PREVAM Prévention Alpes Maritimes
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PREVAM Prévention Alpes Maritimes
ITALIA FRANCE ALCOTRA Alpes Latines Coopération Transfrontalière / Alpi Latine Cooperazione Transfrontaliera PREVAM Prévention Alpes Maritimes – Prevenzione Alpi Marittime Direttore Generale ASL 1 Dr. Antonio ROSSI DESCRIZIONE DEL PROGETTO Dr. Massimo CONIO (ASL 1) Prof. Xavier HEBUTERNE (CHU Nice) Premessa: il programma Alcotra. L’Unione Europea, nell’ambito del periodo di programmazione 2007 / 2013 ha stabilito di promuovere, tra l’altro, la cooperazione di prossimità tra zone territoriali confinanti tra gli Stati aderenti. In particolare è previsto l’obiettivo comunitario 3 che promuove forme di cooperazione sia a livello locale, che regionale che nazionale. L’obiettivo è evitare che le frontiere nazionali ostacolino uno sviluppo equilibrato e l'integrazione territoriale europea; il risultato è far sì che le funzioni delle frontiere evolvano verso una integrazione maggiore. Il programma Alcotra (acronimo di Alpi Cooperazione TRAnsfrontaliera) promuove forme di cooperazione sul confine tra Italia e Francia e per esso sono stati stanziati oltre 70 milioni di fondi europei ( a cui si aggiungono fondi regionali e una percentuale di autofinanziamento da parte dei soggetti richiedenti). Le Regioni interessate sono Paca e Rhone Alpes (per la Francia) e Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta) per l’Italia. Le medesime regioni gestiscono l’attuazione del programma e l’utilizzo dei fondi. Tra i settori interessati ai finanziamenti vi è anche la salute con particolare riferimento ai servizi sanitari esistenti da una parte e dall'altra della frontiera; si vuole promuovere forme di cooperazione sanitaria su una base territoriale al fine di rispondere al meglio ai bisogni di salute dei cittadini, e al fine di rafforzare la qualità di cure offerte loro, nel rispetto delle competenze di ciascuna parte e senza danneggiare i rispettivi meccanismi di finanziamento. L’Asl 1 Imperiese, che gestisce la sanità in un territorio per definizione di frontiera, ha aderito e aderisce a tale iniziativa comunitaria con numerosi progetti volti a rinforzare un già esistente rapporto di collaborazione con le strutture sanitarie francesi. Presentazione del progetto e suoi obiettivi L’Unione Europea, nell’ambito del progetto di cooperazione transfrontaliera Italia - Francia ALCOTRA, ha assegnato alla S.C. Gastroenterologia, Ospedale di Sanremo, diretto dal Dr. Massimo Conio e al Polo Digestivo CHU Archet 2 di Nizza diretto dal Prof. Xavier Hébuterne, un finanziamento di 400.000 euro. Il titolo del progetto di ricerca è: “Studio prospettico di comparazione tra la videocapsula colica PillCam II™ e la video-colonscopia nella diagnosi delle lesioni precancerose e cancerose rettocoliche in soggetti ad alto rischio”. PREVAM è l’ acronimo di “PREvenzione Alpi Marittime. Il progetto è stato sostenuto attivamente dal Direttore Generale della ASL 1, Dr.Antonio Ross, il quale ha permesso la concreta realizzazione del progetto. Grazie a questi fondi, la ASL 1 disporrà del sistema di videocapsula del colon di nuova generazione. Questo strumento sarà testato per la prima volta, sia in Italia, che in Francia, nei due centri promotori dello studio. 2 Il carcinoma del colon-retto (CCR) rappresenta la seconda causa di morte per tumore nei Paesi industrializzati, con un’incidenza annuale di circa un milione di casi ed una mortalità annua di 500.000. La sopravvivenza a 5 anni dei pazienti con CCR non supera complessivamente il 40%. Il 90% circa dei pazienti con malattia diagnosticata in fase precoce è vivo a 5 anni, mentre la sopravvivenza è inferiore al 10% per le neoplasie diagnosticate in fase avanzata1. E’ pertanto fondamentale effettuare un programma di prevenzione, che consiste nell’individuazione e nel trattamento radicale della lesioni preneoplastiche, ossia il polipo adenomatoso. Poiché i tumori del colon sono generalmente asintomatici in fase iniziale, è necessario attuare programmi di screening atti ad individuare la presenza di polipi o comunque a diagnosticare il CCR in fase precoce e quindi curabile2,3. Gli individui a maggiore rischio di CCR sono i pazienti affetti da rare sindromi familiari, come la poliposi adenomatosa familiare (FAP) ed il cancro del colon retto ereditario non associato a poliposi (HNPCC o sindrome di Lynch). Tuttavia le sindromi ereditarie sono responsabili dell’1-2% dei CCR. Al di fuori di queste rare forme, il CCR viene considerato il tumore con maggiore familiarità nell’ambito dei carcinomi dell’uomo: dal 10 al 30% dei pazienti con CCR ha un familiare con CCR, pur in assenza di criteri per la definizione di cancro ereditario. Le linee guida relative allo screening dei familiari di soggetti con adenomi/CCR indicano come esame più appropriato l’esecuzione della colonscopia a partire dai 40 anni, o comunque 10 anni prima rispetto all’insorgenza della neoplasia nel parente, da ripetersi con intervalli da 3 a 10 anni a seconda dei fattori di rischio. Al momento, le raccomandazioni per lo screening del CCR in Italia e Francia si basano sull’impiego del test Hemoccult per la popolazione a rischio medio a partire da 50 anni : in caso di test positivo è indicata la colonscopia. La colonscopia resta pertanto l’esame centrale e la pietra angolare della lotta e dello screening del CCR5. Di recente introduzione come metodica diagnostica per il colon è la videocapsula endoscopica il cui ruolo nello screening di massa è ipotizzabile. Il paziente ingerisce una capsula elettronica dotata di due fotocamere al ciascuna estremità, che permette l’acquisizione di un’immagine a 360° del tubo digestivo, grazie ad un’illuminazione a LED. I dati sono inviati in tempo reale ad un registratore che conserva le immagini prima di scaricarle su un computer dotato di un software dedicato per la loro interpretazione. I risultati preliminari si sono rivelati migliori di quelli ottenuti fino ad ora con l’insieme di altre tecniche di screening (Hemoccult, colonscopia virtuale o clisma colon TC). 3 E’ però necessario uno studio di comparazione fra colonscopia e videocapsula di II generazione in una popolazione ad elevato rischio di CCR (nel nostro studio familiari di I grado di pazienti con CCR) e con l’obiettivo di migliorare l’accuratezza diagnostica. Il progetto ALCOTRA permetterà inoltre: ❒ di ridurre l' incidenza di tumori CR in fase avanzata e della mortalità in un sottogruppo di popolazione. ❒ di istituire di un “Ambulatorio di Genetica Clinica” a cui possano afferire, in futuro, anche pazienti affetti da altre patologie oncologiche. ❒ di rafforzare i rapporti di collaborazione fra due centri di Gastroenterologia ad elevata specializzazione (non solo per quanto riguarda gli screening, ma anche per altre tecniche endoscopiche) ❒ di sensibilizzare la popolazione ad interventi di diagnosi precoce. 4