5° Congresso nazionale straordinario SDI Assemblea

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5° Congresso nazionale straordinario SDI Assemblea
5° Congresso nazionale straordinario SDI
Assemblea Congressuale Provinciale
Sabato 24 marzo 2007 – Auditorium San Carlo – Milano
Milano (Mi), 24 Marzo 2007
Relazione del Segretario Provinciale Nando Vertemati
Care compagne, cari compagni, illustri ospiti,
il 5° Congresso Nazionale Straordinario dello SDI che ci apprestiamo a celebrare assume una particolare valenza per il
contesto politico in cui si svolge.
La guida del Governo e la sua azione riformatrice è apparsa in questi mesi debole.
La difficoltà di coesione tra le forze che lo compongono e, nonostante alcune innovazioni pur rilevanti fin qui introdotte, il
conservatorismo di parte della maggioranza in materia di welfare, di modernizzazione in campo economico e sociale,
accomunato a posizioni proclivi alle gerarchie ecclesiastiche in materia di ricerca scientifica, scuola, diritti civili, rischia di
vanificare il rapporto che nel programma di governo veniva ricercato con la società italiana. L’intento originario di dare
risposte alle necessità del Paese sembra offuscato.
L’azione di governo deve, dunque, essere rilanciata con maggiore efficacia.
Emerge quindi sempre più l’essenzialità di una forza socialista, laica, liberale che sappia coniugare lo sviluppo delle libertà
individuali con la tutela dei diritti civili, una forza di governo che indirizzi e guidi la modernizzazione del Paese per rilanciare
l’azione del centrosinistra.
In questo quadro emerge l’arretratezza del sistema politico del nostro Paese.
La mancanza di un soggetto politico saldamente riformista in grado di guidare una vera rivoluzione laica, liberale e socialista,
(che in buona parte è da addebitare alla mancanza di coraggio da parte dei DS che hanno perso l’occasione di creare
insieme a noi un grande partito socialdemocratico di stampo europeo), ci ha portato nel 2002 insieme a DS e Margherita a
concepire il progetto dell’Ulivo.
L’Ulivo, come proposto da Prodi nel suo progetto, nato come un momento di incontro e di unità dei riformismi italiani
accomunati da una identica lettura della società, con il preciso intento di costituire il prototipo di un grande partito riformista,
con il passare del tempo e lo svolgersi degli eventi ha subito un’involuzione dovuta al progressivo arretramento della
Margherita su posizioni confessionali fino al punto di diventare, in occasione del referendum sulla procreazione assistita,
portavoce della Conferenza Episcopale Italiana.
Con il rifiuto da parte della Margherita alle elezioni politiche del 2005 di presentare liste unitarie alla Camera, si è provocata
di fatto la fine del progetto Ulivo e si è intrapresa da parte di DS e Margherita la strada della fusione a freddo tra un partito
cattolico ossequiente ai deliberati dei vescovi ed un partito post-comunista che non ha avuto il coraggio di trasformarsi.
Il frutto di questo connubio, il Partito Democratico, che avrebbe potuto essere una novità interessante nel panorama politico
italiano, con i presupposti prima citati, non è diventato altro che la riproposizione del compromesso storico, di berlingueriana
memoria, per giunta bonsai.
Pur invitati insistentemente a parteciparvi, abbiamo ritenuto di declinare l’invito alla costruzione del Partito Democratico
perché riteniamo che troppe contraddizioni, troppe questioni non risolte allignino all’interno del costituendo Partito.
Tra le principali emerge il tema della laicità.
Socialisti Democratici Italiani – Sezione “Sandro Pertini” – via Vittorio Veneto, 32 20021 Bollate (Mi)
Sito web: www.sdibollate.org – E-mail: [email protected]
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Assemblea Congressuale Provinciale
Sabato 24 marzo 2007 – Auditorium San Carlo – Milano
La Margherita nella sua trasformazione, come già detto, si è arroccata su posizioni clericali.
Noi riteniamo che sul carattere laico dello Stato e della vita pubblica del Paese non siano possibili compromessi.
Quando ci si batte per impedire che lo Stato legiferi in materia di diritti civili, il dialogo diventa difficile. Il Parlamento deve
legiferare per credenti, non credenti e diversamente credenti e l’unica bibbia è la costituzione della Repubblica italiana.
Altro nodo non risolto è la collocazione internazionale.
Il Partito Democratico avrebbe potuto essere un progetto originale per partecipare attivamente all’individuazione, in atto
nella socialdemocrazia europea, di nuove frontiere del socialismo.
Noi non abbiamo mai considerato pregiudiziale l’adesione del nuovo Partito Democratico al PSE considerando ciò nell’ordine
naturale delle cose; un partito che si richiama ai valori del riformismo europeo non può che trovare nella socialdemocrazia il
suo alveo naturale. E invece permane sul tema una condizione di ambiguità, di non scelta, di rinvio.
Chiaramente, a queste condizioni, non potevamo che declinare l’invito. Questo non mette però in discussione il rapporto fra
noi e gli altri partiti nel governo delle amministrazioni comunali, provinciali e regionali.
La nascita del Partito Democratico che, come detto, appare una generica ed indistinta somma di due tradizioni partitiche
che si colloca fuori dall’alveo del riformismo europeo, ha riproposto prepotentemente in Italia la questione socialista.
Questo fatto non può che vederci protagonisti. Non tanto per essere tra gli eredi della storia del socialismo italiano ma, come
già detto, anche per la nostra appartenenza indubbia all’internazionale socialista e al PSE.
La proposta contenuta nella mozione congressuale che ci apprestiamo a discutere è quella che vuole dare vita ad una
Costituente socialista che coinvolga non solo le forze della diaspora ma anche altri soggetti provenienti dalla tradizione laica,
riformista e liberale esplicitamente orientata alla costruzione di un nuovo soggetto politico.
Questo richiederà allo SDI la capacità di farsi carico di aspettative nuove ed impegnative.
E’ fondamentale che la proposta “costituente” e la successiva auspicata nascita di un nuovo partito avvenga al termine di un
confronto lineare e chiaro, del quale il Congresso SDI è uno degli snodi fondamentali.
La delicatezza e la genuinità del nostro dibattito congressuale è evidenziata dal fatto che i compagni al consenso per l’unica
tesi congressuale sentano il bisogno, se lo credono, di manifestare con propri contributi originali i dubbi, le sofferenze
personali e le oggettive incertezze dell’oggi.
Di tutta questa ricchezza la sintesi finale congressuale, io sono certo, ne dovrà tenere conto.
Si tratta di esplicitare scelte e principi aprendo una franca verifica anche con l’area DS che ha manifestato l’intenzione di non
aderire al Partito Democratico e che proviene da posizioni politiche lontane e divergenti rispetto a quelle riformiste.
Sarà più facile il confronto ed il raggiungimento di un’intesa con i militanti ed elettori radicali che ritroveranno confermati
molti principi della Rosa nel Pugno e che non intendono seguire la vocazione eternamente minoritaria e personalistica di
Marco Pannella.
Discutere partendo dalla politica e non dalle sigle è il solo modo per evitare pasticci ed operazioni di corto respiro. Il nuovo
soggetto politico non deve isolarsi, ingabbiarsi ed essere autoreferenziale, ma confrontarsi nella società e nella politica con
tutti.
Questo discorso vale particolarmente a Milano, dove la pluriennale crisi politica ed elettorale del centrosinistra impone una
verifica a largo raggio che porti tutta la sinistra riformista a riconoscersi in un progetto per la città ed in una eventuale
candidatura a sindaco per il 2011 che va costruita a partire da subito, senza improvvisazioni che si sono rivelate fatali già
troppe volte per il nostro schieramento.
Socialisti Democratici Italiani – Sezione “Sandro Pertini” – via Vittorio Veneto, 32 20021 Bollate (Mi)
Sito web: www.sdibollate.org – E-mail: [email protected]
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Sabato 24 marzo 2007 – Auditorium San Carlo – Milano
Inoltre penso che ai nostri giovani dobbiamo chiedere di impegnarsi nelle prossime elezioni amministrative nei comuni che
votano, concertando con i compagni locali il loro impegno.
Le scelte in tema di politica internazionale, di politica del lavoro, dei diritti civili, di laicità dello Stato, sono i segnali
spartiacque che ci fanno e faranno individuare coloro che daranno vita con noi al nuovo Partito. Partito che è cosa diversa da
alleanza di coalizione e per fondare il quale non sono possibili cedimenti sul piano dei principi e dei valori, come
pretenderebbero alcuni e come, ahimè, si apprestano a fare i compagni della maggioranza congressuale DS.
Lo SDI in questo ha una responsabilità speciale, dovremo stare molto attenti a far sì che il cammino verso il nuovo partito
non si attardi in problemi di modello e rappresentatività negli organismi, come malauguratamente è avvenuto con
l’esperienza della Rosa nel Pugno: dovrà trattarsi di un partito aperto agli apporti di tutti e non un incontro tra burocrazie,
piccole o grandi che siano; che utilizzi i mezzi moderni anche nella pratica politica, mantenendo un contatto costante con
simpatizzanti ed elettori; un partito nel quale militanti e tesserati siano un tramite e non un filtro per l’impegno di quanti si
riconosceranno nel nuovo soggetto politico.
E’ molto importante che i primi ad abbracciare le nuove tesi ed il nuovo modello di partito siano proprio i militanti dello SDI,
che siamo visti come il punto di riferimento della tradizione e dell’organizzazione socialista del PSE da tutti coloro i quali sono
interessati a questo progetto.
Noi, che siamo stati coloro i quali hanno tenuta accesa la fiamma del socialismo europeo nel nostro Paese, sotto le spinte
nuoviste di chi, per far dimenticare il proprio passato, ha demonizzato il nostro, abbiamo il compito decisivo di offrire con
generosità il nostro patrimonio politico al fine di riportare sulla scena italiana, finalmente, un protagonista socialista nella
politica, ce lo chiedono le giovani generazioni, a noi il dovere di accompagnare questa rigenerazione socialista.
La riflessione avviata con il convegno di Bertinoro, nella manifestazione al Circolo della Stampa di Milano, la scelta effettuata
dal Congresso de ”I Socialisti” a Rimini, quella che auspichiamo avverrà presto anche da parte del Nuovo PSI, avranno un
loro valore se tutti assieme riusciremo a costituire un polo di attrazione politica, che faccia delle percentuali elettorali che si
riusciranno ad ottenere un punto di partenza e di sostegno ad un progetto politico di grande respiro; e non un veicolo
elettorale a scarsa autonomia.
Si tratta di una prospettiva impegnativa che deve coinvolgere l’intero partito. Diventano quindi decisive le indicazioni
organizzative che il Congresso consegna al gruppo dirigente che dovrà gestire la fase che si apre a Fiuggi.
Non è più tempo di organismi pletorici e, dunque, inefficaci. Anche sul piano organizzativo e delle responsabilità da Fiuggi
deve giungere un messaggio di novità che possa dare conto alla base dello SDI, a quanti guardano con simpatia alla
costituente e all’intero mondo politico, che davvero la sfida è stata raccolta.
Lo SDI di Milano intende iniziare da subito questo processo, intensificando e ricercando ogni momento di collaborazione e
confronto con tutti coloro i quali si sono detti disponibili a lavorare per vincere questa grande sfida politica: all’indomani di
questo Congresso non faremo altro che dare spazio e proseguire in quell’azione e nel lavoro politico che vede già molti dei
nostri militanti impegnati in prima persona ovunque sia possibile fare politica ed incontrare la gente.
Andare in mezzo alla gente, parlare dei loro problemi, proporre il nostro progetto, trasmettere il nostro senso di
appartenenza, il nostro sentimento e la nostra passione di socialisti moderni e innovativi nell’approccio alle tematiche
politiche, sociali, ambientali e laiche, radicate nella storia del socialismo italiano.
Buon lavoro, compagne e compagni.
Socialisti Democratici Italiani – Sezione “Sandro Pertini” – via Vittorio Veneto, 32 20021 Bollate (Mi)
Sito web: www.sdibollate.org – E-mail: [email protected]