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ASILO NIDO
“La Torre di Mago Merlino”
di Lerussi Pamela e Delli Zotti Francesca snc
Via Nogaredo 13 fraz. Passons, 33037 Pasian di Prato UD
n. tel. 0432 403091 P.Iva 02258800305
IL CONTROLLO SFINTERICO
Il controllo sfinterico, quindi l’acquisizione della capacità di controllare la vescica e l’intestino, è una
tappa importantissima e rappresenta una delle tappe miliari dello sviluppo del bambino. E’ sicuramente
un’acquisizione facile e veloce se è trattata in modo corretto; l’importante è che non deve diventare
fonte di disagio e di preoccupazione né per il bambino, né per i genitori.
Per arrivare a controllare da solo le funzioni corporee, il piccolo deve aver raggiunto un certo grado di
maturazione fisiologica, senza la quale è impossibile educarlo al vasino. Che cosa significa? Dal punto di
vista anatomico bisogna aspettare lo sviluppo di una zona del cervello che corrisponde alla volontà e alla
coscienza. La maturazione neurologica è fondamentale perché permette un controllo volontario delle
contrazioni della vescica. Bisogna che il bimbo, libero dal pannolino, si eserciti più volte, prima di
riuscire a tenere la pipì, grazie anche all’impulso del cervello. I ritmi di questa complessa maturazione
non sono uguali per tutti i bambini: c’è chi è precoce e chi tardivo. Gli studiosi hanno comunque rilevato
che in genere il bambino è pronto tra i 20 mesi e i 3 anni. Le femmine, poi, sono più precoci dei maschi,
che di solito raggiungono l’autonomia 6-8 mesi dopo (semplicemente perché i maschietti hanno uno
sviluppo neurologico più lento). Il compito dei genitori sarà quindi delicato: dovranno essere attenti a
captare i primi segnali di maturità e agire di conseguenza.
Ovviamente esistono variabili che entrano in gioco, come l’ambiente e lo stile educativo familiare, perciò
un bambino è pronto prima e uno dopo e il controllo sfinterico viene raggiunto in età diverse; quello che
è certo, però, è che è inutile sforzare questo evento solo per una soddisfazione personale in quanto, se
fatto controvoglia, innesca nel bambino un meccanismo di rifiuto che lo rende un processo lungo e
tormentato.
E’ importante per i genitori osservare attentamente il proprio figlio ed essere onesti sul suo sviluppo;
non c’è da scoraggiarsi se si vede il bambino ancora “piccolo”… Anzi è meglio aspettare qualche mese in
più piuttosto di rischiare di non aver colto il momento giusto. Per cui bisogna lasciare al bambino il
tempo di svilupparsi secondo il ritmo personale.
Il controllo del retto viene di solito raggiunto dopo il controllo della vescica (in genere a partire dai 2
anni). Se l’attività intestinale è piuttosto regolare e prevedibile, tutto è più semplice. Il periodo
dell’educazione al vasino, coincide con le intense sensazioni di piacere e di orgoglio che il bambino prova
nell’andare di corpo. Non bisogna sottovalutare, però, che questo “atto” ha per il bambino un significato
molto profondo: facendo la cacca lui dimostra di essere capace di creare qualcosa e, nello stesso
tempo,sente e vede che perde qualcosa di sé. In questo periodo della crescita caratterizzato dai “no”
del bambino e dalla ricerca della propria indipendenza dai genitori, dimostrarsi troppo esigenti può
essere controproducente. Può far scattare nel piccolo l’impulso a “trattenere” per contrastare i
genitori e sottrarsi al loro completo controllo. Quindi se i genitori si mostrano troppo rigidi e
apprensivi, possono far emergere il “bastian contrario” che c’è in ogni bambino di 2 anni. Lo stesso vale
se lo incitiamo a sforzarsi controvoglia e se controlliamo tempi e orari, come spesso avviene anche per
l’alimentazione.
STRATAGEMMI VINCENTI
Il ribrezzo verso le feci non è innato, ma è una conseguenza dell’atteggiamento dei genitori, che
invitano il piccolo a “fare”, ma a non toccare né mostrare la sua “produzione”. Il bambino riceve
messaggi contraddittori, prima lo si esorta a “produrre”, e poi la sua creazione viene buttata
velocemente nel water e fatta sparire. E’ giusto, invece, avere un po’ di tatto e di delicatezza: lodarlo e
permettergli di mostrare le feci al papà e alla nonna.
Importante è anche non costringerlo a interminabili sedute sul vasino, peggio ancora, a rimproverarlo in
caso di stitichezza o intervenendo sistematicamente con supposte o clisteri, che il bambino vive come
una violenza su se stesso. Il messaggio che il bambino vuole ricevere dai genitori è “sei così bravo da
poter fare anche questo” e non “ormai sei grande, devi saper fare anche questo”. Il bambino, infatti,
anche se vuole affermare la propria indipendenza, ha ancora bisogno di sentirsi il piccolo di mamma e
papà.
LE BUONE REGOLE
Quando si decide di togliere il pannolino al bambino, dopo un’attenta e condivisa osservazione con la
maestra, bisogna essere sicuri e senza esitazioni.
Una volta partiti non si deve interrompere il processo; bisogna evitare di mettere e togliere il pannolino
in maniera altalenante perché ciò toglie sicurezza al bambino e si rischia che venga preso come un gioco
da farsi solo quando se ne ha voglia.
Bisogna lavorare secondo una linea comune: per cui, il pannolino va tolto sempre e con tutti (anche
durante il week-end e in automobile)
E’ importante mantenere saldi i propri principi attrezzandosi di un cambio e di una tela cerata per il
seggiolino dell’auto quando si deve uscire per fare la spesa oppure per andare dai nonni.
Prima di salire in macchina bisogna fare la pipì.
Bisogna trovare, per quanto possibile, un periodo di tempo lungo e abbastanza libero da impegni in cui
dedicarsi completamente al figlio 8almeno 2-3 ore al giorno per 20 giorni).
Bisogna sempre spiegare al bambino cosa sta succedendo con parole chiare e reali rendendolo partecipe
di tutte le fasi che interessano questa acquisizione. Per esempio si può andare insieme a comprare il
riduttore o le mutandine…
Mostrarsi sorridenti da gioia e serenità: non esistono cacche e pipì che fanno ribrezzo, tutto fa parte
della vita. Quindi, non si deve innescare nel bambino strane idee sulla pipì e sulla cacca.
E’ necessario rendere partecipi tutte le persone che ruotano attorno al bambino.
Bisogna ricordarsi che controllo sfinterico non significa che il bambino avverte quando deve fare la pipì.
Trascorrerà molto tempo prima che questo accada, per cui i genitori dovranno chiedere al bambino se
necessita di fare la pipì.
Bisogna ricordarsi molto bene che all’inizio non si deve lasciare possibilità di scelta al bambino, perché
lui avrà sempre qualcosa di meglio da fare, come per esempio giocare. Bisogna dirgli con fermezza
“andiamo a fare la pipì” anziché domandargli “vuoi andare a fare la pipì?”.
Non sforzare in alcun modo il bambino. Se è riluttante si deve lascir perdere e dare tempo al tempo.
E’ necessario che siano i genitori e nessun altro a decidere quando iniziare il percorso ed è importante
che si sentano pronti a permettere al bambino quest’ulteriore passo verso l’autonomia.
Non si deve mai rimproverare il bambino per gli insuccessi, perché questi, all’inizio, sono all’ordine del
giorno. In questo periodo un dissenso può essere fonte di frustrazione e può bloccare il processo di
acquisizione del controllo sfinterico.
E’ importante che ci sia un tempo e un luogo: il bagno, dove si va non per giocare ma per fare la pipì.
IL MOMENTO GIUSTO
Per capire come si fa a trattenere la pipì, il bambino deve essere lasciato libero dal pannolino: ma quali
sono i segnali che ci indicano che potrebbe essere pronto?
Dopo il pisolino pomeridiano il bambino si sveglia il più delle volte asciutto.
E’ pronto a comprendere parole e concetti tipo: questo è il water.
Ha un istinto imitativo. Guardando gli altri bimbi andare sul water chiede di poterlo fare anche lui.
Ci sono anche, però, dei momenti in cui è meglio non gravare sul bambino:
Meglio aspettare che passi l’eccitazione legata alla capacità di camminare.
Aspettare il superamento del periodo di negativismo e provocazione.
LE FASI A CASA
Prima e seconda settimana a casa con mamma e papà:
Almeno per i primi giorni, finchè non si capisce quanto il bambino riesce a trattenere la pipì, portarlo in
bagno ogni 20 minuti circa; con il passare dei giorni si prolunga il tempo di attesa.
Si toglie il pannolino al bambino e si prova a fare la pipì sul water. Meglio evitare i giocattoli e le lunghe
sedute ( non più di 5 minuti).
Si rimette il pannolino.
Terza settimana:
Si toglie gradualmente il pannolino da un’ora per arrivare a 2-3 ore.
Si continua a portare il bambino a fare la pipì regolarmente.
Quarta settimana:
Si toglie il pannolino per l’intera giornata.
Si continua a portare il bambino a fare la pipì regolarmente.
Periodo successivo:
Tutto il periodo successivo verrà dedicato ad affinare questa nuova conquista.
LE FASI IN ASILO
In asilo si procederà come a casa ma si inizierà il percorso una settimana dopo.
Per quanto riguarda il controllo notturno della vescica generalmente bisogna pazientare ancora un anno
dal momento in cui il bambino inizia a riscuotere i primi successi diurni.
Ricordiamo anche che il controllo della vescica non sempre coincide con il controllo del retto.
E’ fondamentale ricordare che i promotori di questa tappa sono i genitori e non l’asilo. Pertanto,
quest’ultimo funge da supporto e non da sostituto ai compiti familiari.