LABORATORIO: ArcheoLab: LABORATORIO DI FISICA PER I BENI

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LABORATORIO: ArcheoLab: LABORATORIO DI FISICA PER I BENI
LABORATORIO: ArcheoLab:
LABORATORIO DI FISICA PER I BENI CULTURALI
UBICAZIONE: Università della Calabria; INDIRIZZO: Dipartimento di Biologia, Ecologia e Scienze della Terra (DiBEST)
– Cubo 33C, piano II + V - cubo 15A, piano I
RESPONSABILE / REFERENTE: Prof.ssa Assunta Bonanno / Dott. Peppino Sapia E-MAIL:
[email protected] / [email protected] ; TELEFONO: 0984 496170 / 0984 496040
Finalità:
Il laboratorio, nato come "Laboratorio di Interazione Ioni Superfici" (IIS) originariamente nell'ambito del Dipartimento di Fisica,
progressivamente potenziato nel contesto del Progetto “Polo di Innovazione dei Beni Culturali”, attualmente opera nell'ambito del
Dipartimento di Biologia Ecologia e Scienze della Terra dell'Università della Calabria ed ha una mission che spazia dalla
preparazione, caratterizzazione e applicazione di nanomateriali, in riferimento alla diagnostica e conservazione di beni culturali;
all'erogazione di servizi di diagnostica multispettrale di beni culturali, basata in particolare su analisi nell'infrarosso e su fluorescenza
indotta da UV e RX; nonché allo sviluppo e sperimentazione di percorsi didattici interdisciplinari per la comunicazione e
divulgazione delle tematiche scientifiche correlate alla salvaguardia e fruizione del patrimoni culturale.
Attività/Servizi:
ArcheoLab eroga servizi di diagnostica per i beni culturali, basati su tecniche fisiche. In particolare: i) Datazione di reperti mediante
termoluminescenza; ii) Caratterizzazione di materiali e reperti mediante molteplici tecniche spettroscopiche e micro/nanoscopiche
(elettroniche, ottiche, raggi X, infrarosso, ultrasoniche, AFM); iii) Imaging diagnostico di dipinti e terre cotte mediante riflettografia
infrarossa; iv) Trattamento di superfici mediante ablazione laser e deposizione di film idrofobici. iv) Diagnosi di alterazioni indotte
da vari agenti su reperti di interesse archeologico e culturale. v) Processi di crescita di nanomateriali e loro applicazione a
rivestimenti protettivi per beni culturali; vi) Progettazione e realizzazione di percorsi innovativi interdisciplinari finalizzati alla
comunicazione del ruolo delle scienze empiriche nella salvaguardia e fruizione del patrimonio culturale e all'orientamento; vii)
Progettazione, implementazione e validazione di percorsi per la formazione degli insegnanti che integrano aspetti disciplinari e
metodologico-didattici in modo situato e basati su attività sperimentali e sull'impiego di risorse multimediali.
Strumentazione HW/SW Disponibili
Descrivere i dispositivi Hardware ed i Software disponibili nel laboratorio
Scanner “Osiris”per riflettografia IR:
L’avanzato scanner IRR di cui è dotato il Laboratorio consente di effettuare imaging diagnostico su affreschi e dipinti, in grado
di evidenziare le caratteristiche degli strati sottostanti la superficie pittorica (disegno preparatorio, pentimenti, restauri,…). Il
personale di AecheoLab ha applicato tale tecnica d’indagine a diversi casi di interesse degli storici dell’arte, tra cui – per citare
i più recenti – dipinti di Mattia Preti custoditi presso il museo di Taverna CZ dedicato all’artista, presso il Palazzo Reale di
Napoli, presso il Museo Comunale di Rende CS, nonché presso collezioni private. La tecnica IRR, inoltre, consente di effettuare
esami diagnostici anche sulle decorazioni di alcune terrecotte: recentemente la tecnica è stata applicata a vasi con figure rosse
custoditi presso il Museo Archeologico di Lamezia Terme CZ.
Sistema portatile per spettroscopia di fluorescenza indotta da raggi x (XRF):
Il sistema consente di effettuare indagini applicabili a vari ambiti di interesse per la diagnostica e conservazione dei Beni
Culturali, tra cui lo studio di ceramiche, indagini sui rivestimenti, vetri, analisi di ioni coloranti e studio della corrosione
superficiale. Nel caso di reperti metallici e leghe è possibile effettuare diagnosi dei prodotti e dei processi di corrosione (ad es.
leghe di rame, saldature in tubazioni romane, indagini sulla prima tecnologia di estrazione del ferro). Nel campo dei reperti
pittorici il sistema consente il riconoscimento di coloranti, lo studio dei processi di degrado di pigmenti e lacche. L’applicazione
delle tecnica a campioni cartacei consente di studiare gli effetti dei trattamenti di deacidificazione, nonché eseguire la datazione
degli inchiostri. Per i materiali lapidei, infine, è possibile studiare il degrado superficiale indotto da inquinanti atmosferici. Uno
degli esempi maggiormente significativi di applicazione della diagnostica di superficie in ArcheoLab è costituito dall’esame
delle sclere dei Bronzi di Riace effettuate in situ al fine di caratterizzare i materiali costituenti la parte chiara degli occhi
Apparato per datazione mediante termoluminescenza e OSL:
Consente di datare reperti di interesse archeologico come ceramiche, terrecotte e laterizi, porcellane, fornaci,
focolari e terre di fusione fino a 50.000 anni fa. L’uso di tale tecnica in ArcheoLab è largamente consolidata, essendo
stata applicata a numerosi reperti provenienti, tra l’altro, dal Museo Archeologico di Sibari, da quello di Vibo
Valentia, dalla città sommersa di Baia (NA) –per citarne qualcuno.
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Apparati per diagnostica di superfici mediante XPS (X-ray Photoelectron Spectroscopy) e AFM (Atomic Force Microscopy):
I due sistemi consentono di effettuare indagini complementari volte a caratterizzare la struttura, la topologia e la dinamica
microscopica di superfici di interesse per la diagnostica e conservazione dei Beni Culturali. In particolare tali tecniche di indagine
risultano utili nello studio di ceramiche, di rivestimenti, di vetri, nonché nell’analisi di ioni coloranti e studio della corrosione
superficiale. Entrambi gli apparati, inoltre trovano impego nello sviluppo e caratterizzazione di trattamenti e rivestimenti superficiali
con funzione protettiva nei confronti di agenti aggressivi sia di natura inorganica che biologica (trattamenti antimicrobici).
Laser Nd:YAG pulsato di potenza da 650 mJ operante a 1064 nm, 532 nm, 355 nm:
Il sistema consente di sperimentare e di applicare tecniche di ablazione laser per la rimozione controllata di patine superficiali da
reperti di interesse nell’abito dei beni culturali.
Competitor
La combinazione delle tecniche di analisi impiegate, fa di ArcheoLab uno dei punti di riferimento della diagnostica per Beni
Culturali basate su tecniche fisiche. In particolare, ArcheoLab è assolutamente all’avanguardia a livello nazionale per quanto
riguarda le indagini mediante Riflettografia Infrarossa. Il Laboratorio, infatti, è tra i pochi centri in Italia a erogare tale tipo di
servizio diagnostico, accanto al “Centro di Conservazione e Restauro La Venaria Reale” di Torino e all’“Opificio delle Pietre Dure”
di Firenze. La specificità di ArcheoLab è di essere dotato di un sistema per riflettografia (camera Osiris di Opus Instruments)
estremamente portatile, veloce e con sensibilità spettrale fino a 1700 nm, del quale al momento dispongono solo grandi realtà
internazionali, quali la National Gallery di Londra e il museo Ermitage di San Pietroburgo. Tale sistema ha consentito di condurre
in breve tempo una campagna di diagnostica riflettografica su circa 100 opere di pittori del XVII Sec custodite in numerosi musei
e collezioni private dell’Italia meridionale, area geografica nella quale ArchaeoLab non ha alcun competitor.
Altre informazioni e/o immagini del laboratorio e dei dispositivi installati
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