articolo pdf della rassegna stampa di dialogic srl
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04/03/2011 - PAG. 9 ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| MAZZE’ - L’EVOLUZIONE DEL “SETTORE PRIMARIO” NEL TEMPO... Agricoltura: ieri, oggi, domani Dalle macine del Vecchio Mulino al satellite Un’azienda votata al progresso I E R I - C'è ronzio d'api sulla stradina che da via Rondissone porta al Mulino Nuovo di Mazzè: si affannano sui fiori azzurri di veronica e su quelli purpurei del lamio, a bottinare polline sugli uni e nettare sugli altri. Sono fiori minuscoli che compaiono in inverno in luoghi ben esposti quando ogni vegetazione è ancora brulla.. Questo avviene da sempre. Un tempo però il calpestio delle ruote dei carri, degli animali, degli uomini diretti al mulino ne riducevano l'espansione. Le macine ruotavano alacremente, con "rumor di croste", e nel cortile era un via vai di mezzi diversi che trasportavano melia, segala, grano, avena, e, tanti anni fa, anche semi poveri come miglio, panìco, sorgo, grano saraceno. Ne uscivano con farina calda per farne poi pane - frequentemente pane nero -, per fare polenta, per alimentare gli animali, soprattutto da cortile (qualche pollo da mettere in tavola la domenica), per allevare il maiale, prezioso, le cui carni, in modo diverso, venivano conservate tutto l'anno. Al mulino, quel via vai rifletteva la vita ed il costume rurale del territorio perché tante persone, non solo i coltivatori, avevano qualcosa da macinare: cereali avuti come parte del MAZZE’ Anche ai bordi del cortile della cascina Savonera come al Mulino Nuovo, sono fioriti la veronica e il lamio... ma, il complesso antico dei fabbricati aziendali contrasta fortemente con le strutture e le cupole lucenti di acciaio incorruttibile dell'impianto in cui si genera il gas. I fratelli Villosio che conducono l'azienda hanno totalmente orientato la loro attività agricola verso la modernità, con allevamento di bestiame all'ingrasso, ma soprattutto con la produzione di energia elettrica (certificazione di qualità Iso 9001:2008). Qui l'antico e il moderno dell'agricoltura manifestano i loro estremi: il termine "rurale" si fa tecnologia. I processi produttivi e di trasformazione, ma anche gli adempi- menti fiscali, sono controllati ed eseguiti utilizzando internet: dieci i computer dislocati in punti diversi dell'azienda. La superficie aziendale è di 130 ettari, ma supera i 200 attraverso contratti di compartecipazione di piccole aziende della zona. Un modo interessante per superare la frammentazione e diminuire i costi di gestione. I compartecipanti operano in modo integrato con l'azienda Villosio, condividendone i piani di coltivazio- salario o raccolti con la spigolatura, sacchetti preziosi portati con carretti condotti a mano o addirittura portati a spalla. Ognuno poi si affrettava verso casa, verso i campi: altro lavoro urgeva, lavoro manuale. La "forza motrice" in agricoltura era tutta animale, compreso l'uomo; le macchine agricole sarebbero comparse solo nei primi decenni del secolo XX, ma richiedevano ancora tanto lavoro manuale. Era l'agricoltura antica dell'ordinamento produttivo misto: coltivazioni ed allevamento animale; le colture specializzate erano solo quelle definite dalla vocazione ambientale come risaia, pascolo, ceduo. Anche il vigneto faceva parte di aziende con allevamento animale: il bestiame era "forza-lavoro" e produceva fertilizzante, ma richiedeva fieno, quindi prati, che sottraevano terra ai cereali e per questo era considerato "un male necessario". La stessa orticoltura era considerata una coltivazione "povera" a causa della deperibilità delle derrate che produceva. La superficie agricola, era molto frammentata, poco adatta all'economia di mercato: per questo era ovunque diffuso l'autoconsumo. Era l'agricoltura della conso- PAGINA AD USO ESCLUSIVO DEL DESTINATARIO ne. Sei famiglie, tre di familiari e tre di dipendenti, più altre sei di compartecipanti, vivono lavorando nell'azienda. I terreni sono tutti destinati alla coltivazione: non c'è consumo di suolo. Se i sottoprodotti delle fermentazioni distribuiti sui terreni come fertilizzanti recano qualche disagio, c’è chi osserva che l'afrore è pur sempre minore di quello del letame tradizionale distribuito per fertilizzare i campi. PAG 1 04/03/2011 - PAG. 9 ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| anche le tecniche colturali, vennero i concimi chimici, più tardi i diserbanti, gli anticrittogamici; nel frattempo il miglioramento genetico aumentava le produzioni unitarie delle colture. ciazione colturale, della mezzadria, della colonia parziaria, contratti che richiedevano la tenuta del libretto colonico sulla cui prima pagina era annotata la composizione della famiglia che era così vincolata al fondo agricolo, contratti e figure giuridiche che si configuravano come retaggio della servitù della gleba; ma "le cose" cambiavano, anche se lentamente: si abolivano diritti feudali, si rivedevano i canoni degli affitti (R. editto 17 luglio 1797) e il Mulino Nuovo di via Castone è stato testimone ed artefice di qualche cambiamento a Mazzè. Tra rivoluzione e restaurazione cambiarono O G G I - L'agricoltura è cambiata, e divenuta moderna. Una modernizzazione iniziata con l'irruzione della tecnologia e proseguita sotto la spinta dalla "globalizzazione". Oggi il mercato forma i prezzi attraverso le borse europee, statunitensi, giapponesi; la politica agraria è nazionale ed europea, gli interventi condizionano scelte imprenditoriali quali: la superficie da destinare alle coltivazioni (invitando a mettere a riposo parte dei terreni per ridurre le eccedenze di produzione), i piani colturali (con sovvenzioni per incentivare alcune colture), la tecnica agronomica (limitando l'uso dei nitrati anche di derivazione animale). Dal 16 febbraio 2005 è in vigore il "protocollo di Kyoto", riguardante i cambiamenti climatici, sottoscritto anche dalla Ue, che impegna i Paesi aderenti a limitare le emissioni di inquinanti che aumentano l'effetto serra (anidride carbonica, metano, composti del fluoro e dello zolfo). Per soddisfare quelle indicazioni il sistema produttivo agrario si è "arricchito" di un nuovo ordinamento produttivo; accanto a quelli tradizionali cerealicolo-zootecnico e altri, si deve aggiungere quello cerealicolo-zootecnico-energetico. Un impianto complesso trasforma le colture aziendali insilate: mais, triticale e altre, alle quali viene aggiunto il letame bovino, in gas. Grandi vasche - i "digestori"- accolgono la "biomassa" mantenuta costantemente in movimento; alcune specie di batteri la fermentano, generando metano che si raccoglie sotto grandi cupole da cui proseguirà verso un motore che azionerà a sua volta il generatore di corrente elettrica. Sono circa 500 metri cubi di metano l'ora che generano circa 980 chilowatt di energia elettrica ogni ora, energia che in origine era chiamata "carbone bianco". L'intero processo - coltivazione/trasformazione - è definito "pulito", entro i parametri di Kyoto: l'azienda attraverso la coltivazione assorbe più gasserra di quelli che emette. Inoltre il nuovo ordinamento lascia inalterata la Sau (Superficie agricola utilizzata). Proprio nel 2005 infatti è stato rilevato che ogni anno la Sau diminuisce di 221.745 ettari, occupati da strade, nuove costruzioni, utilizzazioni varie, compresi gli impianti di fotovoltaico posati a terra. Tutto ciò, però, rende ibrido il "settore primario": l'azienda non manda più sul mercato derrate alimentari, ma prodotti dell'allevamento animale ed energia elettrica o, addirittura, nel caso in cui non ci fosse l'allevamento animale, solo energia elettrica. Questa attività, fiscalmente, è considerata agricola se almeno la metà della biomassa è prodotta in azienda, e la produzione di energia non supera 1.000 KW/ora. DOMANI - Ma il termine "moderno" ha significato vago. Nelle aziende con dimensioni adatte si guarda ora verso una "agricoltura di precisione" in cui i terreni saranno descritti in un programma informatico satellitare contenente valori puntuali di fertilità, esigenze idriche ed altro. Le macchine operatrici saranno collegate al sistema satellitare, che provvederà alla regolazione della distribuzione di fertilizzante e altro, o a fornire indicazioni operative. ernesto zambotti PAGINA AD USO ESCLUSIVO DEL DESTINATARIO PAG 2