Rassegna stampa - Comune di Sant`Elena
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Rassegna stampa - Comune di Sant`Elena
Ufficio stampa Rassegna stampa giovedì 10 novembre 2011 press unE Il Solere /,1 10/11/2011 Beni in cambio di titoli di Stato Cessioni fino a 60 miliardi - Parte dei proventi vincolati all'acquisto di bond Eugenio Bruno ROMA -MI Via al piano di dismissioni del Governo. Come anticipato nei giorni scorsi da questo giornale si partirà dai beni già in uso alle amministrazioni centrali. Con una novità dell'ultim'ora: i privati potranno versare il corrispettivo pattuito in titoli di Stato. A prevederlo è uno dei tre emendamenti depositati ieri dall'Esecutivo in commissione Bilancio del Senato insieme ai tre sottoscritti dal relatore Massimo Garavaglia (Lega). L'articolo 4-ter dà mandato al ministero dell'Economia di individuare con uno o più decreti del presidente del Consiglio (Dpcm) - i beni delle Pa statali da attribuire a uno o più fondi di investimento immobiliare (ovvero a una o più società anche appositamente costituite) che dovranno intercettare il risparmio privato. Il primo Dpcm dovrà arrivare entro il 3o aprile 2012. E, stando alla lettera della norma, potrà contenere «beni immobili di proprietà dello Stato e una quota non inferiore al 20 per cento delle carceri inutilizzate e delle caserme assegnate in uso alle forze armate». Gli amministratori locali (specie quelli leghisti) tireranno un sospiro di sollievo nel sapere che, a differenza di quanto trapelato nelle scorse settimane, della partita non faranno parte i beni che Regioni, Province e Comuni si vedranno arrivare in dote con il federalismo demaniale. I decreti successivi dovranno stabilire le modalità di collocamento delle quote del predetto fondo. I proventi dell'intera operazione non vengono quantificati. Còntinuano a far fede i 3 miliardi in tre anni indicati nella lettera a Bruxelles ma l'obiettivo fmale potrebbe essere più ambizioso e aggirarsi sui 6o miliardi. Come detto gli acquirenti potranno pagare anche in titoli di Stato. Resta tuttavia da sciogliere un nodo fondamentale: con quale valore? Non è detto infatti che varranno il io o% del loro valore nozionale. Maibond dellaRepubblicaitaliana sono destinatari di \ un'altra norma ad hoc. Se l'alienazione riguarderà edifici liberi nulla quaestio: gli introiti andranno al fondo ammortamento titoli. In presenza di un bene già in uso a un ministero il discorso cambia. Con il capitale incassato l'Agenzia del demanio dovrà acquistare Btp, Bot o Cct, ritirandoli dal mercato, mentre gli eventuali interessi serviranno a corrispondere i canoni di affitto dei nuovi immobili da reperire. • Lo stesso emendamento cita poi le dismissioni dei cespiti statali all'estero e i terreni agricoli. Entrambe le categorie potranno essere cedute a trattativa privata anche se, nel caso dei terreni, viene posta la condizione che il loro valore non superi i 400mila euro. Fermo restando il diritto di prelazione per i giovani imprenditori agricoli. Quanto valgono gli immobili delta Pa Miliardi di euro Stima valore mercato Stima parte libera O RIPRODUZIC NE RISERVATA Clausola di salvaguardia. Età garantita con decreto direttoriale In pensione a 67 anni nel 2026 Il rispetto formale e sostanziale dell'impegno a'Ssunto con l'Europa è confermato con una clausola di salvaguardia. Il primo articolo del maxiemendamento governativo presentato ieri alla legge di Stabilità fissa infatti 112026 carne data inderogabile per i pensionamenti di vecchiaia a 67 anni. Tutti, uomini e donne, entro quella data non potranno incassare l'assegno di vecchiaia senza aver raggiunto l'età effettiva di 67 anni come risultato dell'applicazione progressiva della legislazione vigente. L'innalzamento graduale del requisito, in realtà, è già in corso. I due motori che lo spingono sono la «finestra unica» e P«adeguamento automatico» dei requisiti di accesso ai trattamenti pensionistici in relazione alla speranza di vita accertata dall'Istat. Due misure varate è nel 2010 (legge 122) e in parte corrette quest'anno (legge m). Con la prima norma si garantisce un posticipo di 12 mesi (18 per i lavoratori autonomi) per tutti i tipi di pensionamento; uha misura che molti lavorato- ri che hanno già maturato i limiti di età odi «quota» stanno già sperimentando quotidianamente. Conia seconda si inserisce, a partire dal 2013, l'aggancio del momento del ritiro effettivo all'aspettativa di vita accertata dall'Istat, e che in prima applicazione equivarrà a un ulteriore posticipo di tre mesi. L'adeguamento all'aspettativa di vita, aggiornato ogni tre anni, avverrà con un decreto direttoriale del ministero dell'Economia, di concerto con il ministero del Lavoro, da emanare almeno 12 mesi prima della data prevista. Il che vuol dire che entro fine dicembre 2011 dovrà essere confermato NUItlfg30 Speranza di vita Nel 2013 il primo aumento di 3 mesi del requisito di perOonamento il primo gradino di tre mesi che scatta nel 2013. E il primo decreto sarà scritto sulla base del dato Istat relativo alla variazione, nel triennio precedente, della speranza di vita all'età di 65 anni in riferimento alla media della popolazione italiana. Simulando l'aumento graduale così fissato, il requisito per il pensionamento di vecchiaia di un lavoratore dipendente maschio, nel 2021, sarà di 65 anni e n mesi, cui si deve aggiungere la finestra mobile di 12 mesi. Totale: 67 anni. Una donna, sempre lavoratrice dipendente, nello stesso anno matura il requisito per la vecchiaia a 63 anni e otto mesi, che con la finestra mobile diventano 64 anni e otto mesi. Se il meccanismo non funzionasse (ad esempio per una variazione dell'aspettativa di vita) il decreto direttoriale che dovrà essere emanato entro il dicembre del 2023 fisserà perii 2026 un requisito per il pensionamento di vecchiaia non inferiore al 67 anni. D.Col. D RIPRODUZIONE RISERVATA la, le sinerule per 10 i un'economia del riciolo i Fuori Uso press unE Il Sole12 10/11/2011 Infrastrutture. Dal 1 ° gennaio 2012 passa anche la Stretto di Messina spa Partecipazioni Anas a Fintecna anza con le Regioni: sono Autostrade del Lazio, Cal concessioTutte le partecipazioni narie autostradali lombarde, dell'Anas saranno cedute dal i° Cap concessionarie autostradagennaio 2012 a Fintecna «al valo- li piemontesi, Cav concessionare netto contabile risultante al rie autostradali venete e Automomento della cessione». La strade del Molise. Un terzo norma, contenuta nel maxi- gruppo è quello delle concessioemendamento del Governo alla legge di stabilità, completa la manovra di dimagrimento delU RO l'Anas avviata con il decreto sviluppo di maggio. La partecipazione più importante è Stretto di Messina, concessioparia del Ponte dove Anas detiene 1'81,848% del capitale. C'è poi un gruppo di cinque società concedenti di auto- La partecipazione nel Ponte strade regionali dove l'Anas de- è la quota di capitale detenuta da tiene i150% del capitale in alle- Anas nella Sn'etto di Messina spa Giorgio Santilli ROMA 8 1,8% Liberalizza naie autostradali in cui Anas detiene quote variabili: Asti-Cuneo (35%), Traforo Monte Bianco (32,125%), Sitaf Traforo del Frejus (31,74%). Infine, partecipazioni minori come il Consorzio italiano infrastrutture e trasporti per l'Iraq (4o%). Per il resto l'emendamento presentato dal Governo conferma le attese della vigilia, al ribasso. Il topolino partorito dal Governo dopo tanto discutere prevede incentivi fiscali su Irap e Ires per i finanziamenti privati alle infrastrutture, fondi per le opere portuali e inasprimento delle pene per chi tenterà di occupare i cantieri della Tav Torinb-Lione. C RIPRODUZIONE RISERVATA ni. L'ennesima riforma dei servizi pubblici locali Società in house in trasferta ROMA I gestori di servizi pubblici locali che abbiano avuto l'affidamento in via diretta senza gara potranno partecipare alle gare su tutto il territorio nazionale non soltanto qualora sia stato già rimesso in gara il servizio di cui sono gestori, ma anche se quella gara sia stata solo decisa oppure se quel servizio sia stato riaffidato in house a un soggetto diverso. La norma sui servizi pubblici locali contenuta nel maxiemendamento del governo alla legge di stabilità rilegittima le società che in passato abbiano acquisito il servizio senza gara. Un chiarimento che il governo aveva annunciato di voler dare rispetto alla formulazione dell'articolo 4 del decreto legge 138/2011 (è la norma post-referendum), ma che in questo caso va anche oltre la formulazione annunciata. Le norme presentate ieri confermano poi le due norme che vanno nel senso della liberaliz- 1 miliardi il valore delle ex municipalizzate secondo le ultime stime del Tesoro zazione. Anzitutto, gli enti locali potranno affidare servizi in concessione, quindi con «esclusiva» della gestione, solo se abbiano preventivamente fatto una verifica per una liberalizzazione piena del servizio, con la compresenza di più operatori. Solo se è verificato che queste condizioni non sussistono, allora l'affidamento in concessione è legittimo. L'altra norma tocca direttamente gli utenti che potranno confrontare i livelli dei servizi resi, il «prezzo medio per utente», gli investimenti medi con quelli praticati dagli altri gestori. Sarà infatti obbligatorio per i gestori pubblicare questi dati. O RIPRODUZIONE RISERVATA la, le sinerule per 10 i un'economia del riciolo i Fuori Uso II press L.IfE sole 10/11 /2011 Autonomie . «Garantito» il gettito della Robin Ta x Un pacchetto di sconti per il patto di stabilità Gianni Trovat i MILAN O Garanzia degli sconti de terminati dalla Robin Tax, pagelle più semplici per individuare i «virtuosi», esclusion e dai vincoli per i «grandi eventi» e regole su misura per Roma Capitale . Negli emendamenti del relatore alla legge di stabilità arrivano le nuove regole del Patto di stabilità interno per gli ent i territoriali, che attenuano i l conto per sindaci e president i di provincia e provano a risolvere i nodi attuativi più intrica ti delle manovre estive . In linea con le richieste complessive, che tra vecchie e nuove manovre determinano per il 2012 una stretta da 11,2 miliardi tra Regioni ed enti locali, vengono confermati gli indicatori previsti da applicare alla media trien nale (2006/o8) della spesa corrente per individuare gli obiettivi di bilancio : 15,6% per i Comuni (che nel 2013 divent a 15,4% con l'estensione del Patto agli enti fra mille e 5mila abitanti), 16,5% per le Provinc e (19,7% dal 2103) . Non tutti gl i enti, però, pagheranno questo pegno, perché i «virtuosi» saranno esclusi e caricheranno i l loro peso sugli altri . L'emendamento, di conseguenza, fissa un tetto che impedisce alle percentuali da applicare ai «non virtuosi» dopo questa mossa : 16% per i Comuni (15,8% dal 2013) e 16,9% per le Province (20,1% dal 2013) . Questi numeri sono anche il frutto degli sconti agli enti territoriali per la Robin Tax, che nelle manovre estive erano solo eventuali e ora vengono certificati con tanto di distribuzione : ' 76o milioni vanno alle Regioni ordinarie, 370 a quelle a Statuto speciale, 520 milioni ai Comuni e 150 alle Province . Un ulteriore alleggeriment o dà 65 milioni per i Comuni, 9 5 per le Regioni e 20 per le Province è il "fossile" dei vecchi sconti previsti per i virtuosi, a cui invece la manovra-bis d i Ferragosto chiede solo di raggiungere l'equilibrio di bilancio, escludendoli tout cour t La dote I miliardi che arriverann o alle autonomie dalla Robin tax dal contributo alla manovra. I «virtuosi» saranno quelli che entreranno nella prima delle due classi di merito (nella m a novra estiva se ne prevedevano quattro): per individuarli, si utilizzeranno solo quattro indicatori, fondati su rispetto del Patto, autonomia finanziaria , equilibrio di parte corrente e capacità di riscossione, mentr e i parametri più complicati pensati dalla manovra estiva (dall a convergenza con i fabbisogni standard all'incidenza dell a spesa di personale) vengono rimandati al 2013 ; abbandonato per sempre, invece, il «coefficiente di correzione» per premiare chi migliora . Resta da ca pire quanti saranno gli enti «di prima classe». Un ulteriore sconto è poi previsto per chi ot terrà i premi (in tutto 250 milio ni all'anno) destinati a chi ced e quote societarie . Un trattamento a sé, invece , si profila per Roma. La Capita le continuerà anche nei prossimi anni a trattare vis à vis con il ministero dell'Economia i propri obiettivi di bilancio, seguendo il modello avviat o (con qualche incaglio) nel 2011, anno di rientro del Comun e nei vincoli di finanza pubblica . [email protected] m © RIPRODUZIONE RISERVATA press unE Il Sole12 10/11/2011 Le altre misure. Sindaci «arruolati» nella riduzione del disavanzo pubblico Arriva una doppia stretta per il debito degli enti territoriali Se il Patto di stabilità non offre cattive notizie, la stretta sugli enti locali dagli emendamenti alla legge di stabilità arriva sul fronte del debito, in due modi. Torna nel frullatore, prima di tutto, il limite massimo della spesa per interessi, che dall'anno prossimo non dovrà superare l'8% delle entrate registrate nei primi tre titoli (tributi, trasferimenti e tariffe) del consuntivo di due anni prima (il limite precedente era al 10%). Non solo: il tetto dovrà scendere al 6% nel 2013 e attestarsi al 4% dal 2014 in poi, un livello che una grossa fetta dei bilanci attuali supera in modo netto. Scende anche il tetto per le Regioni, dal 25 al zo% delle entrate tributarie non vincolate. Sindaci e presidenti di Provincia e di Regione, però, vengono arruolati anche sul fronte della riduzione dello stock del debito pubblico. Le modalità saranno definite con decreto dell'Economia, ma i principi so- realizzare anche con il mattone no già indicati nel maxiemenda- di Stato. Per chi non riuscirà a mento del Governo e mettono livellare il proprio debito, entrenel mirino chi ha un indebita- ranno in campo le sanzioni prinmento superiore alla media in cipali oggi pensate per le Regiotermini pro capite. Il decreto ni e gli enti locali che non rispetdovrà fissare i livelli medi oltre tano il Patto di stabilità: divieto i quali si accende la spia rossa, di superare nella spesa correnle percentuali di riduzione che i te il livello medio registrato super-indebitati saranno chia- nell'ultimo triennio e stop alle mati a realizzare e le modalità assunzioni di qualsiasi tipo. per centrare l'obiettivo. Il priIl doppio stop ai debiti locamo strumento, comunque, sarà li, cruciale per migliorare le la cessione degli immobili al sorti del consolidato pubblico fondo che il Governo intende che si porta a Bruxelles, rischia però di ipotecare ulteriormente le possibilità per gli enti locali di effettuare investimenti. Sul fronte dei pagamenti, il maxiemendamento rafforzalo strumento della certificazione del credito, che diventa obbligatoria ed esclude solo enti commissariati e Regioni impegnate in piani di rientro Da12012 dall'extradeficit. G.Tr. La percentuale della spesa per interessi sulle entrate © RIPRODUZIONE RISERVATA press unE Il Sole12 10/11/2011 religiosi Niente Ici se non c'è attività commerciale Enti MILANO Perché gli immobili degli enti ecclesiastici non scontino l'Ici non basta che i responsabili di questi ultimi certifichino di svolgere attività che giustifichino l'esenzione dall'imposta, occorre invece verificare che l'attività sia concretamente svolta senza le caratteristiche di un'attività commerciale. Per questa verifica però l'onere della prova non può essere scaricato sull'amministrazione comunale. È invece il contribuente che deve dimostrare che l'attività assistenziale (o equiparata) non è svolta con caratteristiche commerciale. La sentenza 23314/2011 della Cassazione civile, depositata ieri richiama infatti i principi enunciati in diversi precedenti giurisprudenziali, e taglia corto sulla possibilità che le attività commerciali, sia pure gestite da un ente ecclesiastico, non scontino l'imposta comunale sugli immobili. Nel caso che vedeva contrapposti il comune di Canobbio sul Lago Maggiore e il collegio delle Orsoline che vi ha sede, la Corte ha dato quindi ragione al primo. Per non pagare l'Ici è necessario che ricorra un requisito oggettivo: l'esercizio di un'attività esclusiva di assistenza odi un'altra attività che il legislatore ritiene equivalente ai fini dell'esenzione. Accanto a questo occorre un requisito soggettivo, ovvero che l'attività sia svolta da un soggetto che non ha come caratteristica principale o esclusiva quella di esercitare attività commerciali. Perché sussista il primo requisito occorre che non ci sia in concreto un'attività commerciale e per dimostrarlo non bastano attestazioni a priori dell'attività svolta. An.Cr. D RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 37 .„. ii incassi a rischio press L.IfE 10/11 /2011 ItaliaOggi Autovelox, avvisi ad almeno un chilometro Fuori dal centro abitato la distanza mini ma di un chilometro dal segnale di velocità deve essere assicurata a tutti gli utent i che si approssimano al controllo autovelox a prescindere dal tratto di strada percorso. Inoltre non trova applicazione fuori città l a disciplina semplificata dei segnali a validit à zonale che permetterebbero d i limitare l'uso della segnaletica verticale . Lo ha chiarito i l Ministero dei trasporti con i l parere n. 5234 del 24 ottobr e 2011 . Con l'entrata in vigor e della legge 120/2010 i controlli della velocità effettuati in sed i automatica, fuori centro abitato, devono essere segnalati e ben visibili ma anche distant i almeno 1 km dall'inizio del li mite di velocità . Questa previsione è contenuta nell'art. 25 della legge di riforma del codice stradale laddove la stessa specifica che con apposito decreto saranno definite , altresì, «le modalità di collocazione e uso dei dispositivi o mezzi tecnici di controllo , finalizzati al rilevamento a distanza dell e violazioni delle norme di comportamento di cui all'articolo 142 del decreto legislativo n. 285 del 1992, che fuori dei centri abitati no n possono comunque essere utilizzati o installati ad una distanza inferiore a un chilometro dal segnale che impone il limite di velocità» . Per tentare di semplificare .'apposizione della necessaria segnaletica stradale di limite di velocità anche su tutte le strade laterali d i avvicinamento al controllo autovelox fiss o il comune di Prato ha richiesto chiarimenti al ministero, proponendo l'istituzione, fuo ri centro abitato, di un limit e zonale senza cartelli ripetuti . Il Dipartimento per i trasporti terrestri ha bocciato questa proposta evidenziando che i segnali a validità zonale sono previsti dalla normativa solo in relazione al limite di velocità urbano e per le zone a traffico limitato. Peraltro, prosegu e l'interessante parere centrale , «se la richiesta si riferisce all a possibilità di utilizzo dei dispositivi finalizzati a I rilevamento a distanza delle violazioni, si precisa che l'obbligo della distanza di almeno un chilometro dal segnale posto dopo l'intersezione non sussiste qualora l a velocità massima consentita sia la stessa s u tutti i rami dell'intersezione» . In buona sostanza tutti gli utenti in arrivo devono poter beneficiare della regola del chilometro prim a di incappare in un controllo autovelox automatico, fuori città. Stefano Mantelli Pagina 41 press unE 10/11/2011 ItaliaOggi Due le classi di merito. Definite le percentuali per il Patto e ripartito il gettito della Robin Tax Enti, valutazione in due tempi Si parte con quattro criteri di virtuosità. Stretta sul debito DI FRANCESCO CERISANO alutazione in due tempi per gli enti locali. Si partirà nel 2012, ma non tutti i parametri di virtuosità, individuati dalla manovra di luglio (di 98/2011) per alleggerire il peso degli obiettivi contabili sugli enti ben amministrati, si applicheranno subito. hanno prossimo si terrà conto solo del rispetto del patto di stabilità, dell'autonomia finanziaria, dell'equilibrio di parte corrente e del rapporto tra le entrate di parte corrente riscosse e accertate. Gli altri criteri (convergenza tra spesa storica e fabbisogni standard, incidenza della spesa del personale sulla spesa corrente, tasso di copertura dei costi dei servizi a domanda individuale, effettiva partecipazione all'azione di contrasto all'evasione fiscale e dismissioni societarie) entreranno in gioco solo a decorrere dal 2013. In più le classi di merito in cui ripartire gli enti non saranno quattro ma due. Sono molte le novità contenute nelle attese norme sul patto di stabilità che, come auspicato dalle associazioni delle autonomie, sono salite in corsa sul treno della legge di stabilità 2012 per effetto dell'emendamento depositato ieri dal governo in commissione bilancio del senato. La nonna, concordata con Anci, Upi e regioni (si veda ItaliaOggi del 19/10/2011) ha ripartito tra i vari livelli di governo i proventi della Robin Tax (l'addizionale Ires sulle imprese energetiche) il cui gettito, stimato in 1,8 miliardi di euro (pur tra qualche dubbio da parte della Corte dei conti) è stato destinato dal governo a parziale copertura dei 6 miliardi di sacrifici chiesti agli enti dal dl 138. L'emendamento sancisce innanzitutto l'obbligatorietà dello sconto (visto che il dl 138 afferma che l'importo della manovra «può» essere ridotto) e poi lo distribuisce già dall'anno prossimo in base all'entità del concorso agli obiettivi di risanamento della finanza pubblica chiesto agli enti territoriali. I comuni beneficeranno di uno sconto di 520 milioni di euro, le province di un alleggerimento di 150 milioni e il restante miliardo viene assegnato alle regioni (760 milioni a quelle a statuto ordinario e 370 ai territori autonomi). Viene inoltre ripartito tra regioni, province e comuni l'alleggerimento del contributo alla manovra 2012 previsto dal dl 98. Si tratta di 180 milioni cli euro in totale che saranno così attribuiti: 95 alle regioni, 20 alle province e 65 ai comuni con più di 5.000 abitanti. In più il drappello di enti che dall'anno prossimo parteciperanno alla sperimentazione della nuova contabilità economica (si tratta di 5 regioni, 12 province e 54 comuni, si veda ItaliaOggi del 5/11/2011) potranno usufruire di un ulteriore sconto di 20 milioni di euro sugli obiettivi contabili. L'emendamento contiene anche le nuove percentuali da applicare per centrare gli obiettivi contabili nel 2012 e 2013. La base di riferimento sarà sempre la spesa corrente media 2006-2008 a cui i comuni con più di 5.000 abitanti dovranno applicare il 15,6% nel 2012 e il 15,4% nel 2013. Per le province l'asticella sarà un po' più alta: 16,5% nel 2012 e 19,7% nel 2013. Il nuovo Patto segnerà anche un debutto: quello dei piccoli comuni (da 1.000 a 5.000 abitanti) a cui i vincoli di bilancio si applicheranno a partire dal 2013. Anche per loro la percentuale di riferimento sarà del 15,4%. Riduzione del debito. La bozza di maxiemendamento del governo interviene con disposizioni molto restrittive volte a ridurre l'indebitamento degli enti locali. Innanzitutto si stabilisce che non sarà più possibile contrarre mutui e prestiti obbligazionari senza aver certificato il rispetto del patto di stabilità nell'anno precedente. E poi si riducono ulteriormente le soglie di indebitamento già ritoccate dalla legge di stabilità 2011 (legge n. 220/2010). Gli enti potranno indebitarsi solo se l'importo annuale degli interessi sommato a quello dei mutui precedentemente contratti, a quello dei prestiti obbligazionari precedentemente emessi, a quello delle aperture di credito stipulate ed a quello derivante da garanzie prestate non supera 1'8% per il 2012 (oggi era il 10%), il 6% nel 2013 (invece dell'8%) e il 4% a decorrere dal 2014 delle entrate relative ai primi tre titoli del rendiconto del penultimo anno precedente a quello in cui.viene prevista l'assunzione dei mutui. L'obbligo per gli enti territoriali di ridurre il debito pubblico a decorrere dal 2013 diventa un impegno ufficiale sancito dal maxiemendamento. Sarà un decreto non regolamentare del Mef a determinare le modalità di attuazione della norma. Il decreto dovrà stabilire distintamente per regioni, province e comuni: - la differenza percentuale, rispetto al debito medio pro capite, oltre la quale i singoli enti territoriali hanno l'obbligo di procedere alla riduzione del debito; - la percentuale annua di riduzione del debito; - le modalità con le quali può essere raggiunto l'obiettivo di riduzione del debito. Il trasferimento di immobili ai fondi o alle società costituiti dallo stato per la dismissione degli immobili pubblici sarà considerato equivalente alla riduzione del debito. Pagina 28