Ottimizzazione del trasporto e stoccaggio a termine
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Ottimizzazione del trasporto e stoccaggio a termine
S.O. Dicembre 2010.qxp 19-11-2010 9:33 Pagina 1 anno37 numero5 dicembre2010 sala operatoria spedizione in abbonamento postale - 70% - filiale di roma - Johnson & Johnson Medical spa rivista bimestrale di sanità e professione Contributors / Stenting e DAPT. Novità all’orizzonte? Lo speciale / Diamoci un giro... di vita L'inserto / Progetto Sorriso nel Mondo Onlus L’innovazione / Il dolore lombare complesso S.O. Dicembre 2010.qxp 19-11-2010 12:16 Pagina 41 OTTIMIZZAZIONE DEL TRASPORTO E STOCCAGGIO A BREVE TERMINE DEGLI ENDOSCOPI L’esperienza ESPERIENZA GESTIONALE DEL SERVIZIO DI ENDOSCOPIA AD ALTA TECNOLOGIA DELL’ISTITUTO ONCOLOGICO VENETO I.R.C.C.S. PADOVA Il Servizio Il Servizio di Endoscopia ad Alta Tecnologia dello I.O.V. - diretto dal professor Giorgio Battaglia ha sede presso lo I.O.V (Istituto Oncologico Veneto) I.R.C.C.S.; è un Centro di Eccellenza e di Ricerca Avanzata per le malattie dell’esofago, dello stomaco e del colon, sede della scuola Italiana di formazione in Ecoendoscopia e sede Europea di formazione per l’ablazione con radiofrequenza del Barrett. Inaugurato nel novembre 2009 dispone di 2 sale specificatamente progettate per la chirurgia endoscopica e attrezzate con le dotazioni tecnologiche più all'avanguardia oggi disponibili (alcune di esse uniche in Italia) per esami endoscopici ed eco-endoscopici ed una sala risveglio con postazioni paziente video sorvegliate e monitorizzate a distanza. Una struttura in grado di garantire al paziente in un unico centro diagnosi, stadiazione completa e, quando indicato, la terapia, con la strumentazione più sofisticata. Prof. Giorgio Battaglia Aggregato di Chirurgia Generale Università di Padova Direttore Endoscopia ad Alta Tecnologia Istituto Oncologico Veneto I.R.C.C.S. Sig.ra Manuela Ruffato Coordinatrice Infermieristica Endoscopia ad Alta Tecnologia Istituto Oncologico Veneto I.R.C.C.S. Tra la strumentazione diagnostica il centro può contare su di un sistema di video endoscopia a fluorescenza (A.F.I. - Olympus), in grado di identificare con una luce di particolare lunghezza d’onda, il tessuto precanceroso, sull’endoscopio a laser confocale (Pentax), che permette di visualizzare le singole cellule della mucosa ingrandite 1000 x (istologia virtuale in vivo) nel corso di un esame endoscopico normale, su una gamma completa di video eco-endoscopi Olympus, da quelli tradizionali a quello “cieco” per lo studio delle neoplasie esofagee stenosanti, alle mini-sonde con ricostruzione tridimensionale dell’immagine. Per quanto riguarda la terapia, il centro dispone di endoscopi ed eco-endoscopi operativi, della sonda a radiofrequenza Barrx per l’ablazione dell’esofago di Barrett, dell’idrodissettore Erbe per facilitare le mucosectomie e di tutti gli accessori per la chirurgia endoscopica (mucosectomie e submucosectomie, sez. di diverticoli esofagei ecc.). Le immagini sono tutte archiviate sui server aziendali e possono essere inviate automaticamente in aula magna o in streaming in Internet o via videoconferenza. QUARANTUNO S.O. Dicembre 2010.qxp 19-11-2010 12:16 Pagina 42 L’esperienza Tutto questa complessa attività è gestita per via domotica anche con un semplice iphone. Sono ormai più di 2.500 le endoscopie che vengono effettuate ogni anno con queste tecnologie, senza contare l’attività ambulatoriale, in particolare l’ambulatorio multidisciplinare (endoscopista, chirurgo, fisiopatologo) per la diagnosi e terapia dell’esofago di Barrett, con un numero verde dedicato. La gestione degli strumenti ed accessori endoscopici Negli ultimi anni si sono consolidate le conoscenze scientifiche sulle modalità più appropriate per il trattamento degli endoscopi - allo scopo di prevenire la trasmissione di infezioni (il cosiddetto reprocessing degli endoscopi) - sulle modalità di conservazione e stoccaggio degli strumenti e sul trasporto degli stessi. Le linee guida internazionali (1) raccomandano il lavaggio e il riprocessamento degli strumenti endoscopici al di fuori della sala endoscopica ed il loro stoccaggio in locali idonei. Nella progettazione di un nuovo servizio di endoscopia o nella sua ristrutturazione bisogna quindi prevedere una stanza di lavaggio/disinfezione che a seconda delle possibilità strutturali dell’ospedale potrà essere: • situata tra 2 sale d’endoscopia • inserita in un percorso sporco-pulito • inserita in un locale adiacente al luogo di lavoro senza un percorso sporcopulito. Ugualmente bisognerà prevedere un luogo idoneo per lo stoccaggio degli strumenti endoscopici, che non dovrà essere in un luogo di passaggio (es. corridoio), né nella sala endoscopica se questa non è l’unico locale di lavoro. SERVIZIO DI ENDOSCOPIA AD ALTA TECNOLOGIA DELL’ISTITUTO ONCOLOGICO VENETO QUARANTADUE S.O. Dicembre 2010.qxp 19-11-2010 12:16 Pagina 43 L’esperienza Nel nostro caso, come si può evincere dalla planimetria riportata nella foto alla pagina precedente, dati gli spazi a disposizione come avviene in molte realtà ospedaliere, la stanza dedicata al lavaggio e disinfezione degli strumenti è stata prevista di fronte alle sale endoscopiche. Nella stessa sala in idonea posizione sono stati posti gli armadi a tenuta d’aria per lo stoccaggio degli strumenti. È evidente che in questa situazione la movimentazione del materiale endoscopico, sia sporco che disinfettato, diventava particolarmente critico. Questi concetti - sala reprocessing e luogo per lo stoccaggio almeno nei Servizi di nuova costruzione, si stanno ormai affermando e cresce negli endoscopisti la consapevolezza che il corretto riprocessamento e l’alta disinfezione degli strumenti sono dei principi irrinunciabili per una moderna endoscopia. Ma in questo processo esiste un’area grigia: non sono state ancora definite delle regole per il trasporto degli strumenti e degli accessori dal deposito all’ambulatorio e dall’ambulatorio alla stanza di lavaggio, e non molti si rendono conto che proprio in questa fase possiamo vanificare non solo lo sforzo fatto per arrivare ad una corretta disinfezione, ma anche l’impegno di capitali per acquisire macchine lava-endoscopi sicure e armadi di stoccaggio idonei. Il rischio di contaminazione in questa fase è infatti molto elevato, anche se trascurato: l’infermiere deve trasportare per un percorso più o meno lungo da una parte strumenti ed accessori disinfettati, mantenendone la disinfezione, dall’altra gli strumenti e gli accessori utilizzati nella sala lavaggio evitando lo sgocciolamento lungo il tragitto e la contaminazione dell’ambiente. Fig. 2 Ma come questo deve avvenire nessuna regola lo stabilisce: è normale vedere lo strumento sterile trasportato senza protezione con le mani non guantate dal deposito all’ambulatorio, come pure è normale vedere lo stesso strumento ritornare in sala lavaggio sgocciolante o al massimo avvolto in un telino. (fig. 2) Un’altra fonte di contaminazione degli strumenti e dell’ambiente la si può avere durante l’esame in sala endoscopica; talora è necessario estrarre lo strumento per poi riutilizzarlo per controllare l’esito di una procedura endoscopica (dilatazione, posizionamento di protesi ecc.). In questo caso lo strumento in attesa di essere reintrodotto nel paziente, viene appeso gocciolante alla colonna endoscopica o appoggiato ad un piano di lavoro protetto da un telino sicuramente pulito ma raramente sterile. Sullo stesso telino vengono posti gli accessori utilizzati (pinze, cateteri, dilatatori, aghi ecc.) in attesa di essere portati in sala lavaggio o di essere smaltiti. Ma questi teli non essendo impermeabili, contaminano il piano sottostante con i liquidi biologici che portano con sé. Cosa dicono le linee guida Senza entrare nel merito della discussione se tutti gli strumenti vadano sottoposti o meno ad un ciclo breve di disinfezione ogni mattina prima dell’uso, le linee guida dei vari Stati, fatta eccezione per quelle irlandesi, danno delle indicazioni generiche sul trasporto degli endoscopi, e la loro gestione all’interno della sala endoscopica. QUARANTATRE S.O. Dicembre 2010.qxp 19-11-2010 12:16 Pagina 44 L’esperienza Trasporto: materiale sterile Una volta riprocessati gli endoscopi debbono mantenere la disinfezione fino al momento dell’uso sul paziente. Si deve prevenire la contaminazione in due momenti fondamentali: 1. Durante lo stoccaggio: gli strumenti devono essere riposti in posizione verticale in armadi appositi, a tenuta di polvere, senza fessure o recessi dove possa accumularsi sporco non facilmente asportabile, in materiale lavabile (preferib. acciaio). Gli armadi devono contenere solo gli strumenti endoscopici e devono essere posizionati in ambiente che non sia di passaggio. Vale a dire non deve essere depositato nell’armadio di stoccaggio altro materiale non disinfettato come teli, bottiglie di flebo, zoccoli ecc. e non debbono essere collocati per esempio nel corridoio di accesso esterno alle sale endoscopiche. In alternativa alcune ditte propongono lo stoccaggio negli stessi cesti chiusi in cui è avvenuta la disinfezione/sterilizzazione e l'asciugatura dello strumento. Tale sistema, più costoso, dalle dichiarazioni dei costruttori non sembra avere dei vantaggi in termini di durata del mantenimento della disinfezione rispetto agli armadi dedicati. 2. Durante il trasporto: la perdita di sterilità/alta disinfezione è un evento legato all’ampiezza e al tipo di maneggiamento cui gli strumenti sono sottoposti e alle condizioni ambientali del trasporto. (LG irlandesi). Non si deve mai usare la valigia con cui lo strumento viene consegnato dal produttore che deve invece essere riservata solo per la spedizione in caso di guasto. Ugualmente non devono essere trasportati tenendoli scoperti e con le mani non protette da guanti sterili, ma qualunque sia il tragitto che si deve compiere (sia che si tratti della stanza vicina, sia che si tratti di un altro reparto, per es. la sala di rianimazione), devono essere posti in contenitori idonei provvisti di copertura che li isoli completamente. I contenitori debbono essere puliti, disinfettati, rigidi ed in numero sufficiente per l’attività quotidiana (LG irlandesi) (cat 1B). Trasporto: materiale contaminato Tutti gli endoscopi e i loro accessori debbono essere considerati sporchi e contaminati dopo ogni utilizzo ed una potenziale sorgente di infezione. Gli endoscopi e gli accessori debbono essere maneggiati, raccolti e trasportati in modo da evitare ogni possibile contaminazione, sia del personale che dell’ambiente, ed il personale deve essere adeguatamente istruito. Non devono pertanto essere maneggiati avvolti in telini o addirittura semplicemente presi in mano dall’operatore, ma ogni strumento deve essere riposto in contenitori rigidi di idonee dimensioni non permeabili ai liquidi. Il contenitore deve essere provvisto di una adeguata copertura in modo da garantire l’integrità dello strumento e prevenire la contaminazione dell’ambiente esterno. Se l’endoscopia è eseguita lontano dalla sala di lavaggio, è consigliabile che il trasporto venga fatto in un contenitore a tenuta contenente soluzione detergente. (cat 1B) Gestione del materiale endoscopico in sala Nessuna indicazione viene data per la gestione del materiale utilizzato in sala endoscopica, affidandosi al “buon senso” dell’operatore. Ma come abbiamo detto sopra è frequente vedere lo strumento appeso sgocciolante alla colonna endoscopica con l’unica attenzione di non sporcare la colonna stessa con l’uso di un telino che raramente viene cambiato tra un paziente e l’altro, o appoggiato su un piano (carrello, bancone ecc.) sopra un telo che, non essendo impermeabile, ha sicuramente contaminato quanto sta sotto. QUARANTAQUATTRO S.O. Dicembre 2010.qxp 19-11-2010 12:16 Pagina 45 L’esperienza La soluzione da noi adottata: il sistema di trasporto e stoccaggio a breve termine CLEANASCOPE Nella convinzione che l’ambulatorio di endoscopia - sia che esegua molti interventi di chirurgia endoscopica, sia che si limiti ad endoscopie diagnostiche e di screening - debba garantire la massima sicurezza in tema di pulizia degli ambienti e disinfezione degli strumenti, curo ormai da molti anni la costruzione, l’organizzazione e la pulizia degli ambienti endoscopici da me diretti come se si trattassero di locali di sala operatoria. E tutto questo viene monitorato periodicamente con controlli microbiologici degli strumenti, delle lavaendoscopi e degli ambienti. Ma è chiaro che, se durante l’attività si spezza la catena per scarsa attenzione nel maneggiare gli strumenti, tutto questo diviene un inutile sforzo oltre che una inutile spesa. Da anni pertanto ho adottato il sistema di gestione del pulito/sporco CLEANASCOPE - distribuito dalla ASP (Advanced Sterilization Products) della Johnson & Johnson Medical S.p.A - studiato per il trasporto in sicurezza e lo stoccaggio a breve termine di endoscopi ed accessori. Si tratta di un carrello dotato di 4 ruote bloccanti, con 2/10 vassoi (preferibile 10) delle dimensioni di 40 x 60 cm che vengono ricoperti con telini sterili in plastica monouso. Sono realizzati in ABS (Acrylonitrile Butadine Styrene), sono antiscivolo, sicuri ed ergonomici. Di fondamentale importanza sono i telini confezionati in set sterili contenuti in buste in poliestere. Fig. 3 Ogni set è costituito da un telino per coprire la superficie interna del vassoio, e da due telini per coprire l’endoscopio alloggiato nel vassoio (telino verde = endoscopio pulito – telino rosso = endoscopio sporco) tutti realizzati in polietilene a bassa densità. Un carrello è stato sistemato vicino all’armadio di stoccaggio, l’altro nella zona sporco vicino alle vasche di lavaggio. (fig.3) La gestione è molto semplice: Fig. 4 1. Il vassoio viene ritirato dal carrello “pulito” e coperto con la copertura di plastica trasparente sterile che viene a rivestire la superficie interna ed il bordo del vassoio, evitando che gli endoscopi riprocessati vengano a contatto con questa superficie. 2. Una volta che l’infermiere con le mani protette da guanti posiziona l’endoscopio nel vassoio, la parte superiore viene chiusa da una copertura elastica sterile verde che assicura una perfetta aderenza su tutti i lati e sulla quale risulta chiaramente che l’endoscopio trasportato è disinfettato (verde = pulito) e pronto all’uso. (fig.4) QUARANTACINQUE S.O. Dicembre 2010.qxp 19-11-2010 12:17 Pagina 46 L’esperienza Fig. 5 e 6 3. Il vassoio viene portato nella sala dove è stato richiesto lo strumento (può anche uscire dal Servizio per andare per es. in Rianimazione) e durante l’esame sarà utilizzato per raccogliere tutto il materiale contaminato dai liquidi biologici del paziente: pinze, aghi, garze imbevute di lubrificante, vaschetta d’acqua per pulire i canali dell’endoscopio, ecc. (fig.5 e fig.6) 4. Terminato l’esame anche l’endoscopio viene riposto nel vassoio e questo viene ricoperto con la copertura (rossa = sporco) per indicare che il suo contenuto è stato utilizzato e contaminato, e necessita di essere riprocessato. Fig. 7 e 8 QUARANTASEI 5. Il vassoio viene dunque portato in sala di lavaggio (fig.7) e riposto nel carrello “sporco” (fig.8) vicino alle vasche di lavaggio dove verrà prelevato dall’operatore che provvederà al lavaggio/disinfezione del materiale contenuto o al suo smaltimento, se monouso. S.O. Dicembre 2010.qxp 19-11-2010 12:24 Pagina 47 L’esperienza Come ho detto, utilizzo questa procedura ormai da molti anni, e ritengo che presenti molti vantaggi: • gli strumenti, soprattutto quelli più delicati come gli eco-endoscopi, sono maggiormente protetti da urti accidentali durante il trasporto • più ordine e meno contaminazione del piano lavoro in sala endoscopica, che si traduce prima di tutto in maggiore sicurezza per il paziente, ma anche in minor rischio per il personale. Conclusioni Quando si devono ristrutturare locali preesistenti non si possono sempre costruire dei percorsi sporco-pulito ottimali. In casi come il nostro, che almeno in Italia è quasi la regola, diventa allora imperativo trovare delle soluzioni che minimizzino il rischio di contaminazione degli strumenti in entrambi i sensi. La soluzione da noi adottata sembra dare sufficienti garanzie di prevenzione dei rischi di contaminazione. A conferma di ciò da quando abbiamo aperto il centro tutti i controlli microbiologici, sia sugli strumenti che ambientali, sono risultati negativi. Va però sottolineato che qualunque sia la soluzione adottata, anche la più rigorosa, sarà comunque vanificata se la procedura non sarà scrupolosamente osservata da tutto il personale dell’Unità Operativa. Il servizio è comunque disponibile ad essere visitato per ulteriori specifiche sulle procedure adottate. (1) BIBLIOGRAFIA NHS - National Endoscopy program decontamination standards for flexible endoscopy – March 2007 Bonnes pratiques de desinfection des dispositifs medicaux guide pour l'utilisation des laveurs-desinfecteurs d'endoscopes – Nov. 2003:12 Part 4: recommended practices for endoscopy units health service executive code of practice for decontamination of reusable invasive medical devices – version 1 - 2007 Hygiene requirements in the preparation of flexible endoscopes and endoscopic accessories Recommendation from the commission for hospital hygiene and infectious disease prevention at the Robert Koch Institute (RKI) – Gesundheitsschutz 2002 – 45:395 - 411 QUARANTASETTE