kenneth S, Serota, DDS, MMSc, Richard
Transcript
kenneth S, Serota, DDS, MMSc, Richard
Gli imperativi biologici dell’endodonzia e dell’implantologia: formulare un algoritmo di valutazione del rischio Kenneth S. Serota, DDS, MMSc Richard Mounce, DDS Figura 1 L’imperativo biologico del successo endodontico è ben definito; sagomatura profonda per facilitare la penetrazione degli irriganti, controllo elettronico della lunghezza fino al forame apicale, sagomatura morfometrica, otturazione adesiva e sigillo coronale sono tutti fattori chiave ampiamente documentati nella letteratura. Figura 2 L’algoritmo completo della cura per preservare il dente naturale nell’eventualità di un fallimento del primo trattamento è complesso. Per fortuna, gli strumenti e le conoscenze tecniche oggi disponibili costituiscono un punto di partenza che facilita la gestione di qualsiasi evenienza (Per gentile concessione del Dr. Arnaldo Castellucci). 1 Il tasso di successo funzionale per i trattamenti endodontici non ha eguali.1 Poiché un dente naturale è ovviamente preferibile ad uno artificiale, il clinico deve avere familiarità con quanto è oggi possibile in termini di mantenimento di un dente naturale (Fig. 1). Il tasso di successo del primo trattamento, del ritrattamento e del ritrattamento microchirurgico di un fallimento endodontico è altrettanto significativo del tasso di successo dell’impianto. Data la sproporzione esistente tra la letteratura sugli impianti e gli studi dedicati al ritrattamento endodontico, nonché la mancanza di banche dati che riportino risultati, indicazioni e controindicazioni relativi all’uso dell’una o dell’altra tecnica, la pianificazione di un trattamento è spesso tanto complessa e faticosa da risultare scoraggiante.2 C’è bisogno di un algoritmo significativo che fornisca al clinico un’analisi prognostica di valutazione del rischio nella pianificazione del trattamento. Ciò offrirà una soluzione al dilemma, dal momento che la mancanza di valutazioni standard dei risultati e in gene- 2 Pag. - 18 rale della loro portata rende difficile un accurato paragone tra gli studi relativi alle due tecniche.3,4 C’è chi mette in discussione l’efficacia a lungo termine del trattamento endodontico e in particolare del ritrattamento, inteso come valida opzione nel piano di trattamento (Fig. 2). Sfortunatamente, il tasso di successo delle tecniche di impianto, pur sembrando statisticamente più alto rispetto ai trattamenti endodontici, ha probabilmente più a che fare con i protocolli e gli strumenti di analisi usati per determinare il successo che non con la realtà. Qualsiasi paragone deve essere significativo, preciso, standardizzato e diretto. Occorre che gli studi sui risultati dei trattamenti siano effettuati da molteplici centri per formulare correlazioni ragionevoli e valide tra i tassi di sopravvivenza e il tasso di successo funzionale sia dell’impianto che delle tecniche endodontiche.5,6 Da una selezione di studi a lungo termine risulta che le probabilità che den- L’Informatore Endodontico Vol. 10, Nr. 2 2007 Figura 3 La terapia endodontica si definisce come l’eliminazione della parodontite apicale mediante una detersione e una disinfezione ottimali del sistema dei canali radicolari. L’imperizia dell’operatore e i limiti tecnici inerenti la dispersione della microflora possono compromettere il risultato della terapia. La realtà biologica è sicuramente un successo. 3 ti senza parodontiti apicali non si ammalino più dopo la iniziale terapia endodontica o che denti con parodontiti apicali guariscano completamente dopo la iniziale terapia endodontica, o dopo il ritrattamento o dopo la chirurgia apicale, sono più basse rispetto alla percentuale di guarigione dopo impianti; ad ogni modo, le probabilità che questi denti risultino funzionali nel tempo vanno dall’86 % al 92 %, la qual cosa li colloca agli stessi livelli degli impianti (Fig. 3).7 Oltre alle ovvie variabili sopra menzionate, il numero di indicatori del risultato diviene letteralmente arcano; complicazioni intraoperatorie, numero di radici, tecniche di trattamento, procedure parodontali richieste, dimensioni della ferula e così via, sono tutte procedure principali predicibili.8-10 Ciò non toglie che tutte queste variabili influenzino il successo della terapia e per questo la creazione di un algoritmo logico di pianificazione del trattamento diviene ancora più rilevante (Fig. 4). Elenchiamo di seguito i principi comuni che si dimostrano validi per la 4 detersione e la disinfezione: 1) La strumentazione dello spazio del canale radicolare ripulisce e allarga morfometricamente il lume canalare, per consentire lo scorrimento di irriganti e di farmaci intracanalari nelle tortuosità del sistema dei canali, seppur con efficacia “limitata”. 2) Gli irriganti determinano la lisi e Figura 4 Il paziente è stato inviato per il ritrattamento della precedente terapia endodontica fallita eseguita sul dente 3.7. La ragione del fallimento, comunque, non faceva parte dell’algoritmo del successo. L’allungamento della corona/ il ridisegno architettonico del contorno per assicurare un’adeguata larghezza della ferula produrrebbero un risultato parodontalmente insostenibile e causerebbero da ultimo la perdita del dente. Pag. - 19 Profilo dell’Autore. Kenneth S. Serota esercita l’attività limitatamente alla sola endodonzia nel suo studio chiamato Endodontic Solutions (www.endoslns.com), in Mississauga, Ontario, ed è fondatore delle comunità on-line ROOTS e IMPLANTS, di prossima attivazione (www.rxroots.com, www.osseointegrate.com). 5 Figura 5 Si è dimostrato che utilizzando una medicazione intermedia a base di idrossido di calcio, il tasso di successo si alza considerevolmente nei casi in cui la polpa è necrotica, è evidente una parodontite apicale cronica o quando è consigliato il ritrattamento. Resta ancora molto da imparare sull’eliminazione del biofilm dal sistema dei canali radicolari, che consentirebbe alla terapia endodontica di avvicinarsi ad un tasso di successo clinico predicibile del 100 % (Per gentile concessione del Dr. Fred Barnett). Pag. - 20 la dissoluzione del tessuto pulpare ma sono anch’essi limitati in termini di penetrazione dall’esistenza di un sistema differenziale a pressione negativa definitiva per garantire che raggiungano l’apertura apicale senza andare oltre. 3) Per completare la fase di controllo dei batteri vengono usati farmaci intracanalari ma l’efficacia di ogni singolo materiale resta comunque discutibile. 4) Lo spazio canalare deve essere otturato con una tecnica ed un materia- le in grado di fornire una riproduzione microstrutturale dell’intero spazio del canale radicolare. 5) Un sigillo coronale dopo il trattamento è essenziale poiché impedisce l’esposizione involontaria del materiale da otturazione alla saliva e alla microflora e il conseguente pericolo di infiltrazione. Le innovazioni recenti riguardanti il design degli strumenti, le modalità di irrigazione e i materiali adesivi per otturazione si rivelano molto promettenti per la rimozione del bio- Profilo dell’Autore. Il dottor Mounce esercita l’attività limitatamente alla sola endodonzia a Portland, Oregon. È autore di numerosissime pubblicazioni e tiene lezioni e conferenze in tutto il mondo sui progressi nello strumentario endodontico. L’Informatore Endodontico Vol. 10, Nr. 1 film e la creazione di un sigillo impermeabile monoblocco all’interno dello spazio del canale radicolare (Fig. 5).11-15 Negli ultimi dieci anni, le tecniche endodontiche hanno compiuto straordinari progressi; tuttavia, non esiste alcuna formula per un successo clinico predicibile. Data la presenza di condizioni preesistenti (siano esse aneddotiche, empiriche o biologiche), le diminuite capacità di adattamento o l’incapacità di ottenere uno standard soddisfacente per il controllo e l’eliminazione dell’infezione, la risposta di guarigione ad una procedura endodontica è strettamente legata alla qualità tecnica del trattamento dei canali radicolari. Il più basso tasso di successo endodontico evidenziato negli studi trasversali dipende da carenze tecniche.16 Così la soluzione non è la sostituzione del dente naturale con un impianto, ma il miglioramento della tecnica endodontica per assicurare la sopravvivenza del dente e il successo funzionale. La sequenza successiva delinea l’approccio ideale ad una terapia endodontica definitiva (per gentile concessione del Dr. Fred Barnett). 1) Diagnosi corretta. 2) Cavità d’accesso ben sagomata. 3) Localizzazione di tutti gli orifizi del sistema dei canali radicolari. 4) Ottenimento e mantenimento di un’accurata lunghezza di lavoro fino al forame apicale. 5) Detersione effettuata con la consapevolezza che l’anatomia originale dei canali radicolari non è rotonda e che occorre effettuare una strumentazione delle intere pareti canalari. 6) Irrigazione continua e profonda con soluzioni appropriate. 7) Adeguato allargamento apicale fino alle giuste dimensioni, basate sulla morfologia dei canali radicolari e non sulla filosofia dei “guru” in termini di “look”. 8) Posizionamento di un adeguato disinfettante antibatterico che aiuti a dissolvere i tessuti e a neutralizzare le tossine (LPS, TNF, ecc.) così come i microorganismi rimasti nel canale malgrado i nostri sforzi. Sono previste una medicazione provvisoria e due visite. 9) Posizionamento di un adeguato sigillo coronale. 10) Al secondo appuntamento, controllo della corretta lunghezza di lavoro. 11) Irrigazione completa, ristabilimento della pervietà apicale con una lima manuale n° 08 o n° 10. 12) Misura del diametro apicale e detersione degli ultimi millimetri apicali. 13) Irrigazione finale con soluzioni appropriate nella giusta sequenza. 14) Utilizzo degli ultrasuoni con ipoclorito di sodio. 15) Rimozione dello smear layer con EDTA, acido citrico, BioPure, MTAD e/o Smear Clear. 16) Utilizzo di clorexidina come ultimo irrigante e prova del cono in presenza di clorexidina. 17) Asciugatura del canale e ricerca di un eventuale essudato. 18) Riproduzione microstrutturale del sistema scanalare (leggi: otturazione tridimensionale). 19) Posizionamento di un adeguato sigillo coronale - in composito o in GIC. 20) Controllo del caso e valutazione della guarigione a lungo termine. Pag. - 21 2007 Gli imperativi biologici dell’endodonzia e dell’implantologia: formulare un algoritmo di valutazione del rischio suti molli, il supporto protesico del tessuto e il design della ceramica e l’algoritmo di valutazione del rischio acquista una funzione ancor più rilevante.18 6 Figura 6 L’algoritmo di valutazione del rischio è valido per molti protocolli ricostruttivi. Il dente 1.4 richiederà la terapia endodontica, una riabilitazione con perno moncone ed il ricoprimento cuspidale indipendentemente dal fatto che il dente mancante venga sostituito con un ponte fisso o sia semplicemente ricostruito come impone la condizione del restauro. Il suo utilizzo come singola unità funzionale in contrasto con la sollecitazione esercitata dall’ancoraggio del ponte prelude a un potenziale esito molto più positivo del trattamento. Pag. - 22 Il costante perfezionamento degli impianti osteointegrati in titanio negli ultimi quarant’anni e il loro tasso di successo clinico offrono un’altra dimensione ad un’odontoiatria ricostruttiva completa quando il dente normale non può più comportarsi come un componente funzionale (Fig. 6). Comunque, la complessità della pianificazione del trattamento e la sequenza delle fasi della terapia in casi trattati con impianti sono tanto lontani dal costituire una panacea, così come qualsiasi altro procedimento chirurgico, biomimetico, per cui difficilmente si può parlare di interventi di routine. I fattori clinici e sistemici che influiscono sulla durata nel tempo dell’impianto vanno presi in considerazione al pari del posizionamento, della qualità e quantità di osso e delle condizioni degli altri denti del paziente. A questo si aggiungano la difficoltà di ottenere un’estetica naturale con gli impianti, la rigenerazione dell’osso, il design e il posizionamento dell’impianto, il profilo dei tes- I principali indicatori del successo dell’impianto sono la quantità e qualità dell’osso, la stabilità primaria, l’età del paziente, l’esperienza del dentista, la sede del posizionamento della fixture, la lunghezza dell’impianto, il carico assiale e il mantenimento dell’igiene orale. I principali indicatori del fallimento sono la scarsa qualità ossea, la parodontite cronica, le malattie sistemiche, il fumo, la presenza di carie o di infezioni non risolte, l’età avanzata, il posizionamento di impianti corti o in numero inadeguato o il loro carico eccentrico, le abitudini parafunzionali e l’assenza/perdita di integrazione dell’impianto con i tessuti duri e molli, e infine una protesi dal design inappropriato. Sono tutti fattori che possono contribuire al fallimento dell’impianto.19-21 Malgrado l’esteso tasso di successo, la valutazione inerente il successo dell’impianto ha un buon margine di soggettività. I criteri rilevanti per valutare l’efficacia a lungo termine dell’impianto idealmente devono comprendere: mancanza di dolore, di mobilità, di radiotrasparenza, di perdita di osso, di infezione o parestesia, così come un aspetto gradevole e la stabilità a livello estetico.22 La contrapposizione “sopravvivenza” dell’impianto vs. “tasso di successo” deve essere valutata nell’ambito di una varietà di condizioni cliniche e di variabili prognostiche identificabili con la lunghezza, le giuste dimensio- L’Informatore Endodontico Vol. 10, Nr. 2 ni, il rivestimento dell’impianto, la necessità di rialzo del seno e la scelta del momento opportuno per il posizionamento dell’impianto rispetto all’estrazione del dente.23 Un recente articolo di Dodson 24 mostrava che la percentuale di sopravvivenza ad un anno di distanza variava da 90,3 % per gli impianti a carico immediato al 96,2 % per gli impianti inseriti dopo rialzo del seno. I casi di sopravvivenza pari a cinque anni vanno dall’87,9 % (casi di rialzo del seno) al 91,2 % (tutti gli impianti). L’alterazione topografica della superficie dell’impianto al fine di regolare la differenziazione osteoblastica è sotto indagine da quando è stata dimostrata la superiorità dell’integrazione della fixture rispetto alle superfici lavorate a macchina. La superficie esterna degli impianti offre numerose possibilità di analisi inerenti i parametri di successo e fallimento (meccanici, topografici e fisico-chimici). La biofunzionalizzazione della superficie dell’impianto attraverso la sabbiatura, la mordenzatura, l’inclusione di fluoruro e la dispersione di co-polimeri faciliterà ulteriormente la rigenerazione ossea innalzando il tasso di successo dell’impianto.25 Sotto vari aspetti, si può riscontrare un’analogia con il potenziale dell’otturazione adesiva monoblocco, oggi prediletta in endodonzia per prevenire la microinfiltrazione del sistema dei canali radicolari.26 Apparirà chiaro tuttavia che entrambe le tendenze costituiscono un’altra variabile da includere nell’algoritmo di valutazione del rischio. In endodonzia ed in implantologia, gli indicatori di successo e i protocolli relativi agli esiti del trattamento risultano continuamente mutevoli in virtù della costante sperimentazione. Qualsiasi procedura possa essere convalidata da una scienza basata sull’evidenza dovrebbe essere inclusa nella cura globale. La convenienza, il conseguente giudizio frettoloso e il pregiudizio aneddotico ed empirico non devono mai sostituire la selezione dei casi, la pianificazione del trattamento e da ultimo il rispetto per la capacità di guarigione di un organismo biologico. Quando il dente naturale non può più essere trattato entro parametri predicibili, allora occorre prendere in considerazione l’opzione biomimetica, tenendo conto di tutte le variabili che mettono a rischio il suo tasso di successo. Perciò, secondo l’autore, la vera alternativa non è tra gli impianti e il trattamento endodontico, ipotesi oggi largamente diffusa, ma tra ciò che è restaurabile e salvabile parodontalmente in contrapposizione con la sostituzione con l’impianto in quanto algoritmo del successo funzionale. Non si deve scegliere tra endodonzia ed implantologia, ma occorre formulare con maggiore accuratezza la diagnosi di frattura nel caso di denti trattati endodonticamente, valutare il successo delle procedure di allungamento di corona e della terapia parodontale nei casi di parodontite marginale. Un algoritmo di valutazione del rischio è uno dei molti strumenti in grado di ottimizzare il successo clinico predicibile. Per integrare efficacemente nella pratica clinica qualsiasi approccio terapeutico innovativo, il clinico deve includere il nuovo ma senza escludere il tradizionale. Le conoscenze fondamentali e rudimentali sono le basi di qualsiasi arte e scienza. Pag. - 23 2007 Gli imperativi biologici dell’endodonzia e dell’implantologia: formulare un algoritmo di valutazione del rischio In quanto tali, l’endodonzia e l’implantologia devono riconoscere e da ultimo fare propri gli sforzi che ciascuno apporta all’equazione che costituisce la salute dentale. Come scrisse Shelley molti anni fa, “Ieri può non essere mai uguale a domani. Niente è durevole se non la mutevolezza.” Traduzione dell’articolo originale The biologic imperatives of endodontics and implantology: fashioning a risk assessment algorithm. Oral Health, 80-84, October 2006. BIBLIOGRAFIA 1) - Benenati FW, Khajotia SS.A radiographic recall evaluation of 894 endodontic cases treated in a dental school setting. J Endod. 2002 May;28(5):391-5. 8) - Marquis VL, Dao T, Farzaneh M, Abitbol S, Friedman S.Treatment outcome in endodontics: the Toronto Study. Phase III: initial treatment. J Endod. 2006 Apr;32(4):299-306. 2) - Levin RP. Determining factors for implant referral rates. Implant Dent. 2002;11(4):312-4. 9) - Nair PN. Pathogenesis of apical periodontitis and the causes of endodontic failures. Crit Rev Oral Biol Med. 2004 Nov 1;15(6):348-81. 3) - Wolcott J, Meyers J. Endodontic re-treatment or implants: a contemporary conundrum. Compend Contin Educ Dent. 2006 Feb;27(2):104-10. 4) - Tang CS, Naylor AE. Single-unit implants versus conventional treatments for compromised teeth: a brief review of the evidence. J Dent Educ. 2005 Apr;69(4):414-8. 5) - Bader HI.Treatment planning for implants versus root canal therapy: a contemporary dilemma. Implant Dent. 2002; 11(30:217-23. 6) - Kinsel RP, Lamb RE. Tissue-directed placement of dental implants in the esthetic zone for long-term biologic synergy: a clinical report. Int J Oral Maxillofac Implants 2005 Nov-Dec;20(6):913-22. 7) - Friedman S, Mor C.The success of endodontic therapy--healing and functionality. J Calif Dent Assoc. 2004 Jun;32(6):493-503. Pag. - 24 10) - Ichim I, Kuzmanovic DV, Love RM. A finite element analysis of ferrule design on restoration resistance and distribution of stress within a root. Int Endod J. 2006 Jun;39(6):443-52. 11) - Bonsor SJ, Nichol R, Reid TM, Pearson GJ.Microbiological evaluation of photo-activated disinfection in endodontics (an in vivo study). Br Dent J. 2006 Mar 25;200(6):337-41. 12) - Stoll R, Betke K, Stachniss V.The influence of different factors on the survival of root canal fillings: a 10-year retrospective study. J Endod. 2005 Nov;31(11):783-90. 13) - Shindo K, Kakuma Y, et al.The influence of orifice sealing with various filling materials on coronal leakage. Dent Mater J. 2004 Sep;23(3):419-23. 14) - Peters OA, Peters CI, Schonenberger K, Barbakow F.ProTaper rotary root canal L’Informatore Endodontico Vol. 10, Nr. 2 preparation: effects of canal anatomy on final shape analysed by micro CT. Int Endod J. 2003 Feb;36(2):86-92. 15) - de Oliveira DP, Barbizam JV,Trope M, Teixeira FB. Comparison between gutta-percha and resilon removal using two different techniques in endodontic retreatment. J Endod. 2006 Apr;32(4):362-4. 16) - Carrotte P.21st century endodontics. Part 5. Int Dent J. 2005 Dec;55(6):388-94. 17) - Liu CL. The impact of osseointegrated implants as an adjunct and alternative to conventional periodontal prosthesis. Compend Contin Educ Dent. 2005 Sep;26(9):653-60. 18) - Artzi Z, Carmeli G, Kozlovsky A.A distinguishable observation between survival and success rate outcome of hydroxyapatitecoated implants in 5-10 years in function. Clin Oral Implants Res. 2006 Feb;17(1):85-93. 19) - Porter JA, von Fraunhofer JA. Success or failure of dental implants? A literature review with treatment considerations. Gen Dent. 2005 Nov-Dec;53(6):423-32. 20) - Lambert PM, Morris HF, Ochi S.The influence of smoking on 3-year clinical suc- cess of osseointegrated dental implants. Ann Periodontol. 2000 Dec;5(1):79-89. 21) - Olson JW, Shernoff AF, et al. Dental endosseous implant assessments in a type 2 diabetic population: a prospective study. Int J Oral Maxillofac Implants. 2000 NovDec;15(6):811-8. 22) - Schuler RF, Roberts FA. Advanced surgical techniques to enhance implant success in the maxilla. Pract Proced Aesthet Dent. 2005 Nov-Dec;17(10):697-704. 23) - Sennerby L, Becker W. Implant success versus survival. Clin Implant Dent Relat Res. 2000;2(3):119. 24) - Dodson TB. Predictors of dental implant survival. J Mass Dent Soc. 2006 Winter; 54(4):34-8. 25) - Germanier Y,Tosatti S, Broggini N,Textor M, Buser D. Enhanced bone apposition around biofunctionalized sandblasted and acid-etched titanium implant surfaces. Clin Oral Implants Res. 2006 Jun;17(3):251-7. 26) - Aptekar A, Ginnan K. Comparative analysis of microleakage and seal for 2 obturation materials: Resilon/Epiphany and gutta-percha. J Can Dent Assoc. 2006 Apr;72(3):245. Pag. - 25 2007