Sessa si dimette e punge la Lega
Transcript
Sessa si dimette e punge la Lega
Hinterland 25 L’ECO DI BERGAMO GIOVEDÌ 27 SETTEMBRE 2012 a Il proprietario dell’area A Torre Boldone Sessa si dimette e punge la Lega «La soluzione c’era: adesso voglio risposte» A Decisivo lo scontro sull’area davanti al palasport «Avevamo chiesto 48 ore: scorretto quel volantino» «Pronti a confrontarsi? Io non li ho più sentiti» A Torre Boldone BARBARA MAGNANI Domani sera alle 19, in un Consiglio comunale straordinario, Claudio Sessa annuncerà le sue dimissioni da sindaco di Torre Boldone. Dimissioni che ieri mattina ha presentato al prefetto e che sembrano irrevocabili, anche se per i venti giorni successivi (il tempo massimo entro cui potrebbe decidere di ritirarle) Sessa vuole comunque lasciare aperto un piccolissimo spiraglio. Se a quel punto non saranno state ritirate, il ventunesimo giorno subentrerà il commissario prefettizio, che resterebbe in carica fino alle elezioni, che in questo caso sarebbero la prossima primavera, quando ci saranno le politiche. Sindaco Sessa, cosa l’ha spinta a rassegnare queste dimissioni? «Il punto chiave è stato il volantino diffuso dal gruppo Lega Nord, dopo che in Giunta io e il Pdl avevamo chiesto 48 ore di tempo per valutare la loro pro- posta di concedere al privato parte dell’area verde davanti al palasport. Invece il giorno dopo questo volantino con la loro posizione è uscito subito, loro quindi non hanno rispettato assolutamente quanto chiesto». Ma è stato solo questo? «Diciamo che è partito tutto da pegno di qualcuno all’interno dell’amministrazione. Ne avevo parlato con i segretari provinciali di Lega e Pdl e si era tutto risolto». Claudio Sessa, sindaco di Torre Boldone dal 2009 con una coalizione Pdl-Lega Il gruppo Lega, però, continua a ribadire che è pronto a confrontarsi e sostenere il Pgt nel caso in cui voi dimostraste che è realmente possibile tutelare l’area verde davanti al palasport. questo, poi la situazione e peggiorata. Con le dimissioni di tre assessori e soprattutto con l’incontro di giovedì scorso, che più che un incontro è stato un vero e proprio scontro». «Fino ad ora io ho visto solo proclami a mezzo comunicati stampa. Io resto fermo all’incontro di giovedì, dove a precisa mia domanda alla Lega, se si sentisse di garantire l’appoggio alla maggioranza, mi è stato risposto che avrebbero valutato di volta in volta. Questo è il dato di fatto, il resto sono solo parole. Ad oggi io o il Pdl non abbiamo avuto più richieste di nuovi incontri col gruppo Lega Nord». Non dipende anche da altri problemi che avevate avuto in passato? Ma non vede la possibilità di un riavvicinamento? «Negli anni precedenti effettivamente ci sono stati problemi con la Lega (ma non solo) e mi ero lamentato per il limitato im- «Secondo me è molto difficile, la situazione è molto compromessa. I rapporto tra Pdl e Lega sono diventati davvero tesi, prima Il sindaco: niente di personale, in questi anni ho discusso anche con il Pdl di tutto dovrebbero ritrovare un intesa loro, poi nel caso dovrei fare anch’io le mie valutazioni». Lei quindi non esclude di poter ritirare le sue dimissioni? «Niente è impossibile. La vedo dura però. Ci dovrebbero essere soprattutto i presupposti per lavorare serenamente e senza un’intesa ritrovata tra i due gruppi ciò non sarebbe possibile. Così com’è la situazione è ingestibile e per me non esiste che la Lega valuti di volta in volta come comportarsi. Questa è una situazione che si poteva anche evitare, se solo non fossero andati per la loro strada con quel volantino». Non ci sono anche motivi personali, quindi? «No, tutto rimane sul piano amministrativo, poi ognuno ha il suo carattere, ma questo non influisce certamente su quanto accaduto. E non è nemmeno un problema personale con la Lega, perché avevo anche avuto alcune discussioni con Pdl negli anni precedenti. Quello che è stato sbagliato è il non aver rispettato quanto chiesto in Giunta il famoso 11 settembre e la poca correttezza che hanno avuto a divulgare il giorno dopo quel volantino famoso». Il suo futuro? Esclude la politica? «Farò solo il pensionato e finalmente potrò dedicarmi ai miei hobby. Sicuramente resterò attento a quanto accade a Torre Boldone e la gente, dalla quale sto ricevendo molti attestati di stima, mi vedrà ancora camminare per il paese fermarmi a parlare con lei». ■ ©RIPRODUZIONE RISERVATA Agostino Tironi, proprietario dell’area davanti al palasport, oggetto di tante discussioni a Torre Boldone, ora parla: vuole dire la sua e chiarire alcuni punti. «Il mio gruppo – spiega – acquistò l’area quando ancora c’era la precedente amministrazione che, con il vincolo d’uso pubblico, mi invitò a far parte quale soggetto attuatore di un piano integrato d’intervento molto vasto, poi abbandonato per volontà dell’amministrazione stessa». Solo nel tardo 2011 Tironi riuscì ad avere un incontro con l’assessore all’Urbanistica, il tecnico e l’estensore del Pgt, il quale propose «una compensazione urbanistica che consisteva nel cedere l’intera area (9.100 mq) al Comune, dopo averla attrezzata a parco, in cambio della parziale cessione dell’area del parco di via da Vinci per una volumetria di 7.500 mc. Dopo aver entrambi valutato la proposta e dopo che l’assessore l’ha condivisa con la Giunta, il tecnico estensore l’ha inserita nel documento di piano del Pgt. A seguito delle polemiche sul parco di via da Vinci, si studiò una soluzione alternativa: cedere al Comune 7.200 mq dell’area davanti al palasport, in cambio della possibilità edificatoria sulla restante parte, con una volumetria ridotta a 4.500 mc. Tale soluzione, a mio avviso era ottimale per tutti». «Il sindaco – prosegue Tironi – sembra abbia trovato la soluzione di salvaguardare il tutto non concedendo un mq di costruzione. Al suo posto non sarei così sicuro. Nel corso degli anni è stata data la piena disponibilità al Comune per l’utilizzo dell’area, senza chiedere nulla in cambio. Ora attendo risposte collaborative, altrimenti saranno presentate opposizioni e ricorsi a tutela dei miei interessi». BAR. MA. a «Dalla missione un nuovo slancio per la comunità» La statua pellegrina della Madonna di Fatima a Mozzo FOTO BOLOGNINI A Mozzo Comunità parrocchiale e comunità civile. Sono i due volti di Mozzo che, con rinnovata spiritualità, guarda al futuro con ottimismo, all’indomani della missione parrocchiale che ha portato la parola di Dio in tutte le famiglie del paese. La missione – segnata dallo storico arrivo in elicottero della Madonna Pellegrina di Fatima – si è conclusa con la Messa celebrata dal vescovo Francesco Beschi, che ha lasciato alla comunità un mandato. «Si tratta di tre impe- gni religiosi – spiega il parroco don Giulio Albani – che coinvolgeranno anche la nostra comunità, e che vogliamo rispettare per rinsaldare ogni giorno la nostra fede». Ogni primo venerdì del mese sono previste le confessioni, a cui seguirà una Messa animata dai ragazzi della comunità di Shalom, che terminerà con un’adorazione notturna, per proseguire il sabato con la giornata di adorazione. Il secondo compito prevede invece la costituzione di un gruppo di preghiera, «il cuo- re della comunità», per favorire un momento di adorazione anche durante la settimana. Il terzo ed ultimo impegno del mandato, invece, consiste nella creazione di un gruppo famiglia con incontri domenicali. «La settimana dedicata alla missione è stata un motivo di speranza, perché ha visto avvicinarsi alla chiesa (sempre aperta) anche persone che prima non andavano – spiega il curato don Morris Pagnoncelli – dimostrando come l’incontro con il Signore possa essere un punto di riferimento concreto nella nostra vita». E poi l’apporto fondamentale dei circa sessanta ragazzi della comunità di Shalom, definiti «un miracolo vivente». «Questi ragazzi sono l’esempio di una Resurrezione dell’anima – prosegue il curato – perché grazie alla preghiera sono potuti rinascere, dopo un passato difficile che li ha visti toccare gli abissi dell’esistenza umana». Ex tossicodipendenti, ex prostitute o ragazzi con gravi problemi alle spalle, «per mezzo della fede sono diventati esempio di redenzione, evangelizzando tra le case del paese e mangiando a tavola con le famiglie di Mozzo». Un’esperienza dunque vincente, che testimonia una fede ancora viva in molte persone. «Siamo contentissimi di come si sia svolto il tutto – conferma don Giulio – perché i progressi spirituali fatti si aggiungono ad una consolidata comunità di fedeli che ogni giorno rende vivi il nostro oratorio e la nostra parrocchia». ■ Cristiano Gamba Facciamo conoscenza 1 ora di parcheggio GRATIS in caso di acquisto