per la diagnosi precoce del tumore del colon

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per la diagnosi precoce del tumore del colon
Approfondimenti sullo screening per la diagnosi precoce del tumore del colon-retto
Perché
50 anni e la sua frequenza aumenta progressivamente fino
a raggiungere il picco intorno ai 70 anni.
Perché si attua un programma di screening su una
popolazione?
Per diagnosticare precocemente una malattia, prima della
comparsa dei sintomi, e per avviare tempestivamente
l'eventuale trattamento terapeutico. Un trattamento
precoce, infatti, ha dei vantaggi rispetto ad un trattamento
tardivo in termini di guarigione e di sopravvivenza alla
malattia.
Perché si fa lo screening del tumore del colon retto ?
La maggior parte dei tumori del colon-retto deriva
dalla trasformazione in senso maligno di polipi,
ovvero di piccole escrescenze, di per sé benigne, dovute al
proliferare delle cellule della mucosa intestinale. Non tutti i
polipi, però, sono a rischio di malignità . La probabilità
che un polipo del colon evolva verso una forma invasiva di
cancro dipende dalla dimensione del polipo stesso: è
minima (inferiore al 2%) per dimensioni inferiori a 1,5 cm,
intermedia (2-10 %) per dimensioni di 1,5-2,5 cm e
significativa (10%) per dimensioni maggiori di 2,5 cm.
I cancri del colon-retto possono avere un aspetto a polipo,
a nodulo oppure manifestarsi con ulcere della parete
intestinale.
Quali sono le condizioni che consentono di attuare
un programma di screening su una popolazione?
Le condizioni sono diverse:
1.
2.
3.
4.
5.
la malattia che si vuole identificare è un
problema di salute pubblica che coinvolge un
elevato numero di persone;
esistono lesioni precancerose e/o stadi precoci
nel corso dello sviluppo della malattia, che si
possono diagnosticare;
il trattamento terapeutico effettuato durante lo
stadio precoce della malattia comporta vantaggi
(diminuzione di nuovi casi e/o di mortalità )
rispetto al trattamento in uno stadio più tardivo;
il test è accettabile dalla popolazione ed è
ripetibile, innocuo, facile da eseguire e di basso
costo;
viene erogato gratuitamente, a sottolineare il
significato sociale dello screening.
A cosa serve fare lo screening mediante la ricerca
del sangue occulto fecale?
Il test di screening seleziona all'interno della popolazione
bersaglio (quella sottoposta al programma di screening),
soggetti senza sintomi, apparentemente sani ma che
possono avere una lesione intestinale asintomatica,
rispetto a quelli che sono veramente sani.
E' possibile che lo screening dia risultati sbagliati?
Come in tutti gli esami, è possibile, anche se molto
raramente, che il test dia falsi negativi (risultati normali
anche se vi sono lesioni, ma che al momento della raccolta
delle feci non sanguinano) e falsi positivi (presenza di
sangue dovuta ad altre cause). Il test può, infatti, portare
ad identificare sangue nelle feci dovuto a situazioni diverse
da una forma pre-tumorale o tumorale, ad es. emorroidi,
diverticolosi, ecc., ciò comportando un sovra-trattamento,
con ricorso ad indagini successive non strettamente
necessarie, con tutti i disagi che ciò può comportare.
Si fa uno screening solo per verificare se vi è uno
stato di malattia in fase pre-clinica?
Gli screening rappresentano, per molti soggetti, un'utile
conferma delle proprie condizioni di salute. Questa
rassicurazione deve essere ottenuta con il minimo
indispensabile di attività medica e il massimo possibile di
sicurezza.
Gli screening non sono solo una promessa di diagnosi, ma
una complessiva presa in carico della persona.
L'istituzione che propone ai soggetti, per definizione sani,
di sottoporsi al test, si assume precise responsabilità
etiche. Queste si riferiscono non solo alla fase
propriamente del test di screening (l'invito, la consegna
del kit ed il suo ritiro, la consegna del referto), ma
all'insieme del processo, dal primo invito fino a tutto il
percorso diagnostico.
Vengono assicurati tre requisiti fondamentali:
l'informazione, il sostegno individuale e la massima
riservatezza.
Perché sono sottoposti a screening solo i soggetti in
determinate età?
Il cancro del colon retto è una neoplasia rara al di sotto
dei 50 anni. Tale patologia comincia ad essere rilevante a
Quali sono i fattori che predispongono a questo tipo
di tumore?
Molti sono i fattori che concorrono a determinare la
malattia: tra essi ne sono stati individuati alcuni legati
alla dieta e all'alimentazione, altri genetici e altri di tipo
non ereditario.
• Fattori nutrizionali: molti studi dimostrano che una
dieta ad alto contenuto di calorie, ricca di grassi e povera
di fibre è associata ad un aumento dei tumori intestinali;
viceversa, diete ricche di fibre (cioè caratterizzate da un
alto consumo di frutta e vegetali) sembrano avere un
ruolo protettivo.
• Fattori genetici: è possibile ereditare il rischio di
ammalarsi di tumore del colon-retto se nella famiglia
d'origine si sono manifestate malattie che predispongono
alla formazione di tumori intestinali quali le poliposi
adenomatose ereditarie e le carcinosi ereditarie del colonretto su base non poliposica. Si tratta di malattie
trasmesse da genitori portatori di specifiche alterazioni
genetiche, e che possono anche non dar luogo ad alcun
sintomo. La probabilità di trasmissione ai figli è del 50%.
• Fattori non ereditari: sono importanti l'età
(l'incidenza è 10 volte superiore tra le persone di età
compresa tra i 60 e i 64 anni rispetto a coloro che hanno
40-44 anni), le malattie infiammatorie croniche intestinali
(tra le quali la rettocolite ulcerosa e, secondo studi
recenti, anche il morbo di Crohn), una storia clinica
passata di polipi del colon o di un pregresso tumore del
colon retto. Polipi e carcinomi che non rientrano tra le
sindromi ereditarie illustrate sopra vengono definiti
"sporadici", sebbene anche in questo caso sembra vi sia
una certa predisposizione familiare. Si stima che il rischio
di sviluppare un tumore del colon aumenti di 2 o 3 volte
nei parenti di primo grado di una persona affetta da
cancro o da polipi del grosso intestino.
L'esame, l'esito e gli eventuali
accertamenti
In che cosa consiste l’esame?
E' un esame di laboratorio (test biochimico di tipo
immunologico) che verifica la presenza anche di
piccolissime quantità di sangue nelle feci, non visibili ad
occhio nudo. Il test, di facile preparazione a domicilio, può
essere: negativo (assenza di sangue nelle feci) o positivo..
Che cosa viene evidenziato con l'esame?
Vengono individuate piccole perdite di sangue che
potrebbero essere determinate da un polipo, altre lesioni
pre-cancerose o da lesioni tumorali in fase molto precoce,
tanto da non dare nessun sintomo. Il test consente quindi
di indagare e poter intervenire tempestivamente su
lesioni, che con il trascorrere del tempo, hanno alta
probabilità di trasformarsi in tumori invasivi.
Come precedentemente indicato, questo test, come ogni
altro esame, ha dei limiti: non tutti i polipi o i tumori in
fase iniziale si manifestano con sanguinamento e, dunque,
la mancata rilevazione di sangue al momento del test non
fornisce una sicurezza assoluta sull'assenza di polipi o
lesioni tumorali; peraltro, il sanguinamento può essere
intermittente e quindi non rilevabile con certezza al
momento del test.
Per questi motivi è molto importante ripetere il test di
screening ogni due anni, così come prevede il programma.
Chi è escluso dallo screening?
Sono escluse definitivamente dal programma di screening
le persone che hanno avuto una precedente diagnosi di
carcinoma del colon o del retto.
Sono invece escluse in via temporanea le persone che
hanno eseguito una colonscopia completa o un clisma
opaco con doppio mezzo di contrasto, negli ultimi 5 anni.
Queste persone saranno nuovamente invitate allo scadere
dei 5 anni, periodo in cui è inutile sottoporsi al test.
Nel caso in cui il test precedente sia risultato
negativo, è indispensabile ripeterlo quando si viene
chiamati nuovamente?
La ricerca del sangue occulto è un esame che va ripetuto
periodicamente, ogni due anni, anche se il precedente
esito è risultato normale, in quanto è possibile ammalarsi
successivamente.
L'esame va effettuato anche se non è presente
alcuna sintomatologia?
Sì, è necessario fare l'esame anche se non è presente
alcuna sintomatologia perchè, nelle sue fasi iniziali, il
tumore del colon retto non dà alcun sintomo.
E' possibile, in tal modo, fare una diagnosi precoce:
quando i sintomi sono tali da indurre il soggetto a
consultare il medico, la malattia può essere ormai in una
fase avanzata.
E' possibile l'insorgenza di un tumore dopo un
esame negativo?
Sì è raro ma è tuttavia possibile che un tumore del colon
retto insorga dopo un test risultato normale e prima
dell'esame successivo (lesione, tumore o cancro di
intervallo).
E' utile, quindi, prestare attenzione all'eventuale comparsa
di sintomi e segnalarli al medico curante.
Che fare se il test è positivo
Il 95-96% delle persone che eseguono il test ha un esito
negativo, vale a dire che non è stato riscontrato sangue
nelle feci; il 4-5% ha, invece, un risultato positivo, cioè il
test registra la presenza di sangue nelle feci, anche se non
visibile (occulto).
Occorre ricordare che la presenza di sangue nelle feci,
nella gran parte dei casi (60-70%), non significa presenza
di lesione pre-tumorale o tumorale. Il sanguinamento può,
infatti, essere dovuto anche ad altre cause, come la
presenza di ragadi, emorroidi o diverticoli intestinali.
Il programma di screening, comunque, prevede che, dopo
un test che registra la presenza di sangue, sia eseguito un
accertamento con colonscopia (o con altri esami radiologici
in caso di impossibilità di eseguirla).
Presso il Centro di Colonscopia sono spiegati, prima
dell'esecuzione dell'esame, il significato della colonscopia,
le modalità di esecuzione, i suoi possibili risultati, le
alternative anche radiologiche in caso di successo parziale
dell'esame, l'eventuale necessità di effettuazione di
prelievi bioptici o asportazione di polipi e i potenziali effetti
collaterali. Sono, inoltre, date indicazioni riguardanti gli
eventuali esami da effettuarsi prima della colonscopia.
L'esito dell'esame viene spedito a casa. In caso di
presenza di sangue occulto, si verrà contattati
telefonicamente dal personale sanitario.
Come, quando?
Come si accede al test di screening?
Non esiste necessità di prenotazione né di prescrizione da
parte del medico curante; gli esami di screening sono
programmati direttamente dagli operatori del Centro
Screening dell'A.S.L.
L'interessato riceve a domicilio una lettera personalizzata
contenente tutte le informazioni utili ad eseguire l'esame.
Quale ordine di chiamata viene utilizzato?
L'ordine di chiamata è impostato in base a:
•
età (prima i soggetti più anziani che usciranno
prima dal programma di screening)
•
•
•
scadenza del precedente esame (ove disponibile)
esito di esami precedenti
presenza di patologie intestinali, se note
Come si ritira e consegna il kit per l’esame ?
L'utente viene invitato a ritirare in farmacia, nelle due
settimane successive al ricevimento dell'invito, il piccolo
contenitore per raccogliere il materiale fecale su cui fare
l'analisi. L'interessato si dovrà presentare con la lettera
d'invito compilata e firmata. Al momento del ritiro del
contenitore sarà data ogni informazione utile. L'esame è
completamente gratuito e non richiede l'impegnativa del
medico.
Pur essendo nella fascia d'età interessata, non si e'
ancora ricevuto l'invito. è possibile anticipare il test
e farlo al più presto?
No. Il programma di screening garantisce che ogni 2 anni
il soggetto venga chiamato.
Serve la richiesta del medico curante?
No. Per lo screening del colon retto è sufficiente
consegnare in farmacia la lettera d'invito, compilata nella
parte dei dati anagrafici e firmata.
Si possono prenotare o effettuare anche altri esami?
Ogni esame eseguito al di fuori del programma di
screening deve essere richiesto dal medico curante e
prenotato attraverso i centri di prenotazione esistenti.
E' necessario portare con sé una documentazione
sanitaria?
No per l'esecuzione della ricerca di sangue occulto nelle
feci.
E' consigliabile portare in visione la documentazione
sanitaria di eventuali esami o trattamenti effettuati solo in
caso di richiamo per approfondimento di un test positivo o
nel caso in cui la persona sia già seguita presso un altro
centro.
Quanto costa eseguire l'esame?
Per le persone inserite nel programma di screening
l'esame, secondo la periodicità prevista, e gli eventuali
successivi approfondimenti diagnostici (colonscopia, clisma
opaco, biopsia) sono gratuiti.
Il test
In che cosa consiste l'esame?
L'esame consiste nella raccolta delle feci. Questo materiale
viene collocato, tramite un apposito bastoncino, all'interno
di un flaconcino (provetta); il campione raccolto viene,
quindi, sottoposto a valutazione tramite un analizzatore
presso il laboratorio dell'Azienda Ospedaliera.
Come raccogliere il campione?
L'interessato ritira il flaconcino in farmacia presentando la
lettera d'invito; questa sarà pinzata dal farmacista alla
busta di plastica contenente la provetta da utilizzare per la
raccolta del campione di feci.
è necessario, innanzittutto, raccogliere le feci in un
contenitore pulito e asciutto o mettere uno spesso strato
di carta igienica nel WC in modo da trattenere le feci per il
tempo necessario ad eseguire il prelievo.
Si procede aprendo il flacone e facendo attenzione a non
versare il liquido contenuto.
Si striscia l'asticella sopra le feci più volte in orizzontale e
verticale (serve solo una piccola quantità di feci).
Si reinserisce il bastoncino nella provetta, chiudendo bene
ed agitando. Infine, si rimette la provetta nella busta di
plastica che è rimasta pinzata alla lettera.
La provetta si può conservare in frigorifero, ma deve
essere riportata in farmacia entro 24 ore dalla raccolta
delle feci, unitamente alla lettera d'invito compilata e
firmata.
Si devono adottare particolari precauzioni prima di
eseguire l'esame?
Non è necessaria alcuna particolare dieta prima del test,
ma va evitato il test se si è nel periodo mestruale o se si è
affetti da emorroidi sanguinanti.
Quali sono i tempi previsti per avere la risposta
all'esame?
Il tempo di risposta è, in genere, di un mese dal momento
di consegna del campione. Questo tempo serve al
personale preposto per formulare una risposta completa
ed effettuare i necessari controlli di qualità.
A chi e in che modo viene comunicato l'esito
dell'esame?
L'esito dell'esame viene spedito a casa. In caso di
presenza di sangue occulto, si verrà contattati
telefonicamente dal personale sanitario.
Se l'esame non è ben leggibile, dovrà semplicemente
essere ripetuto; anche in questo caso l'utente riceverà
una comunicazione.
Quanto tempo passa tra un esame e l'altro?
La periodicità dell'esame è di due anni.
Perché è stato definito un intervallo così?
Il tumore del colon retto ha uno sviluppo molto lento. Due
anni sono, quindi, un tempo sufficiente per fare la diagnosi
precoce nella grande maggioranza dei casi.
E' tuttavia utile che il soggetto presti attenzione
all'eventuale comparsa di sintomi quali: perdite di sangue
insolite al momento dell'evacuazione, dimagrimento,
alternanza dell'alvo (insolitamente periodi di stipsi
alternati a periodi di diarrea) e ne parli al medico curante.
Cosa si deve fare quando è ora di ripetere l'esame?
L'interessato riceverà una lettera a domicilio, alla
scadenza del periodo di intervallo, nella quale sono
contenute le indicazioni necessarie.
Nel caso in cui il test sia stato eseguito di recente, si
può rifare?
Se esistono sintomi o problemi clinici, o su richiesta del
medico curante o dello specialista, può essere opportuno
eseguire un nuovo accertamento. Questi casi, però, non
rientrano nel programma di screening.
Può essere segnalata al numero verde del Centro
Screening l'esecuzione di una colonscopia negli ultimi due
anni. In questo caso si eviterà la ripetizione di esami
inutili.
Quali possono essere i motivi di richiamo dopo
l'esame?
Si può essere invitati a ripetere il test perchè non
interpretabile da parte dell'analizzatore.
Cosa fare se si hanno familiari con patologie
tumorali del colon retto?
La presenza di familiari che hanno avuto un tumore del
colon retto aumenta il rischio e, quindi, influenza l'età e il
tipo e la periodicità del test di screening.
In genere i consanguinei di un malato di tumore al colon
retto sono già sottoposti ad un programma di
sorveglianza da parte di un centro specialistico.
Accertamenti di approfondimento dopo
un esame positivo
La colonscopia
E' un esame che consente di vedere le pareti interne del
colon-retto e di individuare eventuali alterazioni, eseguire
biopsie, asportare polipi. Si esegue con il colonscopio, uno
strumento flessibile dotato di telecamera. La colonscopia si
definisce completa o totale quando raggiunge l'intestino
cieco, visualizzando tutto il colon.
La colonscopia, oltre a permettere di esplorare tutta la
superficie interna del grosso intestino, in caso di
necessità , consente di asportare frammenti di mucosa a
scopo diagnostico (biopsia) o polipi senza ulteriore
necessità di intervento chirurgico. Solo in caso di polipo
con caratteristiche particolari (grandi dimensioni, assenza
di peduncolo) può essere necessario un intervento
chirurgico per l'asportazione.
Nel caso non fosse possibile esplorare completamente
l'intestino viene proposta l'effettuazione di un
approfondimento radiologico (clisma opaco con doppio
contrasto).
Polipectomia endoscopica
E' l'asportazione di uno o più polipi durante una
colonscopia.
Comunicazione degli esiti degli accertamenti di
approfondimento
L'esito degli accertamenti di approfondimento, compreso
quello dell'eventuale biopsia, viene comunicato
personalmente all'interessato dal medico che ha eseguito
l'esame, a conclusione delle procedure diagnostiche.
Nel corso dell'incontro viene consegnato all'utente il
modulo riassuntivo contenente tutti i referti associati agli
accertamenti effettuati ed un giudizio diagnostico
conclusivo con le eventuali proposte terapeutiche.
Altre risposte, consigli e supporto si potranno avere
rivolgendosi:
•
•
al proprio Medico di Famiglia;
telefonando al n. verde 800.44.00.99
(Dal lunedì al venerdì dalle ore 09.00 alle
ore 13.00)