfitto? Basta saper giocare!
VINCENZA COSI
ocente di lingua specializzata in
Linguistica Applicata all’Insegnamento dell’inglese presso la Thames Valley
University di Londra. Ha avuto numerose
borse di studio dagli Stati Uniti e dalla
Gran Bretagna ed ha dedicato più di quaranta anni della sua vita all’insegnamento
ed allo studio. Ha studiato presso le università: UCLA DI Los Angeles, la NYU a New
York, l’università di Reading, Norwich e la
Thames Valley di Londra. Ha molto amato il suo lavoro ed il dover
lasciare i suoi cari alunni è per lei un enorme dispiacere.
D
Abruzzo: diario di una catastrofe
In memoria di quella notte infernale, di quelle vittime innocenti
e di quelle speranze svanite nelle macerie
ccade tutto così all’improvviso, istantaneamente... vai a dormire e non ti
svegli più. Questo è quello che è avvenuto
in una notte d’aprile, appena una settimana
prima di Pasqua: palazzine che, mosse da
una scossa omicida, vengon giù, portando
con sé, tra polvere e macerie, le vite di
intere città, di paesini e di un’intera nazione, rimasta impotente e senza parole di
fronte ad uno scenario a dir poco tragico...
quello di un Abruzzo abbattuto, demolito e ormai distrutto. Rovine e frantumi
A
sono l’unica cosa che rimane di centinaia
di famiglie, di migliaia di vite, di un’immensità di sogni e di quei “futuri” che giorno dopo giorno, ognuno aveva faticato a
costruirsi. Tra i ruderi un libro, un orsacchiotto, un album di foto, un pallone da
pallacanestro... L’avvenire di una giovane
studentessa, i sogni di una piccola bambina
accoccolata tra le braccia della madre, le
davanti qualche ora”? Può
farne abbastanza invece, a sentire la dottoressa Young, se ciò
avviene troppe volte al giorno,
e per troppe ore ogni volta, se
quando ci si collega alla rete si
perde completamente la nozione del tempo, finendo per
restare in casa di fronte allo
schermo luminoso, smettendo di uscire, mangiare, o dormire, se la rete finisce per
invadere e condizionare la
vita di una persona fino al
punto di danneggiare i rapporti
umani. In seguito ad un colloquio con alcuni “maniaci della
rete”, che le hanno raccontato
come Internet possa influenzare le loro esistenze, la Young
ha dedotto che la “cyberdipendenza” può in realtà provocare
danni molto seri, e perciò merita una terapia specifica. E’
stato inoltre testato che chi
passa in rete decine di ore la
settimana, le spende soprattutto nelle chat e nei giochi on
line, affascinato dall’interagire
con interlocutori invisibili e
Giulia Santo III F
ERMINIA SANTACROCE
uarantaquattro anni di
servizio, docente di questo liceo per trentacinque
anni. Impegnata da sempre
ad organizzare la “Settimana
Scientifica” con mostre fotografiche, film, ricerche che
hanno dato lustro all’istituto.
Abbandonando la cattedra
per raggiunti limiti di età
seguirà Marco Polo il viaggiatore non per via mare,
ma aerea. Ascolterà infine tanta musica e forse la
vedremo al “Grande Fratello”.
Q
nata una nuova malattia,
considerata una minaccia
per molti del mondo della rete
delle reti, essa è la “cyberdipendenza”. La dottoressa
Kimberly Young, psicologa e
docente universitaria residente in Pennsylvania, ha
cominciato a studiare i frequentatori della rete, individuando una serie di comportamenti, tra gli utenti, che sono,
secondo lei, inconfondibili sintomi di una nuova malattia. La
sindrome “da uso patologico di
Internet”, così come la battezza
la psicologa americana, sui
giornali è subito divenuta
“Internet Addiction”, ossia
Internet-dipendenza, una patologia in piena regola, al pari di
dipendenze comportamentali,
come il gioco d’azzardo o
anche la bulimia. Certo, si
potrebbe pensare: “giocarsi lo
stipendio alla roulette o ingozzarsi affannosamente di cibo
sono abitudini devastanti, ma
che male può fare accendere il
proprio computer e passarci
passioni di un ragazzo... e la tristezza,
l’amarezza e la rabbia di sapere quel domani impossibile, quei sogni irrealizzabili e
quell’amore per la vita ormai spento, svanito e sbriciolato sotto i colpi di un palazzo
che cade; cade sotto la spinta della terra
che trema e inesorabilmente uccide, senza
risparmiare nemmeno quei giovani sorrisi,
appena spuntati, sui volti di piccole e innocenti vite: Antonella , Sara, Giulio, Luigi,
Nadia, Daniele e tanti, tanti, tanti altri
nomi, su piccole cassette bianche, tra le
lacrime di una mamma e di un papà che
hanno visto crollare la loro vita e hanno
perso il senso della loro esistenza.
Ti addormenti e non ti svegli più... O
magari stai ancora ripetendo la lezione per
il giorno dopo... o stai guardando estasiata
il sorriso della piccola anima che dorme tra
le tue braccia... comunque non ti svegli
più, e se ti svegli, non hai più nulla, se non
te stesso e la fortuna di essere sopravvissuto ad una catastrofe immensa, ad una tragedia che presenta uno scenario da brividi,
fatto di case rase al suolo e di lacrime….e
di un unico spiraglio di luce, portato dagli
innumerevoli volontari partiti da tutta
Italia. Bisogna crederci e non disperare,
con l’augurio che ci si affretti in una
rapida ricostruzione.
Daria Carrozzo V A sc.
sconosciuti, e, cosa più preoccupante di tutte, sostituendo
ai legami reali quelli telematici. Da ciò possiamo dedurre
che Internet è quasi una via di
fuga per coloro che vogliono
sfuggire alla realtà e immergersi in un mondo in cui ogni cosa
è possibile. Sono state fatte
molte critiche alla dottoressa
Young, tra cui quella di uno
studio poco credibile, data
anche la mancanza di valori
statistici; ad ogni modo, ciò
che è certo è che il mondo di
Internet è ancora abbastanza
ricco di sfaccettature ed in
molti casi sconosciuto, da
poter attrarre a sè le visioni più
oscure e dannose.
Jessica Longo IV F
IRENE ALCAINO
bbandona numeri e formule matematiche dopo
quaranta anni di effettivo servizio come docente e cinque da
studentessa per conseguire la
maturità presso il liceo
Scientifico “Stampacchia”.
Ha sempre insegnato a
Tricase, sua sede natale. Dal
1° settembre 2009 si dedicherà
non più al Test Center AICA ed
ECDL, ma ai fornelli della cucina per le pappine ai
nipoti e all’arte culinaria per gli amici.
A
MA IL CIELO E’ SEMPRE PIU’... NERO
Aerei militari con scie chimiche nocive all’uomo
alla prima metà degli anni ’90 nei cieli
statunitensi cominciarono a comparire
delle bizzarre scie che destarono l’attenzione
della popolazione perché rimanevano nel
cielo per oltre mezza giornata. Ben presto
vennero chiamate CHEMTRAILS, ovvero
SCIE CHIMICHE. Ne avete mai sentito parlare? Questo stesso misterioso fenomeno poi
cominciò ad interessare anche il
Canada e alcuni paesi
NATO europei (tra cui
l’Italia).
”Cooperazione
Italia USA su scienza e tecnologia dei
cambiamenti climatici”, così si chiama il
patto che stipularono
America e Italia nel 2003.
Questo accordo, ufficialmente volto allo studio dei fenomeni atmosferici, in realtà
implica la diffusione di SOSTANZE
CHIMICHE DANNOSE in atmosfera,
tramite aerei opportunamente attrezzati, per
verificare gli effetti delle stesse sulla biosfera. Gli aerei che rilasciano nell’aria particelle di alluminio, rame, titano, globuli
rossi essiccati, torio radioattivo e non solo,
non sono normali aerei di linea, che rilasciano scie di condensazione che vanno via dopo
alcuni minuti, ma si tratta di aerei NATO,
cioè semplici, ma pericolosi apparecchi
bianchi. Il fatto ancor più eclatante è che in
Italia, al contrario degli altri paesi, nessuno è
in grado di fornire delucidazioni ai cittadini.
Tutte le autorità competenti si dichiarano
D
estranee alla questione. Ma se questo è un
problema di importanza mondiale perché la
tv e i giornali italiani non ne parlano o ne
parlano male? “Un tocco di poesia, un quadro impressionista nei nostri cieli”, così è
stato definito il fenomeno da alcune testate
giornalistiche italiane. Sì, un’opera d’arte
portatrice di tumori e malattie come la
MORGELLONS, un’opera d’arte
che rende le stagioni sempre
meno piovose, terreni
sempre meno fertili,
l’acqua e i cibi sempre meno sani. I
meteorologi
non
sanno più cosa inventare per nascondere il
fatto. Non fanno più vedere
le foto satellitari. Ci avete mai
fatto caso? Le hanno sostituite con rappresentazioni fatte al computer perché in quelle
satellitari si vedrebbero le tante scie che
rigano il nostro cielo. E non è tutto! Ci sono
inoltre vari messaggi subliminali nelle
immagini pubblicitarie e dei cartoni animati
che ritraggono il cielo stranamente “graffiato”, come a volere abituare soprattutto le
nuove generazioni a questa triste realtà.
Questo ci porta a pensare, dunque, che
le scie chimiche continueranno ad esserci
ancora per lungo tempo. A noi non resta che
prendere coscienza di questo danno irreparabile, con l’auspicio che si troverà una soluzione a queste “armi”.
Lucia Martella e Gabriella Ratano IV A sc.
Pg.8
TUTTOSTAMPACCHIA
OROSCOPO 2009
ARIETE 21 marzo - 20 aprile
(prof. Francesco De Salvo, matematica)
Sarete in preda alla disperazione nel tentativo estremo di capire la III legge di
Newton. Il prof. disse: “se date una testata
al muro, il muro vi risponderà con una
forza uguale e contraria”. Questo perché
voi arieti avete la testa dura come il
marmo? È noto infatti che gli arieti sono
testardi.
TORO 21 aprile - 20 maggio
(prof. Maria Antonietta, ed. fisica)
Sempre di corsa ma in piena forma. Per
evitare dolori articolari derivanti da congiunzioni astrali, meglio non azzardare
maratone ma prendete la vita “step by
step” e taglierete il traguardo.
GEMELLI 21 maggio- 21 giugno
(prof. Antonio Stasi, matematica)
Simpatici e maliziosi, l’estate vi riserva
serate da “dare i numeri”! Abbandonate i
barbari pensieri scolastici e lavorativi e
fate un tuffo da panza nel mare di divertimenti che vi aspetta. Consiglio make-up: il
look “babbo natale” è ok e conquista, però
è ormai fuori moda.
CANCRO 22 giugno - 22 luglio
Torna il buon umore e la capacità dialettica, a livello sentimentale, siete più sensibili e recettivi, e quest’ estate sarà per tutti
voi indimenticabile e troverete l’amore
della vostra vita... Buona fortuna.
LEONE 23 luglio - 23 agosto (Giuseppe,
personale Ata)
Per voi l’estate sarà più statica del solito.
La trascorrerete intorno al tavolo a leggere i giornali. Sapete molto bene che cosa
volete in campo lavorativo, ma in campo
sentimentale badate bene che tutto è lecito
in guerra e in amore” e non state molto
sulle nuvole.
VERGINE 24 luglio - 23 agosto (prof.
Giovanni Nuzzo, storia dell’arte)
Si prospetta un’estate intensa e ricca di
esperienze. Diversi soggetti singol alquanto “maturi” non vi daranno tregua e per
voi, che avete la corona in testa, il barbie-
re costerà la metà.
BILANCIA 23 settembre-22 ottobre
Questa sarà la tipica estate in cui avete
voglia di fare tantissime cose ma non concluderete niente. Evidentemente avete la
testa altrove in questo periodo e non avete
voglia di scoprire di che cosa si tratta.
SCORPIONE 23 ottobre-22 novembre
(prof. Giuseppe Iacobelli, inglese)
La simpatia è all’ ordine del giorno nella
vostra vita. Le stelle si allineeranno in
modo da portarvi importanti cambiamenti
SAGITTARIO 23 novembre-21 dicembre (Martella Cosimino, personale ata)
Sarà un’estate travolgente e molto hot.
Attenti e non scottarvi e a farvi neri. Si
raccomanda una buona protezione solare.
Sarà il periodo più fortunato della vostra
vita, divertitevi e festeggiate, dio Bacco
sarà dalla vostra parte.
CAPRICORNO 22 dicembre-20 gennaio
(prof. Bastianuzzi, filosofia)
Un’ estate piena di felicità e voglia di vivere... E se dovessero sorgere dei dubbi,
ricordate che “sono il motore della vita”!!
In ogni caso prendete la vita con filosofia
(sempre a piccole dosi ovviamente).
ACQUARIO 21 gennaio - 19 febbraio
(Raffaele Sergi, matematica)
Durante tutta la primavera sarai impegnato in campo lavorativo e il tuo grado di
sopportazione potrebbe raggiungere il
limite fino alla prima metà di giugno.
Prega a lungo Sant’ Antonio per ricevere
più grazie per un’estate priva di
inconvenienti.
PESCI 20 febbraio - 20 marzo (prof.
Fabrizio Perniola, filosofia)
Qui l’oroscopo è poco chiaro!!! Mercurio,
Uranio, Saturno e Plutone si mostrano in
opposizione!! La vostra è un’autorità di
Egemone Supremo, celeste e Capo
Assoluto... detto ciò... Buone vacanze
A cura del
comitato di redazione
LUCA ERA GAY. MA SARANNO ANCHE FATTI SUOI
ille parole spese per
una canzone! Il povero Povia è attaccato da
destra e manca per aver
scritto una storia: attenzione! Non ha scritto che tutti
gli omosessuali, prima o poi,
diventeranno etero. È la storia di un giovane che, a causa
di problemi familiari, si
trova impelagato in una
situazione comprensibile,
anzi diciamo NORMALE.
Chi biasimerebbe un ragazzo
che ha una madre che lo incita a non sposarsi, un padre
che non c’è e la separazione
dei genitori a 12 anni?
Non condanno nessuno, ma a
quanto pare i Gay Pride sono
troppo proud (orgogliosi)!
Ritrovandosi una famiglia a
pezzi, un ragazzo cerca
risposte, cerca la propria
identità: pensa di averla trovata in un uomo. Per quattro
anni ha vissuto questa storia,
con anche tradimenti, quindi,
non poteva essere, certamente, una relazione sincera, stabile. Luca cercava il volto
di suo padre in quegli
uomini; non tradiva la
M
madre, avendo relazioni con
loro. Poi, però, incontra
una donna di cui si innamora al primo sguardo: in
questo preciso momento egli
trova la sua identità, capisce
che in fondo non era omosessuale. Essere omosessuale non è una malattia, a mio
avviso, né una condizione
anormale: vuol dire solo
amare una persona, come
dice Roberto Benigni.
Amare una persona non è
un peccato, non è una
malattia, ma è la vita.
L’uomo vive d’amore e, allora, a chi importa quale persona amiamo? Che importa se
si tratta di un uomo o di una
donna? Soprattutto, cosa
importa alle altre persone chi
amo io? Parliamo tanto di
libertà, di diritti e poi precludiamo il diritto più
importante: amare?
Leviamoci dal viso questo
velo di ipocrisia, scendiamo
dal banco del giudice, smettiamola di puntare il dito
contro persone fragili, deboli. Dobbiamo rispettarle.
Anche queste persone, però,
dovrebbero rispettare se stesse e non sfoggiare il loro
“orgoglio” in mezzo alle
strade. Perché non siamo un
po’ più umili entrambi?
L’umiltà è una delle maggiori virtù. Far vedere agli altri
che sono forte, che sono
orgoglioso o che sono
migliore dell’altro perché è
diverso, non garantisce che
io lo sia veramente. Un omosessuale può essere la più
nobile persona del mondo,
così come un etero può
essere il più crudele e viceversa. Siamo tutti persone,
esseri umani; tutti abbiamo
colpe e ragioni; tutti abbiamo difetti e pregi. L’errore
più grande è giudicare l’altro, puntarsi il dito a vicenda.
Se imparassimo a dialogare,
a scambiarci opinioni, forse
una storia come quella di
Luca ci farebbe riflettere su
una questione molto importante: nulla è certo nella
vita. La si scopre solo
vivendola!
LA SCHERMA
SOLO SPORT OLIMPIONICO?
L’arte marziale
l’arte della buona educazione
Un mondo tutto da scoprire
rmato di spada e maschera alquanto particolari, il mitico ed originale professore
Vito Turco ci delizia di giorno in giorno con
una nozione in più riguardo a uno sport antichissimo e poco conosciuto: si tratta della
scherma. Arte marziale di nobili origini, consiste in un combattimento leale tra due contendenti armati di
spada, fioretto o
sciabola. La disciriconosce
plina
nell’arma il mezzo
di difesa fra sé e
l’avversario. È così
che,
mediante
un’attività apparentemente semplice, il nostro maestro ci insegna in poche ore di lezione, ad assumere un
atteggiamento di attività e reattività nell’eventualità di un’aggressione che nel mondo attuale non rappresenta certo una rarità. Nello sport
rientra, inoltre, l’applicazione di una buona
dose di coraggio, determinazione e prontezza
fisica: un nuovo modo, dunque, di sviluppare
le nostre abilità e di fare educazione fisica,
superando i confini del tempo ed entrando in
contatto con storiche ed importanti tradizioni.
“Affondo, parata, attacca, difendi”, è questo
ciò che si sente dai cortili della nostra scuola,
perché la scherma non è solo uno sport olimpio
Diletta Vantaggiato 2° B
A
olti di noi sono portati ad associare, inconsciamente, le arti marziali
alla violenza o comunque ad una disciplina bruta, aggressiva finalizzata soprattutto al contatto fisico, al far del male.
In una società come la nostra che ha visto
negli ultimi anni l’incalzare significativo
del bullismo, in particolar modo nell’ambito scolastico, l’apprendimento delle
arti marziali invece potrebbe dimostrarsi
un espediente importante e decisivo per
contrastarlo.
Rocco Cito, brigadiere dell’Arma dei
Carabinieri, maestro di arti marziali
ed esperto nelle tecniche di disarmo,
dell’associazione Polisportiva “Estreme
Sporting Center” di Patù, afferma con
lungimiranza come l’obiettivo di ogni
istruttore sia fondamentalmente quello di
educatore sociale, propenso ad allontanare i giovani, attraverso lo sport, il rispet-
M
SANREMO 2009
ARISA… vince la “Sincerità”
RISA (Rosalba Pippa), con la canzone
Sincerità vince il Festival di Sanremo
2009 nella sezione nuove proposte. Una curiosità: ARISA è un acronimo; infatti A sta per
Antonio (il padre), R sta per Rosalba (il suo
nome), I sta per Isabella (la sorella), S sta per
Sabrina (l’altra sorella), A sta per Assunta (la
madre). La vittoria è giunta al termine della
quarta puntata della competizione canora.
“Non mi aspettavo di vincere”, ha spiegato
Arisa nella conferenza stampa a seguito della
consegna del premio. Quanto al suo abbigliamento, ha detto, “in questo momento il mio
look è più ricercato, ci sono persone che mi
seguono. Ma ho sempre prediletto uno stile
originale e buffo che esalti un mio aspetto
fin’ora non molto noto”. La nuova promessa
musicale cela il suo volto dietro a degli occhialoni con una montatura spessa, come schermo
delle proprie insicurezze: “Non ho mai avuto
un buon rapporto con il mio aspetto fisico”,
confessa: “Preferisco che venga fuori il mio
lato sarcastico”. Assai personale è anche il look
nella vita quotidiana: ARISA si veste in un atelier che rivisita in chiave moderna lo stile Anni
’20.
A
to delle regole e la buona educazione,
dalla spirale della droga e dell’emarginazione. La difesa personale oggi ha raggiunto, grazie all’esperienza del maestro
Cito, un livello di apprendimento molto
apprezzato, determinato anche dalla
nascita dell’autodifesa Tae-Pam Utsma
suddivisa in 10 livelli, seguiti, oltre che
dal maestro, da diversi istruttori qualificati, tra cui Petta Francesco, Maurizio
Pirelli, Dioum Serin, Monteduro
Giovanni, Ettore Zecca..
Le arti marziali, oltre alla difesa e all’acquisizione delle tecniche di lotta corpo a
corpo e lotta a terra, mirano ad insegnare
essenzialmente, indipendentemente dal
sesso o dall’età, il giusto comportamento nella società, a conoscere meglio se
stessi, i propri limiti, l’autocontrollo,
autostima perché nessun’arma e nessuna
disciplina è più ragguardevole dell’educazione e del rispetto degli altri.
Petta Simone 5^B S.C
Dirigente scolastico:
Prof. Anna Luisa Saladino
Responsabili:
Ha fatto sorridere con i suoi occhioni quasi
spauriti sul palco dell’Ariston, ma ha sorpreso
tutti quando, con la sua irresistibile ed orecchiabilissima “Sincerità”, ha fatto canticchiare
non solo il pubblico della platea ma anche gli
addetti ai lavori della sala stampa, che hanno
salutato la sua esibizione con dei lunghi
applausi. All’annuncio fatto da Paolo Bonolis,
è rimasta per un attimo immobile, con gli occhi
sbarrati, e poi si è commossa tra gli applausi
del pubblico. “Grazie a tutti, non piango
più”, ha detto poi ringraziando il maestro Lelio
Luttazzi, che l’aveva accompagnata mercoledì
sera sul palco dell’Ariston nella serata dei
debutti.
Comitato redazione: Nuccio Alessandra, Ferraro Greta
Maria, Santo Giulia, De Giovanni Ramona, Carrozzo
Daria, Legari Francesca, Alloggio Mariella, Preite
Roberto, Calati Francesca, Accogli Agnese, Melcarne
Giulia, Magno Antonella, Martella Lucia, Longo
Jessica, Bellante Sara, Sodero Valentina.
Collaboratori: Nuccio Alessandra, Storella Giulia,
Riso Vincenzo, Orlando Sofia, Ferraro Greta Maria,
Sbarro Antonella, Ciardo M.Grazia, De Giovanni
Ramona, Nuccio Roberta, Accogli Chiara, Panico
Rosaria, Romano Sofia, Rizzo Ilaria, Morcianò Serena,
Minafro Roberta, De Marco Alice, Grecuccio Giulia,
Grecuccio Anna, Grecuccio Giulia, Martella Valentina,
Orsini Chiara, Scarcella Ester, Musarò Luciana,
Bortolussi Sabrina, Alloggio Mariella, Peluso Alberta,
Preite Roberto, Legari Francesca, Sparascio Andrea,
Santo Giulia, Hallabi Necha, Biasco Francesca, Calati
Francesca, Ratano Gabriella, Coppola Rita, Martella
Lucia, Magno Antonella, Melcarne Giulia, Accogli
Agnese, Carrozzo Daria, Rizzo Mariella, Bacalini
Chiara, Zocco Andrea, D’aversa Andrea.
Stampa:
De Giovanni Elisabetta IV B
Valerio De Iaco I B Sc.
Prof. Giovanni Nuzzo
Prof. Carmelo Anastasio
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