Bagna ancora il letto! Lo punisco?
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Bagna ancora il letto! Lo punisco?
30/11/2011 Bagna ancora il letto! Lo punisco? Nessun bambino è cattivo o fa cose per mortificare o punire i propri genitori. Ogni atteggiamento o comportamento di un piccolo ha sempre una sua motivazione che non è mai, però, nutrita da sentimenti come l'odio, la ripicca, la cattiveria, la disobbedienza voluta per far male o castigare, atteggiamenti che appartengono solo alla dimensione dell'adulto. Cari genitori, prendo spunto da una lettera che mi arriva da uno di voi, per affrontare un argomento molto poco conosciuto, ma che è causa di grande frustrazione nei genitori e nei piccoli bambini, spesso maltrattati per un problema che non esiste e di cui nessuno ha colpa o per lo meno non ne hanno certamente i bambini. Stiamo parlando del bambino grandicello (sopra i 3 anni) che la notte "ancora" bagna il letto. L'avverbio è posto rigorosamente tra le virgole, per evidenziare l'attesa che i genitori ripongono su quel bambino che, ahimè!, si distingue dai coetanei per una condizione che "problema non è" ma... lo diventa. I consigli che vengono dall'esterno, infatti, quando trapela la notizia - spesso consumata nel silenzio appestato e pesante delle pareti domestiche - sono troppo spesso fonte di incomprensioni e serie ripercussioni sulla vita del bambino. Studi epidemiologici attestano che spesso di questo argomento non se ne parla neppure col medico, ritenendo erroneamente di essere genitori incapaci o di avere dei figli "immaturi" e che, quindi, è meglio risolvere la questione con una presa di posizione forte e determinata eludendo il confronto che sarebbe - nel loro pensato - certamente accusatore. Metterò allora giù la piccola lettera di questa mamma con il mio commento, lasciando, poi, per chi 1 lo desiderasse, un link direttamente sul sito per un eventuale e ulteriore maggior approfondimento sul tema. Quello di cui parliamo è solo un argomento dietro al quale si celano verità profonde e importanti. Se riuscirete a captarle, allora, vi chiederò di farvi paladini di un messaggio forte e chiaro: nessun bambino è cattivo o fa cose per mortificare o punire i propri genitori. Ogni atteggiamento o comportamento di un piccolo ha sempre una sua motivazione che non è mai, però, nutrita da sentimenti come l'odio, la ripicca, la cattiveria, la disobbedienza voluta per far male o castigare, atteggiamenti che appartengono solo alla dimensione dell'adulto. Janusz Korczak era un ebreo polacco, educatore, poeta, medico e libero pensatore, vissuto a cavallo tra l'800 e il 9001. Korczak consacrò interamente la sua vita e il suo lavoro per i bambini. Rinunciò consapevolmente a creare una famiglia propria: i suoi figli furono quelli degli altri, soprattutto quelli abbandonati e per loro e per i loro diritti e per il rispetto della loro integrità e unicità, si batté con tutte le forze e tutti i mezzi, fino all'ultimo respiro. Korczak fu un grande pedagogo e scrisse molti testi sui bambini da titoli eloquenti come "Quando diventerò bambino", "Come amare il bambino", "Il diritto del bambino al rispetto". Pensate, miei cari genitori, che Korczak morì nell'agosto del 1942 nel campo di sterminio di Treblinka, condannato dalla cieca barbarie nazista, assieme a duecento bambini e ai loro educatori della "Casa dell'Orfano" da lui fondata e diretta per trent'anni. Korczak, quindi, fu un uomo di scienza col cuore del poeta e l'animo di un bambino. Li amò fino a dare la sua vita per loro. Ebbene, tra le sue tante affermazioni, Korczak scrisse che "noi adulti non facciamo altro che studiare i presagi; vogliamo prevedere tutto, essere sicuri di ogni cosa. Questa attesa piena di ansia per ciò che sarà aumenta la nostra mancanza di rispetto per ciò che il bambino è"2. Sia questo un monito per me come padre e come medico dei bambini. E, allora, vi lascio a questa piccola e semplice lettera, che assomiglia a uno dei tanti quesiti che mi ponete ogni giorno, e dai quali trapelano non tanto i comuni e frequenti problemi, talvolta magari anche mal gestiti, ma come all'interno di quello che può sembrare un problema, ogni mamma percepisca il dubbio di un atteggiamento errato, perché la verità - ve lo racconto sempre - è scritta dentro il vostro cuore e non solo nel nostro sapere medico (quando c'è!). Ogni mamma sa' e conosce bene e fino in fondo quel figlio e percepisce che le sue diversità non sono segno di malattia, ma in fondo gli elementi che lo rendo "proprio". 1 2 Volta A. Il bambino secondo Janusz Korczak http://www.vocidibimbi.it/Mondobimbo/Ruotalibera/Bambino_Korczak.htm Korczack J. Il diritto del bambino al rispetto, Luni Editrice, pag.33 2 Caro Dottore, mia figlia ha ora quattro anni e da quest'estate le abbiamo tolto il pannolino durante la notte. Inizialmente è stato molto difficile per lei, ma da fine settembre sembrava che la maggior parte delle volte riuscisse a controllare la pipì durante il sonno, anche se comunque capitavano episodi in cui perdeva il controllo. Alcune settimane fa ha avuto un brutto raffreddore con tosse durante la notte e pipì incontrollate. Ora, da una decina di giorni sta benissimo eppure fa costantemente la pipì al letto. Di giorno non capita mai, quindi non credo sia un'infezione, e non si lamenta per nessun dolore. Cosa fare? E´diseducativo rimetterle il pannolino in attesa di nuovi equilibri? E´un problema psicologico e come posso aiutarla? Cara Mamma, per la ricomparsa di enuresi notturna (pipì a letto durante il sonno) si tranquillizzi: la malattia ha slatentizzato un sistema che non era ancora completamente maturo. Infatti, la piccola non aveva ancora acquisito il totale contenimento notturno. E questo non per sua volontà o per vostra incapacità, ma perché per non fare la pipì a letto quando si dorme e, quindi, non si è coscienti, non c'è bisogno della volontà (perché appunto si è in-coscienti nel sonno), ma è necessario che si produca un ormone (detto anti-diuretico o adiuretina) ad un livello tale (sufficiente) da ridurre la produzione di urina a gocce. In questo modo un adulto, come un bambino, può restare senza urinare anche per 7-8 ore. La produzione di questo ormone comincia alla nascita, ma un livello sufficiente verrà raggiunto con una grande variabilità individuale molto legata alla genetica. Padri o madri, ma anche zii, che hanno "fatto pipì a letto" fino a 6, 8 o 10 anni, possono trasmettere questo ritardo fisiologico di maturazione nella progenie. A 4 anni, come nel suo caso, il 30% dei bambini sani ancora bagna la notte! Alla domanda, "perchè prima sembrava aver raggiunto questa 'maturazione' ed ora di nuovo bagna il letto la notte?", possiamo affermare che il sistema era sì giunto a maturazione, ma che evidentemente la quantità di ormone prodotto non era ancora adeguato, così che un evento "disturbante" ha rimesso di nuovo tutto in discussione. E' chiaro che anche motivi psicologici o di semplice passaggio evolutivo, possono condurre a regressione, così come un'ansia da prestazione indotta inconsciamente dal genitore preoccupato o problematiche familiari protratte, potranno ripercuotersi sul sistema e perpetuare la condizione enuretica. Soprattutto se la ripresa è quasi quotidiana, bisogna ammettere che alla base c'è pur sempre una inadeguata produzione di ormone antidiuretico. Come aiutare il bambino? Non facendogli pesare una condizione di cui non ha colpa né possibilità e volontà di poterla gestire. La notte si dorme e non si può comandare/regolare la diuresi! Bisogna 3 anche evitare che il bambino si svegli nel bagnato, perché è un evento frustrante! Pertanto, non c'è dubbio che in questi casi il genitore dovrà tranquillizzare il piccolo e chiedergli di indossare una mutandina-pannolino. Ognuno di noi potrà comprendere se ci sono comportamenti ansiogeni o disturbanti la quiete del piccolo, sui quali eventualmente agire. Anche le modalità con cui talvolta un genitore affronta la malattia del bambino facendolo sentire un malato serio o in procinto di un evento avverso grave, possono influire sulla stabilità emotiva del piccolo e indurre fenomeni comportamentali anomali. Classico è l'atteggiamento di terrore del genitore di fronte ad un figlio con la febbre alta3 magari protratta nei giorni. Se un bambino percepirà di essere vissuto sull'orlo di un evento avverso grave, potrà sviluppare un'ansia significativa che potrebbe manifestarsi con un ventaglio di sintomi come l'enuresi, un'iperattività afinalistica, impulsività, difficoltà di concentrazione, irritabilità, apatia, logorrea, ansia da separazione, crisi di pianto, sonno disturbato, incubi, iperfagia o riduzione dell'appetito, stipsi, dolori addominali, fino alla possibile somatizzazione con comparsa di eczemi e orticarie o abbassamento delle difese immunitarie. Alla luce di quanto detto, in ogni caso, ritengo che se il genitore non ha cominciato a trovare al mattino il pannolino del bambino sempre asciutto, sia deleterio per la sua serenità toglierglielo la notte. Diverso è, ovviamente, l'atteggiamento da adottare durante il giorno allorquando un bambino di 2-3 anni avrà ben imparato a gestire la pipì e la cacca, per cui potrà fare a meno di indossare pannolino. Per quant'altro vi rimando a questa pagina del mio sito www.pediatric.it/enuresi.htm. Un caro saluto, Raffaele D’Errico, pediatra SE VUOI RILEGGERLA CHIEDI UNA COPIA IN SEGRETERIA OPPURE SCARICALA DAL SITO www.pediatric.it/parliamo_di.htm 3 D’Errico R. La febbre www.pediatric.it/febbre.htm 4