Fabrizio Frosali - LABLITA - Università degli Studi di Firenze

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Fabrizio Frosali - LABLITA - Università degli Studi di Firenze
Cresti, E. (a cura di) Prospettive nello studio del lessico italiano, Atti SILFI 2006. Firenze, FUP: Vol II, pp. 417-424
Il lessico degli Ausili Dialogici
Fabrizio Frosali
Università degli studi di Firenze (LABLITA)
Abstract
L’articolazione informativa dell’enunciato viene spesso regolata tramite l’utilizzo di differenti unità informative di Ausilio Dialogico
(Cresti 2000) ognuna caratterizzata dallo svolgimento di funzioni specifiche che possono riguardare sia la struttura della battuta
dialogica che l’articolazione informativa dell’enunciato. Nei testi orali di tipo informale, come quelli da noi esaminati (Frosali 2005) in
un corpus di italiano parlato di carattere informale (C-ORAL-ROM informal), vengono spesso impiegati espedienti introduttivi
(Incipit), fatici (Fatici), allocutivi (Allocutivi), conativi (Conativi) e sottolineature espressive (Espressivi) che sono finalizzati alla
presa di turno, o a regolare l’inizio di un enunciato, la sua evoluzione, il suo corretto mantenimento e la sua conclusione. Il lessico
degli Ausili Dialogici è determinato dalla funzione che ciascuno di essi svolge all’interno dell’enunciato, anche se ogni funzione
informativa non ha una corrispondenza biunivoca, né con una sola espressione né con un’unica classe lessicale.
Esistono tuttavia alcuni lemmi e sintagmi che di preferenza sono impiegati per svolgere una particolare funzione informativa (allora
Incipit; guarda Fatico; te Allocutivo; aspetta Conativo; madonna Espressivo). Il corpus di riferimento è stato analizzato sulla base
della Teoria della Lingua in Atto proposta da Cresti (2000) e Cresti Moneglia (2005), che riconosce come entità linguistica di
riferimento del parlato l’enunciato, inteso come corrispettivo dell’atto linguistico, e come tale, sempre caratterizzato da valore
illocutivo.
1. Corpus di riferimento
2. Frequenze
La mia analisi degli Ausili Dialogici1 è basata su dati
ricavati dal corpus linguistico di italiano parlato C-ORALROM2. Il corpus raccoglie testi di parlato spontaneo delle
quattro principali lingue romanze (italiano, francese,
spagnolo e portoghese) della consistenza di circa 300.000
occorrenze lessicali per ciascuna lingua. Il corpus è
annotato integralmente rispetto ai confini prosodici
terminali e non terminali ed allineato al suono per
enunciati.
Il corpus C-ORAL-ROM è organizzato intorno alla
distinzione di nodo alto tra parlato formale e informale.
L’indagine su cui si basa il mio lavoro è stata svolta
esclusivamente rispetto al nodo informale dell’italiano
parlato.
Il numero complessivo degli enunciati esaminati in
questo lavoro è di 24592, di cui 13225 sono enunciati
complessi e 11367 enunciati semplici. Nel considerare la
presenza degli Ausili Dialogici bisogna tener presente che
questi, come del resto ogni altra un’unità informativa
dipendente, si possono trovare soltanto all’interno di un
pattern informativo complesso, poiché gli enunciati
semplici,
sono
composti
esclusivamente,
e
necessariamente, dalla sola unita di Comment. Vediamo a
scopo esemplificativo la distinzione tra enunciato
semplice e complesso come esempi tratti dal corpus3:
1. Enunciato semplice:
*MAX: non l’avevo mai vista //COM (ifamcv01)
Nello schema seguente sono illustrati i dati numerici
più significativi del corpus adottato per l’indagine:
2. Enunciato complesso:
*ELA: ma /INP il posto /TOP icché l’era ?COM (ifamcv01)
C-ORAL-ROM Italia (informale)
ƒ
Testi:
87
ƒ
Parole:
155850
ƒ
Enunciati:
24592
ƒ
Enunciati semplici:
11367
ƒ
Enunciati composti:
13225
ƒ
Occorrenze Ausili Dialogici:
8116
La durata temporale dei testi analizzati varia da un
minimo di 3-4 minuti ad un massimo di 35 minuti circa, la
maggioranza dei quali si aggira intorno ai 10 minuti, per
un totale di circa 17 ore di parlato spontaneo.
1
Riferibili parzialmente alle nozioni di Discourse Markers in
Schiffrin (1987) e di Segnali Discorsivi in Bazzanella (1994).
2
Cfr. Cresti & Moneglia (2005).
Il numero totale degli enunciati che presentano almeno
un Ausilio Dialogico è di 6590, pari al 26,8% circa4 dei
24592 enunciati osservati complessivamente (Fig. 1), e al
49,8% dei 13225 enunciati complessi (Fig. 2). Inoltre
bisogna tener presente che l’unità di Ausilio Dialogico
può occorrere più di una volta all’interno dello stesso
enunciato, sia poiché le sue diverse funzioni si possono
addizionare tra loro, sia perché anche la stessa unità
informativa può essere presente più volte. Gli enunciati in
cui l’unità informativa di Ausilio Dialogico è presente più
di una volta sono 1287 pari al 9,7% degli enunciati
complessi (Fig. 2):
3
Nella trascrizione le funzioni informative sono annotate con le
seguenti sigle in apice: COM (Comment), TOP (Topic) INX
(Inciso), APC (Appendice) ILC (Introduttore locutivo), INP
(Incipit), FAT (Fatico), ALL (Allocutivo), ESP (Espressivo),
CON (Conativo).
4
Per quel che riguarda il dato numerico delle percentuali ho
considerato un’unica cifra dopo la virgola, approssimando per
eccesso o per difetto il valore della seconda cifra dopo la virgola
con una possibilità di errore massimo di 0,05.
Fabrizio Frosali
degli enunciati e 3,1% su quelli complessi), Espressivo
126 (0,5% sul totale degli enunciati e 1% su quelli
complessi), e, infine, Conativo 106 (0,4% sul totale degli
enunciati e 0,7% su quelli complessi).
Figura 1
73,2%
Figura 3
26,8%
106
Conativi
126
Espressivi
415
Allocutivi
2562
Fatici
Enunciati con almeno un Ausilio Dialogico
Enunciati senza Ausili Dialogici
4907
Incipit
13225
E. Composti
24592
E. Totali
Figura 2
0
49,8%
5000
10000
15000
20000
25000
9,7%
40,1%
6.
*VER: eh /INP ma come fai a sapere che / hai
risposto bene /COM a quelle venti ?APC
(ifamcv03)
50,2%
Enunciati complessi con più di un Ausilio Dialogico
Enunciati complessi con un unico Ausilio Dialogico
Enunciati complessi senza Ausili Dialogici
7.
3.
8.
Enunciato complesso con unità di Allocutivo:
9.
*SER: dicevo /INP Leti /ALL mi sono dimenticata
di dirti / &he / una cosa //COM
(ifamcv04)
Enunciato complesso con unità di Conativo:
Enunciato complesso con un unico Ausilio
Dialogico:
4.
Enunciato complesso con più di un Ausilio
Dialogico (di funzione diversa):
*SRE: utilizzatela /COM dai /CON ragazzi //ALL
(ifamcv02)
5.
Enunciato complesso con più di un Ausilio
Dialogico (iterazione):
*IDA: no /INP comunque /INP a me /TOP non mi
sembrava / niente di particolare //COM
(ifamdl18)
Il numero complessivo degli Ausili Dialogici quindi,
risulta sensibilmente più alto rispetto ai 6590 enunciati
trattati, raggiungendo le 8116 unità.
Le cinque diverse funzioni di Ausilio Dialogico che ho
esaminato hanno una differente frequenza; di gran lunga
la più diffusa è l’unità di Incipit, riscontrata 4907 volte
(20% sul totale degli enunciati e 37,1% sul dato di quelli
complessi), seguita da quella di Fatico, 2562 volte (10,4%
sul totale degli enunciati e 19,4% su quelli complessi), e
in sequenza, le altre: Allocutivo5 415 (1,7% sul totale
Abbiamo ritenuto necessario considerare l’Allocutivo un’unità
informativa di Ausilio Dialogico, poiché svolge una funzione di
Enunciato complesso con unità di Fatico:
*VER: distinto /COM no ?FAT
(ifamcv03)
*IVN: eh /INP uno di loro /TOP dèan venire //COM
(ifamcv02)
5
Enunciato complesso con unità di Incipit:
*FRA: Mauro /ALL va' a piglia' i mandarini /COM
vai //CON
(ifamcv06)
10. Enunciato complesso con unità di Espressivo:
*JOX: eh /INP distinto /TOP 'azzo /ESP lo
volevo //COM
(ifamcv03)
3. Gli Ausili Dialogici
La nozione di Ausilio Dialogico viene definita sulla
base della Teoria della Lingua in Atto (Cresti 2000) che
riconosce come entità linguistica di riferimento del parlato
l’enunciato, intendendo con esso “il corrispettivo dell’atto
linguistico”.
Le unità informative di Ausilio Dialogico sono
caratterizzate dallo svolgimento di molteplici funzioni che
possono riguardare sia la struttura comunicativa della
battuta che l’articolazione informativa dell’enunciato. Nei
testi orali di tipo informale per organizzare la battuta,
vengono spesso impiegati espedienti introduttivi, fatici,
controllo della comunicazione, senza la quale l’enunciato
mantiene comunque la propria piena interpretabilità pragmatica.
Il lessico degli Ausili dialogici
allocutivi, conativi ed espressivi che sono finalizzati alla
presa di turno, o a regolare l’inizio di un enunciato, la sua
evoluzione, il suo corretto mantenimento, la sua
caratterizzazione enfatica e la sua conclusione (Incipit,
Fatico, Allocutivo, Espressivo, Conativo; cfr. Frosali
2005). Per quel che riguarda l’articolazione informativa
dell’enunciato, gli Ausili Dialogici svolgono un’azione di
sostegno rispetto alla primaria funzione illocutiva
esercitata dal Comment, contribuendo al buon
funzionamento dell’enunciato o alla sua correzione (cfr.
Cresti 2000). Tuttavia essi non realizzano funzioni di
costruzione testuale, come l’unità di Topic, non
rappresentano neppure una integrazione locutiva
dell’enunciato, come le Appendici di Topic e di Comment
e non costituiscono inserti metalinguistici come gli Incisi
e gli Introduttori locutivi.
Gli Ausili Dialogici sono unità d’informazione prive di
nessi con il contenuto locutivo dell’enunciato base; essi
sono rivolti per lo più in maniera diretta all’interlocutore,
nello svolgimento delle loro funzioni di presa di turno, di
allerta, di richiamo:
11. *MAU: cioè /INP io lasciai a fine novembre //COM
(ipubmn03)
12. *FAB: questo era il modello del [///] tipico dell'
imprenditore /COM no //FAT
(ipubmn02)
13. *OTT: Rossana /ALL in ogni compagno nostro è
così //COM
(ipubcv01)
É importante sottolineare che ogni diversa funzione
informativa non seleziona solo espressioni appartenenti ad
un’unica classe lessicale, ma può essere esplicitata di volta
in volta da espressioni lessicali diverse:
21. *DAN: ah /INP allora ce l' ho io //COM
(ifamcv05)
22. *MAU: poi gli dissero /ILC ma /’INP abbi
pazienza /’COM guarda //’’FAT
(ifamcv06)
23. *LUC: mi fa freddo /COM ragazzi //ALL
(ifamcv10)
24. *SRE: cazzo /ESP devi spaccargli i coni /COM per
&rompe [/] per spendere molti soldi //APC
(ifamcv02)
25. *LIA: la faccia è giovanile /COM vedi //CON
(ifamcv01)
Gli Ausili Dialogici sono scanditi da unità tonali
dedicate, percettivamente identificabili, il cui profilo
tonale varia a seconda della funzione svolta. Dobbiamo
infatti ricordare che l'intonazione non solo adempie alla
funzione demarcativa dell'enunciato nel continuum fonico,
nel momento stesso che ne segnala l'illocuzione, ma essa
ha anche una funzione secondaria di scansione interna
all'enunciato. L'intonazione infatti, segnala un primo
livello di scansione che concerne gli enunciati e un
secondo livello all'interno di quest'ultimi che concerne la
loro articolazione informativa:
14. *PAP: quando lo vide /TOP disse /ILC madonna/’ESP
come gl' è forte quest' omo //’’COM
(ifammn04)
26. Scansione di enunciati distinti:
*MAR: Gambassi terme //COM bene //COM
(ifamdl19)
15. *MAR: aspetta /CON questa è un' industriale //COM
(ifamdl20)
27. Scansione interna di enunciato:
*MAX: qui /TOP sulla destra /APC è una round
bound /COM credo //INX
(ifamdl19)
La scelta lessicale degli Ausili Dialogici è strettamente
determinata dalla funzione che ciascuno di essi svolge
all’interno dell’enunciato, esistono infatti alcuni lemmi e
sintagmi che di preferenza sono impiegati per svolgere
una particolare funzione informativa:
16. *MAR: allora /INP il cognome tuo è ?COM
(ifamcv05)
18. *ROD: e se si riesce a scappare /
(ifamcv07)
ALL
Jhonny //
19. *ELA: madonna /ESP è incredibile //COM
(ifamcv01)
20. *CLA: aspetta /CON me lo levo il calzino ?COM
(ifamdl15)
Per identificare una particolare unità informativa è
necessario seguire tre criteri fondamentali:
a) l’intonazione
b) la distribuzione ed eventuale iterazione
c) i caratteri morfologici e lessicali.
17. *ILA: ci vogliamo avventurare /COM eh ?FAT
(ifamcv06)
COM
4. Criteri di identificazione
a) L'analisi dell'intonazione ne individua i tratti
prosodici tipici; ogni unità informativa è infatti scandita
nella sua interezza da un'unità tonale che presenta un
profilo intonativo specifico.
L’Incipit è prosodicamente marcato da un alto picco
della F0, ha una durata breve ma è molto forte la sua
intensità. La realizzazione fonetica del lemma in questione
è approssimata e contratta, e differisce da quella che
dovrebbe essere una esecuzione piena.
Fabrizio Frosali
Il Conativo è prosodicamente molto marcato ed è
caratterizzato da un movimento ondulatorio discendente
della F0, ha una durata appena sotto la media e mostra
valori standard di intensità; la sua realizzazione fonetica è
tendenzialmente definita.
28. *ELA: ah /INP non la riconosco /COM perché l’è
una neonata //APC (ifamcv01)
Il Fatico non è molto marcato prosodicamente e mostra
un movimento discendente della F0, ha una durata molto
breve e una bassa intensità; inoltre, la sua realizzazione
fonetica è notevolmente approssimata e contratta.
31. *SIL: dai /CON ma è splendido per quello //COM
(ifamcv12)
L’Espressivo è prosodicamente marcato ed è
caratterizzato da un movimento ondulatorio ascendente
della F0, ha una durata appena sotto la media e mostra
valori standard di intensità; la sua realizzazione fonetica è
spesso approssimata.
29. *ANG: ma guarda /FAT l’ho provato veramente in
tutte le posizioni //COM
(ifamcv02)
L’Allocutivo è prosodicamente isolato, spesso è
seguito da una breve pausa ed è caratterizzato da un
movimento discendente della F0, ha una durata nella
norma e mostra valori regolari di intensità; la sua
realizzazione fonetica è un po’ meno definita di una
esecuzione piena.
32. *GIA: cavolo /ESP se c’è aglio //COM
(ifamcv12)
b) Il criterio distributivo segnala la posizione
preferenziale occupata dall'unità d'informazione all'interno
dell'enunciato e ne individua la possibilità di iterazione.
La posizione occupata all’interno dell’enunciato
dall’Incipit è in maniera necessaria quella iniziale, anche
se in rarissimi casi possono seguire altri Ausili Dialogici:
33. *ANG: allora /INP ottanta diviso tre /TOP quanto
fa ?COM
(ifamcv02)
ALL
30. *SAB: Luca /
(ifamcv10)
l’abbozzi di tremare //
COM
34. *LEO: scusa /FAT ma per esempio /INP tre e
ottanta diviso undici ?COM
(ifamcv02)
Il lessico degli Ausili dialogici
Inoltre, gli Incipit possono occorrere anche più di una
volta all’interno dello stesso enunciato, ma quasi
esclusivamente
di
seguito
l’uno
a
l’altro.
Questo è possibile solo quando il secondo Incipit è
incassato all’interno di un discorso diretto riportato,
oppure quando la linearità è interrotta da un altro Ausilio
Dialogico:
35. *VAL: cioè /INP nel senso /INP meglio non
averli //COM
(ifamcv18)
36. *ZIA: sicché /INP ascolta /FAT dice /ILC mh /’INP
bene //’’COM
(ifammn01)
37. *SAR: dunque /INP vediamo aspetta /FAT
allora /INP &he / questo qua /TOP è / &he / la
testata [/] la [/] la schermata che vedi /COM al
momento in cui apri il programma /APC e [/] e
niente +APC
(ifammn17)
Gli Allocutivi possono trovarsi in qualsiasi posizione
all’interno dell’enunciato, più spesso però occupano la
posizione iniziale:
42. *MAU: Emiliano /ALL liberatene
tranquillamente //COM
(ifamcv06)
Inoltre, solitamente l’Allocutivo non viene iterato,
tranne rarissime eccezioni.
I Conativi possono trovarsi in qualsiasi posizione
all’interno dell’enunciato, anche se solitamente si
collocano in inizio:
43. *LIA: aspetta /CON a Roncobilaccio //COM
(ifamcv01)
Nel corpus di riferimento non si riscontrano casi di
iterazione.
La posizione occupata all’interno dell’enunciato non è
fissa, anche se più spesso si colloca in inizio:
Il Fatico non occupa una posizione fissa all’interno
dell’articolazione informativa, solitamente però lo si trova
alla fine di enunciato; nel caso dei Fatici di
riformulazione, l’unità può, talvolta, dividere il Comment:
44. *ELA: madonna /ESP è incredibile //COM
(ifamcv01)
45. *CIC: e gioca male /TOP Dio xxx /ESP gli mancaa
una cort +COMi
(ifamcv14)
38. *PAL: ma /INP belline l' erano /COM eh //FAT
(ifamcv19)
39. *CLA: comunque gente /COM diciamo /FAT
etiope // COM
(ifammn03)
In riferimento all’esempio 31 è necessario evidenziare
che si tratta di un enunciato composto da un’unica unità di
informazione di Comment, interrotta da un Fatico di
correzione.
In questi casi infatti, il Fatico interrompe l’unità di
Comment, permettendone la ripresa e la continuazione
lineare dopo la propria conclusione, senza però assumere
il valore di commento metatestuale degli Incisi6. Inoltre il
Fatico può essere iterato molto raramente e in ogni caso
quasi mai in maniera contigua, diversamente dagli Incipit:
40. *ELA: era magro /COM però /FAT eh //FAT
(ifamcv01)
41. *AGO: eh /INP sai /FAT quello lì /TOP è sempre
pieno /COM eh //FAT
(ipubdl03)
6
Gli Incisi in maniera tipica, possono occorrere all’interno
dell’unità di informazione di Comment, interrompendola e
permettendone la ripresa e la continuazione lineare dopo la
propria conclusione. Essi costituiscono un’interpretazione o
un’istruzione linguistica volta all’interlocutore dell’enunciato
base. In particolare quindi gli Incisi servono al parlante per
commentare in maniera diretta il contenuto del suo stesso
enunciato (cfr. Tucci, 2002).
46. *VAL: dài /CON ma che ciaccioni /COM oh //ESP
(ifamcv10)
Nel corpus di riferimento non si riscontrano casi di
Espressivi iterati.
c) Il contenuto locutivo degli Ausili Dialogici non ha
nessi sintattico-semantici con il contenuto locutivo
dell’enunciato base; essi sono rivolti in maniera diretta
all’interlocutore, nello svolgimento delle loro funzioni di
presa di turno, di allerta, di richiamo.
Gli Incipit sono lessicalmente realizzati per lo più
attraverso avverbi (cioè, allora, sì, no, ecco, insomma),
interiezioni (eh, ehm, oh) o congiunzioni di valore
avverbiale (poi, e, ma, quindi, però, perché), e talvolta
anche da pronomi personali (di cui il più diffuso è io).
In molti di questi casi, però, la loro attribuzione ad una
determinata classe del discorso, risulta particolarmente
problematica. Anche alcune forme definite in maniera
univoca come congiunzioni (ma, però, poi, perché)
sembrano possedere in molti casi un evidente valore
avverbiale, in quanto, come gli avverbi, sono
genericamente utilizzate per «modificare, graduare,
specificare, determinare il significato della frase»7.
Qui di seguito riporto una tabella che evidenzia le
forme linguistiche più frequenti nel corpus di riferimento
ed una che ne analizza la differente appartenenza alle
varie parti del discorso:
7
Serianni (1996: 309).
Fabrizio Frosali
Tabella 3
Tabella 1
Incipit8
Forme
Cioè
Eh
Poi
Allora
Però
No
Quindi
Ma
Perché
Ah
Sì
E
Insomma
Ecco
Sicché
(cioè)
(eh eh, he, ma eh)
(poi dopo, però poi, e poi, che poi)
(e allora, ma allora, perché allora)
(eh però, e però, sì però, poi però)
(e no, no no, ah no)
(eh quindi, e quindi, ah quindi)
(mah, e ma)
(sì perché)
(ah)
(eh sì)
(eh)
(e insomma, ma insomma)
(però ecco, allora ecco)
(e sicché)
450
415
320
309
304
303
258
231
228
221
143
126
126
112
95
Forme
Eh
Insomma
No
Cioè
Capito
Diciamo
Guarda
Ecco
Sai
Senti
Scusa
Appunto
Vai
Sì
Voglio dire
(eh eh)
(e insomma, ma insomma)
(cioè no, come no, perché no)
(veramente cioè, mh cioè, perché cioè)
(capisci, cioè capito, hai capito)
(però diciamo)
(tu guarda, tanto guarda, ma guarda)
(insomma ecco)
(poi sai, perché sai, ma sai, beh sai)
(e senti, senta, senti ma, però senti)
(scusami, e scusa, scusi, scusate)
(appunto)
(vai vai, va)
(sì sì)
(cioè voglio dire)
359
284
257
166
150
142
114
79
75
73
65
64
47
40
36
Tabella 4
Tabella 2
Incipit
Fatici
Categorie9
Congiunzioni:
(poi, però, ma, perché, e, anche,
sicché, comunque, infatti, quindi)
Avverbi:
(cioè, allora, ecco, insomma,
praticamente, sì, no, invece, niente, va bene)
Interiezioni:
(eh, ah, mh, oh)
Pronomi personali: (io)
Fatici
1701
1660
713
33
Lessicalmente i Fatici sono realizzati per lo più da
interiezioni (eh) e avverbi (no, vero), ma anche da alcune
forme flesse di verbi di percezione, di dire, di attenuazione
o di rinforzo (senti, capito, guarda, scusi).
Esistono poi specifiche espressioni (ad esempio
naturalmente o infatti), caratterizzanti ironia o
insoddisfazione, tese a provocare l’interlocutore, che
hanno comunque funzione di Fatici:
47. *LET: anche lei non è che fosse tanto
tranquilla /COM eh /FAT come nervi /APC
infatti +FAT
(ifamcv04)
48. *ROD: e quindi /INP esigo che non gli sia fatto
alcun male /COM se /APC naturalmente /FAT
collaborerò //APC
(ifamcv07)
Qui di seguito riporto una tabella che evidenzia le
forme linguistiche più frequenti nel corpus di riferimento
ed una che ne analizza l’appartenenza alle varie parti del
discorso:
Categorie
Avverbi: (insomma, no, cioè, ecco, appunto, sì,
va bene, via, magari)
Verbi:
Verbi percettivi (capito, guarda, sai, senti, vedi)
Verbi di dire (diciamo, voglio dire, dice,
come si dice, per dire, dico)
Verbi di attenuazione o rinforzo (scusa, vai,
non so, dai)
Interiezioni: (eh)
Congiunzioni: (però)
389
286
434
884
359
20
I Fatici realizzati attraverso forme verbali hanno una
significativa diffusione soprattutto negli scambi dialogici
con qualche forma di regolazione o in quelli in cui i
parlanti hanno ruoli stabiliti. In questi casi infatti, si
ricorre all’utilizzo di espressioni prefissate, in particolar
modo come strumenti di coesione sociale. Quando
aumenta la familiarità fra gli interlocutori, quindi, sembra
essere superfluo segnalarla attraverso forme di questo
tipo. Gli Allocutivi sono lessicalmente costituiti da nomi
propri, nomi indicanti un particolare ruolo sociale o
familiare (dottore, professore, mamma), pronomi
personali (te, voi) aggettivi qualificativi affettuosi o
offensivi (caro, stupido):
49. *VIT: Massimo /ALL lo sai che ti dico ?COM
(ifamcv09)
50. *MAR: mamma /ALL c' è la nonna [/] c' è la
nonna in fuga //COM
(ifamcv13)
8
Tra parentesi sono espresse le varianti più significative
appartenenti allo stesso lemma.
9
Per la distinzione di classe lessicale mi riferisco a quella
adottata da Serianni nella Grammatica italiana (1996).
976
51. *FAB: te /ALL la televisione la guardi ?COM
(ifamcv12)
Il lessico degli Ausili dialogici
52. *MAR: più di così /TOP 'un arriva /COM caro //ALL
(ifamdl19)
di parentela, (53); tra pari si usa invece sempre il nome,
(54)»11:
53. «Parlante A: Giovannino!»
«Parlante B: Sì, papà / zio.»
Tabella 5
Allocutivi
Forme
Nomi propri:
Te
(tu, ma te, ma a te, ma tu, e te, a te)
Ragazzi (oh ragazzi, eh ragazze, compagni)
Mamma (ma’)
Signora (signore, signori, signorina)
Nini
(nini)
Lei
(lei)
Vezzeggiativi:
(amore, caro, cara, piccolo, tesoro, topo)
Oh
(oh)
Dispregiativi:
(imbecille, disgraziato, lazzarone, porco)
225
48
26
18
11
10
9
8
8
4
Tabella 6
Allocutivi
Categorie
Nomi:
(nomi propri, ragazzi, mamma, signora, nini)
Pronomi personali:
(te, lei)
Aggettivi:
(amore, caro, cara, piccolo, tesoro, topo, imbecille,
bravo, eroe)
Interiezioni:
(oh)
290
57
54. «Parlante A: Gianni!»
«Parlante B: Dimmi, Giulia.»
L’Allocutivo è un’unità informativa utilizzata per il
controllo della comunicazione tramite una vocazione
diretta dell’interlocutore, ma, diversamente dalle
illocuzioni appellative12 che hanno una propria forza
illocutoria, esso costituisce soltanto un’azione di sostegno
rispetto a quella espressa dal Comment, realizzando in
generale un’intensificazione della forza illocutiva
dell’enunciato.
I Conativi sono lessicalmente costituti per lo più da
sintagmi verbali (dai, vai, aspetta), e da avverbi o
preposizioni in uso avverbiale (su, via, ovvia).
Qui di seguito riporto una tabella che evidenzia le
forme linguistiche più frequenti nel corpus di riferimento
ed una che ne analizza l’appartenenza alle varie parti del
discorso:
Tabella 7
Conativi
Forme
Aspetta
Dai
Vedi
Via
Ascolta
Vai
Diglielo
Guarda
O che voi
Un momento
Avanti
Credimi
Ma su
Oh
Ricordatelo
(aspetta aspetta, aspetti, 'petta)
(dài, dai dai dai, ma dai)
(invece vedi, lo vedi)
(via via, vien via, vèn via)
(ascorta)
(vai vai)
(diglelo un po')
(guardi, mi guardi)
(ma che vo')
(un momento)
(avanti)
(credimi)
(ma su)
(oh)
(ricordatelo)
15
8
Qui di seguito riporto una tabella che evidenzia le
forme linguistiche più frequenti nel corpus di riferimento
ed una che ne analizza l’appartenenza categoriale:
L’unità informativa non è molto frequente; nelle
conversazioni con un certo grado di formalità, la
vocazione diretta dell’interlocutore è infatti considerata
poco cortese in uno scambio conversazionale fra adulti, a
meno di situazioni di grande confidenza. È invece molto
usata negli scambi conversazionali tra adulti e bambini,
nel discorso riportato e nelle conversazioni tra amici.
In particolare nelle conversazioni di tipo familiare in
cui sono presenti dei bambini piccoli gli Allocutivi sono
spesso utilizzati come forma di attivazione affettiva del
canale comunicativo dell’enunciato, sia dalla parte degli
adulti (93) che da quella dei bambini (94). A questo
proposito è interessante notare inoltre, come la scelta delle
diverse forme di Allocutivo ha valore di indice del
rapporto “sociale” che intercorre tra mittente e destinatario
dell’atto comunicativo, nei rapporti familiari infatti,
vigono relazioni di superiorità di ruolo10 esplicitate
proprio attraverso l’uso di determinate forme allocutive,
così come evidenzia Mazzoleni (1995): «l’asimmetria del
rapporto è riflessa nel vocativo dal fatto che il superiore si
rivolge all’inferiore col nome, ma l’inferiore usa il titolo
10
Per il concetto di ruolo familiare ci si riferisce alle relazioni di
superiorità-inferiorità che intercorrono rispettivamente tra
genitori e figli, nonni o zii e nipoti; mentre si hanno relazioni
paritarie ad esempio tra fratelli, tra cugini, tra moglie e marito,
ecc.
33
19
12
8
7
7
6
5
2
2
1
1
1
1
1
106
Tabella 8
Conativi
Categorie
Sintagmi verbali: (aspetta, dai, vedi, vai, ascolta,
diglielo, guarda, o che vuoi, credimi, ricordatelo)
Avverbi:
(avanti, su, via)
Nomi:
(momento)
Interiezioni:
(oh)
11
12
Cfr. Mazzoleni (1995: 377- 402).
Cfr. Firenzuoli (2003).
93
10
2
1
106
Fabrizio Frosali
Lessicalmente gli Espressivi sono costituiti per la
maggior parte da nomi (madonna, signore, cazzo,
accidenti), interiezioni (ah, oh, uh), o avverbi (già), tutti
con valore esclamativo. Come abbiamo visto a proposito
dei Conativi, molte delle voci lessicali che possono
costituire da sole un atto linguistico completo sono state
generalmente
considerate
dalle
grammatiche
‘interiezioni’, del tipo secondario secondo la terminologia
adottata da Serianni, o della tipologia plurivoca secondo
quella proposta da Poggi.
Anche per quel che riguarda gli Espressivi però, è
necessario ricordare che essi differiscono dalle interiezioni
sia relativamente agli aspetti morfologici, sia, più
significativamente, per quel che riguarda l’aspetto
funzionale. Essi infatti, differentemente da quello che è
l’uso primario delle interiezioni, svolgono solo un’azione
di sostegno rispetto a quella svolta dal Comment,
attribuendo una caratterizzazione espressiva all’intero
enunciato.
Di seguito riporto una tabella che evidenzia le forme
linguistiche più frequenti nel corpus di riferimento (Tab.
9) ed una che ne analizza l’appartenenza categoriale
(Tab. 10).
Tabella 9
Espressivi
Madonna
Oh
Dio bono
Cazzo
Accidenti
Bah
Boh
Ah
Uh
Mamma mia
Oddio
Perdie
Vai
Ehm
Già
Forme
(madò, madonna ragazzi)
(eh oh)
(dio bo', 'io bono, Dio xxx, buon Dio)
('azzo, e cazzo)
(accidenti)
(bah)
(boh)
(ah)
(uh)
(mamma mia)
(oddio)
(per die', 'eddie)
(vai)
(ehm)
(ah già)
15
14
9
7
6
5
5
4
4
3
3
3
3
2
2
Tabella 10
Espressivi
Categorie
Interiezioni:
(oh, bah, boh, ah, uh, ehm, ieh, mah, ohi ohi)
Nomi:
(madonna, cazzo, peccato, accidenti)
Locuzioni nominali:
(Dio bono, mamma mia, oddio, perdie, ma che)
Sintagmi verbali:
(vai, scherzo)
Avverbi:
(già)
40
30
24
5
2
5. Riferimenti
Bazzanella, C. (1994). Le facce del parlare. Firenze: La
nuova Italia.
Bazzanella, C. (1995). I segnali discorsivi. In L. Renzi, G.
Salvi, A. Cardinaletti (a cura di), Grande Grammatica di
consultazione, vol. III. Bologna: Il Mulino.
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pianificazione del discorso. In L. Coveri (a cura di),
Linguistica testuale, Atti del XV Congresso
Internazionale di Studi della SLI, Genova – Santa
Margherita Ligure, 8-10 maggio 1981. Roma: Bulzoni,
pp. 237-254.
Berretta, M. (1993). Il parlato italiano contemporaneo. In
L. Serianni e P. Trifone (a cura di), Storia della lingua
italiana, vol. II. Torino: Einaudi, pp. 237-270.
Bustorf, W. (1974). Riflessioni sui cosiddetti «riempitivi»
italiani. In M. Medici e A. Sangregorio (a cura di),
Fenomeni morfologici e sintattici nell’italiano
contemporaneo, Atti del VI Congresso Internazionale di
Studi della SLI, Roma, 4-6 settembre 1972. Roma:
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Cresti, E. e Moneglia, M. (2005). C-ORAL-ROM
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Cresti, E. (2000). Corpus di italiano parlato. Firenze:
Accademia della Crusca.
Frosali, F. (2005). Le unità di informazione di Ausilio
Dialogico: valori percentuali, caratteri intonativi,
lessicali e morfosintattici in un corpus di italiano
parlato (C-ORAL-ROM). Tesi di laurea, Università di
Firenze.
Poggi, I. (1995), «Le interiezioni», in L. Renzi, G. Salvi,
A. Cardinaletti (a cura di), cit., vol. III, Il Mulino,
Bologna.
Renzi, L., Salvi, G. e Cardinaletti, A. (a cura di) (1995).
Grande grammatica italiana di consultazione, vol. III,
Tipi di frase, deissi, formazione delle parole. Bologna:
Il Mulino.
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Cambridge University Press.
Serianni, L. (1996). Grammatica italiana. Milano:
Garzanti.
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degli Incisi in un corpus di italiano parlato. Tesi di
laurea, Università di Firenze.