le domande dei bambini - Istituto Comprensivo di Cuggiono

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le domande dei bambini - Istituto Comprensivo di Cuggiono
Parlare in famiglia
Annella Bartolomeo
s.p.a.e.e. Università Cattolica Milano
26 febbraio 2015
CUGGIONO
Perché è importante?
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IMPORTANZA DEL DIALOGO IN FAMIGLIA
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stili educativi: autoritario, democratico, autorevole. lo stile autorevole è caratterizzato dal dialogo:
spiegare le regole, ascoltare e rispondere.
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I bambini crescendo scoprono il mondo e cercano di dare un senso al mondo. (Bruner, la ricerca del
significato).
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Con lo sviluppo della teoria della mente, i bambini comprendono che le persone sono esseri mentali,
e le cose accadono perché nella mente ci sono intenzioni, emozioni, credenze, che possono essere
diverse da quelle che hanno loro.
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Con lo sviluppo del linguaggio i bambini acquisiscono uno strumento potente per rappresentare la
realtà, che da realtà osservata, diventa realtà conosciuta, ovvero qualcosa che possiedo nella mente
e riconosco.
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esempio del paese straniero: cerco di capire….
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I genitori sono i riferimenti; ciò che non spieghiamo noi genitori, sarà spiegato da altri.
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Oggi i perché dei bambini sono maggiormente sollecitati e trovano più rapidamente risposte non
mediate a livello educativo. rischio di maggiore dispersione.
Quando parlare con i
bambini?
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Quali momenti? tutti i momenti sono adatti.
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Importanza dei momenti di condivisione: pasti, guardare libri e
televisione insieme, andare a letto.
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Con l’ingresso a scuola il bambino conosce un mondo di adulti e
coetanei diverso, dove i genitori non ci sono. Ascoltare e chiedere.
Ascoltare le domande dei bambini e fare domande ai bambini:
com’è andata a scuola; che cosa hai mangiato? con chi hai
giocato? che cosa avete fatto? che cosa hai provato?
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domande descrittive e domande sulle emozioni e sulle relazioni
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noi permettiamo o vietiamo il dialogo su certi argomenti a partire
dalle nostre modalità di accogliere le domande e di farle.
Di che cosa parlare?
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Argomenti, domande dei bambini,…
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scienza: perché il cielo è azzurro?
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spiritualità: chi è Dio, perché le persone muoiono?
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sessualità: come nascono i bambini?
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società: chi è quella signora? cosa sono le droghe?
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famiglia: perché quel signore non è il suo papà?
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Da uno studio inglese è emerso che le femmine (di quattro anni) fanno 290
domande al giorno, una ogni minuto e 56 secondi. !
I maschi di 9 anni fanno solo 144 domande quotidiane. !
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Secondo il sondaggio i piccoli si scatenano soprattutto all’ora dei pasti, ma non
risparmiano i genitori neppure durante lo shopping o prima di dormire. Nove
mamme su dieci confessano !
di consultare internet e l’82% ammette di non sapere le risposte. !
Con l’età le richieste calano di numero ma crescono in difficoltà, mettendo in
crisile madri, che si vedono soppiantate da Wikipedia come fonte di sapere
enciclopedico. !
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Secondo i genitori inglesi le cinque domande più difficili sono queste: «Perché
l’acqua è bagnata?», «Dove finisce il cielo?», «Di che cosa sono fatte le
ombre?», «Perché il cielo è blu?», «Come fa un pesce a respirare sott’acqua?».
Come parlare ai bambini?
8 consigli per come rispondere ai bambini
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Ascoltare con attenzione, dimostrare interesse anche se la domanda ci sembra banale o assurda (per il bambino non
lo è).
Comprendere che cosa vuol sapere veramente il bambino, al di là del contenuto della sua domanda.
Ad esempio:
Bambino: “Mamma, perché Guido abita solo con la mamma, senza papà?”.
Mamma: “Guido te ne ha parlato? Come si trova?”
Scegliere qualche breve testo da leggere insieme che offra informazioni sulla domanda che il bambino ha fatto.
Rispondere sempre e subito. Se non abbiamo tempo in quel momento, la risposta potrà essere: “ne possiamo
parlare dopo?”
Non giudicare o svalutare le domande con esclamazioni o battute: “Ma cosa ti salta in mente di farmi questa
domanda?!”; “Di questi problemi ne parleremo fra tre anni”.
Non scaricare la domanda al coniuge – “…questo chiedilo a papà/mamma – senza prima averlo concordato con lui.
Una volta d’accordo papà e mamma, si potrà dire al bambino: “Papà/mamma ne sa di più su questa cosa, parlane
con lui/lei”.
Dare risposte semplici, brevi, ma esatte e convincenti, non approssimative. Non ingarbugliare la realtà, non
arrampicarsi sugli specchi.
Se non si sa cosa rispondere, dirlo al bambino e promettergli una risposta dopo che ci si è documentati. I bambini –
e non solo loro – apprezzano l’onestà intellettuale.
Come cambia il bambino
Il tipo di domande dei bambini rivolte ai “grandi” è connesso al livello della
maturazione psico-fisica raggiunta dal bambino. In particolare, tra i 2 anni e mezzo e
i 3 anni di età, la maggior parte delle domande riguarda l’ambiente circostante. Il
piccolo osserva il mondo intorno a lui e chiede all’adulto spiegazioni su una serie di
fenomeni che stimolano la sua curiosità (“Perché il fuoco scotta?” “Perché il nonno
ha i capelli bianchi?”).
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Dopo i 4 anni l’interesse del bambino tende a orientarsi per lo più verso la sfera
personale e sessuale. È proprio in questa fase che fanno la loro comparsa le prime
domande imbarazzanti che spesso tendono a mettere a disagio mamma e papà.
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Altre domande difficili sono quelle relative alla morte. Intorno ai 3-4 anni i bambino
tende a connettere la morte a un’idea di assenza-sparizione e a un senso di
angoscia simile a quella provato da piccolo quando la mamma si allontanava e non
sapeva ancora che sarebbe tornata.
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Intorno ai sette anni il bambino diviene più intellettuale e pone domande di tipo
scientifico e accetta spiegazioni più complesse.
con lui.
Ma Gesù come fa ad amare chi lo tratta male?
Ma insomma lo dice anche suor Maria: dove ci sono due o più persone riunite lì ci sono io. E allora noi siamo quattro, prepariamo un bell’altare, facciamo
la preghiera e ciao!
Io sto continuando a pregare perché mia sorella mi tratta male però non funziona, come faccio?
Ci sono la cattiveria e la tristezza perché Adamo ed Eva hanno mangiato il frutto della conoscenza del bene e del male. Ci sarebbero state lo stesso? [se
Adamo ed Eva non avessero mangiato il frutto]
Come ha fatto Gesù per aiutarci?
Perché esiste l’odio?
Perché una barbona che ho soprannominato Cercocasa mi dice parole tipo: “bambolina” oppure quando sto con il mio cane dice: “bau bau”? Io non so
come fare, ho paura!!!
Gesù come faceva a sapere di essere il figlio di Dio?
Padre Maurizio chi è che ha inventato la Messa?
Perché anche quando sono felice mi sento triste?
Ma se quei signori non avessero ucciso Gesù, lui oggi sarebbe ancora qui tra noi?
Cosa succede quando qualcuno si sposa?
Ma perché Dio ha scelto il vino come simbolo del suo sangue?
Non riesco ancora a capire come il Paradiso duri tutta la vita. Quanto tempo è tutta la vita?
Sai in quale anno è morto Gesù?
Perché esistono i preti?
Caro P.M. = io prego sempre mio nonno ... solo che dopo lo penso ancora di più, come faccio?
Perché Dio ha scelto proprio Maria?
Caro piemme, tutta la mia classe mi prende in giro. Come posso fare?
Importante! Cosa ne pensi dell’abdicazione del Papa?
Perché anno crucifisato Gesù in croce e non con altre cose?
Cosa significa cor ad cor loquitur, visto che ce l’abbiamo sul fazzolettone?
Perché esiste la tristezza e l’odio?
Perché lo spirito santo è rappresentato come una colomba?
Perché si deve andare a Messa?
Perché mia sorella quando non c’è nessuno fa la buona con me e quando ci sono le mie o le sue amiche mi prende in giro?
Io spesso sono triste, ma perché esiste la tristezza? Io quando sono triste mi chiedo se è una punizione per qualcosa che ho fatto di male, è per questo
secondo te?
Perché Gesù fin da piccolo parlava come Dio?
Se ho degli amici che bestemmiano e non riesco ad aiutarli è bene che li frequento ancora?
Ma è vero che l’uomo da solo morirebbe di solitudine?
Ma Gesù rideva?
Tu hai mai fatto del male a qualcuno?
Chi ha scritto l’Esodo e Genesi?
Ma perché c’è anche il male e non solo il bene?
Come fai a rispondere a tutte queste domande?
Io sono figlia unica e mi sento molto sola e vorrei avere qualcuno con cui giocare. Come faccio?
Come mai Gesù ha perdonato i nostri peccati morendo? Come ha fatto?
Ho un problema: io non riesco a studiare bene. Come faccio a studiare meglio?
Io ho un grande problema: un mio compagno vuole sempre che io lo aiuti. Lo so che non è giusto, ma lui dice che se non lo aiuto non è più mio amico e
parla male di me agli altri. Come faccio?
Perché Dio esaudisce solo le preghiere di alcuni?
Perché in questo periodo sto soffrendo per i miei genitori separati? Perché Chiara se ne è andata?
Una mia amica parla male di me alle spalle. Cosa faccio? Sto cercando di rimediare ma non cambia niente!
LA COMUNICAZIONE E IL DIALOGO
Nella comunicazione familiare il dialogo, l’ascolto, l’attenzione
sono elementi determinanti per la crescita e lo sviluppo
armonico dei figli.
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Per instaurare una comunicazione efficace è importante partire
da una capacità di ascolto, offrendo attenzione alle emozioni e
alle opinioni che i bambini possono esprimere.
E’ fondamentale considerare seriamente quello che dice il
piccolo, il suo bisogno di essere ascoltato attentamente.
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L’essere sempre interrotto o criticato non gli consente di
acquisire sicurezza nei suoi stessi pensieri e di sviluppare un
buon livello di autostima, così come permettergli di parlare
continuamente quando ha bisogno di essere contenuto, non gli
permette di sviluppare un proprio senso critico e di iniziare ad
abituarsi alla turnazione nelle conversazioni.