Notiziario Novembre 06

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Notiziario Novembre 06
SLAI COBASLAI COBASLAI
Foglio del Sindacato dei Lavoratori Autorganizzati Intercategoriale delle poste di Milano
V.le Liguria, 49 - tel/fax 028392117-http://www.webalice.it/slaicobaspostemilano
novembre 06
Muti, arriva il 2009!
In questi giorni i sindacati hanno comunicato a
Poste che i postali hanno approvato il nuovo
accordo dando così il via libera per la sua
applicazione.
Inutile farla troppo lunga sui dati di questa
consultazione, né su modi e tempi con cui è stata
realizzata, né sul suo reale peso (se i lavoratori
avessero espresso parere totalmente negativo che
cosa sarebbe cambiato? Nulla, è certo),
complessivamente l'accordo ha avuto un riscontro
positivo e tanto basta ai firmatari.
Crediamo sia importante invece valutare
l'accordo anche, e forse soprattutto, partendo dai
suoi presupposti politici, determinanti nella
definizione dei contenuti e prevalenti nella
comunicazione che è intercorsa tra sindacati e
lavoratori.
Gli stessi effetti pratici della nuova
organizzazione - in gran parte già noti dal
precedente accordo - con il peggioramento
complessivo della condizione dei lavoratori, sono
il prodotto di questo impianto politico.
Durante le assemblee il messaggio principale che
hanno scelto di far passare i sindacalisti è stato:
o si accetta questo accordo o si perde il lavoro.
Un messaggio crudo, brutale, condito col ricorso
al solito richiamo alle norme europee in tema di
servizio postale e con lo spauracchio del fatidico
2009.
Dopo questa premessa è stato facile far ingoiare i
vari provvedimenti: l'aumento del limite (12 ore)
e delle condizioni (praticamente qualsiasi motivo
di assenza) per le prestazioni aggiuntive
obbligatorie, la zona baricentrica, la perdita di
fatto della titolarità per molti lavoratori, la
scorta inesistente (un dato provinciale 10/14%
del tutto aleatorio), il solito misero compenso,
ma anche e soprattutto, il taglio di 2250 posti di
lavoro.
Per far digerire la cura da cavallo la promessa
della possibilità del passaggio agli sportelli per
un certo numero di lavoratori (2250 entro il 2006
dicono), la volontarietà della fuoriuscita di 2000
“vecchi” grazie al Fondo di solidarietà, e
l'ingresso di un imprecisato numero (le cifre
sparate da Poste e sindacati lasciano il tempo
che trovano) di ex ricorsisti tramite graduatoria.
Un colpo al cerchio e uno alla botte insomma e i
postali in gran parte hanno abboccato.
“O così o tutti a casa, perchè questo vuole l'Europa”
Occupiamo ora del messaggio principale.
Eh no, qui proprio non ci siamo, si bluffa sulla pelle di tutti i postali, e se a farlo sono coloro che dicono di
rappresentarne gli interessi proprio non va bene.
Dunque, la situazione normativa europea riguardante i servizi postali alla data odierna si basa sulla Direttiva
2002/39/CE la quale in estrema sintesi, dice:
1. Nella misura necessaria al mantenimento del servizio universale, gli Stati membri hanno facoltà di
continuare a riservare servizi al fornitore o ai fornitori del servizio universale. Questi servizi sono limitati alla
raccolta, allo smistamento, al trasporto e alla consegna di invii di corrispondenza interna e di corrispondenza
transfrontaliera in entrata, tramite consegna espressa o no, nell'ambito dei limiti di peso e di prezzo che
seguono. Il limite di peso è di 100 grammi a decorrere dal 1° gennaio 2003 e di 50 grammi a decorrere dal 1°
gennaio 2006....
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3. La Commissione elaborerà uno studio prospettivo che valuterà, per ciascuno Stato membro, l'incidenza sul
servizio universale del pieno completamento del mercato interno postale nel 2009. In base alle conclusioni
dello studio, la Commissione presenterà, entro il 31 dicembre 2006, una relazione al Parlamento europeo e al
Consiglio corredata di una proposta che confermi, se del caso, la data del 2009 per il pieno completamento del
mercato postale interno o che determini un'altra eventuale fase alla luce delle conclusioni di tale studio.".......
E puntuale proprio il 18 ottobre è arrivato l'intervento della commissione incaricata che in sostanza dice:
Servizi postali: La Commissione propone una piena apertura del mercato entro il 2009.
La Commissione europea ha formulato una proposta finalizzata alla completa apertura dei mercati postali
comunitari alla concorrenza entro il 2009, in linea con la scadenza fissata nell'attuale direttiva postale. Sulla
scorta di numerose ricerche, la Commissione ritiene che sia questa la forma migliore per salvaguardare il
servizio universale promuovendo al tempo stesso la qualità e la libertà di scelta per i consumatori e le imprese
dell'Unione. Con la piena apertura del mercato gli operatori nazionali non godranno più del monopolio sulla
posta al di sotto di un certo peso (attualmente fino a 50 grammi), noto come "settore riservato". Verrà offerta
agli Stati membri la possibilità di scegliere in modo flessibile fra una serie di strumenti per finanziare la
fornitura del servizio universale o la possibilità di ripartire fra più operatori l'obbligo del servizio universale.
Vantaggi della piena apertura del mercato
Con la soppressione dei settori riservati, gli utenti dei servizi postali potranno contare su un miglioramento e
uno sviluppo dei servizi offerti loro. I fornitori del servizio universale saranno stimolati ad essere più affidabili,
più efficienti e a preoccuparsi maggiormente della clientela in considerazione della potenziale concorrenza di
nuovi operatori. La piena apertura del mercato, inoltre, stimolerà la creazione di posti di lavoro, direttamente,
nelle nuove società postali e, indirettamente, nelle imprese connesse al settore in esame. (estratto dal comunicato stampa
ufficiale)
La commissione e gli altri
Insomma il parere della commissione è quello di
proseguire sulla strada della liberalizzazione
totale e tutti saranno più felici: operatori postali,
utenti, e persino i lavoratori. Una meraviglia.
Evviva il libero mercato come cardine della
società occidentale/mondiale.
Ora, la commissione europea può essere
impregnata dal più radicale spirito liberista ed
esprimere le posizioni dei poteri che governano il
mondo, ma nemmeno la commissione può
raccontare troppe balle.
E infatti, da una parte alcuni paesi come Belgio,
Cipro, Francia, Grecia, Italia (sì Italia),
Ungheria, Lussemburgo, Malta, Polonia e
Spagna in un comunicato unitario, esprimono
forti timori sulla decisione della commissione
almeno per quanto riguarda le eventuali misure
di finanziamento del residuo servizio universale e
auspicano il mantenimento dell'attuale sistema,
magari migliorato.
Dall'altra, organismi come UNI Europa Postal,
che raccoglie varie associazioni sindacali del
settore (compreso il SLP-CISL, fino a prova
contraria) dichiarano che, bontà loro, non
riescono ad intravedere impatti positivi sul piano
sociale dalla liberalizzazione completa del
mercato postale.
O ancora, le federazioni dei sindacati francesi
CGT, CFDT, CFTC, FO et SUD dichiarano
inquietanti i propositi della direttiva, attaccano il
governo che non sembra intenzionato ad opporsi,
ribadiscono che il mantenimento della quota di
servizio riservato è la condizione necessaria per
un servizio pubblico di qualità, sostengono la
loro opposizione alla liberalizzazione totale
perchè causerà la soppressione di posti di lavoro
e peggiorerà la qualità e dichiarano una
settimana di mobilitazione nazionale con degli
scioperi.
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E da noi ?
Insomma non tutto è scontato e pacificato, qualcuno che non è d'accordo in giro per l'Europa ancora c'è, ma in
Italia no, almeno stando a ciò che fanno e dicono i rappresentanti dei lavoratori postali che abbiamo già citato.
Da noi sembra tutto definito, già compiuto, non c'è niente da fare se non chinare la testa e tacere o assentire a
ciò che Poste e sindacati hanno deciso. Ma possibile che questo paese (che i lavoratori di questo paese) sia
veramente così messo male? Possibile che nessuno provi a ragionare senza dar credito ciecamente al
sindacalista di turno? Ma veramente qualcuno crede al fatto che la liberalizzazione porterà benefici per tutti? O
che, nel concreto per restare nell'orticello delle poste nostrane, il nuovo accordo porrà al riparo i lavoratori dalla
perdita del lavoro?
In realtà tracce di opposizione all'accordo vi sono state in giro per l'Italia durante le “consultazioni” ma se si
rapportano alla totalità dei postali costituiscono una esigua minoranza.
E veniamo all'accordo.
Il “punto di forza” se si può usare questo termine,
è che nessuno si farà male, che nessuno sarà
dichiarato esubero ed espulso, che anzi per
molti postini sarà possibile un radicale
miglioramento professionale col passaggio agli
sportelli; non solo, che per migliaia di giovani
si apre una fulgida prospettiva di lavorare
stabilmente alle poste e questo nonostante i
“necessari tagli di posti di lavoro”; se non
bastasse che per dei poveri vecchietti sarà
possibile raggiungere prima l'agognata
pensione.
di decine di migliaia di occupati, con servizi di
sportello che si sono persi in mille rivoli verso
tabaccherie, cartolerie ecc. e la chiusura di
migliaia di sportelli.
Perchè in Italia questo non dovrebbe accadere?
Non ci sono già sentori oggi di servizi postali
che stanno lasciando le poste? O ancora, non
si devono considerare gli effetti delle
innovazioni tecnologiche? Le operazioni
online non renderanno sempre più inutili gli
operatori agli sportelli? L''ipotesi stessa di
riorganizzazione presentata a lato dell'accordo
con le zone di servizio non va nel senso di
mettere in preventivo la soppressione di
sportelli?
Altro che Mandrake, questi sono dei fenomeni,
dicono di voler promuovere sul campo migliaia
di postini, dare lavoro a decine di migliaia di ex
ricorsisti, favorire l'esodo di migliaia di stanchi
postali, e in cambio chiedono di sacrificare soli
2250 posti di lavoro. E' certamente un affare da
non lasciare scappare!
Oppure la scommessa è che basterà il settore
bancario a tenere in piedi tutta la struttura e la
rete? Speriamo che non sia questa la tesi perchè
sarebbe veramente folle considerando le pesanti
ristrutturazioni che anche il settore bancario ha
già subito anche da noi.
Fuori di burla, l'ipotesi che regge tutta questa
fantasmagorica manovra è che il settore sportelli
avrà una tenuta ed uno sviluppo sistematico
nei prossimi anni: è un'ipotesi fantascientifica.
A meno che il tutto si basi sui PT Shop, che allora
potremo stare tranquilli.
Nei paesi come Germania, Svezia, Gran Bretagna
dove la liberalizzazione è già avvenuta, la
conseguenza immediata è stata la perdita secca
Insomma tutto l'accordo è un castello di sabbia
pronto a sgretolarsi al primo soffio del vento
della liberalizzazione.
Perchè
Quindi perchè i postali dovrebbero sostenere e condividere questo accordo e i suoi effetti? Perchè dovrebbero
“sacrificarsi” quando le garanzie per il futuro sono zero?
Quelli che hanno firmato questo accordo, da una parte e dall'altra, hanno le spalle molto ben coperte, i
manager postali da compensi milionari e i sindacalisti professionisti dal loro incarico eterno che li tiene
ben lontani dalle preoccupazioni dei lavoratori normali (a questi chi glielo toglie il lavoro visto che non
lavorano da anni e ammesso che abbiano mai lavorato veramente?).
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E allora che si fa ?
Due ci sembrano le strade possibili da percorrere.
1. La prima passa per la messa in discussione
delle scelte politiche e ideologiche che
determinano il quadro in cui si collocano tutti gli
interventi che alla fine incidono pesantemente
sulla condizione complessiva di tutti noi: il ruolo
assoluto attribuito ai mercati, il peso decisivo
degli utili di bilancio, la celebrazione della
liberalizzazione e della privatizzazione sono il
vero nemico dei lavoratori.
Sono questi tabù che hanno prodotto e ancora più
produrranno la perdita sistematica e progressiva
dei diritti.
E' da qui che nascono:

l'attacco al sistema delle pensioni
pubbliche e di converso l'imposizione dei
fondi complementari con i soldi del TFR.

la precarizzazione generale nel mercato
del lavoro con la miriade di contratti a
termine, parziali, particolari che una sola
cosa hanno in comune e cioè il massimo
sfruttamento dei lavoratori con la minima
spesa per i padroni.

il degrado e lo svilimento della sanità e
della scuola pubblica a favore di una
sanità e di una scuola su misura per chi ha
soldi e potere d'acquisto.
E' da qui, per restare nel settore postale, che trae
origine il percorso di privatizzazione e
liberalizzazione del fu servizio pubblico.
Questa politica non è propria dei soli governi di
“destra” ma è ormai intrinseca in ogni compagine
di governo anche se di “centro-sinistra” (la
riforma delle pensioni del '95 porta il nome del
ministro Dini centro-sinistra, l'introduzione del
lavoro in affitto, dei cococo ecc. del ministro
Treu centro-sinistra) e trova il consenso convinto
delle organizzazioni sindacali concertative.
2. La seconda, per concretizzare: condurre
un'opposizione decisa a questo accordo e ai
suoi effetti.
Entrambe le strade che abbiamo indicato
presuppongono una presa di coscienza dei postali
del fatto che saranno soli, che avranno contro
poste ma anche i loro stessi sindacati.
Al riguardo emblematico è il comportamento
delle RSU in carica che non perdono occasione
per dimostrare quanto siano delle marionette
nelle mani dei segretari, o di mostrare a tutti
quanto il loro incarico serva loro solo per giocare
a fare il sindacalista, con l'abito buono e la 24 ore
in mano.
Si dovrà decidere di fare il salto e assumersi la
responsabilità collettiva della difesa dei propri
interessi, all'interno o meno del sindacalismo di
base.
Per quanto ci riguarda invitiamo i lavoratori tutti,
a qualunque sindacato appartengano, a costruire
dei momenti di confronto per decidere eventuali
iniziative di lotta.
Analogo invito lo rivolgiamo alle organizzazioni
del sindacalismo di base che sono disposte a
mettere da parte interessi di bottega nella
prospettiva di costruire un fronte comune per
contrastare questo accordo e l'ipotesi politica che
lo ha prodotto.
Questo accordo produce flessibilità selvaggia, aumento degli
obblighi per i lavoratori, perdita di diritti, non garantisce
assolutamente per il futuro, anzi costituisce il primo passo
per la riduzione dei costi del settore recapito e accrescerne
l'appetibilità per una futura cessione.
Questo accordo va combattuto, in ogni modo. Proviamoci!
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