TERAMANI n. 91 - teramani.info

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TERAMANI n. 91 - teramani.info
n. 91
Settembre 2013
mensile di informazione in distribuzione gratuita
VENANZO
CROCETTI
IN MOSTRA
A ROMA
PIAZZA MARTIRI
DELLA LIBERTÀ
“SÌ LA VITA
È TUTTA UN QUIZ!”
pag. 12
pag. 17
SCUOLA,
LA VALUTAZIONE
pag. 22
SOMMARIO
n. 91
3 Hoc dicunt Homines
4 Giammario vive
5 Venanzo Crocetti a Palazzo Venezia
10 Teramo Culturale
12 Piazza Martiri della Libertà
16 Arco Consumatori informa
17 Sì, la vita è tutto un quiz
18 La Scuola, libro cartaceo o digitale?
L’Editoriale
Hoc dicunt
homines!
P
di
Zapoj
Tovaris
rivedere il giudizio politico sull’ex sindaco,
sulla sua lungimiranza politica visto che,
ad esempio, accollarsi uno come Giuliano
Gambacorta vuol dire proprio che si è a
corto di idee ma soprattutto di ricambi,
remessa. Vivere in Italia e capire i
che si voglia provare con l’harakiri e che al
meccanismi che regolano la vita dei
peggio non c’è mai fine. Ma ricordate chi
suoi abitanti è stato veramente duro
è Giuliano Gambacorta? Ex presidente di
per me che sono venuto dalla lontana Tbilisi
Arpa Sistemi, nominato per volere e bontà di
sua maestà Chiodi che si era pure attivato,
20 Il libro del mese
in Georgia. Ci sono riuscito? Non lo so. Forse
22 Scuola, la valutazione
si può provare a capire ma non so fino a
attraverso l’azione di Lanfranco Venturoni,
quanto e quando.
per far entrare il genero in un’azienda
capitanata nientemeno che dai Di Zio (fa
24 Musica, il Piper
Se c’è un uomo in questa regione che ha
fede un’intercettazione della procura di
25 Musica, Wilco
il potere avvolgente e corroborante della
parola, questo è indubbiamente Luciano
Pescara). Chiodi invia un sms a Di Zio: “Caro
Rodolfo, Giuliano mi ha detto che vi siete
26 In giro
D’Alfonso. Se ci sono due uomini in questa
landa desolata con molto equilibrismo, questi
sentiti. Grazie e buona domenica”, asserisce
27 Coldiretti informa
sono innegabilmente Milton Di Sabatino e
il gip Campli. Gambacorta è famoso per
Giuliano Gambacorta: il primo consigliere
essere stato definito l’uomo della brusca.
comunale pronto a offrire una stampella
Viste le sue (in)competenze ora si capisce
alla maggioranza del sindaco Brucchi, in
perché non faccia più parte di Sistemi spa:
cambio di divine opportunità. Il secondo,
dove va non lascia il segno, anzi lo lascia e
nella miglior tradizione degli intercettatori
pure pesante. Poi però molto italianamente
di cariche italiani, pronto a occuparsi di
si scopre che la sua figliola lavora in Regione.
qualcosa, meglio se all’Arpa Sistemi. E
Cosa sono lo spirito di servizio, la collettività
nell’intensità astrale di un karma favorevole
cui fare riferimento, il danaro pubblico?
i tre non potevano che incontrarsi. Hoc
Sono solo mezzi per giungere al benessere
dicunt homines! Era tutto scritto nelle
famigliare, alla faccia di chi tutti i giorni
stelle. E così è stato. Il Luciano d’Alfonso si
cerca di avere un’etica del servizio. Lui,
Direttore Responsabile: Biagio Trimarelli
Redattore Capo: Maurizio Di Biagio
appesantisce, nella sua corsa alla rincorsa
Gambacorta, ci riprova sempre: siamo in
al governatore Chiodi per buttarlo giù dalla
Italia, pare dire, questi sono gli usi e costumi.
Hanno collaborato: Mimmo Attanasii, Maurizio Carbone,
Maria Gabriella Del Papa, Maurizio Di Biagio,
Maria Gabriella Di Flaviano, Massimo Di Giacomantonio,
Maria Cristina Marroni, Fabrizio Medori,
Silvio Paolini Merlo, Antonio Parnanzone,
Sirio Maria Pomante, Sergio Scacchia,
Zapoj Tovaris, Massimiliano Volpone.
torre nelle prossime regionali, di due pesanti
Prima penso agli affari miei poi, forse, e con
zavorre. A questo punto bisogna anche
crassa (in)competenza, al popolo italiano. n
28Calcio
30Pallamano
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3
di
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n.91
Il ricordo
Giammario
vive
Maurizio
Di Biagio
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giare, il poetare, l’erudizione semplice, l’esempio soprattutto di come
si può diventare grandi in provincia e non essere mai stato a Roma,
nemmeno da secondo. Giammario Sgattoni è ora diventato l’uomo
più evocato da chi conosce profondamente le trame imperscrutabili
del divenire, del fiume delle cose che succedono e che poi inevitabilmente prendono la via del mare, e del morire. Giammario ci lasciò a
76 anni in un Agosto di cinque anni fa.
Né un concorso vinto alla Rai a soli 25 anni, né premi letterari
aggiudicati a iosa e nemmeno il mondialismo del suo più caro amico
G
Sandro, perso tra copertine di Vogue, hamburger sulla 70ma e buen
to di un poeta e maestro di vita qual è stato l’uomo di lettere e di
possedeva una sorta di religioso pudore che in genere si riserva a
sogni, che ogni dì trasfondeva il dna della sapienza. Ma riassume
madri e amori andati a male. Eppure era snobbato dall’elite culturale
l’essenza sardonica e beffarda di questa vita, in cui uno cerca di
del tempo, spesso emarginato, visto come un raggiante dotto inof-
togliersi di dosso lacci e laccioli per salpare verso i lidi della pura
fensivo che non conoscendo assolutamente le pratiche quotidiane
conoscenza, restando inevitabilmente sbattuto da un vento nefasto
del male, non avrebbe mai arrecato fastidio al potere della supposta
che ti ributta tra i flutti placidi del porto. Giammario Sgattoni, colui
intellighenzia di allora. Era confinato là dove si esiliano matti e geni.
retiro a Pienza, lo convinsero a lasciare quello che aveva di più
iammario Sgattoni (Garrufo di Sant’Omero, 5 maggio 1931
prezioso nella vita: la sua città, la Teramo violentata da bassa politica
– Teramo, 23 agosto 2007) è stato un giornalista, scrittore e
e dalla villania quotidiana. Nessuno l’ha mai sentito borbottare su
poeta italiano. La neutra solfa che ci propina Wikipedia pare
cosa andasse o no in quest’urbe maledetta, nessuno l’ha mai colto
più una mera incisione lapidaria che un ricordo partecipa-
a ingiuriare i propri concittadini, perché su di essa il poeta teramano
che ti accarezzava le mani per instillarti le rime di poeti e santi, vive.
Ancora. Altrimenti come farebbe Teramo a sopravvivere al vuoto che
Che ora manchi un’intellighenzia nella nostra città, questo non è
si è generato al momento del suo trapasso e a incrociare lo sguardo
più un mistero. In una full immersion di villanie e oltraggiose offese,
di qualcuno in atto di verseggiare senza però nessuna favella? Come
Teramo chiede prepotentemente che Sgattoni resusciti riportando il
farebbe una tribù senza il suo sciamano? Ecco: come fa?... Finora,
barlume del savio ad illuminare la pochezza di questa gens che infiniti
dal giorno della sua dipartita, nessuno, ancorché con i suoi occhi
danni finora ha addotto. Teramo chiede si ricordi questo suo figliolo
liquidi, sbuffanti, roteanti, è riuscito a inforcare con severità, come
che tanta luce ha donato tra il Vezzola e il Tordino. Iscritto all’Ordine
era solito fare lui, il bastone della sapienza. Nessun genio loci si
dei Giornalisti nel 1958, si è occupato nel tempo di critica letteraria,
è manifestato tale. Nessuno più ha cercato di incoronarsi re delle
di tradizioni popolari, di arte e di archeologia. Nel 1957 divenne condi-
strofe. Nessuno. Giammario si è portato via il vuoto e le cose più
rettore di “Dimensioni”, la rivista che contribuì non poco a rompere il
preziose di questa città: le scintille reali dell’arte letteraria, il verseg-
sostanziale isolamento in cui viveva la regione in quegli anni, aprendo
un canale di comunicazione fra i protagonisti della cultura nazionale,
Quasimodo, Montale, Flora, Sansone, Toschi e una schiera di intellettuali abruzzesi: Pomilio, Bonanni, Rosa, Lelj, Scarpitti, Porto, Sablone.
Fu poeta acclamato, fondatore dell’Istituto Abruzzese di ricerche storiche, segretario del Premio internazionale “Silone” e ideatore nel 1959
del Premio “Teramo”. Sgattoni collaborò anche con la Rai di Pescara,
fu Console del Touring Club e vicesegretario dell’Accademia dei Lincei.
Ma la lista potrebbe continuare ancora a lungo.
Gianmario possedeva quella forza che solo gli eventi naturali hanno.
Non si sa da quale anfratto delle proprie viscere provenisse quel respiro dionisiaco, quel verseggiare tamburellante, quell’accomiatarsi e
non accomiatarsi da te, quello scalpitio, quando Gianmario era solito
riversarti fonemi dolci e rime baciate.Non si sa da quale “stella che
danza” abbia partorito la sua vis celestiale, bizzarra ed incantata. So
solo che nella nostra angusta ed ispirata redazione di Via Carlo Forti,
il poeta scelse sin dal 2004, grazie anche alla datata amicizia con
Giancarlo, il nostro mensile Teramani quale nuovo luogo di nascita
dei suoi scritti: lui ci prendeva flebilmente/risolutamente per i polsi,
istillandoci giorno dopo giorno grani e grani di sapienza in quel suo
amore oceanico per il poetare.
Ancora ciao Giammario, da cinque anni. n
6
n.91
di
Sirio Maria
Pomante
La mostra
Venanzo
Crocetti
e il sentimento
dell’antico
[email protected]
1
913-2013. Venanzo Crocetti compie cento anni e con lui la sua
arte, se è vero che fin da bambino, per le vie del centro storico
di Giulianova, disegnava sugli antichi masselli di pietra d’Ancona
che compongono il selciato di quei vicoli, e si esercitava a dar for-
ma a piccole statue da presepe nelle botteghe di poveri artigiani.
Per onorare il grande Maestro scultore nel centenario della nascita,
la Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed
Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Roma diretta da
Daniela Porro, e la Fondazione Venanzo Crocetti, hanno desiderato e
realizzato presso il Museo Nazionale
di Palazzo Venezia un’importante
mostra dal titolo “Venanzo Crocetti e
il sentimento dell’antico. L’eleganza
del Novecento”. Per lo straordinario
evento, che ha aperto i battenti lo
scorso 2 settembre, occasione di
studio e riflessione sulla profondità
culturale, espressiva e umana dell’artista, abbiamo incontrato i principali
Una mostra a Palazzo Venezia celebra
i cent’anni dalla nascita dello scultore
e ci conduce alle radici della sua arte
protagonisti. Prima fra tutti abbiamo
inteso proporvi le parole della presidente della Fondazione “Venanzo
Crocetti” Carla Ortolani, che prosegue l’attività di tutela e diffusione
dell’opera del maestro, iniziata dal
compianto Antonio Tancredi. Risale a
Amo le tecniche, le materie e le raffinatezze
dei mestieri, certi antichi modi di fare le cose
per le quali nasce l’opera d’arte: modi che non
cambiano mai, che ritornano sempre,
e si rendono attuali solo per le variazioni.
Venanzo Crocetti, Autobiografia
oltre mezzo secolo fa, esattamente
al 1951, il trasferimento dello studio
di Crocetti in via Cassia a Roma,
dove ha sede la Fondazione, quando
aveva da poco vinto il concorso
Grande
allieva
di danza
(1982)
indetto per la Porta in bronzo della
Basilica Vaticana. Lavorò alla creazione della Porta dei Sacramenti - che
con alterne vicende portò a termine
dopo 15 anni e fu inaugurata da
Paolo VI nel 1965 - e contemporaneamente si dedicò alla realizzazione
del Monumento dei Caduti di Teramo, opera altrettanto impegnativa e
anch’essa di grandi dimensioni.
Le due opere crebbero insieme nello studio di via Cassia, che diventò
ben presto troppo angusto per contenerle entrambe e divennero lo
stimolo per ampliare gli spazi dedicati al laboratorio, costruire la sua
abitazione e realizzare il Museo, la casa dove avrebbe collocato i suoi
“figli”, come egli usava chiamare le sue opere. Il Museo Crocetti è stato
ufficialmente aperto al pubblico nel novembre del 2002, quando il
maestro era ancora in vita.
Presidente Ortolani, cosa ha spinto la Fondazione ad intraprendere l’organizzazione di questa importante mostra sull’opera di
Crocetti? Qual è l’obiettivo che volete raggiungere attraverso
l’esposizione?
L’esposizione di Palazzo Venezia è il punto d’inizio di una seconda fase
per la Fondazione che presiedo. Dopo l’attività preziosa e inimitabile
del mio predecessore, l’on. Antonio Tancredi, oggi intendiamo portarla
Fanciulla al fiume (1934)
il mondo, accarezzandolo per via di cuciture temporali che non
7
si organizzano nell’esaltazione del progresso, dell’avanguardia,
n.91
Domanda complessa, che sostanzia l’intera cifra narrativa, plastica
e poetica del Nostro. E’ l’intera angolazione da cui Crocetti guarda
della contemporaneità; come escludendo a priori tutti quegli
orientamenti internazionali (europei e americani) che andavano
costruendo le nuove mitologie della società di massa. Crocetti –
sorta di monaco laico che ripete i suoi gesti di liturgia rinnovandoli con
gioia ogni giorno- cura la finezza della materia con slancio infaticabile,
sedendo per tutta la vita in un altare interiore consacrato al magistero
degli antichi maestri, spigolati da tutte le epoche possibili. Eccolo, il suo
mai dismesso dialogo con l’antico, sostanziato dagli infiniti rimandi al
lessico figurativo della tradizione classica, sia essa aulica (Donatello,
Antelami, Michelangelo, Niccolò dell’Arca), italica o mediterranea; nelle
abbondanti suggestioni greche, picene, etrusche, egizie.
continua sulle pagine seguenti
La Maddalena
avanti rinnovando la lettura dell’opera di Venanzo Crocetti. Questa
è la motivazione principale che ci ha animato nell’ideare e realizzare questo evento e l’accoglienza prodigiosa che ha avuto la mostra
presso la critica ce lo conferma. Un artista che continua a sbalordire
per la linearità della sua opera, refrattaria alle mode, forte anche delle
sue origini. Anzi, a proposito di quest’ultimo aspetto, grazie all’amicizia
che mi ha stretto al maestro per lunghi anni, posso affermare che il
rapporto di Crocetti con la sua città deve essere finalmente visto come
un tratto della sua personalità e non come una repulsione riservata
esclusivamente ai suoi luoghi di provenienza.
Al fine di maturare una nuova visione dell’artista, affinché l’attività e
la vita dialoghino, ho chiesto alle due curatrici di lavorare sull’archivio
dello scultore. La ricerca ha permesso di arricchire l’allestimento e
completare la lettura delle opere con la proiezione di pensieri e testimonianze estratti da questi scritti.
E’ stata anche l’occasione per riscoprire il diario di Crocetti che presto
editeremo. Assieme a tutto questo, la mostra romana intende rivestire
il punto di partenza per la diffusione dell’opera del maestro fuori
dall’Italia dove è già in parte conosciuta. Non dimentichiamo infatti che
una delle sue opere più importanti e dense di significato, Il Cavaliere
della Pace, compì un lungo cammino da Hiroshima all’Ermitage di
San Pietroburgo, alla sede del Parlamento Europeo di Strasburgo, alla
Galleria d’Arte Contemporanea di Budapest, per giungere infine sulle
colline di Colignì a Ginevra. Così, la Fondazione è al lavoro sui prossimi
appuntamenti all’Ermitage, a Pechino e Shangai e a curare l’intenso
rapporto col Giappone, secondo paese dopo il nostro a custodire il
maggior numero di sculture di Crocetti.
Per introdurci alla scoperta delle sedimentazioni antiche che vivono nelle sculture del Maestro, abbiamo incontrato la professoressa
Raffaella Morselli, ordinario di Storia dell’arte Moderna e direttore del
Dipartimento di Scienze della Comunicazione all’Università di Teramo, e
la dottoressa Paola Goretti, coautrice del catalogo.
La mostra, che si articola attraverso un corpus di circa ottanta
creazioni, titola: “Venanzo Crocetti e il sentimento dell’antico.
L’eleganza del Novecento”. Quali sono gli elementi fondamentali
di questo ‘sentimento’ nell’opera del nostro scultore?
8
La mostra
segue da pag. 19
n.91
E’ l’antico -sviluppato in ogni sfumatura,
Moltissimo, anche se non crediamo che Cro-
rimando, ispirazione – che in lui diviene a
cetti vada circoscritto ad una parlata locale
poco a poco un dialogo sentimentale carico
o ad una territorialità regionale. Tutti i grandi
di affetti e di memorie. Crocetti risale le onde
artisti di tutte le discipline (di tutte le epoche)
del tempo come un salmone, per appropriar-
appartengono al mondo ed è nel mondo
si di tutti i passati e fonderli insieme in un
che vanno collocati: la Parigi di Modigliani,
nuovo presente. Non era più interessante
la Venezia di Canaletto, la Rimini di Fellini -si
per me scoprire Martini – dice nei suoi scritti
può continuare all’infinito- sono memoriali
inediti- ma, eventualmente, mi sarei com-
universali e appartengono alla storia dell’u-
piaciuto di guardare dove lui guardava. Mi
manità. Comunque, certo, la dimensione
sarei cioè abbeverato, come lui, alle sorgenti
arcaica è molto presente in Lui, specie nelle
dei grandi cicli: dagli Egiziani ai Greci, dagli
opere degli esordi, come in una dottrina
Etruschi alla scultura Indiana o Gotica dove
di legamenti fortemente saldata all’epica
la Chimera Trevigiana godeva intrattenersi
contadina, a quella degli animali da cortile,
quali assimilatore che Egli era, non meno
alla repubblica dei tori e delle vacche, delle
verace di Picasso. Questo è il suo gesto, il suo
galline e dei vitellini, dei pescatorelli, delle
andamento, il suo variare note e partitura di
bonarie strette di mano tra compari che oltre
continuo senza variare lo strumento mai, il
alle transazioni economiche per siglare affari
suo sentimento inconsumabile. Questo ciò
si lanciano intense affettuosità. In un Paese
che abbiamo voluto evidenziare.
che ancora odorava d’aratro e di memorie
Nonostante il complesso rapporto di Cro-
rusticane, Crocetti portava in scena l’opera
cetti con il suo luogo natìo, quanto c’é di
degli avi e delle ave, i filamenti di un universo
Giulianova, dell’Abruzzo, terra di scultori,
rupestre, millenario tanto quanto le grotte
in questo ‘sentimento’?
della Valcamonica o della civiltà nuragica,
Giovane Cavaliere della Pace (1987)
Pescatoriello con cappello (1935)
immutabile e fiero di esserlo. Pensiamo a La
portinaia (1934) mani sui fianchi su corpo
smagrito, come avrebbe sancito certo indimenticabile neorealismo, a La gravida (1932),
maestà totemica simile alle statue votive
delle antiche dee madri; e più ancora a La
zingara (1937), antenata satura di arcaismi
in cui si rispecchiano le istanze di un lessico
figurativo remotissimo (evidenti i rimandi
alla Dea dei serpenti di Cnosso), temperato
da aspetto nobile e gentile. Nell’universo di
Crocetti non sono mai tramontati gli oracoli
(le dee e le maghe dell’Abruzzo, come la dea
Angizia); è piuttosto la civiltà tecnologica,
tecnocratica e industriale che non è mai
esaltata, che non appare mai. E’ di essa che
Crocetti non si cura. Fermandosi sull’uscio
di casa a pettinare l’antico, l’agreste, il
rurale. Senza per questo esser provinciale o
attardato. Semplicemente, indisponibile alle
forzature del progresso. Da queste opere
iniziali (La gallina, 1931) al Giovane Cavaliere
della Pace (1987), che lo colma di onorifi-
Leonessa con serpente (1935)
blico fino al 20 ottobre, sarà visitabile dal
9
martedì alla domenica, dalle 10.00 alle
n.91
alla sostanza dell’anima.
L’esposizione, che resterà aperta al pub-
19.00. Il percorso della mostra occupa la
sala Regia, delle Battaglie e del Mappamondo del Museo Nazionale di Palazzo
Venezia diretto da Andreina Draghi. n
Ritratto di donna
cenze internazionali, il salto è brevissimo. In
opere del Maestro, ordinato secondo i criteri
entrambe le prove si conserva infatti il soffio
più ortodossi) prediligendo un orientamento
pacificato di un mondo armonico; un asse
che fosse in grado di orchestrare alcune
di riconciliazione che sintetizza l’intento uni-
tipologie tematiche, più ampie di un semplice
versale dell’opera del Maestro, nella nudità
soggettario. Un modo per mettere in ordine
di una cavalcata placida protesa al divenire
alcuni grandi amori, solcati da Crocetti lungo
della storia, vicina al tempo stesso agli occhi
l’arco dell’intera esistenza, modulando un
del bambino che Egli era stato un tempo:
graduale affettivo capace di allacciare un
quando si indignava perché i compagni di
fittissimo rimando con le epoche prece-
scuola colpivano le rondini con le fionde,
denti secondo timbri emotivi differenti; tra
quando raccoglieva amorevolmente ramo-
sobrietà, furori tortili, dolcezze. Ecco dunque
scelli di alghe dal bagnasciuga per studiarne
la scelta delle tre sezioni: Elegantiae (la
le venature e cogliere anche in essi l’opera
traccia classicheggiante: ballerine, modelle,
mirabile della Creazione umana.
teste e busti all’eroica); Etternale Ardore (il
L’esposizione romana ripercorre l’opera
tragico dei soggetti epici: maddalene, fughe,
del maestro. Quali sono stati i criteri
ratti, incendi, avvitamenti di leoni e leonesse);
Clementiae (il lessico dei memoriali rusticani:
pescatori, bagnanti, animali da cortile, frutti-
Busto di soldato
vendole, bacchini, cavalieri e maternità).
Per rendere ancora più stringente il dialogo
coi Maestri e la dimensione evocativa che
nutre l’intera cifra del Nostro, abbiamo fatto
ricorso ad un innovativo sistema di videoproiezioni messo a punto dalla sapienze tecniche di Mario Flandoli per proiettare in multivisione l’abbondanza iconografica sedimentata
negli occhi di Crocetti, intercalandola ai suoi
pensieri. Scorre così sulle pareti l’officina
della storia: i Maestri del Trecento, Bellini,
Pollaiolo, Rodin, Donatello, busti romani,
tanagrine, teste all’eroica, volti di Modigliani,
urne etrusche, busti del Quattrocento, gesti
di Iside sovrana.
Un intenso percorso di stile, grazia e sensualità, sostenuto dalle sapienze progettuali di
Cesare Mari che ne ha curato gli allestimenti,
espositivi che hanno guidato la curatela?
e da quelle illuminotecniche di Giuseppe
Non abbiamo voluto calare le opere in una
Mestrangelo, che tutto ha vestito di luce:
cronologia troppo sorvegliata (a questo
nell’eleganza di un presente senza tempo
provvederemo in futuri studi critici che avran-
dove Crocetti, coagulando la scultura in un
no come obiettivo il catalogo generale delle
progetto estetico accorpante i secoli, punta
Il ratto
di
10
n.91
Silvio
Paolini Merlo
Teramo culturale
Guido
Montauti
Biennale di Venezia, sostenendo nientemeno che una violazione dello
statuto. Perderanno la causa, rovinosamente, e poco dopo ognuno tornerà a calcare i propri passi. L’idea è la creazione collettiva, il rifiuto del
sé autoriale, simbolo di umiltà e di rinuncia all’individualismo. Non che
nell’operazione vi fosse nulla di nuovo: l’alea si era già insediata potente
in tutte le arti, dall’action painting pollockiano, al casualismo di Cage
fino all’happening del Living Theatre. Ma a parte questo, benché la loro
possa dirsi un’innovazione di una certa valenza storica per l’Abruzzo
del tempo, gli esiti programmatici dell’operazione - a differenza di quelli
artistici, indiscutibili - appaiono nel complesso fallimentari, e nel metodo
e nel merito. Nel metodo, perché l’intento spersonalizzante, il passaggio
e l’avanguardia fauvista
del Pastore Bianco
D
[email protected]
dalla visione dell’opera d’arte come autogenesi più che come prodotto
volontario di una singola coscienza, vengono di fatto smentiti nei fatti
da uno stile montautiano rimasto preponderante al punto da annientare
quello degli altri, e si pensi all’ingenuo naturalismo che sarà poi sempre
tipico di Bartolomei. Nel merito, perché questa chimera salvifica del
ritorno alla pittura rupestre,
i un artista come Guido Montauti, a cui Ripattoni in Arte ha
sognata evidentemente come
dedicato una retrospettiva per il cinquantenario del manife-
origine incontaminata di tutta
sto del Pastore Bianco, è facile e insieme difficile dire. Facile,
l’arte, non ebbe di fatto mai il
perché di lui hanno detto e scritto firme autorevoli come Enrico
potere di ricapitolare e oltre-
Crispolti, tra i massimi critici del futurismo. Di lui si conoscono le origini
passare l’intera storia passata
modeste, a Pietracamela nel 1918, le esperienze in tempore belli per
e presente dell’arte occiden-
mezza Europa, specie a Parigi, dove viene in contatto con le maggiori
tale, ma al contrario finì col
avanguardie, e poi a Milano, dove conosce tra gli altri Carlo Carrà.
negarla a priori, farne oggetto
Difficile, perché la sua è una personalità complessa, stratificata, nei temi
di un rifiuto tombale, antistori-
e nei metodi pervasa da una certa insondabile doppiezza. Ma è forse
co, ai confini di un’inquisizione
proprio nell’esperienza di pittura collettiva assieme agli amici Alberto
purificante. E la fumosa diatriba
Chiarini, Diego Esposito, Pietro Marcattili e il pastore Bruno Bartolomei,
con la Biennale veneziana,
nei monumentali dipinti tracciati nelle Grotte di Segaturo, evocanti un
letta a più riprese come atto
legame primitivo tra uomo e natura, che di Montauti può essere trovata
coraggioso e lungimirante,
una chiave di lettura non stereotipica. Esperienza breve, durata solo un
appare al contrario quantomai
settennio dal 1963 al 1969, nella quale giunge a compimento un’esalta-
infelice e maldestra. Cosa sia
zione delle “selve” e dei motivi agresti che molto ha a che vedere, certo
stata nei suoi autori maggiori
nel metodo se non nei temi, col fauvismo francese, il primo dei grandi
la corrente artistica della pop
movimenti avanguardisti del Novecento pittorico europeo. Colori stesi
art, tra le più importanti e feconde del dopoguerra, lo si sa. Cosa sia
sulla tela in modo violento e sporco, senza apparenti preoccupazioni
stato degli altri giovani componenti del Pastore Bianco lo sappiamo
estetiche. Le cui motivazioni immaginative non sono mai né figurative
altrettanto: gruppo nel quale, tranne - forse - Esposito, giunto ad esporre
né antifigurative, né didascaliche né naif. Lo stile, insomma, che sarà
entro e fuori l’Europa e con una docenza a Brera, non mi sembra essersi
sempre il suo. Uno stile in tutto e per tutto figlio del suo tempo, intimista
evidenziata alcuna personalità di spicco, o comunque paragonabile a
e insieme estraniante e alienante. Di certo nulla di simile si era mai vista
quella largamente dominante di Montauti.
nell’arte pittorica abruzzese, salvo il caso dell’opera astrattista cui un
E sappiamo anche cosa la pop art abbia inteso rappresentare per
isolato pioniere come Giuseppe Misticoni aveva dato inizio nel 1950 con
l’uomo moderno: la banalità del vivere urbano, il cinismo della merci-
la Composizione geometrica.
Saliceti - busto al Pincio
ficazione universale, al fine di esternarne il senso di forte livellamento
I fatti sono per lo più noti. Dopo il rientro definitivo da Parigi a Teramo,
del prodotto artistico. Nulla di diverso, in fondo, da ciò che Montauti e
Montauti sente l’urgenza di infondere un rinnovamento profondo nel
gli altri cercavano. In realtà, era precisamente questa loro arte “povera”
contesto delle attività artistiche cittadine. E non c’è dubbio che, proprio
- così spiccatamente condotta al matericismo e al divisionismo - ad
con la nascita del gruppo denominato “Il Pastore Bianco”, egli vi riesca.
essere intimamente condotta all’iconoclastìa e alla dissacrazione, alla
Ma questo sforzo di rinnovamento egli pretende inciderlo nella roccia,
smitizzazione dell’eternismo nell’opera d’arte. Al massimo verso un ani-
eternizzarlo in quelle che crede le radici ataviche della sua stirpe e di
mismo di tipo certamente pagano. Ma questo passo nessuno tra loro,
quella aprutina, affidandosi a temi tra l’ascetico e il bucolico come I
e Montauti in testa, volle mai compierlo. Quale senso aveva dunque
Pastori delle Montagne Rosse, Processione, Crocefissione, Il Giudizio
quell’accusa puritana all’arte pop, oltre una certa invidia per quel passo
Universale. E intende affermarlo contro l’espressione a quel tempo
in avanti che i loro “pastori” non avevano avuto il coraggio di compiere?,
emergente della modernità: la pop art americana. Definita “postribolo
oltre un inconfessato rifiuto dell’autoscacco a cui quel certo percorso li
dell’arte”, nel 1966 Montauti e il gruppo del Pastore citano in giudizio la
stava conducendo e non avrebbe potuto che condurli? n
di
12
n.91
La nostra città
Piazza Martiri
della Libertà
Dalla corrida del 1530
alla mucca del XXI secolo
P
Maurizio
Di Biagio
www.mauriziodibiagio.blogspot.com
ad esempio, tanto per cominciare, dei chiodi piantati nelle storiche
mura del Duomo da un dipendente comunale per legarci un tendone durante una Festa della Polizia (tanto con tutti questi buchi che
ci sono, uno in più che differenza fa? Fu la risposta a chi obiettava!)
o dell’albero di Natale, attraccato ad orribili grossi cubi di cemento,
circondati da paglia ovunque. Uno strazio! Eppure nel 1789 nella
piazza fu eretto l’albero della libertà. Come si fa a dimenticare la
mucca pubblicitaria dispensatrice di latte, che placida stava lì a
ricordare come il latte evochi davvero ancestrali pulsioni, soprattutto verso i più piccoli, oppure le pecore, capre e vitellini legati
nei pressi della scalinata posteriore del Duomo durante una festa
di prodotti tipici locali di qualche anno fa. Va bene che la nostra
agorà ha visto nel passato anche corride: nel 1530 gli Spagnoli ne
organizzarono una, ma i Teramani non l’apprezzarono. Oramai non
fanno più notizie i duelli notturni tra bottiglie di vino e lattine di birra che trovano spazio sulle scale del Duomo, dove fino al mattino,
rimangono in ordine sparso. O anche le bestemmie e parolacce
iazza Martiri della Libertà ha semplicemente bisogno di un disciplinare, di un dispositivo che regolamenti per bene cosa si può fare e
cosa non si può fare, cosa organizzare in
inserite in una canzone natalizia di una band inglese. Parolacce che
provenivano dagli altoparlanti dei due porticati posti su Corso San
Giorgio? Per non parlare delle indubbie kermesse che si sono succedute in tutti questi anni. Fino all’ultima: quella Miss Italia che ha
fatto dire al nostro primo cittadino: “Basta, d’ora in poi creeremo
quest’alveo storico architettonico e per
quanti giorni, selezionando sin dall’inizio
dell’anno pochi eventi, ma buoni, senza
nemmeno tanto sfociare in un taglio snobistico che impedisca alla
pancia di Teramo di esibirsi nel salotto buono della città, di riflettersi sul palco. Di conseguenza, via libera anche a Vittorio il fenomeno,
ma cum judicio. Ok, okeissimo la lirica in piazza, bene anche Sport
sotto le stelle, con alcune revisioni, un successo il Capodanno, e
così via. Non si possono mettere in piedi imbarazzanti sceneggiate, irriverenti per la cittadinanza, solo perché fa gola la piazza più
contesa del contado. La sindrome della sagra perenne continua
purtroppo a contaminare i nostri amministratori, non coscienti che
questo sito rappresenta davvero il salotto di casa e non un fondaco
dove riporre un po’ di tutto. Purtroppo Piazza Martiri della Libertà,
nella sua longeva vita, deve ricordare dubbi episodi, come quello
una zona di rispetto attorno al duomo”. Peccato che dopo qualche
giro di lancetta sono apparsi due bagni chimici orribilmente addossati alle pietre millenarie della nostra cattedrale. Sì. Oriniamo tutti,
pisciamo sul monumento storico più rilevante della nostra storica
città, come nel 410 d.C. a Roma. Come definire, in occasione della
festa dell’agricoltura, l’alta concentrazione di mega gazebo in una
location, sempre quella, solo quella, come se la zona della Villeroy
& Boch, solo per fare un esempio, non potesse ospitare tali eventi.
Un mega tendone piazzato sotto il campanile ha ricordato per un
attimo l’Oktoberfest. Perché, poi, un palco deve essere sovrapposto
per settimane su un monumento storico cittadino che è la scalinata
del duomo? Dov’è il Vescovo, dov’è la soprintendenza ai beni architettonici, ma soprattutto dov’è l’indignazione dei Teramani?
Anche don Aldino, il parroco del duomo, ha dovuto più volte tirare le
orecchie ai nostri amministratori, che avevano esagerato nella folle
da ogni tipo di volgarità. Da sempre si è
varsi asilo e quali invece è meglio portare
collocato in prima linea per denunciare gli
altrove”.
13
nel sito lungo tutti questi anni. Eccone una
Teramani n.° 37 di Settembre 2007.
sintesi.
Riconsegna del duomo restaurato. (Lasciate
n.91
obbrobri che man mano si sono succeduti
due cabine Enel e cancellata di legno nei
Teramani n.° 11 di Febbraio 2005.
pressi). Biagio Trimarelli: “E’ mai possibile
“La lunetta di Venanzo Crocetti, pagata dal-
che i cittadini abbiano dovuto attende-
la Banca Popolare Italiana, doveva essere
re tanto tempo per vedere completata
posizionata nello spazio semicircolare sopra
un’opera così importante per Teramo e
la scultura di bronzo raffigurante l’annuncia-
trovarsi poi di fronte a tali segni di inciviltà e
zione: purtroppo l’opera giace misteriosa-
insensibilità?”.
mente abbandonata in un polveroso scantinato comunale. Al suo posto è stata posta
Teramani n.° 39 di Novembre 2007.
una discutibile opera di Mastrodascio”.
Mimmo Attanasii: “Il ragù alla bolognese,
la polenta è dell’area padana, i fritti ed i
Teramani n.° 23 di Marzo 2006.
saltimbocca sono romani, le olive all’a-
Walter Mazzitti: “Mi chiedo come si possa
scolana, e potrei continuare. Il saluto della
pensare di ingombrare Piazza Martiri con
Provincia di Teramo alla prima edizione
di Magna Teramo è del presidente Ernino
D’Agostino”.
riproduzione delle manifestazioni senza
alcun senso e senza alcun valore aggiun-
Teramani n. 39 di Novembre 2007.
to e soprattutto con la musica “a palla”.
Walter Mazzitti: “Tutto questo (degrado)
Ma in piazza c’è stato un po’ di tutto: la
perché? Perché non ci sono idee. Manca
nostra vita che scorre. La Juve che vince lo
una strategia di fondo, manca la capacità di
scudetto, la Ferrari in mostra, le Topolino,
attirare interessi”.
l’Italia campione del mondo, quotidiano e
pasta alla nocciola la domenica, le bandiere
Teramani n.° 39 di Novembre 2007.
rosse del sindacato, quelle verdi degli agri-
In questo numero Chiodi, Rabbuffo e
coltori, quelle biancorosse degli ultrà che
insistono con le loro sciarpe per il Davide
libero (a ben vedere l’unico vero tormentone teramano, più delle virtù e di Topitti),
degli interventi che io, come cittadino,
Brucchi in bici, l’apetta schioppettante di
giudico offensivi sotto tutti i punti di vista.
Schillaci, il crocicchio di Massoni, i record
Il gazebone, la nuova edicola, la pista di
mondiali, Malavolta, la cabina fototessera
pattinaggio, il mercato del sabato: viene
dove per un anno e mezzo Giovanni vi ha
da chiedersi perché tutto quello che si fa
dormito, il raduno delle Harley. Poi: uno
in questa città deve per forza occupare il
sguardo, un cuore che batte, uno che
centro storico”.
smette di battere, un clochard, Bruno, Vincenzo, la solitudine di Ferragosto, la neve,
Teramani n.° 28 di Settembre 2006.
l’olmo, Biancone, il brusio della fontanella,
“La piazza è offesa da affissioni selvagge
gli anziani sulle panchine, la processione di
principalmente sui muri dell’ex Banco di
Cristo morto, la pioggia. Ecco, per queste
Napoli, tra cui quelle di Agena, Casa della
e per altre migliaia di ragioni, concittadini
Libertà e qualche stemma di Rifondazione”.
Micheli assicurarono tolleranza zero per le
per favore indignatevi quando qualcuno
violenta il nostro io collettivo, la nostra
Teramani n.° 36 di Luglio-Agosto 2007.
affissioni abusive. Ma da allora la situazione
storia. Incazzatevi e non permettete che
Francesca Marrone. “Piazza Martiri: la vera
è solo peggiorata.
qualcuno scambi Piazza Martiri della Libertà
agorà teramana. Qui fu eretto nel 1799 l’al-
per lo scaffale di un centro commerciale,
bero della libertà; qui nel 1530 gli Spagnoli
Teramani n.° 41 di Gennaio 2008.
dove la merce viene accatastata in modo
organizzarono una corrida, con tanto di toro
“Abbiamo visto camion scaricare merce in
che s’inganni il consumatore. Riprendiamoci
e torero, che però non sembrò incontrare
piena mattinata e spesso oltre, senza più un
il nostro salotto. I Teramani non amano le
il parere favorevole dei locali. Nell’ambi-
orario da rispettare, in quel caos da Kasba
corride.
to di una manifestazione di alta moda e
nordafricana”.
Agriservice una mucca appare accanto al
Il nostro mensile, sin dall’inizio ha perorato
duomo: a questo punto bisogna capire quali
Teramani n.° 52 di Marzo 2009.
la causa di una Piazza Martiri sgombra
manifestazioni e quali prodotti possono tro-
“Anche se è vero che in fondo le brutture
14
La nostra città
segue da pag. 13
n.91
della vita sono pratiche, perché col tempo
Teramani n.° 72 di Giugno 2011.
e d’ogni dove a prezzi stellari, ma non le
si trasformano in qualcosa di utile, come
“Caos al caos. A tratti la nostra placida cit-
peculiarità teramane, niente sfujatelle,
il letame in humus, quelle teramane però
tadina sembra avere il volto della disastrata
caggiunitte, niente papatille, ma dolci che
rasentano l’indolenza sciatta della trasanda-
Hill Valley di Ritorno al Futuro II quando il
troviamo in qualsiasi centro commerciale
tezza, un po’ in linea con il carattere pigro e
cattivo Biff Tannen, una volta in possesso
preparati attraverso orripilanti procedimenti
svogliato dei nostri concittadini”.
del Grande almanacco sportivo, riuscì a
chimici e conservati con poca attenzione
diventare sindaco della città, facendola
per la salute pubblica”. (…) “Gli alberi di
Teramani n.° 69 di Febbraio 2011.
assurgere a capitale del vizio e del disordine
“Ok, un tir in retromarcia centra in pieno il
più completo”…. “Il volto in città è quello
simbolo della teramanità e sbreccia una par-
abbruttito del laissez-faire o del vada-come-
te della scalinata: chi è mai quel pazzo che
vada che si è ingenerato con l’allentamento
fa depositare addosso alle mura del duomo
del controllo del territorio”.
del capoluogo, saponi, detersivi, mozzarelle,
frutta fresca, così come capita tutte le volte,
Teramani n.° 75 di Dicembre 2011. Oc-
almeno due giorni alla settimana, in attesa
cupy Piazza Martiri della Liberta. Don Aldino,
che dopo ore gli addetti dell’ipermercato la
ritirino. Chi è quell’incosciente che permette
che bisonti simili solchino la porta del
Natale sono posticci ma “a gratis” (non è
santuario aprutino? Chi permette che per
che tra le mura si fa entrare anche il cavallo
il corso principale a mezzogiorno una fila
di Troia? tanto è un dono. Gli altoparlanti
interminata di altrettanti tir si susseguano
della musica (Feliz Navidad il tormentone)
come in una tappa del giro d’Italia: è l’isola
sono pericolosamente penzoloni su pedoni,
pedonale dov’è?”…”Dall’altro lato di Piazza
l’albero posticcio ha i doni di cemento
Martiri appaiono le mitiche sfere di Vitelli che
avvolti da cartaccia bianca e rossa e un
si susseguono come una collana infilate da
po’ di muschio buttato sul selciato senza
cinghie da rockettaro, facendo letteralmente
nessuna cura o inventiva, quando invece
inciampare vecchiette e giovani. Oltre ai tir,
c’era il tradizionale albero a ridosso della
sfilano senza sosta i bus della linea urbana
torre campanaria. È finta anche la pista di
ghiaccio senza ghiaccio ma composta di
tagliando la piazza con bambini e con il
traffico di autovetture senza permesso, o
il parroco del duomo, ha dovuto beatamen-
un materiale sintetico, anch’essa, guarda
se ce l’hanno sono illegittimamente usati
te tirare le orecchie ai nostri amministratori
un po’, acciambellata sulla scalinata del
come quelli individuati nelle auto di alcuni
per le troppe e insulse manifestazioni in
duomo, strozzando il respiro degli elementi
dipendenti della Prefettura, oggetto di inda-
piazza. Le ricotte sono pericolosamente
architettonici degli ambienti e insidiando
gine della Procura di Teramo. E a proposito
esposte per troppo tempo con rischio
le santità. Pare che Teramo, e la sua piazza
di pass: continua il florilegio di tagliandi per
della salute pubblica, in rassegna banali
principale, debba essere riempita come
disabili intestati a parenti morti ma ancora
cianfrusaglie e cineserie senza nessun
un piatto di virtù e farcita come timballo.
utilizzati da persone che la sera fanno
valore aggiunto. Nell’ultima manifestazione
Teramo è pervasa dalla sindrome della
walking o acquagym”.
di Art&Ciocc, compaiono specialità siciliane
sagra perenne”.
Teramani n.° 80 di Aprile 2012.
“Giorni contati per la Teramo-suk dei gazeboni, dei dehors che scimmiottano baite
alpine, degli ombrelloni da mare con i marchi della birra sui lembi della stoffa e delle
sedie di plastica bianche. Il sindaco Brucchi
ha detto stop e ha varato un regolamento
che provvederà a ristabilire un po’ di ordine
tra le strutture più impattanti”. (Sic!).
Infine: forse l’unica apparizione che tra
l’altro ha entusiasmato i nostri piccoli, la
giostra, è stata tolta perché dopo un po’ ci
si era accorti che non aveva tutti i permessi
in regola. n
di
16
n.91
Arco Consumatori informa
Obblighi degli
istituti di credito
verso
la clientela
P
Massimo
Di Giacomantonio
[email protected]
clausole contrattuali che disciplinano le relazioni con le banche; fra
queste assumono particolare rilevanza le condizioni economiche,
indispensabili per una corretta valutazione di convenienza delle
operazioni e dei servizi.
Per garantire la trasparenza e, più in generale, la correttezza nei rapporti fra banca e clientela, sono state emanate specifiche norme che
intervengono nelle diverse fasi in cui si articolano tali rapporti.
Le norme del Testo Unico Bancario impongono alla banca di rendere
note in modo chiaro al cliente tutte le condizioni economiche relative
alle operazioni e ai servizi offerti, stabilendo che tale obbligo non può
essere assolto mediante rinvio agli usi.
I contratti devono essere redatti per iscritto ed
un esemplare deve esser consegnato ai clienti.
I contratti devono altresì indicare il tasso
d’interesse, ogni prezzo e condizione praticati,
inclusi, per i contratti di credito, gli eventuali
maggiori oneri in caso di mora.
Qualunque modifica unilaterale delle condizioni contrattuali deve essere comunicata
iù di La conoscenza delle caratteristiche e dei costi delle
espressamente al cliente secondo modalità
operazioni e dei servizi bancari, la comparazione fra le diverse
contenenti in modo evidenziato la formula:
offerte presenti nel mercato e la possibilità di effettuare scelte
“Proposta di modifica unilaterale del con-
consapevoli e coerenti con i bisogni da soddisfare, costituisco-
tratto”, con preavviso minimo di due mesi, in
no per il cittadino e per le imprese strumenti importanti che, tuttavia,
forma scritta o mediante altro supporto durevole preventivamente
dipendono dalle informazioni disponibili.
accettato dal cliente. Gli istituti di Credito devono, inoltre, fornire per
Tali informazioni sono spesso insufficienti, per cui è difficile compiere
iscritto o mediante altro supporto durevole preventivamente accet-
valutazioni sulle operazioni e sui servizi offerti, sia sotto il profilo della
tato dal cliente, alla scadenza del contratto, e comunque almeno una
convenienza economica, sia sotto il profilo della funzionalità in rela-
volta all’anno, una comunicazione chiara in merito allo svolgimento
zione ai bisogni del cliente ( sia esso semplice cittadino o impresa).
del rapporto. Quelle appena richiamate sono soltanto alcune delle
In questo ambito si colloca il concetto di trasparenza, intesa come
prescrizioni che gli istituti di credito sono tenuti ad osservare nei
possibilità per il cliente di accedere alle informazioni relative alle
rapporti con i clienti. n
di
Giochini e giochetti
“Sì la vita è
tutta un quiz!”
anzi di... telequiz
Mimmo
Attanasii
[email protected]
n.91
e annuncia “un intervento immediato a tutela degli utenti” contro
quelle che definisce vere e proprie “trappole” (http://www.key4biz.it/
News/2013/09/02/Policy/Filippo_Lucci_CORECOM_AGCOM_telequiz_
spot_ingannevoli_219482.html).
Alcune persone credono ancora che le notizie diffuse attraverso i contenitori televisivi, legittimati dalla notorietà, siano imparziali. L’informazione
percepita come un occhio nel cielo a riportare i fatti nudi e crudi ignorando la manipolazione di quanto quegli stessi accadimenti si inseriscano
nella visione soggettiva del mondo. Riceviamo tutte le nostre informazioni attraverso una qualche forma di media e la reazione
su opinioni che non condividiamo può essere intensa.
Chi scorge e si allarma per una presunta cospirazione
sovversiva e chi si rassicura accatastando responsabilità
I
sui soliti potenti, che cercano di controllare la società.
strumenti adatti a una analisi approfondita dei meccani-
e il male passa attraverso il cuore di ogni essere umano.
smi pubblicitari. Proprio in queste settimane, a intervalli
E chi è disposto a distruggere una parte del proprio cuo-
irregolari, sono stati trasmessi dalle televisioni commer-
re?”. I mezzi di comunicazione hanno il dovere e il biso-
ciali degli indovinelli così banali da indurre il telespettato-
gno di esercitarsi nell’analisi e nell’impegno, ma troppo
re a scansare gli indugi e partecipare tranquillamente con
spesso la paura è quella di ottenere solamente una rea-
Ma c’è davvero una cospirazione? Alexander Solzhe-
l mensile Teramani si è occupato già alcuni anni fa
nitsyn era famoso per avere detto: “Se solo le persone
ed anche di recente di alcuni “trabocchetti” occultati
cattive fossero tutte da una parte, che se commettono
sotto forma di telequiz, ribadendo il concetto della
atti maligni in modo insidioso basterebbe separarle dal
necessità di tutela per il consumatore sprovvisto degli
resto di noi e distruggerle. Ma la linea che divide il bene
un semplice messaggio dal cellulare: “Il Colosseo si trova
17
zione acritica. Ed è così che a volte nasce il pregiudizio.
a Roma oppure ad Atene?”. A SMS inviato, si attiva un abbonamento
L’ideologia si basa su un insieme di idee, principi e pensieri influenti da
a servizi non voluti. Anche il presidente del Corecom Abruzzo, Filippo
condividere. In una società capitalista, i prodotti culturali sono costruiti
Lucci, coordinatore nazionale dei Corecom italiani, ha fatto sentire la
per l’esecuzione di un business e non per fini artistici. In questo contesto,
sua autorevole voce denunciando “questa tipologia di spot” che “va
gli imprenditori scelgono appunto di lasciarsi la considerazione di utilità
ad aggiungersi a un’affollata selva di programmazioni televisive, che
sociale alle spalle e la concezione di vita si è trasformata gradualmente
fanno leva sull’ingenuità dei consumatori e la speranza di facili vincite”
nel processo di prefiggersi impossibili cospicui profitti per tutti. n
di
18
n.91
Scuola
La domanda è
legittima:
libro digitale
o cartaceo?
La scuola ha ormai riaperto le sue porte,
ma l’innovazione non è di casa
Maria Gabriella
Del Papa
[email protected]
ter, anche off-line, e ottimizzati per Lavagne Interattive Multimediali.”.
Ma andiamo avanti, nel 2012 si parla ancora di Novità per la scuola:
arrivano nuove direttive dal Ministero dell’Istruzione in materia di libri di
testo, a partire dall’anno scolastico 2012-2013 dovranno essere disponibili
esclusivamente in duplice forma, quindi non solo cartacei ma obbligatoriamente anche in formato elettronico. Il Miur stabilisce, quindi, l’obbligo
di adottare gli e-book nelle scuole come risorsa parificata ai testi cartacei.
La circolare ministeriale pubblicata il 9 febbraio 2012, “Adozione dei libri di
testo per l’anno scolastico 2012-2013 - Indicazioni operative” fa riferimento alle linee guida già emanate nel 2009 ma aggiunge alcune normative
importanti e definitive. Con l’avvio dell’anno scolastico 2012-2013, infatti, i
docenti non potranno più adottare materiale scolastico disponibile solo ed
esclusivamente in formato cartaceo. Le adozioni da effettuare nel corrente
anno scolastico, a valere per il 2012/2013, presentano una novità di assoluto rilievo, in quanto, come è noto, i libri di testo devono essere redatti in
forma mista (parte cartacea e parte in formato digitale) ovvero debbono
essere interamente scaricabili da internet. Pertanto, per l’anno scolastico
2012/2013 non possono più essere adottati né mantenuti in adozione testi
scolastici esclusivamente cartacei.”.
Oggi, anno 2013 stiamo ancora disquisendo tra libro cartaceo, digitale,
misto, ma non riusciamo a muoverci di un millimetro, la situazione va
avanti a piccoli passi ma retrocede troppo velocemente inglobando
tutte le fatiche in men che non si dica. Il ministro Carrozza lancia il suo
messaggio : “ Stop agli Ebook scolastici”. L’accelerazione della digitaliz-
P
er Parlare di E - book ormai risulta quasi scontato,
ma in realtà non lo è proprio, poiché dal mondo
zazione del mondo scolastico subisce una brusca frenata
per l’intervento del Ministro dell’Istruzione, Maria Chiara
Carrozza. Nella disputa tra Governo e editori, questa
volta la neo - Ministra si è schierata dalla parte di
della scuola giungono alle nostre orecchie, è
quest’ultimi durante un incontro con loro avvenuto
ormai provate, notizie alquanto contrastanti.
la scorsa settimana. Proprio la Carrozza ha deciso
Entrando nel merito della questione possiamo
dire che sin dal 2008 si parlava di obbligatorietà
del cartaceo, infatti si annunciava, è il caso
di favorire una linea di confronto e valutazioni
che sembrava, la scorsa primavera, giunta al
termine con Profumo. Gli editori esultano e
di dirlo, con una certa baldanza ed una
i ragazzi vedono allontanarsi, almeno per
relativa soddisfazione, che ci sarebbe
il momento, la possibilità di sostituire
stata una grande novità nel mondo
della scuola. La nuova normativa,
anche retroattiva, precisava che i
testi adottati dagli istituti scolastici
i classici manuali cartacei con gli
innovativi e-Book. Rallentare il percorso della digitalizzazione dei libri
scolastici, senza tuttavia uscirne.
nell’anno 2008-2009 (anno di entrata in vigore della legge n. 169/2008) e
Questa la posizione espressa dal Ministro Carrozza dopo l’incontro con
disponibili in formato cartaceo, sarebbero stati sostituiti da testi digitali
gli editori. La scuola, infatti, non sembra ancora pronta ad una rivoluzione
scaricabili da Internet oppure rimpiazzati da materiale didattico diver-
digitale di questo tipo a causa della mancanza di infrastrutture adeguate a
so dove non era possibile attuare le nuove disposizioni. Il Miur forniva
sostenerla. Così l’ingresso obbligatorio dei libri scolastici digitali viene con
anche chiare indicazioni ai dirigenti scolastici, esortandoli a effettuare la
buona probabilità posticipato alla stagione scolastica 2015-2016.
programmazione per tempo per garantire la massima fruibilità dei testi da
Gran parte degli editori tirano così un sospiro di sollievo. La loro lotta alla
parte degli studenti. Ribadiva quanto segue: “Coerentemente con quanto
digitalizzazione non carente di buone ragioni aveva trovato sfogo nel ricor-
previsto al punto 1.1, si richiama l’attenzione dei dirigenti scolastici sull’e-
so al Tar contro il decreto Profumo. Molti sono coloro già impegnati nella
sigenza di programmare con congruo anticipo tutte le attività ricognitive,
pubblicazione di e-Book, ma altrettanti sono gli editori che mal digeriscono
propedeutiche alla delibera del collegio dei docenti, soprattutto in ordine
il tramonto dei classici testi cartacei. Restano tuttavia tutti in attesa delle
alla verifica della forma (cartacea, mista o scaricabile da internet) dei testi
comunicazioni relative alla possibile eliminazione del tetto sui costi dei
attualmente in uso, al fine di individuare quelli che potrebbero essere con-
libri, stabilito dall’ex Ministro Profumo, che consentiva un risparmio del
fermati e quelli che necessariamente devono essere sostituiti in editoria.
20%-30%. L’epopea della digitalizzazione non sembra, insomma, giunta al
Gli e-book introdotti nelle scuole dovranno, inoltre, essere realizzati in
capolinea, sebbene l’Ocse si sia espressa negativamente rispetto alla lenta
modo da assicurare la totale coerenza con l’opera cartacea corrisponden-
progressione della digitalizzazione della scuola italiana, i nostri studenti
te, subire aggiornamenti periodici, consultabili da qualsiasi tipo di compu-
dovranno tenersi stretti i libri di carta per almeno un altro paio di anni. n
di
20
n.91
Il libro del mese
L’uomo
che sussurra
ai potenti
L
uigi Bisignani. Basta la parola. Non occorrono presentazioni né
curriculum. Di lui Berlusconi ha detto che “è l’uomo più potente
d’Italia” e Gianni Letta ha dichiarato che “è l’uomo più conosciuto
che io conosca”. Dopo trenta anni di esercizio occulto del potere,
Bisignani finalmente si racconta con la fascinazione che può suscitare chi sa tutto o quasi dei meccanismi che governano le Istituzioni
repubblicane, schiave di una rete di relazioni che tiene per le palle la
democrazia, che in Italia non è mai stata tale.
Il libro “L’uomo che sussurra ai potenti”, edito da Chiarelettere nel
maggio 2013, oltre ad avere un titolo ruffiano ma azzeccatissimo, è un
sussidiario che dovrebbe essere studiato da tutti coloro che si occupano di politica, per poterne suggere la linfa che attraversa i centri di
ogni genere e grado dove si esercita il potere in nome del popolo (cioè:
contro o a prescindere dal popolo). Una testimonianza straordinaria sui
meccanismi del potere “che agisce nell’ombra”.
Ma chi è davvero Bisignani? Lui detesta essere chiamato lobbista o faccendiere, preferisce descriversi con locuzioni più eleganti: “mi piacciono
i grandi progetti da costruire attorno a persone intelligenti (…) Non ho
mai amato apparire, non vado quasi mai a cene cui partecipano più di
sei persone. E preferisco avere a che fare con un solo interlocutore così
Maria Cristina
Marroni
[email protected]
da concentrarmi su di lui e prestargli la massima attenzione (…) Il mio
segreto è che rimango sempre a disposizione dei miei amici (…) Qualcuno mi chiama “triangolatore”, qualcun altro “coach”. Il giornalista Gianni
Barbacetto mi ha dipinto come “l’uomo dei collegamenti”. Mentre, per
il comico Maurizio Crozza, avrei addirittura “più amici di Facebook” (…)
Una volta un cardinale mi definì “uno stimolatore di intelligenze”. Definizione che mi ha commosso”.
Bastano queste etichette a segnalare un aspetto niente affatto secondario: il potere è il luogo dove si governa il linguaggio, lo si padroneggia
e manipola fino ad adattarlo agli usi più disparati; è il luogo dove gli
ossimori non esistono ed è l’orizzonte dove gli opposti si uniscono e le
differenze svaniscono.
Vengono in mente aforismi che hanno già chiarito l’arte di camuffarsi
da parte di chi gestisce il comando per evitare sempre e comunque lo
scontro diretto o l’indisposizione manifesta delle masse. Frasi come
“la serva è ladra, la padrona è cleptomane” (i politici infatti si accompagnano con le escort, mentre gli operai vanno a puttane), oppure come
quella di Ennio Flaiano “in Italia la via più breve fra due punti è l’arabesco” (ad indicare come sia necessario un estenuante calvario di trame
per poter abbindolare l’opinione pubblica). La sintesi di 300 pagine è
piuttosto banale: il mondo cambia
ma il potere no, è sempre uguale
a se stesso, non ha colore, non
conosce appartenenze né ideologie, persegue sempre indefettibilmente il proprio interesse con
sovrana indifferenza.
Simbolo nazionale del potere è la
Gomorra politica per eccellenza,
centro mondiale della cristianità,
cartolina sfavillante di una civiltà
millenaria: Roma, trono dell’ultimo
Imperatore che vi ha regnato dal
1946 al 2013 per 67 anni consecutivamente, Giulio Andreotti, di
cui Bisignani è stato l’allievo più
brillante, il suddito più fedele, il più
raffinato esegeta, il suggeritore
più ascoltato (“nella mia carriera
ho costruito giorno per giorno un
rapporto di fiducia con un uomo per me straordinario: Giulio Andreotti”).
All’intervistatore Paolo Madron che gliene chiede conto, Bisignani
incide nel marmo poche parole sulla capitale:“Mio caro, lei è veneto e
non può avere la piena percezione di quanto Roma sia un ventre molle
che smussa tutte le differenze. E che finisce per omologare anche gli
ambienti più antagonisti. Vedrà quanto poco tempo ci metteranno i
grillini ad esserne fagocitati”. Ma il faccendiere, pardon, lo “stimolatore
di intelligenze” con quali strumenti agisce? “Quando riconosco una persona valida mi piace immaginare quale ruolo potrebbe ricoprire, come
potrebbe sfruttare al meglio le sue prerogative. E individuata la casella?
Suggerisco una strategia precisa, incoraggio, favorisco l’incontro con
persone capaci di creare il consenso necessario a occuparla”.
L’ufficio di Bisignani è stato per decenni una vera e propria meta di pellegrinaggio ecumenico e trasversale da parte di politici di centro, destra
e sinistra (“non ne ho mai fatto una questione ideologica. Ho sempre
privilegiato l’intelligenza all’appartenenza
alla presidenza di Romano Prodi (2006-2008)”.
tesoriere del PDL Rocco Crimi, “disgustato da
politica”), come da parte di finanzieri, alti
Il capitolo Berlusconi è illuminante: “Silvio
tanti voltagabbana, spiazzò tutti rassegnando
prelati, giornalisti (cui ha regalato camionate
non è mai stato un uomo di potere. È solo
il suo incarico nelle mani di Berlusconi, come
21
di notizie e scoop), servizi segreti e ufficiali
un uomo molto ricco che è stato capace di
prova di fedeltà assoluta, durante un dram-
dell’esercito. Egli viene “unanimemente
vincere le elezioni. Mai, eccezion fatta per la
matico ufficio di presidenza. Chiaro che da
n.91
riconosciuto come il capo indiscusso di un
RAI, di imporre suoi candidati sulle poltrone
quel momento la borsa si chiuse e non uscì
network che condiziona la vita del Paese”,
più delicate”.
più un euro. Per continuare i sogni di gloria i
facendo nomine delicate, girando poltrone,
Molto dettagliato il racconto della congiura
congiurati avrebbero dovuto metter mano ai
scambiando notizie e favori, speculando su
dei pidiellini contro il loro padrone: “pic-
loro portafogli”. Poveracci.
operazioni finanziarie.
coli uomini creati da Berlusconi dal nulla e
Il libro è una miniera inesauribile di notizie e di
Bisignani svuota in poche righe l’idea che
improvvisamente convinti di essere diventati
aneddoti sul potere della Chiesa, della finanza,
il potere si trovi nelle Istituzioni, fornendo
superuomini”. Si tratta di Renato Schifani,
dei servizi segreti (“Perché in Italia i Servizi
l’impressione che la politica ne sia quasi una
Angelino Alfano (dipinto come un cretino vit-
sono per definizione deviati? Perché esiste
vittima: “il potere si trasmette e funziona
tima dei social network, maniaco dei giochini
una forza frenante costituita da strati rocciosi
anche in luoghi meno riconoscibili e control-
sul cellulare e dell’oroscopo), Roberto Maroni
di centinaia e centinaia di dirigenti, funzionari
labili, si moltiplica e può riprodursi in maniera
(che avrebbe voluto Alfano successore di
e impiegati incapaci, entrati grazie alla politica
nascosta e a volte ambigua e misteriosa”.
Berlusconi), Maurizio Lupi, Gasparri, La Russa,
e che per la politica continuano a lavorare”),
Quali luoghi? “L’ufficio legislativo del Quirinale,
Mantovano, Augello, Beatrice Lorenzin (“la
dei media, della magistratura (Tangentopoli)
quello di bilancio della Ragioneria generale
favorita di Angelino, premiata con il Ministero
e della massoneria (P2 e P4). A proposito
dello Stato e della Protezione civile. I fondi
della Salute”), Raffaele Fitto ed altri ancora.
di massoneria, “ancora ci si chiede come
riservati dei Servizi segreti, i centri spesa degli
Dopo l’insediamento del governo Monti i
abbiano fatto Gelli e la P2 a impadronirsi di
enti locali. E poi alcune stanze delle Procure”.
congiurati guidati da Alfano, con l’appoggio
pezzi importanti del sistema economico e
L’intervistatore, desolato, rilancia: “Il Presi-
della Chiesa (Arcivescovi Rino Fisichella e Giu-
politico. Innanzitutto grazie alla scaltrezza nel
dente del Consiglio conterà pure qualcosa”.
seppe Betori, il Cardinale Angelo Bagnasco),
manipolare i rapporti personali e finanziari,
Bisignani lo gela: “Solo per il suo carisma, ma
la sponda di Casini e l’aiuto di Franco Frattini,
condendoli con il fascino che la massoneria
di solito dura poco. (…) Credo sarà così anche
coinvolsero Quagliariello, Sacconi e alcuni go-
esercita in molti ambienti di tutto il mondo”.
per Enrico Letta che, abile tessitore di rapporti
vernatori del PDL (Formigoni, Caldoro, Chiodi,
Madron si ostina a voler chiarire l’evidenza
politici, ha dimostrato poco carisma quando
Cappellacci e Scopelliti) nel tentativo di fare
affermando “Quindi anche per lei comandare
è stato al governo da Ministro dell’Industria
fuori il Cavaliere.
è meglio che fottere”.
(governi D’Alema e Amato) e sottosegretario
La congiura fallì miseramente perché il
La risposta: “Su questo non ci piove”. n
di
22
n.91
Maria Gabriella
Di Flaviano
La Scuola
Scuola
La valutazione
Le conseguenze della valutazione
R
[email protected]
pedagogisti e psicologi, ma così ferocemente
avversata?
Daniel Pennac, straordinario e prolifico scrittore, considerato anche lui “somaro” quando era
studente e per questo emarginato, in “Diario
di scuola” sostiene fermamente la necessità
dell’amore nel rapporto educativo, ricorrendo
ad una metafora “alata”, di cui riporto alcuni
stralci con la speranza che i docenti di cui sopra
possano trarne un qualche insegnamento.
“…Le rondini ogni anno…si apprestano a
iceviamo e pubblichiamo integral-
Mi risultano
migrare. Vengono da nord, dirette a sud. Ed è
mente la lettera di un nostro lettore
invece (e tra
esattamente l’orientazione della nostra camera
che auspica la speranza di indurre
l’altro molto
da letto: nord, sud. Un abbaino a nord, una dop-
una riflessione sulle modalità di inse-
chiaramente), la
pia finestra a sud. E ogni anno lo stesso dram-
gnamento e sulla valutazione degli studenti
superficialità dei docenti, la scarsa conoscenza
ma. Tre o quattro di quelle scemotte vanno a
da parte degli insegnanti.
della psicologia dei ragazzi, gli atteggiamenti
sbattere contro i vetri fissi! È la nostra percen-
discriminatori e selettivi. Spero ardentemente
tuale di somari. Le nostre devianti. Quelle che
Quando la scuola dimentica un’istanza fonda-
che questo ragazzo non perda fiducia nelle
non stanno in riga. Che non seguono la retta
mentale dell’educazione, quella che richiede
sue capacità, che raccolga tutte le sue forze
via. E gozzovigliano ai margini. Risultato: vetro
il rispetto e la tutela dell’autenticità, dell’origi-
per andare avanti e completare il suo percorso
fisso. Toc! Tramortita sul tappeto. Allora uno
nalità e della valorizzazione della personalità
scolastico.
di noi… prende la rondine stordita nel palmo
individuale.
Protagonista dell’altro fatto è una ragazza
della mano, aspetta che si risvegli e la manda a
Gli esami di maturità si sono conclusi da circa
molto intelligente, sempre pronta ad appro-
raggiungere le sue amiche. La resuscitata vola
due mesi, eppure le critiche e le polemiche
fondire con passione ed entusiasmo le proprie
via, ancora un po’ intontita, zigzagando nello
non accennano a diminuire: troppi sono gli
conoscenze, valutata “matura” con un voto non
spazio ritrovato, dopodichè punta dritto a sud
alunni e le famiglie fortemente delusi da una
corrispondente alle sue ottime capacità, solo
e sparisce nel suo avvenire. Ecco, la mia meta-
valutazione troppo soggettiva, selettiva, mirata
perché la sua partecipazione attiva alle lezioni,
fora vale quel che vale, ma è questo l’amore in
soprattutto alla comparazione degli alunni.
il desiderio di primeggiare e la consuetudine di
materia di insegnamento, quando gli studenti
Alla luce di alcuni fatti di cui sono venuta a
esporre le discipline con dovizia di particolari
volano come uccelli impazziti. A questo la pro-
conoscenza, devo constatare con profondo
sono stati scambiati per “saccenteria, prolissità
fessoressa G. o Nicole H. hanno dedicato tutta
rammarico che i docenti non hanno ancora ben
e mancanza di capacità di sintesi”. Ma c’è
la loro esistenza: salvare dal coma scolastico
compreso la funzione della valutazione.
di più: nel corso del triennio è stata più volte
una sfilza di rondini sfracellate. Non sempre si
È ora che si metta da parte l’idea che la valu-
apostrofata con espressioni umilianti e di
riesce, a volte non si trova una strada, alcune
tazione sia di per sé “una forma di selezione e
cattivo gusto. Che scuola è questa? Non sanno
non si ridestano, rimangono al tappeto, oppure
di emarginazione” e si capisca, una volta per
gli insegnanti che le parole, come recita un anti-
si rompono il collo contro il vetro successivo…
tutte, che essa è “uno strumento di promozio-
co adagio, possono fare più male degli schiaffi
Ma ogni volta ci proviamo, ci abbiamo provato.
ne, di incoraggiamento e di valorizzazione delle
e provocare reazioni sbagliate e scorrette da
Sono i nostri studenti! Le questioni di simpatia
potenzialità che ogni discente possiede”.
parte degli alunni? I ragazzi vanno amati, curati
o di antipatia per l’uno o per l’altro (questioni
Degli esami di maturità di quest’anno voglio
come dei figli, incoraggiati, gratificati, non mal-
quanto mai reali, ci mancherebbe!) non c’en-
denunciare due fatti.
trattati ed umiliati. Naturalmente, se sbagliano,
trano. Una rondine tramortita è una rondine da
In una scuola sei alunni di una classe sono stati
vanno rimproverati e corretti, ma con autorità,
rianimare, punto e basta”.
ammessi a sostenere gli esami, benchè presen-
non con autoritarismo e forme di persecuzio-
È come dire: un ragazzo che ha problemi di
tassero notevoli lacune in tutte le discipline.
ne. Se i docenti si relazionano con gli alunni
apprendimento e di inserimento nel gruppo
Ebbene, di questo gruppo uno solo è stato
in modo denigratorio ed autoritario rischiano,
classe non va umiliato ed emarginato, ma va
considerato “immaturo”. Tutto questo non ha
infatti, di paralizzare la loro spontaneità ed
portato gradualmente, con amore e fermez-
senso: a parità di condizioni, infatti, i suddetti
autenticità, di renderli inibiti, insicuri e infelici,
za, ad “aprirsi al sapere” e a comportarsi
alunni, una volta ammessi, dovevano o essere
di creare in loro sensi di colpa oltremodo nocivi
civilmente con i compagni e i docenti; mentre
tutti promossi (soluzione ottimale) o tutti boc-
per la conquista dell’indipendenza, in quanto
una ragazza esuberante e volitiva che vuole
ciati (soluzione deprecata ma almeno paritaria).
provocano l’nsorgere di un processo che oscilla
partecipare attivamente alla lezione anche con
Non riesco proprio a capire con quale criterio
continuamente fra ribellione, pentimento, sot-
osservazioni e critiche (perché no?, i docenti
un “solo ragazzo” sia stato fermato. Forse ha
tomissione e ancora ribellione. Sic Neill et al…
non sono infallibili!) primeggiare e mostrare le
fatto, come si suol dire, “scena muta”? Non mi
Non sarebbe più costruttivo e più dignitoso
proprie capacità, non va mortificata ma accet-
risulta! Forse gli altri cinque hanno mostrato
porre al centro della relazione pedagogica
tata, valorizzata e gratificata!
una preparazione accettabile? Non mi risulta!
la nozione di “amore” tanto auspicata da
Un genitore deluso. n
Redazionale
Indipendanza
dalla
Redazione
[email protected]
n.91
valido per l’insegnamento della danza moderna e quello per istruttrice
di zumba.
Francesca Voconi. Insegnante di danza classica, propedeutica,
modern dance, danze caraibiche e latino americane (bachata, salsa, merengue, balli di gruppo, rueda, rumba, gestualità femminile, portamento)
P
repertorio di musical, zumba fitness, zumbatomic. Diploma in danze
offerta una settimana di prova gratuita: tutto ciò per mettersi già in rela-
introduzione al due, bachanga, cha cha, stile donna, coreografico, salsa.
zione con un nuovo modo di fare danza che senza dubbio soddisferà le
Carla Voconi è al momento una delle principali ballerine di mambo, nota
vostre ambizioni. Inoltre sono a disposizione, oltre a sconti speciali per
per il suo stile classico e sensuale. Ha avuto il privilegio di imparare e
gli universitari, anche corsi per adulti durante il mattino e nelle pause
lavorare con alcuni dei più importanti artisti di salsa al mondo: Marco
pranzo. Le iscrizioni sono già aperte dal 15 Settembre e si possono
Ferrigno, suo primo partner, con cui ha ballato per due anni nella
effettuare presso Indipendanza che è sito in Via Gammelli 1, angolo
compagnia Fogaratè di Juan Matos; Tropical Jam, Adolfo Indacochea e
Via Gammarana (info: Francesca 328 9180104 oppure Valentina 349
la sua compagnia Latin Soul Dancers, con cui si è esibita nei maggiori
3565113, e-mail: [email protected]). La danza non è
congressi di tutto il mondo, come Australia, Canada; Cina Giappone,
solo uno sport ma il linguaggio nascosto dell’anima, una poesia quindi.
Usa, America Latina e nelle principali città europee. Dall’inizio del 2012
Questo è lo spirito che aleggia in Indipendanza e gli addetti assicurano
Carla è diventata inoltre partner del Maestro dei maestri “The Mambo
come quest’arte si possa trasmettere in diversi stili dalla classica al
King” Eddie Torres.
caraibiche, coreografia e danza moderna. Diploma di Zumba instructor
rende il via con ritmo e brio una nuova realtà teramana che coro-
di primo livello conseguito nel 2012. Diploma di Zumbatomic conseguito
na i sogni di chi ama danzare. Assistita dalle migliori professiona-
nel 2013.
lità, la scuola di ballo Indipendanza inizia i corsi il primo Ottobre
2013 ma segnala per chi vorrà che dal 23 al 30 Settembre c’è in
Carla Voconi. Corso di mambo New York uomo e donna, salsa,
modern jazz; dal contemporaneo all’hip hop; passando per la video
dance, le danze folkloristiche, il flamenco e sevillana, fino al repertorio di
Manolo Perazzi. Corso di improvvisazione, floorwalk, contact, modern
musical e tip tap, danze caraibiche, latino americane e ancora zumba e
contemporaneo, laboratorio e composizione coreografica.
zumbatomic, la nuova disciplina rivolta ai più piccolini. Allora forza, cosa
aspettate? Indossate il vostro abbigliamento e raggiungete gli altri in un
Roberta Parmiggiani. Corso di danza e tecnica classica dal primo
mondo che danza, anzi che Indipendanza!!
all’ottavo corso. Corso di avviamento professionale.
Saranno in molti gli insegnanti che presiederanno i diversi corsi: ragazze e ragazzi preparati ed affermati e professionali nello svolgere il
Paolo Lepidi. Corso di hip hop (new style, L.A. style, house) e break
proprio compito.
dance.
A partire da Valentina Di Sabatino che sarà l’insegnante nei corsi
Fabrizio Ferri. Maestro in danze caraibiche e latino americane. Direttore
di modern jazz, jazz e lyrical jazz (per adulti e bambini dai 4 anni in su),
della scuola di ballo “Dale Dos Accademy”. Istruttore di Zumba fitness.
tecnica di passi a due, propedeutica, repertorio di musical, danza dolce
per adulti, sbarra a terra, istruttrice di zumba fitness. Tre borse di studio
Pamela Pingiotti. Corso di pizzica e tarantella del sud. “Appassionata
per lei da Renato Greco Dance School e Aid di Giacomo Molinari, due
di musica popolare fin da bambina è sempre alla scoperta di antiche
prestigiose scuole di Roma. Studia nel corso di avviamento professio-
tradizioni.
nale per danzatori in entrambe le scuole e successivamente entra nella
compagnia di ballo Renato Greco Dance Company. Consegue il diploma
23
Maruska Pecorale. Istruttrice di danze caraibiche e latino americane.
24
n.91
di
Musica
Il Piper
Il tempio del beat italiano
C’
Fabrizio
Medori
[email protected]
David Bowie. Fra gli habitué, intanto, si era formata una sorta di
“aristocrazia” beat della quale, partendo da Patty Pravo, prima vera “animatrice” del locale, facevano parte alcuni nomi che sono rimasti noti:
Renato Zero, Loredana Bertè e sua sorella Mia Martini, Gabriella
Ferri, Romina Power, Anita Pallemberg (fidanzata di Keith Richards
dei Rolling Stones), Giancarlo Magalli, Mita Medici, la regista televisiva Carla Vistarini. Questi ragazzi erano talmente di casa, al Piper, che
il coreografo Franco Estill, li organizzò e li fece diventare, con il nome
“Collettoni”, il corpo di ballo degli spettacoli di Rita Pavone. Altre iniziative “interne” animavano il locale ed i suoi abituali frequentatori: nacque
un gruppo, chiamato senza grandi sforzi di fantasia “The Piper” con il
è stato un posto, a Roma, che ha concentrato su di sé tutta l’e-
produttore cinematografico (ora) Achille Manzotti, alla batteria; Tito
nergia degli anni ’60 italiani, universalmente conosciuto come
Schipa jr. mise in scena, utilizzando musiche di Dylan, uno spettacolo
la culla del beat italiano: il Piper Club. Un lungimirante avvo-
intitolato ”Opera beat”. Nel frattempo erano nati, in Italia, altri “Piper”,
cato, Alberico Crocetta, nel 1965, in società con un esperto
uno dei quali, quello di Viareggio, il “Piper 2000”, al momento dello scio-
uomo d’affari, Giancarlo Bornigia (recentemente scomparso), prese in
glimento della società, nel 1968, rimase a Crocetta. La versione toscana
affitto un garage, lo riempì di luci colorate (mai viste prima di allora), fece
e quella romana andarono
costruire due palchi, corredandoli di due potenti sistemi di amplificazio-
avanti ancora per un po’ sulle
ne e creò così una leggenda che a distanza di oltre quarant’anni, molti
ali del beat, spostandosi poi
ricordano con orgoglio (chi c’è stato) o con rimpianto (chi per ragioni
verso atmosfere musicali più
d’età o di lon-
“black”, soprattutto per quan-
tananza non
to riguarda la sede di Roma. Il
è riuscito mai
Piper originale doveva iniziare
ad entrarci). Il
a fare i conti con una serie di
successo del
locali concorrenti, soprattutto
locale crebbe
il “Titan”, il quale contrap-
in poche
poneva alla programmazione
settimane, ed
di via Tagliamento una serie
il Piper diventò
di superstars, da Wilson
velocemente
Pickett a Jimi Hendrix. A
una sorta di
partire dall’inizio degli anni 70
“zona franca”
il Piper iniziò a spostare le sue
interclassista,
scelte musicali verso la nascente
all’interno
musica “progressive”, aprendo le
della quale
sue porte a gruppi italiani, dal “Ban-
convivevano pacificamente ed amorevolmente “pariolini” e “borgatari”,
co del Mutuo Soccorso” alla
accomunati dalle stesse passioni musicali e dalla possibilità, per la prima
“Premiata Forneria Marconi.”,
volta, di sentirsi protagonisti della propria vita, e soprattutto liberi. Il
dal “Rovescio della medaglia”
primo gruppo a calcare le scene del locale di via Tagliamento fu quello
ai “Delirium” e ai più noti gruppi
dei Rokes, ai quali si alternavano, durante le pause, i ragazzi dell’Equi-
inglesi del periodo, Genesis, Van der Graaf Generator, Jethro Tull,
pe 84. Sulla scia del grande successo dei primi protagonisti delle notti
Uriah Heep, Rory Gallagher, e tanti altri. Alla fine dell’epoca d’oro del
“beat”, Crocetta iniziò a scritturare altri gruppi, italiani e stranieri: gli
“Rock sinfonico” il locale non riuscì ad assorbire l’onda di riflusso che
“Atomi”, guidati da Mike Liddell, Patrick Samson, i “Rokketti”, i
allontanò per anni l’Italia dal circuito internazionale dei grandi concerti
“Delfini”, i “New Dada”, guidati dall’eccentrico Maurizio Arceri. A
dal vivo, bruciate le ultime energie fra una “contestazione giovanile”,
questi nomi, sicuramente poco conosciuti, si devono affiancare però,
una “Controcanzonissima” e un ennesimo “festival” alternativo/sfigato, il
quelli ben più noti, ancora oggi, di: Patty Pravo, regina incontrastata del
Piper cessò di essere il punto di ritrovo della Roma alla moda, e diventò
locale, Caterina Caselli, all’epoca soprannominata casco d’oro, i “Cor-
una specie di night-club, per poi essere trasformato in discoteca, alla
vi”, i “Giganti”, i “Primitives”, i “Dik Dik”, e tanti altri. Nel giro di pochi
fine degli anni 70, e per tornare ad ospitare concerti rock nella seconda
mesi il cast del locale cominciò ad essere impreziosito da numerosi
metà degli anni 80. Oggi, seguendo l’ultimo ricorso storico, il Piper è
artisti stranieri di passaggio in Italia, suonarono così nello storico locale:
tornato ad essere una discoteca, in attesa di chissà quale altra trasfor-
i “Pink Floyd” prima di diventare superstar internazionali, i “Byrds”
mazione. Durante i primi lavori di ristrutturazione furono distrutte opere
con David Crosby e Roger McGuinn, i “Procol Harum”, gli “Small
di Andy Warhol, Raushenberg, Schifano, Manzoni e di altri grandi
Faces”, lo “Spencer Davis Group”, Donovan e tantissimi altri. Tra
artisti le cui opere avevano contribuito a creare la breve ed effimera
il pubblico, durante i concerti, si vedevano sempre più spesso stars di
sensazione di vivere in un’epoca nuova ed irripetibile. O forse è stata
primissimo piano, come Ringo Starr, Mick Jagger e Keith Richards,
davvero un’epoca favolosa ed irripetibile. n
di
Write about... the records!
Wilco (the album)
The Wilco
LP + CD - Nonesuch/Warner Bros 2009
Maurizio
Carbone
[email protected]
25
n.91
intuisce dalle continue citazioni che ho un’altissima considerazione per
Mr. Jeff Tweddy? Autore, compositore, chitarrista geniale, arrangiatore
e produttore, vedi il recente lavoro per Mavis Staples ‘One True Vine’
(Anti, 2013), Musicista insomma a 360°. Non farò la solita, pedissequa
analisi dei singoli brani, il LP/CD parte con la title-track Wilco Song,
schitarrate, mossa, vivace, dal gradevole bridge “Wilco...will love you
baby”. La qualità delle composizioni inizia a prendere quota con la
succesiva “Deeper Down”, la melodia viene esaltata da inediti inserti
di tastiere e slide-cimbalon (Jason Tobias). Le ‘magiche dita’ di Jeff
annunciano la best song of the album: “One Wing”, intro soft, poi parte
il ritmo, accellera, rallenta, riparte, scandita magistralmente da basso e
batteria, l’ala del titolo vola letteralmente, sempre più in alto, le chitarre
(3, fuzz, slide e rhythm!) fanno un grandissimo lavoro, non mi stancherò
mai di ascoltarla, la magia si rinnova, anzi, cresce di ascolto in ascolto:
U
un capolavoro! Un invito, andate su YouTube e, guardate (e ascoltate)
obiettiva ma, di
ravigliosamente da Miss Leslie Feist, cantautrice canadese in evidente
parte! Anni ‘90,
ascesa nel firmamento del Songwriting femminile, autrice di ottime
sulla scena cosidetta
prove solistiche recenti, l’atmosfera sprigionata è contagiosa, solito
‘Alt Country’ e/o
YouTube-video, sempre D. Letterman Show! Il Long Playing prosegue,
Americana, irrompe
il livello si mantiene incredibilmente elevato, tra slow-song (“Count-
una band cardine
ry Disappeared”, piano in evidenza) e ballads (“Solitaire”, delicata,
o capostipite (se
melodica). 3 è il numero perfetto! Terza grande song, la numero 9 della
pereferite), di questo
track-list: “I’ll Flight”, solita intro poi, il brano parte con il ritmo sincopa-
la live-version tratta dal David Letterman Show! Memorabile! “Bull
na premes-
Black Nova” si concede alla vena più sperimentale con insoliti elementi
sa: questa
di elettronica, ben inseriti nel contesto della song. Il ‘solito’ arpeggio di
non è una
chitarra acustica introduce l’altra ‘gemma’ del disco, “You And I”, splen-
recensione...
dida perfect-song, cantata in maniera sublime da Jeff e doppiata me-
genere musicale
particolare, sono gli
UNCLE TUPELO,
Al timone del gruppo, due straordinari musicisti: Jay Farrar e Jeff
Tweddy. L’esordio si intitola emblematicamente No Depression, tutto
un programma. Dopo qualche anno, diverse incisioni ‘Still Feel Gone’
(Rockville - 1991), ‘March 16-20’ (Rockville - 1992) e, non grande successo, i due leader, imboccano strade diverse con altrettante formazioni: Son Volt per Farrar, dediti ad un suono classico, country oriented e,
Wilco per Tweddy, inizialmente tradizionalisti per virare decisamente
verso contaminazioni power-pop, sperimentazioni elettroniche e
indie-alternative. Ecco, da allora è iniziata la parabola ascendente dei
WILCO, una progressione costante, continua, inarrestabile, scandita
da episodi discografici significativi: ‘Being There’ doppio CD (Reprise,
1996) e ‘Sky Blue Sky’ (Nonesuch/WB, 2007, bellissimo!), così, tanto per
citare due titoli. Arriviamo al 2009, appunto, quando Jeff raduna i suoi
sodali (nel frattempo qualche avvicendamento e alcune new-entry)
sino all’attuale line-up: Jeff appunto, Patrick ‘Pat’ Sansone, Nels
Cline, (Grande chitarra), John Stirratt, Glenn Kotche e Mikael
to, scandito da chitarre e tastiere, l’organo ‘cuce’ letteralmente il brano,
Jorgensen. Il risultato di queste sessions, iniziate a Auckland (Nuova
la voce particolare di Tweddy si esalta, conquista e commuove quando
Zelanda), rifinite nello studio della formazione, il “Loft” di Chicago, è
canta “Like Jesus On The Cross”! Ancora due brani, “Sonny Feeling” e
questo LP+CD version a dir poco straordinario. A Iniziare dalla simpa-
“Everlasting Everything”, concludono degnamente l’album, tre-quattro
ticissima copertina: l’open-corner di un un bar, un tavolo (con tanto di
best songs, le altre ben al di sopra della media generale, di gran lunga
torta di compleanno!), sei sedie e, dietro un...cammello! Si, proprio il
il mio disco al vertice dalla playlist from 2009. Infine, last, not but least,
divertente ruminante e, naturalmente il titolo “WILCO” (the album): 11
la menzione speciale per l’edizione completa vinile + cd, apertura gate-
brani medio-lunghi (3/4/5 minuti, durata complessiva 42’ 54’’), scritti
fold, booklet curatissimo, testi, foto e... Oh! Oh!... che bel... Cammello!!!
e prodotti dallo stesso Jeff, con l’aiuto del fido Jim Scott. Domanda: si
Voto: 8 1/2 n
di
26
n.91
In giro
Il miracolo
di Serra
La chiesina di San Salvatore
N
Sergio
Scacchia
[email protected]
rendere reale quella che anni fa sembrava follia o nella migliore
delle ipotesi, un sogno da coltivare”, queste le significative parole
del presidente dell’associazione, l’ingegnere teramano Goffredo Rotili, visibilmente commosso nel giorno dei grandi festeggiamenti per
l’inaugurazione del tempio ormai recuperato dopo anni di sacrifici.
Il restauro di questo edificio religioso adornato da un bel portale
con ghiera decorativa, è certamente una goccia d’acqua nel mare
dell’abbandono che soffrono tanti piccoli paesi intorno. Un antico
patrimonio di cultura montanara sta scomparendo e piccoli abitati
secolari della zona come Martese e la chiesa diroccata di Santa Lucia, Acquaratola con S. Egidio del XIV secolo, Santa Cecilia, Tavolero
con San Flaviano, Faiete con San Pietro del XIII secolo semi crollata,
sono ormai ridotti ad autentiche “ghost town “.
Qualche anno fa si era gridato al miracolo quando sembrava reale
che alcuni dei borghi abbandonati tornassero a vivere riconvertiti in
el borgo antico di Serra a Rocca Santa Maria, immerso in bel-
alberghi diffusi per rilanciare l’esangue turismo di questi luoghi.
lezze naturali, boschi e vallate, grazie all’impegno dell’asso-
L’esempio veniva allora dal magnifico e antico villaggio fortificato
ciazione “Il grido dei monti della Laga”, c’è stato il recupero
di Santo Stefano da Sessanio, nell’entroterra aquilano, oggi uno
della chiesina
di San Salvatore che
versava in condizioni
critiche con parte del
tetto crollato e mura
ormai fatiscenti.
L’interno a unica aula
è impreziosito oggi da
una bella tela, opera
e regalo del valente
pittore teramano
Tommarelli.
“Senza aiuti istituzionali e con un lodevole
autofinanziamento di
residenti e appassionati, è stato possibile
dei borghi più belli d’Italia divenuto famoso in tutta Europa per
la riconversione al turismo dell’albergo diffuso. Dei proprietari di
case ormai ridotte a poco più di ruderi svelarono allora di essere
stati contattati per un’eventuale vendita. La provincia ideò anche
un esempio di come si potesse rivitalizzare questi luoghi sperduti.
Tutto è naufragato nel nulla. Ora questa bella notizia che viene dal
paesino di Serra, può essere un esempio coinvolgente per le varie
comunità locali.
Se tutti si ponessero l’obiettivo del recupero delle tante oasi di fede
e cultura che punteggiano la parte più interna e alta della provincia
teramana, se molti si sentissero stimolati a queste imprese, in pochi
anni la gioia dell’appartenenza tornerebbe a essere il volano per il
ripopolamento della montagna.
L’Ente Parco, assieme alla Provincia, alle istituzioni nazionali e locali
da qualche tempo si chiama fuori dai giochi a causa delle casse
vuote e dell’impossibilità di trovare somme importanti.
Ecco che solo l’orgoglio montanaro può far gridare al miracolo. n
di
Massimiliano
Volpone
Coldiretti informa
Boom conserve per
9 milioni di italiani
S
Direttore Coldiretti Teramo
n.91
conquistato il primato in Europa e nel
mondo della sicurezza alimentare con il
minor numero di prodotti agroalimentari
con residui chimici oltre il limite (0,4 per
cento) che sono risultati peraltro inferiori
di quasi quattro volte a quelli della media
europea (1,5 per cento di irregolarità) e
addirittura di circa 20 volte a quelli extracomunitari (7,9 per cento di irregolarità).
Nei prodotti industriali invece non è
obbligatorio indicare in etichetta la
provenienza della materie prima agricola
ono 9 milioni gli italiani che
tori casalinghi, soprattutto nella fase della
ed è facile mettere inconsapevolmente
quest’anno al rientro dalle vacanze
sterilizzazione.
nel carrello della spesa marmellate con
si mettono al lavoro tra pentole
La grande differenza è che nelle conserve
frutta proveniente dall’Europa dell’est,
e vasetti nella preparazione di
casalinghe si utilizzano frutta e ortaggi
sott’oli africani o concentrato di pomo-
di stagione provenienti dall’Italia che ha
doro cinese. n
conserve fatte in casa per garantirsi una
alimentazione più genuina e naturale,
ridurre gli sprechi e risparmiare nel tempo
della crisi.
Nel 2013 si assiste al ritorno degli italiani
all’autoproduzione di alcuni cibi secondo
una tradizione che sembrava destinata
a perdersi ed è invece tornata di grande
attualità di fronte ai ripetuti scandali
alimentari e all’esigenza di ottimizzare i
bilanci familiari. Una maggiore attenzione
rispetto al passato viene riservata alla
scelta delle materie prima che spesso
vengono acquistate direttamente dai produttori agricoli in azienda, nelle botteghe
o nei mercati di Campagna Amica.
L’attività di trasformatori “fai da te”, comunque comporta l’osservanza di precise
regole in quanto la sicurezza degli alimenti conservati parte dalla qualità e sanità
dei prodotti utilizzati, ma non può prescindere da precise norme di lavorazione che
valgono per il settore agroindustriale, ma
che devono valere anche per i consuma-
27
di
28
n.91
Sport
Teramo calcio
Intervista a Pino Maselli
Antonio
Parnanzone
[email protected]
cambiate anche a livello federale. Gli stessi regolamenti federali oggi
prevedono figure obbligatorie che prima non erano tali. L’inevitabile evoluzione dei tempi ha costretto le società ad una maggiore
organizzazione, compresa quella del settore giovanile. Anche prima
veniva curato, ma non c’era l’obbligo di partecipazione ai campionati
giovanili cui adesso è costretto ad iscriversi. La tessera del tifoso, la
biglietteria nominativa ed altre novità hanno obbligato le società ad
affinare l’organizzazione. Di tutto ciò il Teramo è al passo con i tempi.
Come responsabile del Settore Giovanile, la tua memoria torna indietro nel tempo con l’incarico ricevuto dalla
Società?
P
“Sicuramente si. Come dirigente sono nato sul campo nel lontano
1969 occupandomi soprattutto dei ragazzi. Entrai nel Teramo Calcio
ino Maselli torna a far parte dell’organigramma del Teramo
proprio come responsabile del settore giovanile. Ricordo che in
Calcio. Il settore giovanile è il prestigioso incarico che gli è
quegli anni vincemmo un campionato Interregionale con pochi con-
stato affidato per la sua specifica competenza acquisita in
trattualizzati e con la maggior parte della rosa composta da giovani
passato, prima ancora di ricoprire l’incarico di Segretario
cresciuti nel settore giovanile, molti dei quali approdati poi nelle
Generale nella vecchia Società. L’incarico è oltretutto importante
categorie superiori”.
alla luce del nuovo orientamento degli organi federali che pongono
Come hai trovato il settore giovanile rispetto a quello che
i giovani in primo piano con cospicui interventi di natura economica
hai lasciato qualche anno fa?
per chi favorisce il loro utilizzo. Pertanto, il lavoro da svolgere non
“Era sicuramente migliore quando entrai in Società rispetto agli ulti-
sarà solo accademico, bensì di forte interesse nel ricercare giovani,
mi tempi piuttosto travagliati. Inizialmente, infatti, era stato fatto un
prevalentemente nel territorio, idonei per l’inserimento nella squa-
ottimo lavoro con giovani provenienti dalla provincia, cosa che stia-
dra maggiore.
mo cercando di fare adesso. Stiamo cercando di riallacciare rapporti
Affiancato da Vincenzo Feliciani con l’incarico di responsabile
con le società del nostro territorio per diventare un polo di attrazione
tecnico, Maselli dovrà setacciare i campi della provincia alla ricerca
e anche di riferimento delle società della provincia.
di giovani talenti da inserire nelle squadre giovanili. Con tre squadre
Come responsabile del Settore Giovanile, puoi descriverci il
iscritte in competizioni a carattere nazionale (Berretti, Allievi, e
programma di massima?
Giovanissimi) i giovani avranno la possibilità di cresce, formarsi e
“Riconquistare il territorio nel senso di riallacciare i rapporti con
soprattutto confrontarsi con i pari età di società blasonate. In cinque
le Società che operano nel circondario è la priorità, visto che la
anni molte cose sono cambiate per cui, nel rientrare in Società, ha
nostra è la Società che disputa il campionato maggiore. Valorizzare
trovato novità importanti e facce nuove. Lo spirito di adattamento e
innanzitutto il lavoro delle Società a noi vicine e portare a Teramo i
le capacità di sapersi rapportare con altri gli hanno consentito di ben
migliori ragazzi della provincia. La strutturazione in modo efficiente
integrarsi nel nuovo ambiente.
e funzionale di tutto l’apparato è una ulteriore priorità dalla quale
non si può prescindere. Si sa che i giovani per natura tendono alla
Hai trovato una Società completamente nuova ?
trasgressione e proprio per questo l’organizzazione deve essere un
“Effettivamente ho trovato una Società nuova, una nuova imposta-
modello da seguire e non da imporre”.
zione in armonia con i tempi in quanto dal 2008 molte cose sono
Le strutture come sono?
“Forse sarò ripetitivo, ma non posso che ribadire l’annoso problema
della mancanza di strutture a Teramo. Le esigenze sono aumentate
con l’incremento di chi fa pratica sportiva, mentre le strutture di
base sono rimaste sempre le stesse, se si eccettua il nuovo stadio
comunale di Piano d’Accio. Per fare bene attività calcistica necessitano impianti adeguati ed efficienti, mentre molti di quelli utilizzati
sono gli stessi di quarant’anni fa che non favoriscono il lavoro della
Società”.
Non poteva mancare un doveroso ringraziamento di Pino Maselli
a chi in questi anni gli ha permesso di continuare a svolgere il suo
lavoro: Salvatore Di Giovanni e Luciano Campitelli. Il primo per
avergli dato la possibilità di continuare nell’attività ormai diventata
professione nel San Nicolò, il secondo per avergli riaperto le porte
del Teramo dopo la tragica fine della vecchia Società. Ai massimi
dirigenti delle due Società, si unisce lo staff dirigenziale biancorosso
nel dargli il benvenuto o meglio il bentornato tra noi. n
30
n.91
Sport
Pallamano
P
dalla
Redazione
[email protected]
all’allenatrice Nicole Pastor. Per quanto concerne i giocatori, l’organico
si è arricchito del portiere Collevecchio tornato a Teramo dopo quattro
anni giocati ad Ascoli Piceno e Città S. Angelo, del terzino italo argentino
Pagano Albertino che ha giocato lo scorso anno in A1 con la Lazio, del
centrale serbo Nicoceviv, del centrale Gabriele M.
proveniente dal Città S. Angelo, dei Pivot Bellia F
arte la stagione 2013/2014 della Pallamano in
univesritario a Teramo e Luongo S. Fermo restando i
cui sono impegnate, nella massima serie, due
giocatori dello scorso anno.
squadre teramane: la maschile Teknoelettro-
Per quanto riguarda la Femminile, il campionato
nica e la femminile Nuova H.F. Teramo, nata
inizierà il 28 settembre con la trasferta di Salerno
dalle ceneri della vecchia squadra Campione d’Italia
contro i Campioni d’Italia. L’obiettivo della squadra,
2011/12, radiata per problemi amministrativi dal trascorso campionato.
completamente rinnovata nell’organico ed anche
La squadra maschile, inserita quest’anno nel Girone B di A1 (Centro
nell’allenatore, è quello di disputare un campionato
nord) esordisce in casa il 21 settembre contro il Carpi, squadra posta tra
dignitoso. Fanno parte della squadra, rinnovata anche
le candidate ad occupare i primi posti della classifica. L’obiettivo della
a livello dirigenziale, Belardinelli Sofia, Bergallo costan-
Società è quello di raggiungere la quota salvezza. L’impegno preciso
za Soled, Cherchi Angela, Covaci Cristina Aurelia, Cozzi Melina Ximena,
è quello di far crescere il settore giovanile dal quale poi attingere per
Dovesi Daniela, Mazzieri Martina, Lampis Chiara, Benincasa Lorena e le
la prima squadra. Le difficoltà economiche di un po’ tutte le società
“vecchie” Delli Rocili Alessia, Fini Federica, Lampis Silvia e le straniere
non hanno permesso di allestire una squadra che almeno sulla carta
Palarie Daniela e Laczo Anita. Ma a questo punto non si escludono nuovi
sembra non essere in grado di competere per posizioni di prestigio.
acquisti da parte della Società.
L’organico tecnico della Teknoelettronica presenta il riconfermato
Resta ancora da definire il settore tecnico che con tutta probabilità sarà
Marcello Fonti come allenatore della prima squadra e dell’Under 20.
affidato ad un nome famoso della pallamano ma che al momento non
Poi, per quanto riguarda l0’Under 16 il compito di allenatore è affidato
siamo in grado di definire. n
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