TERAMANI n. 113
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TERAMANI n. 113
n. 113 Dicembre 2015 mensile di informazione in distribuzione gratuita di Veronica Biancardi (Parma 1969-1983) SOMMARIO n. 113 3 La nostra Storia: Come dal barbiere! 4 Gli Auguri della Fondazione Crocevia ai lettori di “Teramani” 6 Team History 8 Il Presepe Vivente di Cerqueto 9 Tutti con Brucchi. Nessuno con Brucchi 10 L’Oggetto del desiderio 10 La 3ª della Scuola Elementare “Noè Lucidi” 12 Enrica Salvatore 14 La nostra storia: Ortona 1943 16 Il Libro del mese: Il Bastone dei Miracoli 18 Musica l’Editoriale di Domenico Attanasii Come dal barbiere Come dire: ”Intanto proseguite per il Salento, quando ripasserete...”(ma va, va!!!) U una gelida chiave infilata in bocca durante le convulsioni psicogene. Una chiave custodita da chi si occupa della somministrazione parca e dosata con parsimonia dei servizi resi na società indesiderabile in un clima all’intelletto. Chissà come avrebbe reagito il contemporaneo di declino contribuisce pedone Leonard Mead leggendo il foglietto alla visione distopica di un futuro pros- appiccicato sbilenco all’inferriata del Teatro simo. Il luogo dove tutto è come dovrebbe Romano (inizio I sec. a.C. - fine I sec. d. C.) di essere si smercia facilmente come utopia. Teramo?! Già nel 1951, Ray Bradbury paventava che le “APERTURA SU RICHIESTA, PER SINGOLI O città sarebbero diventate luoghi in cui fare GRUPPI, CONCORDATA PREVENTIVAMENTE una semplice passeggiata lungo la strada (ALMENO 5 GIORNI PRIMA) CON IL SERVI- sarebbe stata accolta con sospetto; dove ZIO ACCOGLIENZA DEI CIVICI MUSEI: TEL. camminare sarebbe stato considerato un 0861.324602”. reato. Il solitario Leonard Mead, protagonista Un numero di telefono si trova sfogliando i della novella di Bradbury pubblicata nel 1951 libroni della Telecom. Tali e quali a quelli con- 20 Lu Vangele de Matteo 21 #Exportiamo Abruzzo 21 I 100 anni di Filomena su “The Reporter”, tratteggia la condizione sultati da Georges Simenon per dare i nomi ai 22 Dura Lex sed Lex di un pedone immerso nella città ipotetica propri personaggi. 22 Note Linguistiche racchiusa in una bolla visionaria. Un uomo “La gente ha il terrore della grande organiz- che amava sentire sotto le suole quei riqua- zazione all’interno della quale sa di essere solo una piccola parte” (Georges Simenon, un cresciuta fra gli interstizi e aprirsi un varco, colloquio con Carvel Collins nel 1955). 23 Errato conferimento dri di cemento raggrinzito, calpestare l’erba 24 Cinema con le mani in tasca, in mezzo ai 26 La Valle dell’Orfento… la Valle di Cristo silenzi. Quando Bradbury scriveva 29 Calcio questa storia le città stavano già 30 Pallamano 30 Il debunking allontanandosi da quelle in cui si poteva raggiungere a piedi tutti i luoghi e le strade non si costruivano solo per le automobili. Come è possibile scaricare il pdf di questo e degli altri numeri dal sito web dal barbiere, soltanto per appun- www.teramani.info scriveteci a [email protected] nel 2015 a chi si lascia andare per tamento. Questo accade a Teramo un momento ai contorcimenti di natura culturale da quietare con Direttore Responsabile: Biagio Trimarelli Redattore Capo: Maurizio Di Biagio Hanno collaborato: Domenico Attanasii, Maurizio Carbone, Maria Gabriella del Papa, Maurizio Di Biagio, Maria Gabriella Di Flaviano, Carmine Goderecci, Maria Cristina Marroni, Piero Natale, Antonio Parnanzone, Leonardo Persia, Sergio Scacchia. Gli articoli firmati sono da intendersi come libera espressione di chi scrive e non impegnano in alcun modo né la Redazione né l’Editore. Non è consentita la riproduzione, anche solo parziale, sia degli articoli che delle foto. Impaginazione: Imago Comunicazione Periodico Edito da “Teramani”, di Marisa Di Marco Via Paladini, 41 - 64100 - Teramo - Tel 0861.250930 per l’Associazione Culturale Project S. Gabriele Organo Ufficiale di informazione dell’Associazione Culturale Project S. Gabriele Via Paladini, 41 - 64100 - Teramo - Tel 0861.250930 Registro stampa Tribunale di Teramo n. 1/04 del 8.1.2004 Stampa: Gruppo Stampa Adriatico Per la pubblicità: Tel. 0861 250930 347.4338004 - 333.8298738 Teramani è distribuito in proprio 4 Fondazione Crocevia Milano n.113 NATALE 2015 – CAPODANNO 2016 Carissimi amici, con questo suggestivo “Presepe”, un acquerello del 1974 del noto artista spagnolo JOSÉ ORTEGA (Arroba de los Montes, Mancha 1912 – Parigi 1990), grande amico di Picasso, e con i pochi versi in copertina della giovane poetessa VERONICA BIANCARDI (Parma 1969 - 1983), stroncata da una lunga malattia alla tenera età di 13 anni, desideriamo augurare a Voi tutti, come pure ai numerosi simpatizzanti della nostra Fondazione Crocevia, un gioioso Natale di Pace, di dolci e positivi pensieri, di generosa solidarietà e di teneri affetti. Che Gesù bambino benedica i Vostri cuori, i Vostri progetti, le Vostre famiglie, il nostro Paese, le nostre città e ci aiuti a ritrovare la serenità e tanta fiducia nell’avvenire. Specialmente quello di tanti nostri cari giovani. Vi saluto con gioia e con viva cordialità. Alfredo Paglione Dott.ssa Laura Rabottini Augura Buone Feste! Vi invitiamo a conoscere la nostra enoteca, caratterizzata da offerte uniche come: • Champagne Krug • Champagne Billecart - Salmon • Champagne Bollinger • Baron De L • Beaune 1er Cru Les Perrieres • Aceto Balsamico La Secchia Aperitivi cenati con musica dal vivo Corso Cerulli, 78 Teramo Tel. 0861.248478 www.ilcaffèdelcorso.it 6 di n.113 Aziende sprecone Team History “Almeno il servizio, con tutte quelle tasse che paghiamo!” A Maurizio Di Biagio www.mauriziodibiagio.blogspot.com verso la nostra partecipata che prendono in prestito le colorite espressioni del mondo attorno al duomo. La fuori, come gli Inglesi, c’è il tempo meteorologico di cui discutere ad ogni piè sospinto, poi subito dopo, ad una sola distanza, la Team, per molti concittadini obesa, crassa, inefficiente, carrozzonamente costosa, per altri usata come bacino elettorale e destino (per dirla alla spagnola) di amici e amici degli amici. Ed anche se possiede diversi lati positivi, il comune sentire la cataloga un’entità a due stelle, come una pensione dimenticata da dio a Centocelle, impolverata ed inaffidabile. Ancora su Facebook qualche tempo fa partì una protesta molto particolare. Fu inondato il profilo del sindaco di Teramo sui tanti abbandoni l supermercato una signora parla con la cassiera. È sera, fuori di rifiuti sparsi per il territorio comunale, ma su buche e questuanti. fa freddo, tira aria dai Balcani: “Almeno il servizio, con tutte Furono postate le foto dei siti teramani i più contaminati da qualsiasi quelle tasse che paghiamo!”. Il mantra è sempre quello: “Alme- tipo di monnezza. Ci si lamentava della poca presenza sul campo della no il servizio”. Alle Poste, come al bar, dappertutto la lamentela Team. Il gruppo “La città che nessuno racconta” quotidianamente rotola come al palio delle botti, fracassona, incessante. Insiste in piazza riporta le problematiche locali: lì Marialuisa, esasperata delle mancate e perfino in quella virtuale d’oggidì: i social network. Per “servizio” risposte da parte dell’amministrazione comunale, lanciò un’idea: s’intende naturalmente quello erogato dalla Team di Via Delfico, così “Facciamo un gioco? – scrisse -; visto che il sindaco non si scomoda a al centro delle attenzioni mediatiche, politiche e sindacali, chi per un leggere qui, postiamo la monnezza anche sul suo profilo? Vediamo se motivo chi per un altro. Gli Americani non gettano mai via i loro rifiuti, apre gli occhi”. Pochi attimi dopo fu uno tsunami di post di indignados. li trasformano in show televisivi, asseriva Woody Allen. Per contro noi “Pasticcio team” è il must che appare sovente negli occhielli e cate- Italiani li trasformiamo in rassegnati monologhi dinanzi a cassiere che nacci di quotidiani e siti internet tra Tordino e Vezzola, come quello ad non vedono l’ora di tornare a casa e niente più. “Mica come i Francesi esempio che si è verificato allorquando sono stati sbagliati gli orari nel che s’incazzano davvero quando è ora!” prosegue la signora abbarbi- calendario della raccolta rifiuti in città: da ristampare tremila copie già cata in un cappotto grigio screziato. “Loro del resto hanno fatto una distribuite. E se Via Delfico compie qualche guazzabuglio ci si mette rivoluzione, noi invece...”. Anche quando scioperano i Transalpini non anche il Teramano che di suo è notoriamente arruffone: i nostri concit- scherzano: i giochi li fanno durare settimane e se non ottengono quello tadini ancora non conoscono bene il nuovo calendario per il ritiro dei che desiderano non mollano. rifiuti tanto che spesso sbaglia- “Mi sono scocciata di pagare no ancora a conferire, portando quelli lì ai piani alti” riprende. in strada la spazzatura anche Attorno il capannello di clienti nel giorno in cui la Team tinge acconsente, ribatte e rilancia di bianco festivo il proprio fino all’inevitabile e sterile pre- scadenzario, il suo almanacco sa di coscienza. “Sì sì, diciamo del giorno prima. ma non facciamo mai niente” è Molte sono state le voci che in- la considerazione finale, ancora tonavano la litania di una città più amara perché sottolineata in cui la raccolta differenziata da una remissività storicizzata, spinta come la nostra sarebbe in una gelida serata dicembrina stata un lusso che solo i mone- che pare più nera della pece. gaschi potevano permettersi di L’argomentazione era partita questi tempi. Ed è una mezza dalla buste trasparenti che verità, tanto che all’orizzonte dovranno sostituire, per la raccolta della carta, quelle superfragilissime si sta profilando un criterio molto più pragmatico e consono ai mala che abbiamo usato sinora e che ci ha fatto inondare le scalinate di tempora currunt, come ad esempio quello di rispolverare almeno in quotidiane e magazine per via dello strappo facile. certe occasioni i vecchi cassonetti. Non possiamo festeggiare le nozze Su Facebook nella hit dei post più condivisi si posiziona quello raffigu- coi fichi secchi, oppure incensare il nostro capo come il più virtuoso rante i mastelli marroni dinanzi a condomini di periferia. I segnali sono d’Abruzzo, quando tutto quest’ambaradan ha un costo troppo elevato, poco distensivi nei confronti dell’amministrazione e della sua parteci- al di fuori della nostra portata di città colpita duramente dalla crisi e pata così costosa e, a quanto pare, poco redditizia in termini monetari, dalla scomparsa di un modello di sviluppo ora da resettare e riformat- come spesso capita in Italia quando l’investimento e il business sono tare completamente. Questa è anche l’accezione comune di molti Te- per la maggioranza in mano pubblica. “Dal 30 aprile c’è questo schifo ramani, costretti peraltro a tenersi in casa l’olezzo dei rifiuti per giorni al parco – scrive C. sul social network -; io esasperata raccolgo qualco- e giorni, vista la frequenza limitata delle raccolte (ora si ritira l’organico sa ma credo che sia vergognosa una situazione del genere in un paese due volte alla settimana invece di tre), e a pagare cara l’odiata Tari. Per civile: Team dove sei? Sindaco Brucchi?”. E a scorrere le altre denunce molti il sistema del porta a porta non funziona affatto e non si sa quan- riferite ai mezzi che assicurano la raccolta, assieme c’è la raccolta dell’organico e agli strumenti tecnici, agli uomini impiegati, dell’indifferenziato: gli operatori fanno ai turni lavorativi, al vestiario, tanto che quel che possono. E così nelle frazioni ci non fa più notizia. Sicuro è che in diversi pensano le varie signore Annine, Marie, comuni italiani si sta ripensando al porta Giuseppine, ad arrivare laddove la municipa- a porta appunto per il costo insostenibile: lizzata non può: a Miano lo spazzamento più di 10 milioni di euro a Teramo. Il timore non lo fanno da lustri. A Teramo si riscontra dell’opposizione a Piazza Orsini è che ci si qualche criticità di mancata raccolta rifiuti possa trovare di fronte ad un’altra voragine soprattutto nelle frazioni ma anche in alcuni finanziaria, dopo quella della Ruzzo Reti e di altre realtà teramane. Ma il porta a porta lacera la stessa maggioranza: l’assessore do ancora si dovrà attendere un liberatorio all’ambiente Rudy Di Stefano dichiarò ad mea culpa da parte della nostra ammini- inizio estate di “non volerci più mettere la strazione: errare è umano, perseverare è faccia” su questo tipo di sistema di raccolta diabolico oppure è Team, che certe volte sino a quando il servizio non migliorerà. sono la stessa cosa. E se i Teramani si sono Anche lui ascolta le clienti ai supermarket. improvvisati tutti smaltitori incalliti, plastica Non mancano nemmeno note di colore nella plastica - organico nell’organico, han- quando si parla di Via Delfico. Le corse du- no capito che alla lunga la buona volontà rante il giorno sono più lunghe di un tempo non paga: hanno afferrato il concetto, da e i camioncini Team a volte dimenticano buon mulo abruzzese quali sono, all’ennesi- sulla loro strada qualche mastello, qualche ma bolletta con i nomi inquietanti di Tarsu, rifiuto. Come nel caso del sabato quando Tia, Tares, Tari, uno scioglilingua finlandese che non sortisce nessuna magia. quartieri, in Via Marconi per esempio, tra Se nella conca benedetta della nostra città, le due Colleatterrato. Spesso anche in l’interamnia, si scorgono furgoncini correre centro. Un residente di Via del cigno, a due all’impazzata tra strade strette e vetuste e passi dal teatro romano, denuncia che i luci lampeggianti, quelli sono della nostra rifiuti lì non vengono ritirati: ha pure posto cara Team: ma quanti ne sono!? Su e giù dei cartelli sui mastelli e recatosi perso- per le frazioni e per le periferie, incessan- nalmente negli uffici Team, ma niente: alla temente ogni giorno, con la neve e con fine ammette di aver indossato i panni del la pioggia. A volte sembra che quella dei turista dei rifiuti, conferendo in bidoni di rifiuti a Teramo sia davvero la prima e unica altre zone. E minaccia che la prossima volta economia! porterà la spazzatura direttamente sotto le Ormai pare essere un tormentone quello arcate del Comune. riferito dai sindacati, cioè di problematiche E non è la prima volta. 7 n.113 8 Festività dalla Redazione [email protected] n.113 Il Presepe vivente di Cerqueto I 26 Dicembre 2015 l Presepe Vivente, organizzato dalla locale Pro-Loco, giunto alla 49a edizione, si svolgerà il prossimo 26 dicembre dalle ore 18.30. La sua durata è pari a 1 ora ed un quarto e sarà interpretato da circa 150 personaggi. La rappresentazione è più prossima ad una vera e propria performance teatrale in un enorme scenario naturale, che al più comune “percorso narrativo” all’interno delle vie del paese. Attraverso uno schema teatrale a “quadri”, illustra alcuni tra i momenti più significativi della storia umana, secondo la descrizione che ne fanno le Sacre Scritture. Ad interpretare la Madonna sarà Marta Di Cesare, mentre Gesù bambino sarà l’ultimo nato del paese e cioè Aaron Paolini e, infine, S. Giuseppe sarà interpretato da Francesco Pisciaroli. La voce narrante è di Carlo Orsini. Annunziata Scipione, artista naif di Azzinano (Tossicia), ha raffigurato la natività attraverso un dipinto (tecnica mista 40x30), fotografato e trasposto su manifesto per pubblicizzare la manifestazione. Prima della sacra rappresentazione, dalle 17.30 alle 18.30, all’in- terno dello scenario nel quale si svolgerà il presepe vivente, si avrà l’opportunità di poter assistere ad un concerto del pianista e compositore romano Francesco Gazzara che presenterà un repertorio dedicato alla musica del leggendario gruppo dei Genesis nel loro periodo progressive. Le composizioni proposte sono contenute nel suo doppio cd dedicato ai Genesis e chiamato “play me my song”. Il legame tra i due eventi è da ricercarsi nel fatto che nella colonna sonora del presepe viene fatto largo uso di brani dei Genesis, adattati al contesto. L’Organizzazione garantirà la viabilità anche in caso di neve e allestirà punti di ristoro con prodotti della tradizione locale e bevande calde. Il quotidiano La Repubblica, a firma della nota giornalista Francesca Alliata Bronner che, parlando del territorio e dei paesi del nostro Parco e dopo aver assistito all’insaputa degli organizzatori alla rappresentazione dell’anno passato, affermava tra l’altro “…Non perdete il 26 Dicembre a Cerqueto, paesino alle falde del Corno grande, la strabiliante e commovente rappresentazione della natività con 200 figuranti…”. Il Presidente Giuseppe Mastrodascio t di Maurizio Di Biagio L’Apolitica Teramana Tutti con Brucchi. Nessuno con Brucchi. Ma spesso una buona opposizione fa una buona maggioranza S www.mauriziodibiagio.blogspot.com n.113 situazione assomiglia sempre più al si salvi chi può in quanto tutti stanno già pensando al dopo Brucchi, poiché è sotto gli occhi di tutti che questa amministrazione ha i mesi contati, considerato che l’unica cosa che è riuscita a fare fino ad oggi è stata quella di aprire alcuni cantieri con soldi europei. Tassazione al massimo, zero investimenti per il turismo, zero investimenti per il commercio, zero idee per la valorizzazione della città, azzerato il personale dedicato alla programmazione europea, pochi controlli, tanti incompetenti a gestire il settore cultura e milioni di euro di debiti spalmati nei prossimi 30 anni”. arà revisione totale della giunta Bruc- svaniti nel nulla delle correnti che si formano “Registriamo – spiega D’Alberto - come chi, un suo semplice tagliando, oppure nel breve volgere di un giorno e che si disfanno i disorientanti riposizionamenti di un azzeramento? Lo stesso sindaco nel breve volgere di una settimana. queste settimane e di questi giorni si mostra ondivago dichiarando prima Tutti per uno, uno per la Asl, l’altro per la Provin- costituiscono, da un lato, la inevitabile l’una poi l’altra versione: di sicuro che nel calde- cia, l’altro ancora per la Ruzzo o per l’Asses- reazione di parte della maggioranza alle rone del rimpasto o della formattazione di tutto sorato. Finite materialmente le poltrone su cui false promesse di rimpasti e rimpastini l’apparato bellico di Piazza Orsini passa tutta la poggiare i propri fortunati fondoschiena, tutti con cui il sindaco Brucchi ha malde- politica teramana degli ultimi vent’anni. I ragazzi abbandonano il numero primo (La solitudine dei stramente cercato di tirare avanti e di tenere del ’99, i vari Chiodi, Gatti, Di Dalmazio, Brucchi, numeri primi!), tutti fanno saltare il capodanno, insieme i cocci di un sistema ormai frantumato, Mazzarelli, da bravi scolaretti davanti e, dall’altro, la confusa preparazione al maestro Sperandio sono andati per al dopo Brucchi, ulteriore incontesta- la loro strada più o meno accidentata, bile sintomo che questa esperienza conquistando regioni, enti, posizioni politica è ormai finita. E non si tratta di rendita, potere, tanto potere locale, di un problema transitorio ma di una e consenso popolare. All’alba del crisi strutturale della quale bisogne- 2016, con due papi in Vaticano, con rebbe solo prendere atto staccando il Brasile che perde 7-1 nel mondiale la spina perché l’alternativa sarebbe casalingo, con l’Islam più radicale solo quella di prolungare l’agonia di che terrorizza il mondo, con Putin un fallimento che il nostro territorio e che minaccia l’arma nucleare, con la i nostri cittadini non possono permet- Cina che paga il debito pubblico agli tersi e non meritano più di sostenere Usa, con il petrolio ai minimi storici e di pagare”. e con la più lunga crisi mondiale, con un mondo insomma stravissuto In conclusione quello che era l’icona e cambiato, loro sono ancora lì a del fortino inespugnabile, Maurizio cercare di dettare abitudini e costumi 9 Brucchi, potrà cadere solo per uno e la rotta politica alla nostra città. Il nocchiere tutti vogliono fare di testa propria in attesa di sgambetto malpancista al suo interno. Che è sempre lui. applicare la ferrea e fortunatissima legge del l’opposizione mediti sulla sua impotenza! Tutti con Brucchi. Nessuno con Brucchi. Come doppio forno, tutti minacciano scissioni, in at- può cambiare il vento, e l’animo umano, dinanzi tesa di incassare, strategia questa tanto cara ai Sarà anche per questo e per tutte le consi- all’orizzonte di poltrone, incarichi, promesse. veri democristiani col vizio del debito pubblico derazioni precedenti che in città si registra la Cambia che il senologo veda la sua truppa in da devastare…e ai nipoti e figli che si fottano! prossima nascita di una nuova figura politica, un rotta: una volta tutti per uno, uno per tutti, ora “L’Amministrazione comunale è attualmente movimento civico che ha nel suo dna i geni del- invece domina il motto si salvi chi può, tanto completamente allo sfascio” scrive il pentastel- la vera opposizione, quell’appunto che è man- per parafrasare il grillino Berardini, oppure lato Fabio Berardini. “In questi giorni, infatti, i cata in questi anni di monologo brucchiano, di aleggia su Piazza Orsini la brezza frizzantina consiglieri di maggioranza, anziché pensare al rotonde, di asfalti senza asfalto, di decadenza, dell’agonia di un fallimento, come riferisce il bene della collettività, organizzando decente- di perdita dell’orizzonte e quindi di navigazione capogruppo Pd al consiglio comunale Gianguido mente gli intrattenimenti per le prossime festi- a vista. Gente di qualsivoglia estrazione e livello D’Alberto, già considerato dai ben informati il vità e pianificando dei progetti a lungo termine, culturale che però ha a cuore le sorti di Teramo prossimo candidato sindaco. Malpancisti, orien- continuano solamente a litigare tra loro per la impegnandosi in prima persona per cambiare il talisti, curialisti, tutti con Brucchi un tempo, ora poltrona del Presidente del Consiglio. L’attuale vento. Presto ne sentiremo parlare! 10 n.113 di L’oggetto del desiderio Il regalo per Sara Q Carmine Goderecci [email protected] notte. Sara non dormiva più nella sua cameretta ma nel lettone grande fra le braccia della sua mamma ammalata e del suo papà ormai senza più un lavoro. Fra quelle braccia lei si sentiva al sicuro e al caldo. Tutte le sere la piccola dietro la finestra parlava al cielo sperando che il suo sogno si avverasse. Fu la stellina Gelsomina a suggerire a Babbo Natale il regalo per Sara. uella notte Babbo Natale aveva consegnato quasi tutti i regali, e Dallo stupore generale scaturì un fragoroso applauso stellare che fece benché la sua slitta fosse più leggera del giorno prima, le adorate arrossire la geniale Gelsomina. renne, ormai sfinite, facevano fatica a trascinarla. Sirio, la più altezzosa delle stelle, la acclamò a gran voce. Mancava soltanto un dono da recapitare, il più importante, ma Anche l’Orsa Maggiore, spintonata alle spalle, dall’Orsa Minore, fece carte Babbo Natale era così stanco che nessuna delle tante idee che gli affolla- false per avere quella timidona sul proprio carro. rono il cappello, lo convinsero totalmente. Ci fu allegria, tra cori e danze, ma prima che la notte volgesse al termine Babbo Natale, allora, chiese aiuto alle stelle accadde ciò che nessuno avrebbe mai imma- del firmamento che quella notte erano tutte ginato. Le stelline più piccole, le sfortunate, affacciate sulla terra. quelle dimenticate, si unirono tutte insieme in Migliaia e migliaia di idee piovvero dai cielo, un forte abbraccio e formarono una lunghis- ma fu la Stellina Gelsomina, la più timida di sima sciarpa di luce che si legò al collo della tutte le galassie, a suggerire un regalo mai Stellina Gelsomina. Nacque così la Cometa, pensato prima. Un’idea che avrebbe messo chiamata ogni anno ad indicare la strada d’accordo mamme e papà, nonni e bambini. migliore a tutti gli uomini di buona volontà. Un unico regalo utile a tutti. L’indomani la piccola Sara tornò a sorridere. Una casa riscaldata, era questo il desiderio di Svegliata di buon mattino, notò subito che i Sara, una piccola bambina povera e infreddo- muri della sua casa erano caldi, come tutto lita che aveva rinunciato a qualsiasi giocatto- intorno a sé era caldo. Quella notte la sua lo pur di avere, insieme alla sua famiglia, un mamma non aveva mai tossito, poi cercò il poco di tepore nel giorno di Natale. suo papà ma era già uscito per lavoro. Allora, corse alla Accadde un triste giorno, quando due uomini cattivi, bussarono a casa della piccola Sara e muniti di grosse tenaglie, finestra per ringraziare il cielo e pensò che sarebbe stato chiusero i tubi del gas. Da allora quella casa rimase al freddo giorno e un Natale meraviglioso. Scuola Elementare “Noè Lucidi” - Teramo 3ª b - Anno Scolastico 1954/1955 Avviso importante Chi si riconosce in questa foto, scattata a fine anno scolastico 1954/5, è pregato di contattare uno di questi due numeri telefonici: 334.8012519 Sergio 333.8298738 Giancarlo Redazionale Alla scoperta delle meraviglie di Campli Nell’anno Giubilare indetto da Papa Francesco La scala Santa e Santa Maria in Platea C ampli offre al visitatore delle architetture immortali. In particolare occorre ricordare la Scala Santa. Fu Papa Clemente XIV che attribuì il privilegio alla città della famiglia dei Farnesi, nel lontano 21 gennaio 1772. I gradini da salire per la salvezza sono un rito religioso di grande impor- tanza, legato a una tradizione biblica. Fu Gesù, scendendo e salendo dal pretorio di Pilato la grande scalinata di marmo, a consacrare le pietre col sangue santo che colava dalle ferite inferte dai romani. Si prega in silenzio al cospetto di un dipinto che raffigura la deposizione del Nazareno. La seconda scalinata si scende in piedi tra gioiose tele che ricordano la Resurrezione del Cristo. Tra gli antichi gioielli di sacralità cristiana merita attenzione la cripta della cattedrale di Santa Maria in Platea. Dopo aver ammirato la parte superiore della chiesa, con un bellissimo soffitto ligneo tutto dipinto, scendendo le scale si accede alla parte sotterranea, in un ambiente di grande armonia architettonica e di spiritualità fuori del comune. La cripta altro non era che l’antica chiesa che nel duecento fu affiancata e poi sovrastata da un altro tempio a unica navata, restaurato e ampliato tra il Quattrocento e la metà del Cinquecento. Avanti negli anni fu realizzato il presbiterio e l’abside attuale della cattedrale, oggi ubicata, come detto, proprio sopra la cripta. Nella piccola cappella c’è un dipinto che raffigura il popolo in adorazione, davanti alla Vergine portata in processione. La scena accade anche oggi, ogni 8 dicembre festa dell’Immacolata, quando la statua è portata in processione alle prime luci dell’alba. I lavori di restauro compiuti con estrema sapienza, hanno ridonato la bellezza antica agli archi e hanno ricreato l’ambiente originale che consta di cinque minuscole navate suddivise in quindici piccole campate. La tradizione vuole che, anni dopo, la madre di Costantino, Sant’Elena colta da immensa pietà durante un pellegrinaggio in Terra Santa, s’impossessò del marmo sacro, portandolo a Roma e collocandolo in forma di scala, nel palazzo Lateranense. Quella di Campli è una delle Scale Sante in migliore conservazione esistenti al mondo. Accostandosi con devozione a questo gioiello di fede ci si sente penetrare dall’atmosfera ricca di suggestioni e attese. Nel salire in ginocchio, chiedendo perdono dei peccati compiuti, una moltitudine di piccoli teneri angeli dalle tele dei lati, accompagnano il cammino penitente delle ginocchia. I sei dipinti, tre a destra e tre a sinistra che ornano questo capolavoro di arte religiosa, ci ricordano quanto ha sofferto il Cristo per salvare tutti noi. È il luogo del perdono, dove le mute pietre sanno raccontare storie e sentimenti, entrando nella parte più intima del peccatore. L’ultimo gradino porta davanti al “Sancta Sanctorum”. COMUNE DI CAMPLI di 12 n.113 Fondazione Tercas Enrica Salvatore: si riparte da lei La neo presidente la guiderà senza più una banca S Maurizio Di Biagio www.mauriziodibiagio.blogspot.com accantonamenti (anche integrativi) e col nostro patrimonio che nel 2014 è stato ben investito con criteri di efficienza ed economicità così da produrre i fondi necessari per il funzionamento dell’ente: l’attività erogativa nell’anno precedente è stata di tre milioni di euro”. L’altro punto focale da cui poter ripartire e che delinea una fondazione 2.0 è la nuova programmazione triennale (2017-9) “all’interno della quale già il prossimo anno potrà essere definito il corso futuro nella continuità della mission originaria”. Salvatore si riferisce alle linee guida del protocollo (Acri-Mef) da inserire negli statuti, norme chiare che pongono vincoli alle fondazioni: d’ora in poi, solo per fare un esempio, si diversificherà il portafoglio degli impieghi del patrimonio, al fine di contenere la concentrazione del rischio ed è previsto un limite quantitativo di un terzo dell’attivo patrimoniale per l’esposizione nei confronti di un singolo soggetto. “Io credo che iede garbata, bionda, su abiti nuovi che racchiudono il suo il lavoro che abbiamo di fronte sarà improntato nei prossimi esile corpo da atleta, da ciclista, da sub anche, nel tavolo mesi e anni all’attuazione proprio dei principi definiti in questi che fu di Antonio Nuzzo, una vita. Il volto scavato da importanti documenti”. Largo Melatini si comporterà come “un ripetute e da consigli di classe e di cda, il neo presidente ente intermedio” intercettando i bisogni della popolazione su della Fondazione Tercas, Enrica Salvatore, compie l’elogio del welfare, istruzione e cultura, riversando sul territorio, in tempi professore, l’ex di turno. La Fondazione Tercas apre con lei il suo di estrema crisi di stanziamenti, contributi molto utili: “Faremo i nuovo corso “rosa” cercando di seppellire il passato senza più bandi per le selezioni con appropriate graduatorie di merito e la una banca e guardando oltre, dall’alto dei suoi 100 milioni di pa- Fondazione redigerà progetti propri che porterà avanti”. La com- trimonializzazione. Salvatore ha compiuto gli studi liceali classici mercialista succede dunque a Mario Nuzzo di cui ricorda “un’il- e si è laureata in economia e commercio alla Sapienza di Roma. luminata presidenza che ha dato lustro all’Ente ed al territorio Ex dipendente del Credito con le cui espressioni culturali, italiano è ora docente al Pascal economiche, politiche e sociali e commercialista: “Nel 2006 ha intrattenuto, sempre, un dia- Chiodi voleva qualcuno che sa- logo aperto e leale garantendo pesse mediare”. Cinquant’anni, un confronto di alto livello sposata con due figlie, ritiene istituzionale sempre rispetto- che in questi casi “sia impossi- so delle più varie sensibilità”. bile evitare di fare riferimento Salvatore assicura che questo alle correnti politiche”. Amica periodo di assestamento potrà dell’onorevole Paolo Tancredi essere un’opportunità. “E di “da 32 anni” ringrazia il passa- nuove energie e qualificate to: “Cioè quel Mario Nuzzo da competenze è straricco questo cui ora poter iniziare il nuovo nuovo Consiglio di Indirizzo del- corso”. Prosegue nel solco del- la Fondazione - ha dichiarato la la recente tradizione di largo neo presidente - se penso alla Melatini ma del passato della presenza dell’alto valore acca- Fondazione vorrà dimenticare demico del professor Mauro volentieri solo il nome Tercas Mattioli, della dinamica capa- che difatti - ha annunciato cità imprenditoriale di Tiziana - verrà tolto: un brand che Di Sante e di Raffaele Falone evidentemente non ha portato e quella gestionale di Martina bene. “Cominciamo a pedalare” di Musciano che si integre- dichiara. Il patrimonio, precisa, ranno armoniosamente con le “torna a crescere, e malgrado esperienze già apprezzate e si sia ridotto dei 70 milioni consolidate di Gianni Colletta, della partecipazione aziona- Alessandra Striglioni e Cristina ria in Corso Martella e quelle ampiamente San Giorgio, affermate da più lungo corso di noi rispon- Gianfranco Mancini ed Attilio diamo con gli Danese”. di 14 n.113 La nostra storia Ortona 1943 La guerra negli occhi di un bambino U Piero Natale [email protected] In questo modo è diventato simbolo del dramma della guerra un piccolo fanciullo di otto anni , che mescolava paura e stupore , mentre i rumori della guerra riempivano le sue giovani orecchie ed i suoi occhi, lasciando una impronta, che mai si sarebbe cancellata nei decenni a seguire, anzi si sarebbe sedimentata per poi essere restituita con il raffinato intreccio di ragione e sentimento, a chi nell’era del benessere è più concentrato sul superfluo che sul significato profondo della vita. Doveva essere ,quindi, una attività didattica come tante altre, nella quale oltre alla visita del luogo di interesse storico era previsto un na attività di routine scolastica può a volte trasformarsi in incontro con un testimone delle vicende. una esperienza capace di far rileggere non solo la prospettiva storica , ma anche il valore, che siamo soliti dare alla vita “quotidiana”. La prospettiva storica si modifica quando i freddi dati cominciano ad avere una connotazione più prossima e più riconoscibile . Il valore della nostra vita cambia quando si mescola con le emozioni forti, che possono essere colte nelle variazioni di tono della voce di chi racconta quasi reimmergendosi in toto in un passato mai del tutto trascorso e dimenticato. La storia della seconda guerra mondiale ha nella sua drammaticità una fortuna : quella di avere ancora al suo interno la voce di chi quei momenti li ha vissuti sulla propria carne. La scuola spesso ha la fortuna di avere forti sensibilità, che sono in grado di uscire dagli schemi formali dalla pur importante pagina stampata, per approccia- Il luogo in questione era ORTONA ridente cittadina adriatica cono- re e far sperimentare agli studenti dal di dentro la Storia , partendo sciutissima per le sue spiagge attrezzate, per il suo mare accatti- dalla “microstoria” per rileggere quella che per molti è solo storia di vante e come molte cittadine attraversata da due torrenti dai nomi battaglie e di grandi uomini. affatto roboanti: Foro e Moro Abitata fin dall’età del bronzo risultò attiva in tutte le vicende italiane . Romani, Bizantini, Normanni la conquistarono e la persero. Dopo l’intervento di Giovanni da Capestrano nel 1427 la città pose fine alla lunghissima lotta con la vicina Lanciano. Testimonianza di pregio che ricorda un passato importante è il Castello aragonese. Il mai terminato Palazzo Farnese segnala poi la indiretta presenza dell’Imperatore Carlo V attraverso la presenza ad Ortona di Margherita d’Austria. Nel corso dell’800 la cittadina partecipò alle vicende risorgimentali ed entrò nel 1860 a far parte del Govenatorato di Garibaldi e di fatto del costituendo regno d’Italia. Nel corso della prima guerra mondiale Ortona risultò coinvolta solo marginalmente nelle vicende belliche in effetti preponderanti nell’area nord, ma nel corso della seconda Guerra Mondiale dopo l’8 settembre 1943 – suo malgrado - si trovò drammaticamente al centro di un evento bellico senza eguali, sul quale per troppi anni scese un silenzio tanto pesante da giustificare l’espressione “ battaglia dimenticata”. Il punto di osservazione e di narrazione cambiano per dare risalto alla storia dei piccoli uomini in armi e non, al fine di rileggere -attraverso gli occhi e le azioni di chi vive l’immediato- il sistema più complesso del dramma bellico e della morte, che ad esso si accompagna . Il prof. Patricelli ed il Dott Di Marco dai segnato da laceranti ferite (di queste case primi anni del 2000 ripresero a riannodare i non è rimasto che qualche brandello di fili di una tela scomposta e nascosta per far muro…) ed animato da “strani” abitanti in riscoprire per primo al territorio abruzzese uniforme spesso ripiegati nell’atto di una la dolorosa vicenda di Ortona. cauta corsa. Alcuni sono colti con un sor- Dal titolo del libro del prof . Patricelli – La riso stanco in un momento di pausa, altri Stalingrado d’Italia (2002) - emerge potente sono immobili in rigida posa, altri ancora una immagine, che nella analogia con la riversi nella innaturale rigidità della morte più famosa battaglia di Stalingrado (1942), – (..si sta come d’autunno sugli alberi le vuole sottolineare la crudezza della vicenda foglie ….)-. Ma le sue corde più profonde ortonese, mentre l’aggettivazione “picco- vibrano attraverso il filtro dei suoi ricordi di la” - spesso collegata al nome di Stalingra- fanciullo di soli otto anni. (Ti racconto….I do - lungi dall’essere una diminutio vuole ricordi di un bambino- 39/46 – 2008). rappresentare la dimensione territoriale e temporale del conflitto, che in termini proporzionali ebbe purtroppo un numero altrettanto elevato di caduti Il sottotitolo – una battaglia dimenticata – individua invece lo scopo che l’autore si prefigge : dare dignità a tante sofferenze e restituire memoria e voce a tanti morti. Grazie ad un progetto scolastico della prof. ssa Gatto - Ti racconto la guerra - ho avuto È quasi impossibile riportare attraverso la occasione di conoscere in momenti succes- carta la profonda emozione , che scaturisce sivi nel corso degli ultimi tre anni, sia il Dott dalla sua viva voce, mentre racconta e rivive Di Marco che il prof . Nicola Del Ciotto . Da la sua guerra. un contatto formale è nato un sentimento La narrazione è fresca, raffinata ed imme- di affettuosa stima, che ha superato lo diata nello stesso tempo . Nel raccontare spazio ristretto delle aule di conferenza la memoria di Nicola Del Ciotto, dopo anche in ragione per l’uno della comune essersi immersa dolcemente nel suo esperienza come ufficiale dell’Esercito essere fanciullo nel verde e nell’azzur- Italiano e per l’altro della lunga e positi- ro rassicurante della piccola Ortona, va esperienza comune nel mondo della restituisce con un ritmo frenetico la scuola. Tutti e tre comunque legati dalla bufera della guerra fatta di rumori “curiosità” per la storia e nello specifico per assordanti, di urla strazianti, di fame, le vicende della seconda GM. di sangue e di cinismo in una sorta di climax ascendente, che stordisce ed affascina. E – quando il racconto inizia - la distanza del tempo a volte non è sufficiente a conservare la giusta vigoria alla voce di chi parla... e un rassicurante distanziamento a chi ascolta. Il Dott Di Marco nelle pagine del suo – Assolutamente resistere ! (2013) - ricostruisce la battaglia di Ortona avvalendosi di documenti tedeschi , per consegnare una dimensione “tecnico-tattica” delle operazioni e far emergere le simmetriche emozioni ed umane tragedie di uomini in armi sull’altro fronte. Il testo è ricco di Nicola del Ciotto ci ha aiutato a riflettere testimonianze tedesche e risultano interes- sulla battaglia di Ortona, facendo dialogare santi i “commentarii” di ufficiali di reparto, le immagini della città dei nostri giorni con che analizzano le azioni e riflettono sulla quelle del 43/44 (Ortona 1943/44 – Ortona battaglia, mentre ancora la stessa è in oggi -2011), nelle quali il paesaggio urbano Segue... svolgimento. e circostante –pur riconoscibile – risulta Intervista al prof. Nicola Del Ciotto 15 n.113 di 16 n.113 Il libro del mese Il bastone dei miracoli “Come far fruttare il dolore e trasformarlo in speranza” S Maria Cristina Marroni [email protected] Le figlie lo incalzano: “E se Dio esiste davvero? Se ci sono l’inferno e il paradiso?”. Licurgo ride beffardo: “se esiste, gli domanderò conto di alcune cose che non gli sono riuscite proprio bene, compreso l’inferno certo in terra e il paradiso nell’improbabile aldilà. E poi gli chiederò pure perché ha fatto cieco uno come Omero, con tutti i ciechi vedenti che ha sempre creato. (…) I conti con la propria coscienza e con l’aldilà, ognuno li fa a modo suo, senza dimenticare ciò che ha fatto su questa terra. Le preghiere, le croci e l’incenso nulla aggiungono e nulla tolgono a quello che siamo stati. (…) In questa vita ogni uomo sceglie la propria strada e costruisce la propria fine giorno dopo giorno”. Niffoi scolpisce le parole per fissarle immutabilmente, grazie ad una capacità evocativa figlia di una terra selvaggia e abbagliante, riuscendo a comporre un romanzo che ha l’ambizione di “far fruttare il dolore e trasformarlo in speranza”. Al suo interno le storie di uomini e donne si intrecciano a delineare il alvatore Niffoi è uno dei motivi per cui è impossibile non amare quadro di eventi ineluttabili, così come di vicissitudini che recano nel l’Italia. È riuscito, come forse nessuno, a tessere la prosa con i fili loro particolare l’universalità della condizione umana, ovunque preda dei d’oro della lingua sarda, restituendo immagini talmente carnali da medesimi vizi. innamorare. Struggenti i dialoghi fra una figlia innamorata e la pro- Il suo idioma innalza le espressioni dialettali svelando- pria madre: “Quando lo incontro iniziano a diventarmi ne la ricchezza di significati che le ha conservate, una le gambe morbide come il muschio e mi sento il ventre ricchezza che l’italiano non è in grado di riprodurre se pieno di biglie che rotolano: budubùm, budubùm, bu- non al prezzo della perdita dei colori, dei suoni, degli dubùm bùm bùm. Cosa sarà mà?”. La madre risponde: odori e delle sfumature. “E cosa vuoi che sia, figlia bella: amore. Solo l’amore Quando ho letto che il nuovo sindaco di New York ha ci fa ammacchiare di gioia a noi femmine, tutte le altre chiamato i propri figli Dante e Chiara in ossequio a cose ci fanno solo soffrire!”. Dante Alighieri e a una passione per il medioevo, mi Ma sarà la stessa madre a convincere la figlia della è tornato in mente il vecchio Licurgo Caminera, il prota- necessità di un matrimonio di interesse, con parole gonista del romanzo “Il Bastone dei Miracoli” di Niffoi. tagliate con l’accetta e dure come martellate: “il Licurgo è un contadino della Barbagia, umile ma colto, piacere che danno gli uomini a letto non è questa gran che ha cento anni e che sul letto di morte decide cosa, credi a me. All’inizio sembra così, tutto fuoco e di lasciare la propria eredità ai sei figli superstiti dei pepe; poi diventa cenere. Quando non ne avrai voglia dodici che ha avuto. I figli portano tutti nomi presi dalla farai finta, come da sempre fanno tutte le donne, ti ci mitologia greca: Ulisse, Achille, Ercole, Penelope, Elena abituerai anche tu. Farai figli e penserai più a loro che e Antigone. a tuo marito. Se poi ti capita qualche occasione certa L’eredità è immateriale e non comprende beni o con un maschio che ti trasforma il sangue in benzina, possedimenti, bensì un romanzo formato da sei capitoli non dirlo a nessuno, accenditi e balla. Balla, figlia mì, chiusi in altrettante buste, ciascuna consegnata ad ogni che di tristura e migragna è stanca la nostra terra! mi figlio affinché dopo la morte del padre possano riunirsi senti? Prenditi un po’ di tempo e rifletti su quanto ti ho tutti e leggere le sei parti, così da ricomporre l’intera detto, che non c’è peggior cosa della fretta quando si storia narrata. entra in acqua senza saper nuotare”. Licurgo, sottolineando “l’importanza di tenervi sempre uniti”, si congeda Nel romanzo le tensioni sono polarizzate, le contrapposizioni estreme, il con queste parole: “L’uomo, se non legge e scrive, non è uomo, è un ca- destino è soverchiante e l’ambiente barbaricino atavico e indifferente alla prone che lascia dietro di sé solo laddara e piscio. Non miseria delle umane vicende. c’è vita buona senza lettura, non c’è morte buona sen- Il bastone dei miracoli, che dà il titolo alla storia, conce- za scrittura. Ah, un ultimo desiderio! Se non vi dispiace derebbe la facoltà di conquistare potere e ricchezze a privarvene, vorrei portarmi appresso i quarantotto canti chi lo detiene, e proprio i beni e le ricchezze attraversa- dell’Iliade e dell’Odissea, “Mentre morivo” di Faulkner, no e funestano le esistenze dei personaggi, alimen- qualche risma di carta e una provvista di penne”. tando gli istinti più inconfessabili e incontrollabili. Ma Le figlie supplicano l’anziano padre di consentire che quando il baratro si spalanca dinanzi, la sola salvezza venga un medico o almeno un prete, ma il vecchio le appare “distruggere ogni proprietà, fino a toccare il gela: “né l’uno né l’altro. Per dove devo andare si va da fondo. Solo senza le proprietà materiali si può essere soli, non c’è bisogno di loro. Voglio morire senza pecca- veramente padroni di se stessi e costruire il vero, il to come sono nato, senza dottori e senza preti”. nuovo rinascimento dell’uomo”. 18 n.113 di Write about.. the records! Martha Tilston “Lucy & The Wolves” CD/Digipack SQUIGGLY (Import) W Maurizio Carbone [email protected] il dominio delle multinazionali, l’amore, la pace interiore, questi, in sintesi, i suoi interessi anche alla luce delle ultime incisioni. Il 2010 è l’anno topico dell’Artista, lavoro emblematico, struggente, lirico, bellissimo, si ascolta tutto di un fiato, total full immersion. Martha ha in dote una voce particolarissima, fragile (?), a volte flebile, quasi sussurrata, straniante, di grande suggestione, qualche rimando è d’obbligo: Natalie Merchant e, soprattutto la mai dimenticata Jacqui McShee dei mitici Pentangle, area folk-rock britannico della migliore qualità. La cover del CD (digipack version, apertura a 3 ante), raffigura un muso di lupo, una bimba (la Lucy del titolo), affatto impaurita, neve e alberi ovunque, lupi e lupetti, tronchi e tastiere di piano e, qualche foto autobiografica, il booklet contiene i testi scritti a mano (di difficile lettura). The Walk on the Snow parte con Cape (Promontorio), intro notevole di piano, subito la viola (Tim Cotterell), il violoncello (Matt Kelly), prima magia dispensata con parchi strumenti e, l’ugola di Martha che ripete tante volte “Well I Love Still and Life Is Long, It’s late the Sea’s turning kind of Indigo...”, una meraviglia, anche nella parte strumentale! ho Afraid Of The Wolves? Tranquilli, lupi avvistati Rockpool (02) prosegue come brano con pochi strumenti: anche dalle parti del Monte Camicia (Gran Sasso), bouzouki (Matt Tweddy), chitarra e voce della Tilston, magari potessi incontrarne un’esemplare, duran- song delicata e leggera, quasi eterea; Lucy, voce te le mie passeggiate, ‘solo’ qualche capriolo! e chitarra (Martha), Matt (chitarra elettrica, slide e Martha Tilston (1975, Brighton – East Sussex, UK), brava e piano Rhodes), si mantiene su questi ambiti. Con Who timida (?) singer/son- Turns (04), si gwriter inglese dalle cambia registro, illustri ascendenze: il livello del CD papà STEVE (noto sale rapidamen- Cantautore britanni- te, le peripezie co) e stepdaughter vocali seguono di mamma MAGGIE sorprendentemente BOYLE (Ireland Folk le note ‘grevi’ del Performer). Carriera contrabbasso (Jon artistica iniziata nel Thorne, bravissimo) 2000, componente e, quelle di chitarra del duo MOUSE insie- di Kelly, 1,2,3, trio me al chitarrista Nick perfetto e, prepara- Marshall, prosegue tevi, mollate tutto e come solista nel 2002 disponetevi al meglio con il debut album perché è in arrivo Rolling, nel 2004 rad- la song straordina- doppia con Bimbling, ria del disco: Wild incisi per la propria Swimming, si può etichetta SQUIGGLY, nuotare selvaggia- tutto fatto in casa. mente, magari sulla L’anno successivo, neve? Maggie Boyle incide the third re- grandissima al flauto, cord con la band The violoncello e voce, WOODS, Ropeswing, percussioni soft di allargando così l’ap- Robin Tyndale-Biscoe, parato musicale e, i il banjo magistrale di riferimenti culturali: Chris Doney, bongo & tematiche ambientali, percussioni discrete il mondo naturale, (Chris & Robin) e, a completare il (capo)lavoro, la voce e mes, We Are Living in Interesting il risultato è ancora una volta stupe- Times...” Con My Chair siamo a facente, brano dilatato, evocativo, metà CD, insolito accompagna- molto lungo, il falsetto della nostra è mento felpato, quasi jazz, vedi il inconfondibile e rimanda ancora una trombone di Will Rumfitt, segue volta al miglior cantautorato femmini- Seabirds (08), ennesima gemma le (la Kate Bush di Aerial). A conclu- splendente, stupenda, incredibile sione, Martha ringrazia sentitamente coralità fra il canto quasi lirico Anthony Thompson per la bellissima di Martha e le profonde linee di chitarra costruita appositamente per contrabbasso (Jon Thorne ancora lei e per l’ispirazione di alcune songs, una volta è superbo) e, l’insolito R. Tyndale-Biscoe per la musica e trombone del già citato Rumfitt, l’artwork (originale e simpatico). Martha qui si supera alla chi- L’album è stato co-prodotto dall’au- tarra, il tutto: 3:49 di atmosfere trice con Tweed, Tyndale, Roscoe e sospese, eteree, ariose, l’infinito Cotterell. Fate vostro questo CD, se è... dietro l’angolo. Searching for potete, altrimenti, ‘scaricatelo’ da Lambs, aria con rumori di fondo Spotify, ultima annotazione, Martha e il gracchiare dei corvi, il canto Tilston nel 2007 ,ha vinto il BBC ‘a cappella’ per una song inter- New Act Folk Awards, that’s all! locutoria che precede il ‘vecchio Time: 48:47, vote: 8 gatto Tom’ (Old Tom Cat) n°10, Record Shop Seller: Dodax (Ger) / annunciata dalle ‘fusa’, 2 chitarre Marvelio (Usa) / Nagiry (Uk) by Ama- chitarra di Martha, commoventi, 3:41 (Martha & Matt) stupende e, la solita da favola, aria folk stupenda, melodia grande interpre- sublime e infinita, se avete tazione vocale, un cuore, tiratelo fuori, è la tanto da evocare volta buona! Arriviamo alle 350 addirittura... i campane – 350 Bells – la fiaba Madredeus di continua, leggera, sospesa, Teresa Salguei- Tweddy suona una pletora di ro! Ultima song, strumenti (chitarre, fretless Wave Machine, bass, percussions e, come molti strumenti specificato, ‘ogni cosa trovata (questa volta): nella stanza durante la registrazione’ viola, violoncello, campane comprese ovviamente e, bongos, congas, l’angelica voce della nostra, come percussioni, canta “We Are Living In Changin’ Ti- djembe e... voce, zon, price € 15,42. 19 n.113 di 20 n.113 Maria Gabriella Del Papa Novità editoriali Lu Vangèle de Matteo Il Vangelo di Matteo tradotto in dialetto abruzzese da Bruno Di Pasquale. Intervista all’autore. N [email protected] non un altro? R – Potrei dire che era il primo della serie; la verità è che si tratta del più accessibile; semplice, diretto, efficace, coinvolgente: un testo giudeo-cristiano. D – Quale obiettivo ti sei posto nell’affrontare questo impegno? R – Ho pensato alla nostra gente e mi piace credere che sarà apprezzato e letto con grande interesse. Tutti crediamo di conoscere il contenuto dei vangeli; lo si ascolta in chiesa durante le liturgie, spesso si citano frasi ad effetto “nessuno è profeta...” ecc...; ma mai l’abbiamo approfondito, studiato, compreso a fondo per goderne l’essenza, la vastità, la maestosità. Ci sono i valori della nostra cultura, della nostra civiltà che sbrigativamente oggi vengono elusi perché ritenuti impegnativi, gravosi per un vivere frettoloso e “ liquido”, come si usa dire. Anzi, quasi ci si vergogna ad ammettere che sì, le nostre radici assorbono ancora quel nutrimento. D – Hai trovato difficoltà nel rendere “Familiare” un messag- ella storia del cristianesimo, il Vangelo di Matteo, è stato gio di così elevato spessore? senz’altro il vangelo più popolare, più letto e commentato R – Sì, lo ammetto. Certi brani mi hanno messo a dura prova. A e, anche se quello di Marco è considerato il primo in ori- volte non riuscivo a rendere lo spirito delle parole, il senso, la va- gine cronologico, l’opera di Matteo rimane una presenza lenza; e allora ci tornavo su, ricominciavo di nuovo, e poi ancora. capitale all’interno della Chiesa, che la propone spesso nella Sul “ Padre Nostro”, tanto per citare un caso, mi sono bloccato liturgia e nella catechesi. per ben due giorni, anche se si trattava di poche e brevi righe. Nella composizione dei singoli vangeli, ogni evangelista ha una D – Quindi, mi pare di capire che la lettura risulterà piutto- sua prospettiva, segue un suo progetto, disegna un suo ritratto sto agevole? della figura di Cristo, risponde alle esigenze della comunità cui R – Credo di sì. L’incontro fra due mondi lontanissimi è stato indirizza il suo racconto. Per Matteo si pensa a destinatari di “cordiale” e “consapevole”. Mi spiego. Ho utilizzato ètimi che origine ebraica convertiti al cristiane- meglio rendessero la tematica trattata, simo, legati alle loro radici, ma spesso e un dispiegamento di accentazioni in tensione con gli ambienti da cui che agevolassero appunto la lettu- provenivano. ra, rendendola musicale, ritmica e In occasione della presentazione del piacevolmente scorrevole. Una lingua libro, domenica 6 dicembre presso la solo parlata si trasforma piano piano in chiesa “Madonna dell’Alno” di Canzano, lingua scritta e letta, comprensibile pro- abbiamo intervistato il Poeta Bruno Di prio a tutti. Una sorta di “resurrezione” Pasquale. che molti sentono come un “dono”, un Seguono domande a cui l’autore del “privilegio”. La riscossa di una cultura libro ha gentilmente risposto, conce- umile e allo stesso tempo nobile. dendoci una piena disponibilità. D – Che cosa ti muove a recuperare D – Quando abbiamo saputo di que- il passato con tanto entusiasmo? sta nuova pubblicazione in dialetto, R – La consapevolezza di un patrimo- siamo trasaliti. Una sfida? nio umano e culturale preziosissimo e R – No, no, per carità. Soltanto un nuovo da perpetuare. Non importa se la sua tentativo di confronto tra un linguag- connotazione contadina (90 vocaboli su gio, una parlata di piccole dimensioni, 100 scandiscono quel mondo) è quasi pur se fascinosa, e un testo di eccelso spenta, dimenticata; ora sappiamo che livello. sa adeguarsi e rivitalizzarsi, una duttilità D – Come mai hai scelto di tradurre che giova e arricchisce tutti. il vangelo? D – Che cosa dobbiamo aspettarci R – Me l’ha suggerito “un libricino dal tuo metamorfismo linguistico - tascabile” contenente i Vangeli e gli Atti letterario? degli Apostoli, che mia madre amava R – Sicuramente coltivo tante idee; vor- leggere quando era ancora efficiente. rei continuare a tradurre e ad usare la D – E perché il Vangelo di Matteo e penna come sempre ho cercato di fare. di Massimiliano Volpone Coldiretti Informa #Exportiamo Abruzzo, una banca di oro rosso per i giovani aquilani Coldiretti e le vie dello zafferano, accordo per rilancio della spezia È Direttore Coldiretti Teramo n.113 soggetti preposti alla valorizzazione del territorio”. Una eccellenza di primaria importanza prodotta in Abruzzo in piccole ma preziose quantità: basti pensare che per un Kg di zafferano occorrono circa 200mila fiori e 500 ore di lavoro e che la raccolta dei fiori può avvenire per massimo 20 giorni tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre in un’area di produzione che comprende, in Provincia dell’Aquila, principalmente i territori dei comuni di Barisciano, Caporciano, Fagnano Alto, Fontecchio, L’Aquila, Molina Aterno, Navelli, Poggio Picenze, Prata d’Ansidonia, San Demetrio nei Vestini, S. Pio delle Camere, Tione degli Abruzzi, Villa S.Angelo (altre interessanti esperienze di coltivazione, con risultati di qualità eccellente, sono in corso nella stata la spezia più pregiata e affascinante, coltivatori con la finalità di rendere meno oneroso Marsica, in Val di Sangro e in altre aree pedemon- lo zafferano, ad aprire questa mattina l’avvio di nuovi insediamenti e incentivare le tane d’Abruzzo, dove lo zafferano viene riscoperto la settimana dell’Abruzzo all’interno del imprese giovanili rilanciando di fatto la produzione come una valida alternativa all’abbandono di Palazzo Coldiretti in Expo a Milano. Ad di zafferano, con un riferimento particolare alla Dop terreni altrimenti marginali). introdurre i sette giorni dedicati alle produzioni Zafferano dell’Aquila”. Un’idea innovativa da cui è A fare da cornice all’accordo tra Coldiretti Abruzzo regionali e intitolati #exportiamoabruzzo, è stato scaturito subito il plauso di Coldiretti e l’impegno e Le vie dello zafferano è stata la visita nel padiglio- l’accordo programmatico per favorire l’accesso sugellato oggi per la divulgazione e la promozione ne del presidente nazionale di Coldiretti Roberto dei giovani alla Banca dello zafferano, promossa della banca tra i giovani agricoltori aquilani. “Un Moncalvo e dei dirigenti di KYOCERA Document dall’associazione Le vie dello zafferano con lo sco- atto doveroso in considerazione dell’importanza Solutions Italia che, leader nelle soluzioni docu- po di rilanciare la coltivazione del crocus sativus. che riveste questa spezia per la nostra regione e mentali per l’ufficio, nell’ambito della partnership Presenti all’evento, il direttore di Coldiretti Abruzzo che assume un significato speciale per il contesto con la Confederazione Nazionale Coldiretti, ha Alberto Bertinelli, il presidente dell’associazione Le in cui ci troviamo – ha evidenziato il direttore re- sponsorizzato l’Albero della Vita di Expo 2015, vie dello zafferano Nicola Ursini e due membri del gionale di Coldiretti Alberto Bertinelli - Parlare dello emblema dell’Esposizione Universale di Milano. direttivo, Roberta Di Paolo e Ettore Gentile giunti a zafferano all’interno di Expo vuol dire far conoscere Ai dirigenti della società giapponese, che si sono in- Milano per promuovere l’iniziativa “Il progetto – ha questo prodotto in tutto il mondo, in un percorso teressati subito alla preziosa spezia, è stata donata spiegato Ursini – consiste nella singolare idea di di promozione che deve continuare anche alla fine come segno di amicizia e ospitalità una confezione distribuire bulbi a titolo di prestito d’onore a nuovi dell’esposizione milanese con l’impegno di tutti i di zafferano aquilano. di Maurizio Di Biagio Persone I 100 anni di Filomena F 21 www.mauriziodibiagio.blogspot.com dal tiepido sole. “Quando sono nata io” racconta con gli occhi lucidi “mio padre stava partendo per la guerra. Giusto il tempo di vedere la sua piccina e poi il lungo viaggio, dal quale non ha mai fatto ritorno”. ilomena Sabatini era solita salire sul mulo piccolo paesino tra le quattro per andare ad insegnare a Schiavano di mura. Ora Filomena si affaccia dalla sua finestra di Francesco Pirocchi e la nascita di Luciano. A soli 54 Montorio o a Valviano di Cellino. Una vita Viale Crispi e guarda passare la vita che gli resta: anni il marito viene improvvisamente a mancare. Fi- intensa la sua fatta di di stenti ma anche dabbasso la riconoscono e la salutano, in particolare lomena si rimbocca nuovamente le maniche, manda di grandi responsabilità. La dolce maestrina, che è i suoi ex alunni che sono in tanti, anche se è andata avanti per qualche anno l’attività del coniuge defun- nata l’11 dicembre del 1915, dunque centenaria di in pensione nel 1975. A spasso il giorno con il suo to e si fa in quattro per dare un futuro a suo figlio. ferro ha percorso un secolo di vita fatto di sacrifici e unico figlio Luciano che la porta a messa nel san- Oggi vive felice nella sua casa a Teramo, circondata lavoro. Quando in casa si era in 12-15 e si mangiava tuario di Largo Porta Madonna: spesso nelle belle dall’amore di tre nipoti, Francesco, Ilaria e Andrea, e tutt’assieme, con operai e cuoche: in pratica un giornate si siede nel giardino e si lascia accarezzare di tre pronipoti, Filippo, Martina e Angelo. Poi il matrimonio con il tanto amato di 22 Rossella Scandurra Dura Lex Sed Lex [email protected] L’accertamento tecnico preventivo n.113 L’ contestato. Generalmente, tutte le volte che si ravvisi la necessità di condurre interventi che, con urgenza, ripristinino lo status dei luoghi rimuovendo, così, le situazioni pregiudizievoli, cagionate da quanto contestato, o tutte le volte in cui vadano indagate la qualità o la condizione di accertamento tecnico preventivo diagnostico, proprio per cercare di individuare insieme all’ispezione giudiziale sono cause e rimedi. strumenti preventivi di formazione La necessità di far disporre l’accertamento della prova e possono essere disposti tecnico preventivo può sorgere per vari motivi, anche sulla persona. ma soprattutto per il pericolo di deperimento Naturalmente questi ultimi si dovranno basare, o alterazione delle prove, la possibilità di modi- sempre, sul presupposto della ricorrenza delle fica dei luoghi e delle circostanze, la necessità condizioni previste dall’art. 696 c.p.c., ossia di provvedere alla sistemazione dei luoghi “fumus e periculum” che manterrebbero, in ovvero di effettuare interventi di qualsiasi tipo, tal modo, tale procedimento nell’ambito dei che consentano il ripristino con urgenza dello procedimenti cautelari istruttori propri. status quo ante o comunque l’eliminazione Il legislatore, estendendo alla persona l’ATP, ha delle situazioni di pericolo o di pregiudizio voluto assicurare una verifica tempestiva dello che si è venuta a creare in seguito all’evento cose e fatti. Secondo quanto stabilisce la norma (...”chi ha urgenza di verificare, prima del giudizio, lo stato dei luoghi o la qualità o la condizione di cose può chiedere che sia disposto un accertamento tecnico preventivo....) l’urgenza costituisce il carattere che, comune ai procedimenti di istruzione preventiva, in vista o nel corso di un processo, ricorre unicamente quando sussista la possibilità che il trascorrere del tempo modifichi lo stato dei luoghi o cose, rendendo impossibile o inefficace un successivo accertamento nel rispetto dei tempi processuali. Per quanto attiene all’art. 696 bis c.p.c., esso stato di salute di un determinato soggetto, costituisce una assoluta novità perchè confe- in vista di un successivo giudizio di merito, risce all’ATP una funzione “conciliativa” che finalizzato, per esempio, al riconoscimento di può farlo considerare uno strumento di diretta invalidità derivante da infortunio sul lavoro o al tutela dei diritti delle parti, del tutto innovativo risarcimento dei danni. nel nostro sistema processuale. Il legislatore, integrando tale norma, ha voluto È ovvio che l’argomento trattato non può evitare che l’ATP si riducesse ad una mera ritenersi esaustivo in quanto merita ulteriori percezione acritica del fatto o dello stato dei approfondimenti che non possono essere luoghi; ma in tal caso si è spinta oltre, analiz- sviluppati in questa sede. zando il fenomeno sotto l’aspetto patologico e di Note Linguistiche I Osservazioni sui nomi maschili e femminili Maria Gabriella Di Flaviano [email protected] la fanciulla amata da Leandro ecc... Circa i nomi geografici bisogna sottolineare quanto segue: - Sono femminili i nomi di città, isole e continenti, fatta eccezione per Il Cairo, il Pireo e il Madagascar; - Sono maschili i nomi degli oceani, dei mari, dei laghi e dei monti; - Possono essere maschili o femminili i nomi di stati e regioni (il Portogallo, la Spagna, il Veneto, la Lombardia ecc...) - Quanto ai nomi di veicoli, squadre sportive, ristoranti e cinema, nomi femminili in –o risultano per lo più da accorciamenti: auto l’articolo spesso contrasta col nome a cui si riferisce: il Bologna, la (da automobile), moto (da motocicletta), dinamo (da macchina Lazio ecc… In questi casi bisogna tenere presente che si tratta per dinamo-elettrica), mono (da monotype), foto lo più di abbreviazioni in cui l’articolo concorda (da fotografia), stilo (da penna stilografica), con col nome sottinteso (squadra, circolo, club, biro (da penna biro, dal nome dell’inventore, automobile, motocicletta ecc…: il (footclub) l’ungherese birò)), ecc. A queste parole vanno Bologna, la (società calcistica) Lazio, una (au- aggiunti vari nomi propri femminili, per lo più di tomobile) Ferrari, una (motocicletta)Benelli, il origine greca: Saffo, la poetessa di Lesbo, Ero (cinema) Diana ecc... di Domenico Attanasii Satira.. ma non troppo Errato conferimento Ercolino sempre in piedi I [email protected] 23 n.113 messi a disposizione dalle istituzioni governative. Per quest’anno non cambiare stessa TASI stessa IMU. Poi l’anno che verrà chiudano pure le aziende e le fabbriche e le case all’asta. Appurare che i fidi e gli scoperti sono sistematicamente negati ai bisognosi. Gli aumenti garantiti nelle bollette. Pure quelle dell’acqua, ma non quelle dell’aria. Anziani da brividi a fissare la caldaia spenta. I supermercati delle sofferte speciali di cui soltanto gli agiati l gadget della Galbani ai compratori della a inventare alla lunga si scoraggia. La cattiveria, la faranno al solito man bassa. Storie di disperazione, crema Bel Paese. Un pupazzo gonfiabile con malafede e la memoria corta pervadono uno spazio di precarietà. Di quelli che hanno un impiego e le dentro un po’ d’acqua a farlo oscillare come il della nostra esistenza che purtroppo va vissuto e ritenute. La “Caritas” che entra a giusto titolo nella sacco da pugilato tanto da rimanere appunto preso per quello che è e senza possibilità di scelta. Guida Michelin. Alla radio in TV, linkare sulle vicissi- sempre in piedi. Le sembianze erano quelle di Paolo L’ambiente lavorativo obbliga a convivere anche tudini di giovani talenti chiusi in un call center a 400 Panelli, l’interprete del personaggio Ercolino nei Ca- con persone che in altro modo non euro in nero. La ripugnanza dinanzi roselli della Galbani negli anni ‘60. In certi contesti si frequenterebbero. Se ci si disco- le “mezze seghe” del padrino. Il gli artisti si collocano nelle posizioni più invidiabili sta seppure lievemente dalle leggi fallimento della buona scuola: meno facendosi beffe delle zone off limits nei confronti di del ragionier Ugo Fantozzi si finisce ore per i disabili, meno soldi per situazioni messe al bando dalla società. Nella paro- nel disprezzo della gogna qualunqui- l’istruzione, la cultura e una pioggia dia si è liberi di dissentire, fare domande scomode sta di gente pavida, inerte e dedita di denari ai conniventi con il potere. per creare in immaginari di poco pregio l’insolita alla cura del proprio orticello. Una L’aumento dei prezzi nei trasporti veduta che disubbidisce all’usuale comportamen- storia che si discosta da qualsiasi pubblici. Ticket maggiorati e le file in to collettivo. In temi quali la morte e l’erotismo, realtà: una fiction. Il solito Carosello ospedale. Medicine sempre più care l’intolleranza e la libertà, la religione e il sesso, la sempre uguale a se stesso, una assieme alle accise sulla benzina. discordia e la crudeltà; insomma, in tutti quegli ricostruzione di fantasia ambientata Cassa integrazione e mobilità. abiti morali che vestono i sensi di colpa, il pudore e in una società pubblica messa per Nessuna speranza in un futuro eco- l’amore possono essere indagati e ripensati nell’ir- impiegare i diversamente giovani nomico più tranquillo per le nuove riverenza di una smorfia, di un vezzo, nel disegno all’ultima spiaggia, disoccupati, generazioni. E la Te.Am. che fa? Ti grottesco di un commediante. È la vita a cambiare ragazzi al primo impiego, diplomati direzione in ogni momento. Non esiste persona più e laureati di lungo corso che, invece di confrontarsi mentre il bidone te lo rifila quando paghi la TARI, saggia di quella che cambia la propria forma mentis con il mercato piuttosto che in un concorso statale, con la scritta: “Errato conferimento”. sette volte alla settimana. Anche l’attore che divide hanno scelto la via modesta di una chiamata diretta Qui da noi così è se vi pare: “Un Ercolino sempre la propria vita con gente che per lo più è egli stesso attraverso uno dei tanti ammortizzatori sociali in piedi”. attacca una pezza sul bidoncino, di 24 n.113 Cinema Il copricapo dell’occhio L’interessante corto di Giuseppe Boccassini V Leonardo Persia [email protected] esiste il nudo, non ci sono animali nudi. La foglia di fico, il vestito (mentale) coprendo, scoprono. Così, solo vestendo e truccando di più gli occhi, lo sguardo può mostrare, più che sé stesso, la costruzione artificiosa che ne è alla base. Altre immagini mentali su immagini pre-esistenti servono a dire senza parlare, far vedere senza esplicitare, segnalare senza indicare. Gli occhi dello spettatore devono tuffarsi in questo mare magnum manifesto se occulto, concreto se astratto. Fedele alla natura sferica dell’elmetto che dà il titolo all’opera, The Tin Hat, poemetto strabico onirico-materico sulla Grande Guerra, evoca continuamente la forma circolare dell’occhio. «In ogni battaglia i primi ad essere soggiogati sono gli occhi» diceva Tacito, citato dall’autore presentando il film. Che ruota quindi come fosse una cupola corazzata girevole, disegna cerchi visivi attorno a trincee, cannoni, mitra, cingoli d’acciaio. I soldati, nell’immagine finale, dopo i titoli, finiscono per diventare un edere il vedere. E vedere oltre il (comune) vedere. L’im- blocco unico, una specie di ninnolo roteante, spazio circolare magine può rivelare l’altro da sé quando il mostrato di indistinto, tetra circonferenza priva di spazio, tempo e corpo: gio- quell’immagine viene trattato e riconfigurato. Dipende da cattolo e giostra della guerra, il sale e il sangue della terra. «Cos’è cosa si sceglie, dove si (ri)colloca il visivo. Se lo si accelera, che fa crescere l’erba? Il sangue!» tuonava il sergente Hartman decelera, lo si satura o desatura, costruendolo per decostruirlo. di Full Metal Jacket (1987), tutto immerso nella grande struttura Oppure segue o precede segni visivi capaci (sempre) di orientar- circolare kubrickiana. ne il segno. Basta un suono (non necessariamente un’immagine) Concentriche pure le bocche dei mortai, occhi senza volto gli differente per vedere altro, spostarne il significato, ribaltare il anelli alle canne dell’arma, occhi d’insetto i fori dei cannoni. contesto. Lo teorizzava Kulešov, lo sa ogni montatore o censore. Sono gli occhi vuoti, asportati dello spettatore soggiogato della Ed è palesato dagli esploratori del found footage, trovatori dell’in- propaganda, che l’avanguardia ribelle degli anni ’20 e ’30 fece visibile visibile, guide seducenti alla scoperta delle seduzioni letteralmente a pezzi (Buñuel/Dalì, Man Ray, Peixoto), trascesi tiranniche, demolitori di ogni concetto perentorio affermato nell’occhio onnisciente del cinema, culto sostitutivo iconolatra attraverso un’immagine dei nuovi diktat, «restau- (che con la medesima im- razione di un tardivo culto magine vien fatto franare). solare» a detta di Paul Dell’immateriale, del quid Virilio, esploratore del infilmabile dell’involucro trompe-l’œil della moder- visivo, Giuseppe Boccassi- nità e ispiratore del film, ni si è rivelato un contem- insieme allo storico del plante critico sin da Eidola cinema Giaime Alonge. (2010), ostentando subito, I loro rispettivi Guerra e senza ostentare niente, cinema (1996) e Cinema un match tra essere e e guerra (2001), titoli che apparire all’interno stesso messi insieme danno già dell’occhio. L’occhio come l’idea dello specchio, delle luogo di conflitto/confine superfici lucenti alla base al suo interno, portatore del lavoro di Boccassini, di uno scontro dialettico diventano una specie di tra vista (ingannata dal filtro aggiuntivo ai filtri pensiero) e pensiero alteranti aberranti con cui (condizionato dal vedere). Ha quindi mescolato tutti i tipi d’occhi. l’autore veste ulteriormente le immagini d’archivio, già di per sé Occhio di cineasta, di spettatore, occhio mentale, mistico, occhio imbacuccate. I bordi delle immagini, deformati e riverberati dalle fallace. Da aprire, da chiudere. Per scorgervi le molecole di corpi, lenti, come in un grandangolo artificiale a posteriori, sembrano concetti, di reale e irreale, carni e astrazioni che si avviluppano e davvero raggi emanati da questo nuovo (nel 1914-1918), oscuro fornicano a vicenda, in un’orgia di cubismo concettuale. Per sole(nne) cinema da non guardare fissamente, altrimenti acceca. percepire e far percepire la percezione, i suoi riti, la propria I filtri servono a sostenere lo sguardo panoramico di Medusa del relatività all’interno di un’immagine spogliata. Non si dà sole/cinema/cupola come occhio del mondo. Estendendo La Ro- però immagine nuda senza vestito. In Adieu au langage chefoucauld, né il sole né la morte né il cinema si possono guar- (2014), Godard ricorda a noi smemorati che in natura non dare fissamente. Se ci si azzarda, la propaganda, l’icona parlante, l’immaginario storico si squagliano e si gia (il corpo-casata o il corpo-macchina): no. L’hard sdilinquito in tenerezza soft decompongono, trasmutano in una forma metastasi e transessualità del vedere e di abbraccio, nello stringersi di un corpo fantasmatica che relativizza e miniaturiz- del vestito (abito o abitudine in quanto a un altro corpo, se non addirittura a un za concetti perniciosi. La guerra, come il apparenza). Ma soprattutto dalle idee di fantasma. Lo sguardo dello spettatore, in capitale, a un tale livello di accumulazio- territorio e di corpo-proprietà, che Boc- simbiosi con il film, si scioglieva ancora ne da diventare immagine. cassini aveva saputo esplorare espropria- in nuvola fluttuante, puro spirito, pura La guerra come nuova mistica horror, re, rispettivamente, nei precedenti Lezuo aura, pura (potenziale) acqua. Dietro i a proposito di culti sostitutivi. Il buio in- (2013) e Osceno (2012). corpi (nuovamente) il pensiero, la testa frammezzato da squarci di luce. Lo spazio Nel seguire le tracce, puramente immagi- coperta da elmetti immaginativi. I puntini nero della pellicola graffiata. Sono colpi native, di un migrante triestino dell’Otto- mentali alla base di un tutto, «i punti di (arma da) fuoco. Esibizione di un dio cento, Andrea Lezuo, il territorio veniva della vita apparentemente sconnessi», tremendo, le fiamme dei (dieci) comanda- massimalizzato nel principio di patria, all’interno di ogni concetto illusoria- menti di forza e terrore che stabiliscono quella vecchia da lasciarsi alle spalle e mente nitido, di cui parlava l’Alan Watts che tutte le cose possono essere divora- quella nuova da raggiungere. Nella parte taoista. te. Dalla guerra e dal cinema (dai media). centrale del film, subissata nell’oceano Dal conflitto occhio/mente a quello Micidiali armi ideologiche mai oscurate/ solcato dalla nave in partenza, la stessa mente/corpo e corpo/territorio, allora. illuminate appellantisi alle torce sacre, concezione di territorio si smaterializ- Tutti dentro la macchina luccicante del alle ancestrali vampe dell’inferno solare. zava nell’informe della pura liquidità. cinema, del campo di battaglia detto Immagini subliminali di sacrificio umano, Discesa radicale nel non-essere del cre- da Samuel Fuller (sempre tramite purificatore: da cui l’insopportabile solfa do, una salubre immersione dove l’acqua Godard), essenza stessa del divenire secondo la quale dal massacro belli- dissolve, cancella, purifica l’immagine (con o senza plot), dello scorrere dei co si dovrebbe fotogrammi e del uscire redenti e motion (con o rinnovati. I loro senza emotion). strepiti, restituiti E pure delle dall’autore in un strisce luminose cut-up sonoro del muoversi dei deforme quanto le processi digitali immagini (soldati e cerebrali, all’in- zombi, macchie terno dei quali nel cielo, ombre guerra, eros e ammonitrici, territorio occu- bombe escremen- pano un posto ti) risultano silenti preponderante. rispetto al vociare Dal cinema alla dello spettacolo realtà, e di nuovo di guerra più forte al cinema. L’el- della guerra, spal- metto protettivo, mato (pure questo che ripara testa secondo Virilio) in quel surplus di arma- soprattutto mentale del confine solido e cervello dalle schegge di granata, menti, spese militari, perdite civili (di gran di terra. Acqua, equivalente liquido della diventò negli immediati anni a seguire, lunga maggiori rispetto a quelle militari) luce. Un’altra luce, prima del cinema. il caschetto flapper delle maschiette. come ostentazione e diffusione di Capi- Senza dimenticare nemmeno le future Le donne spinte a una paradossale tale nudo. Una pornografia della morte fosse comuni acquatiche del culto del coscienza di sé, durante la guerra ubriacante quanto quella del sesso. territorio. Quel Mediterraneo Moloch dei tritamaschi che le costrinse a D’altronde la guerra costituisce la (in) migranti disperati, che divora in quantità uscire di casa, impiegandole nei naturale evoluzione corporea, non più industriali corpi traghettati da scafisti/ settori industriali e (s)persona- immateriale, piuttosto sanguinolenta, Caronte nel nuovo Inferno liberista, à lizzanti. Il femminile ingenuo/ bruciata, olezzante e malata, sessuale, rebours della Storia diabolico di Lulu, il casco delle del concetto degli opposti coincidenti, Percorrendo la stessa invisibile via, onde elettromagnetiche sparate proprio al pari di un atto amoroso e delle anche Osceno (2012) andava oltre il sulla mite Maria di Metropolis per sue derive. Eraclito vedeva in essa (alme- comune senso del vedere, del dovere farne una strega hi-tech. Su di no quella simbolica) la regina e la madre e del piacere. I corpi dissol(u)ti di quel esse si posarono l’occhio di Jack di tutte le cose. Trasformate, poi, grazie film, altra operazione di riscrittura dello lo Squartatore, gli occhi plurimi, a una dose massiccia di ormoni maschili sguardo, found footage porno che eva- lascivamente intrecciati, di una gang di mentali, nel re e nella (madre)patria (in porava in puro ritmo, come in un Walter maschi arrapati in un quartiere a luci Germania, com’è noto, anche grazie a Ruttmann con acciaio di carne e mec- rosse. L’una squartata, l’altra bruciata. Edgar Reitz, ancora matria). Monarchia canica umana troppo umana, svelavano, Altre guerre, altri concetti, altri generi. del luogo (lo stato-sovrano) e della biolo- velandolo, l’obscene/off-scene dell’osce- Altro footage da ri-fo(u)ndare. 25 n.113 di 26 n.113 In giro La valle dell’Orfento “S ...la Valle di Cristo Sergio Scacchia http://paesaggioteramano.blogspot.it diventa valore aggiunto del turismo naturalistico. L’eremo di Santo Spirito, situato in località Roccamorice, è sicuramente il più grande e famoso. L’antico monastero rappresenta sicuramente quello che non si dovrebbe mai fare giacché ha subito, nel corso dei secoli, tante improvvide trasformazioni perdendo il profondo fascino che trasmette altri romitaggi. In più ci si arriva in macchina e questo fa perdere un po’ di misticismo, ma il contesto in cui giace è qualcosa d’inspiegabile. Non si può descrivere con la penna. Dovete arrivarci! Nella valle, poi, è possibile raggiungere tuguri dall’enorme valore religioso e antropologico come quelli dedicati a San Giovanni, Sant’Onofrio e San Bartolomeo, situati su aspre pareti. Sono luoghi rimasti del tutto intatti nei secoli. Sono le memorie viventi degli antichi ripari di religiosi, pastori e carbonai, incastonati in spettacolari spaccature della roccia, linfa vitale di antiche e anche cantassi come gli angeli, ma non amassi il canto, non faresti altro che render sordi gli uomini alle voci del giorno e della notte”. (Kalhil Gibran da Il Profeta) I Vangeli spesso presentano Gesù ritirato in preghiera non in piazza, né all’angolo di una strada, ma in luoghi appartati, solitari, a volte in mezzo ad aspre montagne. Questo dovrebbe farci riflettere su quanto sia necessario per ognuno di noi trovare il tempo ma anche il luogo adatto per dialogare con Dio. Probabilmente ne erano convinti i tanti eremiti che sceglievano di isolarsi, per lunghi anni, in luoghi impervi e spopolati. Pensavano i poverini che il mondo fosse un ostacolo sulla via della perfezione. Mi pare fosse stato San Paolo di Tebe, morto nel 250 d.C., il primo anacoreta che la cristianità ricordi. La valle del fiume Orfento, nel cuore del versante nord occidentale della Majella, è un infinito paesaggio dell’anima che invita a coltivare il giusto atteggiamento spirituale. Un luogo che come pochi riesce a generare innumerevoli sentimenti, dall’entusiasmo, alla serenità, dall’armonia all’inquietudine. È un posto dove ascolti solo il canto degli uccelli e il sommesso parlare delle acque incassate tra le rocce. Dalla dorsale più elevata del massiccio che collega il Blockhaus con il monte Focalone, i Tre Portoni e la cima di Pescofalcone, c’è un solco gigantesco che scende in picchiata dai 2676 metri fino ai 600 del centro termale di Caramanico, tra fitte faggete e acqua scrosciante. Ci troviamo davanti a un mondo popolato da lupi, cervi, orsi e aquile. In mezzo a questo severo ambiente, tra rocce dalle forme curiose, si trovano i segni indelebili di una vita religiosa, intensa e ascetica. leggende che raccontano di sette eremiti fratelli che si divisero Eremi a volte difficilmente accessibili, chiesine rupestri e sentieri gli anfratti più reconditi della valle. un tempo percorsi da monaci e pellegrini, raccontano ancora di Santo Spirito a Majella riesce comunque ancora a regalare le infi- luoghi mistici, lì dove la religiosità popolare, dettata anche da fi- nite sensazioni che colpirono il grande poeta Francesco Petrarca. gure imponenti come quella del piccolo frate, Pietro da Morrone, L’insigne toscano, nel suo trattato morale del “De vita solitaria”, definì pomposamente questo Emozionante come non mai, luogo, “la casa del Cristo”. incuneato nell’orrido canyon Dovette trovarsi a suo del Santo Spirito in Maiella, agio anche Celestino V, al l’eremo di San Bartolomeo a secolo Pietro da Morrone, Legio è forse il più spettaco- unico papa che, nella storia lare degli anfratti di Celesti- millenaria degli eredi di San no, utilizzati nella notte dei Pietro, ebbe il coraggio di tempi da impavidi anacoreti. abdicare. Molto più raccolto del Santo L’infelice frate patì la con- Spirito, immensamente più danna del sommo poeta selvaggio e da conquistare Dante, che nel terzo canto a piedi. dell’Inferno, impietosamen- Credo che i più grandi te lo collocò tra i dannati, viaggiatori di ogni tempo, da responsabile com’era del Walter Scott a William Blake, “grande rifiuto”. Vi giunse nel da George Orwell a Italo Calvino, qui rimarrebbero 1246, rimanendovi per oltre entusiasti. quarantacinque anni. ni, posto a 1230 metri circa, parecchio Che personaggio per l’immaginario col- inaccessibile, raggiungibile da Decontra Ho raggiunto anche quest’altro luogo lettivo quello del papa eremita che morì in 4x4 e poi in quasi due ore a piedi. È dello spirito, forse il più caratteristico, un povero e reietto nel castello di Fumone il complesso sicuramente più solitario. palcoscenico naturale, dove riconoscere di Frosinone, imprigionato dal perfido Vi si accede attraverso una scalinata le forme antiche della più alta devozione successore, Bonifacio VIII. intagliata nella roccia, poi strusciando a e del soffio della sapienza, la forza dirom- Fu quasi un martirio il suo, volto a render terra lungo un brutto camminamento a pente e ispiratrice della natura attraverso chiaro a tutti noi che l’unica cosa im- strapiombo. Un cenobio fantastico dove la vicenda umana. portante è la vita eterna e non i beni e i si ammirano ancora le cellette dei religio- Ho incontrato anche i “tholos”, le capan- poteri di questa misera terra. si scavate nella pietra. Tutto maledetta- ne monocellulari di origine pastorale, Dovremmo leggere con attenzione l’o- mente difficile, tutto eternamente bello. costruite con pietre a secco, imitazione dei famosi trulli pugliesi dei pascoli nel pera del grande Ignazio Silone che ne Foreste scure, saliscendi a perdita “L’avventura di un povero cristiano”, d’occhio. Le nuvole sono di ritorno. In Tavoliere. Dicono che nella valle Giumen- tratteggiò sontuosamente l’esperien- lontananza una luce bianca fatica ad tina ce ne sia uno a due piani, fantastico! za di Celestino. aprirsi il cammino tra i vapori bassi del Il posto sembra ancora raccontare Nel 1300 il monastero fu abbando- cielo. Poi all’improvviso un sole velato una storia di pietre, di lunghi silenzi, di nato e solo nel 1586, grazie ad un prende il sopravvento e infiamma il povertà e privazioni ma anche d’infinita religioso intraprendente, Pietro paesaggio. ricchezza interiore e immensa forza morale. Cantucci da Manfredonia, la vita Costruito intorno al contemplativa tornò a 1000, l’eremo fu restau- fiorire. Il monaco fece rato da Pietro che vi costruire una sorta di dimorò oltre due anni Scala Santa, scavando tra il 1274 e il 1277, prodigiosamente la insieme a suoi discepoli fiancata del monte dell’Ordine del Santo sovrastante, che porta Spirito. Bisogna armarsi di all’oratorio dedicato a Santa Maria Maddalena. umiltà per accostarsi a In seguito sorse anche questo luogo dell’a- l’attuale foresteria. nima, avere buone Per seguire le tracce gambe, aggrapparsi di quest’antica vita ad arbusti nani di pino religiosa, basta armarsi mugo e piegare le ginocchia all’arrivo. di scarpe buone e farsi vincere dal desiderio di conoscenza che Tutto intorno assomiglia sempre più a un A guardarlo, mentre scendi nel vallone mai dovrebbe mancare in ognuno di noi. fuoco di erbe umide. I boschi si stendono dal sentiero che parte da Decontra di Brandelli di nubi corrono in cielo a ren- contro l’orizzonte prima indistinti poi, Caramanico, l’eremo appare ancorato al dere tutto fiabesco. man mano ci si avvicina, assumono for- costone roccioso lungo una cinquantina Ho deciso di non perdermi una visita an- ma di artigli insanguinati che cesellano di metri, che lo sovrasta e lo rende simile che all’eremo di San Bartolomeo a Legio. fini arabeschi dai mille colori dell’au- a un pueblo messi- Evito volutamente quello di San Giovan- tunno. cano. segue a pag. 28 27 n.113 28 segue da pag. 27 quasi sopra un tavolaccio in pietra che n.113 funge da altare, ha il viso di legno ma È da qui che, scendendo vertiginosamen- l’espressione di fede te a picco, gambe in spalla, si conquista severa e solida che la splendida veduta frontale del vallone, pare roccia. anche se quasi tutti preferiscono lasciare L’invaso in pietra l’auto al bivio di Passo Lanciano e giun- di fuori del tempio gervi da Roccamorice, di sopra dell’im- contiene acqua mane costone. Da lì raggiungere il luogo piovana che i fedeli a 600 metri di altitudine è più semplice, definiscono santa, lasciando l’auto al bivio per Passo Lan- bagnandosi mani e ciano e imboccando il sentiero C3 e poi il viso. C1 per circa quaranta minuti. La pietà popo- San Bartolomeo a Legio vanta una lare ricorda che Come arrivare a Santo Spirito e San Bar- continuità di devozione popolare che quest’acqua ha guarito anche da una tolomeo: A24/A25 RM-PE uscita Alanno-Sca- non ha eguali con gli altri eremi. La rozza terribile epidemia di spagnola che nel fa/ proseguire in direzione Caramanico/ statua lignea si dice abbia fatto più di un ‘600 funestò l’intera zona. Per questo Roccamorice da Napoli: A1 NA-RM uscita prodigio in passato. motivo ancora oggi frotte di fedeli, ogni Caianello/ seguire indicazioni per Castel di Il protettore dei macellai, incastrato 25 agosto, porta in processione la sta- Sangro/ Roccaraso/ Sulmona/ A25 direzione tua, poi procedendo Pescara uscita Alanno-Scafa/ proseguire in lungo il perimetro del direzione Caramanico/ Roccamorice. complesso in senso In inverno per farsi aprire il Santo Spirito, anti orario e salendo telefonare al municipio tel. 085-8572132 la scalinata in ginocchio, si strofina sui Per San Giovanni: occorre munirsi di muri come avesse la una autorizzazione gratuita che rilascia- rogna. In realtà quegli no le Guardie Forestali del Parco Majella uomini stanno po- nel centro visita di Caramanico Terme nendo a contatto con tel.085922343. le pietre miracolose, Il sentiero parte dal paese di Decontra, un parti doloranti del paio di chilometri prima di Caramanico, c’è loro corpo in attesa il bivio. Sconsiglio di andarci in inverno. Ci di un’improbabile sono dei passaggi scivolosi che in caso di guarigione. neve, diventano trappole! di Antonio Parnanzone Calcio Il Teramo G [email protected] n.113 la storia insegna che è possibile invertire la rotta per un futuro diverso e più fortunato. In fin dei conti le qualità tecniche ci sono ancora e non sono volate via nello spazio di qualche mese e poi c’è sempre la possibilità di rimodellare l’organico nella seconda sessione di gennaio del calcio mercato. Spazio all’ottimi- li anni solitamente vengono ricordati determinante. È la classica annata no che smo, quindi, e pieno appoggio allo staff tecnico per una gratificazione importante, in qualche modo dovrà essere raddrizzata e e alla squadra. Le festività natalizie e la pausa per qualcosa di non gradito, per un portata a conclusione senza danni. Ci si dovrà agonistica arrivano al momento giusto per fatto eclatante o addirittura per una accontentare di meno, rispetto alle recenti riflettere e riprogrammare la seconda parte negatività assoluta. Il singolo evento fa storia annate appena lasciate alle spalle. Ma non è della stagione, in questo caso veramente e viene tramandato ai posteri. Non altrettanto proprio detto che ci si debba rassegnare ad importante e come non mai decisiva per il può dirsi per il Teramo. L’anno 2015, infatti, una eventualità di basso profilo, perché proprio futuro del Teramo. Nei momenti di difficoltà passerà alla storia per una storica promozio- può capitare un eccesso, frutto di una forte ne in Serie B meritatamente conquistata sul delusione, non sempre da catalogare come fat- campo, poi sfumata nelle aule della giustizia to negativo. È segno dell’affetto e dell’amore sportiva. Si aggiunge un risultato sportivo non verso la cosa per la quale si prova tanto dolore. all’altezza delle aspettative di una squadra che Come non capire, quindi, alcune esternazioni doveva farsi valere, dentro e fuori casa, forte di del Presidente per un maggior rendimento una intelaiatura ampiamente collaudata. Gioie della squadra! Nello stesso tempo non si può e dolori, sensazioni e stati d’animo forti che non essere anche dalla parte dei ragazzi che hanno scosso la città, tifosi, chi segue meno ogni domenica vanno in campo a sudare per la lo sport o addirittura chi ne è completamente maglia che indossano, senza riuscire tuttavia estraneo coinvolto dal clamore dell’evento. a guadagnare quei risultati che vorrebbero. Lo Le cose non vanno per il verso giusto e non stesso Vivarini, tanto bravo nella scorsa stagio- sembra facile individuare i motivi di tale scarso ne, non può aver smarrito il suo senno in così rendimento. L’occhio del tecnico è quello breve tempo. Proprio lui, con l’acutezza e la che dovrà risolvere i problemi alla base di un competenza di cui è dotato, dovrà individuare periodo sicuramente non baciato dalla fortuna. le cose che non vanno e orientare la barca ver- Troppi episodi, davvero tanti, concorrono so la giusta meta. Occorre uno sforzo comune fatalmente a confezionare risultati che in altri e con la serenità del Natale ritrovare le forze tempi non avrebbero inciso in maniera così per rilanciare l’annata non troppo fortunata. Cornetti, Maritozzi e Panini farciti COLAZIONE PER CELIACI E COLAZIONE CON FARCITURE PERSONALIZZATE 29 Centrifughe Panettoni Buon Natale! Via Carlo Forti, 15 • Tel. Alessandro 347.6305580 - Paolo 340.1089583 30 dalla Sport n.113 I Redazione Pallamano [email protected] garantirebbe la disputa dei play off e quindi una salvezza pressoché acquisita con largo anticipo. Anche la NHF Teramo, seppur dovesse disputare i play out, per via della formula, si collocherebbe in una posizione di classifica tale da consentirle di conseguire la salvezza con tranquillità. Dobbiamo rimarcare che sicuramente la neopromossa Gommeur Teramo di Serafino La Brecciosa sta disputando un campionato di alto profilo. niziato il girone di ritorno della serie A1 femminile con un risultato positivo Nella Serie B maschile, le squadre teramane, la NHC Teramo e la Lions Teramo, si per le due squadre teramane: la Gommeur Teramo ha avuto ragione, seppu- stanno confermando come le più accreditate società in odore di A2. Sono infatti re ai rigori, della corazzata Indeco Conversano, Campione d’Italia in carica, entrambe a punteggio pieno con la NHC Teramo che però deve ancora osservare che alla viglia certo non avrebbe mai pensato di subire una battura di arresto un turno di riposo. Il derby tra le due squadre, in programma ad inizio febbraio, pe- a Teramo. La Gommeur ha ampiamente meritato la vittoria mostrando sicurezza, nultima di andata, potrebbe sancire la leadership tra le due squadre In casa NHC cuore e agonismo. Anche la Globo Almax - Bio Apta Teramo è uscita vittoriosa, si sta attualmente lavorando alla conclusione di un accordo di sponsorizzazione anche lei ai rigori, contro il Casalgrande Padana diretta concorrente per la quinta che la metterebbe in condizioni di programmare un futuro più sereno e magari piazza. Questi risultati consentono alle squadre teramane di attestarsi in posizioni anche un po’ più ambizioso. di classifica che danno tranquillità per il resto del campionato. In particolare, alla Da notare che la NHC per dare ancor più visibilità al settore giovanile, sta organiz- Gommeur consente di attestarsi nelle alte sfere della classifica, posizione che le zando un torneo Under che si dovrebbe tenere a Teramo tra Natale e fine anno. di Domenico Attanasii • mondo Il debunking delle news, come credibili antagonisti di nazioni in possesso di arsenali atomici. Dall’altra parte della trincea, una guerra che insanguina il Medio Oriente per l’accaparramento dell’energia indispensabile L’analisi imprescindibile per capire una notizia L [email protected] allo smisurato congegno capitalista. E si racconta che se tutti gli abitanti del mondo fossero europei, avremmo bisogno di tre pianeti; se fossero tutti americani, addirittura di sei. Per Hilary Clinton “l’Isis è a questione è che spesso alcuni, e non una copia del Corano, tanto da contenere l’intensità un mostro che abbiamo creato noi”; c’è Tony Blair a pochi, di quelli che si interessano delle pro- dei colpi dello scudiscio. “Non è rabbia. E non deve testimoniare che “la guerra all’Iraq è stata un errore, blematiche degli altri sono carichi essi stessi essere paura: Valeria non ci perdonerebbe mai se da lì è nata Daesh” aggiungendo poi “la guerra che di simili fardelli, tanto da trovarvi una sorta fossimo spaventati e dunque ora restassimo fermi. abbiamo accettato di fare dopo l’11 settembre di mitigazione all’ossessione appassionandosi a vicis- Nel suo nome, la nostra sfida deve 2001 non ha risolto nulla, ma solo situdini diverse: “Prima charitas incipit a me ipso” (La essere quella di non smettere mai peggiorato la situazione, causato prima carità comincia da me). Il sistema massme- di provarci, per riuscire a cambiare la perdita di milioni vite umane, diatico insiste nella rappresentazione, in tempo le cose” (Dario Solesin, 25 anni, fra- distrutto civiltà, infrastrutture, reale, di bruti barbuti armati di Kalashnikov, per una tello di Valeria). L’essere in grado di economie. E ha portato miseria e chiara individuazione del nemico tralasciando, a ammettere un dubbio, demitizzare risultati utili non già a sconfiggere il volte, i dovuti approfondimenti su chi questi mostri e screditare il contrassegno della terrorismo, ma anzi ad alimentarlo”. li ha creati e chi procura loro le armi, li foraggia. Un propria obiettività; l’acutezza nel Non si uccide il diavolo soltanto col legittimo interesse, per altri inopportuno, potrebbe contenere l’imparzialità nell’intol- dire che è morto. Mano che cerca diradare l’offuscamento dovuto all’impostura di una leranza di pancia. L’avvedutezza di nel buio trova altra mano che cerca. realpolitik, di sicuro riparo a una concretezza diversa. essere leali è l’analisi imprescindi- “L’autodistruzione della reputazione Logiche legate alle strategie della manipolazione indi- bile per capire una notizia. Questo tramite una follia volontaria come cano che se ci si rivolge a un individuo adulto come è il debunking. I media disegnano, una forma di ascesi superiore” se questi fosse un adolescente il feedback sarà a tinte audaci, giovani disinseriti (Nietzsche). Per quanto riguarda il sprovvisto di senso critico. L’imposizione di punizioni sopravvissuti nei sobborghi del tempismo degli statisti italiani, del corporali, la mutilazione degli arti per i ladri. La fusti- mondo evoluto assieme a grappoli gazione agli ubriachi o per una riprovevole condotta di uomini vestiti come un insolito Babbo Natale con risposta di Abramo Lincoln. sessuale. Frustate inflitte da un punitore, istruito la barba nera che sbraitano sparando in alto nel “Sapete cosa spetta a chi aspetta?” per legge, a sorreggere sotto l’ascella del braccio deserto e poi tradotti, nelle veline lette dai conduttori “Soltanto gli avanzi di chi si è dato da fare”. Premier Renzi, una domanda e una