TERAMANI n. 83 - teramani.info
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n. 83 Dicembre 2012 mensile di informazione in distribuzione gratuita NATALE 2012 SAN NICOLÒ COME BETLEMME È di già Natale! pag. 6 Pronto Soccorso pag. 18 Quel giorno che doveva finire il mondo pag. 25 SOMMARIO n. 83 3 4 5 6 8 10 12 14 15 16 16 18 20 20 22 24 25 26 28 29 29 30 l’Editoriale La Tendopoli La Leggenda Svelata del Braga La Subucula di Obama e Renzi E’ di già Natale Teramo Culturale Il Terzo Cielo di Castelli Il Mariomonti pensiero L’isolata che non c’è Palm Day Il Presepe a Torricella Sicura Il Presepe a Giulianova Pronto Soccorso L’Oggetto del desiderio Coldiretti informa In giro a Pietracamela Parliamo di musica Quel giorno che doveva finire il mondo Cinema Calcio Note Linguistiche Il Libro del mese Pallamano La Tendopoli T di Maurizio Di Biagio – perché prima vogliamo vedere i fatti”. E per fatti s’intende le promesse vagheggiate da più parti. “Sono già oltre due mesi – prosegue Terribile - che siamo nelle tende eramo ha il suo presepello a Piano e nessuno ha guardato dalla nostra parte, d’Accio. Luccicante a suo modo, post come fossimo invisibili, solo ultimamente moderno, schivo. Per albero di Natale c’è stato l’annuncio del sindaco che afferma un ulivo contorto come le sofferte realtà d’aver risolto il nostro problema mediante mediterranee e addobbato alla ben’e meglio, un bando finanziato dalla fondazione Tercas con la dignità di chi soffre l’essere da mesi che dovrebbe essere pubblicato prima di senza casa per via di un sisma che l’ha resa Natale, naturalmente a questo annuncio inagibile e con una burocrazia cui nemmeno ci siamo aggrappati e vogliamo sperare, Kundera avrebbe potuto immaginare potesse tuttavia fino a quando l’annuncio non sarà arrivare a tanto. Gli sfollati del condominio tradotto in fatto noi saremo costretti a Uliveto di San Nicolò si sfregano le mani rimanere nelle tende trascorrendoci anche al gelo in questi giorni, tra le tende blu, le le prossime feste natalizie”. roulotte, il loro lavoro quotidiano, il Gran Così scriveva Terribile a fine Novembre: “La Sasso sullo sfondo e l’attesa di tornare nostra tendopoli oggi compie 60 giorni in un a casa, quella vera, quella di San Nicolò, lago di fango, tra i rami umidi delle potature al caldo. Ci sono tutti, pastori, Re Magi, degli ulivi con cui facciamo fuoco al calar pecorelle, mugnai, buoi, stalle e loro: gli della sera per riscaldarci; delle tende, la più sfollati, che per la verità, se li vedi bene, non grande e quella che fa più figura, quella che sanno dove andare, nel muschio alto come nei primi anni Novanta, quando non eravamo un campo di grano a Giugno il loro sguardo ancora morti di fame, io mia moglie e mia è smarrito, perso tra gli ulivi centenari, non figlia piazzavamo in campeggio, è crollata hanno una stella cometa a guidarli, non su se stessa qualche giorno fa quando ha hanno il loro Dio.Non si fidano più di nessuno, soffiato quel gran vento figlio di puttana; ora nemmeno delle parole che, tradotte dal sembra una vecchia bellezza al tramonto. politichese, promettono alle 36 famiglie una La tendopoli, l’uliveto, comunque resiste e Direttore Responsabile: Biagio Trimarelli Redattore Capo: Maurizio Di Biagio Coordinatore: Maria Grazia Frattaruolo risoluzione felice della vicenda. Loro non ci senza perdere speranza ha messo anche luci stanno: “Non abbiamo raccolto l’invito ad e palle sulla chioma di un ulivo perché fra andare via – spiega il portavoce degli sfollati meno di un mese è Natale”. Hanno collaborato: Mimmo Attanasii, Raffaello Betti, Luca Cialini, Siriano Cordoni, Maurizio Di Biagio, Maria Gabriella Di Flaviano, Floriana Ferrari, Carmine Goderecci, Silvio Paolini Merlo, Antonio Parnanzone, Leonardo Persia, Sirio Maria Pomante, Sergio Scacchia del condominio Uliveto, Divinangelo Terribile “Noi siamo ancora qui ad aspettare”. n è possibile scaricare il pdf di questo e degli altri numeri dal sito web www.teramani.info scriveteci a [email protected] Gli articoli firmati sono da intendersi come libera espressione di chi scrive e non impegnano in alcun modo né la Redazione né l’Editore. Non è consentita la riproduzione, anche solo parziale, sia degli articoli che delle foto. Ideazione grafica ed impaginazione: Antonio Campanella Periodico Edito da “Teramani”, di Marisa Di Marco Via Paladini, 41 - 64100 - Teramo - Tel 0861.250930 per l’Associazione Culturale Project S. Gabriele Organo Ufficiale di informazione dell’Associazione Culturale Project S. Gabriele Via Paladini, 41 - 64100 - Teramo - Tel 0861.250930 Registro stampa Tribunale di Teramo n. 1/04 del 8.1.2004 Stampa Bieffe - Recanati Per la pubblicità: Tel. 0861 250930 347.4338004 - 333.8298738 Teramani è distribuito in proprio di 4 Cultura n.83 La leggenda svelata Incontro con gli autori del libro che riscopre l’opera più famosa di Gaetano Braga Sirio Maria Pomante [email protected] - Questo titolo, fortemente evocativo, si deve a colui che è “l’autore” del testo: il poeta, straordinario librettista e giornalista Marco Marcelliano Marcello. Tuttavia, la spiritualità e la leggerezza delle parole mi hanno spinto a dubitare che la fonte autentica fosse la poesia del veneto. Le mie supposizioni sono state confortate sia dal medesimo dubbio espresso negli scambi col prof. Giovanni Piana e col prof. Bruno Cagli, sia dalle parole del filosofo Gaetano Capone Braga, discendente illustre del nostro, il quale in un articolo del 1927 parlando del prozìo elenca tra le opere La Serenata «sui versi dell’Ulhand». E’ quindi nel poeta tedesco e nel suo carme contenuto nella raccolta Canti di morte del 1810, da ricercare la sorgente letteraria. Nel saggio ricostruiamo allora le vicende storiche e critiche che portarono il canto di Ulhand alla traduzione usata da Braga nel 1856 per la sua romanza, in un interessante intrigo di personalità, sullo sfondo della Milano tra Impero napoleonico e Risorgimento. La diffusione della Leggenda Valacca arrivò a colpire tra gli altri anche Cechov che cita il pezzo nelle pagine del racconto Il monaco I nero, segno di quanto il brano seppe incarnare il sentimento del sublime e del mistero. Maestro l 24 novembre, nel corso di un’affollata serata concertistica presso Di Ilio, quali sono gli espedienti la sala Trevisan del Centro Culturale San Francesco di Giulianova, è che Braga sceglie per narrare e stata presentata l’ultima fatica dell’Associazione “Gaetano Braga” che suscitare questa inquietudine? da anni, tra mille difficoltà e a dir pochi e scarsi finanziamenti, porta - Più che d’inquietudine, parlerei avanti l’attività di ricerca sull’opera del grande musicista giuliese. proprio di allucinazione. Infatti, la Come indica il titolo, La Leggenda Svelata, il libro è dedicato a una delle scena vede la bambina malata composizioni di maggior successo di Braga, La Serenata, Leggenda che rivolgendosi alla madre afflitta valacca, forse una delle più note romanze da salotto, eseguita, registrata le parla di apparizioni “angeli- e pubblicata in tutto il mondo tra la fine dell’Ottocento e i nostri giorni. che” e di una “festosa melodia”, Per l’occasione abbiamo intervistato i due autori, Giovanni di Leonardo, visione nella quale si assopirà presidente dell’associazione e storico, e il maestro Galileo di Ilio, violon- per sempre. L’elevazione della cellista e direttore artistico della stessa. fanciulla è accompagnata da un Maestro Di Ilio, il saggio della Ricordi su Le più belle romanze espediente desunto dalla tradi- della Belle Epoque edito nel 1995, definisce la Serenata del zione operistica: Braga sceglie di Braga come «la prima romanza che riscosse un grande successo porre il violoncellista in un’altra internazionale, anticipando il gusto della Belle Epoque». A cosa si stanza così da far sentire il suono deve questo successo? dello strumento da lontano con - Certamente, gli elementi determinanti sono stati quelli dell’orecchiabi- un prorompente effetto evocativo. Per Braga il violoncello, qui voce degli lità e nello stesso tempo dell’originalità della melodia che ne hanno fatto angeli, è lo strumento eletto per accompagnare il canto, come afferma un pezzo diffuso in tutto il mondo. La semplicità dell’aria ha permesso al nella prefazione dell’edizione del noto Metodo per violoncello di Dotzauer. pezzo di essere suonato anche da orchestre non composte di professio- L’associazione culturale “Gaetano Braga” gestisce ormai da anni la nisti attraverso vari adattamenti. Semplicità del tutto apparente peraltro. casa-museo del musicista sul corso antico di Giulianova e cura la Shostakovich, a proposito de La Serenata. Leggenda Valacca, affermò ricerca sulla sua opera. Presidente Di Leonardo, quanta strada c’è infatti: «stando a tutte le regole, dovrebbe essere cattiva musica, pure, ancora da fare? ogniqualvolta l’ascolto gli occhi mi si imperlano di lagrime (…). Probabil- - Purtroppo siamo lasciati soli da molto tempo. Negli anni, tra mille mente non esiste buona e cattiva musica; c’è solo musica che ti tocca sforzi economici, l’associazione ha implementato la raccolta del museo e musica che ti lascia indifferente, ecco tutto». Le parole del grande con pezzi importanti come lettere autografe, spartiti originali e più di compositore russo spiegano cioè che se ci fermassimo ai criteri della cinquanta incisioni discografiche storiche. Purtroppo ancora oggi non è composizione “pura”, non capiremmo fino in fondo l’opera del Braga che possibile assicurare un’apertura continua del museo, visitabile comun- è inscindibile dal testo che l’accompagna. Un insieme dunque comples- que su appuntamento. Per non parlare della ricerca sull’opera di Braga, so e ricercato, una piccola scena d’Opera che rende il nostro composito- portata avanti solo con la nostra passione che ha condotto alla riedizione re uno degli eredi della tradizione del melodramma italiano. di composizioni come Ave Maria e Piangea e all’incisione di due cd, oltre Professor Di Leonardo, l’attenzione all’elemento musicale ha dun- al saggio di cui abbiamo trattato. Quindi, la strada da fare è ancora lunga que messo sullo sfondo il testo della composizione che la vostra e c’è bisogno del sostegno di tutte le istituzioni perché l’opera di un ricerca ha inteso finalmente riportare sotto la giusta luce. A questo grande figlio della nostra terra possa essere debitamente valorizzata. n proposito, a quali risultati siete giunti per chiarire la fonte letteraria del brano che porta il singolare nome di Leggenda Valacca? Contatti · E-mail: [email protected] · Tel. 0858008878 di Società La subucula di Obama e Renzi La moda degli ultimi anni è apparire in maniche di camicia per conquistare la fiducia altrui Maurizio Di Biagio www.mauriziodibiagio.blogspot.com 5 n.83 terze persone singolari che si rifanno addirittura a spagnolismi cinquecenteschi. Barocchi. E rimanendo nella patria egli arzigogoli e ghiribizzi, un allenatore del Napoli Calcio, un certo Walter Mazzarri, fu capace di rimanere nelle panchine dei campi della serie A in maniche di camicia, anche con temperature proibitive, solo perché in questo modo riuscì a vincere una partita dopo tanto tempo di sonore batoste. E lì nella terra di Masaniello non ti puoi mettere contro la scaramanzia. Giuseppe Garibaldi può essere considerato l’eroe più informale della storia italiana: anche lui partì da uno stock di camice rosse invendute che lui rilevò, consegnandole ai suoi ragazzi. E, come l’eroe dei due mondi, anche quegli indumenti divennero rivoluzionari: la forma con l’abbottonatura davanti fu considerata un’innovazione del XIX secolo, fino ad allora, infatti, la camicia veniva infilata dalla testa. Molto meno rivoluzionari sono i giornalisti, ma anche loro ultimamente preferiscono apparire in video con la mise rivoluzionaria, sfoggiando una certa confidenza con la materia che stanno trattando, cercando di mettere a proprio agio il telespettatore, finanche casualizzando la stessa notizia, rendendola più agile e snella: se poi il contenuto svia per altri lidi, beh questo è decisamente un altro discorso. Per di più, i nostri commentatori televisivi appaiono ben lontani dai canoni estetici di un Robert Redford che nella redazione del Washington Post recitava la parte di Bob Woodward, uno che assieme a Carl Bernstein fece cadere L dal suo trono l’uomo più potente al a politica, e non mondo, e tutto ciò in maniche di camicia. solo, si mette Questi sì rivoluzionari, altro che i nostri in maniche di reporter, la stragrande maggioranza camicia. Spesso asservirti e servili, leccaculo fino all’osso, che fanno pendant con il potere solo per per adulare, per strizzare l’occhio, infimi privilegi. Ce n’è uno in per far passare il bretelle e maniche di camicia messaggio di uno che s’è messo pure in coccia sfilarsi le vesti per che il tam tam di Radio Londra rassicurare l’interlocutore, quindi per rabbonire, per entrare in punta gli potesse procurare l’aura di piedi nel cuore della platea. Ai tempi che furono la camicia aveva un dell’uomo libero di fronte alla ruolo esclusivamente di indumento intimo, sin dai tempi della subucula dittatura di una parte politica. a Roma durante la Repubblica. Un suo riaffiorare dalle coltri spesse del- Poi, ad onor del vero, ci sono la ruvidezza della politica è considerato sinonimo di una concessione quelli che battagliano e per- molto interiore e profonda verso il pubblico. In quel momento un Renzi dono la vita per i Cento passi (onore a loro). Uno che per la o un Obama ritornano ad essere un rappresentate commerciale degli anni ’50 che nella provincia americana adesca i cuori delle puritane verità non mi sarei mai aspettato che si abbandonasse alla seta bianca madri di famiglia, mostrando i gioielli dei nuovi aspirapolvere appena di una camicia davanti a telecamere e ospiti è il direttore generale della usciti di fabbrica. Tercas, Dario Pilla. Obama e Romney catturano i cuori dei fans in maniche di camicia Poi mi sono ricreduto. Ho pensato: chi meglio della banca desidera di sapendo che il loro io così è più vicino, e in maggior comunione, apparire trasparente dinanzi all’universo televisivo per incentivare il con quelli che subiscono il fascino della democrazia sin dai tempi di proprio business, rassicurando la potenziale clientela che quell’investi- Tocqueville. Renzi e Bersani scimmiottano la prassi, la vivisezionano, la mento è sicuramente il migliore sulla piazza. Solo un uomo in maniche studiano, la replicano: il format è vincente, soprattutto dopo decadi di di camicia poteva rabbonire la platea, adulando e conquistando i cuori giacca e cravatta, di camicia celeste e di scarpe nere lucide del periodo che guardano al portafoglio chiedendo fiducia, anche se poi, ad ogni berlusconiano. Le maniche di camicia, soprattutto se vengono tirate buon conto, sono proprio le banche che per mancanza appunto di su, assumono un significato molto recondito e simbolico: l’uomo così fiducia legano la biro a una catenella. Per concludere: politici, allenatori vuol dire che si sta mettendo in mostra per voi, in modo che possiate di calcio, rivoluzionari, giornalisti e perfino banchieri, tutti in maniche di vederlo nel suo aspetto migliore. Un atteggiamento prettamente di camicia per dare l’assalto ai consensi altrui, senza sapere che in fondo sinistra, da opporre al conformismo della destra con i suoi linguaggi in fondo tutto ciò che serve per avere successo nella vita sono ignoran- rigidi e algidi, come il taccia che Berlusconi affibbia al suo avversario, za e fiducia in se stessi (Mark Twain). n di 6 n.83 Mimmo Attanasi Satira È di già Natale! [email protected] trasteverine a rutti condivisi e sottintesi, a sessantuno dalla prima e a quarantacinque dedicati a chi con una crocetta sulla scheda dall’ultima della classe. I risultati dell’inchiesta elettorale a Roma ce li ha mandati. E poi devi pubblicati sul “Sole 24 Ore” (http://www.ilso- fare pure i conti con le reprimende di cazzari le24ore.com/speciali/qvita_2012/home.shtml) che vaneggiano meritocrazie de ‘sta cippa, sono stati accolti con particolare favore. di sanità risanata con una risata e di scuole Poteva andare peggio. Tocchiamoci le palle. Il occupate giusto così per il piacere di quei prof bicchiere mezzo pieno è che Teramo è in testa che, come dice il premier Monti, non se la ai quattro capoluoghi abruzzesi. Per qualcuno, sentono di fare due ore in più la settimana. È siamo primi anche se si vive male. Diciamoce- di già Natale. Un imbecille che gira e rigira ogni lo con franchezza, dieci punti sotto metà clas- anno per i banchi occupati da giovani annoiati sifica non ti fa eiaculare di gioia. Però, arrivare tenuti in rete da uno smartphone nascosto fra prima dell’Aquila, che potrebbe cooptarci nella le gambe. E su quella giostra resa quotidia- propria provincia, il gesto dell’ombrello e una namente inutile girerà fino all’ultimo, fino alla pernacchia come sobri cenni di intima soddi- on Il quotidiano di economia e finanza, pensione, ignorando l’ossessione compulsiva sfazione sarebbe inappropriato rubricarlo nella Il Sole 24 Ore, ha scritto sulla lavagna di uno come Manzoni. Ha scritto e riscritto stretta metafora del cagare fuori dalla tazza. i nomi dei “buoni” e dei “cattivi”. La i suoi Promessi Sposi, rivisti a comando dei È di già Natale. Siamo i migliori nella nostra classifica che da più di vent’anni potenti, addizionati o limati per aggiustare il regione per qualità della vita. Adesso, in virtù misura la vivibilità delle centosette province tiro, mentre dall’altra parte dell’Europa, tra della spending review, potremo pretendere italiane attraverso una serie di dati statistici. una giocata e un po’ di carcere, Dostoevskij indietro la provincia e di accorparci quella Quando scrivi alla lavagna con il gessetto senti sfornava un capolavoro dopo l’altro. Diciotto dell’Aquila, che è addirittura ferma al set- e riavremo la Provincia N un rumore acuto e fastidioso, ore, neanche un secondo in tantaquattresimo posto. È di già Natale. Una infatti sfregandolo si mettono più. Le altre da contratto sono galleria con il plexiglass ad ammantare Corso in vibrazione le sue molecole. da consumarsi a domicilio con San Giorgio come a Milano (diciassettesima in Si ha quindi l’emissione di un i compiti in classe da correg- classifica), pare sia l’idea dell’anno, che piace suono acutissimo. Il livello del gere, le lezioni da preparare, tanto ai commercianti, agli architetti, ai politici rumore è modesto ma con i consigli, gli scrutini, riunioni, e alla gente. Facile intuirne il perché. una frequenza che disturba, esami, ricevimento genitori “Finalmente, potremo vedere quanta merda ci al limite del campo delle e altre seccature. Guai a so- piove dal cielo senza sporcarci”. n frequenze udibili. Se si spezza, spettare che qualcuno possa il rumore scompare. E così approfittare di quel tempo è successo quando hanno incustodito dalle istituzioni per scritto Teramo. È di già Natale. racimolare spiccioli in nero Chi lo ha detto che bisogna con qualche ripetizione privata essere più buoni. C’è chi con segnalata dal collega, che tan- jingle bells ci va a tempo grat- to gentile e tanto onesto pare. tandosi le palle. Una giornalata Queste cose da noi accadono per spiaccicare la mosca sul parabrezza, il di rado. Di tempo pieno a scuola, come fanno telefonino tenuto sull’orecchio schiacciato i trogloditi anglosassoni, neanche a parlarne. dalla spalla e il vaffanculo al lavavetri che ad Poi chi ce la mette sul gas l’acqua per la alzare il tergicristallo ci prova sempre nono- pasta? È di già Natale. L’ossigeno in ospedale stante il ditino che fa no a guastare la mira non manca prima che ti scendano giù alla sul semaforo. Quello dietro s’incazza con il morgue. I tagli del tagliatore con la legge del clacson se il verde non scatta. La frizione puz- taglione hanno rimesso a posto i conti, che za. “Porca puttana, ci muoviamo?!”. La strada era tutto allo sfascio. per il lavoro la mattina è più corta. La sera alle La prostata ti fa scodinzolare il pisello per cinque, quando i capelli ti puzzano di fumo le pisciate notturne? Fatte da’ ‘ngule! Una per uno stronzo che se ne frega dei divieti in ecografia fra quattro mesi quando il radiologo ufficio, su quello stesso cammino segnato dal si leccherà i baffi davanti a una lastra tenuta destino la via di casa non la ritrovi. “Mi danno controluce che gli mostra un bel palloncino di un calcio in culo o mi lasciano in azienda?”. salsicce sotto strutto al posto di una ghiandola L’incubo della cassa integrazione e le file agli prostatica. È di già Natale. Uno stronzo. Apre il sportelli del collocamento provinciale di ro- giornale e legge che vive in una città che si è dono i coglioni se pensi a quei pezzi di merda classificata per la qualità della vita al sessan- che si stanno mangiando tutto nelle trattorie taduesimo posto su centosette. Praticamente di 8 n.83 Teramo culturale Dal Verbum al Factum Appunti per un profilo storico del Premio Teramo Silvio Paolini Merlo [email protected] dopo quella, di ben otto anni, dal 1978 al 1986, se ne aggiungono quella dal 1998 al 2002 e l’altra, recentissima, prima dell’edizione 2012. Nulla, neppure a latere, viene accennato per giustificare questo fatto nei commenti e nelle note introduttive alle varie pubblicazioni ufficiali, fatto che con ogni evidenza non ha a che vedere solo con mere questioni di ordine amministrativo. Ma la cosa più singolare è la scarsità di elementi utili per una ricostruzione storica complessiva, dalla quale sia possibile evincere non tanto un’evoluzione in termini letterari, che rischierebbe il genericismo con un premio a tema libero come il Teramo, bensì il percorso delle condizioni umane e sociali che ne sono state all’origine. Elementi ad esempio che possano spiegare le ragioni della predilezione per un genere, quello del racconto, che non sembra registrare legami diretti con le vocazioni più spiccate della città. Ma anche aiutare a comprendere la scelta, non meno atipica, per la composizione inedita, o quella spinta autonomistica che sembra essere stata a fondamento C dell’intimo legame tra il Circolo Universitario Teramano e la genesi più diretta emanazione. raduno pescarese con altra delegazione, si sarà probabilmente iniziato Anche per questo, in varie col discutere del progetto per un ateneo abruzzese e finito col fare occasioni, lo si è decretato il bisboccia. Meno invece si è cercato di indagare le personalità e le principale e il più importante attese intellettuali di uomini come Giammario Sgattoni, come Raffaele del Premio, nato nel 1959 ma già conclusosi con una prima edizione, osa il Premio Teramo pare senza esito, nel giugno dell’anno prima. Dato, anche questo, che rappresenti per la andrebbe opportunamente chiarito. Si è preferito battere su di una città è palese: l’evento vicenda luttuosa, quella di un gruppo di giovani studenti del C.U.T. culturale che ne è finiti fuori strada, stipati in otto su di un’auto, quando, reduci da un fra tutti. Certamente esso Passino, o come Pietro Ar- rappresenta la teramanità turo Favazzi, allora direttore dal suo lato più nobile, e dell’Ente Provinciale per il rinsalda quel sostrato uma- Turismo di Teramo. Poco nistico che è all’origine della chiara è la stessa attribuzio- nostra cultura nazionale. Una ne di paternità del Premio, cultura e un’identità, almeno la cui prima ideazione va fino a tutto l’Ottocento, fatta certamente risalire alla saldamente ancorate a quel figura di Sgattoni, ma sulla sentire fieramente idealistico quale negli atti del Premio per cui il verbum varrebbe rimangono solo, per cenni, più del factum, ormai beneauguratamente corroso dopo quanto è generiche manifestazioni di venuto emergendo dalle avanguardie storiche del Novecento, e si stima e di affetto. È anche pensi a Joyce, a Musil, o al “teatro dell’assurdo” di Beckett, ma che vero che il Premio, come nell’Abruzzo dei Croce, dei D’Annunzio, dei Silone, ha proseguito a ogni altra iniziativa culturale manifestarsi in tutta la propria stagnante ambiguità. Più di recente ci che si ammanti di ufficialità si è spinti a dire il Premio «una tra le maggiori manifestazioni letterarie istituzionale, nasceva come italiane», benché difficilmente si citerebbe il Teramo del 1964 piuttosto luogo di incontro tra forze che il Viareggio del 1979 quale punto di svolta nella fortuna di Andrea cittadine composite, tra Zanzotto, ciò che qualche dubbio su di una risonanza più nazionale ruoli ed estrazioni culturali che regionale dell’evento lo fa sorgere. Nelle parole del nuovo segre- differenti le quali, ineludibilmente, erano in larga misura riconducibili tario Simone Gambacorta, che vi vedono «un contributo di “ascolto” e alle aree più conservatrici della città. Quanto con queste aree avesse a di attenzione alla narrativa italiana», mi sembra di ritrovare maggiore che fare Sgattoni, intellettuale convintamente laico, credo sia uno dei equilibrio. Ma vediamo più nel dettaglio: un premio letterario, nel pae- primi aspetti da chiarire ai fini di una comprensione storica del Premio. se di Dante e Virgilio, è di certo idea tra le meno inaudite che si possa A scorrere i nomi del primo comitato promotore, vi si leggono tutte immaginare. Per tacere degli omologhi più celebri e celebrati, ricordo le voci più influenti della Teramo culturale di allora. Voci dell’ammini- il Mondello a Palermo, il Dessì in Sardegna, il Palmi in Calabria, il Leo- strazione comunale come Carino Gambacorta e Ferdinando Di Paola, pardiano La Ginestra alle falde del Vesuvio, e si potrebbe continuare a di quella provinciale come Emilio Mattucci e Zeno Tomassini. Voci lungo. Il Premio ha peraltro subìto alcune sensibili battute di arresto: di realtà associative come la “Dante Alighieri”, con i suoi presidenti Veduta della sala Giuria, 3ª Edizione del Premio Teramo, Giugno 1961 Terzo da destra, in piedi, Giammario Sgattoni. oggi molti canali alternativi. Ma certo la gran- 9 de distribuzione resta un fattore cruciale, e n.83 ha smesso da tempo di esercitare un ruolo da garante, e per i giovani autori esistono serve a poco ignorarne il ruolo largamente dominante tanto sul piano della rete libraria che dell’aspetto mediatico. A questi tre punti deboli Araclio aggiungeva un quarto, forse il più insidioso: che scrivere racconti non è da tutti, presupponendo una capacità di sintesi che obbliga a una chiarezza di idee sempre più rara. Ottimistiche, su questo fronte, mi sembrano le affermazioni di Renato Minore secondo cui il racconto avrebbe in se stesso i rimedi per ovviare ai propri malanni, perché l’essere permeabile alle sollecitazioni più diverse non lo rende immune da stereotipi e involuzioni di vario tipo. Come si è visto questi appunti non tentano Raffaele Passino ed Enzio Di Poppa Vòlture. di conferimento della cittadinanza onora- neppure di delineare una sintesi storica del Rappresentanti dei principali poli scolastici, ria, ma in cui a onor del vero ben poco si Premio, per la semplice ragione che tutto il “Delfico”, il “Comi”, i provveditori agli studi dice, specie di Teramo e del Premio, sono quanto fin qui pubblicato, in cartaceo e onli- Michele Mandragora, Giovanni Simoncini, Ni- divenute una sorta di mantra, quasi un ras- ne, consente solo una visuale a volo radente. cola Postiglione e altri. Venendo ai presidenti sicurante sigillo di qualità. Tra i rari spiragli di Quanto bene tuttavia possa fare, in una città di giuria troviamo uno specchio nobile dello introspezione autocritica merita attenzione come Teramo, la presenza di un momento di schieramento pentapartitico, col suo asse la testimonianza resa dieci anni fa da Paolo alto profilo sulla scrittura e sulle sue possi- DC-PSI: socialisti come Diego Valeri divisero Araclio, segretario del Premio dal 2002 al bilità creative e riflessive, grazie a un Premio la carica accanto a senatori a vita nelle liste 2004, nella quale si ravvisavano tre sostan- fin dal principio voluto come libero e svin- democristiane come Carlo Bo. ziali elementi di “debolezza” del Premio: il colato da pressioni di ogni genere, è persino Tuttavia i solidi e decisivi legami col mondo requisito d’inedicità, il genere del racconto, superfluo sottolinearlo. Certo, me lo si lasci letterario nazionale, quelli che decretarono la limitata diffusione del bando. Che il Premio aggiungere, l’aver dato al Premio regole più da subito il livello e il tono dell’iniziativa, sia stato indirizzato alla scrittura inedita, per chiare e una sede permanente potrebbe non sono da attribuire di diritto alla figura di giunta da contenere entro le venti cartelle, di essere sufficiente a colmare questo deficit di Sgattoni, all’ampio spettro di interessi e alla fatto esclude o limita fortemente l’interesse chiarezza storica e critica, perlomeno senza qualità delle frequentazioni che egli ebbe, da parte del mondo editoriale. Si potrebbe operazioni di rafforzamento identitario non favorite dall’impresa della rivista artistico- ribattere, viste le mire di corto raggio della puramente archivistiche, conseguenti a una letteraria “Dimensioni”, condiretta con nostra attuale editoria, che in questo traspa- visione retrospettiva che raccordi il già fatto Giuseppe Rosato, fondatore con Ottaviano re semmai una felix culpa: l’editore moderno col da farsi. n Giannangeli di un premio nazionale di poesia dialettale a Lanciano. Giannangeli stesso, che fu parte attiva di quel percorso, aveva studiato con Bruno Migliorini, filologo e accademico della Crusca, noto per aver delineato la prima storia scientificamente fondata della lingua italiana. Le linee guida erano peraltro abbastanza chiare: attenzione alla contemporaneità, nessuna discriminazione tra autori affermati e quelli esordienti, riferimenti morali a figure come Mario Pomilio e Giacomo Debenedetti, cattolico il primo, crociano di origini ebraiche il secondo, che lasciavano aperto il campo a letture contrapposte della società. E tuttavia, specie dopo la scomparsa di Michele Prisco nel 2003, il Premio ha mostrato i segni di un progressivo intorpidimento. La fervente prefazione di Carlo Bo, apparsa nel primo volume di atti 1959/1978, assieme alla Dichiarazione d’amore di Diego Valeri, pronunciata nel 1974 per la cerimonia Cerimonia di Premiazione 4ª Edizione del Premio Teramo, Giugno 1964 al centro, seduto, Carino Gambacorta. di 10 n.83 Siriano Cordoni Eventi Vicepresidente Comitato Organizzatore Mostre Ceramiche Antiche e Moderne Teramo Il Terzo Cielo di Castelli Un altro grande successo a Faenza la mostra “Guerrino Tramonti S L’opera fu la conclusione di un lavoro col- – La magia del colore” nella quale lettivo risalente al periodo in cui Guerrino è esposto, per la prima volta nella Tramonti dirigeva la Scuola d’Arte di Castelli città romagnola, il “Terzo Cielo di Castelli”. d’Abruzzo (dal 1953 al 1958) e alla quale L’opera realizzata nel 1954 a Castelli su parteciparono anche due altri grandi artisti ispirazione e sotto la guida del maestro fa- della ceramica moderna Serafino Mattucci entino e voluta come omaggio moderno agli e Arrigo Visani, con la collaborazione degli antichi soffitti della chiesa di San Donato studenti di allora. compositivo e iconografico dei suoi colora- è stata riportata a Teramo due anni fa dal “In questa mostra al MIC- afferma la cura- tissimi vassoi, sui quali adagiava emblemi Comitato Organizzatore Mostre Ceramiche trice Josune Ruiz de Infante - è possibile appartenenti al repertorio d’immagini più dopo un lungo periodo di oblio, dimenticata cogliere la connessione tra le immagini del volte rielaborate: il pesce, il gatto, i gemelli, e abbandonata nelle soffitte dell’”Istituto ‘Terzo cielo’ e l’opera figurativa di Tramonti il pesce in graticola, la bottiglia di selz, la d’Arte Porta Romana” di Firenze. dopo il 1954, soprattutto nell’impianto tavola imbandita, la lisca di pesce, i profili abato 17 novembre è stata inaugurata di donna e molti altri motivi di derivazione astratta” La mostra è organizzata in collaborazione tra la Fondazione Guerrino Tramonti e il Comitato Organizzatore Mostre Ceramiche di Teramo, con il patrocinio del Comune di Faenza, del Comune di Teramo, del Comune di Castelli, dell’Istituto Statale d’Arte “F.A. Grue”, del Rotary di Faenza e del Rotary di Teramo e rimarrà aperta fino al 6 gennaio 2013. Nella serata inaugurale, svolta nella suggestiva cornice del Museo internazionale delle ceramiche di Faenza con una straordinaria partecipazione di pubblico, è andato in scena anche il “gemellaggio ceramico” tra i Rotary Club di Faenza e Teramo, guidati dai rispettivi presidenti Giorgio Cicognani e Giuseppe Oreglia, alla presenza dei sindaci di Faenza Giovanni Malpezzi, di Teramo Il Terzo Cielo a Faenza. Cordoni, Malpezzi, Brucchi, Caccia, Minardi. 11 n.83 Maurizio Brucchi e di Castelli Enzo De Rosa. Alla serata hanno partecipato anche la direttrice del Mic Claudia Casali, la curatrice della mostra, Josune Ruiz de Infante, il presidente della fondazione Guerrino Tramonti, Marco Tramonti e il direttore della pinacoteca di Faenza Claudio Casadio. Tutti i relatori hanno sottolineato la particolare importanza dell’appuntamento per una iniziativa di grandissimo respiro che può rappresentare l’occasione per rafforzare i legami fra due territori, quello faentino e quello teramano e in particolare castellano, che fanno nell’arte ceramica un punto di quarto soffitto ceramico, al quale invitare forza economico, sia nella parte produttiva a partecipare tutte le Città della Cerami- che turistica. ca d’Italia, ognuna con tavelloni dipinti Vista la straordinaria favorevole accoglien- dalle botteghe della propria città e quindi za che il “Terzo Cielo di Castelli” ottiene rappresentare, con un fantasmagorico ogni volta che viene esposto, il Comitato Or- gioco di colori, decori e disegni, “il Cielo ganizzatore Mostre Ceramiche ha proposto d’Italia” dell’arte ceramica e farlo diventare di mettere in cantiere un’altra iniziativa, ambasciatore di questa arte nel mondo, questa volta per valorizzare la grande arte come fattore di promozione culturale ed ceramica italiana, “Il Cielo d’Italia”, un economico. n di 12 n.83 Editoria Il Mariomonti pensiero Floriana Ferrari [email protected] risca dove si possa applicare. E’ un bene che i Paesi si rendano conto che nel termine comunità non ci sia solo il credito e il debito. Nel caso italiano, bisogna ammettere che nell’apparato di regole e discipline non sarebbe accettabile che il potere politico venisse gestito sulla base di debiti e crediti. I cittadini hanno fatto sforzi, sacrifici, ma se l’Italia fosse stato un Paese debitore mediante gli aiuti da parte del Fondo Comunitario Europeo, non avrebbe potuto, nei prossimi anni, sedendosi al tavolo europeo, far valere le proprie idee.” Al quesito di come riavvicinare i cittadini ai processi politici, risponde la Goulard “ E’ una domanda difficile in quanto il processo iniziale dell’Europa era più umano, solidale, vicino ai desideri e al benessere dei cittadini. Il Consiglio Europeo nell’aprire alla Bocconi Università Bocconi, a Milano, il 17 novembre 2012, presentazione di due libri: “La democrazia in Europa”, scritto dal Presidente del Consiglio Mario Monti insieme a Sylvie Goulard, eurodeputata francese e “Le parole e i fatti” scritto dal premier con un’intervista di Fabrizio Fubini. prospettive ha promesso troppo, in ambito di politica estera comune, cittadinanza comune che non esiste, l’Europa come zona comune competitiva; la gente ci ha creduto e tutto questo non è avvenuto. I valori devono essere rispettati, per questo possiamo utilizzare i trattati”. Interviene Monti “Vedo possibile un’evoluzione nel Consiglio d’Europa anche se quando la Commissione Europea ha espresso l’idea di predisporre tabelle per la competizione, per dare uno stimolo, nel 2005, alcuni Paesi bloccarono tutto. I cittadini si allontanano dall’Unione Europea, la crisi ha le sue ragioni nella crisi dei Paesi. Oggi c’è una crescita delle disuguaglianze e la globalizzazione le ha accresciute nei singoli Stati.” All’interrogativo sul N funzionamento de- organizzato dalla Fondazione del Corriere della Sera, vede un fuoco sione, risponde la incrociato di domande a Monti e alla Goulard “Il voto in Goulard, da parte dei giornalisti Fer- un Parlamento è ruccio De Bortoli e Fabrizio Fubini. un voto collettivo, Il primo interrogativo a Monti è c’è bisogno della gli equilibri in Euro- ell’Università “Bocconi”, a Milano, il 17 novembre, Mario Monti e pa, con la consueta Sylvie Goulard, eurodeputata francese, presentano il libro scritto gestualità elegante insieme “La democrazia in Europa” e quello di Monti “Le parole nei modi e nella e i fatti”, a cura e con un’intervista di Fabrizio Fubini. L’incontro, forma dell’espres- quello sul suo futuro e la risposta diversità, rinnovare arriva immediata “L’Agenda Monti, il pensiero, rinnovare dal punto di vista giuridico, anche con una mag- Milano, Bocconi, Corriere, c’è tutta la giore presenza di membri donne. Il Consiglio d’Europa ha diritto di fare mia vita, con i passaggi a Bruxelles. la sua giurisdizione”. Monti concorda con la Goulard per le scelte future, Continuerò l’attività di Presidente come una maggiore presenza femminile nel Parlamento Europeo. del Consiglio fino a quando il Paese De Bortoli chiede”Che fare per non emarginare i soggetti più deboli? si avvierà ad una normalizzazione ”Monti interviene “In Italia abbiamo società corporative, in economia c’è della vita democratica. Mi auguro un bisogno di una società aperta, nell’Università Bocconi discutevamo sul contributo diretto ed abbondante sistema di equità, far cadere paratie, per un processo solidale bisogna da parte dei cittadini che sentono curare i diritti quando sono esclusi, le mancanze che possono ledere la partecipazione alla vita del Paese, ed in questo punto si è realizzato la solidarietà nei Paesi debitori. Noi non siamo favorevoli a politiche una parte dell’Agenda. In Italia ci sono grandi problemi, ma non sono cadute dall’alto, dobbiamo discutere sul sistema fiscale. insormontabili. E’ rilevante il fatto che gruppi della società civile si stiano All’ ultimo interrogativo di De Bortoli su come vedono l’Europa gli altri riattivando per riappassionare i cittadini alla partecipazione alla vita Paesi, ad esempio l’America, risponde la Goulard “Dobbiamo fare pubblica”. un’Europa più unita, dobbiamo avere fiducia nei giovani, andare altrove De Bortoli “ Che voto si dà ?” Con il solito fair play, arriva la risposta di per aprirsi al mondo, in America non fanno differenze tra Stati ed è qui Monti “E’ meno buono di quello che dicono gli osservatori stranieri, che interviene uno scambio di battute, in inglese, tra la Goulard e Monti. meno cattivo degli economisti bocconiani”. La Goulard racconta che, di fronte alle elezioni in Europa, un interlocuto- Per Monti ”La costruzione dell’Europa ha dell’etica, l’Europa è alleata re le aveva detto “I don’t care about regional elections in Europe”(Non dei giovani anche se non riesce a farglielo capire. L’Italia non è un Paese mi interessano le elezioni regionali in Europa). Monti, subito pronto, io debitore, l’Italia rappresenta il 3° Paese che ha contribuito al salvataggio avrei risposto a quel signore “I do care about regional elections in Italy” dei Paesi debitori, però occorre che la realtà si accosti all’etica e chia- (A me interessano molto le elezioni regionali in Italia). n di 14 n.83 Satira ma non troppo L’isolata che non è Mimmo Attanasi [email protected] di Equitalia, siamo una cartella. Qualche volta evoluti che hanno la banda larga. Su un banale pure inserita male in un sistema informatiz- filo di rame del telefono, nel terzo mondo zato. Ed è in quel momento che le stille degli digitale a cui appartiene l’Italia. 87€ per 10 rate occhi prendono un sapore amaro. Ti asciughi il pagate in ritardo su 36 complessive. A fronte naso con la manica giù fino a leccarti l’incavo di un importo rateizzato di 3905.14€, dal 2009 fra il pollice e l’indice. Come diceva uno: “La al 2012, per un debito INPS. Una signora, nel psyché non vuole paradisi, ricerca la verità 1997, azzardò sfidare la grande distribuzione nella causa e la spiegazione di essa. Una via aprendo un negozio di ortofrutta di soli 15mq, di passaggio, un proposito”. Altri pensatori per poi annusare il fumo della propria impresa si sono espressi con allegorie inconsuete: fallita di lì a poco nel 2004. pace. Attenzione però, si sa che dopo il riso “Il cazzo non vuole pensieri”. Fino alla fine Da un evidente indebitamento, a 6 mesi viene il pianto. Una massima popolare quanto dovremmo davvero apprezzare ciò che siamo, dal pagamento della rata più bella dovuta a quella del rosso di sera bel tempo si spera. Ci renderci conto di quanto sia esoso il privilegio Equitalia, l’ultima la trentaseiesima, l’impren- credi perché conviene. E se va male, cosa vuoi di cui godiamo. Quello in cui crediamo, costa. ditrice d’avanspettacolo si è ritrovata nella che ti faccia un po’ di pioggia sulle guance? Socrate che impara a suonare il flauto poche cassetta della posta un invito improrogabile Jim Morrison ci si nascondeva per piangere. ore prima di bere la cicuta è diventata una a normalizzare la propria posizione debitoria Ma con le lacrime bisogna riflettere. Con le frase senza suono e senza luce. La cazzata di nei confronti dell’ente esattore: 8,7€ in più per esigenze della Equitalia non si discute dei mas- un coglione rimbambito. Ciò che conta non ogni bollettino pagato in ritardo. Tutto questo simi quesiti esistenziali dell’uomo, del Woher è più il “Colui che è” o il “Colui che ha” del sei mesi dopo l’estinzione del debito. E la kommen wir Wer sind wir Wohin gehen wir (Da Benigni di una volta. La disperazione è tutta poveretta, “l’isolata che non è”, non ha avuto dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?) quanta di “chi non è”. Per chi non conta a nemmeno a sense of humour per chiedere http://it.wikipedia.org/wiki/File:Woher_kom- contarlo ci pensa un sistema numerico binario. indietro il dovuto per quelle 23 rate rimesse men_wir_Wer_sind_wir_Wohin_gehen_wir. Una sequenza posizionale, una proiezione elet- ogni mese in anticipo: 23 per 8,7€ fa 200. jpg, per vederla alla Gauguin. Per loro, quelli là tromagnetica sparata su fibra ottica, nei paesi Equitalia sborserebbe questa somma? n Equitalia s’è desta L a sapete quella di Berlusconi che arrivato dinanzi a Dio gli chiede: “E tu, chi sei?”, e Dio dice: “Io sono Colui che è”. Berlusconi con orgoglio: “E io sono Colui che ha!”. Se non l’avete mai sentita allora correte a godervi “Tuttobenigni 95/96”, in santa dalla Eventi Palm Day Redazione [email protected] n.83 “Lo sviluppo di una rete d’imprese, sia a livello l.T.Form 2 s.r.l., Las Mobili s.r.l., Mas Legno produttivo e sia a livello commerciale, è il s.r.l., Nuova S.m.a. s.r.l., Partner s.r.l., Spinosi presupposto, per le PMI, di competere in fu- Marketing Strategies s.r.l., Trasporti f.lli Marini turo; singolarmente, infatti, sarebbero in balia di Marini Gabriele & c. s.n.c., Cosmob, Delfin di forti turbolenze, difficili da fronteggiare” Elettronica srl, Emmeci Software, Linea Sedia, afferma il Presidente Pompilii, cui fa eco l’Ing. Mec System srl, Metalway srl, Moschella Ercole Cauti che sottolinea: “La creazione Pasquale, Palmar Arredi, Pennacchioni spa, di un Polo dell’Innovazione è la base di un Studio D’Ercole srl, Time to Design scarl, Ve- processo di sviluppo che va a convogliare, trotec due I.s.i.a., Modulo s.r.l., Confindustria su progetti innovativi e di crescita, le risorse Teramo, Gruppo Metron s.r.l. n provenienti dall’Europa verso le Grandi, Medie La giornata di incontro tra le aziende del polo del legno arredo e mobile I 15 e Piccole aziende che caratterizzano il tessuto industriale regionale ed italiano in generale”. Carissimi Colleghi, Il concetto di rete, non soltanto ha trovato nel ringraziarVi per gli apprezzamenti che mi nelle aziende del Palm una fattiva concretiz- avete rivolto, colgo l’occasione per evidenzia- zazione, ma rappresenta sul mercato un’inno- re i risultati emersi dal PALM DAY. vazione anche “culturale” ed “intellettuale”, Grazie ai soci presenti e all’illustrazione della in quanto ha permesso il superamento l’indi- realtà aziendale di ciascuno, è stato possibile vidualismo imprenditoriale che, da sempre, tracciare un profilo delle organizzazioni caratterizza le imprese PMI di tutta Italia. consorziate, dei rispettivi punti di forza e degli l Palm Day del 30 Novembre 2012, elementi distintivi. presso la sede Arcadia Penta Gruppo di Ciò ha ulteriormente confermato i presupposti Castelnuovo Vomano, è stato un evento di del polo e, quindi, la necessità di un’integra- grande successo. zione dei vari membri per creare una forza Il Dott. Primo Pompilii, Presidente del Polo sinergica orientata verso l’innovazione. e padrone di casa, è stato il moderatore di I dati emersi sono sicuramente importanti, una giornata ricca di interventi, dove hanno tuttavia non appaiono sufficienti per proget- trovato spazio sia i singoli Soci che gli ospiti tare, in maniera strutturata e con metodo, la provenienti da altre regioni, richiamati dalle collaborazione di ciascuno, né per individuare opportunità offerte dal Polo. una strategia comune volta a raggiungere gli Il Polo Palm, nato il 26 Aprile scorso grazie obiettivi stabiliti tra cui, tanto per citarne alcuni: all’iniziativa di 19 aziende fondatrici, raggiun- • integrazione dell’offerta per lo sviluppo e geva, già nel luglio 20012, il numero di 40 la penetrazione di nuovi mercati, nuovi aziende. All’interno del Palm, infatti, si registra canali e nuove formule commerciali ; la presenza di Grandi Imprese, come Aran A proposito di innovazione, la convention del Cucine e Las, accanto a PMI di produzione, 30 novembre è stata impreziosita dall’origi- attraverso l’ integrazione tra ricerca, di servizi e di consulenza che, in questa nale presentazione realizzata dalla società design, prototipazione ed industrializza- giornata, hanno espresso le loro aspettative di consulenza di strategia aziendale Spinosi zione secondo un approccio di marketing di sviluppo e di crescita grazie all’attività di Marketing Strategies s.r.l., che, coniugando rete del Polo. Obiettivo del Polo Palm è quello uno spettacolo di danza contemporanea di realizzare sul mercato un punto focale, (grazie al partner Electa Creative Arts) con i una concentrazione di forze, di energie e di concetti di marketing strategico, ha saputo Il prossimo traguardo, quindi, sarà quello di risorse orientate all’Innovazione delle Imprese rappresentare la necessità di una metamor- approfondire le singole realtà. e, quindi, ad una nuova competitività, sia fosi nell’operatività aziendale delle nostre PMI Verranno predisposti incontri tra i soci inte- per quanto concerne il prodotto, sia a livello per poter competere in futuro. ressati, per acquisire maggiori e più dettaglia- gestionale e di mercato. L’iniziativa si è conclusa con una generale te informazioni e valutare gli obiettivi da por- Le finalità e la rilevanza economica del Palm soddisfazione di tutti i partecipanti che, per tare avanti, attraverso una progettualità che (le cui aziende comprendono circa 1.300 la prima volta in tanti anni di attività hanno ha come comun denominatore la logica del occupati diretti ed oltre 200 Mln di euro di avuto l’occasione di conoscersi meglio e “fare” e non quella di attendere le provviden- fatturato nel 2010), sono state ribadite dal condividere competenze ed idee di progetti ze dei bandi che, come convenuto nel corso Presidente Primo Pompilii in occasione dell’e- per il futuro. della convention, non devono rappresentare vento del 30 novembre, circostanza in cui Le aziende che hanno preso parte al Palm la finalità e/o l’incentivo motivazionale del sono state tracciate anche le linee guida per il Day sono: Api Soluzioni s.r.l., Aran World s.r.l., nostro agire. “ raggiungimento degli obiettivi, nonostante lo Arcadia Componibili s.r.l., Cna Sistema s.r.l., scenario incerto del momento… : Estintori Bosica s.r.l., Grafiche Martintype s.r.l., • innovazione di processi e di prodotto strategico; • riorganizzazione della logistica ed incremento dell’efficienza. Cordialmente Primo Pompilii di 16 n.83 Presepi teramani Torricella Sicura L‘Abruzzo in miniatura, il presepe e museo etnografico “le genti della Laga” U n cielo azzurro, punteggiato di stelle splendenti. La grotta affascinante nella sua semplicità. Uomini di montagna intenti alla fatica quotidiana. Una straordinaria opera di artigianato che, in una miscela di sapienti ingredienti, abbraccia il visitatore portandolo in un viaggio tra realtà, storia, fede e cultura laica. Il presepe delle “Genti della Laga”, la creatura amata da Gino Di Benedetto e Fabrizia Di Girolamo, diventa ancor più coinvolgente nel nuovo scenario, con facciate delle case dagli antichi portali e infissi Sergio Scacchia con la collaborazione di Sandro De Marcellis Foto: Gianluca Pisciaroli più se non nel ricordo di anziani sopravvissuti. Un presepe- borgo che riproduce l’habitat antico: le sfumature, incredibilmente reali degli intonaci delle casette contadine, abitazioni dalle imposte di legno, povere “pinciare” dove la vita è dura, muri sgretolati in tufo, scalinate in pietra della Laga. I deliziosi balconcini con le inferriate di ferro battuto che esibiscono trecce di cipolle, peperoncini, grappoli di pomodori. Il panettiere che panifica, lo scalpellino curvo a battere la pietra, il pastore a transumare, il ceramista di Castelli a impastare creta, il ramaio a preparare utensili e tutto intorno il grigio degli acciottolati e dei muretti a secco, il verde delle colline di un verismo incredibile. E poi i personaggi, riprodotti in tutte le occupazioni quotidiane, con vestiti tipici delle piccole comunità rurali di un Abruzzo che irrimediabilmente non c’è più, a creare struggenti nostalgie. La nostalgia pervade l’atmosfera di suoni, luci e colori di cui il presepe delle “Genti della Laga” si nutre in un irripetibile afflato naturale. Tutto, nella Rappresentazione del Cristo che si eleva sopra le miserie umane, rivela la maestria di chi ha concepito la Natività più grande della regione e una delle più interessanti d’Italia. Una particolare tecnica usata dagli artigiani che dona vita ai protagonisti, dalla lavandaia che smette di sbattere i panni al fiume per assistere alla nascita del Bambino, al venditore di ricotta e salumi che espone la sua mercanzia, l’arrotino in mezzo ai coltelli, fino ai contadini intenti all’”accise de lu porche”, alla trebbiatura, alla vendemmia e raccolta olive. I volti danno il senso della fatica e della povertà, tra rughe scavate dal sole e dalla vita difficile. recuperati da vecchi cascinali decaduti e spaccati di vita contadina che immergono in una realtà agreste che appartiene ai ricordi. La particolarità del museo sta nella veridicità delle scenografie che emoziona tutti; la mostra svolge anche un ruolo didattico-educativo, permettendo di tramandare la memoria di attività millenarie. Nella parte riservata alla Natività, trovano collocazione le mirabili realizzazioni dello scenografo napoletano Antonio Flagiello, recentemente scomparso, lasciate in donazione al museo presepe. Non sola rappresentazione della nascita che cambiò il mondo ma testimonianza di un tempo che fu, di una vita dal ritmo lento che non esiste I Coniugi Di Benedetto con Antonio Flagiello Le montagne di cartapesta, l’antica ramiera, il vecchio mulino, la deliziosa chiesina rupestre, il solitario romitorio, le pecore che attraverso i tratturi, svernano in Puglia, tutto è ricostruito con certosina meticolosità. Emerge dalla scena un’umanità che non fa passare in sordina l’incredibile avvenimento della nascita dell’”Emmanuele”, ma anzi lo rafforza con migliaia di comprimari che illuminano la scena dolcissima della Sacra Famiglia. Il fiabesco si mescola al reale nell’armonia del paesaggio dei monti della Laga, tra fiumi, cascate, prati, ruscelli, mentre cresce l’attesa dell’evento più importante dell’umanità. Il formicolare del mercato paesano, tra bancarelle, botteghe e osterie, si contrappone alla plasticità del volo degli Angeli nel cielo scuro della notte e alla carovana dei Re Magi, in una commistione che stupisce. E, ovunque, c’è il senso rassicurante di un messaggio d’amore verso Dio e i fratelli. Il Presepe di Torricella Sicura sarà visitabile nei seguenti orari e date: Sabato 15 e 22 dicembre 2012 (dalle ore 16:00 alle ore 20:00), Domenica 9 e 16 dicembre 2012 (dalle ore 10:00 alle ore 20:00), Dal 23 dicembre 2012 al 6 gennaio 2013 tutti i giorni (dalle ore 10:00 alle ore 20:00). La mostra è visitabile previa prenotazione tutto l’anno. L’INGRESSO È GRATUITO Per info e prenotazioni Tel: 338-3316641 Internet: www.cmgransasso.it/ginodibenedetto E-mail: [email protected] Blog: http://presepelegentidellalaga.splinder.com Facebook:www.facebook.com/ groups/266076663441683/ Giulianova Irrinunciabile tradizione! si svolgono le scene. Quest’ anno dedicato cubi di polistirolo, troni giganti per ribadire dalla Chiesa alla Fede, l’attenzione dell’orga- la potenza di Roma, una stella enorme, una nizzazione si è focalizzata sul libro sacro per piazza fatta solo di tanti teli e danzatrici e 17 eccellenza: La Bibbia. angeli in bianco, un’altra piazza con un enor- Le varie associazioni di volontariato, Carabi- me corona e un Erode piccolo. Non le solite n.83 nieri, polizia penitenziaria tutti a riposo, CRI e scene del falegname o del fabbro. protezione civile coordinano il deflusso della Canazza desidera che la gente rifletta, pensi, gente e la sicurezza. Gli abitanti del centro si domandi, torni a casa a prendere in mano storico hanno un pass e ingresso riservato. la Bibbia. I problemi sono comunque tanti e L’orario dell’evento è dalle 18:00 alle 22:00, non solo di ordine economico: ad esempio un massimo di quattro ore dato il freddo chi recita la parte del Bimbo? Da quando è pungente. E’ sempre gratis, naturalmente. chiuso il reparto di ostetricia e ginecologia Difficoltà economiche, naturalmente! dell’ospedale di Giulianova non ospitiamo più “Non c’è un euro in cassa, Sergio, anche gli nascituri. Alla fine di maggio, mia figlia Giulia sponsor storici sono in difficoltà. è stata l’ultima femmina nata. Sono quattro Non paghiamo nessun figurante, nessun edizioni che il divin Bimbo non è nato in città rimborso spese per chi recita in questo an- ma in altri ospedali. tichissimo borgo degli Acquaviva. Riusciamo Con il freddo che fa a dicembre i neonati comunque con l’aiuto dei cittadini e del buon utilizzati nella manifestazione sono anche Dio, a proporre un evento di rilievo. più di tre. Hai idea di quante cose occorrono? C’è E poi, i giovani latitano. Negli ultimi anni bisogno di una squadra di pronto intervento abbiamo deciso di adottare la formula del per falegnameria, elettricità, un service per casse, luci, mixer e microfono, costumisti, truccatori, ecc., insomma una cosa grande! Invito tutti a visitare il sito www.presepevivente.net, gestito dal poliedrico regista, Domenico Canazza, anima della manifestazione. È un grande giuliese, che coltiva varie arti, soprattutto quello dello spettacolo. Grazie a lui ogni anno la natività ha un gusto diverso, ogni scena è inedita. Un esempio? Scritte enormi fatte con bando per far partecipare ragazzi e ragazze, I insomma dare una scossa alla manifestazio- l’addetto stampa e portavoce istituzionale ufficiale Vladimiro Di Stefano che scatta di una iniziativa bellissima che ogni anno, il istantanee a tutti. Poi iniziano le prove di cop- 26 dicembre, da diciassette edizioni, regala pia. In una seconda sessione, con foto alla il Presepe vivente della parrocchia di San mano, il comitato confronta e valuta. Di solito Flaviano in Giulianova. la spunta sempre il San Giuseppe più vecchio È una manifestazione religiosa e culturale da che riesce a trasmettere il senso di saggezza portare avanti tra mille difficoltà. e di misticità del papà di Gesù. Per la parte “Il presepe, Sergio, si svolge nel cuore del di Maria è tutto diverso. Non guardiamo mai centro storico al buio e senza luce artificiale, alla bellezza in se, ma quello che il viso può solo con le torce. Un narratore racconta la trasmettere agli spettatori. Carisma, certo, scena. Si apre con un corteo di figuranti, ma soprattutto purezza”. mediamente duecento persone tra adulti Non c’è dubbio! Il 26 dicembre saremo tutti e bambini, il materiale occorrente viene insieme a godere di questo spettacolo divino tutto dai privati, compreso i fondaci dove nel cuore di Giulianova. ne, rendendola più vicina alla gioventù”. ncontro l’amico e giornalista Walter Uno dei momenti più belli nella prepara- De Berardinis, anima del frequentato zione? sito internet www.giulianovanews.it in “Sicuramente le selezioni per la Sacra un freddo pomeriggio di dicembre. È lui Famiglia. Quella sera c’è il nostro fotografo di 18 Sanità n.83 Pronto Soccorso Maurizio Di Biagio www.mauriziodibiagio.blogspot.com e dunque raccomandato ho atteso il mio turno dopo sei ore e mezza ma lì c’era gente che arrivava all’alba e andava via a notte fonda: non è umano, non è da nazione civile”. Comunque, il responsabile del Pronto Soccorso Cianchini parla di una situazione stabile: “Il problema non è il codice bianco; da quando c’è stata la riorganizzazione interna i politraumatizzati e altri pazienti con patologie neuro vascolari afferiscono da tutta la Asl a Teramo portando una maggiore complessità d’intervento e dunque intasando il reparto. E con radiologia e laboratorio analisi che giustamente approfondiscono i loro esami i tempi pertanto si allungano sempre più e quindi anche le attese per gli altri codici”. Dove il tempo diventa molto relativo I Perché a esser chiari, Cianchini denota una flessione del 4% degli utenti al Pronto soccorso “però è aumentata la gravità degli interventi”. “La gente si lamenta perché attende 10 ore, anche se l’attesa media è di due, ma abbiamo bisogno di personale infermieristico e di una sala triage per accorciare i tempi”. Mancano n attesa dell’Uccp e della piastra per le emergenze che a anche i posti letto per l’osservazione breve che nel reparto sono sentire gli uomini Asl rivoluzioneranno il settore, il pronto sei ma vengono utilizzati come appoggio da altri reparti. soccorso di Teramo affoga nel suo quotidiano imbarazzo. Fran- Uno dei mali che indirettamente assilla la struttura è rappresen- cesco, seduto nella sala del reparto, riferisce che questa volta tato dai molti utenti del Teramano che contando sulla presenza con 12 ore di attesa gli è andata molto delle specialistiche e delle eccellenze del meglio dell’altra volta quando ne aspettò Mazzini intasano il reparto del capoluo- 24: ha un dolore al petto che lo turba e lo go: “In vita mia non ho mai visto tanta impensierisce molto. gente provenire dalla costa oppure dalla “Il fatto – dice seduto su di una seggiola, Vibrata così come accade in questi mesi” con il risentimento strozzato dall’umiltà chiarisce Cianchini. Il sabato poi, con il contadina – che il mio medico, ma tutti mercato, l’affluenza è raddoppiata. E a medici di famiglia, non ti visitano più…e rafforzare il fenomeno interviene anche allora eccomi qua”. quel senso di sfiducia che i pazienti C’è chi attende disteso sopra una lettiga serbano nei confronti di alcuni presidi con la merda per tutto il corpo, per la considerati “in disarmo”. vergogna si tira su il lenzuolo verde fino Ma ad alimentare la catena delle “vittime a celare la sua identità e a scomparire del codice verde” e delle relative ore in del tutto come uomo. Ma Nessuno si fa attesa di una prestazione si aggiunge avanti. Deve attendere un dottore che anche un altro aspetto: molti utenti infatti conosce che per caso era da quelle parti. pur di non attendere mesi e mesi prima Il giudizio del consigliere comunale Milton di accedere ad una prestazione diagno- Di Sabatino è tagliente: “Il nostro pronto soccorso è un disastro stica (nove mesi per una scintigrafia ossea) preferiscono piuttosto di funzionalità. Non c’è nulla di buono”. Non ce l’ha con i medici attendere i ritmi compassati dei diversi codici bypassando tutto e nemmeno con gli infermieri che sono sempre pochi. Ma si l’iter, accorciando di molto i tempi e risparmiando sui costi. Però potrebbero fare tremila esempi di malasanità. Il pronto soccorso la procedura s’ingolfa. “E chi ci rimette? - si chiede Cianchini - scoppia e le sale per le osservazioni brevi sono sempre quelle: coloro che hanno codici più bassi”, chiaramente. n quattro, servite da tre medici, non certo l’optimum per svolgere un servizio ragguardevole. Secondo il responsabile della struttura, Rino Cianchini, oltre agli attuali 25 infermieri, ne occorrerebbero ancora quattro per completare i turni H24. A questo punto per Di Sabatino nemmeno la nomina di un primario risolverebbe la quaestio, anzi “andremmo a creare un altro posto ben retribuito e basta”. E a proposito di primario che manca, la Asl di Teramo sta attendendo dalla Regione Abruzzo il nulla osta per il via libera. Di Sabatino infine consiglia di ricopiare dalle Marche il modello di Pronto soccorso per ovviare ai contrattempi, anche se qualcuno lo sconsiglia vivamente. Il consigliere termina così, con la sua esperienza personale: “Malgrado fossi conosciuto È arrivata la tua nuova vicina di casa. Risparmia subito il 10% sulla bolletta del gas metano. JULIA SERVIZI PIÙ gestione vendita gas metano Il risparmio sul gas metano. 64021 Giulianova (Te) c.so Garibaldi, 65 64100 Teramo (Te) via Vincenzo Irelli, 31 - c/o Obiettivo Casa Tel: 085 8001111 - 085 8007651 Fax: 085 8025783 [email protected] - www.juliaservizi.it di 20 n.83 Carmine Goderecci L’Oggetto del Desiderio Renata Tebaldi Metropolitan di New York nel 1955 con Otello. Donna di carattere sensibile e gentile, di grande temperamento e dagli eccessi tipici di molte “prime donne”, la Tebaldi ha avuto una vera e propria passione per i gioielli fin da bambina. Come lei stessa ha ricordato intrecciava bracciali e collane con i fiori raccolti nei campi insieme al padre. Nel 1998 Sotheby’s ha messo all’asta una serie di gioielli della sua collezione che risale agli anni cinquanta, sessanta, settanta; la maggior Dalla Scala al Metropolitan un tripudio di gioielli È [email protected] parte di essa è stata realizzata da noti gioiellieri su commissione della stessa Tebaldi, mentre molti altri sono stati comprati durante gli anni della sua carriera in America, dove ha vissuto per molto tempo. Spesso la cantante voleva la riproduzione in oro stata senza dubbio una tra le più grandi cantanti liriche del e pietre preziose di una parure di bigiotteria di un suo costume di nostro tempo. Studia pianoforte e canto e nel 1946 un’audi- scena, o comprava d’impulso una collana di diamanti trovata per zione con il famoso maestro Arturo Toscanini le apre le porte caso in un negozio di New York, così come era solita regalarsi delle del successo. Lei è Renata Tebaldi e fu proprio Toscanini a spille dopo ogni rappresentazione di successo. I gioielli preferiti soprannominarla “voce d’angelo”, quando, nel 1946 debuttò alla di Renata Tebaldi sono le spille, molto spesso ordinate solo per Scala in un memorabile concerto trasmesso per radio in tutto il accompagnare altri pezzi che già possedeva. Esse sono numerose mondo. Negli anni quaranta e cinquanta e fino a quando si ritirò dal in una collezione che nell’insieme si presenta semplice e raffinata palcoscenico nel 1976, Renata Tebaldi è stata la più bella voce di nella purezza dei colori e delle forme. n soprano lirico drammatico, un vero e proprio mito, capace di conquistare anche il pubblico americano, a partire dal suo debutto al Coldiretti informa a cura di Raffaello Betti Le filiere Agroalimentari Direttore Coldiretti Teramo Uno Scintillante Natale e un Brillante Anno Nuovo come illeciti a prescindere dalla dimostrazione della “posizione dominante” o dello “stato di dipendenza economica” che si è rivelata nei fatti quasi impossibile. “E’ molto positivo, in particolare che le nuove disposizioni considerino pratica commerciale sleale le condizioni contrattuali che determinano “prezzi palesemente al di sotto del costo di produzione medio” dei prodotti agricoli. Si tratta di un principio che trova sostegno nel recente regolamento comunitario sui rapporti contrattuali nel settore del latte laddove si evidenzia che bisogna risolvere il problema della trasmissione del prezzo lungo la filiera, in particolare per quanto riguarda i prezzi franco azienda, “il cui livello non evolve generalmente in linea con l’aumento dei costi di Entrano in vigore le nuove norme sui pagamenti con l’art. 62 produzione”. L’ scritta dei contratti di cessione e entrata in vigore delle nuove norme che intervengono per La Coldiretti esprime un giudizio positivo sul fatto che la normativa richieda l’obbligatorietà della forma della presenza di elementi essenziali in vista della realizzazione dei riequilibrare il potere contrattuale lungo la filiera agroalimen- principi di trasparenza, correttezza e tare tra distribuzione e produttori e che prevedono il rispetto lealtà commerciale e che fissi dei termini di pagamento legali, trenta dei termini di pagamento non devono rappresentare un alibi o sessanta giorni dal ricevimento della fattura che, a differenza di per la parte acquirente a rivedere al ribasso i compensi che spettano prima, sono tolti dalla disponibilità contrattuale delle parti. Le nuove ai produttori. Sarebbe questo un atto gravissimo. L’articolo 62 ed norme introdotte dall’art.62 devono essere applicate da subito, ma il relativo decreto applicativo sulla cessione dei prodotti agricoli e con intelligenza. Se necessario, potranno essere previste delle norme alimentari hanno il merito di qualificare determinati comportamenti tecniche in grado di oliare gli ingranaggi del provvedimento. n di 22 n.83 Sergio Scacchia In giro [email protected] Pietracamela Il paese di pietra Sulle orme dei mercanti che percorrevano anche a Natale i sentieri di montagna per il commercio del Gran Sasso. Scopriamo il paese che vive a fatica sotto la vetta più alta degli Appennini, ai piedi delle Dolomiti d’Abruzzo. La mia casa è quassù fra le altere pareti e misteriosi silenzi... la mia casa è quassù fra garrule acque e dolcissimi ricordi. Qui sono io, qui è la mia casa, qui sono le mie montagne. (Antonella Fornari) sarebbe sull’uscio della sua casa ad attenderlo. vole sentiero che porta ai Prati di Tivo. Perché è una “pretarola” di quelle che se ne Ora tutti recitano il “de profundis” e dicono infischiano delle rilevazioni demografiche che che Pietracamela, arroccata su di una pendice indicano un paese che muore. montana, sta morendo. Lei vive qui e nessuno riuscirà a portarla via, né Secondo i censimenti negli anni ’30 qui si era una frana, né la terra che si muove, né la neve in circa duemila anime, negli anni ’90 si scese che ogni anno copre i piccoli portali d’ingresso a duecento. alle abitazioni. Oggi se veniamo fin quassù fuori stagione e in E dire che in questi ultimi tempi tutto si è un giorno feriale, faremmo fatica a scambiar ra le impalcature che imbracano le case accanito contro questo splendido abitato. chiacchiere con qualcuno. strette devastate sin dalle fondamenta La montagna è crollata ricoprendo le pitture Ma la Nina mi spalanca due occhi grandi e, dal terribile sisma del 2009, l’anziana rupestri, il mondo antico del pretarolo doc Gui- sorridendo, a metà tra un italiano stentato e donna si muove a fatica. do Montauti; le viscere delle guglie dei Corni il difficile dialetto, sussurra che tra qualche Ha quasi cento anni la Nina, mese in più, mese hanno traballato sotto la violenza di una faglia giorno è Natale e tornano anche i suoi figli. in meno, ma anche se da queste parti venisse mortale; la pioggia ha fatto venire giù pietre, Più in là la signora Montauti, anima del paese, un cataclisma del tipo paventato dai Maya, lei fango e altro, coprendo una parte dell’incante- affaccia la testa fuori dalla piccola chiesa che T sta pulendo per la messa del vespro. Il paese, compreso nella ristretta cerchia dei borghi più belli d’Italia, conta nelle stagioni intermedie più o meno cinquanta abitanti, gli stessi della frazione Intermesoli, ma è un dato che pecca di ottimismo. Alcuni abitanti stanno a Montorio al Vomano e vengono su nei weekend. Ma a Natale insieme al Bambino Gesù, rinasce anche questo piccolo borgo che si riempie di turisti e familiari in festa. Luogo storico dell’Abruzzo Ultra durante il Regno di Napoli apparteneva nel secolo XII al feudo della Valle Siciliana di proprietà dei Conti di Pagliara. In seguito passò ai Conti Orsini che furono padroni sotto Angioini e Aragonesi fino a che Carlo V nel 1526 lo consegnò al marchese Mendoza fino all’abolizione della feudalità. Qui un tempo si lavoravano i metalli, si batteva di mare, da tasse e balzelli vergognosi e la pro- In estate il piccolo mondo di case vecchie dal gressiva messa in coltura delle distese pugliesi sapore decadente, quasi bohémien, attrae del Tavoliere. Un esodo biblico portò i pretaroli torme di escursionisti. 23 verso gli States, l’Argentina, l’Australia. I più “Lo spirito del paese è che non importa chi fortunati emigrarono nel Lazio. sei e da dove arrivi, qui, nessuno è straniero”, n.75 L’antica Petra Cimmeria o Cameria, (il toponi- dicono gli ospitali abitanti. mo lo ritroviamo nel monte Camarda e a San Alcuni di essi, “cardaroli” della lana, indos- Pio delle Camere in Aquila), col masso sovra- sando i “coturni”, spesse calzature fatte di stante a forma di cammello, nel fine anno si lana frollata, attraversavano da giovani la Val appresta a vivere il suo attimo di gloria dopo Maone, lungo l’infido passo della Portella, per il rame, si pettinava la lana. l’estate ferragostana. vendere mercanzia all’Aquila, soprattutto a I cardatori del paese erano famosi fino in D’inverno, niente caroselli di piste stile Tren- Natale quando giravano più soldi. Toscana e nell’Emilia. tino, niente folle agli impianti, volti noti e riti Il paese avrebbe bisogno di maggiore turismo. Con la nascita del materasso a molle, l’attività mondani del dopo sci. Solo turismo familiare e Per molti sarebbe utile una pedemontana a scomparve. montagna spartana, bella e selvaggia. collegare le guglie del Gran Sasso all’autostra- Stessa storia per i famosi “sediai”. Usavano Nella stagione fredda il piccolo portale di San da per Roma o un trenino a cremagliera che materie prime locali, legno di faggio e paglia. Giovanni, il campanile a vela, la meridiana e l’o- sale appena fuori la galleria tra Aquila e Roma, La robustezza della sedia che si realizzava, rologio, quasi scompaiono inghiottiti dalla neve. scavalcando Forca di Valle. Altri sognano un dipendeva dall’abile lavoro d’incastro del legno. La chiesa di San Rocco, la casa de “li Signu- tunnel a incrociare l’autostrada sopra il santua- Che dire poi dei “casari”? Erano anch’essi ritte” con le bifore del 400, lo stemma civico rio dei Passionisti di San Gabriele. artigiani di grande specializzazione. Decideva- cinquecentesco, la piazza Cola da Rienzo “E’ il terzo borgo più bello d’Italia nonostante no, con sapienza, quando il latte della munta cui sembra che il paese abbia dato i natali, il lo spopolamento” - chiosano con orgoglio gli doveva essere bollito e posto nelle “fuscielle”. “Sopratore” tra rocce e fienili ristrutturati, la anziani rimasti. Poco più in alto, sopra la nota La crisi cominciò a mordere sin dalle ultime parrocchiale di San Leucio, l’antico vescovo di località turistica dei Prati, muraglie inaccessibili battute dell’ottocento. La pastorizia transu- Alessandria, tutto sembra irreale nel bianco di dolomia raccontano, come libro aperto, oltre mante fu decimata dal progresso verso le zone che fiocca. trecento milioni di anni. n di 24 n.83 Luca Cialini Parliamo di Musica Space rock & Space music [email protected] Non c’è un periodo preciso, ma la nascita della a tratti “angeliche”. Nel 1968 la band registra Space Music si può considerare di pari passo “magik brother, mystic sister”, ma senza grandi allo Space Rock. L’apice del successo di questo entusiasmi, vediamo l’ingresso del batterista genere lo abbiamo tra il 1970 e il 1975 per poi Peter Houri, ed altri musicisti che passarono al scemare fino al 1979 con l’avvento marcato canto di Allen e compagna. della Dance. Spesso è stato considerato come L’interesse per l’album appena inciso, arriva dalla nascente ed indipendente etichetta discografica BYG Actuel Records di Jean Karakos, che lo ripropose e lo reincise. Nello stesso periodo esce il primo 45 giri, Garçon Ou Fille, che contiene i due brani Est-Ce Que Je Suis ? e Hip Hypnotise You, dove per la prima volta compare Christian Tritsch al basso che sostituì Bret Kenner. Il primo concerto ufficiale della band è al festival di jazz e rock di Amougies in Belgio, oltre ai Gong partecipano decine di grandi artisti quali i Pink Floyd, Frank Zappa, Archie Shepp, i A “genere da viaggio”, sia per la sensazione che Colosseum ecc. può suscitare, sia per l’uso non indifferente de- La discografia di questa band, multietnica e lcuni numeri fa, ho parlato di una gli acidi o comunque di quelle droghe allucino- “spaziale”, è infinita, non ostante Allen ne sia band, gli Hawkwind e del loro genere gene di cui si faceva largo uso in quel periodo. stato la mente (Gong dalla filosofia di Gong) e chiamato Space Rock. Non ostante il suo interesse si sia affievolito, il principale autore, nel 1974 sia Gilli Smyth che Questo genere nasce da una costola tra gli anni ’80 e ’90 molte band tornarono lo stesso Allen abbandonano il progetto; Gilli del Progressive Rock e del Rock Psichedelico, a proporlo, ascoltando ad esempio i Rush di per sostenere la famiglia e i figli, Allen secondo entrambi nati tra la metà e il finire degli anni 2112, A Farewell to Kings, e veri e propri elogi voci del tempo, per una crisi compositiva. ’60, evoluta poi in Space Music; più elettronica verso il genere con Green di Steve Hillage, e L’anno successivo il progetto venne riesumato e sperimentale, spesso solo con l’utilizzo di non da meno anche in Italia con uno storico da Pierre Moerlens, percussionista e batterista, tastiere e synth di vario genere. gruppo progressive “Sirio 2222” dei Balletto di che portò avanti il progetto con il nome Pierre In breve tempo lo Space Rock prese forma Bronzo, oltretutto album d’esordio. Moerlen’s Gong. Da qui in poi si susseguirono quando le band sopra citate, iniziarono ad Tra i più recenti gruppi sicuramente da ascolta- svariati gruppi (fondati anche da Allen e la “abbandonare” quelle sonorità per approc- re ci sono i Ozric Tentacles, Porcupine Tree, e il moglie Smyth) tutti con nome e Gong affianco ciarsi verso altre, band come Hawkwind,Gong, bellissimo Origin of Simmetry dei Muse. creando un’unica grande famiglia di musicisti furono pionieri di questo genere particolare. Generalmente lo Space Rock chiama suoni sintetici, particolari, brani lunghi e ricchi di sonorità ricercate, ma con scarsa presenza della voce, per questo infatti è stato, e lo è ancora, Parliamo di una Band GONG usato come sottofondo di documentari scien- dediti alle sonorità space o psichedeliche e alla filosofia Gong. La band si riforma con Allen nel 1978, per poi sciogliersi nel 1980, e successivamente nel 1991 (non ufficiale) e per il ventesimo anniversario nel 1994. Ancora oggi Allen e la Gong Global Family continuano a suonare e tifici, film (Stanley Kubrick usò spesso questo Anche se possiamo considerarli progressive genere come colonna sonora), o documentari rock, i Gong hanno da sempre mostrato grande vari, entrando anche nelle grazie di pittori, interesse per lo Space Rock, tanto da mesco- scultori, scrittori fantasy e artisti vari. larlo proprio al progressive. Interessante band La formazione classica era composta da; batte- attiva dal 1969 che non ostante il successo ria/percussioni, una chitarra, un basso, una poco conforme alla loro attitudine, ancora oggi tastiera e spesso un membro che vi suonava riesce ad esprimere quelle sensazioni di una synth e strumenti elettronici vari. volta. La band si forma in Inghilterra da un idea A dare il giusto input a questo genere non si del musicista (compositore) David Allen di pro- possono escludere brani cruciali come Space venienza australiana. Accanto a lui si unì l’allora Oddity di David Bowie, Astronomy Domine compagna Gilli Smyth voce e composizione, il dei Pink Floyd. Perché brani cruciali? Perché turco Tanner Celensu come tecnico del suono, oltre ad essere dei capolavori, possiamo e successivamente si unirà il sassofonista Didier considerarli capostipiti dello Space Rock, brani Malherbe. Musicalmente la band sperimenta che mirarono proprio all’atmosfera più che al sonorità nuove, sempre più ricercati e appunto sound in sé per sé. Space, la stessa Gilli Smyth usava voci sospirate, produrre… assolutamente da ascoltare! n di L’evento Quel giorno che doveva finire il mondo Mimmo Attanasi [email protected] 25 n.82 ghi e i loro organi di stampa finanziati da denaro pubblico, sulle loro scuole private, non eri d’accordo sul ripagare a prescindere dal successo editoriale qualcosa che sul mercato non si reggesse da sola, si diveniva per tutti “Intollerante”. A nulla sarebbero valse le spiegazioni sulle differenze fra chi invoca la sparizione di ciò che non si gradisce, dalla censura imposta istituzionalmente. La confusione era ingenerata da un concatenamento di eventi complicato. A quei tempi, si chiamava spot. Un linguaggio di suoni, segni e parole a sublimare. Non era percepita come un diritto, la scelta di criticare ciò che non piaceva. Neppure nel pieno rispetto delle norme che regolavano la civile convivenza. In occasione della “Centesima Edizione del Festival della Canzone italiana”, ancora oggi un grande evento atteso. Come quello che fu nel 1999 per il presidente Gorbaciov. “Siete così tanti, chissà cosa avrete da chiedermi!”, pronuncia a fior di I labbra il Pontifex maximus nel suo ologramma parafrasando il rato il Gran Sasso con un fazzoletto. Prima ancora, in braccio alla notato anche se sono al Festival mi sono occupato di quello che mamma, un “fortissimo” d’organo a canne lo aveva spaventato preferisco. L’Amministrazione degli Ultimi. Non amo assumere il propugnatore dei processi di riforma, perestrojka e glasnost’, di l sale sulla coda degli anni 60. Al ragazzino si spegneva la mezzo secolo prima. fantasia mentre la zitella della dottrina gli ripeteva che l’Inferno Diffuso da un beam-expander, nell’affollatissima sala stampa sarebbe durato tutto il tempo per svuotare gli oceani con un del Teatro Ariston; l’aria sorniona e soddisfatta di chi è riuscito cucchiaino da caffè, contato tutti i granelli di sabbia e spolve- a mettere a segno un punto e non ne fa mistero: “Come avrete così tanto che cominciò a ruolo di Gesù. Non farò delle vedere ovunque, pure nei prediche. In questo confron- sogni intraducibili in incubi, i to che abbiamo con il futuro, fantasmoni neri dalle gonne difficilmente ci può essere svolazzanti ad agitare il dito qualcuno davvero pronto e della reprimenda di ener- preparato. Non solo i politici, gumeni con la tonaca e del ma anche gli scienziati, tutti loro capo, con la fascia rossa abbiamo difficoltà a capire sulla pancia. Eppure, qualche dove stiamo andando. Fon- nota stonata l’orecchio lo damentalmente credo che percepiva. Ci sono montagne sia importante che la gente più grandi degli Appennini. cerchi di unirsi, la coesione L’Inferno non dura per tutti lo può permettere di trovare stesso tempo. Ecco qua che non una fede ma una certez- si svelano le prime ingiustizie za di progresso”. su questa terra. Con i Maya 2012, “Domi- La nevicata del 2012, i bollori nus illuminatio mea, et di Lucifero e Caronte, chi non salus mea, timebo quem?” se li ricorda. In rete c’era (Il Signore è mia luce e pure Ingroia, un magistrato sgradito. Se la prese per alcuni “pette- mia salvezza, di chi avrò paura?, Salmo 26:1) si concretizzarono golezzi” tra mafiosi e qualcun altro. E giù con le critiche, i distinguo argomenti sulla metafisica come donazione di senso e la positività e i moniti, alti e bassi, provenienti da tutte le parti. La libertà di del finito. Storicamente, si preferì poi la posizione filosofica di una stampa venne presa come luogo di pensiero. Uno spazio mentale civiltà meno conosciuta, non di certo meno degna di fede, la quale malinconico nel quale identificarsi. Quante risate. Ma all’epoca era riteneva rilevante da un punto di vista conoscitivo solo ed esclu- difficile spiegare che forse a qualche fetta della popolazione inizia- sivamente la scienza. L’universo primariamente conoscibile, ma va a stare stretto vedere un presidente, un governante, discutere nessuna consapevolezza ammissibile se non istituita da metodolo- seriamente dei problemi economici e sociali, di crisi mondiale e gie fondate sulla scienza. lavoro, con persone vestite da guru. Così parlò Yama Anninze: “Rimanete affezionati alla terra e non Il mago Otelma e le donne nascoste nei burqa senza la mascherina confidate nelle fantasticherie, nelle aspettative sovraterrene di abi- per le mosche sugli occhi. li avvelenatori della mente. Spregiatori della vita, moribondi ed essi La messa non era soltanto un semplice rito da officiare. Una obbe- stessi avvelenati, dei quali la terra è stanca: se ne vadano pure, noi dienza per procura. Comunque, se dicevi qualcosa sui i taumatur- proseguiremo il cammino”. (Friedrich Wilhelm Nietzsche) n di 26 n.83 Cinema Tagli su Tagli l’esordio di Idan Hubel Leonardo Persia [email protected] padre lavorava come esattore per una società idrica), ha la capacità di rendere «piene» le proprie immagini «vuote», senza calco di accenti, o eccedendo dal fatto, e Menatek Ha-maim (The Cut Off Man) procede piano e forte, con il vigore delle sue esibite debolezze. Quella narrazione disadorna da film tv sa trattenere i piani fino a imprimerli nella coscienza, lavorando sull’immagine senza darlo a vedere. Il realismo, più che nella riproduzione pedissequa, consiste in quell’andare oltre le superfici, nell’invisibile, partendo dal visibile, anche il più ovvio. Un’estetica implosa e scarnificata, immagini come i corpi trattenuti e spenti, eppur addensati di senso. Moshe Ivgy, famosissimo in patria e visto anche in Munich di Spielberg, modula alla perfezione l’invisibilità del suo personaggio, esprimendo con potenza la di lui impotenza. E’ un protagonista secco, disidratato nell’anima, l’acqua che taglia è come se la tagliasse ulteriormente a sé stesso. La sua solitudine A indotta diventa, per tal via, anche auto-indotta, un circolo vizioso cut off, meno taglia e meno guadagna. Compie estenuanti camminate regista. Una sola volta è dato assistere a uno svolazzo di stile, quando per raggiungere il retro-cortile delle case incriminate, sede delle tu- al bar tutti guardano un punto fisso al di là del vetro e la macchina da bature esterne. Un sentiero lastricato di disprezzo e improperi, anche presa, retrocedendo, scopre la moglie di Gaby, venuta a strappare il inestricabile. rmato di secchiello, stracci e pinze, Gaby è l’uomo che taglia. Tutto l’impianto del film, scrittura e lessico, sembra mancare dell’ele- Sospende le forniture d’acqua (privata) agli inadempienti, unico mento liquido, risultando investito dalle vidas secas del deserto liberi- lavoro offertogli dal centro per l’impiego liberista. Un regalo sta. Mai irrigato il profilmico, umani e cose, scorti come in un informa- impacchettato col ricatto del cottimo: undici shekel per ogni le documentario. Totalmente asciutto, di terra e pietra, lo sguardo del fantasiosi («figlio di mille puttane!»), marito dall’abbruttimento di gioco e oltre che di lacrime e dolore. alcol. Una scena fassbinderiana, tipo Alla notifica di sospensione, un Il mercante delle quattro stagioni, uomo con un bimbo in braccio gli con tanto di musica diegetica, alle- sbatte la porta in faccia, mandando- gra e straniante. lo a quel paese. Una donna anziana, Tutto il resto ha il sapore di un con calma dignitosa e indignata, apologo kieslowskiano, severo e du- chiede indietro l’acqua, pedinando rissimo, dalla poeticità mai esposta, l’uomo alle spalle. Quelle spalle al- ricollocato in una specie di spurio trettanto affrante, rivelanti. Gaby ha undicesimo comandamento: non pure lui segni di tagli, di esclusione, fare quello che non ti piace. Un pec- nel corpo e nello spirito. Si capisce cato per il quale è prevista la pena dagli occhi preoccupati e imbaraz- di un contrappasso analogico, un zati, dallo sguardo insonne a letto, castigo tramandato da padre a figlio. fotocopia dello sguardo a tavola. La Così, a subire le conseguenze della postura da umiliato e offeso attesta scelta del padre sarà il povero Boaz, che non è stato certo risparmiato da vicissitudini da libero mercato, costretto a rinunciare al proprio sogno, per affrontare la terribile leva contrassegni indelebili di frustrazione e disperazione, meste lezioni di israeliana. Avviene dopo che il papà mette in mora, con il massimo disamore. della gentilezza possibile, persino scusandosi per l’errore certo, anche Attorno a lui, altrettanto «tagliata», ferita, la punta Nord del paesaggio uno degli sponsor della sua squadra, «scoperto» nella sua mancanza israeliano, l’arida Nahariya, vicina alla frontiera libanese, contornata di denaro, abilmente mascherata da benessere esibito. Lo scivolamen- di case caserme da cui traspaiono costrizione e afflizione, effige to dalla classe media alla classe povera diviene, in tale contesto, il più devitalizzata della politica di destra, l’unica ormai a imperversare al temuto ma probabile degli incidenti, come da copione global. Idem mondo. In una di queste case, Gaby incarna il ruolo di pater sconfitto, dicasi per gli inevitabili effetti collaterali di guerra tra poveri, invidie, capotavola di famiglia muta (moglie e due figli) dove, tra la totale inco- vergogna del proprio status sociale, aggressività e rivalsa spostate su municabilità, brilla unicamente il sogno del primogenito Boaz, portiere un alibi umano. in una squadra locale. Vuole diventare calciatore, desiderio costoso. Gaby diventa il capro espiatorio al centro di una camera fissa che Le scarpe, gli allenamenti… Quando entrano nel negozio di articoli esplica l’attaccamento, rovescio del proprio ruolo, conseguenza della sportivi, padre e figlio, si sente tutta la pesantezza del denaro, la pena paura di perdere il lavoro o l’identità, mimesi del fato incombente. Capitale. Senza alcun accorgimento drammaturgico o interrelazione Contempla, senza esplicitarla, la tragedia ebraica (l’incubo dell’unto, suggeritrice: riproducendo solo il fatto. della delazione, del disprezzo e della messa al bando), trasferita sul L’esordiente Idan Hubel, che parte da uno spunto autobiografico (suo piano di precarietà esistenziale determinata dalla new economy. Le La storia sobria di un cut up interiore e In definitiva, Gaby rappresenta l’israeliano identitario che, lontano dai giochi di forma accusato di essere carnefice senza esserlo di Burroughs, insettifica allo stesso modo laddove Boaz incarna il futuro militare di un 27 i soggetti, riducendoli a un nulla già domi- Paese che non sa e non vuole offrire altro, nante. «Dagli anni ’80, la tendenza è stata epifenomeno del capitalismo selvaggio. Il n.75 suo sedile vuoto, in auto, prima di partire soldato, ne attesta la «sparizione» di essere umano desiderante, sancisce il suo ingresso inquadrature ferme diventano opposte e nell’anonimato che costituisce l’emblema complementari ai carrelli e ai camera-car disperato del film. La porta chiusa davanti al di Amos Gitai, detentore del movimento padre su cui indugia il finale suggella invece imitativo della diaspora e della de-territoria- la fine di tutte le speranze di Gaby, la sua lizzazione, qualcosa che i palestinesi hanno completa estromissione da un’esistenza di fatto ereditato pari pari dai nemici ebrei. degna di tale nome. Un taglio definitivo. n Proprio come in uno dei film meno amati del più famoso regista d’Israele, Disengagement, accusato di parzialità filo-israeliana, Crediti anche qui viene omologato il destino di ebrei quella di accrescere il capitalismo, quel tipo e palestinesi, dei precari e dei fuori casta. di capitalismo senza regole che mette nelle Ognuno finisce per risultare uniformato nella mani dei privati le risorse naturali del Paese. forma/contenuto di un indicibile enunciato, Sta svanendo il socialismo democratico l’orrore di un mondo dove, salvo qualche come l’abbiamo conosciuto (…). Un numero Fotografia: Itay Marom carnefice, tutti ormai sono vittime. crescente di israeliani si sta rendendo conto Montaggio: Nimrod Eldar Il film diventa allora il frammento, cupo ed che le risorse naturali sono state violate da Scenografia: Aya Tzayger eloquentissimo, dell’atto di un processo pochi magnati, chiedendo perciò giustizia (kafkiano) che riguarda l’intera umanità, un sociale. Mi auguro che più gente possa qualcosa già intuito da un soldato israeliano finalmente iniziare a scorgere anche il nesso in Route 181 di Michel Khleifi e Eyal Sivan, tra le distorsioni all’interno del Paese e il Paese: Israele, 2012 che citava Kafka proprio quando era intento conflitto israelo-palestinese» (Idan Hubel, dal Durata: 76’ a «processare» un gruppo di palestinesi. pressbook del film). Titolo: The Cutoff Man Titolo originale: Menatek ha-maim Regia: Idan Hubel Sceneggiatura: Idan Hubel Musica: Nimrod Eldar Interpreti: Moshe Ivgy, Naama Shapira, Tom Yefet Produzione: CinemaGroup 28 n.83 di Calcio A scuola con il Teramo Calcio Antonio Parnanzone [email protected] medie superiori. Partecipano calciatori, dirigenti e funzionari della Questura di Teramo. Particolarmente importante è la presenza dei funzionari della Questura per far comprendere il giusto atteggiamento da tenere dai giovani all’interno della struttura sportiva, specie nei momenti ad alta intensità emotiva. Portare nello stadio gli studenti per godersi lo spettacolo del calcio e per un lungimirante progetto di educazione generale. La presenza dei calciatori tra gli studenti vuole essere un contatto diretto tra scuola e sport praticato. Il Teramo Calcio in classe, con i suoi campioni , con l’entusiasmo di far conoscere il calcio e toccare con mano ciò che la TV porta nelle case attraverso immagini, talvolta “A contornati da fatti non proprio edificanti. Gli atleti professionisti , attori principali della domenica calcistica, e i giovani che magari la scuola con il Teramo Calcio” è il progetto che Alessio notte sognano di diventare uno di loro. Peroni, responsabile marketing del Teramo Calcio, Se il sogno di qualcuno dovesse avverarsi, l’iniziativa avrebbe ha ideato e messo in atto sin dalla scorsa stagione raggiunto il suo vero scopo. Il contatto diretto con chi ha scelto per 2011/12. E’ il modo semplice, diretto e immediato professione una disciplina apparentemente facile da praticare, in per mettere in realtà è irta di difficoltà per i sacrifici da sopportare quotidianamen- contatto i giovani te e non sempre raccolgono i frutti di tanto lavoro. “Se non oggi, con il mondo sarà domani” perché non passerà nel dimenticatoio della memoria dello sport e con dei ragazzi l’ora vissuta con i campioni assaporando, seppur fuga- i protagonisti di cemente in for- oggi. Entrare in ma inusuale e ambiti istituzionali in un ambiente e rapportarsi con limitato, il cli- il sapere, vuol dire ma dello stadio contribuire all’iter e di una partita formativo dei di calcio. giovani. Lavorare Si aspetta insieme per un “domani” obiettivo comune rende più agevole il percorso formativo. Il calcio per sperare tra le scolaresche come occasione per diversificare l’educazione e di vedere le per imparare a vivere in un complesso di regole, di cooperazione e gradinate del di confronto con gli altri. nuovo stadio Educare, quindi, è il primo obiettivo e nel caso specifico al giuoco di Piano d’Accio popolato da più spettatori e da più tifosi pronti ad del calcio. Il progetto è stato attivato nel mese di novembre 2011, incitare il Teramo impegnato a tenere alto il nome di Teramo calci- proiettato in un ambito provinciale, dalle scuole elementari alle stica. Anche nel professionismo non deve venir meno il principio di Pierre De Coubertin, famoso barone francese e icona dello sport moderno secondo il quale “lo sport va amato per quello che è”, per il suo alto valore educativo e sociale. n a cura di Maria Gabriella Di Flaviano Note linguistiche Il Participio Verbo, aggettivo o sostantivo? I [email protected] n.83 Talvolta però si comportano da veri e propri verbi: • ho la fronte bollente • il ragù ha bollito circa una ora nella prima frase, il participio “bollente” si comporta da aggettivo in quanto completa ed arricchisce il significato del sostantivo “fronte” , nella seconda il participio passato “bollito” è collegato al verbo “ha”: i due, insieme, formano un tempo composto. Il questo caso il participio svolge la funzione di modo verbale. Il participio “ partecipa” anche delle caratteristiche del nome ed è, talvolta, usato in funzione di sostantivo, alla stessa stregua degli aggettivi, che possono essere sostantivati: l participio è un modo verbale che “partecipa”delle caratteristiche di altre due parti del discorso, il nome e l’aggettivo. Spesso il participio presente e il participio passato si comporta• la busta contenente la spesa è sul tavolo, • il piede ferito mi impediva di camminare speditamente • tutti salutarono e si congratularono con il giovane laureato. Mi piace concludere con un esempio riassuntivo: • il mio vissuto familiare è stato contrassegnato da gioia e dolore. Participio sostantivato. • Lucia è una donna vissuta. Participio con valore di aggettivo. • Marco è un ragazzo invadente. Il libro del mese • i passanti camminavano in fretta • in vacanza ho vissuto giorni meravigliosi. Modo verbale no da aggettivi: 29 Q uesta storia si svolge in Italia, più precisamente nelle montagne abruzzesi, punteggiate di piccoli paesini, da tempo immemore arroccati in quei luoghi. È in uno di questi borghi che si svolge la vicenda qui raccontata. L’autore sa tratteggiare la realtà gretta di Morano, il continuo bisbigliare dei suoi abitanti, il fluire di bocca in bocca dei pettegolezzi. Ognuno conosce il passato dell’altro, a tutti sono noti i delitti consumati negli anni nei vicoli bui, i lutti dei propri vicini. Soprattutto, echeggia il timore quasi ancestrale delle leggende che il vecchio pazzo del paese proclama in piazza. In questa realtà asfittica sboccia un grande amore, ostacolato da un padre egoista, ma soprattutto da una forza molto più grande. Ed è qui che questo libro sorprende. Non è solo il dipinto della realtà di ogni piccolo comune italiano, non è nemmeno un romanzo d’amore. C’è qualcosa di più, un alone di mistero che permea le pagine e che si dipana gradualmente, in una narrazione giocata su piani paralleli, seguendo i punti di vista dei vari personaggi. Il racconto si muove anche su diversi piani temporali. L’importanza del passato per lo svolgersi del presente è sottolineata con forza. Solo ricordando la propria infanzia, il protagonista potrà capire chi è veramente e acquisire la forza per plasmare la propria vita. Solo scacciando i fantasmi del proprio passato, sarà in grado di costruire un futuro. Solo spezzando un arcaico anatema... Ma qual è la maledizione che si stende greve sulle pagine di questo romanzo? Tuffandovi fra le sue righe, non mancherete di stupirvi. Buona lettura. Siriano Cordoni 30 n.83 Altri sport Pallamano P dalla Redazione [email protected] e quanti stanno cercando di aiutarlo. Dirigenti che hanno appreso della situazione dal Comunicato della Federazione. A quel punto il general manager Canzio ed il dirigente Romano hanno provveduto immediatamente al reperimento dei fondi necessari per il pagamento del debito nei confronti della Federazione, evitando così ulteriori provvedimenti disciplinari che avrebbero potuto portare anche alla esclusione diretta dal campionato. L’intervento pronto ed efficace dei due er quanto concerne la pallamano femminile, alla vigilia della dirigenti hanno dato nuova luce al proseguimento del campionato. trasferta di Sassari per la seconda giornata di ritorno del massimo Dopo la gara di Sassari persa per 24 a 31 ma dopo che il primo tempo si campionato di A1 e dopo la battuta di arresto nella gara casalinga era concluso con il vantaggio delle teramane per 12 a 11, il campionato si persa ai rigori contro il Conversano e la tribolata settimana vissuta fermerà per la pausa Natalizia che comunque sarà breve in quanto, dal dalla Società con il grave problema del reperimento di fondi necessari per 4 al 6 gennaio, la società che ha intanto stretto un accordo di sponso- portare avanti il campionato, la squadra è partita alla volta della Sardegna rizzazione con due noti e prestigiosi marchi teramani Artrò e Globo, sarà con l’intento di ribaltare il risultato della gara di andata persa di misura impegnata nelle finali di Coppa Italia a Salerno (di qui la nuova denomina- al Palasannicolò. Non è una novità come da circa un mese un gruppo di zione Artrò-Globo H.C. Teramo). volenterosi, capeggiati dal general manager Roberto Canzio stia lavorando Per quanto riguarda invece la squadra maschile, essa ha concluso il girone assiduamente e freneticamente per risolvere i gravi problemi economici di andata perdendo ai rigori a Fondi, chiudendo al quarto posto e restando societari, cercando di coinvolgere nel salvataggio imprenditori ed attività in lotta per i play off scudetto. La Tecnoelettronica si è dimostrata, nella varie, nonostante il momento difficile in cui versa l’economia teramana prima fase del campionato, una grande squadra tra le mura amiche e non solo. Come se non bastasse, ai vecchi problemi economici se ne concedendo poco o niente agli avversari ma pagando in trasferta l’inespe- sono aggiunti altri ancora, sotto forma di provvedimenti del giudice sporti- rienza e quindi lo scotto del “progetto giovani”. Inesperienza che però sta vo che ha multare la società di 2.500 euro per il mancato pagamento della limitando sempre meno il rendimento della squadra che segna notevoli tassa di gara di 800 euro contro il Mestrino (10 novembre) , comminando miglioramenti. Per il prosieguo del campionato regna ottimismo in quanto, inoltre tre punti di penalizzazione e vanificando così l’impegno delle atlete con gli scontri diretti in casa e migliorando qualche risultato in trasferta, nell’unica gara vinta contro il Nuoro. potrà dire la sua sino alla fine. La stessa situazione si stava ripetendo contro il Conversano (8 dicem- Avvicendamento nel ruolo di pivot tra Conigliaro che ha rescisso il contrat- bre), in quanto il Presidente stava tenendo all’oscuro di tutto i dirigenti to e il giovane palermitano Lodato. n Ministero per i Beni e le Attivita’ Culturali Regione Abruzzo Regione Marche Provincia di Teramo Città di Teramo Comune di Ascoli Piceno Comune di Fermo Comune di Chieti Comune di Atri di Giacomo Puccini Atri Teatro Comunale Venerdì 4 gennaio ore 20.30 Teramo Teatro Comunale Martedì 8 gennaio ore 20.30 Dramma lirico in quattro atti di M. Praga, D. Oliva, G. Ricordi, L. Illica Manon Lescaut Cristina Lamberti (4 gen.) Renato Des Grieux Leonardo Caimi Lescaut Carmelo Corrado Caruso Geronte di Ravoir/Comandante di Marina Carlo Di Cristoforo Edmondo / Un lampionaio Alessandro Fantoni un Sergente degli Arceri / Oste Davide Filipponi il Maestro di Ballo Nunzio Fazzini un Musico Barbara Bucci Maestro concertatore e direttore Regia Massimiliano Stefanelli Aldo Tarabella Maestro del coro Paolo Speca Assistente direttore Massimiliano Caporale • Assistente alle scene Chiara Barichello Maestri Sostituti Enrico Angelozzi, Massimiliano Caporale, Isabella Crisante, Anna Maria Piva • Direttore allestimento scenico Mauro Di Giuseppe Direttore di palcoscenico Marco Carlini • Direttore montaggio Secondo Caterbetti Capo Macchinista Maurizio Cellinese • Macchinisti Federico Caterbetti, Francesco Lozzi • Attrezzisti Mirko De Luca, Gabriella Nobile Service audio-video e luci Eventi Sonori Service Teramo Elettricisti Ivan Pilogallo, Noel Santoro • Sarte Monica Cavallin, Antonietta Lucci, Manuela Stucchi • Trucco Clara Cittadini, Glenda Consorti, Paola Pierini • Sartoria Sartoria Teatrale Arrigo Milano • Calzature Calzature Artistiche Sacchi snc Firenze • Parrucche Audello Torino Grafica Luca Di Sabatino • Impresa lirica S.O.L.T.I. snc di Ermanno Fasano Raffaella Angeletti (8 gen.) Scene Pier Paolo Bisleri Maestro preparatore del coro Carlo Morganti Coro “Ventidio Basso” Ascoli Piceno Costumi Chiara Barichello Orchestra Sinfonica Abruzzese in collaborazione con l’Istituto Musicale Pareggiato “G. Braga” di Teramo Segreteria artistica Produttore esecutivo Lighting designer Lorenzo Caproli Roberto Rupo Società della Musica e del Teatro “Primo Riccitelli” Biglietteria e informazioni: Ente Morale Società della Musica e del Teatro “Primo Riccitelli” Via Nazario Sauro, 27 • 64100 Teramo | tel. 0861/243777 fax 0861/254265 | [email protected] | www.primoriccitelli.it