Il luogo della Luce - Accademia di Brera
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Il luogo della Luce - Accademia di Brera
Il luogo della luce “La illuminazione può trasformare all'incredibile una composizione plastica scenica e può persino profondamente mutare la stessa scenografia. Il gusto della scena non è soltanto l'intenzione delle forme prescelte, esso è il gusto dell'atmosfera”. Accademia di Belle Arti di Brera Milano Anton Giulio Bragaglia, Nobiltà dell'operello, Comoedia n. 20 - 1925 Il luogo della Luce I piani del visibile Domenico Nicolamarino “Io pongo domande, metto sulla carta forme di linguaggio, così come forme di sensibilità, di intenti e di idee, e lo faccio con lo scopo di stimolare il pensiero. Per di più desidero non soltanto stimolare gli altri, ma anche provocarli. Anche là dove questo carattere provocatorio non è subito evidente – come ad esempio nei disegni – esso è comunque presente in profondità”. Heinr Bastian, Jeanot Simmen, Interview with Joseph Beuys, in Drawing – catalogo mostra National Galerie Berlin IL LUOGO DELLA LUCE Introduzione Lo spazio che ci circonda si compone di elementi pittorici e tridimensionali generati dalle interazioni tra lo scenario urbano ed interno in sinergia con il movimento delle persone. Le diverse dinamiche dei corpi ed altri elementi fisici creano continui modelli sensoriali e multitemporali i quali, nei vari contesti, acquisiscono valore riflettente. L’interazione dei diversi elementi costituiscono la multisensorialità. Otteniamo la nostra percezione dello spazio con la luce che ci permette di osservare lo spazio con dati statici e dinamici in una dimensione di polisemicità. Le diverse presenze vengono codificate con la luce naturale ed artificiale, nelle diversità geometriche e temporali, e tutto questo suggerisce nuove letture di quello che ci circonda. La comparazione quindi permette una lettura scientifica e gli elementi che ne scaturiscono vanno a finalizzare gli aspetti artistici. 5 “Una grande illuminazione nasce da un grande dubbio” detto Zen Il luogo della luce 8 Il luogo della luce è un sistema di interazione delle diverse presenze image-light che si possono distinguere per tipo di relazione in attive e passive, il tutto all’interno di una spazialità. La poetica trova la sua forma armoniosa con una interpretazione fisica o concettuale, rilevata dai sensi e scaturita dal coinvolgimento delle energie elettroluminescenti: lighting, multi vision, sistemi 3D - 4D e interattivi. Il tutto si colloca all’interno dello spettro del visibile elettromagnetico che forma il luogo della luce. Lo spazio visivo è strutturato da parti costruite ed elementi psicologici che scaturiscono dalle letture percettive, anche di natura individuale. Le componenti che permettono la percezione della luce-immagine sono: l'occhio, il cervello e un sistema di strutture nervose intermedie. L'inondazione luminosa riflessa dagli elementi presenti nello spazio è proiettata nell'occhio attraversando la pupilla e si focalizza sulla retina grazie a due lenti, la cornea e il cristallino. I fotorecettori convertono la luce in attività elettrica e l'elaborazione visiva avviene tramite il nervo ottico che trasmette l'attività elettrica al corpo genicolato laterale e al collicolo superiore. La visione è possibile grazie allo spettro elettromagnetico e le immagini che noi percepiamo interagiscono con la nostra memoria, i fattori interiori e con l’istantaneità dell’evento. Questa “piccola” fessura, che si estende dai 380 ai 780 nanomentri, corrisponde ad un miliardesimo di un metro; in sintesi, ci permette di vedere la luce e le immagini, quindi ci trasla all’interno del grande sistema che è l’universo. La nostra presenza è raffigurabile come nel percorso al buio dove i sensi del contatto e dei profumi ci permettono di vedere. La visibilità dello spazio non corrisponde ad una semplice lettura prospettica, bensì potremmo confrontarci con le diverse tridimensionalità che corrispondono a dei valori statici e dinamici. I piani del visibile si sovrappongono come tanti layer trasparenti esposti sui piani secanti il tutto a compiere una rotazione di 360°, la loro continuità ci avvolge in un'unica forma che si somma alle simili fino all’infinito. La luce permette di ingannare l’occhio facendo re- 9 10 cepire volumetrie e materiali in modo diverso, ogni atmosfera è il risultato dell’osservazione dell’ambiente che ci sottolinea diversi modi di rappresentazione. Il metodo di rappresentazione frontale presenta quello che noi vediamo su un unico piano verticale e quindi la tridimensionalità può essere rappresentata con la luce o con la sistematica distribuzione dei diversi elementi secondo un metodo scientifico matematico. Per la corretta applicazione di una visione luminosa la rappresentazione topologica che individua una scena con diversi punti di vista, come le scenografie del Bibbiena, unifica la visione frontale e le viste laterali dall’alto creando un’unica visione della scenografia. La lettura di questa impostazione scenica sottolinea l'universalità della scenografia che non si riferisce ad una lettura centrale, bensì decentralizzata ed in rapporto ai diversi ambienti. La mutevolezza delle scena crea un racconto e quindi una sceneggiatura multipla. Durante il Medioevo lo spazio era rappresentato con la profondità relazionata da traguardi (elementi costruttivi e naturali). Questo effetto si otteneva inizialmente mediante i piani obliqui, in seguito l’architetto Filippo Brunelleschi elaborò il meto- do della prospettiva lineare, permettendo di rappresentare lo spazio in modo più naturalistico. La rappresentazione dello spazio dal Rinascimento alla fine dell’Ottocento permette di creare effetti di illusionismo con il sistema prospettico. Questa visione ci riporta alla mente le “vues d’optique”, che comunemente indichiamo come giochi ottici, le quali ci presentavano effetti scenografici grazie a immagini create su vetrini (diapositive). La fantasia veniva sollecitata dalla lettura dei racconti o poesie permettendo di sviluppare l’immaginazione. L’altro contributo è suggerito dalla pittura, perché grazie alla ricerca dei pittori si sviluppa la fantasia contribuendo alla creatività di immaginari pittorici. L’idea di base è permettere una ampia interpretazione di quello che noi vediamo, il quale corrisponde a quello che percepiamo confrontandosi con quello che abbiamo dentro. L’approfondimento in materia di fantasia permette di percepire e suggerire diverse letture spaziali. L’attenzione consente di creare il colore ed i piani che corrispondono alle “temperature della visione”, la quale potrebbe essere scientificamente misurabile come avviene con la temperatura del colore rapportando ad una ampia scala di gradazione le corrispondenze della visione. Il sistema 11 12 cromatico con la contabilizzazione delle temperature in gradi Kelvin, oltre ad essere impiegato per la quantificazione della luminosità del colore inteso come miscelazione dei colori RGB, può essere pensato alla combinazione delle diverse immagini sovrapponibili per intensità dei colori rosso verde e blu (mixing color RGB). Quindi è possibile costruire il nostro spazio con i materiali utilizzati in edilizia ed allestimenti, ci permette di creare le costruzioni che corrispondono ad architetture, interior design ed allestimenti. Il nostro percepire è anche un valore individuale corrispondente a un tipo di formazione e contenuti culturali, ci permette di creare le membrane trasparenti e sovrapponibili in una continua osservazione, in breve una alternanza di immagini del nostro costruito. Il valore matematico di somma delle diverse trasparenze permette la creazione delle nostre visioni di tipo cinematografiche. Quindi un continuo racconto che nel teatro dell’antica Grecia era applicato al valore dell'esterno con il contatto della natura. La scena dell'ambientazione naturale o del costruito dove i colori e le temperature cromatiche si velano e si svelano in continuo moto perpetuo. Una concatenazione di piani e trasparenze. Il racconto si trapela con la parola del recitato e dalla sequenza delle trasfigurazioni del reale che viene realizzata dalla visione o immaginazione. In questa dimensione è importante il rapporto della luce che compie le diverse trasformazioni con la sovrapposizione di alcuni elementi. Il continuo raffigurarsi delle visioni figurative ci suggerisce una dinamicità del luogo della luce. Lo spazio è come una messinscena teatrale, si compone e decompone in molteplici veli che si sommano in volumetrie leggiadre. Le diverse informazioni visive lette dall'occhio sono complesse e grazie alla corteccia cerebrale l'elaborazione dei dati permette la visione delle diverse informazioni lineari (orientamento nello spazio visivo). La capacità del visitatore dei luoghi è quella di captare così come lo spettatore attento si accorge delle sfumature sceniche, luminose e di recitazione. La raccolta delle informazioni come in un database segue un sistema che potremmo delineare di tipo matematico e quindi la nostra visione, una volta recepita l’espressione e individuato le incognite, calcola come in una equazione il susseguirsi delle informazioni visive-ottiche. Il muoversi nello spazio con il sistema visualizzazione calcolata in tempo reale è rilevante alla riuscita del recepimento spaziale. Per comprendere questa idea è possibile visualizzare cosa succede nei film in cui il 13 protagonista vede con gli infrarossi e rileva nella spazialità i riferimenti cartesiani: le distanze, il calore emesso dalle persone, le profondità luminose cromatiche e altri indicatori rilevanti alla lettura dell’ambiente che ci circonda. Semiologia della luce 14 Il valore aggiunto della luce è estendibile a diverse applicazioni che non si riducono alla semplice rappresentazione dei rapporti geometrici e di figurazioni estetiche. L’oblio iniziale è riconducibile alla mancanza di preparazione psicologica e ad una diversa educazione visiva impartita nelle scuole. Il percorso formativo segue una visualizzazione di ciò di cui si è certi e la mancanza della ricerca ci espone in situazioni estetiche di facile lettura e di comune conoscenze. L’ampliamento alla ricerca estetica delle macro visioni ci permette di seguire nuove composizioni luminose. Le dimensioni devono scaturire da nuovi suggerimenti emozionali che si avvalgano di sinergiche comunicazioni espositive. L’idea di base è la definizione geometrica-matematica del vedere costituita da una visione stratigrafica. L’osservazione Indice: Introduzione 5 Il luogo della luce 8 Semiologia della luce 14 Polisemicità 21 Rete di fluidi luminosi 25 Energia compositiva 31 Energia irradiata 33 Relatività della luce 36 Nuova struttura visiva 38 Abecedario visivo 41 Vivacità dei luoghi deputati 44 Valori aggiunti 50 Overture di armonie luminose 55 Architettura d’Interni On-Off 59 Forme ampliate 64 Comunicazione espositiva 69 Requisiti e nuove prestazioni 81 Sintesi: Archipainting – Architainment 83 Ritmiche di visualizzazioni 87 Luce allo stato solido 89 Performance luminosa 91 Approfondimento: Manifesto del Macchinismo 94 Bibliografia di base 96 Scheda autore 99 Concorso Palazzo Isimbardi 112 Laboratorio visivo: Allievi in luce 117 101 Il luogo della luce “La illuminazione può trasformare all'incredibile una composizione plastica scenica e può persino profondamente mutare la stessa scenografia. Il gusto della scena non è soltanto l'intenzione delle forme prescelte, esso è il gusto dell'atmosfera”. Accademia di Belle Arti di Brera Milano Anton Giulio Bragaglia, Nobiltà dell'operello, Comoedia n. 20 - 1925 Il luogo della Luce I piani del visibile Domenico Nicolamarino “Io pongo domande, metto sulla carta forme di linguaggio, così come forme di sensibilità, di intenti e di idee, e lo faccio con lo scopo di stimolare il pensiero. Per di più desidero non soltanto stimolare gli altri, ma anche provocarli. Anche là dove questo carattere provocatorio non è subito evidente – come ad esempio nei disegni – esso è comunque presente in profondità”. Heinr Bastian, Jeanot Simmen, Interview with Joseph Beuys, in Drawing – catalogo mostra National Galerie Berlin