Indicali • Sono espressioni usate per riferirci a elementi del contesto

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Indicali • Sono espressioni usate per riferirci a elementi del contesto
Indicali
• Sono espressioni usate per riferirci a elementi del
contesto: ci riferiamo a oggetti, persone, istanti o
luoghi in quanto sono in relazione con chi parla o
scrive
• “Le relazioni di coppia sono difficili”
• “Le relazioni della nostra coppia sono difficili”
• Il primo enunciato assume significato
indipendentemente da chi lo esprime
• Il secondo enunciato assume un significato diverso a
seconda di chi lo pronuncia
Considerate enunciati il cui significato è indipendente dal
contesto:
• “2+2=5”
• “Il ferro è malleabile”
• “I gatti sono felini”
• “Il latte è digeribile”
Enunciati indicali:
• “Sta suonando il telefono”
• “Oggi piove”
• “Mi sono dimenticata di portarti le fotografie”
• “Sono di ritorno fra un’ora”
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Come analizzare gli enunciati che contengono indicali
• Per poter analizzare gli enunciati che contengono
indicali sono stati proposti due metodi:
1. Il metodo delle coordinate multiple
2. Il metodo che distingue fra carattere e contenuto
Il metodo delle coordinate multiple
• Introdotto da Richard Montague (fra la fine degli anni
Sessanta e l’inizio degli anni Settanta)
• Per comprendere il metodo delle coordinate multiple
occorre introdurre la nozione di funzione.
Relazioni e funzioni
• Una relazione è la particolare connessione che sussiste
fra due (o più) elementi
• Fra gli oggetti di due insiemi possono sussistere
diverse relazioni
• Una funzione è ciò che permette di mettere in relazione
gli elementi di un insieme con gli elementi di un altro
insieme
• Se prendiamo due insiemi di numeri naturali e
introduciamo la funzione “x+2=y”, per ogni elemento
del primo insieme a cui applichiamo la funzione (detto
argomento), avremo come valore della funzione un
elemento del secondo insieme.
• F(2)=4
• F(3)=5
• F(4)=6, ecc.
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• La nozione di funzione serve per spiegare il significato
vero-condizionale degli enunciati.
• Significato vero-condizionale: Il significato di un
enunciato è dato da una funzione che mette in relazione
i mondi possibili con i valori di verità. Ogni volta che
la funzione è applicata a un mondo possibile, dà il
valore vero se l’enunciato è vero in quel mondo e dà il
valore falso altrimenti
Coordinate multiple
• Le funzioni che corrispondono al significato degli
enunciati indicali non mettono semplicemente in
relazione l’insieme dei mondi possibili con i valori di
verità
• Gli argomenti delle funzioni non sono mondi possibili,
ma sono coordinate multiple; ognuno degli argomenti è
a sua volta costituito da un insieme: mondo possibile,
parlante, l’insieme dei destinatari, il luogo di
proferimento, gli oggetti che costituiscono l’ambiente
in cui avviene il proferimento, il segmento del
discorso, ecc.
Quindi, il significato di un enunciato (indicale o non
indicale) è una funzione da coordinate multiple a valori di
verità
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Problema
• Ma quanti sono i parametri che costituiscono l’insieme
che è argomento della funzione?
• Questo non è chiaro, il numero di parametri è andato
aumentando nelle diverse formulazioni della teoria.
• Quando parliamo di contesti di solito si postulano un
insieme di parametri (questo sia nella teoria delle
coordinate multiple che nella teoria che distingue
carattere e contenuto) – ma quanti sono i parametri?
Si può pensare che siano limitati: (1) parlante, (2)
interlocutore/i, (3) luogo di proferimento, (4) l’insieme
di oggetti che costituiscono l’ambiente fisico, (5) il
segmento del discorso, (6) l’istante di proferimento
Contro-esempi:
• “Sono le nove”
(parametro di fuso orario)
• “Siamo in inverno”
(parametro di emisfero)
• “Servimi un altro bicchiere”
(parametro di bevande precedenti)
• “Stanno suonando l’inno nazionale”
(parametro di Stato)
• “Dio è buono”
(parametro di religione)
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Il metodo che distingue fra carattere e contenuto
• Quando sentiamo un enunciato indicale come “Ti
vengo a prendere domani alle 12,30,” sebbene non
riusciamo a cogliere il significato vero-condizionale
fino a quando non sappiamo chi ha parlato, quando ha
parlato, a chi si riferiva, in un certo senso capiamo
l’enunciato?
• Che cosa capiamo?
• Capiamo come quell’enunciato si relaziona di volta in
volta al contesto in cui è proferito
• Cioè, una volta che viene definito il contesto, noi
sappiamo il contenuto espresso da quell’enunciato
• Quando comprendiamo un enunciato indicale possiamo
rilevare due livelli:
1) come i diversi contesti determinano diversi contenuti per
l’enunciato
2) come diversi mondi possibili determinano diversi valori
di verità
• Il primo livello (carattere) è una funzione da contesti a
contenuti
• Il secondo livello (contenuto) è una funzione da mondi
possibili a valori di verità
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Pregi di questo approccio:
1. La differenza fra enunciati indicali e enunciati nonindicali
• Tutti gli enunciati (che noi comprendiamo) hanno un
contenuto e il contenuto è inteso come una funzione da
mondi possibili a valori di verità
• Gli enunciati indicali hanno anche un carattere: il loro
contenuto è determinato dal contesto in cui sono
proferiti
2. Due diversi modi di conoscere la realtà
(nel caso degli indicali relazioniamo la realtà con noi
stessi, nel caso degli enunciati non indicali descriviamo la
realtà indipendentemente dal parlante)
- “Il 14 dicembre 2006 c’è il sole a Milano”
- “Oggi c’è il sole a Milano”
Questi due enunciati esprimono la stessa proposizione
(hanno lo stesso contenuto), ma non sono identici (solo il
secondo ha un carattere: il contenuto dipende dal contesto
in cui è espresso)
Due livelli di conoscenza
• Noi possiamo avere una conoscenza della realtà del
mondo indipendentemente dalla relazione che ha con
noi
Esempi:
• Ciampi si perde nella Biblioteca Nazionale di Roma
• So di avere un appuntamento alle 16,30
• Vedo una persona stanca sull’autobus
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• Gli indicali sono essenziali perché permettono di
esprimere la relazione che sussiste fra la realtà esterna
e noi stessi
• Il fatto che gli indicali ci permettano di mettere in
relazione la realtà con coloro che interagiscono nella
conversazione li rende particolarmente rilevanti per
l’azione
• A:“Io sto nuotando in un fiume pieno di alligatori”
• B: “Tu stai nuotando in un fiume pieno di alligatori”
• Consideriamo A proferito da Paolo e da Francesca –
stesso carattere ma diverso contenuto
• Consideriamo A proferito da Paolo e B da Francesca –
diverso carattere, ma stesso contenuto
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3. Distinzione fra verità necessarie e verità contingenti
Esempi:
• “2+2=4” è una verità necessaria
• “Io sono qui ora” è una verità contingente
Ma come si può distinguere queste due verità? Questi due
enunciati sono sempre veri!
• Tener presente la distinzione fra carattere e contenuto
• Il contenuto di “2+2=4” è una funzione che applicata a
qualsiasi mondo possibile dà il valore vero (la verità
dell’enunciato è quindi necessaria)
• Consideriamo l’enunciato “Elisa Paganini è al
Leonardo da Vinci alle 16,15 di giovedì 14 dicembre
2006” (che è equivalente al contenuto di “Io sono qui
ora” proferito da me), questo è un enunciato la cui
verità è contingente (ci sono mondi possibili in cui è
falso). Il contenuto di “Io sono qui ora” è pertanto
contingente.
• “Io sono qui ora” - il carattere di questo enunciato è
tale che chiunque lo proferisca proferisce un enunciato
vero (ma non necessariamente vero)
• Se proferito da me, il contenuto dell’enunciato (o
proposizione espressa) è equivalente a quello di “Elisa
Paganini è al Leonardo da Vinci alle 16,15 di giovedì
14 dicembre 2006” (che è contingente)
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