TuttoStampacchia-Maggio 2009
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TuttoStampacchia-Maggio 2009
Periodico del Liceo Scientifico - Classico “G.Stampacchia”- Piazza Galilei - TRICASE (Le) - Anno XIII - Numero 2 - A. S. 2008-2009 tel.0833.544020 IL LABORATORIO GIORNALISTICO LUOGO DELLA CONOSCENZA di Giovanni Nuzzo l giornale d’istituto “Tuttostampacchia” si inserisce nelle attività extracurriculari proponendosi di comprendere e di sperimentare il linguaggio giornalistico. Realizzare un giornale scolastico rientra ormai nella consuetudine della didattica e nasce dalla voglia di far comunicare gli studenti avendo uno strumento rappresentativo per far conoscere il proprio pensiero agli altri. In quest’ottica il giornale d’istituto diviene un elemento forte della comunicazione e una fucina dove sperimentare vari tipi di scrittura. Il nostro progetto si è articolato in quattro fasi che corrispondono ad altrettante attività didattiche: progettazione del giornale, redazione, impaginazione, pubblicazione. Le fasi di lavoro sono state così articolate: scelta degli argomenti o delle esperienze, stesura di un ”pezzo” individuale che rappresenti la prima bozza dell’articolo, ricerca di immagini, scelta del titolo e catenaccio. Ed ancora, confronto e discussione dei diversi articoli giunti alla redazione e scelta degli articoli da pubblicare con la correzione definitiva delle bozze. Così gli studenti hanno raccontato le storie nostre e degli altri, allegre e tristi, riflessioni che attraversano i corridoi della scuola ed ancora dal cancello dell’edificio. Insomma vari aspiranti giornalisti, ricchi di entusiasmo e di buona volontà, con la voglia di sapere e conoscere. Attenti, interessati e soprattutto curiosi, come ogni giornalista cerca di informarsi. Un giornale scolastico che continua a dare buoni frutti. I È PIÙ FACILE ROMPERE UN ATOMO CHE UN PREGIUDIZIO! o era ai tempi di Albert Einstein e lo è ancor di più oggi che, mentre gli scienziati studiano le particelle quark, i nostri politici propongono di privare della possibilità di essere curati gli immigrati irregolari e qualcuno storce il naso di fronte ad un presidente americano nero! Sembrerebbe una contraddizione, eppure nell’era della globalizzazione e dell’individuo cittadino del mondo, cresce l’intolleranza verso lo straniero, verso il diverso. Gli stupri e violenze avvenuti nell’ultimo periodo hanno alimentato la paura dell’altro: la nostra società si sta chiudendo sempre più in sé stessa senza lasciare spiragli per gli stranieri che L vengono nel nostro paese in cerca di lavoro e di miglior vita. Ronde, sgombero degli insediamenti abusivi, esclusione degli “invisibili”dai servizi sociali sono provvedimenti che vorrebbero risolvere i problemi garantendo maggiore sicurezza, ma causano solo ulteriore ostilità. Proprio negli ultimi giorni si è diffusa la convinzione, divenuta una vera e propria fobia, che “tutti gli immigrati siano criminali”, col rischio di forgiare un esercito di xenofofobi. Ma da cosa nasce tanta ostilità? Noi ragazzi della IV D ce lo siamo chiesto, già qualche mese fa, quando, sollecitati da un bando di concorso indetto dalla Provincia di Lecce sul tema “Immigrazione e società multirazziale”, abbiamo deciso di rivolgerci agli studenti del triennio scientifico/classico del nostro istituto per tentare di dare risposta ad una domanda così impegnativa. Abbiamo somministrato un questionario e, forti delle nostre conoscenze in campo statistico, sotto la guida delle nostre docenti di matematica e filosofia, abbiamo tabulato, rappresentato graficamente, interpretato i dati. Abbiamo potuto constatare così che noi ragazzi siamo molto sensibili ai problemi posti dal fenomeno dell’immigrazione. Molti di noi, infatti, hanno attribuito la vera causa dei pregiudizi e dell’intolleranza verso gli stranieri più che all’aumento della criminalità, luogo comune e facile pregiudizio con cui mettere a tacere la coscienza, alle nostre ansie e paure esistenziali, economiche e sociali, di cui gli immigrati diventano spesso il capro espiatorio. Le preoccupazioni più diffuse sono risultate l’incertezza crescente del lavoro ed il timore di perdere la propria identità nazionale e culturale. Molti tra di noi, inoltre, sono convinti che agli stranieri si debbano riconoscere maggiori diritti sociali, mentre un atteggiamento di sostanziale riserva permane nei confronti dell’allargamento dei diritti politici. La maggior parte di noi ragazzi, infine, ha ammesso che la presenza di stranieri nelle nostre comunità ha portato cambiamenti costruttivi in quanto ha contribuito ad accrescere la tolleranza, la disponibilità al dialogo e la conoscenza reciproca tra le culture. È rincuorante poter concludere che in un’Italia in cui tornano a manifestarsi sempre più evidenti tendenze razziste, almeno noi giovani, futuri cittadini, siamo aperti e concilianti, consapevoli che in fondo, come dice Ricoeur, “siamo tutti stranieri”! Federica De Matteis Francesca Ingletto Classe IV D Scientifico La dirigente del liceo “Stampacchia” ANNA LUISA SALADINO rivolge un pensiero di fine anno scolastico n pomeriggio di alcuni giorni fa, sereno e senza nubi all’orizzonte, percorrevo insieme a Maria Grazia Bello una stradina di campagna che da Tricase conduce al mare. Quand’ecco, subito dopo la Chiesetta dei diavoli, apparire un signore lontano. Lavorava il suo campo con un attrezzo antico, a forma di bicicletta, in una dignità senza tempo. Conservo ancora viva in me quella visione e vorrei condividerla con voi, lettori di TuttoStampacchia, perché ci accompagni nel nostro quotidiano indaffarato lavorare. Care studentesse e cari studenti l’anno scolastico è giunto quasi al termine, ed è stato bello vedervi tra i banchi, intravedervi dalla finestra della presidenza mentre correvate in cortile, trovarvi in via Varisco e in via d’Aquino sorridere nonostante tutto, incontrarvi negli ampi spazi della sede del Classico e nei labirintici corridoi della sede Centrale, sollevare lo sguardo dalla scrivania e scoprirvi in presidenza, a volte da soli, a volte in coppia, a volte tutti quanti insieme. Care studentesse e cari studenti, vi auguro che l’anno scolastico che sta passando via, vi lasci più ricordi felici che tristezza, vi veda più attenti al senso delle cose, vi trovi capaci di riconoscere gli uomini dai mezziuomini, dagli ominicchi, dai quaqquaraquà . Cari Genitori, cari Docenti, caro Personale ATA, cari LSU, ringrazio voi tutti per la fertile e solidale collaborazione. Avanti tutta, per noi il lavoro continua. U LA NUOVA DROGA DEI GIOVANI o! Non è una nuova droga sintetica importata dall’India, di quelle che ci rifilano il sabato sera in discoteca per farci “sballare” e nemmeno una nuova erba con effetti “miracolosi” ma è facebook la nuova cosiddetta “piattaforma sociale” che in questi mesi si è imposta all’attenzione della cronaca come un vero e proprio fenomeno mediatico. Naturalmente il fenomeno ha suscitato anche l’interesse di vari sociologi e psicologi che hanno espresso per lo più pareri contrari al dilagare di questa pericolosa mania: “facebook rende soli” ha dichiarato la sociologa Paola Vinciguerra e “fa perdere la percezione della realtà”. Ma prima di cedere ai soliti allarmismi di circostanza quanto c’è di vero in queste affermazioni? Dati alla mano, sembra proprio che la portata di questo fenomeno sia di enorme rilevanza perchè di enorme estensione. N L’8% della popolazione italiana, infatti, è iscritta a questo social network. Nello specifico, il 37,7% di ragazzi di età compresa tra 0 e 18 anni è iscritto a Facebook. Un dato su tutti risulta, però, il più preoccupante: ben 43% degli iscritti a facebook sono connessi durante il weekend nella fascia oraria che va dalle 14 alle 23! Altro che finestra sul mondo! Facebook è diventato il filtro utilizzato dai giovani per guardare la realtà, il muro dietro al quale ci si nascon- de, la maschera che si indossa per apparire come si vorrebbe essere e per celare agli altri i propri veri o presunti difetti. Essere iscritto a facebook è un segno di appartenenza a una categoria, è un vero e proprio status sociale o, almeno, è percepito come tale da chi ne fa parte. E’, paradossalmente, il bisogno di sentirsi qualcuno nell’immenso mare virtuale rappresentato da facebook, è un circolo vizioso nel quale si entra con un semplice clic, ma per uscirne ne occorrono molti di più... E’ inoltre, l’atavico desiderio di sbirciare gli affari altrui senza alcun interesse specifico ma per il semplice gusto di farlo. E’ inutile dire che a rimetterci sono proprio le relazioni sociali dirette che sono poi quelle vere. Le amicizie, il confronto con gli altri lasciano il passo alle illusioni, alla labilità di un clic che però sembra per molti assai più rassicurante perchè meno impegnativo del rapporto (è proprio il caso di dirlo) “face to face”. Lontano il tempo in cui Modugno, stranamente ripreso dai Negramaro, cantava: “meraviglioso l’abbraccio di un amico”; oggi, invece, si canta in coro “meraviglioso il trillo di un amico...” E già i tempi sono proprio cambiati: che amarezza! Giulia Storella IA classico Pg.2 TUTTOSTAMPACCHIA Le mille e una discariche Parte l’iniziativa di bonifica dei vari siti abusivi sparsi per il territorio salentino Sabato 21 marzo 2009 , un gruppo di giovani, armati di buona volontà, unito all’associazione “Coppula Tisa”, ha alzato la voce contro la tolleranza alle discariche abusive. Radunati nei pressi di uno dei siti recentemente bonificato, l’associazione ha voluto sottolineare un problema sempre più allarmante nel basso Salento. A sostegno di questa promozione si sono unite varie testimonianze per la sensibilizzazione dei cittadini. Presente all’incontro il sindaco di Tricase, Antonio Musarò, che ha affermato: “Ce l’abbiamo fatta, il problema volge al compimento; con il sostegno dell’amministrazione riusciremo a pulire prima dell’estate 121 siti abusivi”. Da sottolineare anche la partecipazione della baronessa Winspeare che ha adottato uno dei siti, che sarà curato quotidianamente per la pulizia. L’assessore al turismo di Tricase, Nunzio Dell’Abate, sostiene che “Dinnanzi alla lotta ai siti di conferimento illegale, gli amministratori devono fare gioco di squadra per il lavoro di bonifica. Non ci può essere turismo - cultura ed economia, se non si risolve il problema delle discariche”. Anche la presidente del consiglio comunale, Tina Ciardo, approva l’iniziativa e spera che le vie di campagna rimangano pulite. La presidente di “Coppula Tisa” , Carla Quaranta, ribadisce che già dal 2005 l’associazione si era impegnata alla pulizia dei siti. “Bisogna monitorare il territorio ed educare a cambiare in meglio”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche la dirigente scolastica del Liceo “Stampacchia, Anna Luisa Saladino: “Per lavorare e per trasformare il mondo e la realtà bisogna cambiare ideologia e mentalità , agendo in funzione di essa e bisogna credere nei giovani”. Presenti sul luogo anche i “fotografi”, i giovani studenti del liceo facenti parte del Corso di fotografia, attuato presso lo “Stampacchia”, che hanno monitorato con i loro clik tutta la vasta zona in degrado e piena di rifiuti di ogni genere. LA VICENDA DI AMSTETTEN COME LA PAZZIA PRENDE FORMA E ASSUME IL VOLTO DI UN UOMO Elizabeth, 42 anni e una vita ormai distrutta, frantumata, completamente annullata da 24 interminabili anni di paure, torture e incubi. Fritzl, 73 anni e una storia raccapricciante: la storia di un uomo che per ben 3000 volte ha abusato della figlia, che l’ha tenuta segregata, al buio senza aria né acqua calda, che l’ha costretta a partorire tutta sola, per 7 volte, in un tugurio disumano di 10 mq. Fritzl e l’inferno della figlia: lui, il mostro; lei, l’agnello sacrificale e il suo calvario. Traumi e lividi inimmaginabili, ferite che mai si rimargineranno, che mai cicatrizzeranno su quel corpo straziato di ragazzina, non ancora donna, alla quale la vita ha riservato la più dura delle prove, la più atroce e folle: lei, destinata ad essere figlia di un mostro, di un carnefice spietato e ossessionato, uno squilibrato che, con le sue manie, ha travolto una vita e l’ha resa tragedia. Fritzl, il terribile seviziatore, tanto più ripugnante e spaventoso se si pensa che sia riuscito a commettere tutto ciò su sua figlia, sul “sangue del suo sangue”, sull’unica persona che lui, più di L’Italia vive ancora ogni altro, avrebbe dovuto proteggere e amare. Lui, suo padre, non avrebbe dovuto proteggerla dalla luce della vita, rinchiudendola in una cella buia, ma avrebbe dovuto insegnarle ad amare e a godere di ogni singolo raggio di sole che le avrebbe accarezzato il volto; lui non avrebbe dovuto proteggerla dall’aggressività e dalla prepotenza dell’uomo, emarginandola e isolandola dagli sguardi altrui, per farla oggetto solo dei suoi occhi e delle sue mani, ma avrebbe dovuto guidarla nel cammino che lei, così giovane e inesperta, si apprestava innocentemente a percorrere; lui, così mostro, così malato e così terribile, tanto quanto incredibile e inverosimile è la sua vicenda, così agghiacciante che pure l’animo più duro e cattivo si rifiuta di accettare e creder vera. Ma come può un genitore arrivare a tanto? E ancor peggio, come può una simile storia cadere nell’omertà e nell’indifferenza generale??? Daria Carrozzo V A Sc. Vito Vitali 3B sc. “Crisi” è una parola ormai di moda e la Sicurezza ormai è un’immagine sfocata alcuni di noi hanno la tasca sempre vuota, altri, invece, l’hanno incrementata. Ma non siamo tutti uguali? Tutti uomini Italiani? Perchè c’è gente che non ha proprio nulla per le mani? Al confronto con altri Stati e con le Nazione Unite in quanto distribuzione di benessere l’Italia si divide! ‘’A ci tantu e a ci nenzi’‘, a volte i detti sono veri, al ‘’domani’‘ ormai si preferisce ‘’ieri’‘: forse l’Italia è morta o forse è solo in coma, solo nel cuore di chi combatte l’Italia vive ancora! Vincenzo Riso 1A Cl. 1900 - 2067 - 3778 - Fine pena mai Umidi silenzi cinerini nell’affranto buio, cade rara pioggia stanca e gravosa, mai riposa il vecchio calzolaio che attende inconsapevole una cliente che non lo farà lavorare più… fuori mine disinnescate, dentro tormento puro… Al sicuro di un treno merci, deportati nuovi ebrei da nuovi tedeschi, ciclo ripetitivo di morte su un orizzonte sempre più cupo… CADUTI Incidente mattutino Ammasso appestato di serpi affamati, ricoperto di viscide erbe vischiose, scivolose al tatto, infangate di nebbia… brontolio mattutino sibilante nelle orecchie sorde per il torpore, poi uno schianto, poi urla ed infine un silenzio che non si spezzerà più: il carro infernale sbatte contro il velo delle tenebre e dopo… non ricordo più nulla, se non le fiamme, un pugno di cenere e oceani di lacrime sul mio capo inerme. Gala graziano III A cl Musa, qual è il tuo nome? Da dove nasci tu, che di me ricerchi solo i neri deliri? Di che ti nutri tu, o dea vorace, ingorda dei miei veleni? Cosa cerchi la morte o l’ipocrita vita che vive fuori e muore dentro? Sudicia, mendicante, folle, amata ladra, invidiosa, martire, santa. Seguirò nei cimiteri le tue orme, ti braccherò per vivere la tua dannata bellezza. Cercherò il tuo maledetto volto e la tua dimora nel nero dei pozzi. Gala Graziano III A cl Silenzi costernati di pianto in fondo alla valle, teatro ombroso di mille e più caduti, ceneri incupiti e muti di giovani che partiron gloriosi e non tornarono sulle loro gambe, ma su macchine nere maligne ingombre di mutilati corpi… morti per l’ideale di una nazione mancata, spenta e priva di vita… Le inconsapevoli vedove assiston dai campi alla processione triste, sperando non siano i loro mariti… gemiti inauditi di dolore al loro ritorno; il mondo falsamente contrito continua lo sporco gioco, mangiandosi un poco per volta tutti i suoi figli. Caduti, teneri gigli, mai avrete la sperata gloria, ma sarà il verso di un povero illuso a restituirvi la giusta memoria… quella valle sarà meno sola… Gala Graziano III A cl APPELLO AI POETI DELLO STAMPACCHIA Quante poesie! La redazione del “Tutto Stampacchia” ne è letteralmente sommersa! Ogni anno ne affluiscono per la programmazione del nostro giornale d’istituto più degli articoli che al contrario scarseggiano, tanto che si può dire che siamo in un momento di carestia. Ma bando alle ciance! Torniamo alle numerose poesie che concorrono all’apparire sul nostro giornale d’istituto…verranno pubblicate tutte? Domanda da un milione di dollari. Quanto estro! Quanta fantasia! Quanta passione riversiamo nel creare i nostri amati scritti, espressioni della nostra anima e del nostro io più profondo chiamate comunemente POESIE! Popolo di poeti! Forse è arrivata ahimé l’ora “de chiude bottega”: freniamo le nostre penne che scorrono fulmineamente sul foglio, mettiamo a tacere la nostra musa, magari imbavagliamola! Dove le mettiamo sul “Tutto Stampacchia” se a nostra disposizione non abbiamo più di un quarto di pagina? Dobbiamo ridurre il nostro operato, selezionare i pezzi migliori, fare continue pressioni affinché venga pubblicata almeno quella più bella che tra le altre abbiamo scartato, accertarci che la nostra poesia sia arrivata sana e salva nelle mani di chi fa parte della redazione e non andata persa. Com’è dura la vita del poeta, oramai in cassa integrazione. Carissimi compagni, non arrendiamoci!! Tutti con le penne in mano!! Togliamo il bavaglio alla povera musa pensionata e continuiamo a cantare le lodi dell’amata poesia. Valentina Sodero II A cl. Sergi Filomena Diletta 2a cl Femminismo o maschilismo? Quante volte sentiamo discutere di violenza sulle donne da parte di uomini ingrati? Quante volte abbiamo sentito parlare di sfruttamento di lavoratori, di bambini? Dopo tutto questo, ci ritroviamo tra di noi, tra i nostri compagni e sfoggiamo le qualità del nostro sesso, disprezzando l’altro. Femminismo, maschilismo: ma cosa significano? Donne e uomini nella storia hanno lottato per la libertà. Gli uomini in primis, quando hanno sentito l’oppressione sulle loro spalle, hanno avuto il coraggio di alzarsi e dire “Basta!”; allo stesso modo le donne, dall’‘800 in poi, hanno capito che la loro libertà non era un’utopia, che la possibilità del loro riscatto non era difficile da raggiungere. Ci affidiamo colpe a vicenda: “voi uomini vi sentite superiori”, “voi donne siete inferiori”. Si gioca al “io sono più bravo di te”, da secoli ormai e ora più che mai. Gli uomini si sentono i più forti, i più intelligenti, poi magari si ritrovano a piangere per una sciocchezza o a non trovare la soluzione a un problema semplice. Le donne si sentono protette, forti dietro ad una società che proclama i diritti della donna, poi invece organizza serate in discoteca per la festa della donna. Milioni di persone hanno perso la vita per poter dare ai propri figli la possibilità di parlare e a loro stesse la possibilità di vivere libere; sono state uccise da altri uomini e donne, e noi li diffamiamo andando a goderci uno spogliarello o pretendendo una mimosa. Non si tratta più di femminismo o maschilismo: siamo sfociati nell’individualismo integralista, egoismo puro. Certo, non si vuole generalizzare o essere pessimisti. “Spes, ultima dea”, dicevano i Latini. Esistono ancora persone che lottano per la libertà, donne e uomini schiavi delle proprie vite. Noi, però, non riusciamo a concepire questi eventi, non li tocchiamo con mano e, quindi, sono inutili per noi. L’errore è proprio questo. Il rimedio deriva da questo. Ricordare. Finchè esiste il ricordo anche di una sola persona, allora possiamo capire davvero cosa vuol dire liberté, fraternité, égalité. Nonostante queste parole vengano da una nazione rivale nel campo da gioco, non possiamo certo negare quanto valore abbiano. Basta femminismo, basta maschilismo, basta egoismo e lasciamo spazio all’uguaglianza. Non uno, non due, non tre, ma ogni giorno dovrebbe essere la festa degli uomini e delle donne insieme. De Giovanni Elisabetta IV B Pg.3 TUTTOSTAMPACCHIA VIAGGIO DI ISTRUZIONE CLASSI 5^ IN ITALIA Al di là delle attese mete straniere, un’occasione per riscoprire bellezze “made in Italy” Senza dubbio la decisione di una meta italiana per l’ultima gita scolastica, il fatidico viaggio d’istruzione del quinto anno, ha creato tra gli studenti un po’ di delusione, facendo di quella bellissima idea di un viaggio oltralpe una chimera e un sogno ormai irrealizzabile. È anche vero che non si può imporre alle famiglie una cifra tanto elevata quanto quella che era stata proposta per la gita parigina, quindi ben venga l’idea di una meta italiana: -sia perché riscoprire città come Rimini, Ravenna e Mantova non può che giovare alla nostra bella penisola, apprezzata più dagli stranieri che da chi, come noi, vi abita senza conoscerne il reale valore; - sia perché tra 600 euro e 146 euro vi è una bella differenza! - sia perché, diciamocela francamente, a fare il viaggio d’istruzione non è la meta, ma i partecipanti, o perlomeno l’entusiasmo con il quale ci si arma per partire. È con questo spirito che, divise in due turni, sono partite le classi V del nostro liceo: trascorrere 5 interminabili giornate in compagnia di quelli che, come noi, quest’anno lasceranno questa scuola, e dei docenti, instancabili vigili delle nostre visite a palazzi e musei, come dei nostri momenti di svago e divertimento. Con partenza da Tricase, quindi, i nostri ragazzi hanno iniziato il loro percorso: Recanati, con visita all’immensa ricchezza libraria di casa Leopardi; Ravenna e lo splendore degli antichi mosaici paleocristiani, il museo d’arte e la mostra l’ARTISTA VIAGGIATORE, tra le sale dipinte a colori d’Africa, Oceania ecc; Mantova e il suo Palazzo Ducale; Padova, Ferrara e infine S.Marino con gli innumerevoli negozietti che si affacciano sui viottoli tortuosi della promenade, tutta in salita. È vero e indubbio che il fascino della visuale della tour Eiffel, o l’enigmatico volto della Gioconda, unitamente ad una passeggiata sul Lungosenna difficilmente potremmo trovare qui in Italia, ma è anche certo che l’esperienza di quest’ultimo viaggio d’istruzione di V anno è stata comunque piacevole, un’interessante occasione per imparare senza leggere, ma osservando e riscoprendo un’Italia che nulla ha da invidiare alle altre nazioni europee, anzi; un’occasione per rivivere insieme, per l’ultima volta, lo spirito di classe, per sorridere insieme di uno scherzo ad un professore, per inondare di foto e di ricordi questa ultima uscita con il compagno di banco e con quelli che con noi hanno condiviso questi cinque anni tra compiti di italiano, interrogazioni di storia, test di matematica. Daria Carrozzo V A Sc. LO STAMPACCHIA IN MOVIMENTO!!! In questi giorni ci sta passando per la testa un qualcosa che, se verrà realizzato, sarà veramente bello. Noi, due alunni della I D, vorremo che, negli ultimi giorni di scuola, si dedicasse una giornata al divertimento e allo svago. Si tratta della “giornata dello sport”, un giorno nel quale ogni alunno può cimentarsi in ogni tipo di s p o r t , ovviamente quelli eseguibili e possibile svolgere nelle strutture di cui è attrezzata la scuola. Noi abbiamo pensato al calcio, alla pallavolo, al salto in alto e in lungo e alla corsa. Se si potesse realizzare sarebbe una bella esperienza per tutti. Certo! Non tutti gli alunni potranno partecipare ma si potrà decidere, tramite un accordo, quali classi potranno “esibirsi” in questa giornata. Ora qualcuno si potrà chiedere:- ma noi questi sport non li conosciamo. Come fare?Beh, noi pensiamo che da adesso fino alla fine dell’anno scolastico qualcosa si imparerà, sempre se c’è la disponibilità di praticare questi sport. Non dovrà essere una giornata tra professionisti ma solo un giorno per sorridere e per concludere nel migliore dei modi l’anno scolastico. Speriamo l’accoglimento di questa proposta. Luigi Maiorano Federica Bortone ID IMPRESSIONI DI UN VIAGGIO Ancora vivo è il ricordo di quella brina mattutina, di quell’alba di color turchino che avvolgeva il sogno d’un intero reggimento. Sorrisi lievi e gonfi riempivano il mattino di un sapore piacevole; terra ovunque, s’intende, perchè era impossibile veder altro se non un verdastro cuscino all’orizzonte. Il tempo si divertiva a giocare con la mia coscienza; intanto i miei compagni erano in balia di Morfeo e neanche io mi sottrassi all’onirico divo. Ci accompagnò spesso il furore di un bel momento, e alle orecchie stornelli, favole e aneddoti. Or dunque, quel bottone rosso sul cielo lasciò il posto ad un manto grigio, che non scoraggiò i nostri animi pieni di forza e di grandi ali. Caricati i fucili della conoscenza, affrontammo una città, dalla rara bellezza. Ma la battaglia fu dura e ci batte la noia. Il pennello e la tavolozza del viaggiatore fu per noi fatale. Curammo le ferite, anche se non tutte, e ci incamminammo al fronte d’un castello del duca D’Este. Ci accolse con garbo e gentilezza e ammirammo, del suo castello, la bellezza. La gente fu ospitale e il nostro animo felice; mangiammo qualche boccone e ritornammo all’accampamento. Così alleviammo la stanchezza con una filastrocca e un ritornello. All’indomani ci toccò alle porte di Sant’Antonio, che ci inebriò coi suoi resti ma ci ristorò con dovere e rigore, e ci donò il suo fervore. Continuammo a girovagare col fucile sotto il braccio. Arrivati ad una rossa città, marciammo su un ponte un pò vecchiotto e ci riposammo un attimo. Non sentimmo nemmeno la stanchezza, e così due depravati si divertirono a spaventare una giovinetta; nessuno credette loro, eppure quello che dissero era tutto vero! Ripresi dall’ilarità di questo fatto, avanzammo imperterriti verso l’ultimo atto. Questa volta il nemico era duro; le sue mura e le sue salite ci sfiancarono come cornamuse. Ma in fondo fummo felici e vittoriosi; e intonando dei canti popolari, ritornammo ai nostri tre casali, con desiderio mancato, certo, ma con la felicità sottomano. Questo è il ricordo del viaggio del nostro reggimento, che sconfisse la noia e tornò contento! Alberto Giannelli VE VIAGGI DI ISTRUZIONE anno 2008/2009 Quest’anno il liceo “G. Stampacchia” ha organizzato per le sue classi viaggi d’istruzione esclusivamente nel territorio italiano. Le classi quinte, divise in due gruppi, si sono recate in Emilia Romagna e in Veneto; rispettivamente il primo gruppo, costituito dalle classi 5B, 5F, 5H, 5G e 5D dal 17 al 21 marzo, mentre il secondo gruppo, costituito da 5A, 5C, 5E, 5I, 3ACl, 3BCl, dal 24 al 28 marzo. Alcune delle classi quarte (4B, 4C, 4D, 4F, 4L), invece, hanno visitato Roma dal 23 al 26 marzo. Le classi terze, anch’esse divise in due gruppi, hanno avuto come meta la Toscana, in particolare Firenze e Pisa, il primo gruppo (3B, 3D, 3F, 3H, 3I ) dal 27 al 29 aprile, il secondo gruppo (3A, 3C, 3E, 3G, 1ACl, 1BCl ) dal 5 al 7 maggio. Le classi del biennio, invece, hanno effettuato delle visite guidate nel territorio salentino e non. E con la mente vagai... E con la mente vagai… varcai le soglie del paradiso trascinata dal vento e da onde impetuose. Mi specchiai in acque impenetrabili, scrutai le tenebre degli abissi. Fui cullata dal mare come gli ormeggi dalla brezza salmastra. Vidi le meraviglie terrestri sotto sole benefico e piogge purificatrici. M’ immersi tra le spighe di grano e tra i frutteti, viaggiai per nodosi ulivi e secolari querce frondose, fra i greggi e fertili orti. Passeggiai su spiagge chiare, impressi le mie orme sulla riva, raccolsi ciottoli e osservai rapita l’orizzonte lontano. Ammirai il volo del gabbiano, imperatore sul mare e, sognante, offrii il mio volto al luminoso astro e gli dissi addio quando, in un cielo sanguigno, partì per altra meta. Attesi l’oscura notte su vaste terrazze, accolsi nel mio sguardo le stelle riflesse nei miei occhi. Esalai l’ultimo respiro sorridendo alla pallida luna, galleggiante nel firmamento. La mia voce ora echeggia tra le rocce, tra i tralci e argentee chiome, per i campi arati, tra trulli e pagliare. Va con le volpi, selvatica, tra le siepi, tra i roseti. Sorvola la paglia arsa e i promontori, le piane coltivate e i fichi d’India. Il mio spirito è qui, nel sole, nel mare, nel vento. Valentina Sodero IA CL Pg.4 TUTTOSTAMPACCHIA Il parroco di Santa Maria di Leuca VS gli ambientalisti: una sfida ancora aperta IL “TEOMOSTRO” TRA LO IONIO E L’ADRIATICO “Dopo la visita del Papa lo scorso 14 Giugno Don Giuseppe Stendardo ha sentito il bisogno di creare un nuovo colossale Santuario, dedicato a “Maria de Finibus Terrae”: punto di raccolta per i fedeli o attrazione per i turisti?” Ormai è di dominio pubblico la notizia che, dopo la discesa del Papa, Benedetto XVI, a Leuca, don Giuseppe Stendardo ha ordinato la costruzione di un nuovo Santuario dedicato a ‘’Maria de Finibus Terrae’‘, con l’autorizzazione del Comune di Castrignagno, che ha dichiarato il progetto di ‘’pubblica utilità’‘. Subito gli ambientalisti si sono scagliati contro questa scelta con manifestazioni e pellegrinaggi, andando al ‘’vecchio’‘ santuario armati di striscioni tipo ‘’A Leuca e nel Salento servono più preghiere e meno cemento’‘. ‘’Teomostro’‘: così è stato definito il neo Santuario in progettazione che agli occhi di molti appare più come un’attrazione per i turisti che una casa di Dio. Forse è questa l’intenzione?Attrarre più turisti?E’ forse una mossa per risollevare l’economia della nostra zona, architettata dopo il sucesso riscontrato dalla Chiesa di San Giovanni Rotondo? Nessuno lo può sapere... Fatto sta che potrebbe anche essere così. Il progetto del nuovo santuario prevede la spesa di circa 7 milioni per realizzare un edificio alto 13 metri, grande quanto la metà di un campo di calcio. Alle accuse rivoltegli dagli ambientalisti don Giuseppe Stendardo, nelle interviste di que- sti giorni, ha dichiarato: “La vecchia basilica con 250 posti è insufficiente per i pellegrini. Ogni anno ne arrivano un milione, ma non c’è posto! Sono costretto a dire 8 messe al giorno!”. Alle reazioni del parroco, che parla di “pregiudizio anticattolico e anticlericale” e si scaglia contro “agnostici, razionalisti e atei ambientalisti”, Marcello Secli, dell’associazione Italia Nostra, ha dichiarato in una delle interviste che non si tratta di una “guerra di religione: qui sbancheranno tutto il promontorio!”. Altri oppositori poi hanno dichiarato che “in realtà il santuario si riempie solo due mesi l’estate. E poi a San Giovanni Rotondo hanno Padre Pio e i miracoli, mentre qui non abbiamo niente: nè reliquie nè miracoli”. Il sindaco di Castrignano, Antonio Ferraro, invece, promuove così il progetto: “Abbiamo ragionato da laici. Il progetto non ha un impatto ambientale devastante e può rappresentare un’occasione per lo sviluppo religioso”. Infatti oltre a “improrogabili esigenze di culto”, il nuovo santuario dovrebbe assolvere anche il compito di garantire “un sensibile aumento delle presenze dei pellegrini e turisti anche nell’hinterland”, come dice la relazione tecnica che prevede “mille posti a sedere, ampio presbiterio con annesso palco per 40 sacerdoti concelebranti, penitenzeria con almeno 10 postazioni confessionali, aule per la catechesi e attività connesse, sala prove per il coro, prima cappella per l’Annunciazione e seconda cappella votiva” e all’esterno “parcheggio per pullman, luoghi di accoglienza e ristoro, percorsi panoramici, giardino terrazzato, sagrato allargato per ospitare un Festival internazionale di una settimana, attività commerciali per la vendita di prodotti tipici e oggetti religiosi”. Eduardo Winspeare, che da qualche anno ha fondato l’associazione ‘’Coppula Tisa’‘ e si batte per la tutela dell’ambiente, in un’intervista al quotidiano ‘’La Stampa’‘ dichiara: ANCHE ALLO STAMPACCHIA SI RICICLA Un’altra “ELUANA” a Tricase Una novità nella scuola: la raccolta differenziata anche tra i banchi Emanuela Lia, residente in Tricase, da 16 anni in stato vegetativo 12 gennaio 2009: una circolare mette a conoscenza tutti gli studenti, i docenti e il personale del Liceo Stampacchia di Tricase di una novità volta a salvaguardare il territorio. Si è parlato spesso del problema della gestione e dello smaltimento dei rifiuti che ha investito anche il nostro amato Salento e si è giunti, dunque, nel comune di Tricase ad effettuare una pratica già in uso in altri paesi limitrofi: la raccolta differenziata “porta a porta”. Per questo anche la scuola ha preso le giuste disposizioni affinché questa pratica sia possibile: nei corridoi sono stati disposti dei contenitori per la raccolta della carta, della plastica e delle lattine, mentre i cestini delle aule sono destinati solo all’umido. In ogni classe, inoltre, è stato esposto un manifesto illustrativo della raccolta differenziata che avviene nel paese, per rendere noto a chiunque come funzioni. Ognuno di noi conosce la gravità della situazione in cui il nostro territorio è venuto a trovarsi e delle possibili conseguenze che possono verificarsi. Il problema dei rifiuti è una realtà che bisogna cominciare ad affrontare già dai suoi arbori, attraverso iniziative che salvaguardano, oltre che l’ambiente, noi stessi e il nostro futuro. Riciclare è solo il primo passo verso la salvaguardia delle risorse che possediamo, che non costa nulla e che permetterà a tutti di vivere in modo migliore e di preservare questo stato di benessere anche per i nostri successori. Alloggio Mariella IIIB Sc. “Lo stato vegetativo non esiste”. Queste sono le parole di Marialuisa, sorella di Emanuela Lia che da 16 anni vive una situazione parallela a quella di Eluana Englaro, la ragazza lasciata morire il 9 febbraio 2009, dopo l’interruzione dell’idratazione dell’alimentazione per quattro giorni. È il 1° gennaio 1993 quando Emanuela 21 anni rimane coinvolta in un incidente d’auto, avvenuto a Lecce con un suo amico. La ragazza fu portata in sala rianimazione e vi rimase per molto tempo. Fuori dalla stanza, dice la madre, c’era solo un quadro della Madonna e poi nient’altro. Potevamo parlare con lei solo dieci minuti al giorno con un televisore o con un auricolare, che molto spesso cadeva dall’orecchio di mia figlia. Una volta usciti dall’ospedale, racconta la sorella, ci siamo ritrovati nell’oblio, da soli, senza amici, senza nulla. Ma io non mi sono mai arresa, ho lottato con mia madre e l’infermiera, contro il parere di tutti i medici, affinché mia sorella non mangiasse con il sondino, e piano piano ci siamo riusciti. All’inizio per stimolarla e per farla reagire, continua la sorella, abbiamo provato la terapia dei colori, oppure sbattevamo incessantemente i coperchi delle pentole alle sue spalle. E ora finalmente mia sorella ha riacquistato il sorriso e guarda i film di Totò insieme a noi. Passano gli anni ed Emanuela migliora sempre di più… ha iniziato a mangiare il tiramisù e a bere acqua per raggiungere 1800 cal. al giorno. Adora ascoltare la radio e in par- ticolare R e n a t o Zero… D’ estate qualche giorno esce insieme ai genitori e sorride quando incontra qualcuno. Inutili, però, sono state le richieste di aiuto dei famigliari di Emanuela al Ministro della salute e al Presidente della Repubblica. La situazione non è mai cambiata. IN PUGLIA NON C’E’ NESSUN TIPO D’ASSISTENZA PER QUESTE PERSONE. Dopo la permanenza in ospedale, infatti, vengono lasciati ai parenti senza nessuna guida. Conclude, infine, Marialuisa: “ Non esiste lo stato vegetativo”; infatti anche il coma può considerarsi una forma di vita se pur con tutte le sue sofferenze. Non dobbiamo perciò credere a ciò che fanno passare i media che sono molto lontani dalla realtà. Anche nel caso di Eluana c’è stata poca informazione dal basso. La ragazza si è trovata nel farwest delle leggi e addirittura sono intervenuti politici in questioni molto delicate. Bisogna considerare la questione a livello più umano. È fondamentale che queste persone vengano seguite ed è questa, secondo la madre di Emanuela, l’unica differenza con Eluana che, invece, è stata “abbandonata” in clinica. Magno Antonella 4^ A sc. “Vivo a pochi chilometri dalla basilica. Non sono un fondamentalista, questo non è uno scontro di civiltà, ma io ho un’idea diversa della spiritualità, che non si esprime con un’enorme chiesa. Leuca non può permettersi di essere brutta. Vorrei che fosse come il cammino di Santiago di Compostela, che i pellegrini arrivassero a piedi. Altro che pullman, gadget e business religioso”. I contrasti tra gli uomini sono questi, ma Dio cosa dice? Un passo del Vangelo dice questo: “Si avvicinava intanto la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusaleme. Trovò nel Tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe, e cambiavalute seduti al banco. Fatta allora una sferza di cordicelle, scacciò tutti fuori dal Tempio con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiavalute e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse:’‘Portate via queste cose e non fate della casa del Padre mio un luogo di mercato’‘(Sl 68,10). Sono state raccolte più di 3000 firme contrarie al progetto e il risultato è tutto da vedere: il ‘’Teomostro’‘ nascerà o sarà solamente un’utopia? Vincenzo Riso 1A Cl Aiutiamo il nostro mare SOS COSTA SALENTO “Il depuratore di Corsano sputa una decina di litri di liquami nel mare di N o v a g l i e ” Sos Costa Salento: è questo il nome dell’Associazione per la difesa delle nostre coste che da qualche anno in qua sta denunciando, attraverso un’ attività di sensibilizzazione, la gravità della situazione in cui si ritrovano questi veri e propri paradisi naturali. Proprio così, infatti, tutti si preoccupano di inquinamento atmosferico, acustico e quello delle acque? Certamente i precedenti non sono da sottovalutare ma vogliamo preservare il nostro territorio e renderci conto dell’immenso patrimonio di cui siamo in possesso? Una penisola, la nostra, bagnata per i tre quarti dal mare. Basta dare, però, un’ occhiata a qualche corso d’acqua per notare subito gli ammassi di schiuma dei detersivi, basta mettere i piedi su qualsiasi spiaggia per ritrovarsela imbrattata di catrame, senza dimenticare le spiagge invase dai pannolini, cicche di sigarette e chi più ne ha più ne metta!!! Nel mare, quindi, finisce un po’ di tutto: la roba prove- niente dalle fogne cittadine, dalle industrie e dalle petroliere: incredibili nemici del mare che ogni anno riversano 10.000 tonnellate di petrolio. Negli ultimi anni le sciagure sono state tante e tali che la vita dei mari e la pulizia delle coste di molte località è stata messa i n grave pericolo. Ed è proprio il caso in cui si è trovata coinvolta la Marina di Novaglie. Il 19 dicembre dello scorso anno, infatti, a seguito di un controllo di routine effettuato dalla Guardia di Finanza, si è scoperto che il depuratore sputa una decina di litri al secondo di liquami nel Canale del Rio. Il sindaco di Corsano, Biagio Raona, sembra sostenere di non essere assolutamente al corrente dell’accaduto e che probabilmente qualcuno avrebbe aperto un tombino del condotto che va dal depuratore al mare. Le conseguenze? Divieto di balneazione dalla Guardiola a Novaglie. Un territorio che non è mai stato minacciato dall’uomo. Ma ora cosa ci rimarrà da vedere? Un panorama di rifiuti?... Orlando Sofia I A CL. Il medagliere TUTTOSTAMPACCHIA OLIMPIADI DEL PATRIMONIO Il biennio dello Scientifico medaglia d’argento a livello nazionale Due studenti del Liceo Scientifico “Stampacchia” di Tricase, Giovanni Bellisario (2G) e Roberto Bortune (I B), si piazzano al secondo posto a livello nazionale a conclusione delle Olimpiadi di Storia dell’Arte, svolte presso la sede del Ministero dei beni culturali di Roma. “Vaste Un interessante sito archeologico del Salento da ricostruire e valorizzare”. E’ questa la ricerca storico - artistica che è stata condotta dai due studenti dello “Stampacchia”, con un percorso di lettura del territorio, frutto di lavoro di ricerca e documentazione realizzato tramite supporto multimediale. I due studenti del biennio sono stati gli unici di Puglia ad accedere alla finale nazionale. Sono stati esposti brillantemente i recenti lavori di scavo effettuati nel territorio di Vaste, nonchè i progetti di recupero e di valorizzazione portati avanti dall’amministrazione comunale del Comune di Poggiardo. In particolare hanno evidenziato le opere esistenti nel museo di Vaste, il parco dei Guerrieri e la cripta dei SS. Stefani ricostruendo con dovizia i luoghi di culto. Infine è stato proposto che tutto il parco archeologico venga tutelato e considerato patrimonio dell’Unesco. Viva soddisfazione è stata espressa anche dalla dirigente scolastica del liceo, la professoressa Anna Luisa Saladino, per il percorso elaborato dagli studenti sotto la guida del docente Giovanni Nuzzo. La manifestazione organizzata da Anisa (Associazione nazionale insegnanti di Storia dell’Arte) era finalizzata a promuovere comuni iniziative per lo sviluppo e l’educazione all’arte e al patrimonio culturale del proprio territorio. MATEMATICA SENZA FRONTIERE 2009 E’ appena il secondo anno che il Liceo “Stampacchia” partecipa alla competizione internazionale di Matematica Senza Frontiere, e già un soddisfacente risultato di eccellenza, ottenuto dalla classe II F, dimostra, ancora una volta, la qualità della scuola. Complimenti vivissimi ai ragazzi della II F, ma anche agli insegnanti, che quotidianamente mettono a disposizione le loro capacità professionali per migliorare e premiare il lavoro di alunni meritevoli e interessati. Secondo il programma comunicato dall’Istituto ITCG “Mosè Bianchi” di Monza, che organizza la manifestazione di Matematica Senza Frontiere, la classe II F parteciperà alla finalissima presso il Liceo Scientifico “Romita” di Campobasso, il giorno 12/05/2009, assieme ai docenti prof. Ruberto Rocco, insegnante di Matematica e Fisica della stessa classe e al prof. Bianco Luigi, referente del Liceo “Stampacchia” per il progetto Matematica Senza Frontiere. CRISI FINANZIARIA Giovani riflessioni Tutte le testate giornalistiche e le aperture dei notiziari televisivi sono dedicate alla crisi finanziaria che, a giudicare da numeri e proporzioni, viene indicata come una delle più gravi, se non la più grave dopo quella del ’29. Dal momento che chi scrive è una liceale (anagraficamente giovane e digiuna di tematiche economiche), tale pezzo non si propone l’ardimentoso obiettivo di elevarsi ad una rigorosa analisi della dinamica di tale evento e neanche ad una scontata constatazione dei fatti. Costituirà, bensì, il mio piccolo quanto modesto punto di vista di una realtà che ha ormai invaso il nostro quotidiano. Del resto, anche i più titolati economisti e tutti gli addetti ai lavori si trovano in difficoltà, non tanto ad individuarne le cause, quanto piuttosto a proporre ricette e interventi. Avendo avuto origine negli Stati Uniti, il dramma sembra essere più acuto proprio oltreoceano: banche fallite (nel migliore dei casi salvate in extremis da interventi statali), piccol risparmiatori truffati, file di persone agli sportelli bancari per ritirare i risparmi. La fatale dinamica, semplice e consequenziale, non ha risparmiato nessuno. Neanche gli ambiziosi yuppies americani, dipendenti dalle più blasonate case d’investimento, che, con gli scatoloni in mano, hanno abbandonato gli uffici perché licenziati da sera alla mattina. E da noi in Italia, cosa sta succedendo? Il concetto di mondo come sistema complesso e globalizzato ora rivela la sua grande debolezza: una turbativa locale ha ricadute sull’intero sistema. Mondo globale uguale crisi globale. Non solo, la crisi, da finanziaria è diventata reale, nel senso che ha intaccato il sistema produttivo: le banche stringono i rubinetti del credito alle aziende, le aziende non possono investire, non possono lanciare sul mercato nuovi prodotti, non riescono a pagare i fornitori né garantire stipendi ai dipendenti: ed ecco che la catena produttiva si inceppa! In questo processo di rimandi e sillogismi (come insegnano Aristotele e i vecchi savi), l’elemento in più, che forse potrebbe arricchire l’analisi, è restringere la visione d’insieme alla nostra realtà territoriale locale. Si legge che il crollo finanziario sia stato meno chiassoso nel Bel Paese e ancora meno lo è stato nel Mezzogiorno. Potrebbe stare in piedi quindi il parallelo “meno sviluppo meno rischio”. Il sistema crolla se c’è qualcosa che può crollare; quindi, l’essere noi del Sud, una realtà economica scarsamente evoluta e con poche e piccole aziende, ci ha paradossalmente protetto, così come avere poche ma solide realtà bancarie radicate nel territorio. Sebbene si tratti di un ragionamento “che fila”, mi pare che non sia del tutto applicabile alla nostra realtà, per due ordini di motivi. La prima ragione è che in Puglia, probabilmente le difficoltà erano già in corso: forti sono stati gli effetti della globalizzazione che hanno portato le poche realtà manifatturiere a delocalizzare gli impianti produttivi in altre regioni del mondo ove la manodopera è meno costosa, con gli inevitabili licenziamenti del personale (emblematico è il caso dell’Adelchi a Tricase, che meriterebbe molto più che una piccola parentesi). La seconda ragione: meno aziende, meno rischio fallimento, ma se le poche aziende sono concentrate in un settore univoco (sia esso calzaturiero o tessile o quant’altro), lo scarso rischio diventa alto rischio! Forse la grande crisi non ha ancora colpito profondamente la nostra economia locale, perché il tracollo delle grosse multinazionali non ha intaccato le nostre piccole aziende. In attesa della vera crisi, prepariamoci. Come? Rendendoci preparati! Forse è questa la chiave di volta per venire a capo del problema. Facendo riferimento alla sopraelencata complessità del sistema-mondo, è proprio il caso di essere preparati, ciascuno nel suo piccolo. Solo l’approfondita conoscenza, unita alla coscienza, in qualsiasi ambito e a qualsiasi livello si operi, permette di gestire al meglio il futuro e di limitare quantomeno i rischi. Alberta Peluso 3^B sc. Pg.5 OLIMPIADI DI FISICA 2008 - 2009 615 gli Istituti iscritti alle Olimpiadi Italiane della Fisica. 38000 partecipanti alla gara di 1° LIVELLO dell’11 dicembre 2008 STAMPACCHIA Tricase 84. I primi 5 (indicati alla gara interprovinciale): LONGO PIERFRANCESCO 5^D 1PISCOPIELLO SALVATORE 5^F 23CONTALDO TIZIANO 5^F 4CARUCCI LUIGI 5^D ALESSIO MARCO 5^D 52591 (13% ragazze) partecipanti alla gara di 2° LIVELLO dell’11 febbraio 2009 Polo di Lecce (gara interprovinciale Lecce, Brindisi, Taranto) 112. Piazzamento STAMPACCHIA primi 10 della classifica generale: LONGO PIERFRANCESCO 26PISCOPIELLO SALVATORE 9CONTALDO TIZIANO 103 partecipanti alla gara NAZIONALE di Senigallia del 15-18 aprile 2009 1 - Classificato (fascia dell’ORO): CHIRIAC” GIULIANO, LICEO BANZI BAZOLI, LECCE, CLASSE 4^. 11 - Classificato (fascia del BRONZO): LONGO PIERFRANCESCO, LICEO STAMPACCHIA TRICASE CLASSE 5^. Il referente per le Olimpiadi di Fisica F. E. De Salvo Medaglia di bronzo Classifica Nazionale LO STAMPACCHIA IN TESTA NELLA PROVINCIA DI LECCE NELLE GARE DI MATEMATICA ... ma ormai occorre un’attenzione diversa per le eccellenze Anche quest’anno gli alunni del Liceo Stampacchia si sono imposti all’attenzione del corpo docente di matematica sia a livello provinciale, che nazionale. Non è più una novità che i nostri rappresentanti si distinguano tra i partecipanti occupando spesso i primi posti nelle classifiche delle gare delle Olimpiadi della Matematica. Proprio in questi giorni si è conclusa la gara nazionale a Cesenatico ed il nostro rappresentante, Pier Francesco Longo della classe 5D, ha ricevuto una medaglia d’argento per la qualità dei suoi elaborati. Dopo aver fatto i doverosi complimenti a Pier Francesco che mantiene alto il nome del Liceo Scientifico Stampacchia, devo subito precisare che i risultati che egli ha conseguito in questi anni sono soprattutto il frutto del costante lavoro che autonomamente ed appassionatamente ha portato avanti. Il Liceo gli ha assicurato esclusivamente la formazione didattica disciplinare nei cinque anni di corso e non ha quasi per nulla contribuito al potenziamento delle sue conoscenze e competenze che gli hanno permesso di conseguire brillanti traguardi al di là dei confini dei programmi ministeriali previsti nel Liceo. Io che ho curato per molti anni l’attività organizzativa per lo svolgimento delle gare locali delle olimpiadi di matematica, più volte ho manifestato al Dirigente Scolastico di turno la necessità che il Liceo investisse proprie risorse umane ed economiche per sostenere i ragazzi eccellenti che via via sono emersi. Purtroppo, solo nell’anno scolastico 2007-08 si è organizzato un primo corso, destinato ad alunni del biennio, di potenziamento per le abilità logico-matematiche necessarie nelle diverse competizioni (Olimpiadi di matematica, Matematica senza frontiere, Giochi matematici orgadalla nizzati Bocconi, ecc…). Per il resto nulla, o quasi. Fortunatamente, negli anni 200607, 2008-09 nel Liceo abbiamo avuto la possibilità di usufruire di una serie di lezioni di matematica tenute da docenti del Dipartimento E. De Giorgi dell’Università del Salento, nell’ambito del Progetto lauree scientifiche, alle quali abbiamo fatto partecipare circa 60 studenti “eccellenti” delle classi terze e quarte, scelti tra coloro che nell’anno precedente avevano riportato la votazione più alta in matematica alla fine dell’anno. Ritengo che per il futuro il Liceo debba dotarsi di un progetto organico che persegua costantemente il raggiungimento di obiettivi alti nella formazione, assicurando la necessaria guida al folto numero di studenti di spiccate qualità, ma per questo deve avere il coraggio di destinare somme cospicue del proprio Fondo di Istituto. In futuro, la qualità dei servizi erogati dal Liceo si misurerà sempre di più dai risultati concreti che i nostri allievi sapranno conseguire al di fuori delle mura domestiche e questo obiettivo si può conseguire solo con una diversa attenzione alla valorizzazione dei talenti, che nel nostro Liceo non mancano. Di seguito riporto i successi ottenuti in ambito matematico a livello provinciale e nazionale negli ultimi anni. Luigi Lecci Pg.6 TUTTOSTAMPACCHIA BUON COMPLEANNO ADDOLORATA!!! I PINK FLOYD I capisaldi della psichedelica rimarranno per sempre Il rock è più di un genere musicale. È un modo di vivere e di essere, una filosofia, un’ estetica. Una religione. Fra i gruppi più importanti del genere occupano un ruolo di primissimo piano i Pink Floyd, pionieri della psichedelia e uno dei massimi complessi rock di sempre. La band nasce dall’incontro di Syd Barret con Roger Waters, Nick Mason e Rick Wright prendendo il nome “Pink Floyd” derivante dai due bluesmen americani, Pink Anderson e Floyd Council. Con Syd Barrett i Pink Floyd pubblicano due dischi, The Piper at the Gates of Dawn e A Saucerful of Secrets, dopodiché, a causa delle sue precarie condizioni fisiche e mentali, viene allontanato dalla band. Le redini del gruppo passano a Roger Waters, il quale sceglie come sostituto chitarrista David Jon Gilmour. Con l’album Meddle, lo stile Floyd muta direzione ed è grazie a brani diventati ormai classici, come Echoes e One of These Days, che il gruppo riesce a raggiungere un pubblico sempre più vasto. Il 1973 segna la svolta del gruppo con l’uscita dell’album The Dark Side of the Moon, a cui segue nel 1975 Wish You Were Here, entrambi accolti favorevolmente sia dal pubblico che dalla critica, grazie a tracce come Shine On You Crazy Diamond e Welcome To The Machine. Nel 1979 viene pubblicato l’album “The Wall”, ispirato a quella sorta di “muro” di incomunica- bilità che si era venuto a creare tra il complesso e il pubblico; è sviluppato su due dischi e abbraccia diverse tematiche come discriminazioni, istruzione, show-business, fascismo e implicazioni autobiografiche di Waters. Pur vantando alcuni pezzi eccezionali come “Another Brick in the Wall, part 2”, “Hey You”, “Is There Anybody Out There?” e “Comfortably Numb”, il disco è essenzialmente un’opera unica: nessun brano è slegato dal precedente e tutti sono coesi . “Another Brick in the Wall, part 2”, in particolare, si rivelerà uno dei più grandi hit della band. Il celebre verso del ritornello sarà utilizzato dai manifestanti neri in occasione dell’anniversario della sommossa di Soweto, repressa nel sangue: il governo razzista del Sud Africa proibirà la diffusione del brano e ne ritirerà tutte le copie dai negozi. Subito dopo la guerra per le isole Falkland-Malvine, fa scattare una scintilla nella mente di Waters, che decide di comporre nuovo materiale. L’album che ne viene fuori, The Final Cut, è in pratica una creatura del solo Waters, con gli altri membri relegati al ruolo di musicisti. Nel 1994 viene pubblicato The Division Bell, ultimo loro lavoro in studio di grande successo, a conclusione di un’ epoca d’oro a cui segue lo scioglimento del gruppo. Il primo marzo di quest’anno Maria Addolorata Cazzato, una signora di Tiggiano, ha compiuto ben 100 anni. Ecco come ne parla in un’intervista che molto gentilmente ha rilasciato. Com’è per lei raggiungere 100 anni? Non è stato merito mio. Non è stato compito mio ma del Signore. Qual è stato il momento più bello della sua vita? Quale quello più difficoltoso? Non c’è stato mai un giorno felice nella mia vita. Il momento più difficile è quello che vivo ora, la vecchiaia. Cosa mi racconta della sua vita? Niente di bello. C’era solo lavoro e sacrificio. Dove prendeva la forza per andare avanti? Dalla volontà di portare una nave al porto, con tutto il suo equipaggio, con coraggio e fiducia e con la mano di Dio. Qual era il suo lavoro? Facevo la contadina, la cosiddetta “mancia terra” e poi andavo anche al magazzino. Cosa ha amato di più nella vita? La mia famiglia. Siamo stati poveri ma siamo stati sempre contenti. Tutti i miei figli si sono comportati sempre onestamente. Cosa ne pensa dei giovani d’oggi? Non possiamo pensare a niente. Dobbiamo raccomandarli a Dio. Cosa consiglierebbe a noi giovani per vivere al meglio la nostra vita? Allontanati dal fuoco se non ti vuoi bruciare. Non dico altro. Qual è il suo segreto per giungere a 100 anni? Combattere sempre con coraggio, con buona volontà e piacere. È felice ora? Si, perché no. Sono felice perché ho una famiglia unita. Addolorata è per tutti noi giovani un esempio di forza, coraggio e buona volontà. Ci fa comprendere quanto importanti siano alcuni valori, che molto spesso sottovalutiamo. Ancora tantissimi auguri Addolorata! E mille grazie per i tuoi semplici insegnamenti! Luca Francesco e Vitali Vito III b sc. Alloggio Mariella III B Sc. 100 anni appena compiuti: ecco come Maria Addolorata parla della sua vita Tra i disagi di molti alunni e professori STEM CELLS THE AMERICAN REVOLUTION UN “CLASSICO” EDIFICIO This article is written in English in honour of America, the country that had the courage to undertake this interesting and important adventure!!! “Una struttura scolastica nuova di zecca che fa acqua da tutte le parti” Nell’anno 2007/2008 è stata presa finalmente da parte del Consiglio d’Istituto la decisione di rendere il Liceo Classico ‘’autonomo’‘, separandolo dallo Scientifico, e designando l’edificio presente sulla via per Lucugnano, tra il Tribunale e i Vigili del Fuoco, come nuova sede. Tra il malcontento di alcuni alunni del Classico, da una parte, che avrebbero voluto stare assieme a quelli dello Scientifico e dall’altra l’allegria di quelli contenti di stare lontano dalla caoticità del paese, in totale tranquillità, iniziarono i lavori di ristrutturazione della scuola: è stato investito un ingente capitale da parte della Provincia ed è stata incaricata un’impresa edile con ‘’chiavi in mano‘’, cioè l’impresa affidataria del contratto doveva consegnare il lavoro completo in tutte le sue parti. Oggi giorno i lavori non sono ancora conclusi e dall’apertura della scuola sono sorti molti problemi. Anche tralasciando lo scandalo della mancanza di gasolio per l’accensione dei riscaldamenti nei primi mesi invernali, che ricordiamo ha spinto gli alunni, stanchi di avere un costante raffreddore, a rimediare autonomamente al problema portandosi delle coperte da casa, ora le cose sono peggiorate: manca davvero un niente che gli studenti debbano portarsi persino l’ombrello in classe. Qualcuno potrà dire: ‘’Ma porta iella!!!’‘, però, quando dal soffitto, in clas- se o nei corridoi, ti cadono addosso goccioloni d’acqua nelle giornate di pioggia, le soluzioni alternative sono ben poche. Questo fatto si può subito spiegare andando ad osservare l’erbetta cresciuta sul pavimentato del terrazzo della scuola che dimostra la presenza di un alto tasso di umidità nelle mura che ha causato a sua volta la ramificazione delle crepe già esistenti. A volte, quando piove a dirotto, nei corridoi e in alcune aule, i collaboratori scolastici sono costretti ad arrangiarsi come facevano gli uomini del secolo scorso: un bel secchio vuoto sotto ogni crepa gocciolante! Ma credete sia finita qui?! Mi dispiace, siamo ancora all’inizio: quest’anno, con l’arrivo dei forti acquazzoni, ci stiamo specializzando ogni mattina nelle immersioni subacquee per entrare a scuola. Sia l’entrata principale sia quella posteriore, dopo neanche qualche ora di pioggia, sono completamente inagibili e allagate: ogni alunno deve essere sempre munito di stivali per poter entrare. E’ già stato inviato un ‘’S.O.S’‘ all’assessore alla Provincia per cercare di risolvere il problema: abbiamo ricevuto delle parole davvero gentili e cordiali, ma fatti ancora non se ne sono visti. Volgendo poi lo sguardo nei cortili della scuola, senza essere troppo pignoli, si può notare come gli spigoli vivi di ogni angolo dell’edificio siano troppo alti e senza alcun segnale che avverte di stare attenti: nel caso qualcuno inciampasse e cadesse, come è già successo, il risultato potrebbe essere davvero doloroso. Per concludere abbassiamo lo sguardo al pavimento interno: dopo un paio di mesi dall’inizio dell’anno scolastico sono stati richiamati gli ingegneri che se ne erano occupati per chiedere spiegazioni riguardo alla qualità delle piastrelle, in quanto, giorno dopo giorno, si disgregano e rilasciano una polvere alla quale alcuni studenti potrebbero essere allergici. Insomma, siamo sì studenti che non si abbattono alla prima disgrazia, ma per guardare tutto questo e restare in silenzio ci vuole davvero coraggio! Ora che siamo tutti sotto lo stesso tetto, come in una famiglia, bisogna che ognuno rispetti il proprio ruolo affinchè le cose vadano bene. La speranza è che nei prossimi mesi tutto si sistemi per il meglio. E poi come si dice in queste occasioni?! La speranza è sempre l’ultima a morire! Riso Vincenzo 1^A Cl Obama’s promise “We cannot guarantee that we will discover the treatments we are looking for, but we can promise we will seek “ is the same promise as that of science. The freedom of scientific research comes back to life. The freedom of researching is sister of thought freedom, the most important human’s rights. Biomedicine from all over the world is now placing its hopes in the possible outcomes of stem embryonic cells researches, which have huge possibilities to regenerate and give life to any other type of cells, the so-called totipotent. From about few tens cells you can form hundreds and hundreds of cells equalling the potentialities of the original ones. These cells are the promise for the treatment of the most serious human pathologies, especially of degenerative diseases. Their utilization stirs up frequent discussions in the world, because it involves the delicate problem of the origin of life. Of course nobody, atheists or believers, have ever thought of producing embryos specifically for scientific researches, but supernumerary embryos called “ orphan embryos “ , which are not used for procreative aims and kept frozen for years and years, could be used at necessities, to create a bank of stem cells able to alleviate ills’ sufferings. For this reason doctors ask to use those millions of embryos, which are supposed to die as well, for a more technical aim, but nobler and higher too. We shouldn’t freeze, together with the embryos, also the hope of seeing defeated in the future degenerative diseases which nowadays we can’t get over. Teresa Za II ^ B Sc. Pg.7 TUTTOSTAMPACCHIA OLTRE 1000 E PIÙ VOLTI…? Schiavi del “mouse”? L È a chiamano paura di esporsi, di mettersi in gioco, di far vedere al mondo chi siamo davvero, forse per vergogna o per pigrizia. Forse perché al di là delle belle parole e di piccoli, singoli, rari gesti di follia non siamo altro che marionette di una commedia senza titolo, di cui non possediamo né copione, né sappiamo i movimenti da fare in scena. C’è chi, per osare, la chiamerebbe omertà, una parola forse troppo pesante e che, ovviamente, “discrimina” il suo opposto: la lealtà. A volte tentiamo di uscire dal guscio della nostra casa autodifensiva, ma, prima di attraversare, guardiamo attentamente entrambi i lati della strada. Facciamo piccoli, invisibili passi verso il cambiamento, ma poi qualcosa di troppo grande per noi ci “mangia”, come il re, in una partita di scacchi, ammazza il cavallo, ammesso che ci sia stato concesso di avere una posizione di così alto rilievo. La verità è che abbiamo paura di sbagliare, di andare contro il vento forte che fino ad adesso ci ha per lo meno, permesso di reggerci in piedi. Quante volte abbiamo commesso degli errori? Tante, forse troppe. Sbagliamo in continuazione, anche quando la bandiera sventola dalla nostra parte e le campane suonano al ritmo del NOSTRO cuore; quel cuore di una chiesa in festa che, a volte, per errore o per la troppa maestria, si trasforma in lutto. Capita, ogni tanto, che si fermi: STOP. Come si chiama l’attimo di meditazione del nostro cuore? Che cosa ci sta dicendo? “Oh, tu, Chiesa priva di credenti e piena, forse troppo, di te, ESCI, va a far vedere al mondo la commedia che provi da così tanto tempo”. STOP: il silenzio dell’anima. STOP: rumore muto di un corpo incapace di esprimersi, o forse lo fa, ma nel modo sbagliato. L’infarto naturale dell’uomo, incapace di essere in grado esclusivamente di esistere, nella migliore delle ipotesi. La cura è troppo difficile da trovare, persa nella casa dei FOLLI PENSIERI: quel luogo magico e tormentoso della mente che nessuno ricerca. Perché non agiamo? Credere nel cambiamento è il primo passo. Uscire allo scoperto evidenziando con il pennarello dalla punta luminosa ciò che ci rende privi di libertà è il secondo; ESSERE PRIMA DI APPARIRE il terzo e, forse, il più importante. Abbiamo dimenticato che il re, se accerchiato, viene sconfitto? Basta saper giocare! VINCENZA COSI ocente di lingua specializzata in Linguistica Applicata all’Insegnamento dell’inglese presso la Thames Valley University di Londra. Ha avuto numerose borse di studio dagli Stati Uniti e dalla Gran Bretagna ed ha dedicato più di quaranta anni della sua vita all’insegnamento ed allo studio. Ha studiato presso le università: UCLA DI Los Angeles, la NYU a New York, l’università di Reading, Norwich e la Thames Valley di Londra. Ha molto amato il suo lavoro ed il dover lasciare i suoi cari alunni è per lei un enorme dispiacere. D Abruzzo: diario di una catastrofe In memoria di quella notte infernale, di quelle vittime innocenti e di quelle speranze svanite nelle macerie ccade tutto così all’improvviso, istantaneamente... vai a dormire e non ti svegli più. Questo è quello che è avvenuto in una notte d’aprile, appena una settimana prima di Pasqua: palazzine che, mosse da una scossa omicida, vengon giù, portando con sé, tra polvere e macerie, le vite di intere città, di paesini e di un’intera nazione, rimasta impotente e senza parole di fronte ad uno scenario a dir poco tragico... quello di un Abruzzo abbattuto, demolito e ormai distrutto. Rovine e frantumi A sono l’unica cosa che rimane di centinaia di famiglie, di migliaia di vite, di un’immensità di sogni e di quei “futuri” che giorno dopo giorno, ognuno aveva faticato a costruirsi. Tra i ruderi un libro, un orsacchiotto, un album di foto, un pallone da pallacanestro... L’avvenire di una giovane studentessa, i sogni di una piccola bambina accoccolata tra le braccia della madre, le davanti qualche ora”? Può farne abbastanza invece, a sentire la dottoressa Young, se ciò avviene troppe volte al giorno, e per troppe ore ogni volta, se quando ci si collega alla rete si perde completamente la nozione del tempo, finendo per restare in casa di fronte allo schermo luminoso, smettendo di uscire, mangiare, o dormire, se la rete finisce per invadere e condizionare la vita di una persona fino al punto di danneggiare i rapporti umani. In seguito ad un colloquio con alcuni “maniaci della rete”, che le hanno raccontato come Internet possa influenzare le loro esistenze, la Young ha dedotto che la “cyberdipendenza” può in realtà provocare danni molto seri, e perciò merita una terapia specifica. E’ stato inoltre testato che chi passa in rete decine di ore la settimana, le spende soprattutto nelle chat e nei giochi on line, affascinato dall’interagire con interlocutori invisibili e Giulia Santo III F ERMINIA SANTACROCE uarantaquattro anni di servizio, docente di questo liceo per trentacinque anni. Impegnata da sempre ad organizzare la “Settimana Scientifica” con mostre fotografiche, film, ricerche che hanno dato lustro all’istituto. Abbandonando la cattedra per raggiunti limiti di età seguirà Marco Polo il viaggiatore non per via mare, ma aerea. Ascolterà infine tanta musica e forse la vedremo al “Grande Fratello”. Q nata una nuova malattia, considerata una minaccia per molti del mondo della rete delle reti, essa è la “cyberdipendenza”. La dottoressa Kimberly Young, psicologa e docente universitaria residente in Pennsylvania, ha cominciato a studiare i frequentatori della rete, individuando una serie di comportamenti, tra gli utenti, che sono, secondo lei, inconfondibili sintomi di una nuova malattia. La sindrome “da uso patologico di Internet”, così come la battezza la psicologa americana, sui giornali è subito divenuta “Internet Addiction”, ossia Internet-dipendenza, una patologia in piena regola, al pari di dipendenze comportamentali, come il gioco d’azzardo o anche la bulimia. Certo, si potrebbe pensare: “giocarsi lo stipendio alla roulette o ingozzarsi affannosamente di cibo sono abitudini devastanti, ma che male può fare accendere il proprio computer e passarci passioni di un ragazzo... e la tristezza, l’amarezza e la rabbia di sapere quel domani impossibile, quei sogni irrealizzabili e quell’amore per la vita ormai spento, svanito e sbriciolato sotto i colpi di un palazzo che cade; cade sotto la spinta della terra che trema e inesorabilmente uccide, senza risparmiare nemmeno quei giovani sorrisi, appena spuntati, sui volti di piccole e innocenti vite: Antonella , Sara, Giulio, Luigi, Nadia, Daniele e tanti, tanti, tanti altri nomi, su piccole cassette bianche, tra le lacrime di una mamma e di un papà che hanno visto crollare la loro vita e hanno perso il senso della loro esistenza. Ti addormenti e non ti svegli più... O magari stai ancora ripetendo la lezione per il giorno dopo... o stai guardando estasiata il sorriso della piccola anima che dorme tra le tue braccia... comunque non ti svegli più, e se ti svegli, non hai più nulla, se non te stesso e la fortuna di essere sopravvissuto ad una catastrofe immensa, ad una tragedia che presenta uno scenario da brividi, fatto di case rase al suolo e di lacrime….e di un unico spiraglio di luce, portato dagli innumerevoli volontari partiti da tutta Italia. Bisogna crederci e non disperare, con l’augurio che ci si affretti in una rapida ricostruzione. Daria Carrozzo V A sc. sconosciuti, e, cosa più preoccupante di tutte, sostituendo ai legami reali quelli telematici. Da ciò possiamo dedurre che Internet è quasi una via di fuga per coloro che vogliono sfuggire alla realtà e immergersi in un mondo in cui ogni cosa è possibile. Sono state fatte molte critiche alla dottoressa Young, tra cui quella di uno studio poco credibile, data anche la mancanza di valori statistici; ad ogni modo, ciò che è certo è che il mondo di Internet è ancora abbastanza ricco di sfaccettature ed in molti casi sconosciuto, da poter attrarre a sè le visioni più oscure e dannose. Jessica Longo IV F IRENE ALCAINO bbandona numeri e formule matematiche dopo quaranta anni di effettivo servizio come docente e cinque da studentessa per conseguire la maturità presso il liceo Scientifico “Stampacchia”. Ha sempre insegnato a Tricase, sua sede natale. Dal 1° settembre 2009 si dedicherà non più al Test Center AICA ed ECDL, ma ai fornelli della cucina per le pappine ai nipoti e all’arte culinaria per gli amici. A MA IL CIELO E’ SEMPRE PIU’... NERO Aerei militari con scie chimiche nocive all’uomo alla prima metà degli anni ’90 nei cieli statunitensi cominciarono a comparire delle bizzarre scie che destarono l’attenzione della popolazione perché rimanevano nel cielo per oltre mezza giornata. Ben presto vennero chiamate CHEMTRAILS, ovvero SCIE CHIMICHE. Ne avete mai sentito parlare? Questo stesso misterioso fenomeno poi cominciò ad interessare anche il Canada e alcuni paesi NATO europei (tra cui l’Italia). ”Cooperazione Italia USA su scienza e tecnologia dei cambiamenti climatici”, così si chiama il patto che stipularono America e Italia nel 2003. Questo accordo, ufficialmente volto allo studio dei fenomeni atmosferici, in realtà implica la diffusione di SOSTANZE CHIMICHE DANNOSE in atmosfera, tramite aerei opportunamente attrezzati, per verificare gli effetti delle stesse sulla biosfera. Gli aerei che rilasciano nell’aria particelle di alluminio, rame, titano, globuli rossi essiccati, torio radioattivo e non solo, non sono normali aerei di linea, che rilasciano scie di condensazione che vanno via dopo alcuni minuti, ma si tratta di aerei NATO, cioè semplici, ma pericolosi apparecchi bianchi. Il fatto ancor più eclatante è che in Italia, al contrario degli altri paesi, nessuno è in grado di fornire delucidazioni ai cittadini. Tutte le autorità competenti si dichiarano D estranee alla questione. Ma se questo è un problema di importanza mondiale perché la tv e i giornali italiani non ne parlano o ne parlano male? “Un tocco di poesia, un quadro impressionista nei nostri cieli”, così è stato definito il fenomeno da alcune testate giornalistiche italiane. Sì, un’opera d’arte portatrice di tumori e malattie come la MORGELLONS, un’opera d’arte che rende le stagioni sempre meno piovose, terreni sempre meno fertili, l’acqua e i cibi sempre meno sani. I meteorologi non sanno più cosa inventare per nascondere il fatto. Non fanno più vedere le foto satellitari. Ci avete mai fatto caso? Le hanno sostituite con rappresentazioni fatte al computer perché in quelle satellitari si vedrebbero le tante scie che rigano il nostro cielo. E non è tutto! Ci sono inoltre vari messaggi subliminali nelle immagini pubblicitarie e dei cartoni animati che ritraggono il cielo stranamente “graffiato”, come a volere abituare soprattutto le nuove generazioni a questa triste realtà. Questo ci porta a pensare, dunque, che le scie chimiche continueranno ad esserci ancora per lungo tempo. A noi non resta che prendere coscienza di questo danno irreparabile, con l’auspicio che si troverà una soluzione a queste “armi”. Lucia Martella e Gabriella Ratano IV A sc. Pg.8 TUTTOSTAMPACCHIA OROSCOPO 2009 ARIETE 21 marzo - 20 aprile (prof. Francesco De Salvo, matematica) Sarete in preda alla disperazione nel tentativo estremo di capire la III legge di Newton. Il prof. disse: “se date una testata al muro, il muro vi risponderà con una forza uguale e contraria”. Questo perché voi arieti avete la testa dura come il marmo? È noto infatti che gli arieti sono testardi. TORO 21 aprile - 20 maggio (prof. Maria Antonietta, ed. fisica) Sempre di corsa ma in piena forma. Per evitare dolori articolari derivanti da congiunzioni astrali, meglio non azzardare maratone ma prendete la vita “step by step” e taglierete il traguardo. GEMELLI 21 maggio- 21 giugno (prof. Antonio Stasi, matematica) Simpatici e maliziosi, l’estate vi riserva serate da “dare i numeri”! Abbandonate i barbari pensieri scolastici e lavorativi e fate un tuffo da panza nel mare di divertimenti che vi aspetta. Consiglio make-up: il look “babbo natale” è ok e conquista, però è ormai fuori moda. CANCRO 22 giugno - 22 luglio Torna il buon umore e la capacità dialettica, a livello sentimentale, siete più sensibili e recettivi, e quest’ estate sarà per tutti voi indimenticabile e troverete l’amore della vostra vita... Buona fortuna. LEONE 23 luglio - 23 agosto (Giuseppe, personale Ata) Per voi l’estate sarà più statica del solito. La trascorrerete intorno al tavolo a leggere i giornali. Sapete molto bene che cosa volete in campo lavorativo, ma in campo sentimentale badate bene che tutto è lecito in guerra e in amore” e non state molto sulle nuvole. VERGINE 24 luglio - 23 agosto (prof. Giovanni Nuzzo, storia dell’arte) Si prospetta un’estate intensa e ricca di esperienze. Diversi soggetti singol alquanto “maturi” non vi daranno tregua e per voi, che avete la corona in testa, il barbie- re costerà la metà. BILANCIA 23 settembre-22 ottobre Questa sarà la tipica estate in cui avete voglia di fare tantissime cose ma non concluderete niente. Evidentemente avete la testa altrove in questo periodo e non avete voglia di scoprire di che cosa si tratta. SCORPIONE 23 ottobre-22 novembre (prof. Giuseppe Iacobelli, inglese) La simpatia è all’ ordine del giorno nella vostra vita. Le stelle si allineeranno in modo da portarvi importanti cambiamenti SAGITTARIO 23 novembre-21 dicembre (Martella Cosimino, personale ata) Sarà un’estate travolgente e molto hot. Attenti e non scottarvi e a farvi neri. Si raccomanda una buona protezione solare. Sarà il periodo più fortunato della vostra vita, divertitevi e festeggiate, dio Bacco sarà dalla vostra parte. CAPRICORNO 22 dicembre-20 gennaio (prof. Bastianuzzi, filosofia) Un’ estate piena di felicità e voglia di vivere... E se dovessero sorgere dei dubbi, ricordate che “sono il motore della vita”!! In ogni caso prendete la vita con filosofia (sempre a piccole dosi ovviamente). ACQUARIO 21 gennaio - 19 febbraio (Raffaele Sergi, matematica) Durante tutta la primavera sarai impegnato in campo lavorativo e il tuo grado di sopportazione potrebbe raggiungere il limite fino alla prima metà di giugno. Prega a lungo Sant’ Antonio per ricevere più grazie per un’estate priva di inconvenienti. PESCI 20 febbraio - 20 marzo (prof. Fabrizio Perniola, filosofia) Qui l’oroscopo è poco chiaro!!! Mercurio, Uranio, Saturno e Plutone si mostrano in opposizione!! La vostra è un’autorità di Egemone Supremo, celeste e Capo Assoluto... detto ciò... Buone vacanze A cura del comitato di redazione LUCA ERA GAY. MA SARANNO ANCHE FATTI SUOI ille parole spese per una canzone! Il povero Povia è attaccato da destra e manca per aver scritto una storia: attenzione! Non ha scritto che tutti gli omosessuali, prima o poi, diventeranno etero. È la storia di un giovane che, a causa di problemi familiari, si trova impelagato in una situazione comprensibile, anzi diciamo NORMALE. Chi biasimerebbe un ragazzo che ha una madre che lo incita a non sposarsi, un padre che non c’è e la separazione dei genitori a 12 anni? Non condanno nessuno, ma a quanto pare i Gay Pride sono troppo proud (orgogliosi)! Ritrovandosi una famiglia a pezzi, un ragazzo cerca risposte, cerca la propria identità: pensa di averla trovata in un uomo. Per quattro anni ha vissuto questa storia, con anche tradimenti, quindi, non poteva essere, certamente, una relazione sincera, stabile. Luca cercava il volto di suo padre in quegli uomini; non tradiva la M madre, avendo relazioni con loro. Poi, però, incontra una donna di cui si innamora al primo sguardo: in questo preciso momento egli trova la sua identità, capisce che in fondo non era omosessuale. Essere omosessuale non è una malattia, a mio avviso, né una condizione anormale: vuol dire solo amare una persona, come dice Roberto Benigni. Amare una persona non è un peccato, non è una malattia, ma è la vita. L’uomo vive d’amore e, allora, a chi importa quale persona amiamo? Che importa se si tratta di un uomo o di una donna? Soprattutto, cosa importa alle altre persone chi amo io? Parliamo tanto di libertà, di diritti e poi precludiamo il diritto più importante: amare? Leviamoci dal viso questo velo di ipocrisia, scendiamo dal banco del giudice, smettiamola di puntare il dito contro persone fragili, deboli. Dobbiamo rispettarle. Anche queste persone, però, dovrebbero rispettare se stesse e non sfoggiare il loro “orgoglio” in mezzo alle strade. Perché non siamo un po’ più umili entrambi? L’umiltà è una delle maggiori virtù. Far vedere agli altri che sono forte, che sono orgoglioso o che sono migliore dell’altro perché è diverso, non garantisce che io lo sia veramente. Un omosessuale può essere la più nobile persona del mondo, così come un etero può essere il più crudele e viceversa. Siamo tutti persone, esseri umani; tutti abbiamo colpe e ragioni; tutti abbiamo difetti e pregi. L’errore più grande è giudicare l’altro, puntarsi il dito a vicenda. Se imparassimo a dialogare, a scambiarci opinioni, forse una storia come quella di Luca ci farebbe riflettere su una questione molto importante: nulla è certo nella vita. La si scopre solo vivendola! LA SCHERMA SOLO SPORT OLIMPIONICO? L’arte marziale l’arte della buona educazione Un mondo tutto da scoprire rmato di spada e maschera alquanto particolari, il mitico ed originale professore Vito Turco ci delizia di giorno in giorno con una nozione in più riguardo a uno sport antichissimo e poco conosciuto: si tratta della scherma. Arte marziale di nobili origini, consiste in un combattimento leale tra due contendenti armati di spada, fioretto o sciabola. La disciriconosce plina nell’arma il mezzo di difesa fra sé e l’avversario. È così che, mediante un’attività apparentemente semplice, il nostro maestro ci insegna in poche ore di lezione, ad assumere un atteggiamento di attività e reattività nell’eventualità di un’aggressione che nel mondo attuale non rappresenta certo una rarità. Nello sport rientra, inoltre, l’applicazione di una buona dose di coraggio, determinazione e prontezza fisica: un nuovo modo, dunque, di sviluppare le nostre abilità e di fare educazione fisica, superando i confini del tempo ed entrando in contatto con storiche ed importanti tradizioni. “Affondo, parata, attacca, difendi”, è questo ciò che si sente dai cortili della nostra scuola, perché la scherma non è solo uno sport olimpio Diletta Vantaggiato 2° B A olti di noi sono portati ad associare, inconsciamente, le arti marziali alla violenza o comunque ad una disciplina bruta, aggressiva finalizzata soprattutto al contatto fisico, al far del male. In una società come la nostra che ha visto negli ultimi anni l’incalzare significativo del bullismo, in particolar modo nell’ambito scolastico, l’apprendimento delle arti marziali invece potrebbe dimostrarsi un espediente importante e decisivo per contrastarlo. Rocco Cito, brigadiere dell’Arma dei Carabinieri, maestro di arti marziali ed esperto nelle tecniche di disarmo, dell’associazione Polisportiva “Estreme Sporting Center” di Patù, afferma con lungimiranza come l’obiettivo di ogni istruttore sia fondamentalmente quello di educatore sociale, propenso ad allontanare i giovani, attraverso lo sport, il rispet- M SANREMO 2009 ARISA… vince la “Sincerità” RISA (Rosalba Pippa), con la canzone Sincerità vince il Festival di Sanremo 2009 nella sezione nuove proposte. Una curiosità: ARISA è un acronimo; infatti A sta per Antonio (il padre), R sta per Rosalba (il suo nome), I sta per Isabella (la sorella), S sta per Sabrina (l’altra sorella), A sta per Assunta (la madre). La vittoria è giunta al termine della quarta puntata della competizione canora. “Non mi aspettavo di vincere”, ha spiegato Arisa nella conferenza stampa a seguito della consegna del premio. Quanto al suo abbigliamento, ha detto, “in questo momento il mio look è più ricercato, ci sono persone che mi seguono. Ma ho sempre prediletto uno stile originale e buffo che esalti un mio aspetto fin’ora non molto noto”. La nuova promessa musicale cela il suo volto dietro a degli occhialoni con una montatura spessa, come schermo delle proprie insicurezze: “Non ho mai avuto un buon rapporto con il mio aspetto fisico”, confessa: “Preferisco che venga fuori il mio lato sarcastico”. Assai personale è anche il look nella vita quotidiana: ARISA si veste in un atelier che rivisita in chiave moderna lo stile Anni ’20. A to delle regole e la buona educazione, dalla spirale della droga e dell’emarginazione. La difesa personale oggi ha raggiunto, grazie all’esperienza del maestro Cito, un livello di apprendimento molto apprezzato, determinato anche dalla nascita dell’autodifesa Tae-Pam Utsma suddivisa in 10 livelli, seguiti, oltre che dal maestro, da diversi istruttori qualificati, tra cui Petta Francesco, Maurizio Pirelli, Dioum Serin, Monteduro Giovanni, Ettore Zecca.. Le arti marziali, oltre alla difesa e all’acquisizione delle tecniche di lotta corpo a corpo e lotta a terra, mirano ad insegnare essenzialmente, indipendentemente dal sesso o dall’età, il giusto comportamento nella società, a conoscere meglio se stessi, i propri limiti, l’autocontrollo, autostima perché nessun’arma e nessuna disciplina è più ragguardevole dell’educazione e del rispetto degli altri. Petta Simone 5^B S.C Dirigente scolastico: Prof. Anna Luisa Saladino Responsabili: Ha fatto sorridere con i suoi occhioni quasi spauriti sul palco dell’Ariston, ma ha sorpreso tutti quando, con la sua irresistibile ed orecchiabilissima “Sincerità”, ha fatto canticchiare non solo il pubblico della platea ma anche gli addetti ai lavori della sala stampa, che hanno salutato la sua esibizione con dei lunghi applausi. All’annuncio fatto da Paolo Bonolis, è rimasta per un attimo immobile, con gli occhi sbarrati, e poi si è commossa tra gli applausi del pubblico. “Grazie a tutti, non piango più”, ha detto poi ringraziando il maestro Lelio Luttazzi, che l’aveva accompagnata mercoledì sera sul palco dell’Ariston nella serata dei debutti. Comitato redazione: Nuccio Alessandra, Ferraro Greta Maria, Santo Giulia, De Giovanni Ramona, Carrozzo Daria, Legari Francesca, Alloggio Mariella, Preite Roberto, Calati Francesca, Accogli Agnese, Melcarne Giulia, Magno Antonella, Martella Lucia, Longo Jessica, Bellante Sara, Sodero Valentina. Collaboratori: Nuccio Alessandra, Storella Giulia, Riso Vincenzo, Orlando Sofia, Ferraro Greta Maria, Sbarro Antonella, Ciardo M.Grazia, De Giovanni Ramona, Nuccio Roberta, Accogli Chiara, Panico Rosaria, Romano Sofia, Rizzo Ilaria, Morcianò Serena, Minafro Roberta, De Marco Alice, Grecuccio Giulia, Grecuccio Anna, Grecuccio Giulia, Martella Valentina, Orsini Chiara, Scarcella Ester, Musarò Luciana, Bortolussi Sabrina, Alloggio Mariella, Peluso Alberta, Preite Roberto, Legari Francesca, Sparascio Andrea, Santo Giulia, Hallabi Necha, Biasco Francesca, Calati Francesca, Ratano Gabriella, Coppola Rita, Martella Lucia, Magno Antonella, Melcarne Giulia, Accogli Agnese, Carrozzo Daria, Rizzo Mariella, Bacalini Chiara, Zocco Andrea, D’aversa Andrea. Stampa: De Giovanni Elisabetta IV B Valerio De Iaco I B Sc. Prof. Giovanni Nuzzo Prof. Carmelo Anastasio Imago Pubblicità Lucugnano tel.0833.784262