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forum | 3 | 2012
Ott
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endosco
Ottimizzazione del trasporto
e stoccaggio a breve termine
degli endoscopi
Esperienza gestionale dell’u.o. endoscopia
digestiva dell’a.o. San Gerardo – Monza
Sig. Franco Salvioni, Sig. Simone Rovelli, U.O. Endoscopia Digestiva, A.O. S.Gerardo – Monza
L’Unità Operativa di Endoscopia Digestiva
dell’A.O. S.Gerardo di Monza, diretta dal Dottor
Dinelli e coordinata dal caposala Signor Franco
Salvioni, si è sempre confrontata con il problema
della sicurezza microbiologica della strumentazione endoscopica, con la finalità di migliorare e
consolidare le pratiche di reprocessing per ridurre
al minimo il rischio di infezioni crociate agli utenti
e agli operatori.
L’attività di reprocessing degli endoscopi è affidata a una figura socio sanitaria (oss) che opera
esclusivamente nella sala di disinfezione occupandosi del ricondizionamento della strumentazione e della gestione delle lavaendoscopi, e a un
infermiere che a rotazione (3 giornate al mese)
si occupa della movimentazione degli endoscopi,
della loro integrità, della tracciabilità e del trattamento dei dispositivi medici risterilizzabili.
Il centro opera nel contesto di un ospedale di
secondo livello con un volume annuale di oltre
11.000 procedure endoscopiche : diagnostiche
ed operative, di base e complesse (comprese ecoendoscopie ed enteroscopie doppio pallone), in
elezione e in urgenza.
In occasione della ristrutturazione dei locali
dell’Unità Endoscopica gli operatori hanno
posto particolare attenzione alla progettazione
degli ambienti dedicati al reprocessing degli
endoscopi, al percorso sporco / pulito, alla sala
di decontaminazione / lavaggio e allo stoccaggio
Questo nuovo assetto – che include anche il
trasporto e lo stoccaggio a breve termine – ha
consentito l’accreditamento UNI EN ISO anche per
l’anno 2012 (il reparto è certificato già dal 2006).
Per quanto riguarda la problematica inerente al
trasporto e stoccaggio a breve termine abbiamo
cercato conforto nella letteratura attualmente
disponibile – ovvero le Linee Guida Europee (1)
– con l’obiettivo di trovare delle best practice da
poter esportare nella nostra realtà operativa.
Alla luce di quando sopra abbiamo individuato
sul mercato – e abbiamo deciso di adottare –
un sistema innovativo studiato per il trasporto in
sicurezza e lo stoccaggio a breve termine degli
endoscopi ed accessori : il dispositivo è costituito
da un carrello dotato di 4 ruote bloccanti, da vassoi con coperchi e da telini monouso.
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Fig. 1 Planimentria completa del reparto U.O. Endoscopia Digestiva.
a breve termine della strumentazione endoscopica.
Di fondamentale importanza sono i telini confezionati in set sterili contenuti in buste in poliestere. Ogni set è costituito da un telino per coprire
la superficie interna del vassoio, e da due telini
per coprire l’endoscopio alloggiato nel vassoio
(telino verde = endoscopio pulito – telino rosso =
endoscopio sporco) tutti realizzati in polietilene a
bassa densità. L’adozione del sistema ha consentito la riorganizzazione della nostra attività lavorativa puntando all’eccellenza anche nelle fasi di
trasporto e stoccaggio a breve termine.
Come si può facilmente notare dalla planimetria
in figura (fig. 2), la logistica dei locali consente
una distinzione senza compromessi dei percorsi
sporco / pulito.
Le sale endoscopiche sono dotate di accessi
dedicati che prevedono da un lato un ingresso
per “pulito” e da un altro l’uscita dello strumento
“sporco.
Fig. 2 Planimetria con percorso sporco (frecce rosse) / pulito (frecce verdi).
La sala dedicata alla disinfezione dispone di un
pass-through per l’accettazione e l’ingresso degli
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Fig. 3 Consegna dell’endoscopio contaminato.
Fig. 4 L’operatore ritira l’endoscopio dal
pass box.
Fig. 6 L’operatore ritira l’endoscopio pulito.
Fig. 5 Gli endoscopi puliti sono pronti per
l’uso.
Fig. 7 L’endoscopio pulito è pronto per l’uso.
endoscopi utilizzati (fig. 3), una vasca per l’immersione nel liquido decontaminante e di una
seconda vasca per il lavaggio manuale e la scovolinatura : attività fondamentali che devono sempre
precedere il trattamento nelle lavaendoscopi.
PASSIAMO ORA A DESCRIVERE STEP BY
STEP IL PERCORSO DELL’ENDOSCOPIO
Al termine del ciclo di disinfezione l’endoscopio è riposto in un vassoio con la copertura di
plastica trasparente (telino per coprire la superficie interna del vassoio), questa copertura copre
la superficie interna ed il bordo del vassoio evitando che gli endoscopi riprocessati vengano a
contatto con questa superficie.
Il vassoio protetto da una membrana sterile in
polietilene servirà da piano d’appoggio nelle
operazioni di movimentazione e riassemblaggio
degli endoscopi.
Una volta che l’endoscopio è posizionato nel vassoio, la parte superiore è chiusa da una copertura
che assicura una perfetta aderenza su tutti i lati.
Il telino verde di copertura del contenitore indica
chiaramente che l’endoscopio è stato disinfettato e pronto all’uso (Telino verde = endoscopio
pulito).
Il vassoio contenente l’endoscopio così assemblato è riposto in un altro pass-through per transitare nel locale “pulito” dove tutti gli strumenti
confezionati sono alloggiati in carrelli a ripiani
suddivisi per tipologia gastroscopi, colonscopi,
duodenoscopi, ecoendoscopi, enteroscopi. (fig.
4 e 5).
Nel reprocessing degli endoscopi è importante
la registrazione delle attività svolte, chi le esegue e a che ora ; l’operatore che accetta lo strumento è identificato e registra le fasi del per-
corso, lavaggio manuale, alta disinfezione e tipo
di lavaendoscopi attraverso un clic di un lettore
di codice a barre che consente, se tutte le fasi
previste sono state effettuate in successione, di
generare e stampare un’etichetta che sarà incollata sulla copertura verde del vassoio. Su tale etichetta sono indicati il tipo ed il codice identificativo dell’endoscopio e la data della avvenuta
corretta disinfezione.
Dal locale pulito gli strumenti così assemblati – vassoi dotati di coperture sterili (telini
verdi) codificate con codice colore – sono prelevati e trasportati nelle sale endoscopiche : in
base all’esame da eseguire è prelevato lo strumento più idoneo, gli infermieri che eseguono
la scelta dello strumento si avvalgono della
lettura dell’etichetta posta in evidenza sulla
confezione e del codice colore verde ad indicare l’idoneità all’utilizzo (fig. 6 / 7). Nella sala
endoscopica il vassoio è posto su un tavolino
accanto alla colonna, è rimossa la copertura
verde e l’etichetta relativa alla tracciabilità sarà
applicata alla documentazione. L’endoscopio è
collegato al processore pronto per essere utilizzato.
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In questo modo lo strumento è maneggiato solo
dall’infermiere e dall’endoscopista che effettua la
procedura.
Al termine dell’esame l’endoscopio contaminato, dopo preliminare aspirazione di acqua
dal canale operativo e irrigazione del canale
aria / acqua, è riposto nel vassoio del sistema
insieme agli accessori utilizzati e ricoperto con
il telino in polietilene di colore rosso che rende
agevolmente riconoscibile lo stato di strumento
contaminato che necessita di essere riprocessato (fig. 8).
Fig. 8 Chiusura dell’endoscopio contaminato.
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In conclusione, riteniamo possibile gestire la
movimentazione degli endoscopi in modo ottimale e ordinato seguendo percorsi prestabiliti
senza lasciare spazio ad improvvisazioni e personalizzazioni utilizzando un metodo che riproduce
fedelmente lo standard prefissato.
L’endoscopio e gli accessori sono così isolati
dall’ambiente esterno ed entrano nel ciclo del percorso “sporco” verso la sala disinfezione (fig. 9).
Lo stoccaggio a breve termine ha lo scopo di
preservare l’endoscopio disinfettato dal contatto
con superfici, piani di appoggio, carrelli evitando
manipolazioni e passaggi di mano durante il trasporto verso le sale endoscopiche o altri reparti
prima del suo utilizzo.
Dopo l’uso l’endoscopio contaminato deve
essere trasportato nella sala dedicata alla disinfezione impedendo che lungo il tragitto possa
inquinare l’operatore e le superfici mediante
sgocciolamento o contatto (fig. 10).
Fig. 9 Trasporto degli endoscopi.
Fig. 10 Ritiro dell’endoscopio contaminato
nella sala disinfezione tramite pass box.
Nella nostra esperienza ci sentiamo di sottolineare che questo sistema preserva gli endoscopi
disinfettati dalla contaminazione ed evita che gli
strumenti sporchi contaminino l’ambiente inoltre,
protegge lo strumentario delicato e costoso riducendo il numero di danni accidentali.
Per testare la validità del sistema abbiamo effettuato – e monitoriamo periodicamente il giorno
successivo alla disinfezione – prelievi con tampone
del canale bioptico per sottoporli ad esame colturale. Per quanto possono essere test a “campione”,
gli esiti degli esami colturali sugli endoscopi non
hanno evidenziato presenza di colonie batteriche.
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Invitiamo tutti coloro che ne fossero interessati a
visitare la nostra Unità Operativa, per verificare
direttamente “sul campo” questo sistema decisamente funzionale ed innovativo, ed eventualmente
confrontare e condividere le diverse esperienze.
BIBLIOGRAFIA
1. National endoscopy programme decontamination standards forflexible endoscopy.
2. Bonnes pratiques de desinfection des dispositifs medicaux guide pour l’utilisation es
laveursdesinfecteurs d’endoscopes.
3. Part 4 : recommended practices for endoscopy units health service executive code f
practice for decontamination of reusable
invasive medical devices.
4. Hygiene requirements in the preparation of
flexible endoscopes and endoscopic accessories recommendation from the commission
for hospital hygiene and infectious disease
prevention at the robert koch institute (rki). |