Con ostinata speranza - Parrocchia Sant`Ilario

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Con ostinata speranza - Parrocchia Sant`Ilario
interamente realizzato con software Open Source
Redazione: Carlo Micucci Giovanni Greppi
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Giuseppe Poli Ettore Pecchini
Calendario Liturgico Parrocchiale
N°118 Anno IV
01.04.2012
Quella gente ferita e in attesa che guarda al Papa
e gli si raccoglie intorno
Con ostinata speranza
Che folla grande lungo i viali di Léon, per salutare il
Papa. Venuti in pullman, da lontano, o reduci da una
notte accampata dietro le transenne, per conquistarsi la
prima fila. «Ti aspettiamo a braccia aperte», dicono gli
striscioni. Ma che cosa aspettano davvero, in tanti, in
Messico, per fabbricare ognuno con il proprio corpo l’ala
festosa che ha salutato l’arrivo del Papa? Cosa può
attendersi da quello straniero un popolo che in cinque
anni ha avuto quasi 50mila morti nella guerra contro e
fra i narcotrafficanti, e 20mila scomparsi nel nulla?
Eppure, che folla è andata ad accogliere Benedetto XVI.
Vedove, anche, o orfani di questa strage oscura: che cosa
cercando, con quale domanda nei pensieri? Forse covando una non
detta, nemmeno conscia ribellione alla apparenza che sembra porsi
come unica e sovrana: il mondo è dei più forti, la vita è in mano ai
violenti che la concedono o la tolgono, a capriccio loro. Per cui occorre
semplicemente scegliere da che parte stare: se con gli oppressori, o coi
vinti. E non c’è altro, nessun altro orizzonte a cui guardare. Dio? Se c’è,
non c’entra: troppo alto per chinarsi sugli offesi, troppo lontano per
sentire il loro pianto. E tuttavia, la gente di Léon ha colmato le strade.
Come non accadrebbe forse in un Paese tranquillo, sazio, in pace. Come
se da quella buia intestina guerra, dalla paura, dai soprusi si alzasse
più forte la domanda di un’ altra vita, di un’altra logica ­ un’altra
speranza. Ha detto Benedetto XVI, in viaggio, ai giornalisti, che «l’uomo
ha bisogno dell’infinito. Se Dio non c’è, si crea un’apparenza di
di "infinitudini" che può essere solo menzogna». Le 'infinitudini' di
ricchezze rubate, di un arrogante potere da banditi, di droghe in cui
scappare. Se Dio non c’è, restano dei velenosi succedanei di infinito.
Resta la povertà e l’avvilimento di chi deve piegarsi. Eppure, profonda,
forte, risorge ancora una domanda: che la vita non sia questa
rassegnazione, questa morte. E si va, all’alba, a vedere passare lo
straniero che viene da Roma, se ne aspettano con ansia le parole.
Perché dopo rivoluzioni e martirii e sangue una matrice cristiana qui
è rimasta. Comunque è viva in fondo agli animi l’attesa di sentirsi
annunciare che la vita e il destino non sono polvere calpestata dai
venditori di morte; che c’è un disegno, e infinitamente più grande
delle trame degli assassini. Così sono venuti nella notte, o all’alba,
pigiati in scomode corriere; con i bambini, che vedano anche loro, coi
loro occhi, quell’uomo, il successore di Pietro. A questo popolo
Benedetto XVI è venuto, da Roma, pellegrino. Ha detto, come san
Paolo ai Tessalonicesi: «Non siate tristi come gli altri che non hanno
speranza». Quella speranza che cambia, già nel presente, la vita di chi
crede. Che è testimoniata nello sguardo, nel fare di chi se la porta con
sé, silenziosa compagna. L’ostinata speranza dei cristiani si è fatta
largo per le strade di Léon, è come venuta allo scoperto in quella folla.
Dentro e sotto ogni umana 'infinitudine', dentro ogni bugia eretta a
legge e sistema comunque resta radicata una domanda, una originaria
ineliminabile inclinazione a ciò che è vero per sempre, a ciò che non
tradisce. Centinaia di migliaia di mani tese per le vie di Léon,
allungate nella speranza di sfiorare; e quegli uomini nella folla, forse,
meravigliati della propria stessa commozione. Dentro a un Paese
straziato da una ferocia intestina che allinea i morti come numeri
vuoti, lieti, per un momento, come bambini. Riconoscendo, dando voce
a una censurata, quasi rinnegata attesa: che la vittoria non sia della
morte, e che anche in Messico la misericordia di Dio attende ogni
uomo, ogni donna, ogni bambino.
Marina Corradi
Liturgia della Settimana Santa
Domenica 1 Aprile Domenica delle Palme
Ore 10:30 S.Messa parrocchiale in palestra
con processione e benedizione dell'ulivo
E' sospesa la Messa delle ore 11:30
Mercoledì 4 Aprile
Ore 21:00 Confessioni per i giovani
Giovedì Santo 5 Aprile
Ore 7:00 Mattutino con Lodi
Ore 9:30 S.Messa Crismale in Cattedrale a Reggio Emilia
Ore 18:30 S.Messa in Coena domini (in palestra)
Ore 22:00 Adorazione Eucaristica ( fino alle ore 24:00)
Venerdì Santo 6 Aprile
giorno di digiuno e astinenza
Ore 7:00 Mattutino con Lodi
Ore 15:00 Via crucis
Ore 18:30 Liturgia della Passione del Signore e adorazione della
Croce (in palestra)
Sabato Santo 7 Aprile
Ore 7:00 Mattutino con Lodi
Ore 22:30 Solenne Veglia Pasquale in palestra
Domenica Pasqua di Resurrezione 8 aprile
Ore 10:30 Solenne liturgia in palestra
Notizie dalla Diocesi
Lunedì 02 aprile alle ore 21:00 nella chiesa dell’Ospizio: per
Soli Deo Gloria, concerto d’organo del maestro Matteo Francesco
Golizio, organista.
Martedì 03 aprile alle ore 15:30 presso il Santuario B.V.
dell’Olmo a Montecchio: gli Amici della Bibbia propongono il 9° incontro
sull’Apocalisse.
E' sospesa la Messa delle ore 11:30
Ore 18:00 Vespri solenni
In tutti i giorni del triduo pasquale
i sacerdoti sono disponibili per le confessioni