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MAGA ZINE
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MAGA ZINE
Ypsilon Offerta valida fino al 31.07.2012 a fronte di permuta/rottamazione di un veicolo immatricolato prima del 31.12.2003 e con il contributo Lancia e dei Concessionari.
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DIRETTORE EDITORIALE
Mariela A. Gizzi
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DIRETTORE RESPONSABILE
Francesca d’Aloja
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AMMINISTRAZIONE
Raimondo Cappa
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Cover
Bysteel design made in Italy
Sirkel + Boog
design Stefano Pirovano
REDAZIONE
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Irene Cappa
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COORDINAMENTO REDAZIONE
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Donatella Codonesu
PROGETTO GRAFICO
E IMPAGINAZIONE
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HANNO COLLABORATO
Alessandra Vittoria Fanelli
Alessandro Pini
Antonella De Santis
Carlotta Miceli Picardi
Emanuela Carratoni
Enrico Tonali
Ester Maria Lorido
Fabio Cipriano
Fabrizio Lodi
Francesca Volino
Francesco Mantica
Laura Mocci
Luisa Espanet
Maria Laura Perilli
Marco Callai
Monia Innocenti
Renata Biserni
Veronica Cardella
Vittoria di Venosa
STAMPA
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ANNO 4 - NUMERO 33
Periodicità mensile
luglio/agosto 2012
TRAVEL
RESORT
INTERVIEW
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ANDALUSIA PER GOLFISTI
VERDE IRLANDA
ROBERTO CIUFOLI
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Registrazione presso il Tribunale di Roma
al n. 58/2009 del 25/2/2009
Iscrizione del marchio presso
l’Ufficio Italiano Marchi e Brevetti
è vietata la riproduzione anche parziale
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Green da cam pioni
con vista m are
All’estremo confine della Spagna, poco prima di Gibilterra,
Sotogrande è l’esclusivo ritrovo dei golfisti di tutta Europa.
Ma questo angolo di Andalusia offre anche molto altro
di Donatella Codonesu
P
P
er molti l’immagine dell’Andalusia
coincide con le architetture moresche di
Granada, e gli incantati patii di Siviglia e
le piazzette quadrate piene di alberi d’arancio. Pochi pensano
a quell’immenso paradiso verde disteso proprio davanti a
Gibilterra, all’estremo confine dell’Europa, dove cinque tra
i migliori campi da golf del modo accolgono tutto l’anno
gli appassionati giocatori spagnoli, inglesi e da poco anche
italiani. Un vasto territorio che declina morbidamente verso il
Mediterraneo, poco prima che le sue acque si mescolino con
quelle dell’Atlantico. Un’area che fino ad appena cinquanta
anni fa era interamente rurale, e che oggi corrisponde a
cinque importanti green, undici campi da polo e numerose
costruzioni in stile andaluso, perfettamente integrate
nel contesto, corrispondenti a condomini, ville private e
lussuosi resort. Il turismo qui gode di una discreta privacy,
sviluppatasi per proteggere i molti VIP che non amano la vita
sotto i riflettori nella vicina Marbella, del clima mite durante
l’inverno e del caldo intenso ma ventilato dei mesi estivi.
Soprattutto gode delle molte buche disseminate nelle vallate,
fra laghetti e zone boscose, che negli ultimi decenni hanno
attratto i golfisti di tutta Europa.
A partire dallo storico Real Golf Club Sotogrande (oltre 1000
membri) e dai ben tre green dell’hotel Almenara, ventisette
buche in tutto, su cui affaccia la maggior parte delle 148
camere. Il soggiorno qui ha anche un’altra caratteristica,
per nulla secondaria: l’esperienza enogastronomica nei
vari ristoranti, dal Gaia, nell’edificio principale, dove si
consumano le ricche colazioni, al Venteocho, con vista
sul green, al Cucurucho, famoso per le grandi grigliate
a legna allestite sul verde prato prospiciente il mare.
A gestire l’articolata macchina culinaria, che include anche
la frequente organizzazione di banchetti privati nelle sale
dedicate, l’instancabile Christian Baldowski con l’ausilio
di un sous-chef italiano, Luciano Pulcinelli. Esperto chef
e manager organizzatissimo, Baldowski coordina tutti gli
aspetti del food and beverage nell’hotel, dai menù agli
acquisti, multiplicando costantemente l’offerta di piatti
ed alimenti, ottimizzando i tempi del servizio in cucina
e facendo si che l’esperienza gastronomica sia parte
integrante del soggiorno. Alcuni esempi? Un indimenticabile
gazpacho, ricchissime colazioni a base di frutta e succhi
freschi, un’ampia offerta di salumi e formaggi locali e molto
altro, inclusa una lista di cocktail creativi preparati dal
barman dello snack bar.
Chi preferisse un soggiorno più intimo ma altrettanto
confortevole può scegliere un altro NH, il Castellar, che
offre anche una piccola SpA (prodotti a base di vino).
Anche qui ottimo cibo e un contesto verdeggiate, la vicina
area del Parque Nacional de los Alcornocales (il nome
deriva dagli alberi da sughero che vi crescono spontanei):
170.000 ettari di verde protetti e in larga parte coltivati,
dove è possibile prenotare escursioni a piedi o in 4x4 nella
riserva della Finca la Almoraima, popolata di daini, cervi,
mufloni, lepri, maiali selvatici e molto altro. Nell’area
del parco, il delizioso borgo di Castellar, racchiuso da
una cinta muraria, accoglie piccoli negozi e locali fra
cui l’atelier di un giovanissimo pittore italiano, Riccardo
Pasquini: microsculture in pasta di ceramica e quadri
realizzati con le sabbie di tutto il mondo.
Quest’angolo di Andalusia offre anche molti altri spunti
di interesse culturale, primo fra tutti le vestigia della
città romana di Carteia, che fu importante sito fenicio,
cartaginese e romano, i cui resti più preziosi sono raccolti
nel bel museo di San Roque. Quest’ultima, fondata dagli
spagnoli esiliati da Gibilterra ad opera degli inglesi, nel
XIV secolo, è da allora il principale centro culturale della
zona: vi si trovano una bella plaza de toros (l’arena ancor
oggi utilizzata per le corride), un curioso museo del walkie
talkie (utilizzato per comunicare clandestinamente quando
la frontiera con Gibilterra era chiusa) e un piccolo, delizioso
centro storico. A poco più di mezz’ora di macchina, Tarifa
si affaccia proprio all’inizio dell’Atlantico: bella cittadina
fortificata battuta dal vento, sulle cui spiagge si affollano
gli appassionati di kite surf per gli allenamenti e per il
campionato mondiale di Bolonia Beach.
Anche qui la gastronomia è un aspetto interessante, che si
sviluppa ad esempio nei numerosi bar o nei chiringuitos sulla
spiaggia, famosi per le tapas, da gustare con un bicchiere di
cervesa per brindare ad un’ottima vacanza! ◆
Info GuIde
Hotel NH Almenara e NH Castellar www.nh-hotels.com
Ufficio del turismo San Roque www.sanroque.es/turismo
Ufficio del turismo Castellar www.castellargp.es
Finca La Almoraima www.laalmoraima.com
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Park Hotel Kenmare
Irlanda,
un via g gio nel l ’isola d i sm eraldo
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Kerry Landscape
in unA strAordinAriA tAvolozzA di colori
dove il verde vAntA diverse sfumAture, l’irlAndA conquistA il viAggiAtore
Anche con l’ospitAlità delle sue dimore storiche
di Alessandra Vittoria Fanelli
Cows on Ring of Kerry
l primo pit-stop è senz’altro a Dublino, città
dinamica e culturalmente vivace dove si
percepisce l’Irish mood ben espresso dai suoi
famosi scrittori, da George Bernard Shaw a Oscar Wilde, da
Samuel Beckett fino a James Joyce, uno dei più grandi autori
di narrativa del XX secolo, che ha magistralmente interpretato
nel suo romanzo ‘Gente di Dublino’ storie di vita quotidiana
dei dubliners.
Lasciata Dublino si entra subito nell’Irlanda dei contrasti, da
una parte le scogliere scintillanti dell’Atlantico dall’altra le
attrattive naturali dell’isola verde contrassegnata da abbazie,
castelli, dimore di incomparabile bellezza, seguendo il fil rouge
di Irish Country Houses e Historic Hotels, non tralasciando
l’aspetto gastronomico, che gode di un’ottima reputazione a
livello europeo, e la calda accoglienza irlandese.
Nei Midlands, cuore verde d’Irlanda dopo una visita al Rock
of Cashel, o di quello che resta dell’imponente abbazia di
architettura medievale di arte celtica sovrastata dalla Torre
Rotonda risalente all’anno Mille, si prosegue verso il sud est
dell’isola e arrivare, attraversando pittoreschi centri storici quali
Kildare e Tipperary, a Mallow per sostare in una delle dimore
Mallow - Rock of Cashel
Kerry Lakes
travel
M AGA ZINE
più affascinanti d’Irlanda. Si tratta di Longueville country
house and restaurant, immersa in un parco di 500 ettari, ideale
per un soggiorno romantico ma anche per gustare alcuni piatti
tipici della gastronomia irlandese tra cui il famoso salmone
appena pescato nel vicino fiume Blackwater (pesca sportiva
aperta anche dagli ospiti dell’hotel) e personalmente cucinato
da William O’Callaghan, chef/proprietario di Longueville.
Proseguendo verso il Kerry, regione selvaggia di aspre
scogliere, acque trasparenti, spiagge inviolate e paradisi per
gli appassionati di sport acquatici, si arriva Kenmare, piccolo
villaggio di pescatori prospiciente l’oceano dove è d’obbligo
una sosta al Park Hotel Kenmare, un resort ricavato da una
dimora storica del 1897 circondato da un vasto giardino che
sovrasta l’intera baia. Diretto con squisita professionalità
dai fratelli Francis e John Brennan che hanno individuato
nel benessere il valore aggiunto, l’hotel ora dispone di una
attrezzata Spa, la Saˉmas Experience dove vengono effettuati
trattamenti individuali, di una piscina indoor di 25 metri e di
una sala relax indoor/outdoor con deck sospeso sul parco da
cui si gode dell’incantevole vista sulla baia: un vero piacere
per il corpo, la mente e l’anima!
Longueville Country House
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M AGA ZINE
Castle Durrow
Lasciata Kinmare si prosegue verso Cork, non dopo aver
attraversato il Killarney National Park, uno dei siti più preziosi
dell’habitat irlandese. Il parco è infatti una vera oasi di pace
nascosta all’interno di un selvaggio panorama montano di
cime aspre, boschi secolari, spettacolari cascate e laghi
tranquilli che contrastano con la natura selvaggia del luogo.
Risalendo verso la contea di Laois si incontra la cittadina
di Durrow, un pezzo di storia irlandese rappresentato dal
magnifico Castle Durrow. Costruito nel 1712 dall’allora
famiglia Flower, poi baroni di Durrow, una famiglia
protestante aristocratica come loro dimora, dopo diverse
vicissitudini il castello, edificio massiccio di gusto sobrio ma
di grande eleganza, è ora un resort destinato principalmente
ad importanti cerimonie pubbliche e private come
convention, anniversari e matrimoni di varie celebrities,
grazie alla vastità e alla ricchezza degli arredi originali
dei suoi saloni, dei ristoranti, delle suites e dal magnifico
giardino di cui è circondato. Un luogo dove soggiornare
per respirare l’autentico fascino dell’aristocrazia irlandese e
sentirsi parte di essa.
Risalendo verso le Midlands ecco Barberstown Castle, altro
autentico gioiello dove trascorrere alcuni giorni di vacanza.
Una storica dimora-fortezza irlandese costruita nel 13° secolo,
che ha mantenuto l’originale architettura militare medievale
nonché la merlatura a coronare le mura perimetrali.
Circondato da 20 ettari di parco, il Barberstown Castle, situato
a circa venti minuti dalla città di Dublino, è perfetto per un
soggiorno romantico per l’ospitalità offerta alle coppie che
possono scegliere tra le dieci indipendenti guest-house o una
delle raffinate suite contraddistinte da letti a baldacchino e
preziosi arredi. I più gourmand possono anche trascorrere una
serata nella severa e antica ala del castello adibita a ristorante
dove vengono proposti menu a tema della cucina locale.
E, attenzione, è molto probabile che in questo resort si
incontrino personaggi famosi come Eric Clapton, Sean
Connery e Mick Jagger… ◆
Info Guide
Turismo Irlandese Italia www.irlanda-travel.com
Viaggiare
da Roma e Milano per Dublino con Air Lingus
www.airlingus.com
da Roma e Bergamo Orio al Serio per Cork e Ireland West
Knock con Ryan Air www.ryanair.com
Barberstown Castle
Alloggiare e Cenare
Longueville Country House www.longuevillehouse.eu
Park Hotel Kenmare www.parkKenmare.com
Castel Durrow www.castledurrow.com
Barberstown Castle www.barberstowncastle.eu
www.irelandbluebook.com
www.historichotelsofeurope.com
Il circuito Historic Hotels d’Europe raggruppa da oltre
12 anni circa 700 dimore storiche ricavate da castelli,
monasteri, abbazie presenti in 19 paesi Europei dove la
struttura architettonica fa rima con il confort, la gastronomia
e l’ospitalità.
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M AGA ZINE
Roberto, la crisi paralizza ogni settore. Come la percepisce
un protagonista del mondo dello spettacolo?
“Il mio lavoro è a rischio, come qualunque altro lavoro.
Sono un potenziale disoccupato. E non ti nascondo che
ho una enorme rabbia, dentro: siamo in un periodo storico
condizionato e condizionante in cui, drammaticamente,
continua a governare la logica dell’ ‘appoggio’, della
raccomandazione”.
Cioè?
“Senza il sostegno di una parte politica, non si cammina
certo lungo corsie preferenziali. Mi è capitato di essere ad un
passo da un traguardo professionale importante e di veder
sbucare all’improvviso uno sconosciuto da una traversa
laterale, che tagliava la linea prima di me grazie ad uno
‘spintone’ provvidenziale. Nessun merito, nessuna qualità.
Che amarezza! In un attimo, impegno vanificato, incognita
del futuro e molte ferite da leccare…”.
Hai un carattere che ti consente di reagire alle delusioni, o
ti demoralizzi facilmente?
“Spesso penso che le mie doti intellettuali non siano tali da
consentirmi un crollo psicologico - sorride - le grandi menti
combattono contro il male oscuro, io mi limito al mal di
stomaco. Però serve un sacco di coraggio per non mollare.
Indispensabile, la stima di chi ti sta accanto: nel mio caso una
moglie, Theodora, ed un figlio, Jacopo, capaci di sostenere e
di comprendere”.
ROBERTO CIUFOLI
NON SONO ABBASTANZA INTELLIGENTE
PER POTER ESSERE DEPRESSO
di Carlotta Miceli Picardi - ph Gloria Fegiz
S
S
upero i tornelli, scavalco una serie di borsoni
griffati ed arrivo al banco delle informazioni.
Intorno a me, ragazzi diversamente affrescati sui
bicipiti possenti, trascinano infradito grandi quanto zattere,
agitando integratori variopinti, come fossero maracas. Olio
di cocco sulla pelle, corolle di hibiscus sui bermuda, tripudio
di Ray-Ban sulle facce. Oltre la vetrata, ciuffi di palme
immobili, che denunciano l’assenza totale di vento. No,
non mi trovo nello scalo di un aeroporto caraibico, ma nella
climatizzatissima hall di un circolo sportivo di Roma nord.
Fuori è l’inferno: quaranta gradi all’ombra e un tasso di
umidità così alto, che persino le palpebre sudano ad ogni
battito di ciglia. Uno spietato ‘Caronte’ traghetta sotto il suo
fiato rovente i propri dannati in giacca e cravatta - per lo più
impiegati - sull’asfalto infuocato del raccordo anulare, verso
Sei abituato a muoverti con disinvoltura tra ruoli brillanti
ed altri decisamente impegnativi, con testi di autori quali
Slawomir Mrozek, per esempio, su temi forti e scomodi.
Per un interprete è più gratificante riuscire a divertire
oppure a commuovere?
“Con il senso dell’umorismo ci si nasce. Io sono venuto al
mondo di martedì grasso, figurati! - scherza - Bisogna saper
consegnare la propria leggerezza o la propria emozione a
chi hai di fronte con onestà, perché siano lette nel modo
migliore. Si tratta di prestare saltuariamente la propria anima
per raccontarne un’altra, con allegria o con disperazione,
toccando le corde che cuore, inclinazione e fantasia ti
consentono di attivare”.
La tua definizione di ‘fantasia’?
“Un dono. Una libertà infinita. Talento, se sai adoperarla.
La creatività è privilegio assoluto. Ho sempre ritenuto che
i creativi debbano essere una specie protetta, da allevare
in un’area video-sorvegliata per evitare contaminazioni
con la banalità. Purtroppo viviamo, invece, una fase di
appiattimento delle idee, di assenza dei contenuti, di
cancellazione della cultura. Gli attuali trattati di sociologia
vertono su ‘gruppi antagonisti all’interno della casa del
Grande Fratello’, suppongo!”.
i consueti luoghi di fatica e frustrazione. Io, decisamente più
fortunata, seguo le indicazioni della reception e raggiungo
il bar. Soltanto la prospettiva di un appuntamento piacevole
avrebbe potuto spingermi ad uscire di casa, oggi: Roberto
Ciufoli, attore e doppiatore, trent’anni di carriera alle spalle
magnificamente portati, mi aspetta nella sala.
Lo trovo in perfetta forma. Non tutti sono al corrente della
sua passione per il gioco del polo, che pratica da tempo, e di
quel diploma dell’Istituto Superiore di Educazione Fisica, poi
lasciato in fondo al cassetto. Elegante, con la camicia color
tabacco a fiori stilizzati sui pantaloni beige. Nelle scarpe in
pendant, lo so già, qualche sassolino da togliere. Ci sediamo
in un angolo. Di fronte a noi, un signore nascosto dietro le
pagine di un quotidiano che mostra a caratteri cubitali la
parola ‘crisi’ in prima pagina.
Un velato attacco al reality? - lo provoco “Non al reality, ma alla tipologia di soggetti televisivi che
il reality ha prodotto via, via, nella necessità di interessare
con dinamiche sempre più azzardate e cadute di stile
inaccettabili. Un’ode compiaciuta al pessimo gusto. Un inno
all’abbattimento del freno inibitorio in nome dell’audience,
insomma. E all’esaltazione di individui disposti a rinunciare
alla propria dignità pur di apparire, facendosi magari spazio
in TV, senza alcuna capacità… Nel 2005 partecipai alla
seconda edizione de ‘La talpa’, che si svolse in Kenya. Si
trattava di un meccanismo di gioco diverso, incentrato su
prove di abilità in location affascinanti. Molta competizione,
qualche provocazione, nessuna morbosità, allora…”.
Cosa faresti volentieri, domani?
“Un film. E… l’attore, se fosse ancora un mestiere” ◆
interview
M AGA ZINE
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GIoIeLLeRIA Bon
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tel. 06 9059116
BoCCAdAMo
e GIoIeLLeRIA Bon:
QueSTIone dI STILe
Alla portata di tutti sono sicuramente i gioielli Boccadamo,
sinonimo di qualità a prezzi accessibili. Quando è iniziata
la vostra collaborazione?
Il rapporto è ormai storico, collaboriamo fin dalle origini. Ci
siamo affezionati al design, alla serietà, all’originalità che
contraddistingue le collezioni e non abbiamo mai interrotto
la nostra collaborazione.
“A LeGARCI ALLA MAISon Sono eLeGAnZA,
SoBRIeTÀ e ATTenZIone AL deSIGn”
Q
Q
uestione di feeling, cantava Mina.
Questione di stile, invece, è la sinfonia
unica che lega due voci illustri nel mondo
dei gioielli: l’azienda Boccadamo e la gioielleria Bon. Insider
Magazine ha incontrato il titolare di quest’ultima, Francesco
Bon, che sottolinea subito due aspetti: l’importanza della
collaborazione con la maison e la sua propensione per
le gemme, di cui non è un semplice appassionato, ma un
attento studioso.
da cosa dipende il valore delle gemme?
Non è facile semplificare perché il valore è legato ad aspetti
molteplici. Volendo sintetizzare al massimo, possiamo dire
che la rarità è l’elemento determinante.
Come si diventa gemmologi?
Ho studiato all’Istituto di ricerca gemmologica di Rosà, in
provincia di Padova. In seguito ho lavorato al credito sul
pegno della Cassa di risparmio di Padova e Rovigo, dove
svolgevo il ruolo di estimatore. Tornato a Roma, ho superato
gli esami alla Camera di Commercio come perito ed esperto
nella categoria Preziosi. Poi, mi sono iscritto all’albo dei
Consulenti Tecnici di Ufficio del Tribunale di Tivoli. Ma
Ci sono punti in comune tra la gioielleria Bon e l’azienda
Boccadamo?
Sicuramente lo stile. Quello di Boccadamo è elegante, sobrio,
attento al design, tutti aspetti che contano molto anche per noi.
le mie attuali conoscenze sono anche il frutto del lavoro
di ricerca, acquisto e vendita svolto all’estero. Ho avuto la
fortuna di vivere da protagonista i più grandi palcoscenici
gemmologici mondiali: Hong Kong, Dubai, Doha, Basilea,
Bangkok, New York, Londra.
Cosa colpisce delle linee che l’azienda propone?
L’accostamento cromatico tra gli argenti e le pietre, la cura
per i dettagli, la modernità delle proposte che sono sempre
al passo con i tempi.
e la gioielleria?
È di famiglia: l’ha aperta mio padre a Fonte Nuova nel 1964.
non c’è il rischio che la gemma non sia per tutte le tasche?
Sicuramente non è per tutti, ma si possono creare budget
personalizzati e più accessibili. Immaginiamo di voler
acquistare un diamante. I parametri che ne stabiliscono il
valore sono 4, le così dette 4 C (per la loro iniziale comune
in inglese): Caratura, Colore, Purezza, Taglio. Un esperto
gemmologo può consigliare il suo cliente nell’acquisto
trascurando fattori costosi in quanto rari, ma quasi impossibili
da stabilire per un occhio meno esperto. L’importante
è che non si decida mai di acquistare un diamante non
tagliato perfettamente: la perfezione del taglio è l’elemento
fondamentale per la brillantezza, scintillio e fuoco. Nozione
che al nostro negozio abbiamo subito acquisito e, proprio
per questo, i diamanti che proponiamo sono i più luminosi.
Torniamo alle gemme. Ce ne è una che predilige su tutte?
Amo la perla. Mi affascina esaminare l’evoluzione di un
nucleo composto di conchiglia che cresce all’interno di un
essere vivente. È fantastico immergersi con lo sguardo tra
colori di tono e di sovratono, per poi meravigliarsi della
scomposizione della luce nei colori dell’arcobaleno (quello
che con termini tecnici si dice ‘oriente’). Ogni perla, come
ogni donna, è diversa l’una dall’altra: ogni perla, uguale solo
a se stessa, può essere legata soltanto ad una persona.
Qual è, invece, quella più apprezzata dai suoi clienti?
Il diamante. Quale donna non lo amerebbe?
promo
I partner Boccadamo
M AGA ZINE
Al di là del valore di cui abbiamo già parlato, come si fa a
capire la bellezza di una pietra?
La bellezza non si può trovare in una gemma, ma bisogna
cercarla negli occhi della persona che la guarda ◆
boccAdAmo operA dA Anni
nel settore orAfo-Argentiero
e i suoi gioielli sono presenti
nelle vetrine dei grAndi deAler.
in queste pAgine presentA
lA gioielleriA bon
Che sera sarà
Custo Barcelona
Blugirl
Lanvin
L’
L’
Missoni
di Luisa Espanet
estate è la stagione in cui si vive di più la
sera e si ha anche più voglia di “vestirsi”.
Mises che in inverno si indossano solo a
party “cravatta nera” o prime dell’opera, in luglio e agosto
sono perfette per cene tra amici, in città come sulla spiaggia.
Mentre per la sera d’inverno la scelta dei tessuti è limitata
e contempla quelli più preziosi, in estate l’abito lungo può
essere realizzato nel più raffinato materiale come nella più
semplice cotonina fantasia.
Un’altra caratteristica della sera estiva è l’assenza di
una tendenza unica. Gli stilisti, infatti, vedono l’abito da
sera come una palestra dove esprimersi. L’abito diventa
l’esemplificazione, il simbolo del loro stile.
Ecco da Lanvin abiti sofisticati in chiffon azzurro o beige,
dove la leggerezza rimanda a immagini di dee greche.
Giochi di drappeggi anche nel lungo rosa di Normaluisa, che
insiste su un’immagine soft della donna. Ancora drappeggi
per Atélier Siviglia, in alternativa all’abito da sirena rosso
fuoco. Fluttuanti veli per l’incredibile fata di Gareth Pugh.
Emilio Pucci, per cui gli stampati sono da sempre il fiore
all’occhiello, propone in un inedito disegno Kashmir un
insieme gipsy gonnellona-brassière. Stampe colorate e
volants da Missoni. Volants, ma in toni e disegni delicati, per
Kristina T. Edizione Tremila della “Primavera del Botticelli”
per Blugirl. Fiori, ipercolorati, ovviamente, per l’abito a uovo
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Roberto Cavalli
di Custo Barcelona. Stampa pitone di gusto etnico da Michael
Kors. Di grande effetto, as usual, il lungo di Viktor & Rolf in
una versione futuribile di damascato.
Stampe barocche e lavorazioni importanti per l’abito da diva
di Francesco Scognamiglio. Ricami bianchi per la romantica
donna Louis Vuitton. Inserti di pizzo per il lungo di Fisico.
Per la sera D-Squared propone una nuova squaw. Frankie
Morello, sempre sul filo dell’ironia, stampa la torre di Pisa sul
lungo in chiffon verde acqua. Chiffon giallo paglierino per
l’abito ieratico di Max Mara. Varianti del bianco da Calvin
Klein, con l’immancabile flash di nero. Nera e femminile, la
sera di Byblos. È in seta verde la tuta extralarge di C’N’C.
Hakaan osa l’oro per il corto un po’spaziale. Oro anche
per la sera di Roberto Cavalli che, accanto ai lunghi da red
carpet, propone il completo con aderenti pantaloni ricamati.
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Les chaussons de la Belle
kids
Louis Vuitton
on ha senso parlare di abbigliamento
da sera per il bambino, si può parlare
di cerimonie, matrimoni, battesimi,
comunioni. Frequenti in primavera, più rare in estate.
Esistono però, esclusivamente per le bambine, abiti e
completi da poter usare sia nelle occasioni importanti, sia
nella normalità. Uno dei temi dominanti della stagione sono
i volants e le balze, con qualche flash sul pizzo. Ecco l’abito
di Miss Blumarine in un tenue rosa pastello con balze che
partono a metà del corpino. Con i sandali è perfetto per il
mare, con le ballerine diventa subito più elegante. Balze
irregolari, quasi con un effetto volants, per il prendisole in
cotone bianco di Ki 6?. Un insolito lilla per l’abito senza
maniche di Parrot. Decisamente più importante il vestitino
di Elsy in pizzo écru. Che diventa “per tutti i giorni” con
la giacca di gabardine. Per il maschio non esistono capi
corrispondenti, anche se pantaloni e giubbotto bianchi, come
quelli di Ki 6?, possono in qualche modo considerarsi tali ◆
Ki 6?
Miu Miu
N
N
Ki 6?
Elsy
Varietà anche negli accessori. In alternativa ai sandali
gioiello Les chaussons de la Belle, che sembrano usciti dai
saloni di Versailles. Oltre alle clutch imperversano le borsine
con manico. Trapuntata, con manico-forchetta quella di
Moschino Cheap and Chic. Ricoperta di cristalli, con manico
di tejus quella di Miu Miu ◆
Miss Blumarine
Moschino Cheap and Chic
M AGA ZINE
P
Roberto Cavalli
Viktor & Rolf
Per lui
Roberto Cavalli
Roberto Cavalli
Dolce & Gabbana
P
er l’uomo il discorso è diverso. Per la
sera lo smoking o il dinner jacket sono
richiesti solo per feste, cene importanti,
prime dell’opera, peraltro abbastanza rare in estate,
escluso qualche programmazione nelle arene. Per i party è
sufficiente un completo o addirittura, specie al mare, camicia
e pantaloni. Si possono includere quindi nel guardaroba
da sera dei completi, magari con qualche caratteristica di
pregio in più o di un colore particolare. Roberto Cavalli, per
esempio, ha molte proposte in questo senso. A cominciare
dall’abito con giacca doppiopetto tinta fragola, da abbinare
con camicia a righe, ovviamente senza cravatta. Lo stilista
presenta anche proposte after eight più nella consuetudine.
Come il completo grigio, con giacca dal collo sciallato, dove
i revers sono rivestiti di un tessuto a disegni geometrici
d’ispirazione russa. Molta importanza è data alla camicia,
in un azzurro in nuance, e al papillon. La prima diventa
l’elemento personalizzante e da sera nel caso del completo
grigio dal taglio classico. È invece una camicia senza collo,
tipo guru che sdrammatizza il tuxedo più nella norma. Anche
Moschino abbandona il classico smoking e propende per
abiti dal taglio o dal colore particolare. Uno è bianco con
pantaloni aderenti e profili neri sulle tasche, da completare
con camicia fantasia in perfetto stile Elvis Presley.
Moschino
Moschino
Un altro, per i più audaci, ha pantaloni neri ed effetto ombra
sulla giacca bianca. Si porta con camicia e papillon rosso
fuoco. L’uomo Dolce & Gabbana la sera veste un completo
con giacca leggermente sciancrata e piccoli revers. Unica
concessione sulla camicia immacolata la sottile cravatta
scura. Viktor & Rolf propongono il tuxedo classico, con
camicia bianca e papillon, ma al nero sostituiscono il bluette
e invece che con la stringata di vernice, lo accessoriano con
sandalo da frate e calze bianche. Per non smentirsi ◆
Piazza del Parlamento, 8 - 00186 Roma
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30
M AGA ZINE
A TUTTA VESPA!
IN TEMPO DI CRISI ANCHE LA STORICA DUE RUOTE
ESCE IN VERSIONE CONSUMI RIDOTTI
di Francesco Mantica
N
N
on si tratta di una mera propaganda
pubblicitaria: in tempi difficili come questi,
risparmiare nei consumi è d’obbligo e
questo vale per qualsiasi mezzo di locomozione, anche per
le vantaggiosissime motociclette. A Pontedera, sede della
Piaggio, gli ingegneri che lavorano allo sviluppo tecnologico
dei prodotti a due ruote hanno sempre avuto ben chiaro
questo concetto e nell’applicarlo hanno pensato di partire
proprio dal modello più venduto: la Vespa, che fino a
150 cc ha un motore ad aria, perfetto per traghettare un
cambiamento del genere.
È nato così il nuovo motore a tre valvole, un gioiello
silenzioso, piacevole, con i giri un po’ più bassi ma dotato
di uguali prestazioni rispetto ai modelli precedenti. Secondo
il dipartimento Ricerca e Sviluppo della Piaggio il nuovo
motore a 3 valvole consuma quasi il 29% in meno e consente
di allungare parecchio le visite dal benzinaio e i tempi da
dedicare alla manutenzione, oltre ad avere una brillantezza
paragonabile a quella di qualche 300cc. Gran parte di questo
merito prestazionale va ai cosiddetti condotti Tumble, capaci
di generare una combustione rapida e omogenea: un vero
passo avanti, compiuto anche grazie allo sviluppo di sistemi
di calcolo sviluppati ad hoc per monitorarne il rendimento. Il
nuovo motore 3V è per ora equipaggiato sulle serie LX ed S,
ma non è da escludere che presto venga esteso ad altri modelli
a ruota bassa e, a lungo termine, su quelli a ruota alta.
Provata dai collaudatori tanto in Finlandia a -28 gradi come
in Africa, sotto il caldo torrido dell’equatore, la Vespa è
ancora oggi un’intramontabile certezza: una moto in grado di
soddisfare qualunque tipo di utenza e capace di combinare
come poche altri lo status symbol che rappresenta da
decenni con prestazioni di alto livello e comfort sulle due
ruote che l’epoca moderna esigono. Non a caso nei paesi
del nord Europa è in assoluto lo scooter più venduto, mentre
in Italia detiene una quota di mercato di oltre il 50% tra i
50cc. Sono numeri che non stupiscono, considerando anche
l’immaginario collettivo che si è creato nel tempo e che ha
reso la Vespa la moto più amata dagli italiani e non solo ◆
più veloce, più economica e più green
Piazza Monte Grappa, 1 (Inizio V.le Mazzini) - Roma - Tel. 06 45200395
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32
Nel giard ino incantato
M AGA ZINE
Solex e Smart:
il ritorno della bici elettrica
Il motorino elettrico e la bicicletta a pedalata assistita
sembrano tornare di moda. Una azienda automobilistica come Mercedes
Benz e una storica casa produttrice come Solex
(ri)entrano con importanti aspettative sul mercato delle due ruote
E-S
ole
x
-P
ini
nfa
r
ina
Le caratteristiche distintive dei modelli Solex sono tre:
tecnologia pulita, grazie ai motori elettrici; grande appeal,
per via del marchio vintage e stiloso; e infine linea
ultracontemporanea. Tre i modelli che proprio di recente
hanno aperto Solex a nuove rotte, in particolare urbane e di
breve e medio raggio: E-Solex, Solexity e Velosolex.
Se Solex si muove, nemmeno gli altri stanno a guardare, a
testimonianza che si sta aprendo un nuovo spazio di mercato
per mezzi di trasporto differenti. Smart ha recentemente
lanciato sul mercato la sua bicicletta elettrica, la eBike,
contraddistinta dai tratti salienti ritrovabili sulle vetture
della popolare city car del Gruppo Mercedes-Benz, quali
ad esempio l’utilizzo di due materiali e due cromatismi
contrapposti per le varie componenti strutturali.
In questo caso, oltre al design e all’attenzione per l’ecologia,
Smart punta forte sulla tecnologia: la Smart eBike è
equipaggiata con un sistema di infotainment dotato di
interfaccia USB per il collegamento dei dispositivi tecnologici.
Basata su un telaio realizzato in lega di alluminio, la eBike è
dotata di ruote a 26 pollici e gruppo ottico posteriore e LED,
con un’autonomia variabile dai 30 ai 90 km.
Il motorino elettrico e la bicicletta a pedalata assistita sono
comodi, veloci, “total green” ed economici. Aggiungere a
questo l’esclusività del marchio e una linea trendy sembra
essere la scommessa del futuro ◆
F.M.
La bici elettrica attira anche le amministrazioni pubbliche:
a Roma il XVII Municipio (Prati), attraverso il bando della
Provincia, ne ha appena vinte 12 da usare come mezzo di
trasporto interno per sopralluoghi e per il bike-sharing al
costo di 5 euro (giornaliero), 20 (settimanale) o 70 (mensile).
A
rrivare all’imbrunire è uno spettacolo delizioso:
il tramonto colora di rosa il cielo creando luci
suggestive nel bel giardino. Un angolo verde
in cui fermarsi per un aperitivo e per la cena,
tra piante odorose e dettagli curatissimi, nessun
palazzo a ricordarci che la città, con il suo stress, è a un passo.
Qui al Picchio Rosso ogni momento può trasformarsi in un
evento speciale. Raffinato ed esclusivo, ha il calore di un casale di campagna, in cui legno, pietra antica, dettagli d’epoca regalano una sensazione intima e avvolgente. Come ritrovarsi in un mondo incantato, dove ogni particolare racconta
una storia di intimità, e un’accogliente ospitalità si respira nei
molti angoli del locale: il salottino per fermarsi a conversare,
la sala, la stanza con il pianoforte che il venerdì e il sabato si
anima col pianobar, la loggia, ideale per matrimoni ed eventi, la veranda affacciata sul parco e infine la saletta privata
col caminetto, solo per due. Tutto intorno, con apparente
casualità, lampade, foto d’epoca, oggetti antichi, ricordi e
tocchi personali circondano l’ospite per accompagnarlo in
una cena speciale, in cui la semplicità sposa la qualità e la
tecnica artigianale: pane, dolci, grissini, carne essiccata, pasta fresca e secca, tutto viene realizzato personalmente dallo
chef. Un omaggio alla cultura gastronomica italiana che non
teme qualche spunto creativo, opera di Agostino Fonzo, che
alleggerisce la cucina di tradizione con tecniche moderne,
come cotture a bassa temperatura e sottovuoto, per avvicinarsi al gusto e alle esigenze attuali. Con grande attenzione
alla materia prima, dalla varietà di crudi, ostriche, affumicati,
marinati e carpacci, alla selezione di cereali e legumi. Tra
gli antipasti del menu di estivo, rinnovato proprio in que-
gourmet
ra il 1946 quando Marcel Menneson e
Maurice Goddard lanciarono sul mercato
il Solex, una bici a motore concepita
durante la Seconda Guerra Mondiale. Il difficile dopoguerra
in Francia imponeva infatti la necessità di un mezzo di
trasporto economico e il Solex, grazie al prezzo inferiore alla
media e al ridottissimo consumo di carburante, si adattava
perfettamente a queste necessità.
Mentre l’automobile stava appena iniziando a diffondersi, la
bici Solex, che si distingueva per la collocazione del motore
al di sopra della ruota anteriore, si è subito affermata come
mezzo di trasporto di massa. Economicamente abbordabile,
esteticamente piacevole, facile da guidare e sicura, ebbe
subito un grande successo e sarebbe in futuro diventata una
leggenda, occupando una posizione di prim’ordine nella
storia dei mezzi di trasporto grazie agli 8 milioni di mezzi
venduti fra il 1946 e il 1988.
Successivamente, a seguito del boom economico, “la
bici che va da sola” ha conosciuto un normale declino,
rimanendo soltanto nella memoria di generazioni. Ma oggi,
con la crisi e crescente richiesta di mezzi di trasporto ecosostenibili, la bici a motore
sembra essere tornata di
moda. In pieno 2012,
Solex ha così lanciato dei
modelli che si adattano
perfettamente al mondo
contemporaneo, con opzione
elettrica ecologica e
design
innovativo,
nati in particolare
dalla collaborazione
con
Pininfarina.
eBike
promo
E
E
Solexity
sto mese, l’insalata di salicornia, gamberi rossi di Sicilia con
confit di prugne, il sushi di vacca vecia con lattuga di mare
e infuso di parmigiano, per stuzzicare l’appetito. Per continuare poi con la chitarra verde al ragout di gamberi e pesto
mandorlato o, per chi preferisce la cucina di terra, le pepite
di segale con speck e stracciatella di bufala. Tra i secondi il
rotolino rombo, astice e fili di patate o la tagliata di scamone
di agnello con pistu di melanzane e ‘nduja. Tanto il pesce
nelle preparazioni più classiche e molti fuori menu, secondo
il mercato. Rilettura dei classici nei dolci, come la cassatina
in crosta con salsa di smeraldino o la caprese di limone amalfitano con gelato di vaniglia. Una scelta di piatti raffinati da
accompagnare ad una delle 500 etichette della bella cantina,
scelte dal sommelier sempre presente per consigliare e seguire
ognuno con professionalità e discrezione.
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34
M AGA ZINE
MODENA CENTO ORE CLASSIC
Chiusa l’edizione 2012 riservata a tutte le auto storiche
costruite entro il 1976. Ancora una volta protagonista
il fascino della velocità tra autodromi, strade, paesaggi e passione
Ferrari 365 Daytona 1970
C
Fiat 251 SS 1923
C
Ferrari 250 TR 1957
i sono tanti modi di possedere, o meglio
“vivere”, le auto storiche. C’è chi le tiene
chiuse in un garage, coccolandole e
proteggendole dagli sguardi indiscreti; c’è chi le sfoggia con i
famosi ad appuntamenti motoristici o fiere; e c’è, infine, una
particolare categoria di pubblico che vive la sua passione per
le auto d’epoca anche sotto l’aspetto culturale, turistico e,
perché no, enogastronomico.
È questo il caso della Modena Cento Ore Classic, arrivata
all’undicesima edizione: una gara di velocità e regolarità
su pista e su strada, organizzata dalla Scuderia Tricolore di
Reggio Emilia e riservata ad auto storiche costruite entro
il 1976. La sua formula strutturale, fatta di piste, strada,
paesaggi e momenti conviviali gradevoli e ricercati al
tempo stesso, è particolarmente apprezzata non solo dagli
italiani, ma anche e soprattutto dagli stranieri, che la vivono
all’insegna del viaggio attraverso l’italica bellezza e il mito
della dolce vita.
La manifestazione, ormai entrata nella leggenda, ha una
formula unica nel suo genere: è una gara di velocità che
abbina numerose prove speciali in montagna con prove in
pista con partenza in griglia, seguita da una gara di regolarità
che segue lo stesso percorso. Percorso che, scelto dopo
un’intensa opera di ricerca e tante ricognizioni, si è snodato
lungo strade davvero panoramiche e circuiti internazionali:
dalle salite più classiche della storia dei rally in Appennino
Reggiano, ai tornanti, ai colli bolognesi e toscani, alle piazze
cittadine, per approdare ogni giorno in un diverso circuito:
Modena, Misano e Mugello. Un mix, quello tra gara e viaggio
turistico, che, accompagnato da sole e temperature miti, ha
regalato ai partecipanti un viaggio per le colline del emiliane
e toscane quanto mai suggestivo.
Dovere di cronaca impone di dare un piccolo spazio alle
premiazioni, svoltesi a fine giugno alla presenza degli invitati
che hanno applaudito con calore i vincitori. Nella sezione
velocità il podio della classifica generale è andato a MasselliValmassoi, seguiti da Wunderlich-Kristek e da Joy-Konig.
Per la classifica fino al 1965, podio a Studer-Wäspe, seguiti
da Allen-Mountford e dal reggiano Francesco “Ragastas”
Ferretti navigato da Emanuele Filini. Nella regolarità si sono
imposti i modenesi Bortolotti-Bortolotti davanti a LinwoodLinwood e a Barbieri-Ovi.
I motori delle auto sono ormai spenti, ma rimangono accesi
quelli della macchina organizzativa che già inizia i preparativi
per il 2013: la Modena Cento ore Classic tornerà infatti ad
avere cadenza annuale. L’appuntamento per il prossimo
anno sarà per giugno, per altri 1.000 esaltanti chilometri nel
cuore di Modena ◆
F.M.
M AGA ZINE
hi tech
S O LV Z I O N I
INTERIORS & FLOWERS
di Fabrizio Lodi
MICROSOFT
Surface lancia il guanto di sfida
all’iPad
sony xperia
La neonata Sony Mobile Communications lancia un
nuovo smartphone della serie Xperia. Si chiama Xperia
Miro e promette una migliore esperienza social grazie
all’integrazione totale con Facebook.
Gli utenti sono informati dei messaggi in arrivo e degli
aggiornamenti tramite segnali luminosi colorati. È possibile
videochattare usando la fotocamera frontale. Il lettore
musicale sfrutta la tecnologia Sony’s xLOUD e il servizio Music
Unlimited di Sony Entertainment Network è precaricato.
Lo smartphone viene lanciato con l’ultima piattaforma di
Android, Ice Cream Sandwich e sarà in vendita in Italia a
partire dal 3° trimestre di quest’anno a 199 euro.
Le caratteristiche principali: display da 3.5”, S.O. Android 4.0
(Ice Cream Sandwich), fotocamera da 5MP, tecnologia audio
xLOU di Sony, camera frontale per video chat, connettività
DLNA, batteria per 24 ore di gioco, disponibile nei colori
nero, nero/rosa, bianco e bianco/oro.
Microsoft lancia la grande sfida a Apple con un suo tablet,
chiamato Surface. Anzi: con due suoi tablet, uno simile alla
tavoletta della “mela”, l’altro per una clientela professionale. I
2 modelli Surface avranno un involucro in lega di magnesio,
molto leggero, e uno schermo da 10,6 pollici, con risoluzione
Hd da 1080p. Nel case è integrato un supporto per mantenerlo
in posizione eretta mentre la cover - in numerosi colori - ha una
doppia funzione: protezione dello schermo quando è chiusa e
tastiera Qwerty con track pad quando è aperta. Prevista una
doppia antenna, potrà essere utilizzato sia con il touch delle
dita o con un pennino, e supporta la tecnologia Digital Ink (a
600 punti per pollice) per disegnare e scrivere.
Il tablet sarà disponibile in due configurazioni: una per
processori Arm, quelli dei dispositivi portatili, meno potenti
ma con minore consumo di energia e una per processori Intel
x86, quelli classici dei computer. Diverso il sistema operativo:
la versione per Arm avrà Windows RT, mentre la versione per
processori Inter avrà installato Windows 8 Professional.
A cambiare saranno peso e dimensioni: Surface per Arm sarà
in commercio con 32 o 64 gigabyte di memoria, mentre la
sua versione business avrà o 64 o 128 gigabyte. Surface per
Arm avrà un prezzo in linea con quello di altri tablet (6-700
euro), mentre Surface con W8 avrà prezzi in linea con un
personal computer (intorno ai 1.000 euro).
La Microsoft quindi si lancia anche nel mondo hardware e ci
tiene a sottolineare che Surface è un prodotto tutto interno
all’azienda ◆
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38
M AGA ZINE
The Race: Jaguar
a Pitti Uomo
Conte of Florence firma la terza tappa
della Jaguar Excellence Academy sull’Arno,
in occasione della rassegna
di moda maschile fiorentina
di Marco Callai
I
I
l tributo di una città a uno dei suoi gioielli.
Martedì 19 giugno Francesco Fossi abbraccia
Firenze nella serata The Race, firmata Conte
of Florence e Canottieri Firenze, nell’ambito della terza
tappa della Jaguar Excellence Academy, il progetto lanciato a
gennaio dalla Federazione Italiana Canottaggio e dalla nota
casa automobilistica inglese specializzata nelle auto di lusso
e sportive per la ricerca dell’eccellenza, investendo nella
formazione degli atleti emergenti e nella crescita sportiva e
professionale. L’evento si è svolto nell’ambito dell’edizione
2012 della rassegna di moda Pitti Immagine Uomo.
Sul fiume Arno, con partenza dal Ponte alle Grazie e arrivo
davanti alla sede della Canottieri Firenze a pochi metri dal
Ponte Vecchio, il piatto forte della serata è stata la gara sprint
dove a vincere, contro le giovani promesse fiorentine (in finale
Lucrezia Fossi e Niccolò Borino n.d.r.), ben preparate dal DT
Luigi De Lucia e dai suoi collaboratori, è stato il doppio JEA di
Laura Schiavone (CC Irno) e Giuseppe Alberti (CUS Pavia),
entrambi espressione dell’eccellenza del College Remiero
Universitario di Pavia. Una serata di attenzioni, interviste e
fotografie per loro e, ovviamente, per Francesco Fossi. A fargli
l’in bocca al lupo, c’erano le autorità istituzionali di Firenze
e della Toscana, come il membro di giunta Coni Marcello
Marchioni ed il Presidente del Coni Toscana Eugenio Giani,
ed i vertici Jaguar: il Direttore Generale Marco Santucci ed
il Direttore Marketing Fabio Romano. Per la Federazione
Italiana Canottaggio, il vicepresidente Stefano Comellini
ha sottolineato il forte legame e la condivisione di valori tra
la Federazione e Jaguar evidenziando anche “l’ottimo
lavoro condotto dalla Canottieri Firenze e dal suo
nuovo e giovane Presidente Cristiano Calussi nel
supporto all’organizzazione di eventi che fanno
brillare il canottaggio come “The Race” e, a fine
marzo, Rai Screenings”.
Poi la parola, mentre sul fiume scendevano in acqua la
barca dei Renaioli ed il dragon boat, è andata al finanziere
Francesco Fossi, reduce dal terzo posto in Coppa del Mondo
a Monaco di Baviera nella specialità del quattro di coppia.
“Essere al centro dell’attenzione prima delle Olimpiadi,
grazie alla Jaguar Excellence Academy, è una grande
soddisfazione perché vengono riconosciuti anni di sforzi e
sacrifici. Ringrazio tutti colori che, alla Canottieri Firenze,
alle Fiamme Gialle ed in Nazionale, mi hanno aiutato a
coronare il sogno di partecipare alla mia prima Olimpiade”.
La storia dice che Fossi sarà il quarto biancorosso, dopo
Alvaro Banchi e Maurizio Clerici a Melbourne nel 1956 e
Filippo Soffici bronzo a Barcellona 1992. A festeggiarlo, i
ragazzi della Canottieri Firenze: Fossi, Muccini, Corenich e
Pola parteciperanno alla Coupe de la Jeunesse, la seconda
manifestazione a livello continentale per nazionali Junior,
le prime due sul quattro senza femminile, i secondi sul
quattro con; Borino ha vinto tre ori (due sull’otto e uno sul
quattro con, categoria Ragazzi) e un argento (quattro con
Ragazzi) ai due Meeting Nazionali disputati (Piediluco a
marzo, Varese ad aprile). Ferrara ha vinto l’argento sull’otto
femminile ai Campionati Europei Junior ed è in lizza per
una maglia ai Mondiali.
Dopo Firenze, ci saranno altri due eventi e, in autunno,
Jaguar designerà i due atleti che avranno diritto ai “premi”
della Jaguar Excellence Academy: una borsa di studio che
consentirà di arricchire la propria formazione con un Master
in Management Sportivo o un corso di Public Speaking o
Self Management oltre ad un corso d’inglese nella città
d’appartenenza e trenta giorni in Inghilterra con il
British Council. Oltre a Francesco Fossi e Laura
Schiavone, gli altri tre finalisti sono Sara Bertolasi
(Can. Lario), Livio La Padula (Fiamme Oro) e
Andrea Palmisano (CC Aniene) ◆
Graham-McDowell
RAnGe RoVeR GoLf CHALLenGe:
LA SfIdA è A duBAI
IL TRofeo PARTITo IL 19 MAGGIo
SI SVoLGe SuI CAMPI PIù PReSTIGIoSI d’ITALIA,
VeRSo LA fInALe ARABA A GennAIo 2013
di Francesco Mantica
D
D
opo il grande successo delle passate tre
edizioni, anche quest’anno ha preso il
via il Range Rover Golf Challenge, un
trofeo che conta sempre numeri di altissimo rispetto: più di
3.000 giocatori si sono in passato sfidati sui vari green dove
ha avuto luogo il torneo e altrettanti sono attesi nelle 12 tappe
del Challenge 2012, che quest’anno offre la possibilità a tutti
i dilettanti di vincere un magnifico viaggio con destinazione
Dubai. L’edizione 2012 ha toccato e toccherà alcuni dei più
prestigiosi circoli italiani: iniziato il 19 maggio con la prima
gara al Margara Golf Club di Alessandria e proseguito il 2
giugno al Poggio dei Medici Gof Club di Firenze, il 16 giugno
al Molinetto Country Club di Milano ed il 30 giugno al Paradiso
Del Garda Golf Club di Verona, il torneo vedrà nei prossimi
mesi interessanti sfide sui campi più famosi di tutta Italia.
La Finale, promossa sotto il marchio IGV, si svolgerà a Dubai
e vedrà invitati i giocatori primi netti classificati di ogni
categoria per ciascuna tappa italiana. Anche per quest’anno i
main sponsor dell’evento sono Range Rover, I Grandi Viaggi
e Conte of Florence. Immancabile poi la presenza di main
partners di prestigio come Chris Gioielli, Barclays, Mavala.
Sempre presenti il gruppo Sole 24 Ore, Golf e Turismo,
Callaway, Nikon, Ausonia IT.
Il Range Rover Golf Challenge 2012 si disputa con la formula
18 buche Stableford (3 categorie). Per le gare di qualificazione
vengono premiati 1° e 2° Netto per le tre Categorie, 1° Lordo
di Categoria, 1° Lady e 1° Senior. Le tappe sono inoltre
caratterizzate da numerosi premi di buca: “Nearest to the
pin” by Marchesato degli Aleramici e Conte of Florence,
“Driving Contest” by Callaway e il premio di buca “Callaway
bet on tour”. Il torneo si concluderà il 14 ottobre al Circolo del
Golf Roma Acquasanta. La finale, invece, si terrà nel mese di
gennaio 2013, tra le dune e le costruzioni avveniristiche della
capitale degli Emirati Arabi Uniti ◆
43
M AGA ZINE
VITToRIA PAnIZZon, fIoRe AZZuRRo
deL ConCoRSo CoMPLeTo
“fAr AmAre Al cAvAllo il proprio mestiere, soltAnto cosÌ dArà il meglio”
A
Nome:
Vittoria Panizzon
Nata il:
14 settembre 1983
Luogo di Nascita:
Roma
Disciplina:
Concorso Completo - gruppo sportivo
Aeronautica Militare
Debutto in gare nazionali:
8 anni
Debutto in gare internazionali:
12 anni
A
volte il destino impiega del tempo
prima di manifestarsi, altre volte
- invece - si mostra senza indugi
e in tutta la sua completezza. E proprio trasparente come
un specchio d’acqua deve essere apparso all’aviere capo
Vittoria Panizzon, fiore all’occhiello del Concorso Completo
nazionale, che non ha esitato ad afferrare le redini del suo
per guidarlo verso le Olimpiadi, ormai alle porte. Ma chi
la conosce bene, sa che Vittoria ha iniziato a preparare la
valigia per Londra molti anni fa, quando - ancora in sella
ai pony - saliva sul gradino più alto del podio, dimostrando
quell’attitudine vincente e quella determinazione sfacciata
che non l’hanno mai abbandonata.
La Rosa inizia così: se Vittoria fosse un fiore, quale sarebbe?
Un agapanthus, o comunque un fiore azzurro.
domanda diretta: perché proprio il Concorso completo?
Mi piace andare veloce e saltare.
La rosa dei talenti
di Ester Maria Lorido - ph Marco Proli
Qual è il salto tecnicamente più difficile in un percorso di
campagna?
In passato avevo un blocco mentale su combinazioni di
angoli in curva, più che altro perchè ho avuto cavalli forti
e quindi temevo di non girare bene. Però spero di essere
migliorata!
di nove anni con cui ho ottenuto risultati fantastici. Non mi
sarei aspettata di poterla portare a Londra, ma è maturata
molto e ha fatto grandi progressi in campo gara. Ha molto
carattere, requisito importante per un cavallo: al di là del
talento, è quello che lo fa vincere e che gli fa dare quel
qualcosa in più.
Sei italiana ma da anni vivi e ti alleni in Inghilterra. Come
hai incontrato sul tuo percorso (tanto per rimanere in
tema) l’Aeronautica militare?
L’aviazione è stata parte della mia infanzia, mio padre ne faceva
parte. Sono entrata nel Gruppo sportivo dell’Aeronautica
militare perché, per fortuna, in quel periodo cercavano
anche completisti. In questa avventura mi ha seguito passo
dopo passo il capitano Andrea Colotti, e spero continuerà
a farlo in futuro. Far parte di quest’Arma è un grande aiuto
perché per gli sportivi italiani è difficile ricevere sostegno da
altre fonti, ad esempio dalla Lotteria, come invece accade in
Inghilterra. E poi la divisa ha i pantaloni blu, che in gara sono
fantastici perchè non si vede lo sporco!
Come stai vivendo l’attesa? Sei emotiva o riesci a rimanere
fredda?
Cerco di non pensarci troppo perché con i cavalli non si sa
mai, meglio non avere troppe aspettative.
Sul tuo profilo facebook, alla voce ‘religione’ si legge ‘Bug’.
Vogliamo spiegare a cosa o, meglio, a chi ti riferisci?
Bug è il soprannome di Rock Model, il cavallo che mi ha
portato a fare gare internazionali in tutto il mondo, persino ad
Hong Kong. Ci fidiamo l’uno dell’altro, gli devo moltissimo.
Per l’occasione, inaugurerai anche un rito scaramantico?
Mi limiterò a non usare cose nuove.
Sarà lui ad accompagnarti alle olimpiadi di Londra?
Con lui ho debuttato alle Olimpiadi di Pechino, questa volta
invece mi accompagnerà Borough Pennyz, una cavalla grigia
Come ci si prepara ad una olimpiade: ci si allena fino
alla fine o è meglio concedersi qualche giorno di vacanza
prima?
Le vacanze sono poche durante l’estate, anche perchè ci sono
tanti altri cavalli in lavoro. Cercherò di non programmare
troppi impegni agonistici per concentrarmi meglio.
Quale sarà il tuo motto per le olimpiadi?
Divertirsi e conoscere tutti gli altri sport.
Hai la possibilità di inviare un messaggio a un’amazzone.
Chi sceglieresti?
Nessuna in particolare, ma direi a tutte le amazzoni di
continuare a mirare in alto e di fare amare ai cavalli il loro
mestiere, perché soltanto così danno il meglio. Il cavallo
deve essere sempre dalla tua parte ◆
45
M AGA ZINE
C.O.N.I.
F.I.S.E.
Salto ostacoli:
a San Patrignano l’anteprima
dei Giochi Olimpici di Londra
Il 16° Concorso Ippico internazionale vedrà in gara cavalieri e amazzoni
di notevole valore, compresa la squadra azzurra che a Piazza di Siena
ha ottenuto il quarto posto nella Coppa delle Nazioni 2012
C.I. Casale San Nicola
Società Sportiva Dilettantistica a R.L.
di Enrico Tonali
26 - 28 Ottobre
Concorso Nazionale A 5*
Concorsi Ippici - Stage di Salto Ostacoli e Dressage con tecnici di eccellenza
Scuola Pony-Cavalli e Pony Games a partire dai 4 anni con Istruttori Federali qualificati
2 campi coperti illuminati
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Club House con piscina
S
S
I vincitori 2011 Chicago 84 con Emanuele Gaudiano saranno in gara pure quest’anno a San Patrignano
an Patrignano, hinterland di Londra, sperando
che a Greenwich l’erba sia verde come
nella Comunità. Ai XXX Giochi Olimpici in
Gran Bretagna mancheranno sei giorni - il 16° Concorso
Ippico andrà dal 20 al 22 luglio, il 28 l’equitazione
inizierà le gare olimpiche - ma un bel numero di cavalieri,
che poi voleranno oltre Manica coi loro cavalli, saranno
ugualmente in gara sul rettangolo di Coriano, nell’entroterra
riminese dove Vincenzo Muccioli trasformò sassose vigne
di famiglia nella cittadella della redenzione. Il compagno
di viaggio, lavoro, guerra e sport è diventato per l’uomo,
nella Comunità, consolatore e sostegno, e i ragazzi di San
Patrignano l’hanno ricambiato organizzando quello che nel
2010 è stato definito il miglior concorso di salto ad ostacoli
del mondo (ricevendo dalla Federazione Internazionale il
FEI Award) e da anni si attesta fra i migliori cinque eventi
del calendario mondiale.
Le presenze straniere andranno da uno straordinario lotto di
cavalieri olimpionici - il tedesco Ludger Beerbaum, il canadese
Eric Lamaze, il brasiliano Rodrigo Pessoa, l’olandese Jerome
Dubbeldam - ai rappresentanti dell’Ucraina Cassio Rivetti
(nato in Sud America) e Katharina Offel (germanica di natali),
il colombiano Daniel Bluman e la nordamericana Tiffany
Foster. L’Italia schiererà una squadra di notevole efficacia a
partire dal team completo - Natale Chiaudani, Juan Carlos
Garcia, Francesca Capponi, Luca Marziani - che ha raggiunto
a Piazza di Siena il quarto posto nella Coppa delle Nazioni.
Inoltre sarà al via il dominatore dell’edizione 2011 e vincitore
del Challenge Vincenzo Muccioli, Emanuele Gaudiano, oltre
al decano degli azzurri Roberto Arioldi. Poi il nuovo terzetto
dell’Esercito con Lucia Vizzini, Simone Coata e Alberto
Zorzi, e le amazzoni Giulia Martinengo e Chiara Arrighetti,
quest’ultima con i colori della scuderia della Comunità ed i
saltatori Asha di San Patrignano e Utopia di San Patrignano ◆
Un attacco di Equitatus nella partita disputata contro US Assn
Roma Summer Polo:
seconda Gold Cup
all’Audi di Luca D’Orazio
Al secondo posto US Assn e al terzo Le Piazze Toscane:
belle partite, buon pubblico, gioco avvincente
di Enrico Tonali - ph Ramirez
C
C
Il capitano dell’Audi, il romano Luca D’Orazio, durante un azione nella finale con US Assn
on nove partite frizzantine, bon ton e un paio
di trofei che farebbero la felicità di qualsiasi
giocatore europeo, il Roma Summer Polo ha
battuto l’anticiclone sahariano Scipione e l’innata ritrosia del
generone capitolino a mettere il naso fuori di casa quando
l’aria bolle. Ma il Roma Polo Club all’Acqua Acetosa ha il
fresco coloniale del polo giocato all’ora giusta, pur se la
tensione è rimasta rovente in ogni incontro, sul rettangolo
erboso che da sessant’anni sopporta pallate e zoccolate.
Due gironi di tre squadre ciascuno e un terzetto di
finali per stabilire la classifica finale dal 1° al 6° posto;
vietato sbagliare ma anche trasgredire le regole, l’arbitro
Internazionale Federico Martelli (italo-argentino con
nonni liguri) è stato al solito inflessibile. I team erano Audi
(capitano Luca D’Orazio, Stefania Annunziata, Juan Josè
Storni, Juan Ruiz Guinazu), Equitatus (capitano Francesco
Palestrini alternato a Boris Bignoli, Ginevra D’Orazio,
Ivan Gaona, Pedro Llorente), Le Piazze Toscane (capitano
Roberto Marraffa alternato ad Antonio Matella, Patricio
Rattagan, Silvestre Fanelli, Fabrizio Bulgarini), Ruinart
(capitano Fabio Acampora, Stefano Ottaviani, Francisco
Guinazu, Josè Ortiz), Tevere (Giuseppe Partini alternato
a Ranieri Passalacqua, Diego White, Terence Cusmano,
capitano Stefano Pisa) e US Assn (Federico Coria, Tommy
Luchessa, capitano Edoardo Ferrari, Martin Inchauspe). Le
loro azioni, marcature e lisciate sono state commentate
Il team Audi vincitore della Roma Summer Polo 2012 (da dx D’Orazio, Storni, Ruiz Guinazu, Annunziata)
dagli speaker Claudio Giorgiutti (anche organizzatore del
torneo con Maurizio Zuliani) e Gian Luca Magini. Sono
bastate le prime partite per capire che la finale l’avrebbero
disputata la granitica Audi e la rampante US Assn, peraltro
dotate entrambe di un’ottima ‘cavalleria’, molto veloce - a
volte imprendibile per gli avversari - nelle discese lungo le
tavole. Le classiche maglie rosse della casa auto di Ingolstadt
sono una compagine che viene da lontano ed ha trovato nel
capitano-imprenditore romano Luca D’Orazio un patron
altrettanto abile nel casting quanto nel gioco, tanto da
risultare imbattibile - nel Gold Cup Circuit - da due anni
su neve (Cortina), sabbia (Forte dei Marmi) ed erba (Roma).
Il quartetto con il nome della più antica associazione
polistica statunitense ha invece unito classe e irruenza di tre
giovani ventenni con l’esperienza di un bravo professionista
argentino (ne ha giocati 10 nel Roma Summer Polo). Ha
vinto l’Audi (Gold Cup e Coppa Duca d’Aosta), secondo
US Assn (Silver Cup), terzi i romani de Le Piazze Toscane
(Trofeo Ruinart) del capitano romano Roberto Marraffa,
seguiti da Ruinart, Equitatus e Tevere.
Ma i risultati non sono tutti qui. Tra i cavalli è apparso
qualche buon soggetto nato in Italia, come il sauro Baluffo (ci
ha giocato Inchauspe) allevato da Paolo Grillini a Magliano
Sabino e figlio di un ex-galoppatore di Capannelle, Distinti
Saluti, infortunatosi e destinato al macello ma recuperato
come ottimo stallone ◆
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M AGA ZINE
Guerra 1940-43: rancio al posto di combattimento
Il panificio di bordo
Il rancio di bordo:
da Noè alle portaerei
M
di Capitano di Vascello Alessandro Pini
Foto storiche gentilmente concesse dall’Ufficio Storico della Marina Militare Italiana
M
angiare in mare non è cosa semplice.
Noè, il primo “marinaio” della Storia, sopravvisse a 40
L’ambiente particolarissimo, un
giorni di diluvio universale seguendo le “istruzioni” che
clima spesso infido, le difficoltà
Dio “in persona” gli aveva dato: “Quanto a te, prenditi ogni
di conservazione e la mancanza di vivande fresche hanno
sorta di cibo da mangiare e raccoglilo presso di te: sarà di
costituito le principali sfide dei marinai di ogni epoca e tutti
nutrimento per te e per loro”. Nei “Testi dei messaggeri” dei
gli autori di narrazioni di mare
Sumeri (fine III millennio a.C.),
hanno evidenziato la semplicità
troviamo tutte le informazioni
e la frugalità dei marinai,
sul vettovagliamento per la
Il termine “rancio” proviene dallo spagnolo
caratterizzati
dalla
galletta
navigazione fluviale, mentre dal
“rancho”, “rancharse” e dal francese “se ranger”,
immersa nella zuppa, dall’odore
Papiro di Harris (XIII sec. a.C.)
disporsi in fila e, nel tempo, ha indicato non solo il
di cucina che li rivestiva,
conosciamo l’uso egiziano della
pasto in sé, ma anche il gruppo di marinai che lo
dal rhum sempre vicino, dal
focaccia (“rehes”), della carne
consuma a turno e anche chi doveva apparecchiare,
mangiare scomodo, rapido,
secca e di ben trenta tipi diversi
cuocere e scodellare il rancio stesso.
senza concessioni alla gola.
di pane. Anche sulle Navi dei
Rancio all’aperto su Torpediniera, 1915
Fenici i pasti erano costituiti da legumi, olio di oliva, vino,
miele e il grano e l’orzo venivano consumati sotto forma di
focacce o di pane lievitato.
Tucidide, nella “Guerra del Peloponneso”, raccomanda
agli Ateniesi in partenza per la conquista della Sicilia di
mantenere la propria superiorità navale, portando con sé
frumento e orzo abbrustolito.
Roma ebbe una flotta stabile tardi e le sue Navi non avevano
cabine, ma solo due ripostigli, uno a prora (per le vivande) e
uno a poppa (per l’acqua e per il “foculus”). Plinio il Vecchio,
nella sua “Naturalis historia”, parla del “panis nauticus” o
“buccellatum” e fornisce informazioni preziose sul vitto dei
marinai, che prevedeva formaggio, vite e vino, olivo e olio,
miele e sale. A bordo, l’alimentazione comprendeva la
“maza” (zuppa di farina, acqua, olio o vino, sale, miele) e il
“moretum” (farina, formaggio, aglio, ruta, aceto, olio e uova).
Nel Medioevo (XIII-XIV secolo), si assiste ad una vera e propria
“Rivoluzione nautica”, dovuta all’introduzione della bussola,
alla navigazione “a stima”, alla matematica applicata alla
navigazione e cambia l’organizzazione di bordo: si naviga tutto
l’anno, salgono sulle navi anche viaggiatori e pellegrini diretti
ai Luoghi Santi e emerge la figura del cuoco di bordo. La dieta
prevede biscotto, zuppe, carne e lardo, formaggi, sardine, vino
e olio, per un apporto calorico di circa 4.000/5.000 Kcal, metà
del quale proveniente dai carboidrati.
Tra le Repubbliche marinare, Genova e Pisa furono le prime a
spingersi fino a Londra e l’alimento base a bordo era il “pane
cotto due volte (bis-cotto), per impedire di ammuffire e in
grado di mantenersi duro e commestibile per un anno”. Sulle
navi genovesi, oltre a brodo di pesce, zuppe, cappon magro,
capponata (galletta, acciughe salate, mosciame, olive, olio
e sale) e “mesciua” (ceci, fagioli, granfano), ogni membro
dell’equipaggio doveva ricevere almeno 800 grammi al
giorno di biscotti e i panettieri erano tenuti a giurare che
avrebbero consegnato un biscotto “bonus et idoneus”. I
condannati sulle galee (galeotti) della Serenissima Repubblica
di Venezia, ricevevano una libbra e mezza di gallette al
giorno (circa mezzo chilo) e uno speciale “Provveditore del
biscotto” si prendeva cura della produzione delle gallette. La
Razione del 1320 per un’armata navale prevedeva gallette,
maiale salato, fave, formaggio e vino, per un totale di circa
3.900 Kcal.
Con i grandi navigatori iniziano i viaggi lunghi, con i
problemi ad essi connessi (l’acqua in primis) e sulle caravelle
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M AGA ZINE
M AGA ZINE
Prova rancio - Nave Zara
Guerra 1940-43: rancio al posto di combattimento
Ritiro del vino con piccole damigiane
Cucina Nave Cavour
Pelatura patate in navigazione
Il “lavagamelle”
di Colombo in partenza da Palos furono imbarcati farina,
vino e “bizcocho” (o “pan biscocho”), oltre all’acqua e alla
legna, per una dieta che prevedeva: tre mestoli di vino rosso
al mattino e 3 alla sera; ogni giorno una razione consistente
di gallette, doppia la Domenica; a pranzo: carne essiccata,
zuppa calda di ceci, fave, lenticchie, con olio, aceto, cipolle
e moltissimo aglio (in funzione antiscorbuto); a cena:
formaggio, lardo, pesce salato, con rucola, senape e aglio.
Magellano, nel 1521, per la sua ciurma di 265 uomini di varie
nazionalità (tra cui 24 italiani), aveva fatto caricare i cinque
velieri di 21.000 libbre di gallette (circa 8.400 Kg), 6.000
libbre di carne fresca (2.400 Kg), 984 forme di cacio, 200
botti di sardine e poi vino, farina, riso, legumi, e perfino 7
vacche (che non dovettero campare a lungo…).
James Cook, con un’équipe di scienziati al seguito, fece fare
grandi progressi all’alimentazione di bordo e all’equipaggio
della “Resolution” distribuì estratto di malto, cavoli salati e
crauti, perché antiscorbutici, mostarda, marmellata di carote,
sciroppo di limone e arance, mosto di birra e le “tavolette
di brodo trasportabili” (“portable broth”), che precorrevano
l’estratto di carne del barone tedesco Justus von Liebig.
Ma è con Napoleone che avviene la svolta nel sistema delle
provviste di bordo e nasce la Logistica moderna, grazie anche
alla scoperta del pasticciere Nicolas Appert e al suo metodo
per la conservazione ermetica dei cibi, cento anni prima
che Louis Pasteur dimostrasse che il calore era in grado di
uccidere i batteri. Nel contratto di fornitura dei viveri del 1810,
si nominano le razioni di giornaliere, di campagna, di mozzo,
di truppa, di prigioniero di guerra, di Guarda ciurme, di
forzato al lavoro, di forzato senza lavoro, di forzato invalido e
si raccomanda che nessuna derrata venga imbarcata prima di
essere stata riconosciuta conforme da apposita Commissione,
di cui faceva parte il Comandante, l’Amministratore, l’Officiale
di Sanità, un Sottufficiale e un marinaio.
Con la Regia Marina, il 1/1/1866 vengono adottate tavole e
panche per i ranci sulle Navi, si introducono i primi lavagamelle
e nella tabella di composizione viveri del marinaio a terra e a
bordo compare il primo menu a rotazione settimanale.
Nel 1913 viene istituita la “prova” del rancio, fatta dal
Comandante o dal Comandante in II e nel 1951, nell’ormai
nata Marina Militare Italiana, vengono introdotti i vassoi
sagomati per il rancio della truppa, passaggio obbligato per
l’abolizione, nel 1962, delle stoviglie in alluminio, a favore di
scodelle e piatti in vetro china, bicchieri in vetro pressato e
bottiglie di mezzo cristallo.
Distributorio Nave Cavour
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M AGA ZINE
Portaerei Cavour
Il Capitano di Vascello Dottor Alessandro Pini, è
stato Rappresentante Nazionale Italiano presso l’ONU,
nel Gruppo di Lavoro Internazionale per la revisione
della razione alimentare delle truppe ONU e presso
la NATO, nel Gruppo di Lavoro Internazionale per la
standardizzazione dei requisiti alimentari ai fini della
realizzazione di una nuova razione da combattimento
per la “Nato Response Force”.
Esperto di alimentazione militare, ha collaborato/
collabora con:
Nato Research & Technology Organization;
NATO/COMEDS Food and Water Safety and
Veterinary Support Expert Panel;
■ Natick Soldier System Center (U.S.A.);
■ Bundesamt
für Wehrtechnick und Beschaffung
(Germania);
■ Heereslogistikschule (Austria);
■ Università di Wageningen (Olanda);
■ Defence Food Services (U.K.);
■ Istituto Nazionale per la Ricerca sugli Alimenti e la
Nutrizione (I.N.R.A.N.);
■ Dipartimento di Fisiopatologia Medica (Sezione
Scienza dell’Alimentazione), Facoltà di Medicina e
Chirurgia, Università La Sapienza, Roma;
■ Facoltà di Medicina dell’Università di Palermo;
■ RAI;
■ Mediaset;
■ Sole 24 ore.
■
■
Attualmente, pur se le moderne tecnologie assicurano
certamente un livello di igiene alimentare molto elevato,
nella sua sostanza il mangiare a bordo ha mantenuto
alcuni caratteri che lo contraddistinguono e lo rendono
unico: la necessità di essere preparato in spazi ristretti; il
condizionamento dei fattori atmosferici; l’essere consumato
nell’intervallo tra un turno di guardia e l’altro; il suo carattere
di convivialità, in un ambiente ristretto qual è la Nave, dove
le attività sociali vengono drasticamente ridotte e, forse più
importante di tutti, il fatto che il mangiare rimane una delle
poche attività piacevoli possibili a bordo e assume un ruolo
compensativo di un complesso di “vuoti”, determinati dal
distacco dal proprio consueto ambiente di vita ◆
Portaerei Garibaldi
È autore di numerosi articoli e scritti, tra i quali:
“Guida esplicativa sulla razione viveri speciali da
combattimento italiana” - 2008;
■ “Protocollo d’Intesa tra il Ministero della Difesa e
l’I.N.R.A.N.”, per lo sviluppo e l’identificazione delle
strategie poste alla base dell’identificazione delle
migliori scelte nutrizionali in materia di alimentazione
militare e per lo studio e l’identificazione di standard
nutrizionali specifici per le FF.AA. italiane” - 2008;
■ “Vademecum per una corretta nutrizione del personale
a bordo delle Unità della M.M. Linee Guida per i
Comandanti e il personale addetto” - 2009.
■
Foto stato Maggiore della Marina
Nave Scuola Amerigo Vespucci
Le Vele d’Epoca a Napoli
Trofeo Banca Aletti IX edizione:
cronaca di un successo
di Veronica Cardella - ph Francesco Rastrelli
Tuiga
Regata retro nel mare d’Imperia
N
N
apoli, è tempo di vela. Di spostare lo
sguardo dalla terra al mare e accorgersi
che tra le onde del Golfo quello stesso
tempo si è fermato. Cinque giorni di regate e una storia che è
tornata ad essere protagonista del paesaggio partenopeo. Le
Vele d’Epoca a Napoli Trofeo Banca Aletti sono state questo
e tanto altro. La nona edizione dell’evento, che richiama ogni
anno appassionati e velisti, si è conclusa domenica 1 luglio.
Il Trofeo Banca Aletti è stato assegnato a Cholita - Marconi
sloop del 1937 del RYCCS, guidato da Marilinda Nettis vincitore nella categoria Yacht d’Epoca, seguito da Sirius di
Fabio Mangione e Emilia, costruito dal cantiere Costaguta di
Genova Voltri nel 1930 su committenza del Senatore Giovanni
Agnelli, guidato da Gastaldi e Sicotte. All’equipaggio di Emilia
è stato inoltre assegnato il Premio Eleganza Marina Yachting.
Emilia
Cholita vincitrice del Trofeo Banca Aletti
Nella categoria Yacht Classici >15 ha trionfato la Marina
Militare Italiana, con Stella Polare in cima alla classifica e
prima nella flotta, seguita dalla nave immagine Chaplin e
da Corsaro II. Primo tra gli Yacht Classici <15 Naif, Marconi
sloop del 1973 condotto da Ivan Gardini, secondo posto per
Chaplin della Marina Militare e terzo per Corsaro II della
Marina Militare.
Grande spettacolo nella giornata di domenica 1 luglio, con la
parata navale che ha visto sfilare tutte le imbarcazioni presenti,
da Santa Lucia fino alla Rotonda Diaz. Vincitrice della parata
l’ospite d’onore de Le Vele d’Epoca a Napoli 2012, la nave
scuola Palinuro, gioiello della Marina Militare Italiana varato
nel 1934, che oggi svolge il servizio di nave scuola per gli allievi
sottufficiali della Maddalena. A Orianda, il veliero danese
di Thomas de Vargas, è andato il Trofeo Angelo Lattarulo.
foto di Francesco e Roberta Rastrelli
XVII edizione delle Vele d’Epoca - nonché prestigiosa tappa
del Circuito Panerai Classic Yachts Challenge 2012 - l’evento
velico internazionale organizzato da Assonautica Provinciale
di Imperia grazie al contributo di Officine Panerai e di molti
altri, che attrae attorno a sé tutti gli appassionati del settore.
Protagonisti antichi gioielli del mare, capolavori flottanti che
hanno scritto pagine di storia della nautica mondiale e che dal
5 al 9 settembre solcheranno le onde del mare ligure. Sono vele
storiche provenienti da Stati Uniti, Canada, Inghilterra, Francia,
Russia, Malta, Italia, Mar dei Caraibi e Principato di Monaco. Fra
le altre barche ricche di fascino e tradizione il cutter francese
Pen Duick del 1898 (114 anni), le quattro sorelle centenarie
Tuiga, Mariska, Hispania e The Lady Anne la storica Eilean, con
‘soli’ 75 anni di vita, un ketch bermudiano progettato del 1936
dello scozzese William Fife III, acquistato nel 2006 in stato di
degrado ad Antigua e recuperata grazie all’intervento di Officine
Panerai per essere sottoposto a un perfetto restauro che l’ha
riconsegnato alle origini.
www.paneraiclassicyachtschallenge.com
Presenti anche i dragoni classici - reduci dalle Regate
Internazionali di Napoli che si sono svolte nel Golfo dal 21
al 24 giugno scorso - che si sono sfidati per conquistare la
Coppa d’Oro Eduardo Pepe. Primo posto per Buriana, con
al timone Francesco Spirito, secondo per i tedeschi di Vivian,
dragone guidato da Reisacher Gunter; terzo gradino del
podio per Tergeste di Marco Gallo, vincitore nel 2011.
Tra i ritorni di quest’anno il Marconi cutter Ocean Anemone,
dalle inconfondibili vele azzurre; Draumen, un Colin Archer
di 37 piedi; il Marconi cutter Manta del 1935; Dalgra III, quinto
alle Olimpiadi di Napoli del 1960; il Marconi yawl Paulena
del 1966; Tampasìa, racer course-croisière del cantiere Gino
d’Este; Lunic e Tintoo VI, disegnati dallo studio newyorchese
Sparkman & Stephens. New entry, tra gli yacht classici,
Grifone, classificato quarto alle olimpiadi di Tokyo 1964;
Vacan z e in città... m a non trop po
L
Il Comandante della Palinuro
saluta le imbarcazioni durante la parata navale
Il Presidente Dalla Vecchia con Giulia Gavotto (Marina Yachting)
alla sinistra e Gabriella Di Salvo (Banca Aletti) a destra
il Marconi cutter Ea del 1950; e Pilgrim, un 14 metri dei
cantieri Carlini di Viareggio di proprietà del Presidente del
RYCC Savoia Pippo dalla Vecchia.
Il Presidente Dalla Vecchia, che ha consegnato i premi alla
presenza del Capo di Stato Maggiore della Marina Militare
l’Ammiraglio Luigi Binelli Mantelli e del Comandante Bruno
Buzone Bifulco, ha commentato: “Sono ormai nove anni
che le Signore del mare invadono pacificamente il Borgo
Marinari. Le Vele d’Epoca a Napoli è una manifestazione con
due genitori: il circolo Savoia e la Marina Militare Italiana,
che partecipa sempre con passione e grande impegno alla
realizzazione di questo evento straordinario. Grazie come
sempre a Banca Aletti per il sostegno che ci dà insieme
al Side Sponsor Marina Yachting e agli Official Supplier
Ferrarelle, Birrificio Sorrento e Leopoldo”. Appuntamento
dunque alla prossima edizione, la numero dieci del raduno
Le Vele d’Epoca a Napoli Trofeo Banca Aletti ◆
Per tutte le anticipazioni sull’edizione 2013 e per la gallery
delle foto di questa edizione:
www.leveledepoca.it - www.facebook.com/leveledepoca
promo
ela
Orianda
uglio e agosto, mesi di
vacanza, di partenze e
di relax… ma è ancora
così? In molti ormai per
scelta o necessità trascorrono i mesi “caldi” in città per
concedersi poi vacanze fuori stagione. Per loro e per chi invece vuole
prolungare la bella sensazione di essere in ferie c’è una soluzione perfetta
per sentirsi in vacanza pur andando al
lavoro. Pochi minuti ed ecco un parco in cui trascorrere qualche giornata,
svegliandosi tra gli aromi della campagna in fiore. Immerso nella natura, il Veio Resident permette di vivere momenti di vacanza senza lunghe
trasferte. Sembra un sogno irrealizzabile. Ma non lo è: nel parco di Veio,
un residence ospita 46 appartamenti
perfetti per chi ha bisogno di una sistemazione temporanea, durante un
trasloco o una ristrutturazione, o per
chi si trova in città solo per qualche
settimana magari per lavoro, ma ideali anche per per una vacanza appena
fuori porta o chi decide che, pur non
volendosi allontanare completamente
dalla propria rete di amicizie, impegni
e abitudini, preferisce svegliarsi nella
natura, tra animali, laghetti incontaminati e il fruscio degli alberi che circondano questi piccoli casali dal sapore
inglese. Pensati per assicurare comfort
e tecnologia con wi-fi, climatizzatore,
allarme, fax, parcheggio, lavanderia,
servizio di recapito posta... e un giardinetto privato davanti all’ingresso,
dove godere di una dose extra di relax
e serenità, che nella bella stagione si
arricchisce anche di una piscina in cui
si rispecchia una vegetazione rigogliosa. Sono piccoli cottage carattarizzati
da una rustica eleganza, a pochissimi
chilometri dalla città, collegati anche
mediante una navetta che porta alla
stazione che dalla Giustiniana arriva a
San Pietro e assicura un trasporto lampo: solo venti minuti per arrivare in
centro. Intorno agli appartamenti solo
quiete e l’offerta della struttura: bisteccheria, ristorante-pizzeria, e l’eleganza del ristorante Il Picchio Rosso.
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M AGA ZINE
Faccia a faccia tra Arianna Passamonti e Andrea Orlando
A tutta dritta
per gli Europei di vela
I due tredicenni si sono battuti per il titolo continentale
a Lignano Sabbiadoro dall’1 all’8 luglio
S
S
tessa età, stessa passione, stessa determinazione.
E anche stesso vento a favore, quello che li ha
spinti fino ai Campionati Europei Optimis,
riservati all’imbarcazione a vela di appena 2,30 metri di
lunghezza utilizzata dai giovani dai 9 ai 15 anni. Arianna
Passamonti e Andrea Orlando, dopo aver superato le
selezioni nazionali tra i 160 migliori velisti di tutta Italia, sono
pronti a battersi a suon di virate a Lignano Sabbiadoro, dove
verrà assegnato il titolo continentale nella prima settimana di
luglio. Nell’attesa, si raccontano a Insider Magazine con la
freschezza e l’audacia tipica della loro età.
Arianna Passamonti ◆
Andrea Orlando ◆
Come hai conosciuto la vela?
◆ Ho fatto una settimana di vela quando avevo otto anni.
◆ Durante un corso estivo di una settimana iniziato nelle
scuole all’età di 8 anni, mi è piaciuto e da allora non ho più
smesso con la vela.
A che età hai fatto la prima gara?
◆ A 9 anni.
di Ester Maria Lorido
A 9 anni, a Cervia: era la regata ‘Coppa Primavela’, a cui
partecipavano tutti i ragazzi della stessa età. È stata molto
divertente, una prima esperienza che non si dimentica.
◆
Quante volte a settimana ti alleni?
◆ Due volte a settimane d’inverno e quattro d’estate.
◆ Dipende dalla stagione: d’inverno nel fine settimana e, a
volte, un allenamento infrasettimanale; nel periodo estivo
quasi tutti i giorni. Adesso, in vista dell’europeo, mi alleno
ogni giorno.
Da quanto tempo conosci l’altro?
◆ Abbiamo fatto le elementari insieme.
◆ Dalla prima elementare, ma ci siamo conosciuti meglio
dopo il corso estivo perchè abbiamo iniziato l’attività
agonistica insieme.
Un pregio e un difetto dell’altro in mare.
◆ Un difetto forse è che punta un po’ troppo sul risultato,
anche se non vedo in questo un grande difetto; un pregio è
che è molto sportivo: ad esempio, se io vinco viene subito a
complimentarsi.
◆ Un pregio è che non si arrende mai, è sempre molto tenace;
forse un difetto è che a volte è un po’ attaccata al risultato.
E qual è il tuo più grande pregio e difetto?
◆ Il mio più grande difetto è che mi scoraggio molto: a volte
prima della gara penso di non farcela e questo mi penalizza;
il pregio è la mia passione per la vela: questo, invece, è un
vantaggio.
◆ Un pregio è che in acqua sono solidale con gli avversari;
un difetto è che mi manca un po’ di cattiveria agonistica
quando gareggio contro gli amici.
Facci un pronostico sul Campionato europeo Optimist.
Come andrà a finire?
◆ Spero di fare il meglio possibile, considerando che non ci
sarà vento. Cercherò di dare il massimo, ma sono già più che
contenta di essere arrivata all’Europeo.
◆ Spero nel meglio, ma non so come andrà a finire perché
non ho mai avuto un’esperienza di questo tipo.
Scegli: avere il vento a favore agli Europei oppure avere il
vento a favore agli esami di terza media?
◆ Agli Europei, agli esami basta studiare!
◆ Forse agli esami di terza media, anche se preferirei dividere
il vento: un po’ da una parte e un po’ dall’altra.
Scegli: cazzare la vela in un giorno senza vento, oppure
essere ‘cazziato’ dai tuoi genitori nel giorno in cui hai
marinato la scuola?
◆ Cazzare la vela senza vento!
◆ Cazzare la vela, che alla fine è quello che preferisco.
face to face
M AGA ZINE
Hai uno spot di dieci secondi per convincermi ad
avvicinarmi alla vela. Cosa dici?
◆ È uno sport che fa sentire liberi. Quando sei in barca, in
alto mare, è come se tutti i pensieri sparissero.
◆ La vela crea forti legami e porta a compiere scelte istantanee
e decise. È uno sport divertente, che permette di scaricare
tutte le tensioni accumulate durante gli impegni scolastici o il
lavoro, e questo fa passare sopra al fatto che, a volte, bisogna
scegliere tra amicizie e livello agonistico.
Un grazie a chi lo dici?
◆ Alla mia allenatrice Carlotta Crocetti.
◆ Al mio istruttore Simone Ricci, che mi ha sempre sostenuto
anche quando le cose non andavano per il verso giusto,
dandomi la carica necessaria. E poi a Mario Siano, fondatore
del Nauticlub Castelfusano: devo molto ai suoi consigli
preziosi. Non so se l’ha voluto il destino, ma 40 anni fa
Siano è stato l’allenatore di mio zio, che ha vinto varie volte
ai Campionati di Optimist e ha partecipato anche ad alcune
edizioni dei mondiali.
Qual è il tuo sogno nel cassetto?
◆ Riuscire a continuare una carriera nella vela anche dopo
l’Optimist.
◆ Ottenere un buon risultato a questo europeo e riuscirmi
a qualificare per i campionati mondiali. Poi, magari,
raggiungere le Olimpiadi con le classi più avanzate ◆
feRReTTI: 170 AnnI Ben PoRTATI
Lo SToRICo BRAnd deL GRuPPo RIVA
CeLeBRA Con CInQue GIoRnI dI eVenTI
G
G
randi festeggiamenti in casa Ferretti: lo storico
brand del Gruppo Riva, leader della nautica
di lusso a livello mondiale, ha recentemente
compiuto 170 anni- L’evento è stato celebrato con una 5
giorni di eventi di alta classe che hanno avuto luogo tra la
Riviera Ligure e la Costa Azzurra tra il 27 giugno e il 1 luglio.
Così, il 27 e il 28 giugno, nel Golfo della Spezia, meglio
conosciuto come Golfo dei Poeti, è stata presentata la nuova
imbarcazione della serie, il 63’ Virtus, uno yacht con cui Riva
reinterpreta il concetto di open con una barca dal tipico stile
mediterraneo che conserva l’eleganza inconfondibile di tutti
i suoi modelli: classe, raffinatezza e pulizia delle forme.
Riva 63’ Virtus
Il giorno successivo, a St. tropez, ha preso il via il “Riva
Trophy” successivamente al quale ha avuto luogo la
prestigiosa serata di gala riservata agli Armatori Riva.
La suggestiva cornice della diga di St. tropez ha ospitato,
per l’occasione, armatori provenienti da tutto il mondo, che
hanno potuto ammirare in anteprima esclusiva il nuovo Riva
63’ Virtus e assistere il giorno seguente alle prove in mare
dell’imbarcazione. Il primo giorno di luglio, infine, ha chiuso
questa prestigiosa rassegna la “Parata degli Acquarama”, una
sfilata alle porte dello Yacht Club di Monaco aperta proprio dal
63’ Virtus al fine di rendere omaggio ai 50 anni di Aquarama,
icona del cantiere e simbolo del nome Riva negli anni
Riva 63’ Virtus
indimenticabili della “dolce vita”. Creato seguendo le linee
del Vertigo, un classico Riva di grande successo, il 63’ Virtus
è frutto della collaborazione tra Officina Italiana Design, lo
studio che si occupa in esclusiva della progettazione di tutte
le imbarcazioni della gamma Riva, AYT - Advanced Yacht
Technology, centro di ricerca e progettazione navale del
Gruppo Ferretti, e il team di architetti e designer del Centro
Stile Ferrettigroup.
Il nuovo modello è pensato come un’imbarcazione
dalle caratteristiche sportive, con un carattere forte ed
immediatamente riconoscibile, creata per l’armatore che
ama vivere il mare in prima persona ◆
F.M.
Cucina tradizionale di carne e di pesce
preparata con ingredienti genuini
e naturali. La pizza rigorosamente
bassa e croccante e per finire i dolci di
produzione propria.
Celestina vi aspetta!
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62
M AGA ZINE
L
L
ACIDO MANDELICO
E OSSIDO DI RAME IN SINERGIA
CONTRO L’INVECCHIAMENTO
DELLA PELLE
e tecniche della medicina estetica
proliferano e offrono sempre più mezzi
al medico per contrastare e trattare i vari
inestetismi del volto, ma altrettanto importante è la creazione
di una terapia domiciliare di integrazione e mantenimento
delle pratiche professionali. È per questo motivo, che nella
nostra esperienza, abbiamo ormai consolidato una serie
di prodotti professionali ad esclusivo uso medico e di una
linea domiciliare che si integra con quella professionale
per una completa azione sinergica per il trattamento
dell’invecchiamento cutaneo.
Dato che ci troviamo in estate inoltrata, occorre ricordare
che una delle maggiori cause dell’invecchiamento cutaneo
è l’esposizione ai raggi ultravioletti. Per ovviare a questo
Ma si sa, la tecnologia e la scienza stanno facendo passi da
gigante e ciò ha permesso la creazione di materiali contenenti
particelle di ossido di rame che possono migliorare l’aspetto
generale della nostra pelle.
Come? Più semplice a farsi che a dirsi, basta indossare
delle mascherine o dei calzini della linea Cupron, o ancora
addormentarsi su di una delicata federa.
Ebbene si, ad oggi si può trarre beneficio da una sinergia di
questa nuova ed innovativa tecnologia con la linea domiciliare
da noi proposta. Vi domanderete “perché il rame?”, il rame
è un minerale essenziale nel corpo umano, con particolari
effetti antimicrobici in grado di uccidere funghi, batteri e
virus, causa di cattivi odori, macchie e infezioni; e in grado
di agire contro gli acari della polvere che provocano allergie
Mandel Active
Micro Hyal eye
contorno occhi
effetto lifting
crema biorigenerante
all’acido ialuronico
gel esfoliante
all’acido mandelico
Skin Defend
Hydrata System
crema idratante
antiossidante
problema sarebbe necessario evitare qualsiasi esposizione al
sole, ma provate voi a dire ad una donna che sarebbe meglio
non passare delle piacevoli ore su di una comodo lettino in
riva al mare o in piscina. Non osiamo immaginare la risposta.
Oggi, fortunatamente , è possibile essere abbronzati senza
avere danno per la nostra cute, grazie alla messa a punto
di prodotti contenenti principi attivi capaci di bloccare il
danno solare e al contempo di contrastare l’invecchiamento
cutaneo. Dopo una serie di studi, sono stati creati una serie di
protocolli che indirizzino i nostri clienti verso un corretto uso
dei prodotti, affinchè questi possano giovare appieno delle
caratteristiche della nostra linea domiciliare, abbronzandosi
e allo stesso tempo contrastando i danni dovuti dai raggi
UVA e UVB.
crema
antiaging
Skin Defend Pro
crema antiaging
con protezione solare
ed asma, trasformando un ambiente da allergenico ad
ipoallergenico. Esso, inoltre, riesce a stimolare la produzione
di collagene e di altre proteine fondamentali, migliorando
l’aspetto della pelle e contribuendo alla cicatrizzazione della
stessa.
La tecnologia Cupron è stata in grado di incorporare in modo
omogeneo le particelle di ossido di rame all’interno di alcuni
materiali polimerici.
Attraverso una serie di studi clinici sono stati individuati
numerosi benefici, tra i quali, l’attenuazione di rughe del
volto e delle mani , delle linee di espressione e delle macchie
di iperpigmentazione, non solo, ma anche la protezione da
funghi, batteri e virus e un miglioramento globale della pelle
in quattro settimane.
DAL POTERE DEL RAME
E DALLA RICERCA CUPRON, NASCONO TESSUTI
COSMETICI RIVOLUZIONARI ED EFFICACI
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Micro Hyal face
La tecnologia brevettata Cupron, basata su un processo di
incorporazione dell’Ossido di Rame nelle fibre del tessuto, contribuisce a
migliorare l’aspetto e il benessere della pelle, in sole 4 settimane. Il sogno
di rendere la pelle più bella, semplicemente dormendo, ora è realtà.
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64
una m ela
al giorno
M AGA ZINE
D
male che hai, frutto che trovi
I poteri taumaturgici del più sano degli alimenti
D
immi che problema hai, ti dirò cosa
mangiare. Facile, perché in molti casi
la risposta sembra essere la stessa:
la frutta. È l’ideale per pasti ipocalorici: l’85-90 percento
del suo peso è formato da acqua e l’apporto di proteine
e di grassi è del tutto trascurabile. Nonostante il sapore
dolce, gli zuccheri (glucosio e fruttosio) sono presenti in
percentuali modeste (dal 3 al 9 percento). Con un etto di
anguria assumiamo solo 15 calorie, 65 con la ‘calorica’
banana: niente se confrontate con quelle di un etto di pane,
che ne ha circa 280. Difficoltà a digerire? Le fibre, presenti
soprattutto nella buccia, oltre a ottimizzare la motilità
intestinale, facilitano la digestione grazie all’azione di una
di esse in particolare, la pectina. Per questo è poi il caso di
sfatare la leggenda metropolitana che consiglia di mangiare
la frutta lontano dai pasti: un frutto, specie se non sbucciato
è una buona regola per evitare i gonfiori e i sensi di peso
dopo una mangiata abbondante. A regolare il metabolismo
e a prevenire numerose malattie ci pensano poi le vitamine:
l’alimentazione più ricca ed equilibrata dell’era moderna ha
allontanato lo spettro di alcune di esse, diffuse specialmente
tra i bambini, quali la pellagra, lo scorbuto e il beri-beri. La
frutta fresca è la fonte principale di vitamina C, E e di beta
carotene, precursore della vitamina A. Per quanto riguarda
quest’ultima, importante per la pelle e la vista, ad esserne
ricca è l’albicocca, dotata anche virtù antianemiche; la mela
e la castagna combattono la stanchezza fisica e mentale,
mentre la pesca stimola la funzionalità renale e intestinale.
Il limone, vero mattatore del regno vegetale, ci protegge
dai reumatismi, dalla gotta, dalle infezioni, dall’ipertensione
arteriosa, dalle emorragie, dal diabete. Età che avanza non
ti temo, sempre grazie ai super poteri delle vitamine: alcune
di quelle che ritroviamo specie nella frutta possiedono
potenti capacità antiossidanti che permettono di contrastare
gli effetti negativi dei radicali liberi, quali l’invecchiamento
cellulare, la riduzione dei poteri immunitari, lo sviluppo di
neoplasie e di malattie cardiovascolari. A confermarlo è un
recente studio dell’INRAM (Istituto Nazionale di Ricerca per
gli Alimenti e la Nutrizione), che ha individuato nella frutta
quantità abbondanti di potenti antiossidanti quali polifenoli,
anticianine, luteina e cumarine. Gli esperti ricordano, però,
che come succede per le vitamine e per i sali minerali, queste
sostanze vengono distrutte dall’ebollizione, dall’essiccazione
e da ogni mezzo fisico o chimico di conservazione. Meglio i
frutti come natura li ha fatti: freschi e solo di stagione ◆
E.M.L.
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M AGA ZINE
CORTONA ON THE MOVE
EDIZIONE 2012: FOTOGRAFIA IN VIAGGIO
di Maria Laura Perilli
Gianni Hermit For Love Into The Silence - ph Carlo Bevilacqua
Vincent Fournier
Giulio Di Sturco
S
S
in dal XVII secolo i ricchi giovani
dell’aristocrazia europea intraprendevano il
Grand Tour che li avrebbe portati, attraverso
il continente europeo, in Francia, Grecia ed Italia. Un
percorso, allora, finalizzato alla conoscenza di cultura, arte
ed antichità del vecchio continente. Il modo di viaggiare e
l’atteggiamento mentale davano ampia ragione alla frase
di Voltaire: “Il viaggio di scoperta non consiste nel cercare
nuove terre ma nell’avere nuovi occhi”.
Nel tempo la possibilità di viaggiare si è generalizzata,
coinvolgendo masse di popolazione sempre più ampie, ma,
come osservava Eugenio Turri nel suo testo sull’antropologia
del paesaggio, le masse conoscono tutto del Taj Mahal e ben
poco sanno della sapienza del paesaggio agrario padano,
dei ritmi ancora oggi rintracciabili in esso, dettati dalla
‘centuriatio romana’.
Ciò che è venuto meno nell’uomo odierno, sempre più
distratto dal vivere vorticoso, è la capacità di guardare nei
luoghi e nelle cose, di interpretare quei segni che l’uomo
stesso è venuto stratificando sull’ambiente, attraverso i secoli,
per mezzo delle sue attività. I segni, nel bene e nel male,
Alessandro Grassani Mongolia
misurano il livello della sensibilità di una comunità; sono la
testimonianza storica della sua capacità di apprezzare ed
amare i “luoghi”.
In questo senso l’edizione 2012 di Cortona on the Move,
curata da Arianna Rinaldo, ha il merito di sollevare, al di là
dell’elevato ed indiscusso valore tecnico ed artistico delle
testimonianze fotografiche esposte, l’esigenza di recupero
dell’approccio analitico all’esperienza del viaggio. L’uso
del mezzo fotografico si assume l’onere, qui, di fissare usi,
costumi e contraddizioni di un mondo sempre più lacerato
e dibattuto tra esigenze di sviluppo, conservazione di antichi
valori e loro riscoperta. Aerotropolis di Silvio Di Sturco
coglie il contrasto tra l’avanzare del tessuto urbano, emblema
di un’economia della crescita, ed i residui di una natura
in disfacimento simboleggiata da sculture di balenotteri
spiaggiati per disorientamento. Un’immagine che richiama
quanto recentemente detto dal biologo Ferdinando Boero:
“Il progresso fuori dall’ambiente non è progresso e
un’economia senza natura è solo una truffa… se infrangiamo
le leggi della natura a favore di quelle dell’economia, la natura
ce la farà pagare cara, carissima”. Massimo Siragusa, invece,
Anoek Steketee China
focalizza la sua attenzione sulla piazza: vuole sottolineare
l’esistenza di un’entità urbana nata come isola felice e
distribuita capillarmente dai nostri padri in tutti i centri
urbani d’Italia. È, tuttavia, un’isola sempre più degradata
da luogo a localizzazione, a slargo utile ad ospitare dei
garage a cielo aperto. Viene così testimoniato quel perduto
senso delle relazioni umane che, proprio nelle piazze era
tessuto e protetto dai ritmi del tempo ciclico, oggi scalzato
dal tempo segmentato ed utilitaristico. Monika Bulaj coglie,
in una foschia polverosa, da atmosfera rarefatta, l’incontro
di uomini che sembrano attendere alla pratica di antiche
ritualità cosmiche, quasi a preannunciare l’immagine di
Vincent Fournier; immagine che pone, con immediatezza,
un duplice interrogativo: l’uomo in tuta spaziale in prossimità
di una faglia è il colonizzatore di pianeti altri o soltanto un
sopravvissuto che viaggia, ormai, su una terra depauperata di
ogni suo elemento vitale?
Sono foto che tentano di recuperare il vero senso del
viaggio, ormai troppo spesso limitato a stereotipate visioni
da cartolina; l’occasione del viaggio, quindi, come possibilità
per ognuno di mettersi in posizione di ascolto, comprensione
Massimo Siragusa La Piazza
ed osmosi con quanto sta visitando. Gli artisti di Cortona on
the Move sembrano accogliere, così, in pieno, le parole di
Josè Saramago: “...bisogna vedere quel che non si è visto,
vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere in primavera
quel che si è visto in estate, vedere di giorno quel che si è
visto di notte, con il sole dove la prima volta pioveva, vedere
le messi verdi, il frutto maturo, la pietra che ha cambiato
posto, l’ombra che non c’era. Bisogna ritornare sui passi già
dati, per ripeterli e per tracciarvi a fianco nuovi cammini” ◆
media partner
what’s on what’s
Via g giare con la fantasia
CASAMATTA
triennale desiGn MuseuM , fino al 2 setteMbre
Triennale Design Museum presenta una mostra che svela un aspetto inedito e meno indagato
del lavoro dell’artista designer cileno Sebastián Matta (1911-2002). Casamatta, curata da Johnny
Dell’Orto, riproduce simbolicamente gli interni della casa di Matta arredata esclusivamente con
le sue creazioni a cavallo fra arte, design e artigianato. Sedie, divani, panche, tavolini, armadi,
letti, lampade, realizzati sperimentando diversi materiali come legno, resina e metallo, dialogano
con oggetti d’uso quotidiano in ceramica, posate, piatti, vasi decorati e piccole sculture. Tra le
sue mostre più importanti, vanno ricordate le retrospettive tenute al Museum of Modern Art di
New York nel 1957 e al centro Pompidou a Parigi nel 1985.
www.triennaledesignmuseum.org
milano
Catalogo Corraini Edizioni
SUSAN PHILIPSZ | CLOSE TO ME
palazzo reale e Cappella palatina, fino al 23 setteMbre
Una delle caratteristiche dei lavori di Susan Philipsz è quella di creare opere
sonore, senza l’introduzione di nuovi elementi materiali se non il suono, sfruttando
le potenzialità architettoniche e paesaggistiche del contesto in cui si collocano.
In questo caso le installazioni dell’artista dialogano con gli spazi straordinari di
Palazzo Reale, della sua corte e dell’attigua chiesa di San
Gottardo, la cappella palatina del Palazzo.
www.comune.milano.it
ELAD LASSRY
paC padiGlione d’arte ConteMporanea, fino al 16 setteMbre
Inaugurata lo scorso 6 luglio il PAC di Milano la prima mostra monografica che un’istituzione
dedica al lavoro dell’israeliano Elad Lassry. Il lavoro dell’artista è caratterizzato da una
riflessione sull’ubiquità dell’immagine nella società contemporanea e sulla possibilità di
ridefinire codici visivi conosciuti e abitudini interpretative. In questa mostra verranno
presentati un’ampia selezione di opere a parete, quattro film, nuove opere di scultura e
un’installazione che fonde fotografia, scultura e architettura realizzata appositamente per
il PAC. A partire dalla sua recente comparsa sulla scena internazionale, il lavoro di Elad
Lassry ha attratto l’attenzione di pubblico e critica tanto per la forza visiva quanto per il
rigore concettuale che lo contraddistinguono.
www.comune.milano.it/pac
U
Museo Cantonale di Mendrisio, sVizzera fino al 26 aGosto
Una mostra a cura di Paolo Campiglio in collaborazione con l’Associazione Filippo De
Pisis con il Museo d’Arte di Mendrisio che presenta circa 50 opere di De Pisis, tra olii su
tela e chine acquerellate, e circa 40 carte dipinte e incise di Montale, in un percorso che
si sviluppa per alcune principali aree tematiche: il paesaggio mediterraneo e il rapporto
con gli elementi naturali, la poetica dell’oggetto e la reificazione dell’io, il motivo degli
uccelli impagliati o degli animali tragici, il ritratto come presenza evanescente, la città.
Gli anni e il clima sono quelli degli Ossi di seppia e delle Occasioni di Montale. Spunto
iniziale e perno dell’esposizione è l’opera Il beccaccino (1932) di De Pisis, il quadro regalato
a Montale nel 1940 per ringraziare il poeta dell’epigramma a lui dedicato nella prima
edizione delle Occasioni (1939) dono che testimonia l’affetto e la stima tra il pittore, che
aveva esordito come letterato, e il poeta, che coltivava segretamente e poi pubblicamente
una passione per la pittura. (A.F.)
www.mendrisio.ch/museo
www.deangelispress.it
svizzera
promo
DE PISIS E MONTALE
LE OCCASIONI TRA POESIA E PITTURA
n anno caldissimo, con
il sole che infuoca città
e campagne, ricordando nelle ore più roventi immagini di praterie
lontane che accendono la fantasia. Per
chi ama lo stile dei cowboy il far west
non è così lontano:: una distesa verde
con un bosco naturale e graziosi laghetti. Wild West: un angolo di quel lontano mondo dei nativi d’america e dei
pionieri, di frontiera e d’avventura. Ci
si arriva per un aperitivo al tramonto,
si rimane per la cena, ascoltando l’ottima musica di sottofondo, affascinati
dall’atmosfera da film e dalla bellezza
sorprendente di questo parco appena
fuori dal caos della città. Un cancello
segna il confine verso l’ovest, con un
toro a grandezza naturale che accoglie
gli ospiti in questo piccolo viaggio oltre frontiera. All’interno, la sala che ricostruisce perfettamente la scenografia
dei film di cow boy: la banca e la prigione (che ospita un tavolo per piccole
comitive) e ovunque selle, vecchie Colt,
cinturoni, frecce, totem, targhe, tutti
pezzi originali che accompagnano in
questo viaggio che parte dalla buona
tavola. Il menu, naturalmente, non può
che cedere al richiamo della carne, con
una vasta selezione italiana e straniera
da cucinare sulla griglia a legna: fiorentina danese, scottona irlandese, entrecote del Nebrasca, bisonte canadese, carne argentina, bistecca fiorentina DOC,
alette e coscette di pollo. Una cucina
robusta e saporita che non dimentica
antipasti Tex Mex, insalate, contorni gustosi come le bucce di patate fritte e le
verdure grigliate, e il sabato e la domenica a pranzo anche primi piatti, da accompagnare con vini e birre. Si chiude
in dolcezza, con crostatine e dolci caldi
dello Chef, scaldati dalla stufa al centro
dalla sala o ospitati dall’ampio spazio
all’aperto, da cui osservare i tanti animali: papere, cigni, daini, maialini, che
faranno la gioia dei più piccoli.
Per chi non resiste al vizio del fumo,
una sala riservata da cui godere della
vista incantevole del parco.
WILd WeST - STeAK HouSe
Via della Giustiniana, 906
Tel. +39 0630207222
Aperto tutti i giorni dalle 19,
sabato e domenica anche a pranzo
Chiuso il lunedì
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what’s on what’s
Bontà al fresco
LUX IN ARCANA. L’ARCHIVIO SEGRETO
VATICANO SI RIVELA
Musei Capitolini, fino a settembre
Nel IV° Centenario della fondazione dell’Archivio Segreto Vaticano, in
mostra l’archivio dei papi, con l’obiettivo di rendere visibile le fonti, ovvero
i fondamenti su cui basa la storia. Cento documenti rari e preziosi, mai
usciti dalla città pontificia, offerti al pubblico nella loro unicità: codici,
pergamene, filze, registri e manoscritti che vanno dal VIII secolo al XX, a
testimoniare gli intrecci e i legami tra Roma e il Papato e tra questi e l’Italia,
l’Europa e il mondo intero.
www.luxinarcana.org
AVANGUARDIE RUSSE
Museo dell’Ara Pacis, fino al 2 settembre
Mostra essenzialmente didattica: settanta opere dai più importanti musei russi,
esposte in otto sezioni che vedono protagonisti pittori come Vasilij Kandinskij
e Marc Chagall, e correnti come Cubofuturismo, Astrattismo, Costruttivismo.
L’esposizione, arricchita dall’installazione dell’artista Pablo Echaurren e di alcuni
video sul contesto storico, mira a sottolineare l’influenza che questi movimenti
ebbero sullo sviluppo delle arti nel ventesimo secolo: pittura, musica, teatro,
poesia e cinema.
www.arapacis.it
Warhol: Headlines
GNAM, fino al 9 settembre
Mostra dedicata alle opere di Andy Warhol (1928-1987) che trovano origine nella carta
stampata: dipinti, disegni, fotografie, sculture, film, stampe, video e televisione illustrano il
sensazionalismo dominante dei media e l’influenza che questi hanno da sempre sui singoli
individui. È il titolo “urlato” che interessa l’artista che, con tecniche varie e strumenti diversi,
trasforma l’elemento editoriale in un’opera d’arte. Ottanta i lavori esposti, a testimoniare
l’attività di uno dei maggiori esponenti della pop art americana divenuto, con i suoi
comportamenti eccentrici, a sua volta icona e simbolo di un’epoca.
www.gnam.beniculturali.it
U
I VETRI A ROMA
roma
di Laura Mocci
promo
Curia Iulia - Foro romano, fino al 16 settembre
“Personalmente preferisco il vetro, che non ha nessun sapore. Se solo non fosse
fragile, lo preferirei anche all’oro” (Satyricon, 50, 7). Così Petronio nel I secolo d.C.
si riferiva allo straordinario materiale diffusosi, in seguito allo sviluppo delle rotte
commerciali, in tutto il bacino del Mediterraneo. Artigiani specializzati e tecniche
raffinatissime di matrice orientale furono alla base dell’arte del vetro romano che per
raffinatezza d’esecuzione arriverà a rivaleggiare con l’argenteria. Trecento pezzi a
partire dal II sec. a.C (vasellame, gioielli e mosaici), lungo un percorso cronologico
attraverso le tecniche di lavorazione, illustrano la varietà della produzione.
www.archeoroma.beniculturali.it/mostre/vetri-roma
na cena in allegria, semplice e gustosa, adatta
per grandi e picccini.
Uno spazio accogliente
dove trascorrere ore in
allegria, immersi nel verde e nel fresco
della campagna romana. Questo assicura il Corvo Allegro. Ideale per chi, finito
di lavorare, non vede l’ora di allentare la
cravatta e godere di una cena informale, in un ambiente accogliente e circondato dal verde. Bastano pochi minuti di
macchina dopo l’ufficio per giungere a
destinazione, e godere, magari, delle
ultime ore di luce immersi nella natura.
Basta dare uno sguardo al parco: otto
ettari rigogliosi in ogni stagione dove lo
sguardo trova finalmente un panorama
libero dai palazzi della città. In un tale
scenario è impossibile non trovare immediatamente il buonumore, confortati
da sapori veri, con un menu che è un
inno alla grande tradizione della cuci-
na italiana, dove emergono con forza i
sapori di una materia prima scelta con
cura ed elaborata con semplicità. Primi piatti e pesce freschissimo, verdure
e tanta carne cotta alla griglia, senza
tralasciare una bella scelta di dolci, un
goloso carosello che non poteva certo
dimenticare la pizza cotta nel forno a
legna. Un menu che riesce a soddisfare anche i palati più capricciosi, mettendo d’accordo grandi e piccini, che
troveranno qui tutto l’occorrente per
trascorrere feste di compleanno in allegria, con animazione e intrattenimento
musicale. Il corvo allegro infatti, unisce
alla sala con la grande veranda da cui
godere una strepitosa vista sul parco,
anche uno spazio disco pub, perfetta
scenografia per le feste pomeridiane dei
bimbi, e quelle serali dei più grandi: basta prenotare per trasformare una giornata qualsiasi in un momento di festa e
di vacanza.
Il corvo allegro
Seven Hills Village
Via Cassia, 1216 al km 13 - Tel. +39 0630362751
(dal Raccordo, uscita n. 3) La Giustiniana
Domenica aperto anche a pranzo
[email protected]
www.ilcorvoallegro.it
what’s on what’s
Grandi Concerti in cavea
AUDITORIUM
Almeno due segnalazioni nell’ambito della ricca programmazione estiva
dell’Auditorium: la limpida voce di Norah Jones lunedì 17 e l’imperdibile
duo Danilo Rea (pianoforte) - Gino Paoli (voce) venerdì 28 luglio.
www.auditorium.com
roma
D.C.
I SOLISTI DEL TEATRO
GIARDINI DELLA FILARMONICA, fino al 1 agosto
XIX edizione per il Festival teatrale che include monologhi,
sperimentazioni e testi inediti messi in scena da volti storici e
giovani leve. Il cartellone della rassegna include musica, letteratura,
teatro, cronaca e nomi come Stefania Rocca, Francesca Reggiani,
Stefano Benni, Giorgio Tirabassi. In chiusura Voci nel Deserto,
il primo esperimento di rave teatrale costruito su Frammenti di
Libertà di Pensiero dal passato che, riassemblati, compongono una
narrazione tematica del presente.
www.filarmonicaromana.org
GIULIO CESARE
GLOBE THEATER, dal 9 al 26 agosto
Sulla traduzione di Masolino d’Amico, Giorgio Albertazzi diretto da
Daniele Salvo interpreta il Julius Caesar di Shakespeare nel suggestivo
spazio del Globe Theater. Spettacolo a lume di torce e bracieri con
16 attori, 15 figuranti e 30 maschere di cera. Costruito sul modello
architettonico dello storico teatro scoperto elisabettiano di Londra,
il Globe è immerso nella verde cornice di Villa Borghese ed ospita
una rassegna estiva di opere rigorosamente shakespeariane sotto la
direzione artistica di Gigi Proietti.
www.globetheatreroma.com
Notti d’Estate a Castel Sant’Angelo
Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo
fino al 9 settembre
Due mesi di aperture straordinarie, visite guidate e concerti per
consentire la visita del suggestivo monumento sul Tevere. Durante
la manifestazione sono accessibili spazi normalmente chiusi al
pubblico, e la sera sono previsti 27 concerti di musica classica,
lirica, pop e jazz nel Cortile della Balestra. Tutto gratuito.
www.nottiacastelsantangelo.it
74
M AGA ZINE
Moshi Moshi (I narratori)
Books
Cinque Terre con le pinne - guida allo snorkeling per tutti
Guida completa allo snorkeling, ricca di foto e informazioni indispensabili per vivere
un turismo diverso alle Cinque Terre. Tutto il background essenziale per apprendere i
fondamentali di questa attività e imparare a riconoscere le principali specie viventi lungo gli
itinerari sommersi che chiunque può seguire, con l’ausilio di pinne, maschera e boccaglio.
Autore: Leonardo D’Imporzano
Editore: Magenes
VILLA
ARDEATINA
Nel territorio della narrativa fatta di sentimenti ed emozioni, dalla più nota autrice
giapponese contemporanea un nuovo romanzo che racconta del rapporto tra una madre e
una figlia, del dolore che le unisce e delle piccole felicità che sono sempre dietro l’angolo.
Autore: Banana Yoshimoto
Editore: Feltrinelli
La casa sopra i portici
Autoritratto sorprendente, tenero ed esilarante. Dalla giovinezza nella mitica casa
paterna all’incontro con Vittorio De Sica e con il cinema: dai primi passi al Centro
Sperimentale sotto la guida di Roberto Rossellini, alla genesi dei film, con retroscena
e aneddoti. Quindi le amicizie che hanno segnato la sua vita: Sergio Leone, Federico
Fellini e Massimo Troisi. E poi il grande amore per la musica: Beatles e Who, gli incontri
con David Bowie, David Gilmour e Led Zeppelin. Autobiografia inedita di un artista che
in trent’anni di carriera ha tracciato un disincantato ritratto del nostro paese.
Autore: Carlo Verdone
Editore: Bompani
I complici
ooks
Ennesimo giallo dell’anima dal prolifico autore francese. Storia tra un uomo e la sua
segretaria: un’intesa che non è né amore né passione, ma prima la condivisione di
un gioco segreto e poi la complicità in un crimine. Finchè la loro esistenza diventa
una fuga da tutti gli esseri mediocri, che il personaggio disprezza come disprezza
la sua stessa vita. Con il fine ultimo di salvare quei momenti che lo attraggono in
modo enigmatico: così come enigmatico, e misterioso, è il piacere della donna.
Autore Georges Simenon
Editore: Adelphi
CASA DI RIPOSO
“Un’oasi verde immersa nel cuore dell’Eur”
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Il boss delle torte: storie e ricette della ‘mia famiglia’
Le torte di Buddy Valastro sono leggendarie, così come lo è stata la vita di suo padre, abile pasticciere,
scomparso quando Buddy aveva solo 17 anni, lasciando a lui il compito di mandare avanti l’azienda. Il
libro di memorie di un italoamericano e della sua famiglia, riuscita ad affermarsi negli Stati Uniti, dove
il boss delle torte ha realizzato il suo sogno: portare la sua pasticceria ai massimi livelli, migliorando
le ricette tradizionali e lanciando le torte a tema che l’hanno reso famoso in tutto il mondo. Le sue
creazioni pluripremiate sono state presentate in numerosi servizi sulla stampa americana e in popolari
trasmissioni televisive. In Italia il canale Real Time gli dedica ben tre programmi.
Autore: Buddy Valastro
Editore: Vallardi A.
Ferro Sette
Al suo primo romanzo dopo qualche decina di racconti e svariati premi, Francesco Troccoli esplora
il mondo del fantastico misurandosi con un testo che è stato giudicato “innovativo e dai risvolti
sensazionali” ed uno stile “scorrevole e attento allo stesso tempo, che rende la sua opera unica e
avanguardia di una nuova frontiera della narrativa moderna”. Futuro remoto: in un paese non più
libero due vecchi commilitoni si ritrovano, nemici. Il primo è l’ignara pedina di un potere occulto; il
secondo si ribella a quella che sembra l’unica vita possibile e si aggrega ad un sorprendente gruppo
che difende la propria libertà. Lo scontro tra le due parti è inevitabile, perché la ribellione scaturisce
dalla natura più segreta e preziosa dell’essere umano.
Autore: Francesco Troccoli
Editore: Curcio Editore
PENSIONE COMPLETA
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La struttura prevede mini appartamenti e
camere singole provviste di terrazzo,
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condizionata e servizio telefonico personale
Via Mentore Maggini, 51
(ROMA - zona Laurentina)
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M AGA ZINE
RoMA
CAPITALe deL GuSTo!
A SeTTeMBRe
LA PRIMA edIZIone
T
T
re edizioni di grande successo a Milano,
migliaia di appassionati alla buona tavola
conquistati in tutto il mondo: a settembre
arriva a Roma il Taste Festival, la celebrazione della cucina
di eccellenza. L'evento sarà ospitato nei giardini pensili
dell'Auditorium Parco della Musica, dove il più grande ristorante
del mondo aprirà per quattro giorni di assaggi e degustazioni a
cura di 12 fra i migliori ristoranti della città per la prima volta
insieme per proporre alta cucina al grande pubblico.
Chef stellati e non usciranno dal regno delle loro cucine per
lavorare gomito a gomito durante quattro intense giornate
all'insegna del gusto, per incontrare i fans, svelare segreti e
ricette, e, perché no, divertirsi cucinando a cielo aperto! Dalla
tradizionale cucina italiana a quella tipica romana e regionale,
con sconfinamenti nella cucina creativa e sperimentale,
showcooking e corsi di cucina: un palcoscenico en plein air
in cui ogni ristorante proporrà tre piatti ideati per l'occasione
in versione “taste”, ad un prezzo compreso tra i 4 e i 6 euro.
Un'occasione rara per i gourmet, che potranno appagare le
curiosità culinarie, e per chi vuole avvicinarsi in modo divertente
e informale all'alta cucina. Durante l'evento sarà infatti possibile
degustare le specialità dei grandi chef e dei migliori ristoranti
della città in un contesto unico e di grande fascino.
Taste of Roma sarà la vetrina della ristorazione romana
d'eccellenza e il Parco della Musica lo scenario che ospiterà
gli chef a rappresentarla ◆
promo
www.tasteofroma.it
media partner
IL dReAM TeAM dI TASTe of RoMA 2012
Acquolina Hostaria in Roma (chef: Giulio Terrinoni)
Agata e Romeo (chef: Agata Parisella)
All’oro (chef: Riccardo Di Giacinto)
Giuda Ballerino (chef: Andrea Fusco)
Glass Hostaria (chef: Cristina Bowerman)
Il Convivio Troiani (chef: Angelo Troiani)
Il Pagliaccio (chef: Anthony Genovese)
Imàgo - Hassler Hotel (chef: Francesco Apreda)
L’Arcangelo (chef: Arcangelo Dandini)
Magnolia - Jumeirah Grand Hotel (chef: Kotaro Noda)
Ristorante Metamorfosi (chef: Roy Caceres)
Ristorante Pipero al Rex (chef: Luciano Monosilio)
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M AGA ZINE
InConTRo SeMISeRIo
Con GIAnfRAnCo PASCuCCI
perchÉ semiserio? per le risAte, i sorrisi e il gioco continuo
che hA condito lA nostrA intervistA. per il resto, lA cucinA,
lA ricercA, lA storiA di questo chef, tutto è serissimo
di Antonella De Santis
D
D
a quanto tempo c’è il Porticciolo?
Circa quindici anni, ma Vanessa
ed io non teniamo il conto, né del
matrimonio, né del fidanzamento, né del ristorante.
Quindi tutto è partito insieme?
Si, c’è stato un cammino comune: fidanzamento, ristorante,
matrimonio, figli, stanze e di nuovo noi.
Cosa è cambiato in 15 anni?
È cambiato tanto e non è cambiato niente. La cosa diversa
è forse la consapevolezza di poter creare qualcosa insieme,
ognuno per quello che sa fare e può ancora imparare,
ognuno nel suo settore, rispettandosi tanto. Aiutandoci
reciprocamente per individuare punti forti o deboli.
Cos’altro?
È cambiato anche l’approccio al cliente, alla cucina,
all’ingrediente, alla nostra cultura e a noi stessi. Il modo
di rapportarci con noi e poi con gli altri, ma è stato un
cambiamento che è partito da una base che c’era già.
Avevamo voglia di rivalsa e di riscatto, volevamo capire chi
eravamo e cosa potevamo fare, non ci piaceva l’ambiente e
la nostra realtà di allora e ne volevamo costruire una nuova.
In questo cammino abbiamo trovato tanti amici che la
pensano come noi, o la pensano in maniera diversa ma sono
comunque sulla stessa linea. Un mondo di persone che senti
vicine e che magari hanno fatto lo stesso percorso.
Cosa c’è oggi che c’era anche all’inizio?
La rabbia. La voglia di farcela e superare ostacoli inutili, per
poter ragionare in maniera diversa e più ampia.
Invece nei piatti?
Nei piatti è cambiato tanto ma qualcosa c’era già: la materia
prima, la voglia di non rovinarla, ma esaltarla. L’idea di fare
delle semplici operazioni e portare in tavola qualcosa per cui
il cliente possa dire: “è buono, mi piace”, invece di “sei stato
bravo”. Quello che mi piace di più è che il cliente si accorga
che quella grande materia prima è stata cucinata da me.
Quali sono state le tappe fondamentali da quando hai
iniziato?
Intanto la voglia di lavorare solo con pescato locale invece
di pesce allevato o importato. Poi il desiderio di esprimerci.
Siamo un locale familiare, quindi più noi riusciamo a crescere,
più crescono i nostri piatti. Abbiamo diminuito i coperti, pian
piano. Poi ci sono stati gli incontri: tante persone piene di
passione, chef ma non solo, grazie alle quali c’è stata una
grande crescita. Vedere che alcuni piatti, che facevamo pur
pensando che fossero difficili, sono stati invece ben accolti e
capiti, ci ha dato la forza per continuare.
Il giudizio altrui ti aiuta a correggere un piatto?
Le idee di persone che stimi in cui vedi spessore e sensibilità
(magari anche nella loro semplicità) aiutano a posizionare il
piatto su un livello diverso. Ma senza stravolgerlo. Perché
ho le mie idee e quelle devono essere trasmesse. Se qualche
particolare aiuta a comunicare meglio un concetto lo
apprezzo, se lo trasforma, no. Non sarebbe corretto.
a qualcosa. Quando a un ragazzo chiedi 30 o 40 operazioni
che sembrano inutili e non danno risultati può pensare che stai
sbagliando. Questo riscontro è stato un grosso sollievo. I nuovi
ragazzi hanno una base da cui non possono dissociarsi, quello
che dicevamo è pienamente rispettato, oltre che eseguito.
Siamo partiti facendo cose impensabili per un posto come il
nostro e per Fiumicino, poi pian piano con le guide e la stella
tutto questo è stato legittimato.
La persona da cui hai imparato di più
Alberto Zafrani, il mio primo cuoco: grande mano, appassionato
della vita, affascinante, sempre contorniato di persone, donne,
situazioni incredibili. Poi Pierangelini, Bottura e molti altri, ho
riflettuto tanto dopo aver parlato con loro. Infine ci sono i libri,
la grande cucina italiana e francese. Lo studio.
I tre piatti che hanno segnato il tuo cammino.
Il calamaro fritto con la composta di arancia e cipolla,
volevo cambiare il classico fritto di Fiumicino. Ci sono 20
diversi passaggi per arrivare a quel fritto, volevo poi fare un
abbinamento diverso dal classico limone. Ha segnato un
cambiamento. Poi c’è stata la linguina Mancini aglio olio
peperoncino e battuto di gambero rosso al lime, che univa il
concetto di una carbonara, con la testa del gambero lavorata
fuori dal fuoco come l’uovo, e dell’aglio e olio. Ho potuto
studiare e riflettere su questi concetti. Poi è stato il momento
del raviolo umami: nuovi obiettivi, pulizia del piatto,
concentrazione dei sapori e ricerca di un gusto insolito.
gourmet
Poi c’è stata la stella Michelin
C’è stata la ricerca della stella: ne sentivamo l’esigenza.
è cambiato qualcosa dopo la Michelin?
Di nuovo consapevolezza, di quello che eravamo riusciti a
raggiungere con Vanessa e con tutto lo staff, che ha visto come
le cose che gli facevamo fare, soprattutto in cucina, portavano
Raccontaci di questo piatto
È un raviolo di fegato di rana pescatrice con brodo ristretto
ai semi di pomodoro. Il concetto base è l’umami, il 5°
gusto, che volevo portare anche a Fiumicino, un piatto in
consueto perché qui il fegato di pescatrice non si usa molto.
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M AGA ZINE
RAVIoLo uMAMI
La risposta del pubblico quale è stata?
All’inizio non piaceva a tanti, poi più se ne è parlato e si è
riuscito a trovare le parole per raccontarlo, più è piaciuto.
Rappresenta per noi una nuova porta aperta: la possibilità di
coinvolgere le persone e di essere in grado di spiegare come
approcciare a una ricetta.
Quanto è importante la comunicazione in un ristorante
come il tuo?
Fondamentale. Non so se basta fare bene il proprio lavoro,
non mi chiedo mai se qualche cosa possa essere migliore o
peggiore. Faccio quel che mi piace nel modo in cui mi piace.
Amo cucinare e parlare con la gente. In cucina mi diverto
molto, ma non riesco a fare solo quello, divento triste. Mi
manca il rapporto con le persone che sono in sala, cerco uno
scambio emozionale.
Siete uno dei riferimenti romani per un certo tipo di cucina,
la misura di ciò che è giusto fare e investire. Perché piace
tanto Pascucci?
Non so, forse perché facciamo davvero il massimo, e a
fine serata abbiamo dato tutto quello che potevamo. Non
mentiamo, facciamo qualcosa che va oltre la semplice
ristorazione e ci coinvolge a livello emotivo e interpersonale.
Alcuni si accorgono di questo, perché magari fanno lo stesso
nostro percorso, c’è una comunione di intenti e sensibilità.
Credo sia questo. La cosa bella è far capire che abbiamo
portato avanti le idee in cui credevamo. In alcuni momenti ci
sono stati dubbi, perché magari queste idee sono più difficili,
lunghe, non portano sempre lo stesso risultato. Per esempio
cucinando il pesce espresso, senza ausilio di sottovuoti e di
tecniche di questo tipo, è difficile avere risultati uniformi.
C’è una specie di eccesso della cucina espressa, che però
dà la possibilità di essere sempre creativi, una sorta di
improvvisazione, un gioco che è importante non trascurare.
Ma che non basta, ovviamente. Mi piace pensare di essere
sempre convinto di quel che faccio, altrimenti tradirei me
stesso e le persone che mi seguono nel lavoro.
Ingredienti di cui non si può fare a meno?
Materia prima, tecnica passione. Non si può cucinare bene
con un ingrediente non all’altezza. Non usare una materia
prima buona è come suonare con uno strumento scordato.
Cosa diresti al cuoco di domani?
Essere attuale, vivere nel mondo di domani, senza paura.
E lasciarsi capire. La voglia di rinchiudersi e non spiegarsi
finirà. C’è bisogno che ognuno porti la propria personalità in
questo settore: identità e cultura sono fondamentali ◆
Pasccucci al Porticciolo
Viale Traiano, 85 00054 Fiumicino - 06 65029204
www.pascuccialporticciolo.com
uMAMI: IL GuSTo nASCoSTo
gourmet
Volevo riunire i 5 gusti insieme: dolce, acido, salato,
amaro e umami. È un piatto in cui cerco una base non solo
emotiva, ma anche concettuale più ampia. Può coinvolgere
persone che cercano piatti diversi e non solo alcuni ormai
collaudati. C’è la voglia di cambiare, ma sempre giocando
col gusto, che è molto intenso. A me piace molto, il miglior
raviolo che ho fatto fino ad oggi.
Ingredienti per quattro persone
Per la pasta
150 grammi di farina 00
150 grammi di semola
9 uova
Per il ripieno del raviolo
120 grammi di fegato di pescatrice al cartoccio
1 un cucchiaino abbondante di parmigiano 36 mesi
4 foglie di basilico
4 grani di pepe nero
30 grammi di patate al burro
3 foglioline di timo
30 grammi di cipolla ripassata in lardo e alloro
sale qb
Frullare tutti gli ingredienti, passare al setaccio fine e mettere
in sacca da pasticcere, freddare a 4 gradi e preparare 12
ravioli servendosi di un coppapasta di piccole dimensioni
Ci hanno sempre insegnato che i gusti fondamentali percepiti sulla
lingua sono quattro: amaro, dolce, acido e salato. In realtà a questi
se ne deve aggiungere un quinto, detto “umami”, che in giapponese
significa saporito (attenzione: è ben diverso da ‘salato’). Benché
ancora oggetto di studi - il primo simposio internazionale sull’umami
risale al 1985 - il ‘quinto gusto’ è stato individuato in Giappone
nel 1908. Oggi si sa molto sulla sua fisiologia e il funzionamento,
incredibilmente si tratta di conoscenze ignote alla maggior parte delle
persone, ma ben note all’industria alimentare. Certo è che il gusto
umami è differente e completamente indipendente dagli altri quattro
e chimicamente identificabile. Fondamentalmente è un insaporitore,
indica il sapore del glutammato ed è presente in moltissimi cibi,
soprattutto quelli ricchi di proteine, per esempio il parmigiano, il
prosciutto stagionato, ma anche l’acqua dei pomodori, la salsa di
soia, la pasta d’acciughe, la colatura di alici e altri condimenti a base
di pesce. È un sapore che conosciamo ma che non riconosciamo,
anche perché è più percepibile dopo la deglutizione. Un sapore
fondamentale per la scoperta dei sapori.
Per il fegato di pescatrice al cartoccio
200 grammi di fegato fresco di pescatrice
1 spicchio di aglio, rametti di rosmarino, sale e pepe
1 stecca di cannella, latte
Pulire da eventuali tracce di sangue il fegato della pescatrice.
Marinarlo nel latte e cannella per circa due ore.
Cucinare al cartoccio con olio, pepe, aglio e rosmarino in
forno a 180 gradi per 20minuti.
Una volta cotto freddare il cartoccio in abbattitore.
Per l’infuso uMAMI
Fumetto di pesce
3 foglie di acetosella
fiori di rosmarino
soia
vino bianco
semi di pomodoro piennolo
Realizzare un fumetto di pesce avendo cura di tostare in
forno la lisca della pescatrice.
Unire quattro parti di brodo di pescatrice con una parte di
salsa di soia ed una parte di vino bianco. Scaldare il fumetto
senza raggiungere l’ebollizione.
Mettere in infusione le foglie di acetosella, i fiori di rosmarino
ed i semi del pomodoro piennolo.
finitura e presentazione
Cuocere i ravioli lasciando la pasta molto al dente, disporre
l’infuso nelle fondine, adagiare tre ravioli e guarnire con
buccia di melanzana fritta, i semi di pomodoro, foglie di
basilico e condire con olio extravergine di oliva.
Gianfranco Pascucci
il tigl io
N
N
el Ponentino della sera aleggia dolcissimo e
forte il profumo dei tigli in fiore: per alcuni
è piacere, per altri allergia. Madre Natura ci
delizia e ci punisce secondo il proprio estro. Tilia cordata è il
nome botanico di questa pianta perfetto simbolo del femminile.
Per i greci era sacra ad Afrodite, fra i Germani accompagnava
Freia, Dea della fertilità. Il tiglio può vivere fino a mille anni,
perciò nel sogno possiamo associarlo alla longevità. E tanto
basterebbe. Ma altrettanto bene si associa all’amore coniugale,
visto che nella leggenda di Filemone e Bauci il marito si trasforma
in quercia, tipico albero maschile, mentre la moglie diventa un
dolce tiglio. E non possiamo tacere delle sue virtù medicinali e
divinatorie: l’infuso dei fiori, raccolti rigorosamente nella notte
di S. Giovanni, ha proprietà sedative e leggermente ipnotiche,
rimedio ideale per l’insonnia; dalla corteccia suddivisa in
piccole strisce avvolte e svolte tra le dita si traevano e ancora si
traggono vaticini, dalle parti della Siria. Infine il tiglio del sogno
potrebbe evocare un viaggio, in una città europea dove Unter
der Linden è il nome di una strada lunga 1.2 km e larga 60 metri
e dove i tigli sono disposti su quattro file. Quelli che vediamo
oggi non hanno più di 55 anni, quelli antichi furono abbattuti
dai nazisti per adattare il viale alle sfilate militari. Hanno solo
55 anni ma il loro profumo aleggia dolcissimo e forte nelle notti
d’estate, a Berlino ◆
Renata Biserni
Psicoterapeuta
[email protected]
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M AGA ZINE
L e gustose ricette
d i Fabio Cam pol i
Risotto con prosciutto,
melone e mozzarella
insalata di orzo perlato,
con tonno fresco al succo di agrumi
Ingredienti per 4 persone
un l di brodo vegetale
400 g di tonno fresco
100 g di orzo perlato
succo di un pompelmo rosa, di un limone e di un’arancia
100 g di funghi champignon
100 g di carote
100 g di zucchine
20 g d’aceto di vino bianco
20 g di peperone
40 g d’olio extravergine d’oliva dal fruttato delicato
pepe nero in grani
sale qb
Per prima cosa passo velocemente l’orzo sotto l’acqua
corrente, lo faccio cuocere nel brodo vegetale e lo porto
a bollore: occorreranno circa trenta, trentacinque minuti.
Appena pronto, lo lascio raffreddare nella sua acqua.
Taglio il tonno fresco, precedentemente tenuto in congelatore
per tre ore circa, e già pulito a cubetti molto piccoli, di
mezzo centimetro di lato circa, e li dispongo in una pirofila,
condisco con un po’ di sale fino, aceto e metà del succo degli
agrumi: lascio marinare per cinque, dieci minuti. Trascorso
questo tempo, scolo e tengo coperto in frigorifero. Pulisco
gli champignon che devono essere piccoli e sodi, li lavo col
cappello rivolto verso l’alto, li taglio a cubetti e li salto in
padella con dieci grammi d’olio e, appena pronti, li tengo da
parte in un piatto.
Preparo un recipiente con dell’acqua fredda, ghiaccio e il
rimanente succo di agrumi; lavo le zucchine e ne taglio la
buccia a julienne sottilissima per metterla a bagno in questa
soluzione.
Pulisco le carote, taglio anch’esse a julienne (devono
assomigliare quasi a dei capellini) e le aggiungo alle zucchine.
Al momento di preparare l’insalata, scolo bene l’orzo
bollito, lo metto in un recipiente capiente e lo condisco con
pochissimo peperone tritato, il tonno, i funghi, le zucchine
e le carote scolate; regolo di sale, se necessario, e aggiungo
un po’ di pepe nero macinato al momento. Termino con un
giro d’olio extravergine d’oliva. È una ricetta estiva, valida
alternativa ad altre insalate più comuni, oltre che esempio
classico di cottura a freddo perché tutti gli ingredienti, tranne
l’orzo, vengono messi in una marinata di agrumi, aceto, sale
e acqua che produce una sorta di cottura.
Ingredienti per 4 persone
un l di brodo vegetale
280 g di riso Carnaroli
200 g di melone
un bicchiere di Prosecco di Valdobbiadene Doc Brut
100 g di fior di latte
2 fette di prosciutto crudo
30 g di burro
30 g di cipolla
4 ciuffi di prezzemolo
sale qb
In una padella faccio un fondo con metà burro e metà cipolla
e lascio cuocere. Aggiungo poi il melone già mondato tagliato
a cubetti, regolo di sale e faccio insaporire per un minuto.
Riduco, quindi, il prosciutto a listarelle, lo metto in una
padella antiaderente e lascio cuocere fin quando non diventa
croccante.
A parte, in una casseruola preparo un fondo con il burro e la
cipolla rimanente e, quando è ben dorato, aggiungo il riso,
che tosto, bagno con un bicchiere di Prosecco, riservandone
due cucchiai per dopo, lasciando evaporare bene l’alcol. Poi
unisco il brodo vegetale bollente e continuo la cottura a fuoco
moderato per una dozzina di minuti. A questo punto, metto il
melone e faccio terminare la cottura per altri due minuti.
Spengo il fuoco e incorporo il fior di latte spezzettato
grossolanamente.
In ultimo, aggiungo il rimanente spumante per dare al risotto
una nota aspra che contrasta col melone.
Servo il risotto all’onda, cosparso di prosciutto croccante e
prezzemolo finemente tritato al momento.
gourmet
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M AGA ZINE
WHo’S WHo
IL RISo nASCe dALL’ACQuA
Avrete visto dal vivo o nelle immagini di documentari o film
(come dimenticare le mondine di ‘Riso Amaro’?) le risaie:
distese di campi sommersi d’acqua per proteggere i semi
dagli sbalzi termici tra giorno e notte. Quei 5-10 centimetri
di acqua difendono le pianticelle dalla nascita fino al diserbo.
In agosto il riso da verde diventa giallo per poi acquistare
sfumature dorate poco prima del raccolto, tra settembre e
l’inizio di ottobre.
Il riso greggio, o risone, ancora col suo rivestimento, ancora
ricco d’acqua, deve essere essiccato per essere conservato.
Eliminare impurità e corteccia è il primo passaggio della
pulitura: si ottiene da un lato la lolla, il rivestimento più
esterno, dall’altro il riso semigreggio o integrale, ancora con
cereAle nutriente,
ingrediente bAse
delle cucine AsiAtiche
e AmpiAmente coltivAto
Anche in itAliA
di Antonella De Santis
una pellicola grigina poi eliminata per abrasione per ottenere
il riso decorticato e raffinato, poi selezionato e spazzolato
dalle polveri residue. Così “brillato” il riso perde grassi,
proteine e sali minerali. Sostanzialmente composto da amido,
ricco di carboidrati ma privo di cellulosa, è molto digeribile
e nutriente, per questo spesso consigliato durante le malattie.
Il gusto, la capacità di assorbimento dei sapori, la collosità,
la consistenza, sono fattori legati alla qualità e al tipo di riso.
SuSHI. PASSIone CHe VIene dA LonTAno
Il riso (Gohan) per il sushi è bianco, di qualità Japonica,
dolce e a grano corto, che ha una consistenza diversa da
quelle usate altrove. È indispensabile una buona coesione
dei chicchi: né troppo appiccicoso (sarebbe dolciastro), né
troppo poco (risulterebbe secco).
Prima della cottura deve essere lavato in acqua fredda (fino
a che questa non risulti limpida) per eliminare la “farina” che
lo renderebbe troppo appiccicoso. Deve poi scolare almeno
mezz’ora prima di metterlo insieme all’acqua fredda (con
una proporzione di 1 volume di riso e 1,5 di acqua) in una
pentola con fondo alto.
Deve cuocere praticamente al vapore, assorbendo l’acqua
nella pentola. Portato a ebollizione, si scopre e si cuoce
a fiamma bassa per 15 minuti o finché l’acqua non si sarà
assorbita, mescolando di tanto in tanto. Spento il fornello,
coperto con un panno da cucina, deve terminare la cottura
nel suo vapore per altri 10 minuti. Il riso si condisce con
aceto di riso, zucchero, sale, Kombu e sake.
Il riso è un elemento tanto fondamentale nella cucina nipponica,
che il ristorante Rokko di Roma ha scelto di produrlo in proprio
a Vercelli, impiantando la speciale varietà proveniente da Akita.
Per la sua ottima qualità e per le caratteristiche organolettiche,
il prodotto viene esportato anche nelle più importanti comunità
giapponesi presenti in Europa ◆
La Japonica è la sottospecie maggiormente coltivata in Italia,
si divide in 4 tipologie:
RISI oRIGInARI o CoMunI a chicco chiaro e perlato, poco
resistenti alla cottura. Ricchi di amido, ideali per realizzare
zuppe, minestre e dolci. Appartengono a questa categoria il
Balilla, il Raffaello e il Poirot.
RISI SeMIfInI a chicco di media grossezza e tondeggiante.
Tengono discretamente la cottura, indicati per minestre in
brodo, risotti, sartù, supplì. Tra questi il Vialone Nano.
RISI fInI a chicco lungo e affusolato, mantengono
discretamente la cottura, perfetti per i risotti. Il Roma è il
semifino più comune.
RISI SuPeRfInI a chicchi grossi e molto lunghi, tengono
molto bene la cottura e i chicchi rimangono perfettamente
separati. Ideali per realizzare riso pilaf e insalate di riso.
L’Arborio e il Carnaroli sono tra i più noti.
gourmet
S
S
ole, spaghetti e mandolino... ma è proprio
così? L’Italia patria della pasta è, in realtà anche
la patria del riso, visto che il nostro paese è il
maggior produttore in Europa, con risaie che testimoniano
cinque secoli di bonifiche, tecniche agricole, selezioni,
tradizioni. In una parola: civiltà.
Un cereale versatile, sia per le molte varietà esistenti, sia
perché si adatta a moltissime preparazioni, dall’antipasto
al dolce, dai piatti più tradizionali a quelli innovativi, senza
dimenticare i ricettari etnici. Questo cereale, protagonista
delle tavole di tutto il mondo, in Cina, India, Giappone è
protagonista di molte leggende e tradizioni.
Mentre in Asia sin dall’antichità il riso è stato un alimento
molto diffuso (e in Cina è stato addirittura moneta corrente
per molto tempo), nel Mediterraneo a lungo fu utilizzato
come medicamento o spezia pregiata, importato soprattutto
dall’India.
Arrivato in Europa, solo nel Rinascimento la sua coltivazione
si è diffusa. Oggi il triangolo d’oro del riso, in Italia, è quello
compreso tra Vercelli, Novara, Alessandria, ma produzioni si
trovano anche in Lombardia, Emilia, Veneto, Puglia, Sardegna.
Riso
da am are
Tre le sottospecie:
IndICA tipica dei climi tropicali, alto valore di mercato,
lunga e sottile, coltivata in India, Cina Meridionale, Filippine,
USA meridionale, Italia.
JAPonICA tipica dei climi temperati, alta produttività, corta
e arrotondata, basso valore di mercato, coltivata in Giappone,
Corea, Cina settentrionale, Brasile, USA, Egitto, Italia.
JAVAnICA di minore importanza.
il giappone nel cuore di roma
ToP Ten
VIALone nAno chicchi bianchi di media grandezza, a
forma tonda e semilunga con dente pronunciato. È ideale per
risotti e cuoce in 13/14 minuti.
CARnARoLI simile al Vialone Nano, con chicchi grossi e
affusolati che assorbono salse e condimenti. Ideale per
minestre e risotti cuoce in circa 14 minuti.
ARBoRIo tra li più conosciuti e apprezzati. Ad alto contenuto
di amido, mantiene la cottura ed è ideale nei risotti. Cuoce
in 15minuti circa.
RoMA chicchi grandi e tondeggianti, estremamente versatile:
buono nelle minestre e nelle cotture al forno. Cuoce in 14
minuti.
InTeGRALe non subisce il processo di sbiancamento e
raffinamento per questo mantiene integre le sue proprietà
nutritive. Perfetto per zuppe o anche semplicemente bollito.
Cuoce in 40/45 minuti o 20/25 in pentola a pressione.
VeneRe (nero) nasce in Cina ma da anni è coltivato anche
in Pianura Padana. Tiene perfettamente la cottura, i chicchi
rimangono divisi. Ideale per accompagnare carni, pesce,
verdure o in insalata.
BASMATI sottile e allungato, nasce in India nella regione del
Panjab. In cottura sprigiona un aroma di sandalo e nocciole.
Cuoce in poca acqua in 10/12 minuti.
THAILAndeSe ha un chicco lungo e cristallino, in cottura
libera un profumo di spezie. Adatto per accompagnare piatti
di carne, pesce o verdure come nell’uso orientale. Cuoce in
20/25 minuti.
RoSSo chicco lungo o e dal tipico colore rosso rubino.
Nonostante la cottura molto lunga rimane croccante: ideale
per le insalate di riso o magari da aggiungere in quelle miste.
Cuoce in 40/45 minuti.
SeLVAGGIo non è un riso ma una graminacea che cresce
spontaneamente nelle paludi, i suoi chicchi sono lunghi,
sottili, marroni tendenti al nero. Ha un sapore molto forte ed
aromatico. Cuoce in 35/45 minuti.
ore 18.30 - 20.30 vi aspettiamo
per un aperitivo Sushi
speciale estate € 6.00
Passeggiata di Ripetta, 15 - 00186 Roma
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M AGA ZINE
eATALy A RoMA
Apre nellA cApitAle il diciAnnovesimo
eAtAly, il piÙ grAnde del mondo,
con l’itAliA piÙ bellA che c’è
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RISo MeLoTTI
Via Tondello, 59 - 37063 Isola della scala (VR)
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O
cchi sgranati e bocche spalancate: è
questo l’effetto che fa il nuovo Eataly
a Roma, paese dei balocchi per gli
amanti del cibo italiano e non solo. Una celebrazione delle
eccellenze enogastronomiche del nostro paese da lasciare,
appunto, a bocca aperta: 4 piani, 17.000 mq, 23 luoghi di
ristoro, 40 aree didattiche, 8 aule per i corsi, 14.000 prodotti
in vendita, 500 collaboratori, 8 punti di produzione a vista, 2
sale riunioni, 1 area expo e 1 centro congressi.
Il segreto? Lo leggiamo all’ingresso: “il cliente non ha sempre
ragione; neppure Eataly ha sempre ragione; da questo
meraviglioso dubbio nascerà la nostra armonia”. È questo
l’obiettivo del presidente Oscar Farinetti, imprenditore geniale
ed illuminato, che racconta come alla base dell’armonia vi
sia il valore positivo del dubbio, fonte di felicità e serenità.
“Il valore del dubbio è cosmico, perché coerente con la
nostra condizione naturale di esseri imperfetti” leggiamo nel
Manifesto dell’Armonia che chiude con “Abbiamo perfino il
dubbio che questo manifesto sia sbagliato”.
A Roma, Eataly è dedicato alla bellezza: la bellezza
dell’agroalimentare, dell’arte, della musica e dell’ironia. Ed è
tangibile e visibile in ogni piccolo dettaglio come la location
scelta, il Terminal Ostiense tornato a nuova vita dopo 20 anni
di degrado, o i carrelli e cestini per la spesa, realizzati dalla
fusione di migliaia di bottiglie in plastica usate.
Fiore all’occhiello la produzione a vista. Si può osservare dal
vivo come si produce una birra (e degustarne oltre 100), si
impastano le farine biologiche per fare il pane (se ne sfornano
circa 70 diversi formati) oppure vedere come una cagliata
di bufala si trasforma in mozzarella, come esperti sfoglini
fanno la pasta a mano, come si tosta il caffè o si producono
le creme spalmabili alla gianduia e al fondente (che poi si
gustano ancora calde). Sempre a vista c’è la produzione
pasticcera, la lavorazione del pesce, della carne, dei salumi
e dei formaggi.
Ma Eataly è anche 23 punti di ristoro che hanno come
colonna sonora la grande musica italiana dal ‘700 ai giorni
nostri. Si potrà mangiare la piadina dei fratelli Maioli
ascoltando un’ouverture di Rossini oppure scegliere la
pizzeria napoletana, la friggitoria di Pasquale Torrente,
l’aperitivo Vino Libero (libero da concimi chimici,
diserbanti e troppi solfiti aggiunti: dose massima ammessa
meno del 40% di quella consentita per legge), l’osteria
romana che a rotazione ospita le migliori del Lazio, la
rosticceria, il ristorante Italia dedicato a Modigliani con 3
opere autentiche esposte e il Tavolo dei 10 Fortunati. Da
settembre, una volta al mese per un anno, 12 tra i più grandi
chef del mondo realizzeranno una cena per 10 persone che
riusciranno a prenotare tramite un’asta su eataly.it. L’intero
ricavato sarà devoluto ad iniziative scelte di volta in volta. I
nomi degli chef? Ancora segretissimi. Sempre da settembre,
il programma “Ora vi faccio mangiare io”, dedicato a
tutti coloro che pensano di saper cucinare alla grande e
potranno dimostrarlo dal vivo a chi acquisterà (prezzo
modico stavolta) il proprio posto a tavola.
Eataly è ancora tanto, tanto altro. A voi scoprire il resto ◆
Giò Ristorante Caffè
Tre sole lettere per raccontare un indirizzo che accoglie
i suoi ospiti dalla colazione del mattino,
con una proposta di lieviti e dolci fatti in casa,
e li accompagna in ogni momento della giornata
con gusto e grande attenzione alla materia prima.
Selezioni di qualità, proposte fresche e golose,
con uno sguardo alla migliore cucina di tradizione
della nostra cucina e una cantina frutto di ricerca
e passione. Dal pranzo veloce alla pausa caffè,
fino all’aperitivo, alla cena e ancora oltre.
Dal mattino a sera, Giò è un indirizzo sicuro nel centro
di Roma, ideale per trascorrere momenti di relax e gusto.
Giò Ristorante Caffè
Via dei Filippini 4/7 - 00186 Roma - T/F +39 06 68301747
[email protected] - www.gioristorante.it
photo by Sheila McKinnon
L
L’
Azienda Agricola Melotti Giuseppe & C.
s.s. è una impresa a gestione familiare che si
è sviluppata con successo grazie alle scelte
lungimiranti di un uomo innamorato della sua terra, che ha
la fortuna di condividere questa passione oltre che con la
moglie Rosa, anche con i giovani figli Luca, Gianmaria e
Francesca che lo affiancano nel lavoro dell'azienda.
Da generazioni l'Azienda Melotti è orientata sulla produzione
cerealicola, ma durante la prima metà degli anni '80, in
seguito all'evolversi delle situazioni di produzione ed alla
crisi del settore agricolo, il titolare Giuseppe Melotti ha
ritenuto opportuno cercare nuove soluzioni per aumentare la
redditività della propria impresa decidendo così di introdurre
nel proprio ordinamento colturale il riso Vialone Nano,
prodotto tipico del basso veronese.
Quindi dal 1986 l'Azienda Agricola Melotti oltre a mais, soia,
frumento, orzo e colza si è specializzata nella produzione,
lavorazione e vendita diretta del Riso Vialone Nano
Veronese e fin dall'inizio ha scelto di produrre e lavorare
con i massimi criteri di qualità; decisione dimostratasi
coraggiosa in quanto il mercato di massa spingeva e spinge
i consumatori verso prodotti mediocri ed a basso costo.
Questa scelta rivelatasi un vero e proprio successo, ha spinto
l'impresa a forti investimenti strutturali, tanto che in vent’anni
l'azienda è passata da un ettaro di risaia agli attuali 200
con una produzione di circa 11.000/12.000 quintali di Riso
Vialone Nano Veronese all'anno. Nonostante la forte crescita
dell'attività aziendale, che ha indotto l'impresa ad attrezzarsi
di moderne strutture ed attrezzature di supporto per il lavoro
manuale, i criteri di lavorazione sono rimasti artigianali come
centinaia di anni fa quando nacquero in questa zona le prime
risaie. Ed è proprio il 2011 a segnare, per la famiglia Melotti,
un traguardo non da poco: 25 anni di attività dedicati alla
coltivazione del riso.
L'Azienda Agricola Melotti nel corso degli anni ha aumentato
la gamma dei suoi prodotti. Dal 1993 oltre al Riso Vialone
Nano Veronese nelle tre diverse lavorazioni classico,
semilavorato, integrale, produce (con marchio esclusivo)
anche il Riso Vialone Nano Novello, coltivato solo in terreni
"nuovi-vergini" da risaia e fiore all'occhiello di tutta la
produzione e il riso Carnaroli.
photo by Sheila McKinnon
di Monia Innocenti
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M AGA ZINE
IL fRuTTeTo In BALCone
cogliere unA pescA dAl rAmo e gustArne il profumo freschissimo:
un piAcere rAro che puÒ essere sempre A portAtA di mAno.
A pAtto di Avere un piccolo spAzio esterno ben esposto
N
N
on è un sogno proibito: le fragoline crescono
meravigliosamente in cassetta, ma anche
altri frutti fragranti e succosi si possono
coltivare in vaso nelle versioni nane. I frutti mantengono la
dimensione reale e il gusto intatto, sostituendo egregiamente
le più belle piante ornamentali con un valore aggiunto
indiscutibile per il palato. Insomma, il frutteto in terrazzo è
un bene prezioso facilmente accessibile.
Le piante da frutto nane non raggiungono i 2 metri d’altezza,
fioriscono abbondantemente e fruttificano facilmente.
Gli unici accorgimenti riguardano l’esposizione, che è
conditio sine qua non, e l’attenzione a usare antiparassitari
rigorosamente naturali. Ciò premesso, la gamma di possibilità
è vastissima: susino, melo, pero, ciliegio, fico, albicocco,
kiwi, ma anche mandorlo e vite, solo per citarne alcuni. Gli
agrumi, tutti disponibili in versione mini, hanno la peculiarità
di profumatissime foglie, oltre che fiori. Mentre i frutti di
di Donatella Codonesu
bosco presentano il vantaggio di una produzione continuata
durante i mesi estivi. Insomma, ce n’è davvero per tutti i gusti,
l’importante è scegliere la pianta giusta rispetto alle condizioni
del terrazzo: alcune sono più ‘facili’ (kiwi e susino, per esempio),
altre richiedono il freddo (melo, pero, ciliegio), altre climi miti
(fico e albicocco) o addirittura caldi (gli agrumi in genere). Ci
sono poi altri aspetti da considerare caso per caso, come la
dimensione del vaso, la distanza fra una pianta e l’altra, la
necessità di sostegni e le modalità di riproduzione. In generale
è preferibile posizionare gli alberelli al sole, in punti ventilati
e lontano da fonti di inquinamento, riparandoli nella stagione
fredda, irrigando e concimando a dovere e potando bene in
inverno per rinvigorire la pianta. Con le dovute attenzioni,
inclusa quella di cogliere i frutti solo a piena maturazione, si
potrà godere del privilegio di un raccolto genuino e gustoso.
Ecco un sito specializzato per trovare indicazioni, attrezzi e
materiali vari: www.ortosulterrazzo.it/shop/home ◆
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M AGA ZINE
Acciaio
e al lum inio
in sala e in giardino
arredi made in Italy
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Iceberg Elabc
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amiere di alluminio e acciaio, personalità e stile
parimenti validi in casa e in esterno. Bysteel è
un marchio di forte personalità creato nel 2009
dal felice connubio fra un imprenditore, Paolo Gabellini, e
un art director, Stefano Pirovano. Il primo mette in gioco tre
generazioni di know-how nella lavorazione della lamiera,
avviando una produzione di elementi di arredo in cui il
metallo viene modellato e decorato semplicemente tagliando
a laser e piegando i fogli, come in un leggero origami. Il
secondo organizza linee funzionali e decorative di fioriere,
elementi di illuminazione, sedute, tavoli. E i complementi
assumono nuovi connotati stilistici.
Le tecniche di lavorazione e le esperte mani artigiane che
le eseguono permettono di realizzare progetti su misura per
qualsiasi contesto, pubblico o privato. Con il vantaggio di
una sostenibilità produttiva, che permette il totale riciclo
degli scarti. Tutte caratteristiche che fanno di Bysteel un
marchio inconfondibile per qualità e stile, individuando una
produzione indoor/outdoor 100% made in Italy ◆
www.bysteel.it
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Design fluido
Gandia Blasco - 365 Giorni - Spring
Jacuzzi - Opalia
Zucchetti - Kos Minipool by Ludovica+Roberto Palomba
PeR un’eSTATe dI BeneSSeRe
di Alessandra Vittoria Fanelli
D
D
all’ultimo Salone del Mobile (aprile
2012) è emerso chiaramente che la
separazione tra indoor e outdoor sta
progressivamente riducendosi e la tendenza è che gli spazi si
collegano ampliandone le funzioni: il soggiorno si trasforma
in un giardino d’inverno, la lounge si sposta in terrazza,
lo spazio relax diventa un tutt’uno con la camera da letto.
Senza più separazioni.
L’outdoor è il nuovo territorio da esplorare, scoprire e
ridisegnare con infinite possibilità espressive e compositive.
Insomma, il design diventa fluido in vista di un benessere
assoluto senza confini.
Gandia Blasco - Flat arena by Mario Ruiz
Leader di questo nuovo mood di vivere l’outdoor è il
gruppo Zucchetti. Kos ha presentato una nuova collezione
esteticamente accattivante e funzionalmente all’avanguardia.
Disegnata da Ludovica+Roberto Palomba, universalmente
riconosciuti per aver rivoluzionato le regole del bathroom
design, ecco ora Minipool, una mini piscina a sfioro dalla
scultorea geometria il cui bordo si fonde con la superficie
dell’acqua, dotata di idromassaggio e con sistema di
riscaldamento dell’acqua per apprezzare pienamente il
benessere all’aria aperta.
Pensata sempre per la lunga, calda estate e per immergersi nel
relax totale ecco la vasca di idromassaggio Opalia prodotta
da Jacuzzi dalle forme arrotondate e armoniose realizzata in
Corian®, materiale resistente e allo stesso tempo piacevole
al tatto dall’esclusivo design capace di donare momenti di
assoluta armonia: un esempio fluido di interno/esterno che
diventa protagonista dell’ambiente.
Gandia Blasco, azienda spagnola di outdoor design, ha
proposto con 365 Giorni le nuove soluzioni per vivere gli
spazi in ogni periodo dell’anno e in ogni luogo. Sempre di
Blasco anche l’elegante collezione Flat disegnata da Mario
Ruiz, dalla struttura leggera come un volo di rondine, già
vincitrice del prestigioso premio Red Dot Design.
Samuele Mazza, fashion designer sofisticato e onirico, già
creatore del marchio Visionnaire, ha firmato con il suo
nome la sua nuova avventura outdoor Siderale, prodotta e
distribuita da Dolcefarniente, presentata negli spazi esterni di
design
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M AGA ZINE
Siderale by Samuele Mazza - Gazebo
Maison Moschino, uno degli ultimi hotel di lusso realizzati a
Milano, dove l’installazione del gazebo realizzato in acciaio
ricco di tendaggi in tulle che vibrano nello spazio e relativa
chaise longue hanno segnato con eleganza gli spazi antistanti
dell’hotel per tutto il periodo del salone.
Disegnata invece da Giuseppe Viganò per Visionnaire
outdoor la neonata chaise longue Sveva dall’intrigante sapore
chic parigino che ricorda le rinomate spiagge di Deauville
dalla seducente cappottina in pizzo e seduta in capitonné in
rigoroso total deep blue che si aggiudica tra i must have della
stagione appena iniziata.
Coloratissime invece come sempre le collezione di chaise
longue Girandole di Rosita Missoni per Missoni Home, dai
colori mutanti e sfumature prismatiche fiabesche che invitano
ad allungarsi al sole e catturarne i caldi raggi.
Dedon, altra azienda leader di arredi per esterni ha presentato
Nestrest, in pratica una navicella spaziale che grazie alla sua
struttura armoniosa, accogliente e protettiva trasforma il tipico
divano da giardino in una mini architettura da posizionare in
un luogo sospeso, appartato e avvolgente che rassicura come
in un abbraccio. Pensata da Daniel Pouzet e Fred Frety, due
intrepidi designer parigini, questa ‘navicella sospesa’ è ideale
per momenti di relax, meditazione e conversazione in plein air.
Prandina, marchio italiano che opera dal 1982 nel design
dell’illuminazione per interni/esterni orientato alla definizione
di apparecchi illuminanti dal segno riconoscibile, propone
per gli spazi aperti dell’estate una versione aggiornata di
Room F55, una famiglia di lampade outdoor a sospensione,
terra e appoggio firmata dalle berlinesi Katja Hettler e Jüla
Tullmann, il cui diffusore in opaline bianco diventa un
oggetto luminoso nello spazio che crea suggestive atmosfere.
Dedon Nestrest by Pouzet + Frety
Barovier&Toso -The Secret Garden by Paola Navone e Zaha Hadid
Più oniriche invece le atmosfere del giardino segreto realizzato
all’Orto Botanico di Milano, nell’ambito di Brera Outdoor
Village, altro significativo evento di Milano Design Week, da
due importanti aziende del settore dell’arredamento: Barovier
& Toso che ha fornito il vetro soffiato a Paola Navone, una delle
più eclettiche interior designer internazionali mentre a Zaha
Hadid, altra leggenda dell’architettura contemporanea Citco
ha fornito il marmo intarsiato, le quali, con The Secret Garden
hanno raccontato al pubblico internazionale, la maestria di
due aziende nel produrre, ciascuna nella propria peculiare
specificità, una nella lavorazione del vetro soffiato, l’altra del
marmo intarsiato, dei manufatti di straordinaria bellezza.
Altro evento che ha interpretato l’outdoor in versione eco è
stata la proposta di Ortofabbrica che ha presentato una ecoserra di vasi in terracotta disegnati da Angelo Grassi per la
Terracotte S. Rocco di Val di Chiana: in pratica una serra per
arredare terrazzi, balconi e giardini ottimizzando le risorse
energetiche naturali.
Per vivere momenti di convivialità all’aria aperta infine
ecco le soluzioni scenografiche di Villeroy &
Boch dal sapore fresco e romantico e il
divertente e inusuale tagliere Occhiata
realizzata dall’artista designer Angelo
Soldani, da esibire sia come vassoio di
portata per il sushi sia come supporto
per servire fritti o altri piatti creativi
purché rigorosamente di mare, o anche
più semplicemente anche come oggetto
di design: un’occhiata profonda per godere
Visionnaire - Sveva
pienamente l’estate all’aperto ◆
by Giuseppe Viganï
L’Antica Pietrara B&B, per la sua bellezza
e per le sue caratteristiche è anche il luogo ideale per ricevimenti,
meeting ed incontri di lavoro
Prandina Outdoor by Hettler + Tullmann
Via di Santa Cornelia, Via della Pietrara, 4 - 00060 Formello - Roma - Tel/fax 06 90405013 - 06 90400846 - [email protected]
www.anticapietrara.com
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Estate,
M AGA ZINE
TEMPO DI CASA AL MARE
a cura di Cafelab - Emanuela Carratoni e Fabio Cipriano
3. Bohemian Style
5. Palettes naturali
4. Legno grezzo
L’utilizzo di un pavimento in assi di legno a finitura grezza,
1. Total White
È questo il caso in cui vengono versati litri e litri di vernice
bianca, su pareti, e perchè no, anche sui pavimenti (ad
esempio, se di legno possono essere appositamente trattati
e verniciati). Questa palette, sbiancata dal sole, ha il potere
di creare un ambiente pulito, arioso. Ma bianco all’interno
deve fare eco con bianco all’esterno, per creare uno spazio
senza soluzione di continuità. Per sottolineare i panorami
mozzafiato (si spera...) all’esterno, unici colori ammessi
qualche macchia di colore molto saturo, a partire dal classico
azzurro oltremare.
2. Righe, righe, righe...
Utilizzate nelle textures delle imbottitture dei lettini a bordo
piscina e negli asciugamani, nei colori classici blu navy
All’interno, per portare le textures della spiaggia in casa e
creare un’atmosfera soft e rilassata, non c’è niente di meglio
dell’utilizzo di tessuti in fibre grezze come il lino, la juta e il
cotone in colori neutri. Qualche accessorio invecchiato dal
tempo o un dettaglio in corda andrà a sottolineare ancora di
più la vocazione marinara della casa, in uno stile semplice
all’apparenza ma volutamente ricercato, sofisticato e casual
allo stesso tempo. Come accessori e complementi d’arredo
conchiglie e stelle marine per esaltare l’effetto naturale,
insieme a qualche accenno di azzurro e verde acqua ◆
design
A
A
piacevole da calpestare a piedi scalzi, è ottimo per ricreare
un ‘effetto bungalow’ in una casa al mare, sullo stile delle
Coastal Houses americane. Senza esagerare per evitare
l’atmosfera da mercatino, nell’arredo si possono inserire
mobili e complementi in legno di riciclo, per un effetto
vintage e vissuto o creati con objets trouvés, portati dal mare.
Tessuti batik, mobili in vimini, cuscini dalle textures esotiche,
ombrelloni con le frange che oscillano nel dolce vento del
tramonto... insomma la casa al mare come un prezioso
angolo di relax del tipo “Don’t worry, be happy”, per sentirsi
trasportati subito in un’isola lontana. In questo caso, tutto
sarà permeato da un ‘sapore di viaggio’ che renderà la
vacanza un po’ gipsy.
Royal Botania Shady Xcentric Ninix
rredare una casa al mare con stile
impone la scelta di un look sofisticato
ma casual, dove attraverso l’incontro
fra spazi interni e spazi esterni, il vecchio e il nuovo si
fondono in un mix rilassato ed elegante. Inoltre, l’uso intenso
che se ne fa per periodi relativamente brevi, indirizza verso
una estetica coniugata necessariamente alla funzionalità.
La scelta degli elementi di base fa la differenza: molta
luce naturale, palettes neutre o con colore predominante
il bianco, inserimento di tocchi di colore nelle tonalità del
mare, uso di superfici riflettenti che veicolino all’interno la
luce e sopratutto l’atmosfera estiva, e infine l’inserimento
di elementi presi a prestito dall’arredamento nautico. Ecco
alcuni accorgimenti adattabili per qualsiasi casa al mare:
e bianco, rappresentano la tradizione nelle case al mare e
sono davvero intramontabili; per enfatizzare lo stile nautico
si possono accostare a questo tipo di pattern lampade in
metallo brunito, più o meno contemporanee e mobili e
pavimenti in legno lucido nelle tonalità scure, ad esempio il
teak, il legno nautico per eccellenza.
Il tem po d el le grigl iate
di Francesca Volino
bAstA un piccolo giArdino o uno spAzio All’Aperto
per Accendere un bArbecue e AssAporAre cibi gustosi in compAgniA.
tutto stA nel dotArsi dellA strumentAzione giustA
MASSIMA PRATICITÀ
Un’altra utile proposta della collezione
I Genietti di Ipac: il cucchiaio per
raccogliere salse e condimenti vari.
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effICIenZA Su RuoTe
Tutto ciò che serve per cucinare è a disposizione, su ruote da 190
cm. L’elemento cottura contiene piastra in acciaio, fuoco a gas
singolo con tripla corona e friggitrice elettrica.
www.alpesinox.com
design
GRAnde PReCISIone
eLeGAnTe e AffILATo
Il pennello è uno strumento
particolarmente indicato per le
pietanze cucinate sul grill. Ipac
lo propone con le setole di un
bell’arancione vivace.
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Anche il pratico coltello è un
elemento della serie I Genietti del
marchio Ipac.
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1FIAMME TONDEGGIANTI
Palla di Fuoco è una serie di barbecue in
metallo laccato dalla forma sbarazzina
e i colori sgargianti, firmata Maiuguali.
www.maiuguali.it
2
2 GLI INDISPENSABILI
Il set per griglia in acciaio di Maiuguali
comprende tre accessori e un accendino
con manico lungo.
www.maiuguali.it
3 IL BBQ CHE TI SEGUE OVUNQUE
3
Trasportabile e facile da usare il
barbecue pieghevole in acciaio inox,
disponibile in rosso fiammante e nero,
prodotto dall’azienda Kuchenprofi e
distribuito da Schoenhuber.
www.schoenhuber.com
4 VOGLIA DI STUZZICHINI
Da usare al posto dei tradizionali
stuzzicadenti per raccogliere appetizer
e mini antipasti da aperitivo.
www.ipacitaly.it
5 SPIEDINI FANTASIOSI
Sfizioso e originale lo spiedino barbecue
flessibile del marchio Kuchenprofi,
distribuito da Schoenhuber.
www.schoenhuber.com
Collezione Galatea
richardginori1735.com
IdeALe PeR Le Cene Con GLI AMICI
Piastra Regina è dotata di un fondo bugnato
in grado di garantire una cottura perfetta
e uniforme di tutti i cibi. La sua capienza
permette di cuocere molte pietanze insieme.
www.accademiamugnano.it
SuPeR AdeRenTe
La piastra antiaderente Hamburger Mia,
di Accademia Mugnano, permette di
cuocere svariati alimenti senza la necessità
di aggiungere grassi.
www.accademiamugnano.it
unITÀ MoBILe e CoMPATTA
Una cucina che diventa palcoscenico e che
consente di ammirare gli chef. Libero Point
di Electrolux ProfessionaL è una macchina
performante, funzionale e tecnologica.
www.electrolux.com
PICCoLo ALLeATo
Bella figura garantita con l’affetta formaggi della
serie I Genietti, di Ipac. Un arnese per nulla
ingombrante e che dà una gran mano in cucina.
www.ipacitaly.it
eSSenZIALe e funZIonALe
Caddie è provvisto di una struttura solida e affidabile,
completamente in acciaio inox. Prodotto da Steel, è dotato di utili
ripiani laterali in acciaio e di un diffusore di calore a parte.
www.steel-cucine.com
AffIdABILe neL TeMPo
In conglomerato cementizio, Lanzarote 2 di
Palazzetti è solido e resistente alle intemperie.
Il piano di lavoro è in Marmotech, materiale
ad alta resistenza termica.
www.palazzetti.it
IGIene e CoMfoRT
Nel forno Arcos, di Sunday, la camera di cottura
a tre piani è costruita interamente in acciaio inox,
per assicurare igiene e massima durata nel tempo.
www.sundaygrill.com
CoTTuRA IMPeCCABILe
Premium è un forno per la cottura
da esterno firmato Sunday che
garantisce una temperatura sempre
costante e controllata grazie al
sistema Heatcontrol.
www.sundaygrill.com
ALL InCLuSIVe
Melody è una cucina da esterno basata su un sistema
modulare, versatile e accessibile, che comprende bbq,
fornello, lavello e piani di appoggio.
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Mauro Di Marco
artigianato e design
Oasi d ’om bra
leggere un libro, schiAcciAre un pisolino, conversAre con gli Amici.
sono numerose le Attività piAcevoli cui dedicArsi All’Aperto durAnte
i mesi estivi. l’importAnte è ricAvArsi unA preziosA zonA d’ombrA e di relAx
di Francesca Volino
Realizzazioni in serie limitata,
creazioni artigianali in ferro, vetro e legno.
Mobili e oggetti pensati appositamente
per fare di ogni casa la propria casa,
unica e irripetibile.
Ogni soluzione viene ideata
da Mauro Di Marco in accordo con il cliente,
che troverà un’inesauribile fonte di possibilità
e alternative tra cui scegliere.
LeTTI InnoVATIVI
Il paradiso è in terra, sdraiati su questi eleganti letti
dotati di parasole per proteggersi dai raggi nocivi. Il
disegno si ispira alla forma del quarzo cristallizzato.
Le raffinate creazioni sono firmate Vondom.
www.vondom.com
MAURO DI MARCO
[t] +39 328 6931716
[email protected] • www.maurodimarco.com
STILe e PeRfoRMAnCe
ph Alessandro Paderni
Gli ombrelloni Shady di Royal Botania hanno un look
sofisticato e caratteristiche di qualità, come il palo in
acciaio inossidabile e le stecche in alluminio.
www.royalbotania.com
SoLuZIone PeR TuTTI
CAndIdA ACCoGLIenZA
L’ombrellone quadrato 4x4 metri Contract di
Greenwood si adatta a numerosi contesti, offre
un’ampia zona ombra, si apre con facilità e occupa
uno spazio ridotto una volta chiuso.
www.greenwoodcollection.it
La pergola Demetra Libera (parte della
collezione Tartaruga di Pircher), ha
un’estetica lineare, moderna e accattivante.
La struttura è in legno lamellare di abete
certificato CE.
www.pircher.eu
oMBRA Su MISuRA
ModeLLo AddoSSATo
L’ampia gamma delle pergole Pircher include
il modello in foto: Laria addossata. La bella
struttura è montata su una parete e presenta un
profilo squadrato.
www.pircher.eu
design
Qui proposta nella colorazione rovere,
la pergola Minerva Libera di Pircher è
particolarmente apprezzata per la sua
solidità e per la possibilità di essere
realizzata su misura.
www.pircher.eu
SeMPLICITÀ e CoLoRe
Le poltrone della serie Luxembourg, prodotte
da Fermob, sono allegre e vivaci come la tenda
millerighe montata per creare una rinfrescante
zona relax.
www.fermob.com
IndIPendenTe e SICuRA
Ombramobil è una tenda autoportante prodotta
da Stobag che fornisce un ombreggiamento
flessibile e mobile, dal fissaggio e la tenuta
sicura. L’azionamento può essere con asta di
manovra manuale oppure con motore.
www.stobag.com
COMBINAZIONE INGEGNOSA
Sorprendente il tavolo Tablabri del marchio Fermob,
che comprende una copertura solare in stoffa sostenuta
da quattro aste in legno (queste ultime all’occorrenza
scivolano discretamente in un piano sotto il tavolo).
www.fermob.com
OMBRA GARANTITA OVUNQUE
Uno dei vantaggi principali delle tende autoportanti è
che sono indipendenti dall’edificio. Le varie opzioni di
appoggio e di fissaggio di Ombramobil, prodotta da
Stobag, garantiscono una tenuta certa.
www.stobag.com
MINIMAL & CHIC
La pergola Diana, nella versione addossata, è una funzionale
proposta di Pircher. Il deflusso dell’acqua è favorito dal profilo
arrotondato dei montanti, delle travi e degli arcarecci.
www.pircher.eu
ERRATA CORRIGE
Sul numero 31 di INSIDER magazine a
pagina 98 la foto pubblicata attribuita al
tavolo Gauss by Bartoli design prodotto
da Fiam è invece il tavolo LLT (Long Long
Table) progettato da Dante O. Benini - Luca
Gonzo. Ci scusiamo con i lettori e con gli
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FIDEJUSSIONI & CAUZIONI
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