Telecomando ingannevole (di Alessandra Sestito)

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Telecomando ingannevole (di Alessandra Sestito)
Telecomando ingannevole
di Alessandra Sestito
Da quando vivo a Londra mi sembra di avere uno sguardo più intenso sul mio Paese, forse
grazie al giusto distacco. Lo amo anche di più.
Ho comunque deciso di non avere la Tv italiana in casa – pur avendone fatta per anni, o
forse proprio per questo – optando per documentari della Bbc, all news da ogni parte del
globo e intrattenimento anglosassone. Questo mi ha procurato il risultato non dispiacevole
di eliminare, dalla mia dose quotidiana di piccolo schermo, talk‐show senza utilità e una
certa versione machista della donna.
Torno in Italia per le vacanze estive. E qualcosa la voglio vedere, per capire il punto di vista
interno. Soprattutto sulla crisi economica. Trovo Monica Setta su Rai 2 che parla degli anni
’90. Strabuzzo gli occhi: il Paleolitico mi sembra più recente. Il “dibattito” va dai ricordi di
Alba Parietti alla bolla speculativa di internet. Quella di 20 anni fa. Bah. Sembra il festival del
“mettiamo tutto nel calderone”. E soprattutto, quanta voglia di ciarlare.
Vado oltre, faccio zapping, cerco ancora notizie sulla crisi ma in Tv sembra esserci la gara a
chi la racconta più genericamente. Mi rifugio su Rai News. Il canale è evidentemente portato
avanti con “due patate e una cipolla” come avrebbe detto il mio amico buonanima
Gianfranco Funari, cioè con un budget minimo, ma le notizie provano a darle. E trovo la
giornalista che chiede al vice direttore di Milano Finanza se secondo lui i media italiani
stanno informando adeguatamente sulla situazione economica. Dopo aver sfogliato
accuratamente tutti i canali a disposizione del telecomando, trovo la domanda pertinente.
La risposta invece, per i miei gusti, gira attorno.
Il tutto mi stupisce perché in quei giorni la Bbc dice “Italy is bound to default”. Significa che
siamo sull’orlo del disastro.
Cosa si dice fuori dal nostro Paese? Che mentre fino a pochi mesi fa gli investitori
internazionali erano abbastanza rilassati sulla questione del debito italiano, nonostante
fosse il secondo più alto d’Europa, adesso non lo sono più e il Belpaese ha bisogno di essere
sponsorizzato degli altri leader europei per essere credibile. In pratica è solo nel sistema
Europa, il quale abbraccia Paesi più forti, a tutelarci. Secondo gli osservatori – non solo
inglesi – l’Italia come la Spagna, la Grecia e il Portogallo, non ha più il futuro sotto il proprio
diretto controllo. Sbang!
Guardando ai numeri, abbiamo un debito del 120% del Pil, che rappresenta il 23% di tutto il
debito della zona euro. Il Fondo Monetario Internazionale calcola che nel 2012 il nostro
Paese avrà bisogno di raccogliere un importo equivalente al 20% del Pil, solo per rifinanziare
il debito in scadenza. In pratica nella seconda metà di quest’anno, bisogna raccogliere 237
miliardi di euro dai mercati mentre nel 2012 sarà necessario recuperarne altri 296. Secondo
la Bbc, e giusto per avere un’idea chiara, la Spagna deve trovarne “solo” 150 per quest’anno
e 159 per l’anno prossimo.
L’Italia ha ancora il grande vantaggio di non aver avuto una bolla del debito privato, come è
accaduto ad altri, ma gli osservatori sostengono che gestire il nostro debito sia molto più
difficile perché implica che le misure di austerità varate dal Governo siano attuate
correttamente. All’estero la fiducia che Berlusconi possa farlo è al lumicino. È il vuoto
politico che spaventa forse di più.
Il telecomando delle mie vacanze estive mi sembra un carciofo loffio. Non mi serve a niente.
Non mi dà il potere di capire cosa accade davvero nel mio Paese. Mi sembra così ingiusto e
poco democratico. Mi sembra un nemico.
Da: Il fatto quotidiano – 1/9/2011