Diapositiva 1 - Unindustria Treviso
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PROF. PAOLO PAULETTO Professore Medicina Interna, Università di Padova Università degli Studi di Padova Ospedale Cà Foncello di Treviso Dipartimento di Medicina Interna Piacere e salute. La tradizione alimentare tra vecchi e nuovi sapori e stili di vita Prof. Paolo Pauletto Sommario • La tradizione e le nuove cucine; • La varietà stagionale; • Gli additivi alimentari; • La catena del freddo; • Un esempio paradigmatico: nutrienti e cancro gastrico; • Conclusioni e problemi aperti. La battaglia di Lepanto Andrea Vicentino, Battaglia di Lepanto (1595-1605) Le sarde in saor “Se tu voy fare pesse a savore che se chiama a sabeto, frizelli in bono olio, toy uva passa e maxenala con l’agresta e con aceto e toy cepola e lessala e batila con cotello poy frigilla con quello savore e mitige specie che non habia zafarano e mitigi galanga asai e fai che seano acetoxi non tropo” tratto da “Libro per cuoco”, anonimo veneziano (1300) La ricetta Ingredienti (per 4 persone): –700 g di sarde freschissime –1,4 Kg di cipolle bianche –farina 00 –olio semi di arachide –olio extra vergine d’oliva -sale –pepe –1 cucchiaio di zucchero –mezzo bicchiere di aceto bianco –2 cucchiai di uvetta sultanina –1 cucchiaio di pinoli Contenuto di vitamina C ALIMENTO VITAMINA C (MG/100 G) UVA 340 PEPERONCINI PICCANTI 229 RIBES 200 PEPERONI ROSSI E GIALLI 166 PREZZEMOLO 162 PEPERONI CRUDI 151 PEPERONI VERDI 127 LATTE 127 BROCCOLETTI DI RAPA 110 RUCOLA 110 KIWI 85 CAVOLI DI BRUXELLES 81 SPINACI 54 CLEMENTINE 54 FRAGOLE 54 CAPPUCCIO ROSSO 52 TARASSACO 52 ARANCE 50 LIMONI 50 RADICCHIO VERDE 46 POMODORI 43 SUCCO DI LIMONE 43 I nuovi sapori Sono 2000, forse 2500 i nuovi ristoranti etnici in Italia: i locali aprono e chiudono a ritmo impressionante, con una media di 50 nuovi locali al mese: il palato nazionale medio, un tempo tra i più conservatori del mondo, si è sgretolato sotto i colpi di sushi e cous cous, salse agrodolci e curry, totopos e jalapeños. Palato nazionale allo sfascio? I locali etnici sono ormai scenografia della vita quotidiana italiana come le pizzerie e le trattorie. Baklava, spriss, feta, hummus, kebbeh, chapati: ingredienti e piatti esotici sono entrati nel lessico delle famiglie nelle quali non di rado si sorseggia shay bil nanà, il tè alla menta marocchino. E sono entrati anche nei menu delle scuole, come da tempo a Cesena, e perfino in quelli degli ospedali. Già tre anni fa il nosocomio di Legnago introdusse cous cous, datteri e falafel. Nelle scuole, poi, l’etnico alimentare è destinato a dilagare e non solo nelle mense ufficiali. Quest’anno negli asili di Milano un bambino su quattro è figlio di immigrati o di coppie miste. E’ impensabile che la merendina della mamma non abbia un qualche sapore esotico e che gli amichetti non la vedano, ne sentano l’odore o l’assaggino. Cose, anzi, sapori inauditi. Pellegrino Artusi, salute a noi, si starà rivoltando nella tomba. E non solo per i tempi in cui visse lui, nume tutelare della moderna cucina italiana. Appena dieci anni fa questo boom era impensabile. Stranieri o turisti che tornano in Italia dopo una lunga assenza stentano a credere ai loro occhi. “La santità della cucina italiana è stata scardinata”, ha scritto Robert Curtis sul sito italiano dell’Agricultural Trade Office USA.“Cosa è successo?”, si chiede shoccata Kate McGhie, critica enogastronomica del quotidiano australiano Herald Sun, che pure viene in Italia annualmente. Già, cosa è successo? Tutto nuovo, niente di nuovo Altro che Italia. “Infatti, poi, non sappiamo / né ciò che siamo, né dove siamo, / né dove andiamo...", ancora da Rap2 di Arbasino. Sembra quasi di parlare di un altro paese. E invece a ben vedere non è così. L’Italia dell’antichità era già aperta a ingredienti e consuetudini di tutto il mondo allora conosciuto. Dedalo, il geniale cuoco di Trimalchione, nel Satyricon petroniano, cucina con spezie dei quattro angoli del grande impero romano. Lo storico Massimo Montanari ha portato alla luce un testo del Duecento che parla di un ricco di Canosa alla cui tavola, non solo ci sono le specialità pugliesi, calabresi, siciliane, campane, ma anche “si affollano cibi della Siria e della Palestina, dell’Egitto e di Tripoli, di Babilonia, Costantinopoli e Alessandria”. D’altronde, nel Seicento, Bartolomeo Stefani nella sua Arte di ben cucinare sconfessa i provinciali del tempo “a cui troppo piace il pane della città natìa”. L’allora cuoco dei Gonzaga esorta apertamente a cercare le cose buone in qualunque direzione. Insomma, la voglia di esotico non è solo un vizietto di questa epoca. E non tutti i nuovi sapori di oggi sono poi tanto nuovi. Zenzero e galanga, per esempio, arrivarono in Italia già ai tempi dei crociati. E le spezie? L’82 per cento delle ricette di Cristofaro Messisbugo ne conteneva generose quantità tra cui cannella, cumino, chiodi di garofano e noce moscata. E che dire del cous cous che oggi è la porta attraverso cui i neofiti si avvicinano alle cucine altre? Era già comune a Napoli alla fine del Quattrocento con il nome di semmolella, nel Cinquecento lo chiamavamo sucussú e nel Settecento gli ebrei d’Italia – e non solo loro – lo mangiavano come cuscusú. La varietà stagionale Perché scegliere alimenti che rispettano il naturale andamento stagionale? Giuseppe Arcimboldo, Ritratto di Rodolfo II in veste di Vertunno (1590-1591) La varietà stagionale • Più gusto e profumo. • Apporto di nutrienti più vario e completo. • Maggiore contenuto di vitamine e sali minerali rispetto ai prodotti di serra. • Maggiore conservazione delle vitamine. • Minor inquinamento. • Minor quantità di pesticidi e fertilizzanti chimici. La conservazione Jacopo Chimenti, Dispensa con trancio di cinghiale, pasticcio ed anatra (1624) Gli additivi alimentari • Additivi che preservano la freschezza degli alimenti (antimicrobici e antiossidanti). • Additivi che migliorano le caratteristiche sensoriali degli alimenti (conservanti, addensanti, emulsionanti, edulcoranti, esaltatori di sapidità). • Additivi che facilitano la lavorazione degli alimenti (agenti antischiuma, antiagglomerati). Gli additivi alimentari Glutammato Monosodico La catena del freddo I dati dell’Istituto Italiano Alimenti Surgelati (IIAS) rivelano che oltre il 66% degli italiani consuma alimenti surgelati e la frequenza media è di 1,5 volte a settimana. La catena del freddo La catena del freddo La catena del freddo Le tecniche di raffreddamento: • Refrigerazione (tra 0 C° e +5 °C) • Congelamento (tra -7 C° e -18 °C) • Surgelazione (-18 C° in < 4 ore) Cancro gastrico Fattori di rischio: • Infezione da H. Pylori • Fattori dietetici • Stile di vita • Obesità • Familiarità • Occupazione Cancro gastrico Andamento della mortalità del cancro allo stomaco nei maschi dal 1970 al 2003 in Europa Bosetti C, Bertuccio P, Levi F, Lucchini F, Negri E, La Vecchia C. Cancer mortality in the European Union, 1970-2003, with a joinpoint analysis. Ann Oncol. 2008;19(4):631-40 Cancro gastrico Cancro gastrico e consumo di vegetali Jarosz M, Sekula W, Rychlik E, Figurska K. Impact of diet on long-term decline in gastric cancer incidence in Poland. World J Gastroenterol. 2011;17(1):89-97. Cancro gastrico Cancro gastrico e consumo di frutta Jarosz M, Sekula W, Rychlik E, Figurska K. Impact of diet on long-term decline in gastric cancer incidence in Poland. World J Gastroenterol. 2011;17(1):89-97. Cancro gastrico Cancro gastrico e consumo di vitamina C Jarosz M, Sekula W, Rychlik E, Figurska K. Impact of diet on long-term decline in gastric cancer incidence in Poland. World J Gastroenterol. 2011;17(1):89-97. Cancro gastrico Cancro gastrico e uso del frigorifero Jarosz M, Sekula W, Rychlik E, Figurska K. Impact of diet on long-term decline in gastric cancer incidence in Poland. World J Gastroenterol. 2011;17(1):89-97. Conclusioni • La varietà stagionale rappresenta una promessa di salute in quanto fornisce l’apporto di nutrienti necessario per le diverse esigenze dell’organismo. • Non tutti gli additivi alimentari sono innocui per la salute. • La catena del freddo salvaguarda la freschezza dei prodotti senza alterarne le proprietà nutritive. Problemi aperti • Come si inseriscono in questo contesto le abitudini alimentari della globalizzazione ? • Come far fronte all’incremento demografico mantenendo stagionalità e diversificazione delle colture ? • Come risolvere il paradosso della crescita mondiale di obesità e il persistere di malnutrizione ?