TERAMANI n. 83 - teramani.info

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TERAMANI n. 83 - teramani.info
n. 83
Dicembre 2012
mensile di informazione in distribuzione gratuita
NATALE 2012
SAN NICOLÒ
COME BETLEMME
È di già
Natale!
pag. 6
Pronto
Soccorso
pag. 18
Quel giorno che
doveva finire il mondo
pag. 25
SOMMARIO
n. 83
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l’Editoriale
La Tendopoli
La Leggenda Svelata del Braga
La Subucula di Obama e Renzi
E’ di già Natale
Teramo Culturale
Il Terzo Cielo di Castelli
Il Mariomonti pensiero
L’isolata che non c’è
Palm Day
Il Presepe a Torricella Sicura
Il Presepe a Giulianova
Pronto Soccorso
L’Oggetto del desiderio
Coldiretti informa
In giro a Pietracamela
Parliamo di musica
Quel giorno che doveva finire il mondo
Cinema
Calcio
Note Linguistiche
Il Libro del mese
Pallamano
La Tendopoli
T
di
Maurizio
Di Biagio
– perché prima vogliamo vedere i fatti”. E
per fatti s’intende le promesse vagheggiate
da più parti. “Sono già oltre due mesi –
prosegue Terribile - che siamo nelle tende
eramo ha il suo presepello a Piano
e nessuno ha guardato dalla nostra parte,
d’Accio. Luccicante a suo modo, post
come fossimo invisibili, solo ultimamente
moderno, schivo. Per albero di Natale
c’è stato l’annuncio del sindaco che afferma
un ulivo contorto come le sofferte realtà
d’aver risolto il nostro problema mediante
mediterranee e addobbato alla ben’e meglio,
un bando finanziato dalla fondazione Tercas
con la dignità di chi soffre l’essere da mesi
che dovrebbe essere pubblicato prima di
senza casa per via di un sisma che l’ha resa
Natale, naturalmente a questo annuncio
inagibile e con una burocrazia cui nemmeno
ci siamo aggrappati e vogliamo sperare,
Kundera avrebbe potuto immaginare potesse
tuttavia fino a quando l’annuncio non sarà
arrivare a tanto. Gli sfollati del condominio
tradotto in fatto noi saremo costretti a
Uliveto di San Nicolò si sfregano le mani
rimanere nelle tende trascorrendoci anche
al gelo in questi giorni, tra le tende blu, le
le prossime feste natalizie”.
roulotte, il loro lavoro quotidiano, il Gran
Così scriveva Terribile a fine Novembre: “La
Sasso sullo sfondo e l’attesa di tornare
nostra tendopoli oggi compie 60 giorni in un
a casa, quella vera, quella di San Nicolò,
lago di fango, tra i rami umidi delle potature
al caldo. Ci sono tutti, pastori, Re Magi,
degli ulivi con cui facciamo fuoco al calar
pecorelle, mugnai, buoi, stalle e loro: gli
della sera per riscaldarci; delle tende, la più
sfollati, che per la verità, se li vedi bene, non
grande e quella che fa più figura, quella che
sanno dove andare, nel muschio alto come
nei primi anni Novanta, quando non eravamo
un campo di grano a Giugno il loro sguardo
ancora morti di fame, io mia moglie e mia
è smarrito, perso tra gli ulivi centenari, non
figlia piazzavamo in campeggio, è crollata
hanno una stella cometa a guidarli, non
su se stessa qualche giorno fa quando ha
hanno il loro Dio.Non si fidano più di nessuno,
soffiato quel gran vento figlio di puttana; ora
nemmeno delle parole che, tradotte dal
sembra una vecchia bellezza al tramonto.
politichese, promettono alle 36 famiglie una
La tendopoli, l’uliveto, comunque resiste e
Direttore Responsabile: Biagio Trimarelli
Redattore Capo: Maurizio Di Biagio
Coordinatore: Maria Grazia Frattaruolo
risoluzione felice della vicenda. Loro non ci
senza perdere speranza ha messo anche luci
stanno: “Non abbiamo raccolto l’invito ad
e palle sulla chioma di un ulivo perché fra
andare via – spiega il portavoce degli sfollati
meno di un mese è Natale”.
Hanno collaborato: Mimmo Attanasii, Raffaello Betti,
Luca Cialini, Siriano Cordoni, Maurizio Di Biagio,
Maria Gabriella Di Flaviano, Floriana Ferrari,
Carmine Goderecci, Silvio Paolini Merlo, Antonio Parnanzone,
Leonardo Persia, Sirio Maria Pomante, Sergio Scacchia
del condominio Uliveto, Divinangelo Terribile
“Noi siamo ancora qui ad aspettare”. n
è possibile scaricare il pdf di questo e degli altri numeri dal sito web
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di
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Cultura
n.83
La leggenda
svelata
Incontro con gli autori del libro che riscopre
l’opera più famosa di Gaetano Braga
Sirio Maria
Pomante
[email protected]
- Questo titolo, fortemente evocativo, si deve a colui che è “l’autore” del
testo: il poeta, straordinario librettista e giornalista Marco Marcelliano
Marcello. Tuttavia, la spiritualità e la leggerezza delle parole mi hanno
spinto a dubitare che la fonte autentica fosse la poesia del veneto.
Le mie supposizioni sono state confortate sia dal medesimo dubbio
espresso negli scambi col prof. Giovanni Piana e col prof. Bruno Cagli, sia
dalle parole del filosofo Gaetano Capone Braga, discendente illustre del
nostro, il quale in un articolo del 1927 parlando del prozìo elenca tra le
opere La Serenata «sui versi dell’Ulhand». E’ quindi nel poeta tedesco
e nel suo carme contenuto nella raccolta Canti di morte del 1810, da
ricercare la sorgente letteraria. Nel saggio ricostruiamo allora le vicende
storiche e critiche che portarono il canto di Ulhand alla traduzione usata
da Braga nel 1856 per la sua romanza, in un interessante intrigo di personalità, sullo sfondo della Milano tra Impero napoleonico e Risorgimento.
La diffusione della Leggenda Valacca arrivò a colpire tra gli altri
anche Cechov che cita il pezzo nelle pagine del racconto Il monaco
I
nero, segno di quanto il brano seppe incarnare il sentimento del
sublime e del mistero. Maestro
l 24 novembre, nel corso di un’affollata serata concertistica presso
Di Ilio, quali sono gli espedienti
la sala Trevisan del Centro Culturale San Francesco di Giulianova, è
che Braga sceglie per narrare e
stata presentata l’ultima fatica dell’Associazione “Gaetano Braga” che
suscitare questa inquietudine?
da anni, tra mille difficoltà e a dir pochi e scarsi finanziamenti, porta
- Più che d’inquietudine, parlerei
avanti l’attività di ricerca sull’opera del grande musicista giuliese.
proprio di allucinazione. Infatti, la
Come indica il titolo, La Leggenda Svelata, il libro è dedicato a una delle
scena vede la bambina malata
composizioni di maggior successo di Braga, La Serenata, Leggenda
che rivolgendosi alla madre afflitta
valacca, forse una delle più note romanze da salotto, eseguita, registrata
le parla di apparizioni “angeli-
e pubblicata in tutto il mondo tra la fine dell’Ottocento e i nostri giorni.
che” e di una “festosa melodia”,
Per l’occasione abbiamo intervistato i due autori, Giovanni di Leonardo,
visione nella quale si assopirà
presidente dell’associazione e storico, e il maestro Galileo di Ilio, violon-
per sempre. L’elevazione della
cellista e direttore artistico della stessa.
fanciulla è accompagnata da un
Maestro Di Ilio, il saggio della Ricordi su Le più belle romanze
espediente desunto dalla tradi-
della Belle Epoque edito nel 1995, definisce la Serenata del
zione operistica: Braga sceglie di
Braga come «la prima romanza che riscosse un grande successo
porre il violoncellista in un’altra
internazionale, anticipando il gusto della Belle Epoque». A cosa si
stanza così da far sentire il suono
deve questo successo?
dello strumento da lontano con
- Certamente, gli elementi determinanti sono stati quelli dell’orecchiabi-
un prorompente effetto evocativo. Per Braga il violoncello, qui voce degli
lità e nello stesso tempo dell’originalità della melodia che ne hanno fatto
angeli, è lo strumento eletto per accompagnare il canto, come afferma
un pezzo diffuso in tutto il mondo. La semplicità dell’aria ha permesso al
nella prefazione dell’edizione del noto Metodo per violoncello di Dotzauer.
pezzo di essere suonato anche da orchestre non composte di professio-
L’associazione culturale “Gaetano Braga” gestisce ormai da anni la
nisti attraverso vari adattamenti. Semplicità del tutto apparente peraltro.
casa-museo del musicista sul corso antico di Giulianova e cura la
Shostakovich, a proposito de La Serenata. Leggenda Valacca, affermò
ricerca sulla sua opera. Presidente Di Leonardo, quanta strada c’è
infatti: «stando a tutte le regole, dovrebbe essere cattiva musica, pure,
ancora da fare?
ogniqualvolta l’ascolto gli occhi mi si imperlano di lagrime (…). Probabil-
- Purtroppo siamo lasciati soli da molto tempo. Negli anni, tra mille
mente non esiste buona e cattiva musica; c’è solo musica che ti tocca
sforzi economici, l’associazione ha implementato la raccolta del museo
e musica che ti lascia indifferente, ecco tutto». Le parole del grande
con pezzi importanti come lettere autografe, spartiti originali e più di
compositore russo spiegano cioè che se ci fermassimo ai criteri della
cinquanta incisioni discografiche storiche. Purtroppo ancora oggi non è
composizione “pura”, non capiremmo fino in fondo l’opera del Braga che
possibile assicurare un’apertura continua del museo, visitabile comun-
è inscindibile dal testo che l’accompagna. Un insieme dunque comples-
que su appuntamento. Per non parlare della ricerca sull’opera di Braga,
so e ricercato, una piccola scena d’Opera che rende il nostro composito-
portata avanti solo con la nostra passione che ha condotto alla riedizione
re uno degli eredi della tradizione del melodramma italiano.
di composizioni come Ave Maria e Piangea e all’incisione di due cd, oltre
Professor Di Leonardo, l’attenzione all’elemento musicale ha dun-
al saggio di cui abbiamo trattato. Quindi, la strada da fare è ancora lunga
que messo sullo sfondo il testo della composizione che la vostra
e c’è bisogno del sostegno di tutte le istituzioni perché l’opera di un
ricerca ha inteso finalmente riportare sotto la giusta luce. A questo
grande figlio della nostra terra possa essere debitamente valorizzata. n
proposito, a quali risultati siete giunti per chiarire la fonte letteraria
del brano che porta il singolare nome di Leggenda Valacca?
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di
Società
La subucula
di Obama
e Renzi
La moda degli ultimi anni è apparire
in maniche di camicia per conquistare
la fiducia altrui
Maurizio
Di Biagio
www.mauriziodibiagio.blogspot.com
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n.83
terze persone singolari che si rifanno addirittura a spagnolismi cinquecenteschi. Barocchi. E rimanendo nella patria egli arzigogoli e ghiribizzi,
un allenatore del Napoli Calcio, un certo Walter Mazzarri, fu capace di
rimanere nelle panchine dei campi della serie A in maniche di camicia,
anche con temperature proibitive, solo perché in questo modo riuscì a
vincere una partita dopo tanto tempo di sonore batoste. E lì nella terra
di Masaniello non ti puoi mettere contro la scaramanzia. Giuseppe Garibaldi può essere considerato l’eroe più informale della storia italiana:
anche lui partì da uno stock di camice rosse invendute che lui rilevò,
consegnandole ai suoi ragazzi.
E, come l’eroe dei due mondi, anche quegli indumenti divennero rivoluzionari: la forma con l’abbottonatura davanti fu considerata un’innovazione del XIX secolo, fino ad allora, infatti, la camicia veniva infilata
dalla testa. Molto meno rivoluzionari sono i giornalisti, ma anche loro
ultimamente preferiscono apparire in video con la mise rivoluzionaria,
sfoggiando una certa confidenza con la materia che stanno trattando,
cercando di mettere a proprio agio il telespettatore, finanche casualizzando la stessa notizia, rendendola più agile e snella: se poi il contenuto svia per altri lidi, beh questo è decisamente un altro discorso. Per
di più, i nostri commentatori televisivi appaiono ben lontani dai canoni
estetici di un Robert Redford che nella redazione del Washington Post
recitava la parte di Bob Woodward, uno
che assieme a Carl Bernstein fece cadere
L
dal suo trono l’uomo più potente al
a politica, e non
mondo, e tutto ciò in maniche di camicia.
solo, si mette
Questi sì rivoluzionari, altro che i nostri
in maniche di
reporter, la stragrande maggioranza
camicia. Spesso
asservirti e servili, leccaculo fino all’osso,
che fanno pendant con il potere solo per
per adulare, per
strizzare l’occhio,
infimi privilegi. Ce n’è uno in
per far passare il
bretelle e maniche di camicia
messaggio di uno
che s’è messo pure in coccia
sfilarsi le vesti per
che il tam tam di Radio Londra
rassicurare l’interlocutore, quindi per rabbonire, per entrare in punta
gli potesse procurare l’aura
di piedi nel cuore della platea. Ai tempi che furono la camicia aveva un
dell’uomo libero di fronte alla
ruolo esclusivamente di indumento intimo, sin dai tempi della subucula
dittatura di una parte politica.
a Roma durante la Repubblica. Un suo riaffiorare dalle coltri spesse del-
Poi, ad onor del vero, ci sono
la ruvidezza della politica è considerato sinonimo di una concessione
quelli che battagliano e per-
molto interiore e profonda verso il pubblico. In quel momento un Renzi
dono la vita per i Cento passi
(onore a loro). Uno che per la
o un Obama ritornano ad essere un rappresentate commerciale degli
anni ’50 che nella provincia americana adesca i cuori delle puritane
verità non mi sarei mai aspettato che si abbandonasse alla seta bianca
madri di famiglia, mostrando i gioielli dei nuovi aspirapolvere appena
di una camicia davanti a telecamere e ospiti è il direttore generale della
usciti di fabbrica.
Tercas, Dario Pilla.
Obama e Romney catturano i cuori dei fans in maniche di camicia
Poi mi sono ricreduto. Ho pensato: chi meglio della banca desidera di
sapendo che il loro io così è più vicino, e in maggior comunione,
apparire trasparente dinanzi all’universo televisivo per incentivare il
con quelli che subiscono il fascino della democrazia sin dai tempi di
proprio business, rassicurando la potenziale clientela che quell’investi-
Tocqueville. Renzi e Bersani scimmiottano la prassi, la vivisezionano, la
mento è sicuramente il migliore sulla piazza. Solo un uomo in maniche
studiano, la replicano: il format è vincente, soprattutto dopo decadi di
di camicia poteva rabbonire la platea, adulando e conquistando i cuori
giacca e cravatta, di camicia celeste e di scarpe nere lucide del periodo
che guardano al portafoglio chiedendo fiducia, anche se poi, ad ogni
berlusconiano. Le maniche di camicia, soprattutto se vengono tirate
buon conto, sono proprio le banche che per mancanza appunto di
su, assumono un significato molto recondito e simbolico: l’uomo così
fiducia legano la biro a una catenella. Per concludere: politici, allenatori
vuol dire che si sta mettendo in mostra per voi, in modo che possiate
di calcio, rivoluzionari, giornalisti e perfino banchieri, tutti in maniche di
vederlo nel suo aspetto migliore. Un atteggiamento prettamente di
camicia per dare l’assalto ai consensi altrui, senza sapere che in fondo
sinistra, da opporre al conformismo della destra con i suoi linguaggi
in fondo tutto ciò che serve per avere successo nella vita sono ignoran-
rigidi e algidi, come il taccia che Berlusconi affibbia al suo avversario,
za e fiducia in se stessi (Mark Twain). n
di
6
n.83
Mimmo
Attanasi
Satira
È di già
Natale!
[email protected]
trasteverine a rutti condivisi e sottintesi,
a sessantuno dalla prima e a quarantacinque
dedicati a chi con una crocetta sulla scheda
dall’ultima della classe. I risultati dell’inchiesta
elettorale a Roma ce li ha mandati. E poi devi
pubblicati sul “Sole 24 Ore” (http://www.ilso-
fare pure i conti con le reprimende di cazzari
le24ore.com/speciali/qvita_2012/home.shtml)
che vaneggiano meritocrazie de ‘sta cippa,
sono stati accolti con particolare favore.
di sanità risanata con una risata e di scuole
Poteva andare peggio. Tocchiamoci le palle. Il
occupate giusto così per il piacere di quei prof
bicchiere mezzo pieno è che Teramo è in testa
che, come dice il premier Monti, non se la
ai quattro capoluoghi abruzzesi. Per qualcuno,
sentono di fare due ore in più la settimana. È
siamo primi anche se si vive male. Diciamoce-
di già Natale. Un imbecille che gira e rigira ogni
lo con franchezza, dieci punti sotto metà clas-
anno per i banchi occupati da giovani annoiati
sifica non ti fa eiaculare di gioia. Però, arrivare
tenuti in rete da uno smartphone nascosto fra
prima dell’Aquila, che potrebbe cooptarci nella
le gambe. E su quella giostra resa quotidia-
propria provincia, il gesto dell’ombrello e una
namente inutile girerà fino all’ultimo, fino alla
pernacchia come sobri cenni di intima soddi-
on Il quotidiano di economia e finanza,
pensione, ignorando l’ossessione compulsiva
sfazione sarebbe inappropriato rubricarlo nella
Il Sole 24 Ore, ha scritto sulla lavagna
di uno come Manzoni. Ha scritto e riscritto
stretta metafora del cagare fuori dalla tazza.
i nomi dei “buoni” e dei “cattivi”. La
i suoi Promessi Sposi, rivisti a comando dei
È di già Natale. Siamo i migliori nella nostra
classifica che da più di vent’anni
potenti, addizionati o limati per aggiustare il
regione per qualità della vita. Adesso, in virtù
misura la vivibilità delle centosette province
tiro, mentre dall’altra parte dell’Europa, tra
della spending review, potremo pretendere
italiane attraverso una serie di dati statistici.
una giocata e un po’ di carcere, Dostoevskij
indietro la provincia e di accorparci quella
Quando scrivi alla lavagna con il gessetto senti
sfornava un capolavoro dopo l’altro. Diciotto
dell’Aquila, che è addirittura ferma al set-
e riavremo la Provincia
N
un rumore acuto e fastidioso,
ore, neanche un secondo in
tantaquattresimo posto. È di già Natale. Una
infatti sfregandolo si mettono
più. Le altre da contratto sono
galleria con il plexiglass ad ammantare Corso
in vibrazione le sue molecole.
da consumarsi a domicilio con
San Giorgio come a Milano (diciassettesima in
Si ha quindi l’emissione di un
i compiti in classe da correg-
classifica), pare sia l’idea dell’anno, che piace
suono acutissimo. Il livello del
gere, le lezioni da preparare,
tanto ai commercianti, agli architetti, ai politici
rumore è modesto ma con
i consigli, gli scrutini, riunioni,
e alla gente. Facile intuirne il perché.
una frequenza che disturba,
esami, ricevimento genitori
“Finalmente, potremo vedere quanta merda ci
al limite del campo delle
e altre seccature. Guai a so-
piove dal cielo senza sporcarci”. n
frequenze udibili. Se si spezza,
spettare che qualcuno possa
il rumore scompare. E così
approfittare di quel tempo
è successo quando hanno
incustodito dalle istituzioni per
scritto Teramo. È di già Natale.
racimolare spiccioli in nero
Chi lo ha detto che bisogna
con qualche ripetizione privata
essere più buoni. C’è chi con
segnalata dal collega, che tan-
jingle bells ci va a tempo grat-
to gentile e tanto onesto pare.
tandosi le palle. Una giornalata
Queste cose da noi accadono
per spiaccicare la mosca sul parabrezza, il
di rado. Di tempo pieno a scuola, come fanno
telefonino tenuto sull’orecchio schiacciato
i trogloditi anglosassoni, neanche a parlarne.
dalla spalla e il vaffanculo al lavavetri che ad
Poi chi ce la mette sul gas l’acqua per la
alzare il tergicristallo ci prova sempre nono-
pasta? È di già Natale. L’ossigeno in ospedale
stante il ditino che fa no a guastare la mira
non manca prima che ti scendano giù alla
sul semaforo. Quello dietro s’incazza con il
morgue. I tagli del tagliatore con la legge del
clacson se il verde non scatta. La frizione puz-
taglione hanno rimesso a posto i conti, che
za. “Porca puttana, ci muoviamo?!”. La strada
era tutto allo sfascio.
per il lavoro la mattina è più corta. La sera alle
La prostata ti fa scodinzolare il pisello per
cinque, quando i capelli ti puzzano di fumo
le pisciate notturne? Fatte da’ ‘ngule! Una
per uno stronzo che se ne frega dei divieti in
ecografia fra quattro mesi quando il radiologo
ufficio, su quello stesso cammino segnato dal
si leccherà i baffi davanti a una lastra tenuta
destino la via di casa non la ritrovi. “Mi danno
controluce che gli mostra un bel palloncino di
un calcio in culo o mi lasciano in azienda?”.
salsicce sotto strutto al posto di una ghiandola
L’incubo della cassa integrazione e le file agli
prostatica. È di già Natale. Uno stronzo. Apre il
sportelli del collocamento provinciale di ro-
giornale e legge che vive in una città che si è
dono i coglioni se pensi a quei pezzi di merda
classificata per la qualità della vita al sessan-
che si stanno mangiando tutto nelle trattorie
taduesimo posto su centosette. Praticamente
di
8
n.83
Teramo culturale
Dal Verbum
al Factum
Appunti per un profilo storico
del Premio Teramo
Silvio
Paolini Merlo
[email protected]
dopo quella, di ben otto anni, dal 1978 al 1986, se ne aggiungono quella dal 1998 al 2002 e l’altra, recentissima, prima dell’edizione 2012.
Nulla, neppure a latere, viene accennato per giustificare questo fatto
nei commenti e nelle note introduttive alle varie pubblicazioni ufficiali,
fatto che con ogni evidenza non ha a che vedere solo con mere questioni di ordine amministrativo.
Ma la cosa più singolare è la scarsità di elementi utili per una ricostruzione storica complessiva, dalla quale sia possibile evincere non
tanto un’evoluzione in termini letterari, che rischierebbe il genericismo
con un premio a tema libero come il Teramo, bensì il percorso delle
condizioni umane e sociali che ne sono state all’origine. Elementi ad
esempio che possano spiegare le ragioni della predilezione per un
genere, quello del racconto, che non sembra registrare legami diretti
con le vocazioni più spiccate della città. Ma anche aiutare a comprendere la scelta, non meno atipica, per la composizione inedita, o
quella spinta autonomistica che sembra essere stata a fondamento
C
dell’intimo legame tra il Circolo Universitario Teramano e la genesi
più diretta emanazione.
raduno pescarese con altra delegazione, si sarà probabilmente iniziato
Anche per questo, in varie
col discutere del progetto per un ateneo abruzzese e finito col fare
occasioni, lo si è decretato il
bisboccia. Meno invece si è cercato di indagare le personalità e le
principale e il più importante
attese intellettuali di uomini come Giammario Sgattoni, come Raffaele
del Premio, nato nel 1959 ma già conclusosi con una prima edizione,
osa il Premio Teramo
pare senza esito, nel giugno dell’anno prima. Dato, anche questo, che
rappresenti per la
andrebbe opportunamente chiarito. Si è preferito battere su di una
città è palese: l’evento
vicenda luttuosa, quella di un gruppo di giovani studenti del C.U.T.
culturale che ne è
finiti fuori strada, stipati in otto su di un’auto, quando, reduci da un
fra tutti. Certamente esso
Passino, o come Pietro Ar-
rappresenta la teramanità
turo Favazzi, allora direttore
dal suo lato più nobile, e
dell’Ente Provinciale per il
rinsalda quel sostrato uma-
Turismo di Teramo. Poco
nistico che è all’origine della
chiara è la stessa attribuzio-
nostra cultura nazionale. Una
ne di paternità del Premio,
cultura e un’identità, almeno
la cui prima ideazione va
fino a tutto l’Ottocento,
fatta certamente risalire alla
saldamente ancorate a quel
figura di Sgattoni, ma sulla
sentire fieramente idealistico
quale negli atti del Premio
per cui il verbum varrebbe
rimangono solo, per cenni,
più del factum, ormai beneauguratamente corroso dopo quanto è
generiche manifestazioni di
venuto emergendo dalle avanguardie storiche del Novecento, e si
stima e di affetto. È anche
pensi a Joyce, a Musil, o al “teatro dell’assurdo” di Beckett, ma che
vero che il Premio, come
nell’Abruzzo dei Croce, dei D’Annunzio, dei Silone, ha proseguito a
ogni altra iniziativa culturale
manifestarsi in tutta la propria stagnante ambiguità. Più di recente ci
che si ammanti di ufficialità
si è spinti a dire il Premio «una tra le maggiori manifestazioni letterarie
istituzionale, nasceva come
italiane», benché difficilmente si citerebbe il Teramo del 1964 piuttosto
luogo di incontro tra forze
che il Viareggio del 1979 quale punto di svolta nella fortuna di Andrea
cittadine composite, tra
Zanzotto, ciò che qualche dubbio su di una risonanza più nazionale
ruoli ed estrazioni culturali
che regionale dell’evento lo fa sorgere. Nelle parole del nuovo segre-
differenti le quali, ineludibilmente, erano in larga misura riconducibili
tario Simone Gambacorta, che vi vedono «un contributo di “ascolto” e
alle aree più conservatrici della città. Quanto con queste aree avesse a
di attenzione alla narrativa italiana», mi sembra di ritrovare maggiore
che fare Sgattoni, intellettuale convintamente laico, credo sia uno dei
equilibrio. Ma vediamo più nel dettaglio: un premio letterario, nel pae-
primi aspetti da chiarire ai fini di una comprensione storica del Premio.
se di Dante e Virgilio, è di certo idea tra le meno inaudite che si possa
A scorrere i nomi del primo comitato promotore, vi si leggono tutte
immaginare. Per tacere degli omologhi più celebri e celebrati, ricordo
le voci più influenti della Teramo culturale di allora. Voci dell’ammini-
il Mondello a Palermo, il Dessì in Sardegna, il Palmi in Calabria, il Leo-
strazione comunale come Carino Gambacorta e Ferdinando Di Paola,
pardiano La Ginestra alle falde del Vesuvio, e si potrebbe continuare a
di quella provinciale come Emilio Mattucci e Zeno Tomassini. Voci
lungo. Il Premio ha peraltro subìto alcune sensibili battute di arresto:
di realtà associative come la “Dante Alighieri”, con i suoi presidenti
Veduta della sala Giuria,
3ª Edizione del Premio Teramo, Giugno 1961
Terzo da destra, in piedi, Giammario Sgattoni.
oggi molti canali alternativi. Ma certo la gran-
9
de distribuzione resta un fattore cruciale, e
n.83
ha smesso da tempo di esercitare un ruolo
da garante, e per i giovani autori esistono
serve a poco ignorarne il ruolo largamente
dominante tanto sul piano della rete libraria
che dell’aspetto mediatico. A questi tre punti
deboli Araclio aggiungeva un quarto, forse il
più insidioso: che scrivere racconti non è da
tutti, presupponendo una capacità di sintesi
che obbliga a una chiarezza di idee sempre
più rara. Ottimistiche, su questo fronte, mi
sembrano le affermazioni di Renato Minore
secondo cui il racconto avrebbe in se stesso
i rimedi per ovviare ai propri malanni, perché
l’essere permeabile alle sollecitazioni più
diverse non lo rende immune da stereotipi e
involuzioni di vario tipo.
Come si è visto questi appunti non tentano
Raffaele Passino ed Enzio Di Poppa Vòlture.
di conferimento della cittadinanza onora-
neppure di delineare una sintesi storica del
Rappresentanti dei principali poli scolastici,
ria, ma in cui a onor del vero ben poco si
Premio, per la semplice ragione che tutto
il “Delfico”, il “Comi”, i provveditori agli studi
dice, specie di Teramo e del Premio, sono
quanto fin qui pubblicato, in cartaceo e onli-
Michele Mandragora, Giovanni Simoncini, Ni-
divenute una sorta di mantra, quasi un ras-
ne, consente solo una visuale a volo radente.
cola Postiglione e altri. Venendo ai presidenti
sicurante sigillo di qualità. Tra i rari spiragli di
Quanto bene tuttavia possa fare, in una città
di giuria troviamo uno specchio nobile dello
introspezione autocritica merita attenzione
come Teramo, la presenza di un momento di
schieramento pentapartitico, col suo asse
la testimonianza resa dieci anni fa da Paolo
alto profilo sulla scrittura e sulle sue possi-
DC-PSI: socialisti come Diego Valeri divisero
Araclio, segretario del Premio dal 2002 al
bilità creative e riflessive, grazie a un Premio
la carica accanto a senatori a vita nelle liste
2004, nella quale si ravvisavano tre sostan-
fin dal principio voluto come libero e svin-
democristiane come Carlo Bo.
ziali elementi di “debolezza” del Premio: il
colato da pressioni di ogni genere, è persino
Tuttavia i solidi e decisivi legami col mondo
requisito d’inedicità, il genere del racconto,
superfluo sottolinearlo. Certo, me lo si lasci
letterario nazionale, quelli che decretarono
la limitata diffusione del bando. Che il Premio
aggiungere, l’aver dato al Premio regole più
da subito il livello e il tono dell’iniziativa,
sia stato indirizzato alla scrittura inedita, per
chiare e una sede permanente potrebbe non
sono da attribuire di diritto alla figura di
giunta da contenere entro le venti cartelle, di
essere sufficiente a colmare questo deficit di
Sgattoni, all’ampio spettro di interessi e alla
fatto esclude o limita fortemente l’interesse
chiarezza storica e critica, perlomeno senza
qualità delle frequentazioni che egli ebbe,
da parte del mondo editoriale. Si potrebbe
operazioni di rafforzamento identitario non
favorite dall’impresa della rivista artistico-
ribattere, viste le mire di corto raggio della
puramente archivistiche, conseguenti a una
letteraria “Dimensioni”, condiretta con
nostra attuale editoria, che in questo traspa-
visione retrospettiva che raccordi il già fatto
Giuseppe Rosato, fondatore con Ottaviano
re semmai una felix culpa: l’editore moderno
col da farsi. n
Giannangeli di un premio nazionale di poesia
dialettale a Lanciano. Giannangeli stesso,
che fu parte attiva di quel percorso, aveva
studiato con Bruno Migliorini, filologo e accademico della Crusca, noto per aver delineato
la prima storia scientificamente fondata della
lingua italiana. Le linee guida erano peraltro
abbastanza chiare: attenzione alla contemporaneità, nessuna discriminazione tra autori
affermati e quelli esordienti, riferimenti morali a figure come Mario Pomilio e Giacomo
Debenedetti, cattolico il primo, crociano di
origini ebraiche il secondo, che lasciavano
aperto il campo a letture contrapposte della
società. E tuttavia, specie dopo la scomparsa di Michele Prisco nel 2003, il Premio ha
mostrato i segni di un progressivo intorpidimento. La fervente prefazione di Carlo Bo,
apparsa nel primo volume di atti 1959/1978,
assieme alla Dichiarazione d’amore di Diego
Valeri, pronunciata nel 1974 per la cerimonia
Cerimonia di Premiazione
4ª Edizione del Premio Teramo, Giugno 1964
al centro, seduto, Carino Gambacorta.
di
10
n.83
Siriano
Cordoni
Eventi
Vicepresidente
Comitato Organizzatore Mostre
Ceramiche Antiche e Moderne Teramo
Il Terzo
Cielo di
Castelli
Un altro grande successo
a Faenza la mostra “Guerrino Tramonti
S
L’opera fu la conclusione di un lavoro col-
– La magia del colore” nella quale
lettivo risalente al periodo in cui Guerrino
è esposto, per la prima volta nella
Tramonti dirigeva la Scuola d’Arte di Castelli
città romagnola, il “Terzo Cielo di Castelli”.
d’Abruzzo (dal 1953 al 1958) e alla quale
L’opera realizzata nel 1954 a Castelli su
parteciparono anche due altri grandi artisti
ispirazione e sotto la guida del maestro fa-
della ceramica moderna Serafino Mattucci
entino e voluta come omaggio moderno agli
e Arrigo Visani, con la collaborazione degli
antichi soffitti della chiesa di San Donato
studenti di allora.
compositivo e iconografico dei suoi colora-
è stata riportata a Teramo due anni fa dal
“In questa mostra al MIC- afferma la cura-
tissimi vassoi, sui quali adagiava emblemi
Comitato Organizzatore Mostre Ceramiche
trice Josune Ruiz de Infante - è possibile
appartenenti al repertorio d’immagini più
dopo un lungo periodo di oblio, dimenticata
cogliere la connessione tra le immagini del
volte rielaborate: il pesce, il gatto, i gemelli,
e abbandonata nelle soffitte dell’”Istituto
‘Terzo cielo’ e l’opera figurativa di Tramonti
il pesce in graticola, la bottiglia di selz, la
d’Arte Porta Romana” di Firenze.
dopo il 1954, soprattutto nell’impianto
tavola imbandita, la lisca di pesce, i profili
abato 17 novembre è stata inaugurata
di donna e molti altri motivi di derivazione
astratta”
La mostra è organizzata in collaborazione
tra la Fondazione Guerrino Tramonti e il
Comitato Organizzatore Mostre Ceramiche
di Teramo, con il patrocinio del Comune di
Faenza, del Comune di Teramo, del Comune
di Castelli, dell’Istituto Statale d’Arte “F.A.
Grue”, del Rotary di Faenza e del Rotary di
Teramo e rimarrà aperta fino al 6 gennaio
2013.
Nella serata inaugurale, svolta nella suggestiva cornice del Museo internazionale delle
ceramiche di Faenza con una straordinaria
partecipazione di pubblico, è andato in
scena anche il “gemellaggio ceramico” tra
i Rotary Club di Faenza e Teramo, guidati
dai rispettivi presidenti Giorgio Cicognani e
Giuseppe Oreglia, alla presenza dei sindaci
di Faenza Giovanni Malpezzi, di Teramo
Il Terzo Cielo a Faenza. Cordoni, Malpezzi, Brucchi, Caccia, Minardi.
11
n.83
Maurizio Brucchi e di Castelli Enzo De Rosa.
Alla serata hanno partecipato anche la
direttrice del Mic Claudia Casali, la curatrice
della mostra, Josune Ruiz de Infante, il presidente della fondazione Guerrino Tramonti,
Marco Tramonti e il direttore della pinacoteca di Faenza Claudio Casadio.
Tutti i relatori hanno sottolineato la particolare importanza dell’appuntamento per una
iniziativa di grandissimo respiro che può
rappresentare l’occasione per rafforzare i
legami fra due territori, quello faentino e
quello teramano e in particolare castellano,
che fanno nell’arte ceramica un punto di
quarto soffitto ceramico, al quale invitare
forza economico, sia nella parte produttiva
a partecipare tutte le Città della Cerami-
che turistica.
ca d’Italia, ognuna con tavelloni dipinti
Vista la straordinaria favorevole accoglien-
dalle botteghe della propria città e quindi
za che il “Terzo Cielo di Castelli” ottiene
rappresentare, con un fantasmagorico
ogni volta che viene esposto, il Comitato Or-
gioco di colori, decori e disegni, “il Cielo
ganizzatore Mostre Ceramiche ha proposto
d’Italia” dell’arte ceramica e farlo diventare
di mettere in cantiere un’altra iniziativa,
ambasciatore di questa arte nel mondo,
questa volta per valorizzare la grande arte
come fattore di promozione culturale ed
ceramica italiana, “Il Cielo d’Italia”, un
economico. n
di
12
n.83
Editoria
Il Mariomonti
pensiero
Floriana
Ferrari
[email protected]
risca dove si possa applicare. E’ un bene che i Paesi si rendano conto
che nel termine comunità non ci sia solo il credito e il debito. Nel caso
italiano, bisogna ammettere che nell’apparato di regole e discipline non
sarebbe accettabile che il potere politico venisse gestito sulla base di
debiti e crediti. I cittadini hanno fatto sforzi, sacrifici, ma se l’Italia fosse
stato un Paese debitore mediante gli aiuti da parte del Fondo Comunitario Europeo, non avrebbe potuto, nei prossimi anni, sedendosi al tavolo
europeo, far valere le proprie idee.” Al quesito di come riavvicinare i cittadini ai processi politici, risponde la Goulard “ E’ una domanda difficile
in quanto il processo iniziale dell’Europa era più umano, solidale, vicino
ai desideri e al benessere dei cittadini. Il Consiglio Europeo nell’aprire
alla Bocconi
Università Bocconi, a Milano, il 17 novembre 2012,
presentazione di due libri: “La democrazia in Europa”,
scritto dal Presidente del Consiglio Mario Monti
insieme a Sylvie Goulard, eurodeputata francese
e “Le parole e i fatti” scritto dal premier con
un’intervista di Fabrizio Fubini.
prospettive ha promesso troppo, in ambito di politica estera comune,
cittadinanza comune che non esiste, l’Europa come zona comune competitiva; la gente ci ha creduto e tutto questo non è avvenuto. I valori
devono essere rispettati, per questo possiamo utilizzare i trattati”. Interviene Monti “Vedo possibile un’evoluzione nel Consiglio d’Europa anche
se quando la Commissione Europea ha espresso l’idea di predisporre
tabelle per la competizione, per dare uno stimolo, nel 2005, alcuni Paesi
bloccarono tutto. I cittadini si allontanano dall’Unione Europea, la crisi
ha le sue ragioni nella crisi dei Paesi. Oggi c’è una crescita delle disuguaglianze e la globalizzazione le ha accresciute nei singoli Stati.”
All’interrogativo sul
N
funzionamento de-
organizzato dalla Fondazione del Corriere della Sera, vede un fuoco
sione, risponde la
incrociato di domande a Monti e alla
Goulard “Il voto in
Goulard, da parte dei giornalisti Fer-
un Parlamento è
ruccio De Bortoli e Fabrizio Fubini.
un voto collettivo,
Il primo interrogativo a Monti è
c’è bisogno della
gli equilibri in Euro-
ell’Università “Bocconi”, a Milano, il 17 novembre, Mario Monti e
pa, con la consueta
Sylvie Goulard, eurodeputata francese, presentano il libro scritto
gestualità elegante
insieme “La democrazia in Europa” e quello di Monti “Le parole
nei modi e nella
e i fatti”, a cura e con un’intervista di Fabrizio Fubini. L’incontro,
forma dell’espres-
quello sul suo futuro e la risposta
diversità, rinnovare
arriva immediata “L’Agenda Monti,
il pensiero, rinnovare dal punto di vista giuridico, anche con una mag-
Milano, Bocconi, Corriere, c’è tutta la
giore presenza di membri donne. Il Consiglio d’Europa ha diritto di fare
mia vita, con i passaggi a Bruxelles.
la sua giurisdizione”. Monti concorda con la Goulard per le scelte future,
Continuerò l’attività di Presidente
come una maggiore presenza femminile nel Parlamento Europeo.
del Consiglio fino a quando il Paese
De Bortoli chiede”Che fare per non emarginare i soggetti più deboli?
si avvierà ad una normalizzazione
”Monti interviene “In Italia abbiamo società corporative, in economia c’è
della vita democratica. Mi auguro un
bisogno di una società aperta, nell’Università Bocconi discutevamo sul
contributo diretto ed abbondante
sistema di equità, far cadere paratie, per un processo solidale bisogna
da parte dei cittadini che sentono
curare i diritti quando sono esclusi, le mancanze che possono ledere
la partecipazione alla vita del Paese, ed in questo punto si è realizzato
la solidarietà nei Paesi debitori. Noi non siamo favorevoli a politiche
una parte dell’Agenda. In Italia ci sono grandi problemi, ma non sono
cadute dall’alto, dobbiamo discutere sul sistema fiscale.
insormontabili. E’ rilevante il fatto che gruppi della società civile si stiano
All’ ultimo interrogativo di De Bortoli su come vedono l’Europa gli altri
riattivando per riappassionare i cittadini alla partecipazione alla vita
Paesi, ad esempio l’America, risponde la Goulard “Dobbiamo fare
pubblica”.
un’Europa più unita, dobbiamo avere fiducia nei giovani, andare altrove
De Bortoli “ Che voto si dà ?” Con il solito fair play, arriva la risposta di
per aprirsi al mondo, in America non fanno differenze tra Stati ed è qui
Monti “E’ meno buono di quello che dicono gli osservatori stranieri,
che interviene uno scambio di battute, in inglese, tra la Goulard e Monti.
meno cattivo degli economisti bocconiani”.
La Goulard racconta che, di fronte alle elezioni in Europa, un interlocuto-
Per Monti ”La costruzione dell’Europa ha dell’etica, l’Europa è alleata
re le aveva detto “I don’t care about regional elections in Europe”(Non
dei giovani anche se non riesce a farglielo capire. L’Italia non è un Paese
mi interessano le elezioni regionali in Europa). Monti, subito pronto, io
debitore, l’Italia rappresenta il 3° Paese che ha contribuito al salvataggio
avrei risposto a quel signore “I do care about regional elections in Italy”
dei Paesi debitori, però occorre che la realtà si accosti all’etica e chia-
(A me interessano molto le elezioni regionali in Italia). n
di
14
n.83
Satira ma non troppo
L’isolata
che
non è
Mimmo
Attanasi
[email protected]
di Equitalia, siamo una cartella. Qualche volta
evoluti che hanno la banda larga. Su un banale
pure inserita male in un sistema informatiz-
filo di rame del telefono, nel terzo mondo
zato. Ed è in quel momento che le stille degli
digitale a cui appartiene l’Italia. 87€ per 10 rate
occhi prendono un sapore amaro. Ti asciughi il
pagate in ritardo su 36 complessive. A fronte
naso con la manica giù fino a leccarti l’incavo
di un importo rateizzato di 3905.14€, dal 2009
fra il pollice e l’indice. Come diceva uno: “La
al 2012, per un debito INPS. Una signora, nel
psyché non vuole paradisi, ricerca la verità
1997, azzardò sfidare la grande distribuzione
nella causa e la spiegazione di essa. Una via
aprendo un negozio di ortofrutta di soli 15mq,
di passaggio, un proposito”. Altri pensatori
per poi annusare il fumo della propria impresa
si sono espressi con allegorie inconsuete:
fallita di lì a poco nel 2004.
pace. Attenzione però, si sa che dopo il riso
“Il cazzo non vuole pensieri”. Fino alla fine
Da un evidente indebitamento, a 6 mesi
viene il pianto. Una massima popolare quanto
dovremmo davvero apprezzare ciò che siamo,
dal pagamento della rata più bella dovuta a
quella del rosso di sera bel tempo si spera. Ci
renderci conto di quanto sia esoso il privilegio
Equitalia, l’ultima la trentaseiesima, l’impren-
credi perché conviene. E se va male, cosa vuoi
di cui godiamo. Quello in cui crediamo, costa.
ditrice d’avanspettacolo si è ritrovata nella
che ti faccia un po’ di pioggia sulle guance?
Socrate che impara a suonare il flauto poche
cassetta della posta un invito improrogabile
Jim Morrison ci si nascondeva per piangere.
ore prima di bere la cicuta è diventata una
a normalizzare la propria posizione debitoria
Ma con le lacrime bisogna riflettere. Con le
frase senza suono e senza luce. La cazzata di
nei confronti dell’ente esattore: 8,7€ in più per
esigenze della Equitalia non si discute dei mas-
un coglione rimbambito. Ciò che conta non
ogni bollettino pagato in ritardo. Tutto questo
simi quesiti esistenziali dell’uomo, del Woher
è più il “Colui che è” o il “Colui che ha” del
sei mesi dopo l’estinzione del debito. E la
kommen wir Wer sind wir Wohin gehen wir (Da
Benigni di una volta. La disperazione è tutta
poveretta, “l’isolata che non è”, non ha avuto
dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?)
quanta di “chi non è”. Per chi non conta a
nemmeno a sense of humour per chiedere
http://it.wikipedia.org/wiki/File:Woher_kom-
contarlo ci pensa un sistema numerico binario.
indietro il dovuto per quelle 23 rate rimesse
men_wir_Wer_sind_wir_Wohin_gehen_wir.
Una sequenza posizionale, una proiezione elet-
ogni mese in anticipo: 23 per 8,7€ fa 200.
jpg, per vederla alla Gauguin. Per loro, quelli là
tromagnetica sparata su fibra ottica, nei paesi
Equitalia sborserebbe questa somma? n
Equitalia s’è desta
L
a sapete quella di Berlusconi che arrivato dinanzi a Dio gli chiede: “E tu, chi
sei?”, e Dio dice: “Io sono Colui che è”.
Berlusconi con orgoglio: “E io sono Colui
che ha!”. Se non l’avete mai sentita allora correte a godervi “Tuttobenigni 95/96”, in santa
dalla
Eventi
Palm
Day
Redazione
[email protected]
n.83
“Lo sviluppo di una rete d’imprese, sia a livello
l.T.Form 2 s.r.l., Las Mobili s.r.l., Mas Legno
produttivo e sia a livello commerciale, è il
s.r.l., Nuova S.m.a. s.r.l., Partner s.r.l., Spinosi
presupposto, per le PMI, di competere in fu-
Marketing Strategies s.r.l., Trasporti f.lli Marini
turo; singolarmente, infatti, sarebbero in balia
di Marini Gabriele & c. s.n.c., Cosmob, Delfin
di forti turbolenze, difficili da fronteggiare”
Elettronica srl, Emmeci Software, Linea Sedia,
afferma il Presidente Pompilii, cui fa eco l’Ing.
Mec System srl, Metalway srl, Moschella
Ercole Cauti che sottolinea: “La creazione
Pasquale, Palmar Arredi, Pennacchioni spa,
di un Polo dell’Innovazione è la base di un
Studio D’Ercole srl, Time to Design scarl, Ve-
processo di sviluppo che va a convogliare,
trotec due I.s.i.a., Modulo s.r.l., Confindustria
su progetti innovativi e di crescita, le risorse
Teramo, Gruppo Metron s.r.l. n
provenienti dall’Europa verso le Grandi, Medie
La giornata di incontro
tra le aziende del polo
del legno arredo e mobile
I
15
e Piccole aziende che caratterizzano il tessuto
industriale regionale ed italiano in generale”.
Carissimi Colleghi,
Il concetto di rete, non soltanto ha trovato
nel ringraziarVi per gli apprezzamenti che mi
nelle aziende del Palm una fattiva concretiz-
avete rivolto, colgo l’occasione per evidenzia-
zazione, ma rappresenta sul mercato un’inno-
re i risultati emersi dal PALM DAY.
vazione anche “culturale” ed “intellettuale”,
Grazie ai soci presenti e all’illustrazione della
in quanto ha permesso il superamento l’indi-
realtà aziendale di ciascuno, è stato possibile
vidualismo imprenditoriale che, da sempre,
tracciare un profilo delle organizzazioni
caratterizza le imprese PMI di tutta Italia.
consorziate, dei rispettivi punti di forza e degli
l Palm Day del 30 Novembre 2012,
elementi distintivi.
presso la sede Arcadia Penta Gruppo di
Ciò ha ulteriormente confermato i presupposti
Castelnuovo Vomano, è stato un evento di
del polo e, quindi, la necessità di un’integra-
grande successo.
zione dei vari membri per creare una forza
Il Dott. Primo Pompilii, Presidente del Polo
sinergica orientata verso l’innovazione.
e padrone di casa, è stato il moderatore di
I dati emersi sono sicuramente importanti,
una giornata ricca di interventi, dove hanno
tuttavia non appaiono sufficienti per proget-
trovato spazio sia i singoli Soci che gli ospiti
tare, in maniera strutturata e con metodo, la
provenienti da altre regioni, richiamati dalle
collaborazione di ciascuno, né per individuare
opportunità offerte dal Polo.
una strategia comune volta a raggiungere gli
Il Polo Palm, nato il 26 Aprile scorso grazie
obiettivi stabiliti tra cui, tanto per citarne alcuni:
all’iniziativa di 19 aziende fondatrici, raggiun-
• integrazione dell’offerta per lo sviluppo e
geva, già nel luglio 20012, il numero di 40
la penetrazione di nuovi mercati, nuovi
aziende. All’interno del Palm, infatti, si registra
canali e nuove formule commerciali ;
la presenza di Grandi Imprese, come Aran
A proposito di innovazione, la convention del
Cucine e Las, accanto a PMI di produzione,
30 novembre è stata impreziosita dall’origi-
attraverso l’ integrazione tra ricerca,
di servizi e di consulenza che, in questa
nale presentazione realizzata dalla società
design, prototipazione ed industrializza-
giornata, hanno espresso le loro aspettative
di consulenza di strategia aziendale Spinosi
zione secondo un approccio di marketing
di sviluppo e di crescita grazie all’attività di
Marketing Strategies s.r.l., che, coniugando
rete del Polo. Obiettivo del Polo Palm è quello
uno spettacolo di danza contemporanea
di realizzare sul mercato un punto focale,
(grazie al partner Electa Creative Arts) con i
una concentrazione di forze, di energie e di
concetti di marketing strategico, ha saputo
Il prossimo traguardo, quindi, sarà quello di
risorse orientate all’Innovazione delle Imprese
rappresentare la necessità di una metamor-
approfondire le singole realtà.
e, quindi, ad una nuova competitività, sia
fosi nell’operatività aziendale delle nostre PMI
Verranno predisposti incontri tra i soci inte-
per quanto concerne il prodotto, sia a livello
per poter competere in futuro.
ressati, per acquisire maggiori e più dettaglia-
gestionale e di mercato.
L’iniziativa si è conclusa con una generale
te informazioni e valutare gli obiettivi da por-
Le finalità e la rilevanza economica del Palm
soddisfazione di tutti i partecipanti che, per
tare avanti, attraverso una progettualità che
(le cui aziende comprendono circa 1.300
la prima volta in tanti anni di attività hanno
ha come comun denominatore la logica del
occupati diretti ed oltre 200 Mln di euro di
avuto l’occasione di conoscersi meglio e
“fare” e non quella di attendere le provviden-
fatturato nel 2010), sono state ribadite dal
condividere competenze ed idee di progetti
ze dei bandi che, come convenuto nel corso
Presidente Primo Pompilii in occasione dell’e-
per il futuro.
della convention, non devono rappresentare
vento del 30 novembre, circostanza in cui
Le aziende che hanno preso parte al Palm
la finalità e/o l’incentivo motivazionale del
sono state tracciate anche le linee guida per il
Day sono: Api Soluzioni s.r.l., Aran World s.r.l.,
nostro agire. “
raggiungimento degli obiettivi, nonostante lo
Arcadia Componibili s.r.l., Cna Sistema s.r.l.,
scenario incerto del momento… :
Estintori Bosica s.r.l., Grafiche Martintype s.r.l.,
• innovazione di processi e di prodotto
strategico;
• riorganizzazione della logistica ed incremento dell’efficienza.
Cordialmente
Primo Pompilii
di
16
n.83
Presepi teramani
Torricella
Sicura
L‘Abruzzo in miniatura, il presepe e museo
etnografico “le genti della Laga”
U
n cielo azzurro, punteggiato di stelle splendenti.
La grotta affascinante nella sua semplicità.
Uomini di montagna intenti alla fatica quotidiana. Una straordinaria opera di artigianato che, in una miscela di sapienti ingredienti,
abbraccia il visitatore portandolo in un viaggio tra realtà, storia, fede e
cultura laica.
Il presepe delle “Genti della Laga”, la creatura amata da Gino Di
Benedetto e Fabrizia Di Girolamo, diventa ancor più coinvolgente
nel nuovo scenario, con facciate delle case dagli antichi portali e infissi
Sergio
Scacchia
con la collaborazione di Sandro De Marcellis
Foto: Gianluca Pisciaroli
più se non nel ricordo di anziani sopravvissuti.
Un presepe- borgo che riproduce l’habitat antico: le sfumature, incredibilmente reali degli intonaci delle casette contadine, abitazioni dalle
imposte di legno, povere “pinciare” dove la vita è dura, muri sgretolati in
tufo, scalinate in pietra della Laga.
I deliziosi balconcini con le inferriate di ferro battuto che esibiscono
trecce di cipolle, peperoncini, grappoli di pomodori.
Il panettiere che panifica, lo scalpellino curvo a battere la pietra, il
pastore a transumare, il ceramista di Castelli a impastare creta, il ramaio
a preparare utensili e tutto intorno il grigio degli acciottolati e dei muretti
a secco, il verde delle colline di un verismo incredibile. E poi i personaggi,
riprodotti in tutte le occupazioni quotidiane, con vestiti tipici delle piccole
comunità rurali di un Abruzzo che irrimediabilmente non c’è più, a creare
struggenti nostalgie.
La nostalgia pervade l’atmosfera di suoni, luci e colori di cui il presepe
delle “Genti della Laga” si nutre in un irripetibile afflato naturale.
Tutto, nella Rappresentazione del Cristo che si eleva sopra le miserie
umane, rivela la maestria di chi ha concepito la Natività più grande della
regione e una delle più interessanti d’Italia.
Una particolare tecnica usata dagli artigiani che dona vita ai protagonisti,
dalla lavandaia che smette di sbattere i panni al fiume per assistere alla
nascita del Bambino, al venditore di ricotta e salumi che espone la sua
mercanzia, l’arrotino in mezzo ai coltelli, fino ai contadini intenti all’”accise de lu porche”, alla trebbiatura, alla vendemmia e raccolta olive.
I volti danno il senso della fatica e della povertà, tra rughe scavate dal
sole e dalla vita difficile.
recuperati da vecchi cascinali decaduti e spaccati di vita contadina che
immergono in una realtà agreste che appartiene ai ricordi.
La particolarità del museo sta nella veridicità delle scenografie che
emoziona tutti; la mostra svolge anche un ruolo didattico-educativo,
permettendo di tramandare la memoria di attività millenarie.
Nella parte riservata alla Natività, trovano collocazione le mirabili realizzazioni dello scenografo napoletano Antonio Flagiello, recentemente
scomparso, lasciate in donazione al museo presepe.
Non sola rappresentazione della nascita che cambiò il mondo ma testimonianza di un tempo che fu, di una vita dal ritmo lento che non esiste
I Coniugi Di Benedetto con Antonio Flagiello
Le montagne di cartapesta, l’antica ramiera, il vecchio mulino, la deliziosa chiesina rupestre, il solitario romitorio, le pecore che attraverso i
tratturi, svernano in Puglia, tutto è ricostruito con certosina meticolosità.
Emerge dalla scena un’umanità che non fa passare in sordina l’incredibile avvenimento della nascita dell’”Emmanuele”, ma anzi lo rafforza con
migliaia di comprimari che illuminano la scena dolcissima della Sacra
Famiglia.
Il fiabesco si mescola al reale nell’armonia del paesaggio dei monti della
Laga, tra fiumi, cascate, prati, ruscelli, mentre cresce l’attesa dell’evento
più importante dell’umanità.
Il formicolare del mercato paesano, tra bancarelle, botteghe e osterie, si
contrappone alla plasticità del volo degli Angeli nel cielo scuro della notte
e alla carovana dei Re Magi, in una commistione che stupisce.
E, ovunque, c’è il senso rassicurante di un messaggio d’amore verso Dio
e i fratelli.
Il Presepe di Torricella Sicura sarà visitabile nei
seguenti orari e date:
Sabato 15 e 22 dicembre 2012 (dalle ore 16:00
alle ore 20:00),
Domenica 9 e 16 dicembre 2012 (dalle ore
10:00 alle ore 20:00),
Dal 23 dicembre 2012 al 6 gennaio 2013 tutti i
giorni (dalle ore 10:00 alle ore 20:00).
La mostra è visitabile previa prenotazione
tutto l’anno.
L’INGRESSO È GRATUITO
Per info e prenotazioni Tel: 338-3316641
Internet:
www.cmgransasso.it/ginodibenedetto
E-mail: [email protected]
Blog: http://presepelegentidellalaga.splinder.com
Facebook:www.facebook.com/
groups/266076663441683/
Giulianova
Irrinunciabile tradizione!
si svolgono le scene. Quest’ anno dedicato
cubi di polistirolo, troni giganti per ribadire
dalla Chiesa alla Fede, l’attenzione dell’orga-
la potenza di Roma, una stella enorme, una
nizzazione si è focalizzata sul libro sacro per
piazza fatta solo di tanti teli e danzatrici e
17
eccellenza: La Bibbia.
angeli in bianco, un’altra piazza con un enor-
Le varie associazioni di volontariato, Carabi-
me corona e un Erode piccolo. Non le solite
n.83
nieri, polizia penitenziaria tutti a riposo, CRI e
scene del falegname o del fabbro.
protezione civile coordinano il deflusso della
Canazza desidera che la gente rifletta, pensi,
gente e la sicurezza. Gli abitanti del centro
si domandi, torni a casa a prendere in mano
storico hanno un pass e ingresso riservato.
la Bibbia. I problemi sono comunque tanti e
L’orario dell’evento è dalle 18:00 alle 22:00,
non solo di ordine economico: ad esempio
un massimo di quattro ore dato il freddo
chi recita la parte del Bimbo? Da quando è
pungente. E’ sempre gratis, naturalmente.
chiuso il reparto di ostetricia e ginecologia
Difficoltà economiche, naturalmente!
dell’ospedale di Giulianova non ospitiamo più
“Non c’è un euro in cassa, Sergio, anche gli
nascituri. Alla fine di maggio, mia figlia Giulia
sponsor storici sono in difficoltà.
è stata l’ultima femmina nata. Sono quattro
Non paghiamo nessun figurante, nessun
edizioni che il divin Bimbo non è nato in città
rimborso spese per chi recita in questo an-
ma in altri ospedali.
tichissimo borgo degli Acquaviva. Riusciamo
Con il freddo che fa a dicembre i neonati
comunque con l’aiuto dei cittadini e del buon
utilizzati nella manifestazione sono anche
Dio, a proporre un evento di rilievo.
più di tre.
Hai idea di quante cose occorrono? C’è
E poi, i giovani latitano. Negli ultimi anni
bisogno di una squadra di pronto intervento
abbiamo deciso di adottare la formula del
per falegnameria, elettricità, un service per
casse, luci, mixer e microfono, costumisti,
truccatori, ecc., insomma una cosa grande!
Invito tutti a visitare il sito www.presepevivente.net, gestito dal poliedrico regista,
Domenico Canazza, anima della manifestazione.
È un grande giuliese, che coltiva varie arti,
soprattutto quello dello spettacolo. Grazie
a lui ogni anno la natività ha un gusto
diverso, ogni scena è inedita.
Un esempio? Scritte enormi fatte con
bando per far partecipare ragazzi e ragazze,
I
insomma dare una scossa alla manifestazio-
l’addetto stampa e portavoce istituzionale
ufficiale Vladimiro Di Stefano che scatta
di una iniziativa bellissima che ogni anno, il
istantanee a tutti. Poi iniziano le prove di cop-
26 dicembre, da diciassette edizioni, regala
pia. In una seconda sessione, con foto alla
il Presepe vivente della parrocchia di San
mano, il comitato confronta e valuta. Di solito
Flaviano in Giulianova.
la spunta sempre il San Giuseppe più vecchio
È una manifestazione religiosa e culturale da
che riesce a trasmettere il senso di saggezza
portare avanti tra mille difficoltà.
e di misticità del papà di Gesù. Per la parte
“Il presepe, Sergio, si svolge nel cuore del
di Maria è tutto diverso. Non guardiamo mai
centro storico al buio e senza luce artificiale,
alla bellezza in se, ma quello che il viso può
solo con le torce. Un narratore racconta la
trasmettere agli spettatori. Carisma, certo,
scena. Si apre con un corteo di figuranti,
ma soprattutto purezza”.
mediamente duecento persone tra adulti
Non c’è dubbio! Il 26 dicembre saremo tutti
e bambini, il materiale occorrente viene
insieme a godere di questo spettacolo divino
tutto dai privati, compreso i fondaci dove
nel cuore di Giulianova.
ne, rendendola più vicina alla gioventù”.
ncontro l’amico e giornalista Walter
Uno dei momenti più belli nella prepara-
De Berardinis, anima del frequentato
zione?
sito internet www.giulianovanews.it in
“Sicuramente le selezioni per la Sacra
un freddo pomeriggio di dicembre. È lui
Famiglia. Quella sera c’è il nostro fotografo
di
18
Sanità
n.83
Pronto
Soccorso
Maurizio
Di Biagio
www.mauriziodibiagio.blogspot.com
e dunque raccomandato ho atteso il mio turno dopo sei ore e
mezza ma lì c’era gente che arrivava all’alba e andava via a notte
fonda: non è umano, non è da nazione civile”.
Comunque, il responsabile del Pronto Soccorso Cianchini parla
di una situazione stabile: “Il problema non è il codice bianco; da
quando c’è stata la riorganizzazione interna i politraumatizzati e
altri pazienti con patologie neuro vascolari afferiscono da tutta la
Asl a Teramo portando una maggiore complessità d’intervento e
dunque intasando il reparto. E con radiologia e laboratorio analisi
che giustamente approfondiscono i loro esami i tempi pertanto si
allungano sempre più e quindi anche le attese per gli altri codici”.
Dove il tempo diventa molto relativo
I
Perché a esser chiari, Cianchini denota una flessione del 4%
degli utenti al Pronto soccorso “però è aumentata la gravità degli
interventi”. “La gente si lamenta perché attende 10 ore, anche se
l’attesa media è di due, ma abbiamo bisogno di personale infermieristico e di una sala triage per accorciare i tempi”. Mancano
n attesa dell’Uccp e della piastra per le emergenze che a
anche i posti letto per l’osservazione breve che nel reparto sono
sentire gli uomini Asl rivoluzioneranno il settore, il pronto
sei ma vengono utilizzati come appoggio da altri reparti.
soccorso di Teramo affoga nel suo quotidiano imbarazzo. Fran-
Uno dei mali che indirettamente assilla la struttura è rappresen-
cesco, seduto nella sala del reparto, riferisce che questa volta
tato dai molti utenti del Teramano che contando sulla presenza
con 12 ore di attesa gli è andata molto
delle specialistiche e delle eccellenze del
meglio dell’altra volta quando ne aspettò
Mazzini intasano il reparto del capoluo-
24: ha un dolore al petto che lo turba e lo
go: “In vita mia non ho mai visto tanta
impensierisce molto.
gente provenire dalla costa oppure dalla
“Il fatto – dice seduto su di una seggiola,
Vibrata così come accade in questi mesi”
con il risentimento strozzato dall’umiltà
chiarisce Cianchini. Il sabato poi, con il
contadina – che il mio medico, ma tutti
mercato, l’affluenza è raddoppiata. E a
medici di famiglia, non ti visitano più…e
rafforzare il fenomeno interviene anche
allora eccomi qua”.
quel senso di sfiducia che i pazienti
C’è chi attende disteso sopra una lettiga
serbano nei confronti di alcuni presidi
con la merda per tutto il corpo, per la
considerati “in disarmo”.
vergogna si tira su il lenzuolo verde fino
Ma ad alimentare la catena delle “vittime
a celare la sua identità e a scomparire
del codice verde” e delle relative ore in
del tutto come uomo. Ma Nessuno si fa
attesa di una prestazione si aggiunge
avanti. Deve attendere un dottore che
anche un altro aspetto: molti utenti infatti
conosce che per caso era da quelle parti.
pur di non attendere mesi e mesi prima
Il giudizio del consigliere comunale Milton
di accedere ad una prestazione diagno-
Di Sabatino è tagliente: “Il nostro pronto soccorso è un disastro
stica (nove mesi per una scintigrafia ossea) preferiscono piuttosto
di funzionalità. Non c’è nulla di buono”. Non ce l’ha con i medici
attendere i ritmi compassati dei diversi codici bypassando tutto
e nemmeno con gli infermieri che sono sempre pochi. Ma si
l’iter, accorciando di molto i tempi e risparmiando sui costi. Però
potrebbero fare tremila esempi di malasanità. Il pronto soccorso
la procedura s’ingolfa. “E chi ci rimette? - si chiede Cianchini -
scoppia e le sale per le osservazioni brevi sono sempre quelle:
coloro che hanno codici più bassi”, chiaramente. n
quattro, servite da tre medici, non certo l’optimum per svolgere
un servizio ragguardevole.
Secondo il responsabile della struttura, Rino Cianchini, oltre agli
attuali 25 infermieri, ne occorrerebbero ancora quattro per completare i turni H24.
A questo punto per Di Sabatino nemmeno la nomina di un primario risolverebbe la quaestio, anzi “andremmo a creare un altro
posto ben retribuito e basta”. E a proposito di primario che manca, la Asl di Teramo sta attendendo dalla Regione Abruzzo il nulla
osta per il via libera. Di Sabatino infine consiglia di ricopiare dalle
Marche il modello di Pronto soccorso per ovviare ai contrattempi,
anche se qualcuno lo sconsiglia vivamente. Il consigliere termina
così, con la sua esperienza personale: “Malgrado fossi conosciuto
È arrivata la tua
nuova vicina di casa.
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di
20
n.83
Carmine
Goderecci
L’Oggetto del Desiderio
Renata
Tebaldi
Metropolitan di New York nel 1955 con Otello.
Donna di carattere sensibile e gentile, di grande
temperamento e dagli eccessi tipici di molte
“prime donne”, la Tebaldi ha avuto una vera
e propria passione per i gioielli fin da bambina. Come lei stessa ha ricordato intrecciava
bracciali e collane con i fiori raccolti nei campi
insieme al padre.
Nel 1998 Sotheby’s ha messo all’asta una serie
di gioielli della sua collezione che risale agli
anni cinquanta, sessanta, settanta; la maggior
Dalla Scala al Metropolitan
un tripudio di gioielli
È
[email protected]
parte di essa è stata realizzata da noti gioiellieri
su commissione della stessa Tebaldi, mentre
molti altri sono stati comprati durante gli anni
della sua carriera in America, dove ha vissuto
per molto tempo.
Spesso la cantante voleva la riproduzione in oro
stata senza dubbio una tra le più grandi cantanti liriche del
e pietre preziose di una parure di bigiotteria di un suo costume di
nostro tempo. Studia pianoforte e canto e nel 1946 un’audi-
scena, o comprava d’impulso una collana di diamanti trovata per
zione con il famoso maestro Arturo Toscanini le apre le porte
caso in un negozio di New York, così come era solita regalarsi delle
del successo. Lei è Renata Tebaldi e fu proprio Toscanini a
spille dopo ogni rappresentazione di successo. I gioielli preferiti
soprannominarla “voce d’angelo”, quando, nel 1946 debuttò alla
di Renata Tebaldi sono le spille, molto spesso ordinate solo per
Scala in un memorabile concerto trasmesso per radio in tutto il
accompagnare altri pezzi che già possedeva. Esse sono numerose
mondo. Negli anni quaranta e cinquanta e fino a quando si ritirò dal
in una collezione che nell’insieme si presenta semplice e raffinata
palcoscenico nel 1976, Renata Tebaldi è stata la più bella voce di
nella purezza dei colori e delle forme. n
soprano lirico drammatico, un vero e proprio mito, capace di conquistare anche il pubblico americano, a partire dal suo debutto al
Coldiretti informa
a cura di
Raffaello Betti
Le filiere
Agroalimentari
Direttore Coldiretti Teramo
Uno Scintillante Natale e un Brillante Anno Nuovo
come illeciti a prescindere dalla dimostrazione della “posizione dominante” o dello “stato di dipendenza economica” che si è rivelata nei
fatti quasi impossibile.
“E’ molto positivo, in particolare che le nuove disposizioni considerino pratica commerciale sleale le condizioni contrattuali che determinano “prezzi palesemente al di sotto del costo di produzione medio”
dei prodotti agricoli. Si tratta di un principio che trova sostegno nel
recente regolamento comunitario sui rapporti contrattuali nel settore
del latte laddove si evidenzia che bisogna risolvere il problema della
trasmissione del prezzo lungo la filiera, in particolare per quanto
riguarda i prezzi franco azienda, “il cui livello non evolve generalmente in linea con l’aumento dei costi di
Entrano in vigore le nuove norme
sui pagamenti con l’art. 62
produzione”.
L’
scritta dei contratti di cessione e
entrata in vigore delle nuove norme che intervengono per
La Coldiretti esprime un giudizio
positivo sul fatto che la normativa
richieda l’obbligatorietà della forma
della presenza di elementi essenziali in vista della realizzazione dei
riequilibrare il potere contrattuale lungo la filiera agroalimen-
principi di trasparenza, correttezza e
tare tra distribuzione e produttori e che prevedono il rispetto
lealtà commerciale e che fissi dei termini di pagamento legali, trenta
dei termini di pagamento non devono rappresentare un alibi
o sessanta giorni dal ricevimento della fattura che, a differenza di
per la parte acquirente a rivedere al ribasso i compensi che spettano
prima, sono tolti dalla disponibilità contrattuale delle parti. Le nuove
ai produttori. Sarebbe questo un atto gravissimo. L’articolo 62 ed
norme introdotte dall’art.62 devono essere applicate da subito, ma
il relativo decreto applicativo sulla cessione dei prodotti agricoli e
con intelligenza. Se necessario, potranno essere previste delle norme
alimentari hanno il merito di qualificare determinati comportamenti
tecniche in grado di oliare gli ingranaggi del provvedimento. n
di
22
n.83
Sergio
Scacchia
In giro
[email protected]
Pietracamela
Il paese di pietra
Sulle orme dei mercanti che
percorrevano anche a Natale
i sentieri di montagna per il
commercio del Gran Sasso.
Scopriamo il paese che vive
a fatica sotto la vetta più alta
degli Appennini, ai piedi delle
Dolomiti d’Abruzzo.
La mia casa è quassù fra
le altere pareti e misteriosi
silenzi... la mia casa è quassù
fra garrule acque e dolcissimi
ricordi. Qui sono io, qui è la mia
casa, qui sono le mie montagne.
(Antonella Fornari)
sarebbe sull’uscio della sua casa ad attenderlo.
vole sentiero che porta ai Prati di Tivo.
Perché è una “pretarola” di quelle che se ne
Ora tutti recitano il “de profundis” e dicono
infischiano delle rilevazioni demografiche che
che Pietracamela, arroccata su di una pendice
indicano un paese che muore.
montana, sta morendo.
Lei vive qui e nessuno riuscirà a portarla via, né
Secondo i censimenti negli anni ’30 qui si era
una frana, né la terra che si muove, né la neve
in circa duemila anime, negli anni ’90 si scese
che ogni anno copre i piccoli portali d’ingresso
a duecento.
alle abitazioni.
Oggi se veniamo fin quassù fuori stagione e in
E dire che in questi ultimi tempi tutto si è
un giorno feriale, faremmo fatica a scambiar
ra le impalcature che imbracano le case
accanito contro questo splendido abitato.
chiacchiere con qualcuno.
strette devastate sin dalle fondamenta
La montagna è crollata ricoprendo le pitture
Ma la Nina mi spalanca due occhi grandi e,
dal terribile sisma del 2009, l’anziana
rupestri, il mondo antico del pretarolo doc Gui-
sorridendo, a metà tra un italiano stentato e
donna si muove a fatica.
do Montauti; le viscere delle guglie dei Corni
il difficile dialetto, sussurra che tra qualche
Ha quasi cento anni la Nina, mese in più, mese
hanno traballato sotto la violenza di una faglia
giorno è Natale e tornano anche i suoi figli.
in meno, ma anche se da queste parti venisse
mortale; la pioggia ha fatto venire giù pietre,
Più in là la signora Montauti, anima del paese,
un cataclisma del tipo paventato dai Maya, lei
fango e altro, coprendo una parte dell’incante-
affaccia la testa fuori dalla piccola chiesa che
T
sta pulendo per la messa del vespro.
Il paese, compreso nella ristretta cerchia dei
borghi più belli d’Italia, conta nelle stagioni
intermedie più o meno cinquanta abitanti,
gli stessi della frazione Intermesoli, ma è un
dato che pecca di ottimismo. Alcuni abitanti
stanno a Montorio al Vomano e vengono su
nei weekend.
Ma a Natale insieme al Bambino Gesù, rinasce
anche questo piccolo borgo che si riempie di
turisti e familiari in festa.
Luogo storico dell’Abruzzo Ultra durante il
Regno di Napoli apparteneva nel secolo XII al
feudo della Valle Siciliana di proprietà dei Conti
di Pagliara. In seguito passò ai Conti Orsini che
furono padroni sotto Angioini e Aragonesi fino
a che Carlo V nel 1526 lo consegnò al marchese Mendoza fino all’abolizione della feudalità.
Qui un tempo si lavoravano i metalli, si batteva
di mare, da tasse e balzelli vergognosi e la pro-
In estate il piccolo mondo di case vecchie dal
gressiva messa in coltura delle distese pugliesi
sapore decadente, quasi bohémien, attrae
del Tavoliere. Un esodo biblico portò i pretaroli
torme di escursionisti.
23
verso gli States, l’Argentina, l’Australia. I più
“Lo spirito del paese è che non importa chi
fortunati emigrarono nel Lazio.
sei e da dove arrivi, qui, nessuno è straniero”,
n.75
L’antica Petra Cimmeria o Cameria, (il toponi-
dicono gli ospitali abitanti.
mo lo ritroviamo nel monte Camarda e a San
Alcuni di essi, “cardaroli” della lana, indos-
Pio delle Camere in Aquila), col masso sovra-
sando i “coturni”, spesse calzature fatte di
stante a forma di cammello, nel fine anno si
lana frollata, attraversavano da giovani la Val
appresta a vivere il suo attimo di gloria dopo
Maone, lungo l’infido passo della Portella, per
il rame, si pettinava la lana.
l’estate ferragostana.
vendere mercanzia all’Aquila, soprattutto a
I cardatori del paese erano famosi fino in
D’inverno, niente caroselli di piste stile Tren-
Natale quando giravano più soldi.
Toscana e nell’Emilia.
tino, niente folle agli impianti, volti noti e riti
Il paese avrebbe bisogno di maggiore turismo.
Con la nascita del materasso a molle, l’attività
mondani del dopo sci. Solo turismo familiare e
Per molti sarebbe utile una pedemontana a
scomparve.
montagna spartana, bella e selvaggia.
collegare le guglie del Gran Sasso all’autostra-
Stessa storia per i famosi “sediai”. Usavano
Nella stagione fredda il piccolo portale di San
da per Roma o un trenino a cremagliera che
materie prime locali, legno di faggio e paglia.
Giovanni, il campanile a vela, la meridiana e l’o-
sale appena fuori la galleria tra Aquila e Roma,
La robustezza della sedia che si realizzava,
rologio, quasi scompaiono inghiottiti dalla neve.
scavalcando Forca di Valle. Altri sognano un
dipendeva dall’abile lavoro d’incastro del legno.
La chiesa di San Rocco, la casa de “li Signu-
tunnel a incrociare l’autostrada sopra il santua-
Che dire poi dei “casari”? Erano anch’essi
ritte” con le bifore del 400, lo stemma civico
rio dei Passionisti di San Gabriele.
artigiani di grande specializzazione. Decideva-
cinquecentesco, la piazza Cola da Rienzo
“E’ il terzo borgo più bello d’Italia nonostante
no, con sapienza, quando il latte della munta
cui sembra che il paese abbia dato i natali, il
lo spopolamento” - chiosano con orgoglio gli
doveva essere bollito e posto nelle “fuscielle”.
“Sopratore” tra rocce e fienili ristrutturati, la
anziani rimasti. Poco più in alto, sopra la nota
La crisi cominciò a mordere sin dalle ultime
parrocchiale di San Leucio, l’antico vescovo di
località turistica dei Prati, muraglie inaccessibili
battute dell’ottocento. La pastorizia transu-
Alessandria, tutto sembra irreale nel bianco
di dolomia raccontano, come libro aperto, oltre
mante fu decimata dal progresso verso le zone
che fiocca.
trecento milioni di anni. n
di
24
n.83
Luca
Cialini
Parliamo di Musica
Space
rock &
Space
music
[email protected]
Non c’è un periodo preciso, ma la nascita della
a tratti “angeliche”. Nel 1968 la band registra
Space Music si può considerare di pari passo
“magik brother, mystic sister”, ma senza grandi
allo Space Rock. L’apice del successo di questo
entusiasmi, vediamo l’ingresso del batterista
genere lo abbiamo tra il 1970 e il 1975 per poi
Peter Houri, ed altri musicisti che passarono al
scemare fino al 1979 con l’avvento marcato
canto di Allen e compagna.
della Dance. Spesso è stato considerato come
L’interesse per l’album appena inciso, arriva
dalla nascente ed indipendente etichetta
discografica BYG Actuel Records di Jean
Karakos, che lo ripropose e lo reincise. Nello
stesso periodo esce il primo 45 giri, Garçon Ou
Fille, che contiene i due brani Est-Ce Que Je Suis
? e Hip Hypnotise You, dove per la prima volta
compare Christian Tritsch al basso che sostituì
Bret Kenner.
Il primo concerto ufficiale della band è al
festival di jazz e rock di Amougies in Belgio,
oltre ai Gong partecipano decine di grandi artisti
quali i Pink Floyd, Frank Zappa, Archie Shepp, i
A
“genere da viaggio”, sia per la sensazione che
Colosseum ecc.
può suscitare, sia per l’uso non indifferente de-
La discografia di questa band, multietnica e
lcuni numeri fa, ho parlato di una
gli acidi o comunque di quelle droghe allucino-
“spaziale”, è infinita, non ostante Allen ne sia
band, gli Hawkwind e del loro genere
gene di cui si faceva largo uso in quel periodo.
stato la mente (Gong dalla filosofia di Gong) e
chiamato Space Rock.
Non ostante il suo interesse si sia affievolito,
il principale autore, nel 1974 sia Gilli Smyth che
Questo genere nasce da una costola
tra gli anni ’80 e ’90 molte band tornarono
lo stesso Allen abbandonano il progetto; Gilli
del Progressive Rock e del Rock Psichedelico,
a proporlo, ascoltando ad esempio i Rush di
per sostenere la famiglia e i figli, Allen secondo
entrambi nati tra la metà e il finire degli anni
2112, A Farewell to Kings, e veri e propri elogi
voci del tempo, per una crisi compositiva.
’60, evoluta poi in Space Music; più elettronica
verso il genere con Green di Steve Hillage, e
L’anno successivo il progetto venne riesumato
e sperimentale, spesso solo con l’utilizzo di
non da meno anche in Italia con uno storico
da Pierre Moerlens, percussionista e batterista,
tastiere e synth di vario genere.
gruppo progressive “Sirio 2222” dei Balletto di
che portò avanti il progetto con il nome Pierre
In breve tempo lo Space Rock prese forma
Bronzo, oltretutto album d’esordio.
Moerlen’s Gong. Da qui in poi si susseguirono
quando le band sopra citate, iniziarono ad
Tra i più recenti gruppi sicuramente da ascolta-
svariati gruppi (fondati anche da Allen e la
“abbandonare” quelle sonorità per approc-
re ci sono i Ozric Tentacles, Porcupine Tree, e il
moglie Smyth) tutti con nome e Gong affianco
ciarsi verso altre, band come Hawkwind,Gong,
bellissimo Origin of Simmetry dei Muse.
creando un’unica grande famiglia di musicisti
furono pionieri di questo genere particolare.
Generalmente lo Space Rock chiama suoni
sintetici, particolari, brani lunghi e ricchi di sonorità ricercate, ma con scarsa presenza della
voce, per questo infatti è stato, e lo è ancora,
Parliamo di una Band
GONG
usato come sottofondo di documentari scien-
dediti alle sonorità space o psichedeliche e alla
filosofia Gong. La band si riforma con Allen nel
1978, per poi sciogliersi nel 1980, e successivamente nel 1991 (non ufficiale) e per il ventesimo anniversario nel 1994. Ancora oggi Allen e
la Gong Global Family continuano a suonare e
tifici, film (Stanley Kubrick usò spesso questo
Anche se possiamo considerarli progressive
genere come colonna sonora), o documentari
rock, i Gong hanno da sempre mostrato grande
vari, entrando anche nelle grazie di pittori,
interesse per lo Space Rock, tanto da mesco-
scultori, scrittori fantasy e artisti vari.
larlo proprio al progressive. Interessante band
La formazione classica era composta da; batte-
attiva dal 1969 che non ostante il successo
ria/percussioni, una chitarra, un basso, una
poco conforme alla loro attitudine, ancora oggi
tastiera e spesso un membro che vi suonava
riesce ad esprimere quelle sensazioni di una
synth e strumenti elettronici vari.
volta. La band si forma in Inghilterra da un idea
A dare il giusto input a questo genere non si
del musicista (compositore) David Allen di pro-
possono escludere brani cruciali come Space
venienza australiana. Accanto a lui si unì l’allora
Oddity di David Bowie, Astronomy Domine
compagna Gilli Smyth voce e composizione, il
dei Pink Floyd. Perché brani cruciali? Perché
turco Tanner Celensu come tecnico del suono,
oltre ad essere dei capolavori, possiamo
e successivamente si unirà il sassofonista Didier
considerarli capostipiti dello Space Rock, brani
Malherbe. Musicalmente la band sperimenta
che mirarono proprio all’atmosfera più che al
sonorità nuove, sempre più ricercati e appunto
sound in sé per sé.
Space, la stessa Gilli Smyth usava voci sospirate,
produrre… assolutamente da ascoltare! n
di
L’evento
Quel giorno
che doveva
finire il mondo
Mimmo
Attanasi
[email protected]
25
n.82
ghi e i loro organi di stampa finanziati da denaro pubblico, sulle
loro scuole private, non eri d’accordo sul ripagare a prescindere
dal successo editoriale qualcosa che sul mercato non si reggesse
da sola, si diveniva per tutti “Intollerante”.
A nulla sarebbero valse le spiegazioni sulle differenze fra chi invoca la sparizione di ciò che non si gradisce, dalla censura imposta
istituzionalmente. La confusione era ingenerata da un concatenamento di eventi complicato. A quei tempi, si chiamava spot. Un
linguaggio di suoni, segni e parole a sublimare. Non era percepita
come un diritto, la scelta di criticare ciò che non piaceva.
Neppure nel pieno rispetto delle norme che regolavano la civile
convivenza. In occasione della “Centesima Edizione del Festival
della Canzone italiana”, ancora oggi un grande evento atteso.
Come quello che fu nel 1999 per il presidente Gorbaciov. “Siete
così tanti, chissà cosa avrete da chiedermi!”, pronuncia a fior di
I
labbra il Pontifex maximus nel suo ologramma parafrasando il
rato il Gran Sasso con un fazzoletto. Prima ancora, in braccio alla
notato anche se sono al Festival mi sono occupato di quello che
mamma, un “fortissimo” d’organo a canne lo aveva spaventato
preferisco. L’Amministrazione degli Ultimi. Non amo assumere il
propugnatore dei processi di riforma, perestrojka e glasnost’, di
l sale sulla coda degli anni 60. Al ragazzino si spegneva la
mezzo secolo prima.
fantasia mentre la zitella della dottrina gli ripeteva che l’Inferno
Diffuso da un beam-expander, nell’affollatissima sala stampa
sarebbe durato tutto il tempo per svuotare gli oceani con un
del Teatro Ariston; l’aria sorniona e soddisfatta di chi è riuscito
cucchiaino da caffè, contato tutti i granelli di sabbia e spolve-
a mettere a segno un punto e non ne fa mistero: “Come avrete
così tanto che cominciò a
ruolo di Gesù. Non farò delle
vedere ovunque, pure nei
prediche. In questo confron-
sogni intraducibili in incubi, i
to che abbiamo con il futuro,
fantasmoni neri dalle gonne
difficilmente ci può essere
svolazzanti ad agitare il dito
qualcuno davvero pronto e
della reprimenda di ener-
preparato. Non solo i politici,
gumeni con la tonaca e del
ma anche gli scienziati, tutti
loro capo, con la fascia rossa
abbiamo difficoltà a capire
sulla pancia. Eppure, qualche
dove stiamo andando. Fon-
nota stonata l’orecchio lo
damentalmente credo che
percepiva. Ci sono montagne
sia importante che la gente
più grandi degli Appennini.
cerchi di unirsi, la coesione
L’Inferno non dura per tutti lo
può permettere di trovare
stesso tempo. Ecco qua che
non una fede ma una certez-
si svelano le prime ingiustizie
za di progresso”.
su questa terra.
Con i Maya 2012, “Domi-
La nevicata del 2012, i bollori
nus illuminatio mea, et
di Lucifero e Caronte, chi non
salus mea, timebo quem?”
se li ricorda. In rete c’era
(Il Signore è mia luce e
pure Ingroia, un magistrato sgradito. Se la prese per alcuni “pette-
mia salvezza, di chi avrò paura?, Salmo 26:1) si concretizzarono
golezzi” tra mafiosi e qualcun altro. E giù con le critiche, i distinguo
argomenti sulla metafisica come donazione di senso e la positività
e i moniti, alti e bassi, provenienti da tutte le parti. La libertà di
del finito. Storicamente, si preferì poi la posizione filosofica di una
stampa venne presa come luogo di pensiero. Uno spazio mentale
civiltà meno conosciuta, non di certo meno degna di fede, la quale
malinconico nel quale identificarsi. Quante risate. Ma all’epoca era
riteneva rilevante da un punto di vista conoscitivo solo ed esclu-
difficile spiegare che forse a qualche fetta della popolazione inizia-
sivamente la scienza. L’universo primariamente conoscibile, ma
va a stare stretto vedere un presidente, un governante, discutere
nessuna consapevolezza ammissibile se non istituita da metodolo-
seriamente dei problemi economici e sociali, di crisi mondiale e
gie fondate sulla scienza.
lavoro, con persone vestite da guru.
Così parlò Yama Anninze: “Rimanete affezionati alla terra e non
Il mago Otelma e le donne nascoste nei burqa senza la mascherina
confidate nelle fantasticherie, nelle aspettative sovraterrene di abi-
per le mosche sugli occhi.
li avvelenatori della mente. Spregiatori della vita, moribondi ed essi
La messa non era soltanto un semplice rito da officiare. Una obbe-
stessi avvelenati, dei quali la terra è stanca: se ne vadano pure, noi
dienza per procura. Comunque, se dicevi qualcosa sui i taumatur-
proseguiremo il cammino”. (Friedrich Wilhelm Nietzsche) n
di
26
n.83
Cinema
Tagli
su Tagli
l’esordio di Idan Hubel
Leonardo
Persia
[email protected]
padre lavorava come esattore per una società idrica), ha la capacità di
rendere «piene» le proprie immagini «vuote», senza calco di accenti,
o eccedendo dal fatto, e Menatek Ha-maim (The Cut Off Man)
procede piano e forte, con il vigore delle sue esibite debolezze. Quella
narrazione disadorna da film tv sa trattenere i piani fino a imprimerli
nella coscienza, lavorando sull’immagine senza darlo a vedere. Il realismo, più che nella riproduzione pedissequa, consiste in quell’andare
oltre le superfici, nell’invisibile, partendo dal visibile, anche il più ovvio.
Un’estetica implosa e scarnificata, immagini come i corpi trattenuti e
spenti, eppur addensati di senso. Moshe Ivgy, famosissimo in patria e
visto anche in Munich di Spielberg, modula alla perfezione l’invisibilità
del suo personaggio, esprimendo con potenza la di lui impotenza.
E’ un protagonista secco, disidratato nell’anima, l’acqua che taglia
è come se la tagliasse ulteriormente a sé stesso. La sua solitudine
A
indotta diventa, per tal via, anche auto-indotta, un circolo vizioso
cut off, meno taglia e meno guadagna. Compie estenuanti camminate
regista. Una sola volta è dato assistere a uno svolazzo di stile, quando
per raggiungere il retro-cortile delle case incriminate, sede delle tu-
al bar tutti guardano un punto fisso al di là del vetro e la macchina da
bature esterne. Un sentiero lastricato di disprezzo e improperi, anche
presa, retrocedendo, scopre la moglie di Gaby, venuta a strappare il
inestricabile.
rmato di secchiello, stracci e pinze, Gaby è l’uomo che taglia.
Tutto l’impianto del film, scrittura e lessico, sembra mancare dell’ele-
Sospende le forniture d’acqua (privata) agli inadempienti, unico
mento liquido, risultando investito dalle vidas secas del deserto liberi-
lavoro offertogli dal centro per l’impiego liberista. Un regalo
sta. Mai irrigato il profilmico, umani e cose, scorti come in un informa-
impacchettato col ricatto del cottimo: undici shekel per ogni
le documentario. Totalmente asciutto, di terra e pietra, lo sguardo del
fantasiosi («figlio di mille puttane!»),
marito dall’abbruttimento di gioco e
oltre che di lacrime e dolore.
alcol. Una scena fassbinderiana, tipo
Alla notifica di sospensione, un
Il mercante delle quattro stagioni,
uomo con un bimbo in braccio gli
con tanto di musica diegetica, alle-
sbatte la porta in faccia, mandando-
gra e straniante.
lo a quel paese. Una donna anziana,
Tutto il resto ha il sapore di un
con calma dignitosa e indignata,
apologo kieslowskiano, severo e du-
chiede indietro l’acqua, pedinando
rissimo, dalla poeticità mai esposta,
l’uomo alle spalle. Quelle spalle al-
ricollocato in una specie di spurio
trettanto affrante, rivelanti. Gaby ha
undicesimo comandamento: non
pure lui segni di tagli, di esclusione,
fare quello che non ti piace. Un pec-
nel corpo e nello spirito. Si capisce
cato per il quale è prevista la pena
dagli occhi preoccupati e imbaraz-
di un contrappasso analogico, un
zati, dallo sguardo insonne a letto,
castigo tramandato da padre a figlio.
fotocopia dello sguardo a tavola. La
Così, a subire le conseguenze della
postura da umiliato e offeso attesta
scelta del padre sarà il povero Boaz,
che non è stato certo risparmiato da vicissitudini da libero mercato,
costretto a rinunciare al proprio sogno, per affrontare la terribile leva
contrassegni indelebili di frustrazione e disperazione, meste lezioni di
israeliana. Avviene dopo che il papà mette in mora, con il massimo
disamore.
della gentilezza possibile, persino scusandosi per l’errore certo, anche
Attorno a lui, altrettanto «tagliata», ferita, la punta Nord del paesaggio
uno degli sponsor della sua squadra, «scoperto» nella sua mancanza
israeliano, l’arida Nahariya, vicina alla frontiera libanese, contornata
di denaro, abilmente mascherata da benessere esibito. Lo scivolamen-
di case caserme da cui traspaiono costrizione e afflizione, effige
to dalla classe media alla classe povera diviene, in tale contesto, il più
devitalizzata della politica di destra, l’unica ormai a imperversare al
temuto ma probabile degli incidenti, come da copione global. Idem
mondo. In una di queste case, Gaby incarna il ruolo di pater sconfitto,
dicasi per gli inevitabili effetti collaterali di guerra tra poveri, invidie,
capotavola di famiglia muta (moglie e due figli) dove, tra la totale inco-
vergogna del proprio status sociale, aggressività e rivalsa spostate su
municabilità, brilla unicamente il sogno del primogenito Boaz, portiere
un alibi umano.
in una squadra locale. Vuole diventare calciatore, desiderio costoso.
Gaby diventa il capro espiatorio al centro di una camera fissa che
Le scarpe, gli allenamenti… Quando entrano nel negozio di articoli
esplica l’attaccamento, rovescio del proprio ruolo, conseguenza della
sportivi, padre e figlio, si sente tutta la pesantezza del denaro, la pena
paura di perdere il lavoro o l’identità, mimesi del fato incombente.
Capitale. Senza alcun accorgimento drammaturgico o interrelazione
Contempla, senza esplicitarla, la tragedia ebraica (l’incubo dell’unto,
suggeritrice: riproducendo solo il fatto.
della delazione, del disprezzo e della messa al bando), trasferita sul
L’esordiente Idan Hubel, che parte da uno spunto autobiografico (suo
piano di precarietà esistenziale determinata dalla new economy. Le
La storia sobria di un cut up interiore e
In definitiva, Gaby rappresenta l’israeliano
identitario che, lontano dai giochi di forma
accusato di essere carnefice senza esserlo
di Burroughs, insettifica allo stesso modo
laddove Boaz incarna il futuro militare di un
27
i soggetti, riducendoli a un nulla già domi-
Paese che non sa e non vuole offrire altro,
nante. «Dagli anni ’80, la tendenza è stata
epifenomeno del capitalismo selvaggio. Il
n.75
suo sedile vuoto, in auto, prima di partire
soldato, ne attesta la «sparizione» di essere
umano desiderante, sancisce il suo ingresso
inquadrature ferme diventano opposte e
nell’anonimato che costituisce l’emblema
complementari ai carrelli e ai camera-car
disperato del film. La porta chiusa davanti al
di Amos Gitai, detentore del movimento
padre su cui indugia il finale suggella invece
imitativo della diaspora e della de-territoria-
la fine di tutte le speranze di Gaby, la sua
lizzazione, qualcosa che i palestinesi hanno
completa estromissione da un’esistenza
di fatto ereditato pari pari dai nemici ebrei.
degna di tale nome. Un taglio definitivo. n
Proprio come in uno dei film meno amati
del più famoso regista d’Israele, Disengagement, accusato di parzialità filo-israeliana,
Crediti
anche qui viene omologato il destino di ebrei
quella di accrescere il capitalismo, quel tipo
e palestinesi, dei precari e dei fuori casta.
di capitalismo senza regole che mette nelle
Ognuno finisce per risultare uniformato nella
mani dei privati le risorse naturali del Paese.
forma/contenuto di un indicibile enunciato,
Sta svanendo il socialismo democratico
l’orrore di un mondo dove, salvo qualche
come l’abbiamo conosciuto (…). Un numero
Fotografia: Itay Marom
carnefice, tutti ormai sono vittime.
crescente di israeliani si sta rendendo conto
Montaggio: Nimrod Eldar
Il film diventa allora il frammento, cupo ed
che le risorse naturali sono state violate da
Scenografia: Aya Tzayger
eloquentissimo, dell’atto di un processo
pochi magnati, chiedendo perciò giustizia
(kafkiano) che riguarda l’intera umanità, un
sociale. Mi auguro che più gente possa
qualcosa già intuito da un soldato israeliano
finalmente iniziare a scorgere anche il nesso
in Route 181 di Michel Khleifi e Eyal Sivan,
tra le distorsioni all’interno del Paese e il
Paese: Israele, 2012
che citava Kafka proprio quando era intento
conflitto israelo-palestinese» (Idan Hubel, dal
Durata: 76’
a «processare» un gruppo di palestinesi.
pressbook del film).
Titolo: The Cutoff Man
Titolo originale: Menatek ha-maim
Regia: Idan Hubel
Sceneggiatura: Idan Hubel
Musica: Nimrod Eldar
Interpreti: Moshe Ivgy, Naama Shapira,
Tom Yefet
Produzione: CinemaGroup
28
n.83
di
Calcio
A scuola con il
Teramo Calcio
Antonio
Parnanzone
[email protected]
medie superiori. Partecipano calciatori, dirigenti e funzionari della
Questura di Teramo. Particolarmente importante è la presenza dei
funzionari della Questura per far comprendere il giusto atteggiamento da tenere dai giovani all’interno della struttura sportiva,
specie nei momenti ad alta intensità emotiva.
Portare nello stadio gli studenti per godersi lo spettacolo del calcio
e per un lungimirante progetto di educazione generale. La presenza
dei calciatori tra gli studenti vuole essere un contatto diretto
tra scuola e sport praticato. Il Teramo Calcio in classe, con i suoi
campioni , con l’entusiasmo di far conoscere il calcio e toccare con
mano ciò che la TV porta nelle case attraverso immagini, talvolta
“A
contornati da fatti non proprio edificanti. Gli atleti professionisti ,
attori principali della domenica calcistica, e i giovani che magari la
scuola con il Teramo Calcio” è il progetto che Alessio
notte sognano di diventare uno di loro.
Peroni, responsabile marketing del Teramo Calcio,
Se il sogno di qualcuno dovesse avverarsi, l’iniziativa avrebbe
ha ideato e messo in atto sin dalla scorsa stagione
raggiunto il suo vero scopo. Il contatto diretto con chi ha scelto per
2011/12. E’ il modo semplice, diretto e immediato
professione una disciplina apparentemente facile da praticare, in
per mettere in
realtà è irta di difficoltà per i sacrifici da sopportare quotidianamen-
contatto i giovani
te e non sempre raccolgono i frutti di tanto lavoro. “Se non oggi,
con il mondo
sarà domani” perché non passerà nel dimenticatoio della memoria
dello sport e con
dei ragazzi l’ora vissuta con i campioni assaporando, seppur fuga-
i protagonisti di
cemente in for-
oggi. Entrare in
ma inusuale e
ambiti istituzionali
in un ambiente
e rapportarsi con
limitato, il cli-
il sapere, vuol dire
ma dello stadio
contribuire all’iter
e di una partita
formativo dei
di calcio.
giovani. Lavorare
Si aspetta
insieme per un
“domani”
obiettivo comune rende più agevole il percorso formativo. Il calcio
per sperare
tra le scolaresche come occasione per diversificare l’educazione e
di vedere le
per imparare a vivere in un complesso di regole, di cooperazione e
gradinate del
di confronto con gli altri.
nuovo stadio
Educare, quindi, è il primo obiettivo e nel caso specifico al giuoco
di Piano d’Accio popolato da più spettatori e da più tifosi pronti ad
del calcio. Il progetto è stato attivato nel mese di novembre 2011,
incitare il Teramo impegnato a tenere alto il nome di Teramo calci-
proiettato in un ambito provinciale, dalle scuole elementari alle
stica. Anche nel professionismo non deve venir meno il principio
di Pierre De Coubertin, famoso barone francese e icona dello sport
moderno secondo il quale “lo sport va amato per quello che è”, per
il suo alto valore educativo e sociale. n
a cura di
Maria Gabriella
Di Flaviano
Note linguistiche
Il Participio
Verbo, aggettivo o sostantivo?
I
[email protected]
n.83
Talvolta però si comportano da veri e propri verbi:
• ho la fronte bollente
• il ragù ha bollito circa una ora
nella prima frase, il participio “bollente” si comporta da aggettivo in
quanto completa ed arricchisce il significato del sostantivo “fronte” ,
nella seconda il participio passato “bollito” è collegato al verbo “ha”:
i due, insieme, formano un tempo composto.
Il questo caso il participio svolge la funzione di modo verbale. Il participio “ partecipa” anche delle caratteristiche del nome ed è, talvolta,
usato in funzione di sostantivo, alla stessa stregua degli aggettivi,
che possono essere sostantivati:
l participio è un modo verbale che “partecipa”delle caratteristiche di altre due parti del discorso, il nome e l’aggettivo.
Spesso il participio presente e il participio passato si comporta• la busta contenente la spesa è sul tavolo,
• il piede ferito mi impediva di camminare speditamente
• tutti salutarono e si congratularono con il giovane laureato.
Mi piace concludere con un esempio riassuntivo:
• il mio vissuto familiare è stato contrassegnato da gioia e
dolore. Participio sostantivato.
• Lucia è una donna vissuta. Participio con valore di aggettivo.
• Marco è un ragazzo invadente.
Il libro del mese
• i passanti camminavano in fretta
• in vacanza ho vissuto giorni meravigliosi. Modo verbale
no da aggettivi:
29
Q
uesta storia si svolge in Italia, più precisamente nelle montagne abruzzesi, punteggiate di piccoli paesini, da
tempo immemore arroccati in quei luoghi. È in uno di questi borghi che si svolge la vicenda qui raccontata.
L’autore sa tratteggiare la realtà gretta di Morano, il continuo bisbigliare dei suoi abitanti, il fluire di bocca in
bocca dei pettegolezzi. Ognuno conosce il passato dell’altro, a tutti sono noti i delitti consumati negli anni nei vicoli
bui, i lutti dei propri vicini. Soprattutto, echeggia il timore quasi ancestrale delle leggende che il vecchio pazzo del
paese proclama in piazza. In questa realtà asfittica sboccia un grande amore, ostacolato da un padre egoista, ma
soprattutto da una forza molto più grande. Ed è qui che questo libro sorprende. Non è solo il dipinto della realtà di
ogni piccolo comune italiano, non è nemmeno un romanzo d’amore.
C’è qualcosa di più, un alone di mistero che permea le pagine e che si dipana gradualmente, in una narrazione giocata
su piani paralleli, seguendo i punti di vista dei vari personaggi. Il racconto si muove anche su diversi piani temporali.
L’importanza del passato per lo svolgersi del presente è sottolineata con forza. Solo ricordando la propria infanzia, il
protagonista potrà capire chi è veramente e acquisire la forza per plasmare la propria vita. Solo scacciando i fantasmi
del proprio passato, sarà in grado di costruire un futuro. Solo spezzando un arcaico anatema... Ma qual è la maledizione che si stende greve sulle pagine di questo romanzo? Tuffandovi fra le sue righe, non mancherete di stupirvi.
Buona lettura. Siriano Cordoni
30
n.83
Altri sport
Pallamano
P
dalla
Redazione
[email protected]
e quanti stanno cercando di aiutarlo. Dirigenti che hanno appreso della
situazione dal Comunicato della Federazione.
A quel punto il general manager Canzio ed il dirigente Romano hanno
provveduto immediatamente al reperimento dei fondi necessari per il
pagamento del debito nei confronti della Federazione, evitando così ulteriori provvedimenti disciplinari che avrebbero potuto portare anche alla
esclusione diretta dal campionato. L’intervento pronto ed efficace dei due
er quanto concerne la pallamano femminile, alla vigilia della
dirigenti hanno dato nuova luce al proseguimento del campionato.
trasferta di Sassari per la seconda giornata di ritorno del massimo
Dopo la gara di Sassari persa per 24 a 31 ma dopo che il primo tempo si
campionato di A1 e dopo la battuta di arresto nella gara casalinga
era concluso con il vantaggio delle teramane per 12 a 11, il campionato si
persa ai rigori contro il Conversano e la tribolata settimana vissuta
fermerà per la pausa Natalizia che comunque sarà breve in quanto, dal
dalla Società con il grave problema del reperimento di fondi necessari per
4 al 6 gennaio, la società che ha intanto stretto un accordo di sponso-
portare avanti il campionato, la squadra è partita alla volta della Sardegna
rizzazione con due noti e prestigiosi marchi teramani Artrò e Globo, sarà
con l’intento di ribaltare il risultato della gara di andata persa di misura
impegnata nelle finali di Coppa Italia a Salerno (di qui la nuova denomina-
al Palasannicolò. Non è una novità come da circa un mese un gruppo di
zione Artrò-Globo H.C. Teramo).
volenterosi, capeggiati dal general manager Roberto Canzio stia lavorando
Per quanto riguarda invece la squadra maschile, essa ha concluso il girone
assiduamente e freneticamente per risolvere i gravi problemi economici
di andata perdendo ai rigori a Fondi, chiudendo al quarto posto e restando
societari, cercando di coinvolgere nel salvataggio imprenditori ed attività
in lotta per i play off scudetto. La Tecnoelettronica si è dimostrata, nella
varie, nonostante il momento difficile in cui versa l’economia teramana
prima fase del campionato, una grande squadra tra le mura amiche
e non solo. Come se non bastasse, ai vecchi problemi economici se ne
concedendo poco o niente agli avversari ma pagando in trasferta l’inespe-
sono aggiunti altri ancora, sotto forma di provvedimenti del giudice sporti-
rienza e quindi lo scotto del “progetto giovani”. Inesperienza che però sta
vo che ha multare la società di 2.500 euro per il mancato pagamento della
limitando sempre meno il rendimento della squadra che segna notevoli
tassa di gara di 800 euro contro il Mestrino (10 novembre) , comminando
miglioramenti. Per il prosieguo del campionato regna ottimismo in quanto,
inoltre tre punti di penalizzazione e vanificando così l’impegno delle atlete
con gli scontri diretti in casa e migliorando qualche risultato in trasferta,
nell’unica gara vinta contro il Nuoro.
potrà dire la sua sino alla fine.
La stessa situazione si stava ripetendo contro il Conversano (8 dicem-
Avvicendamento nel ruolo di pivot tra Conigliaro che ha rescisso il contrat-
bre), in quanto il Presidente stava tenendo all’oscuro di tutto i dirigenti
to e il giovane palermitano Lodato. n
Ministero per i Beni
e le Attivita’ Culturali
Regione Abruzzo
Regione Marche
Provincia di Teramo
Città di Teramo
Comune di Ascoli Piceno
Comune di Fermo
Comune di Chieti
Comune di Atri
di Giacomo Puccini
Atri
Teatro Comunale
Venerdì 4 gennaio ore 20.30
Teramo
Teatro Comunale
Martedì 8 gennaio ore 20.30
Dramma lirico in quattro atti
di M. Praga, D. Oliva, G. Ricordi, L. Illica
Manon Lescaut
Cristina Lamberti (4 gen.)
Renato Des Grieux
Leonardo Caimi
Lescaut
Carmelo Corrado Caruso
Geronte di Ravoir/Comandante di Marina
Carlo Di Cristoforo
Edmondo / Un lampionaio
Alessandro Fantoni
un Sergente degli Arceri / Oste
Davide Filipponi
il Maestro di Ballo
Nunzio Fazzini
un Musico
Barbara Bucci
Maestro concertatore e direttore
Regia
Massimiliano Stefanelli
Aldo Tarabella
Maestro del coro
Paolo Speca
Assistente direttore Massimiliano Caporale • Assistente alle scene Chiara Barichello
Maestri Sostituti Enrico Angelozzi, Massimiliano Caporale, Isabella Crisante,
Anna Maria Piva • Direttore allestimento scenico Mauro Di Giuseppe
Direttore di palcoscenico Marco Carlini • Direttore montaggio Secondo Caterbetti
Capo Macchinista Maurizio Cellinese • Macchinisti Federico Caterbetti,
Francesco Lozzi • Attrezzisti Mirko De Luca, Gabriella Nobile
Service audio-video e luci Eventi Sonori Service Teramo
Elettricisti Ivan Pilogallo, Noel Santoro • Sarte Monica Cavallin,
Antonietta Lucci, Manuela Stucchi • Trucco Clara Cittadini, Glenda Consorti,
Paola Pierini • Sartoria Sartoria Teatrale Arrigo Milano • Calzature Calzature
Artistiche Sacchi snc Firenze • Parrucche Audello Torino
Grafica Luca Di Sabatino • Impresa lirica S.O.L.T.I. snc di Ermanno Fasano
Raffaella Angeletti (8 gen.)
Scene
Pier Paolo Bisleri
Maestro preparatore del coro
Carlo Morganti
Coro “Ventidio Basso” Ascoli Piceno
Costumi
Chiara Barichello
Orchestra Sinfonica Abruzzese
in collaborazione con
l’Istituto Musicale Pareggiato
“G. Braga” di Teramo
Segreteria artistica
Produttore esecutivo
Lighting designer
Lorenzo Caproli
Roberto Rupo
Società della Musica
e del Teatro “Primo Riccitelli”
Biglietteria e informazioni: Ente Morale Società della Musica e del Teatro “Primo Riccitelli”
Via Nazario Sauro, 27 • 64100 Teramo | tel. 0861/243777 fax 0861/254265 | [email protected] | www.primoriccitelli.it