Scarica l`estratto di lettura
Transcript
Scarica l`estratto di lettura
FABIO STASSI L’ALFABETO DI ZOE Illustrazioni di Eleonora Stassi BOMPIANI © 2016 Bompiani / Rizzoli Libri S.p.A., Milano ISBN 978-88-452-8218-8 Prima edizione Bompiani settembre 2016 A Donatella, a un pianerottolo pieno di bambini e a Zelia e Aida, lettere di un nuovo alfabeto NOTA Questo testo è stato ricopiato trascrivendo il nastro che la signorina Zoe ha registrato con un vecchio registratore e spedito alla nostra casa editrice. Ho dovuto quindi inserire io la punteggiatura, gli a capo, i corsivi e il maiuscoletto per ricreare nel migliore dei modi il tono, le pause e le esclamazioni del suo discorso. Alla fine, la signorina Zoe mi ha ringraziato soprattutto per averle insegnato una parola che lei non conosceva: sbobinato! Il redattore 7 1 A come aereo A a A a Questa sono io: Zoe! Lo so, non mi potete vedere: questo è soltanto un libro, e un libro è fatto di parole. Potrei incollare la foto che ho tra le mani oppure disegnarmi con dei gessetti colorati. Così: Sarebbe facile. Potrei. Ma non voglio. 11 Non voglio neppure dirvi se i miei capelli sono lanosi come quelli di una pecora, se ho le mani larghe quanto una foglia di vite americana, se vesto con un kilt sotto il kimono e ai piedi indosso scarpe da tennis bucate, da cui mi esce sempre un dito che il cane da tartufi del mio vicino scambia ogni mattina per un fungo. No, non vi dirò niente; immaginatemi piuttosto, e ognuno a modo suo. Pensatemi con la testa a carota, le gambe corte come quelle di un canguro e il naso più lungo della proboscide di un elefante. Non mi importa. Scommetto che qualsiasi idea vi facciate di me finirà comunque per assomigliarmi. Per il momento, sappiate soltanto che questa fotografia è di qualche anno fa. Risale al periodo prima del grande dubbio. Al tempo in cui ancora vivevo vicino all’aeroporto di Volano. La mia casa è dietro la pista. Quella con le mura verde ramarro. Non ce ne sono altre di quel colore. Io sto sulla mia bicicletta gialla, un piede per terra e la schiena contro la rete di recinzione. Ma... volete sapere chi c’è dietro l’obiettivo? Guardate da voi. 12 Nessuno, già. No, niente autoscatto. La verità è che questa fotografia non esiste. È soltanto la mia memoria che ha fotografato tutto, tutto quello che accadrà da questo momento in poi, dal pomeriggio in cui una ragazzina su una bicicletta gialla se ne stava vicino a una pista d’atterraggio a guardare la pancia degli aerei. Si alza un gran vento e bisogna coprirsi le orecchie. Ma si può gridare quanto si vuole, e a me gridare è sempre piaciuto. Stavo per farlo anche un momento fa, perché non sapevo da dove cominciare. Non ce n’è più bisogno. Benvenuti dunque, chiunque voi siate, nella mia storia. 13 2 B come Parigi B b B b