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Numero 29
04 giugno 2008
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Mercati incerti:
la risposta degli
Exchange
Traded Fund
I
I mercati hanno confermato di non essere ancora usciti da
una fase turbolenta. Si è tornato a parlare di svalutazioni
nei bilanci delle banche ma, a differenza dell'estate 2007 e
del mese di gennaio del 2008 gli investitori devono fare i
conti anche con i massimi storici del petrolio, vero protagonista della prima parte dell'anno.
Con riferimento ai problemi delle banche, Lehman Brothers
in due sedute ha perso qualcosa come il 17% del proprio
valore di Borsa dopo l'emergere di indiscrezioni relative alla
necessità di nuove iniezioni di capitali freschi, mentre l'agenzia di rating Standard & Poor's ha rivisto al ribasso il rating
di Merrill Lynch, Morgan Stanley e della stessa Lehman
Brothers indicando un outlook negativo per il settore bancario. In questo contesto ha fatto notizia anche l’allarme utili
lanciato dalla britannica Bradford & Bingley, istituto che
opera esclusivamente nel credito ipotecario.
Il greggio, invece, dopo aver toccato il massimo di sempre
a 135 dollari, si mostra sempre più volatile, e soprattutto i
mercati iniziano a dare segnali di correlazione inversa
rispetto al petrolio, che per alcuni analisti avrebbe già
messo nel mirino quota 200 dollari.
In questo numero parliamo dunque dell'oro nero e delle possibilità di un proseguimento del suo rally, ma anche dei prodotti monetari su cui è tornata a concentrarsi l'attenzione
degli investitori in una situazione di estrema incertezza.
Doveroso quindi un focus sugli Etf di liquidità, prodotti in
grado di fornire un rendimento pressoché costante in qualsiasi condizione di mercato.
Deutsche Bank prevede crescita del mercato europeo degli Etf
Secondo un report elaborato dalla divisione Ricerca della Deutsche Bank,
il mercato europeo degli Etf dovrebbe proseguire nel proprio trend di crescita. Il totale delle masse gestite (asset under management), che nel
corso del 2007 ha evidenziato una crescita pari al 27,5% a 89,2 miliardi
di euro, dovrebbe raggiungere i 150 miliardi di euro entro la fine del 2010.
Si amplia l'offerta di Etf per investire sul mercato inglese
Lo scorso 8 maggio ha debuttato su ETFplus il Lyxor Etf Ftse 100, Etf che
replica la performance del benchmark di riferimento delle blue chip quotate alla Borsa londinese. Le commissioni totali annue sono dello 0,30%.
Continua la crescita degli investimenti in metalli preziosi
ETF Securities registra una forte crescita dei propri ETC legati ai metalli
preziosi che hanno totalizzato investimenti per oltre 1.865 mln dollari.
2 Bancari vittime dell’inflazione
4 Etf per puntare sul mercato inglese
6 Etf di liquidità con stacco cedole
7 View commodity (Banca IMI)
9 Focus Paese: Inghilterra
11 Approfondimento: il petrolio
13 Osservatorio Etf
2
INFLAZIONE
Anche i bancari alle prese
con la spirale inflattiva
Il carovita minaccia di farsi sentire sulla redditività del settore finanziario,
già intaccata dalle difficoltà susseguenti la crisi subprime.
Possibili minacce sia nel breve sia nel medio termine.
P
Pericolo inflazione dietro l'angolo anche per il settore bancario. Il surriscaldamento dei prezzi è divenuto negli ultimi
mesi il driver macroeconomico principale a livello globale,
andando ad affiancare e scalzare, secondo alcuni economisti, i timori di un rallentamento generalizzato del trend di
crescita e la possibile entrata in recessione degli Stati Uniti.
Un mix di fattori potenzialmente in grado di intaccare la
dinamica degli utili di diversi settori, compreso quello
finanziario, quest’ultimo già alle prese con i minori introiti dovuti ai lasciti negativi della crisi subprime.
Lo shock inflazionistico a cui stiamo assistendo è frutto
principalmente dell'inarrestabile ascesa dei prezzi di petrolio, materie prime in generale e commodities agricole in
particolare. In attesa dei dati definitivi in arrivo nelle prossime settimane, i dati preliminari di maggio sull'inflazione
in Eurolandia hanno fatto scattare nuovamente il campanello d'allarme dopo la frenata di aprile. I prezzi al consumo hanno evidenziato a maggio, secondo i dati prelimina-
ri, una nuova piccola impennata portandosi a +3,6% su
base annua, in aumento dal +3,3% di aprile. Ma il punto di
snodo principale nei prossimi mesi sarà la durata di questa
spirale inflazionistica e le mosse che porteranno avanti le
autorità di politica monetaria, dalla Bce alla Fed, passando
per le banche centrali di paesi emergenti quali Cina e India
alle prese con un maggiore surriscaldamento dei prezzi.
Banche, minacce sia nel breve sia nel medio termine
La variabile inflazione è in grado di cambiare le carte in
tavola sul mercato azionario, modificando le prospettive
per i singoli settori. E le scelte di investimento andranno a
privilegiare quelli meno esposti al rischio inflazione, penalizzando invece i settori non al riparo dai contraccolpi negativi del caro prezzi. Tra questi figura il settore bancario e i
finanziari in generale, la cui profittabilità “reale” è solitamente messa a dura prova in periodi di deciso surriscaldamento dei prezzi.
INFLAZIONE ALIMENTARE, PAESI EMERGENTI SOTTO PRESSIONE
L'allarme è stato lanciato da più parti e il timore
principale è che si tratti di un surriscaldamento
duraturo. L'ultimo rapporto congiunto elaborato da
Ocse e Fao prevede che i prezzi "reali" dei prodotti
alimentari non torneranno ai livelli precedenti all'attuale crisi prima di dieci anni. Uno spauracchio che
sta aleggiando sulla maggior parte delle principali
economie con paesi che sono stati il vero motore
della crescita globale negli ultimi anni, come Cina
India ma anche Russia, che sono alle prese con una
decisa accelerazione causata in gran parte dall’aumento delle quotazioni delle commodities agricole.
Il surriscaldamento dei prezzi rappresenta ora il
nodo principale da affrontare per le autorità di politica monetaria dei paesi maggiormente afflitti dall'impennata dei prezzi alimentari, che per contenere
l’inflazione dovranno giocoforza rendere più flessibili le valute e metter mano ai tassi di interesse con
una politica più restrittiva. Gli analisti di Lehman
Brothers hanno fatto il punto sulle implicazioni dell'inflazione alimentare per le principali economie
emergenti indicando i paesi che risultano più esposti
al pericolo inflazione nel medio-lungo periodo. Si
tratta di Argentina, Cina, Egitto, India, Indonesia,
Kazakhstan, Malesia, Messico, Myanmar, Pakistan,
Filippine, Russia, Arabia Saudita, Sud Africa,
Thailandia, Turchia, Ucraina, Venezuela e Vietnam.
Fanno invece un distinguo a livello di aree geografiche gli analisti di Barclays che vedono in Sud
America e nell'area Emea minori rischi legati al surriscaldamento dei prezzi alimentari rispetto a quelli
presenti in Asia.
INFLAZIONE
Tra le prime conseguenze di un'accelerazione al rialzo dei
prezzi al consumo c'è, nel breve termine, il cambio di rotta
delle politiche monetarie applicate dalle banche centrali,
che per contrastare l'elevata inflazione sono costrette ad
applicare politiche più restrittive e quindi ritoccare al rialzo i livelli dei tassi di interesse. Maggiori tassi che di per sé,
nel medio-lungo periodo, sono un punto a favore degli istituti di credito. Nel breve termine, invece, non mancano i
contraccolpi per l’intero settore. Infatti, parallelamente e
conseguentemente alle mosse delle banche centrali, va ad
aumentare l'incertezza del contesto economico complessivo con un inevitabilmente rallentamento della crescita, già
in atto negli ultimi trimestri in seguito alla crisi finanziaria. Se i prezzi continueranno a salire, le banche centrali
non potranno fare leva sui tassi per sostenere la ripresa
economica e inevitabilmente la crescita a livello globale
dovrebbe risultare ridimensionata. Queste dinamiche portano inevitabilmente a un rallentamento delle scelte d'investimento e in seconda battuta dei ritorni reali per gli
attori protagonisti del sistema creditizio.
Incertezza del contesto di riferimento e minori prospettive di crescita economica che minacciano di intaccare la
redditività delle banche. Tra le principali conseguenze di
un'inflazione fuori controllo, gli economisti di Deutsche
Bank indicano proprio le minori certezze e una crescita
economica più modesta che comportano per le banche
diversi contraccolpi: riduzione della dimensione dei
potenziali profitti, con la redditività messa a dura prova.
Di contro un’elevata inflazione permette più alti ritorni
Dj Eurostoxx 600 Banks
500
450
400
350
300
Ott
Nov
Dec
Gen
2007
Feb
Mar
Apr
Mag
2008
Fonte: Bloomberg
in termini nominali, con le banche che generalmente
sono in grado di generare margini di interesse più elevati.
“Ma nei casi di trend inflazionistico molto elevato - rimarcano gli esperti di Deutsche Bank che si aspettano in uno
scenario inflattivo un ulteriore downside del 27% delle
stime sugli utili - il ritorno reale tende ad essere comunque negativo con i più cospicui interessi nominali che le
banche generano non sufficienti a compensare i maggiori
costi del capitale che tendono a tradursi in un minore PE
ratios”. Pertanto, molto dipenderà dall’entità e dalla durata della spirale inflattiva. Non va poi tralasciato il fattore
territoriale, con le banche maggiormente esposte sui mercati emergenti che potrebbero subire maggiormente le
ripercussioni dell’aumento dei prezzi che è di maggiore
entità nei paesi in via di sviluppo.
Titta Ferraro
db x-trackers
Indici a portata di mano
Puntare sui ribassi del mercato
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Deutsche Bank Exchange Traded Funds
3
A Passion to Perform.
Avvertenze – La pubblicazione del presente documento non costituisce attività di offerta al pubblico da parte di Deutsche Bank AG e non costituisce alcun giudizio, da parte della stessa, sull’opportunità
dell’eventuale investimento descritto. Le informazioni contenute nel presente documento sono destinate esclusivamente all’utilizzo in Italia. Esse non sono pertanto applicabili a soggetti residenti in
qualunque altro paese. Nei prospetti completi e semplificati e nei documenti di quotazione dei db x-trackers è contenuta una descrizione dettagliata dei termini e delle condizioni del relativo ETF
db x-trackers. Potete ottenere gratuitamente tali documenti presso il vostro consulente dell’Investment & Finance Center di Deutsche Bank o presso Deutsche Bank AG, Via Santa Margherita 4,
20121 Milano e sul sito www.dbxtrackers.com. Gli ETF replicano l’evoluzione del valore dell’indice contenente il loro nome. L’indice ShortDAX® è un marchio registrato di Deutsche Börse AG. Lo sponsor
dell’indice non promuove, non raccomanda, non vende, non reclamizza i singoli fondi d’investimento e, in merito ad essi, non fornisce alcun giudizio o garanzia. Qualora i dati di mercato contenuti in
questo documento provengano da terzi, Deutsche Bank non si assume alcuna responsabilità in merito all’esattezza e alla completezza dei dati, anche se Deutsche Bank utilizza solo fonti che considera attendibili.
4
ETF INGHILTERRA
A Piazza Affari un nuovo Etf
per investire in Inghilterra
Il Ftse 100 permette di puntare sul rialzo del mercato azionario sfruttando le
doti difensive del mercato britannico. Da Lyxor l’ultimo arrivato che si affianca
al prodotto targato iShares quotato da tempo su Etfplus di Borsa italiana.
I
Il peggio (della crisi) è passato. E’ questo il “tormentone
finanziario” del momento, anche se è ben nutrito il gruppo
di chi, pur con differenti intonazioni, canta fuori coro. C’è
inoltre chi, pur concedendo che il peggio possa essere davvero alle spalle, rileva come nei prossimi mesi sia possibile che
le cose, in campo economico-finanziario, non vadano proprio per il meglio. Per chi è di questo avviso, sul listino azionario, nell’immediato futuro, sarebbe bene adottare un atteggiamento improntato alla cautela. Per contro, molti esperti
di Borsa sono decisamente più ottimisti e fanno notare che
sarebbe proprio questo il momento giusto per entrare sul
mercato procedendo agli acquisti. Esiste un modo per dare
credito un po’ a tutte queste opinioni simultaneamente:
scommettere sul movimento al rialzo dei mercati azionari
giocando prettamente in difesa. Un modo per farlo è quello
di puntare una fiche sull’indice Ftse100, che riunisce i 100
titoli a maggiore capitalizzazione del London Stock
Exchange, e, tra i panieri europei, è quello dall’appeal più
difensivo. Non è un caso che il Ftse 100 da inizio anno abbia
ceduto il 6,58% contro il -13,26% del tedesco Dax30, il -
11,68% del francese Cac40, il -14,75% dell’italiano
S&P/Mib40 e il -15,35% del Dj EuroStoxx 50, il paniere che
raggruppa l’andamento dei principali titoli azionari europei
dell’area dell’euro. La situazione non cambia se si prende in
esame un orizzonte di più lungo termine: negli ultimi 12
mesi (del resto un anno fa la crisi cominciava già a dare le sua
avvisaglie, anche in Borsa) il Ftse100 ha limitato le perdite
collocandole appena sotto il muro del 10% (-9,66%), contro
il -12,40% del Dax30, il -19,61% del Cac40, il -23,58%
dell’S&P/Mib e il -18,27% del Dj EuroStoxx 50.
All’interno del Ftse100, il settore energetico dell'oil & gas
pesa per il 19,30% circa, quello bancario per il 16,80% e
quello delle risorse di base per il 13 per cento. Le telecomunicazioni hanno una incidenza del 7,8% circa, le utility del
4,60%, mentre la chimica e la tecnologia risultano scarsamente rappresentate, con un peso rispettivamente dello
0,30% e dello 0,18 per cento. La società che pesa di più sul
Ftse100 in termini di capitalizzazione è la olandese Royal
Dutch Shell, attiva nel settore petrolifero, sulla quale recentemente gli analisti di Ing hanno alzato la raccomandazione
ETF INGHILTERRA
da "hold" a "buy". Tutto merito di "una generazione di cash
notevole e differenziata, legata alle nostre nuove ipotesi
macroeconomiche di andamento del petrolio". A supportare
la raccomandazione di acquisto, oltre che "una valutazione
allettante sulla base dei multipli", anche la recente sottoperformance in Borsa delle azioni Royal Dutch Shell di tipo A.
Va infatti ricordato che sono quotate in Borsa due differenti
categorie di azioni a marchio Royal Dutch Shell, di tipo A e
di tipo B, cui sono legati gli stessi diritti a eccezione del meccanismo di accesso al dividendo, che vale solo per i titoli
ordinari di classe B. Al secondo posto, sempre considerando
la capitalizzazione di Borsa, troviamo il titolo dell'area mineraria Bhp Billiton, che da inizio anno è già stato protagonista di un rally di mercato pari al 25,36%. Il progetto di nozze
con Rio Tinto, a fine maggio, è finito sul tavolo dell'Unione
europea: Bhp Billiton ha, infatti, notificato alla
Commissione Europea il suo piano di fusione. L'operazione
dovrebbe dare vita al terzo maggiore produttore di ferro al
mondo e al secondo di alluminio, dietro Alcoa. L'Ue dovrà
valutare se il deal creerà un eccesso di accentramento nel settore minerario, con possibilità di influenzare il prezzo dei
materiali ferrosi. Le azioni targate Rio Tinto, anche esse trattate sul listino che raggruppa le 100 blue chip britanniche,
da inizio anno hanno fatto segnare un progresso del 15,16%,
viaggiando controcorrente rispetto al rosso del mercato. Sul
terzo gradino del podio del Ftse100 per capitalizzazione c'è
un'altra società attiva nel settore "oil", British Petroleum. Il
colosso petrolifero inglese, beneficiando dell'impennata dell'oro nero sui mercati internazionali delle materie prime, ha
fatto registrare nel primo trimestre un utile netto pari a 7,6
miliardi di dollari, in netto progresso rispetto ai 4,7 miliardi
dell'esercizio passato.
5
Andamento a un anno del Ftse100
6500
6000
5800
5600
5400
Giu
Lug
Ago
Set Ott
2007
Nov
Dic
Gen
Feb
Mar Apr
2008
Mag
Fonte: Elaborazione Finanza.com
Il listino italiano dedicato ai “replicanti”, l’Etfplus di Borsa
italiana, offre due Etf che hanno come sottostante il paniere
che riunisce le 100 azioni a maggiore capitalizzazione del listino del Regno Unito. Si tratta dell'Ishares Ftse 100 (codice
Isin: IE0005042456), negoziabile dal marzo del 2006, e del
Lyxor Etf Ftse 100 (codice Isin: FR0010438127), che ha
debuttato sul mercato italiano nel maggio scorso. L'Ishares
Ftse 100, Exchange traded fund gestito da Barclays Global
Investors, ha commissioni totali annue (ter) pari allo 0,40%
e distribuisce il dividendo nei mesi di marzo, giugno, settembre e dicembre. Il Lyxor Etf Ftse 100, gestito da Lyxor am,
controllata al 100% da Société Générale, ha un ter che si
attesta allo 0,30%, mentre lo stacco cedola ha cadenza semestrale. Entrambi gli strumenti finanziari sono denominati in
euro, a differenza dell'indice che utilizzano come benchmark, la
cui valuta è la sterlina inglese. Per questo motivo, l’investitore
che decida di acquistare uno dei due Etf è esposto al rischio di
cambio tra le due monete, rischio che a sua volta potrebbe
andare a impattare anche negativamente sulla performance.
Carlotta Scozzari
Le azioni più pesanti del Ftse100 per capitalizzazione
Nome
Prezzo
in Pence
ROYAL DUTCH SHELL PLC-A SHS
ROYAL DUTCH SHELL PLC-B SHS
BHP BILLITON PLC
BP PLC
HSBC HOLDINGS PLC
RIO TINTO PLC
VODAFONE GROUP PLC
GLAXOSMITHKLINE PLC
UNILEVER PLC
BG GROUP PLC
ANGLO AMERICAN PLC
XSTRATA PLC
ROYAL BANK OF SCOTLAND GROUP
BRITISH AMERICAN TOBACCO PLC
2124
2077
1938
603,5
847
6123
161,7
1109
1684
1266
3408
4039
241,25
1850
Capitalizzazione
Variazione
Aggiustata
da Inizio Anno
per la Valuta
132.301
0,62
132.301
-0,62
115.712
25,36
113.657
-1,87
101.685
0,59
92.342
15,16
85.915
-13,90
59.178
-13,29
50.560
-10,90
45.282
10,09
45.058
10,65
39.488
13,78
38.958
-36,70
37.230
-5,85
Variazione
a 1 Anno
P/E
11,56
7,28
54,05
6,34
-9,41
64,95
-0,74
-14,16
7,47
60,36
6,18
36,68
-55,53
7,81
7,86
7,69
16,37
9,48
10,04
21,14
12,87
12,09
14,63
20,52
16,58
13,88
3,61
17,59
P/E
Stimato
2008
9,22
8,96
13,85
9,50
12,14
13,63
12,34
11,28
15,65
15,77
10,60
10,17
4,62
14,99
P/Book
Value
2,01
1,96
6,92
2,27
1,54
6,23
1,1
6,58
5,01
5,31
4
3,24
0,53
5,44
6
ETF DI LIQUIDITA’
Etf di liquidità anche per chi
desidera lo stacco delle cedole
Si è arricchita la gamma degli Etf di liquidità. L’ultimo strumento targato
Deutsche Bank riflette un investimento giornaliero in un conto remunerato in
euro al tasso Eonia e prevede lo stacco periodico di una cedola.
L
Le recenti turbolenze dei mercati finanziari non hanno
risparmiato i portafogli degli investitori che sono in gran
parte rimasti scottati dal repentino aumento della volatilità
registrato dalla fine dell’estate 2007. Gli indici azionari, ma
anche quelli obbligazionari, hanno risentito negativamente
del pessimismo derivante dalla restrizione dell'accesso al credito, diretta conseguenza della oramai nota crisi partita dal
settore dei mutui subprime statunitensi. A distanza di circa
dieci mesi, andando a spulciare le performance registrate
dalle varie tipologie di investimenti, l’unica asset class che è
riuscita a passare indenne questo periodo è stato l'investimento diretto nelle varie forme di liquidità; una particolare
classe di investimento che ha garantito anche nell'ultimo
anno performance contenute, ma positive. A fronte di un
rischio tendente allo zero, l’investimento riconosce infatti
una rivalutazione continua e giornaliera del capitale. I pregi
di questa particolare tipologia di investimento sono ben
conosciuti anche dagli emittenti di Exchange Traded Funds
che da circa un anno hanno portato sul segmento ETFPlus
di Borsa Italiana strumenti che replicano forme di investimento di liquidità. Un’idea che in breve tempo ha riscontrato il pieno apprezzamento degli investitori italiani, replicando di fatto il successo registrato anche sulle altre principali Borse del Vecchio continente. Basta infatti andare a
vedere il patrimonio in gestione dei principali strumenti o
i controvalori scambiati sul mercato per avere una dimostrazione lampante di quanto gradita si sia rilevata questa
particolare forma di investimento.
Forte di questo successo, Deutsche Bank ha deciso di allargare ulteriormente la propria offerta di Etf che consentono
un investimento di liquidità sul mercato europeo. Accanto
Etf di Liquidità quotati a Piazza Affari
NOME
Db x-Trackers II Eonia TR 1 D
Db x-Trackers II Eonia TR
Lyxor Etf Euro Cash
Db x-trackers lI Fed Funds
Effective Rate TR *
Db x-trackers II Sonia TR Index *
Dati aggiornati al 30 maggio 2008
EMITTENTE
ISIN
CODICE
NEGOZAZIONE
db x-trackers
db x-trackers
Lyxor
db x-trackers
LU0335044896
LU0290358497
FR0010510800
LU0321465469
XEOD
XEON
LEONIA
XFFE
db x-trackers
LU0321464652
XSTR
al db x-trackers EONIA TR Index, lo strumento a capitalizzazione giornaliera degli interessi di maggior successo nel
mercato europeo con un patrimonio gestito di circa 3
miliardi di euro raccolti in poco più di 10 mesi dalla prima
quotazione in Germania, l’emittente tedesco ha fatto debuttare lo scorso 9 maggio un nuovo ETF: il db x-trackers II
EONIA Index 1D. Questo strumento, che ha una commissione di gestione pari allo 0,15%, è caratterizzato dal medesimo meccanismo di funzionamento del db x-trackers
EONIA TR Index, con l’unica differenza che i proventi
maturati non vengono reinvestiti stabilmente nel fondo
bensì distribuiti annualmente, e più precisamente nel corso
del mese di ottobre. Di fatto questo strumento consente
all’investitore di scegliere tra un prodotto che garantisce una
rendita annua e uno che invece capitalizza gli interessi ottenuti. Il db x-trackers EONIA Index 1D, come il corrispondente fratello maggiore, è legato alla performance di un
indice che replica un deposito giornaliero investito al tasso
EONIA (Euro Over Night Index Average), il tasso d’interesse medio giornaliero interbancario determinato dalla Banca
Centrale Europea. E’
denominato in euro, per
VALUTA
COMMISSIONI
STACCO
VARIAZIONE
ANNUE
CEDOLA
2008
cui l’investitore italiano
Euro
0,15%
Si
n.d.
Euro
0,15%
No
1,66%
non è esposto ad alcun
Euro
0,15%
No
1,66%
rischio di cambio.
Dollari Usa*
0,15%
No
-3,62%
Sterline*
0,15%
No
-3,97%
* soggetti a rischio di cambio
Marco Berton
VIEW COMMODITY
View sulle principali materie
prime di Banca Imi
L’APPROFONDIMENTO DI BANCA IMI
Aspettative positive per le materie prime. Attesi rialzi sostenuti per i prodotti agricoli che
mostrano forti fondamentali. E’ arrivata al capolinea la corsa dei metalli preziosi?
Collegati al sito www.bancaimi.it per leggere tutte le ricerche o ascoltare i risultati con il servizio Podcast
I
Il GSCI (Goldman Sachs Commodity Index) è un indice
dei prezzi delle materie prime dei 4 principali comparti. Il
GSCI dell’Energia ha realizzato un CAGR decennale (misura annuale della performance a 10 anni) pari a +20,7% e il
GSCI dei Metalli Industriali pari a +14,5%. Seguono i
Metalli Preziosi con un CAGR, sempre decennale, pari a
+12,5%. Un CAGR decennale negativo e pari a -2,8% contraddistingue, invece, il GSCI dei Prodotti Agricoli.
Energia e Metalli Preziosi hanno registrato un forte rally
nell’ultimo biennio. Outlook ancora positivo per l’Energia.
Il comparto delle Materie Prime Energetiche conferma i
maggiori tassi di crescita, sostenuto dalla forte domanda
proveniente dai paesi emergenti e da una moderata elasticità dell’offerta. I segnali di un rallentamento molto modesto
di Cina e India e il rallentamento più marcato negli Stati
Uniti tratteggiano un contesto ancora moderatamente favorevole per l’Energia nel lungo periodo. Le criticità provengono dal maggiore consumatore di prodotti energetici, gli
Stati Uniti, ma la fine della politica monetaria espansiva
della Fed sembra aver gettato le basi per una probabile
ripresa economica a partire dal nuovo anno. Le aspettative
di breve sono ancora per un WTI molto forte, in area 120130 dollari.
Petrolio: outlook positivo nel breve-medio termine, Neutrale nel
lungo periodo. In chiave speculativa, ogni ribasso del prezzo del
Il poderoso rally del prezzo del petrolio
140
130
120
100
90
80
70
60
Prezzo del Petrolio WTI espresso in USD/barile
Giu 2007
Fonte: Bloomberg
Set 2007
Dic 2007
Mar 2008
L’andamento del prezzo dell’oro
1050
Prezzo dell’Oro espresso in USD/oncia
950
850
750
650
Giu 2007
Set 2007
Dic 2007
Mar 2008
Fonte: Bloomberg
WTI dai massimi rischia di essere un’occasione d’acquisto
tattica, volta a sfruttare il movimento più immediato. Nel
breve periodo, quindi, non escludiamo nemmeno un aggiustamento al rialzo dei massimi storici, lasciando spazio quindi per ulteriori apprezzamenti in area 120-140 dollari. Nel
medio/lungo termine resta, invece, confermata l’idea che i
prezzi delle materie energetiche siano eccessivamente scollegati dall’economia reale e abbiano spazio per rientrare verso
livelli più coerenti con lo scenario economico. Se la fine del
2008 sarà accompagnata da una stabilizzazione dell’economia
americana e da un rafforzamento del dollaro, si porranno in
essere le condizioni per un rientro dei prezzi del greggio,
almeno in area 100 dollari. In sostanza, i timori legati all’insostenibilità di tali prezzi, nonostante le azzardate previsioni
di un WTI a 200 dollari diffuse sul mercato, sembrano guadagnare consenso a livello mondiale.
Fine della sovraperformance dei Metalli Preziosi. Negli ultimi 10
anni il CAGR del GSCI dei Metalli Preziosi è stato pari a
+12,5%, performance che si è decisamente abbassata dopo
il forte deprezzamento degli ultimi 2 mesi. La decisione
della Fed di aprile, che ha di fatto sancito la probabile fine
della politica monetaria espansiva, ha anche arginato il
deprezzamento del dollaro, creando i presupposti per un
ritracciamento dei Metalli Preziosi, con l’oro che si posiziona in area 900 dollari, e ci spinge a rendere Neutrale l’ou-
7
8
VIEW COMMODITY
Gli ultimi 12 mesi di scambi del rame
9000
La corsa del grano dell’ultimo anno
700
Prezzo del Rame espresso in USD/ton
8500
Prezzo del Mais espresso in centesimi di USD/bushel
600
8000
500
7500
7000
400
6500
300
6000
Giu 2007
Set 2007
Dic 2007
Mar 2008
Fonte: Bloomberg
tlook su questo comparto.
Oro: outlook Moderatamente Positivo per il 2008. L’outlook per
il 2008 resta ancora Moderatamente Positivo ed è basato su
tre aspetti principali: la debolezza della valuta americana, la
ripresa delle dinamiche inflazionistiche (in USA ed Europa)
e l’avversione al rischio degli investitori, a seguito delle recenti crisi dei mercati finanziari, che però va mitigandosi. La performance del 2008, seppur positiva, non sarà ai livelli del
2007, specie nel 2° semestre, quando le politiche poste in
essere dalla Fed a sostegno dell’economia dovrebbero porre le
basi per la ripresa economica americana, accompagnata da
un rafforzamento del dollaro. Riassumendo: la politica
monetaria espansiva della Fed è da considerarsi conclusa, a
meno di shock negativi nuovi ed imprevisti. Le attese si spostano ora su fine anno e sono volte a verificare la ripresa dell’economia USA, l’inizio di politiche volte al contenimento
dell’inflazione e, di conseguenza, un consolidamento della
valuta americana. In attesa del concretizzarsi di questo scenario, rimaniamo Moderatamente Positivi sull’oro nel breve
periodo, ma cauti sulla tenuta di fine anno, specie se il dollaro dovesse sensibilmente rafforzarsi.
Metalli Industriali: outlook Moderatamente Positivo. Il CAGR
decennale del GSCI dei Metalli Industriali è stato pari a
+14,5% e si confronta con +14,2% del GSCI totale. Anche il
comparto dei Metalli Industriali è interessato dal crescente
attivismo dei fondi speculativi, che hanno aumentato la volatilità del settore. Il comparto è caratterizzato da due fattori:
da un lato la forte domanda delle economie emergenti, dall’altro il costo dell’energia e, in molti casi, la sua difficoltà di
approvvigionamento. L’insieme dei due aspetti ci fa essere
Moderatamente Positivi su questo comparto.
Rame: Positivo nel breve, Moderatamente Positivo nel medio-lungo.
Le attese sono per una sostanziale conferma dei livelli attuali; nel breve ipotizziamo un mantenimento dell’area 8.0008.800 dollari da parte del future sul rame, per poi provare un
test dell’area 9.000 dollari. Gli abbassamenti di produzione
in Cina e in Zambia, dove esiste un problema energetico
strutturale che paralizza il ciclo produttivo, hanno consentito
la rapida ripresa delle quotazioni in maggio, rispetto alla
Giu 2007
Set 2007
Dic 2007
Mar 2008
Fonte: Bloomberg
debolezza registrata in marzo/aprile. L’outlook diventa
Moderatamente Positivo se consideriamo un orizzonte più
ampio. Il prezzo del rame potrebbe comunque beneficiare,
anche in questo intervallo temporale, delle difficoltà estrattive e produttive, in particolare in Cile, legate agli approvvigionamenti energetici. La cautela è d’obbligo invece sul 2009;
effettivamente le principali stime indicano un surplus produttivo e un abbassamento della domanda mondiale di rame,
a seguito della debolezza del ciclo economico.
Prodotti Agricoli: fondamentali forti, outlook Positivo. Il CAGR
decennale del GSCI dei Prodotti Agricoli si attesta a -2,8%, a
fronte di +14,2% del GSCI totale. Alla richiesta di carattere
alimentare si accompagna la domanda da parte del settore
energetico, che ha aumentato in modo significativo l’utilizzo
dei biocarburanti. Le tensioni dei mesi scorsi (debolezza del
dollaro, condizioni meteo pessime, dubbi sulla produzione
futura) hanno introdotto una fortissima volatilità sui prezzi,
che è continuata anche in maggio. Le aspettative sono
Moderatamente Positive per il comparto.
Mais: Outlook di breve e medio periodo: Molto Positivo. Dal
WASDE di aprile (World Agricultural Supply and Demand
Estimates), report a cura del Dipartimento dell'Agricoltura
americano, si evince una sostanziale revisione verso il basso
delle scorte di mais nel biennio 2007-08 a fronte di una robusta domanda per mangimi. L'insufficiente approvvigionamento delle scorte del biennio 2008-09 esprime una forte
pressione sui prezzi sia nel breve che nel medio/lungo periodo, a causa dell’incertezza sulle quantità di terreno posto a
coltura, così come espresso anche dal report dell’USDA
(United States Department of Agricolture) di marzo per il territorio americano. Il giudizio è perciò molto positivo sul
mais, sia nel breve che nel lungo periodo.
A cura di Mario Romani, Analista Research Department,
BancaIMI
Il presente articolo costituisce l'estratto di un documento di ricerca redatto
e distribuito da BancaIMI. Per ogni dettaglio informativo relativo al documento, alle avvertenze e ai conflitti di interesse dell'analista, di BancaIMI e del
Gruppo Bancario di appartenenza (IntesaSanpaolo) si invita a voler consultare il sito www.bancaimi.it.
FOCUS PAESE
Focus Inghilterra: gli analisti
consigliano prudenza
E' stata la piazza finanziaria che ha spodestato Wall Street un decennio fa,
ma oggi la Gran Bretagna è spazzata dai venti di recessione.
E i gestori consigliano prudenza.
L
La Cool Britannia non esiste più. Quella che per dieci anni - Europa e ha lambito anche l'isola della Manica. Qui le prime
dal 1997 in avanti con l'avvento dei New Labour al governo evidenze sono emerse dal mercato delle abitazioni, che hanno
sotto la guida di un carismatico Tony Blair -- è stata la Gran registrato una repentina inversione di tendenza dei prezzi:
Bretagna alla moda e finanziariamente smaliziata, adesso dopo essere cresciuti a un ritmo medio annuo del 7% nei
appare solo come un'etichetta stinta. I lustrini del glamour, primi dieci mesi del 2007, in novembre e in dicembre sono
che tanto hanno fatto parte della politica e dell'economia di calati rispettivamente dello 0,8 e dello 0,5% sul mese precequegli anni, non abitano più al numero 10 di Downing Street. dente. "E' stato però ad aprile e maggio che la situazione è preE non è solo colpa dell'esito delle recenti elezioni del sindaco cipitata e sono emerse chiaramente le ripercussioni sulle famiche ha fatto Londra, svoltando a destra. Sulle sponde del glie", spiega Giorgio Radaelli, Chief Global Strategist di Bsi a
Tamigi la crisi dei mutui americani subprime ha attecchito Lugano, ricordando che i prezzi degli immobili sono scesi del
come la gramigna, gettando nel baratro i blasonati colossi del 4,2% su base annua a maggio e del 6,9% dal picco di ottobre
2007. E adesso? Secondo lo strategist c'è
credito di sua Maestà. Da Royal Bank
poco da stare allegri: le prospettive sono di
of Scotland a Northern Rock, passanulteriori cali per diversi trimestri. A suo avvido per Halifax, Barclays, HBOS e
so, infatti, "l'inversione di tendenza del settoBradford & Bingley, non c'è istituto
re dopo la crescita dei prezzi degli ultimi
britannico che negli ultimi mesi non
anni peserà soprattutto sui consumatori,
abbia dovuto bussare alla porta dei
che iniziano a evidenziare maggiore pessimisuoi azionisti a caccia di capitali per
smo e che, ci aspettiamo, rallenteranno senrimpinguare i forzieri ormai a secco.
sibilmente la dinamica dei consumi". Uno
Colpa anche di un quadro congiuntuscenario questo delineato che presupporale che presenta molte ombre -- la
ne un aumento dei rischi per la crescita,
fiducia dei consumatori a maggio crolmentre sui mercati sta iniziando a diffonlata ai minimi dal 1994, l'inflazione
dersi la paura di recessione. "Il periodo
galoppante, la BoE che non può
più difficile dovrebbe essere la seconda
abbassare i tassi al 5% ( i più alti in Jorg Schneider, Gestore Azionario
parte del 2008 -- avverte - . Ma a prescinEuropa), i prezzi delle case a picco - e
che ha fatto perdere smalto anche quelli che una volta erano dere dall'effettivo verificarsi di una recessione, i prossimi
considerati i golden boys della City. Così respirando aria di anni vedranno una crescita non lontana dall'1% in media,
recessione Londra è oggi una piazza finanziaria che secondo i sensibilmente inferiore agli ultimi quindici anni quando il
gestori interpellati da /ETF NEWS/ offre poche opportunità Pil medio annuo era intorno al 2,9%, a causa della necessità di rientro degli eccessi del settore immobiliare e finandi investimento e lascia aperti parecchi interrogativi.
ziario".
Bye bye al feeling-good factor, addio al fattore benessere.
Nel Regno Unito l'attività economica ha continuato a espan- Purtroppo tutta questa prudenza non è un caso isolato. "La
dersi a ritmo sostenuto fino al terzo trimestre 2007 (+2,7% in posizione della Gran Bretagna diverrà ancora più difficile di
ragione d'anno), grazie alla crescita dei consumi e degli inve- quanto si sia previsto finora", commenta anche Jorg
stimenti delle imprese. Poi a fine anno la svolta: la crisi del cre- Schneider, gestore specializzato sul mercato inglese di Union
dito innescata dei mutui americani subprime è arrivata in Investment. Le ragioni principali di tutto ciò -- adduce
9
10
FOCUS PAESE
l'esperto tedesco sono la forte
dipendenza
dal
sistema finanziario
britannico da cui
proviene un terzo
del Pil come avviene in Germania
ma con una differenza sostanziale:
qui la debolezza
del sistema finanziario non può
essere compensata
Martin Kinsler, Gestore di Henderson
dal mercato dell'export, come avviene invece in Germania. "Inoltre il mercato
interno è molto debole, la Banca d'Inghilterra non può abbassare i tassi in maniera consistente come negli Stati Uniti perché fortemente legata alla politica monetaria della Banca
Centrale Europea e deve tenere conto dell'inflazione con la
conseguenza che i consumatori inglesi faticano più di altri nel
Vecchio Continente ad ottenere prestiti", fa quadrato
Schneider.
Azioni e bond sotto il Big Ben, ecco come scegliere
E' lo spettro subprime che tiene ancora col fiato sospeso i banchieri della City: il recente annuncio dell'ingresso del fondo di
private equity americano Tpg nel capitale dell'istituto specializzato nei mutui, Bradford & Bingley, per far fronte al tracollo dei conti subito per una cattiva gestione dei mutui americani che ha ridotto del 48% i profitti della banca nei primi quatto mesi dell'anno ha fatto riemergere le preoccupazioni che
altre cattive sorprese possano essere dietro l'angolo. *Patrizio
Pazzaglia, direttore investimenti di Bank Insinger de
Beaufort* consiglia di mantenere i nervi saldi: "Nel suo complesso questo mercato è da pesare in maniera neutrale, senza
essere pessimisti perché potrebbe avere una leva molto interessante costituita dalla politica che la Bank of England intende
portare avanti sui tassi d'interesse, attualmente i più alti della
media per fronteggiare l'inflazione". Il problema britannico
parla dunque la lingua dei broker e degli avvocati d'affari: "E'
squisitamente finanziario perché potenzialmente gli istituti
sono adesso più esposti alle notizie cattive provenienti dal settore immobiliare -- specifica il gestore --. Le banche inglesi
potrebbero essere penalizzate sia da svalutazioni sia da risultati inferiore alle attese della gestione tipica". Nonostante tutto
Pazzaglia vede ancora valore. E' il caso di "Llodys dedicato al
retail e Hsbc esposto sui paesi emergenti che grazie a questa
sua visione conservativa potrebbe essere gettonato in un portafoglio di titoli finanziari". "Concordo -- gli fa eco *Schneider
di Union* -- gli istituti britannici al momento si trovano in
una situazione piuttosto difficile: le perdite elevate, conseguenza della crisi dei mutui subprime e i bassi interessi di capitale delle società complicano le approvazioni dei crediti e poi
sono a rischio molti dei crediti garantiti sinora. Al momento
però rimangono dei nomi interessanti nel settore come la
società assicuratrice Lloyds che sembrerebbe passata quasi
indenne dalla crisi del mercato finanziario, così come alcune
altre imprese simili che operano come broker nel mercato
interbancario e traggono profitto dall'alta volatilità". "In effetti il sistema finanziario inglese ha dei fondamentali interessanti e gli aumenti di capitali fatti effettuati da alcune delle principali banche del Paese rafforzeranno la loro posizione finanziaria", nota *Martin Kinsler, gestore del fondo Henderson
Horizon Global Financials*. "Le valutazioni di alcuni istituti
stanno diventando effettivamente appetibili, ma rimangono aperte troppe domande fondamentali: a che punto del
ciclo ci troviamo adesso? Arriveranno nuove svalutazioni?
Gli aumenti di capitali sono finiti?", si chiede Kinsler.
Secondo Pazzaglia valgono bene una scommessa anche il comparto Tlc con in testa Vodafone, leader nella telefonia cellulare oltremanica e quello delle materie di base. "Ci sono numerosi titoli quotati a Londra come AngloAmerica e Rio Tinto,
realtà che possono beneficiare di un rialzo futuro delle materie prime nonostante i prezzi siano saliti già molto e società
come Lonmin, specializzata nel platino". Da non farsi sfuggire le opportunità energy come British Petroleum e tra le
utilities Centrica e National Grid, mentre nella grande
distribuzione Pazzaglia pur non nascondendo che una
certa cautela è d'obbligo scova un titolino: Tesco, una storia consigliata "perché riesce ad avere una buona presenza,
senza risentire della caduta dei margini". Radaelli suggerisce di puntare sui bond gilt, i Btp della Gran Bretagna,
definendoli l'investimento migliore in Inghilterra.
"Temiamo che l'economia Uk non andrà in recessione, ma
sicuramente subirà un grosso rallentamento. Con un
outlook in forte peggioramento è quindi difficile pensare
che i listini azionari UK possano fare bene. Per questo il
nostro consiglio è privilegiare i bond". Da inizio anno il
Ftse ha però fatto meglio delle altre piazze. Per lo strategist
è però ben poca cosa. "Londra -- spiega - ha beneficiato del
contributo del comparto minerario e petrolifero, che pesano molto, ma escludendo questi due settori il saldo non è
così positivo. Guardando avanti l'investimento migliore
potendo scegliere tra le asset class sono le obbligazioni, che
soffriranno, ma non meno degli altri Paesi", è il suo consiglio, con una ultima chicca: "Quando l'inflazione inizierà
a scendere i tagli dei tassi arriveranno qui e saranno più
pesanti rispetto ad altri paesi. E il tutto lascia pregustare
che offriranno buoni rendimenti".
Micaela Osella
APPROFONDIMENTO
11
Petrolio da primato tra stime
e scommesse al rialzo
Il petrolio rallenta la sua corsa, ma gli
investitori continuano a scommettere
sulla sua crescita nei prossimi mesi.
S
Si attenuano le fiammate del prezzo del petrolio, appesantito dal rafforzamento del dollaro e dai timori legati al
rallentamento della domanda mondiale di greggio.
Nonostante la correzione della scorsa settimana, il prezzo
dell'Oro nero si è consolidato sopra la soglia dei 120 dollari al barile. Il cammino rialzista del petrolio è ormai in
atto da qualche anno a questa parte: se durante la seconda guerra del Golfo (2003) il prezzo del barile vacillava
poco sopra i 20 dollari, nel corso del 2007 si è assistito
alla vera e propria impennata delle quotazioni. Il prezzo
del greggio è schizzato alle stelle, inanellando una serie di
massimi storici che lo hanno portato ad infrangere, ed è
storia dei nostri giorni, la barriera psicologica del 135
dollari al barile. Primati sostenuti dal fattore speculazione anche se sono svariate le problematiche contingenti e
i problemi strutturali che sono alla base del rally del greggio. Sono in costante crescita, infatti, anche i timori circa
la possibilità del mondo di produrre tanto petrolio quanto richiesto complice soprattutto la forte domanda in
arrivo dai Paesi emergenti, Cina in particolare. Inoltre,
alla forza dell'Oro nero ha contribuito in maniera decisiva anche la forte svalutazione del biglietto verde, che
negli ultimi dodici mesi ha perso circa il 16% nei confronti dell'euro.
Intanto, cavalcando l'onda lunga della crescita dei prezzi
del petrolio, sono sempre più numerosi gli investitori che
scelgono gli Exchanged traded commodities (Etc) per
riprodurre le performance senza alcun effetto leva.
L'andamento positivo di questi prodotti si può riscontrare nei numeri: da inizio anno ad ora, l'Etfs Energy ha
registrato una crescita superiore al 30% e ha mostrato
soloqualche timido segnale di cedimento una settimana
fa (-0,27%) in coincidenza del dietro front del prezzo del
petrolio. Se si guarda nello specifico all'Etfs Crude Oil
emerge che le sue performance annuali sono aumentate
di oltre il 70%, mentre quelle relative ai primi cinque
mesi dell’anno in corso hanno segnato un progresso pari
al 25,91%.
12
APPROFONDIMENTO
Petrolio da primato, le previsioni degli analisti...
Nessuno sa dire quando le fiammate del petrolio si interromperanno. E tra le previsioni dell'ultimo periodo, è la
tesi rialzista quella più diffusa. Nel mese di maggio a
scuotere gli ambienti finanziari è stata la previsione dell'analista Arjun Murti di Goldman Sachs, lo stesso che
nel 2005, con l'asticella del barile ben al di sotto i 100
dollari, aveva ipotizzato che si sarebbe presto arrivati a
infrangere questa soglia psicologica. Sono trascorsi solo
tre anni e Murti è tornato alla carica, rischiando di trasformarsi in una vera e propria Cassandra per i mercati.
L’analista della banca d'affari statunitense ha posto un
traguardo compreso tra 150 e 200 dollari per il barile nel
giro di un paio di anni. "Pensiamo che l'attuale crisi dell'energia non si arresterà, dal momento che la mancanza
di una crescita adeguata alla richiesta di forniture sta
diventando sempre più una realtà con il risultato di un
razionamento della domanda necessaria in particolare
negli Stati Uniti", spiega il report di maggio di Goldman
Sachs sulle prospettive del petrolio. Se si entra nel dettaglio, sono due i possibili scenari messi in evidenza dall’istituto bancario a stelle e strisce: una crescita non traumatica ma costante che porterà il prezzo del barile a una
media di 110 dollari nel 2009 e di 120 nel 2010 e 2011,
o un picco a 200 dollari nel 2009 con ritracciamento
verso quota 150 nel 2010 e a 75 nel 2011 determinato da
un razionamento della domanda oltreoceano.
E sono molti gli analisti che si sono accodati alle stime
dell'istituto bancario a stelle e strisce. Come aveva già
anticipato lo scorso novembre Francisco Blanch di
Merril Lynch ribadisce che i prezzi del petrolio potrebbero superare il picco dei 150 dollari nei prossimi mesi.
Sulla stessa lunghezza d'onda il commento dell'ufficio
studi di Morgan Stanley. In un report focalizzato sul settore energetico gli esperti affermano: “Ci attendiamo che
il prezzo del petrolio continua a salire nella seconda
parte dell'anno in corso, e i margini dovrebbero essere
mantenuti anche nel 2009 nonostante l'assorbimento
degli alti costi di input”.
Lo scenario di base per il 2008 è di un possibile ridimensionamento dei prezzi che potrebbe però collocarsi in
modo più realistico alla fine dell'anno in corso, periodo
in cui potrebbero essere più evidenti i segnali di una frenata a livello globale, a condizione che la stagione degli
uragani non sia severa e quindi non porti a distruzioni
di impianti oltreoceano. È questo il giudizio espresso
dagli analisti di Mps, secondo i quali questo ridimensionamento potrebbe tuttavia difficilmente portare i prezzi
al di sotto della soglia degli 80 dollari al barile.
Andamento WTI dal 2003 a oggi
2008
2006
2004
110
100
90
80
70
60
50
40
30
20
2007
2005
2003
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic
Fonte: Elaborazione Finanza.com
WTI, volatilità dal 2004 a oggi
50
% volatilità
45
40
35
30
25
20
Gen 2004
Set 2004
Mag 2005 Gen 2006 Set 2006 Mag 2007
Gen 2008
Fonte: NYMEX, Bloomberg
Fmi, occhi puntati sul rischio inflazione
La corsa irrefrenabile del petrolio non ha mancato di
destare le preoccupazioni del Fondo monetario internazionale (Fmi). Il mercato greggio a livello internazionale
rimarrà ancora sotto pressione per qualche tempo prima
che questi alti prezzi abbiano un impatto correttivo sia
sulla domanda sia sull'offerta. È questo il commento di
Simon Johnson, capo economista del Fmi. Quello che,
però, impensierisce maggiormente sono i rischi inflazionistici. Il Fondo monetario internazionale ha messo in
evidenza come sia un errore sottostimare le conseguenze
inflazionistiche del mercato dell'energia nella scelta
delle banche centrali mondiali in merito alle politiche
monetarie da attuare. “La persistenza delle tendenze
attuali potrebbe culminare in prezzi delle materie prime
fuori controllo e potrebbe diventare, di fatto, uno scenario insostenibile”. Ma non è tutto. Il capo economista
del Fondo monetario internazionale è andato più a
fondo: la costante crescita di questi prezzi sta impattando sui Paesi più poveri. Una questione che ha spinto il
Fmi a collaborare con le Nazioni Unite e altre agenzie
internazionali per cercare di arginare l'impatto degli elevati prezzi alimentari.
Daniela La Cava
13
OSSERVATORIO ETF
13
Etf in cifre
I MIGLIORI A 1 MESE
EUROPA - EuroStoxx 50
PREZZO €
VOLUMI
PER % 1 MESE PER % 6 MESI
TREND BT
TREND MT
LYXOR ETF RUSSIA
42,34
40154
12,52
SPA MARKETGRADER LARGE CAP
64,1
1
12,08
-0,52
▲
▲
n.d.
▲
ISHARES MSCI EASTERN EUROPE
31,44
23053
▲
10,01
-0,25
▲
SPA MARKETGRADER 100-GBP
62,72
▲
28
8,74
n.d.
▲
ISHARES DJ ST 600 IG&S SW DE
▲
45,6
89
7,27
n.d.
▲
▲
TREND BT
TREND MT
▲
▲
I MIGLIORI A 6 MESI
PREZZO €
VOLUMI
DB X-TRACKERS MSCI BRAZIL
51,84
34851
PER % 1 MESE PER % 6 MESI
4,88
19,81
LYXOR ETF COMMODITIES CRB
26,37
20850
3,33
18,89
=
▲
LYXOR ETF BRAZIL IBOVESPA
27,65
46445
1,80
16,67
▲
▲
DB X-TRACKERS MSCI EM LATIN
45,34
10983
3,75
15,02
▲
▲
DB X-TRACKERS DJ ES 50 SHORT
34,44
118106
3,96
14,67
▲
▼
PREZZO €
VOLUMI
TREND BT
TREND MT
9,9
211923
-15,49
-29,4
▼
▼
DB X-TRACKERS S&P CNX NIFTY
71,79
8369
-15,22
-28,39
▼
▼
ISHARES FTSE EPRA/NAR UK PRP
7,25
5437
-13,54
-22,79
▼
▼
ISHARES FTSE UK DIVIDEND PL
11,24
7095
-13,21
-25,3
▼
▼
DB X-TRACKERS DJ S 600 BANKS
58,79
1900
-11,03
-21,43
▼
=
Eurostoxx50
S&P Mib
Dax30
Ftse100
Cac40
Chiusura
3701
32654
6951
5991
4915
Var. % 7gg Var. % 6mesi Var. % 12mesi
-1,14
-14,72
-18,45
-0,32
-15,16
-23,57
-1,19
-11,00
-12,87
-1,31
-5,15
-10,12
-1,13
-11,40
-19,77
USA - S&P 500
I PEGGIORI A 1 MESE
LYXOR ETF MSCI INDIA
PER % 1 MESE PER % 6 MESI
I PEGGIORI A 6 MESI
PREZZO €
VOLUMI
TREND BT
TREND MT
LYXOR ETF TURKEY
34,46
18838
PER % 1 MESE PER % 6 MESI
-5,87
-31,52
▼
▲
ISHARES MSCI TURKEY
21,88
7153
-4,50
-31,39
▼
▲
LYXOR ETF MSCI INDIA
9,9
211923
-15,49
-29,40
▼
▼
DB X-TRACKERS S&P CNX NIFTY
71,79
8369
-15,22
-28,39
▼
▼
LYXOR ETF LEVER DJ STOXX 50
38,06
12843
-5,86
-26,65
▼
▲
Dow Jones
S&P 500
Nasdaq
Russell 2000
Chiusura
12403
1378
1997
739
Var. % 7gg
-1,16
-0,56
0,07
0,63
Var. % 6mesi
-6,39
-5,82
-3,02
-1,74
Var. % 12mesi
-9,31
-10,50
3,26
-13,58
Var. % 6mesi
-6,75
-21,93
8,62
10,29
Var. % 12mesi
-19,68
-10,74
31,06
31,50
FAR EAST - Nikkei
I PIÙ SCAMBIATI /QUANTITÀ
PREZZO €
VOLUMI
TREND BT
TREND MT
ISHARES S&P 500 INDEX FUND
8,89
542629
PER % 1 MESE PER % 6 MESI
-3,35
-10,33
▼
▲
ISHARES MSCI JAPAN FUND
8,9
310990
2,63
-4,81
▲
▲
LYXOR ETF MSCI INDIA
9,9
211923
-15,49
-29,4
▼
▼
ISHARES DJ EURO STOXX 50
37,94
194704
-3,19
-12,98
▼
▲
LYXOR ETF S&P/MIB
33,98
160883
-2,35
-11,97
▼
▲
I PIÙ SCAMBIATI /VALORE
PREZZO €
VOLUMI
TREND BT
TREND MT
DB X-TR II EONIA
134,57
11330580
PER % 1 MESE PER % 6 MESI
0,34
1,97
=
=
LYXOR ETF EURO CASH EONIA
102,88
9974053
0,35
2,00
=
=
LYXOR ETF DAX
68,95
9362237
-1,54
-11,38
=
▲
ISHARES MSCI JAPAN FUND
8,9
6352235
2,63
-4,81
▲
▲
ISHARES DJ EURO STOXX 50
37,94
4403026
-3,19
-12,98
▼
▲
Giappone
Cina
Russia
Brasile
Chiusura
14436
544
2394
70012
Var. % 7gg
5,30
-0,79
-0,10
-1,38
COMMODITY - Crb
I PIÙ ATTIVI /VALORE
PREZZO €
VOLUMI
TREND BT
TREND MT
EASYETF IBOXX LQ SOV LONG
152,51
288%
PER % 1 MESE PER % 6 MESI
-1,61
-0,46
▼
▼
DB X-TR II IBX GBL INF-LKD
155,04
277%
-0,21
1,67
=
=
Chiusura
Var. % 7gg
Var. % 6mesi
Var. % 12mesi
ISHARES $ TREASURY BOND 7-10
102,73
205%
-1,71
-5,67
▼
▼
Crb
420
-1,30
23,42
33,02
LYXOR ETF DOW JONES IND AVG
81,57
201%
-4,95
-9,8
▼
▲
Brent
123
-5,72
39,87
86,57
LYXOR ETF DJ STX 600 TECHNOL
25,54
198%
1,63
-15,77
▲
▲
Oro
876
-2,72
9,32
30,61
Cacao
2781
6,06
31,61
49,84
Nelle tabelle sono riportati solamente gli Etf quotati sul segmento ETFplus di Borsa Italiana Spa. I dati sono elaborati su base quindicinale. Il trend indicato nelle ultime due colonne è dato dall’incrocio di due medie mobili. Per quella di breve periodo, l’indicazione è positiva tutte le volte che la media mobile esponenziale a 5 giorni perfora verso l'alto quella a 20 giorni mentre è negativa ogni
volta che la media a 5 giorni perfora verso il basso quella a 20 giorni. Per quello di medio termine l’indicazione è positiva tutte le volte che la media mobile esponenziale a 20 giorni perfora verso
l'alto quella a 50 giorni mentre è negativa ogni volta che la media a 20 giorni perfora verso il basso quella a 50 giorni.
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OSSERVATORIO ETF
Commento
agli Etf
ORO
Il movimento laterale messo a segno dai mercati azionari nell’ultimo mese ha visto gli indici internazionali registrare variazioni
contenute in un contesto di generale contrazione della volatilità.
Non stupisce quindi che la classifica delle migliori e delle peggiori performance mensili siano capeggiate dagli strumenti che consentono un'esposizione verso i principali mercati emergenti a livello internazionale, da sempre soggetti ad
oscillazioni più marcate. La migliore performance
mensile è stata ottenuta dal Lyxor Etf Russia
(+12,5%), uno strumento specializzato nelle società dell'ex impero sovietico. Da segnalare sempre anche la buona prestazione mensile dell'iShares Msci Eastern Europe, che consente un
investimento diversificato nei paesi dell'Europa dell'est. Maggio
da dimenticare invece per gli investimenti focalizzati sul mercato
indiano: il Lyxor Etf Msci India ed il db x-tackers S&P CNX
Nifty si sono infatti aggiudicati la maglia nera incassando un calo
superiore ai 15 punti percentuali. A sei mesi le peggiori performance rimangono ancora quelle degli Etf specializzati sul merca-
to indiano (-28% circa), battuti solamente
da quelli che replicano il mercato turco: il
Lyxor Etf Turkey e l'iShares Msci Turkey
portano a casa entrambi un calo superiore ai 31 punti percentuali. Il maggiore interesse degli investitori
si è concentrato ancora una
volta sull’Ishares S&P 500,
con scambi medi giornalieri per
542mila pezzi. Seguono a ruota l'iShares
Msci Japan (310 mila pezzi) ed il Lyxor Etf India (211 mila pezzi).
A livello di scambiati per controvalore si conferma la leadership
degli Etf di liquidità che puntano sull'Eonia (db Eonia 11,3 mln
di pezzi; Lyxor Euro Cash 9,9 mln di pezzi), mentre tra i più attivi per valore si segnalano ben 5 prodotti che hanno registrato un
incremento dei volumi di negoziazione superiori o comunque
prossimi al 200%. Si segnala in particolare l'EasyEtf Iboxx Lq Sov
Long che ha visto i propri volumi crescere di quasi il 300%.
Lyxor GBS (Lyxor Gold Bullion Securities) è il 1° strumento del
proprio genere, in Europa, per patrimonio: oltre 3.400 Milioni
di dollari (USD), garantiti da 112 tonnellate d’oro*.
Lyxor GBS è stato il 1° strumento quotato in Europa a replicare
il rendimento dell’Oro garantendo ogni nuovo titolo emesso
con oro fisico (circa 1/10 di oncia) depositato presso il caveau di
Londra della banca depositaria HSBC**.
Negoziazione su Borsa Italiana come un’azione - Lotto minimo:
Lyxor GBS
112 Tonnellate d’oro
(3400 Milioni di dollari)
Investi nell’ORO con il n° 1:
Lyxor GBS
1 titolo (circa EUR 60) - Commissioni Totali (TER): 0,4% all’anno
- Liquidità garantita da Banca IMI, UniCredit e Société
Générale.
Lyxor Gold Bullion Securities - Codice Negoziazione: GBS - Isin: B00B00FHZ82
FINANCE
Richiedi gratuitamente la documentazione a:
Numero Verde 800-92.93.00
www.lyxorgbs.it I [email protected]
(*) Al 19/03/2008 Lyxor GBS aveva un patrimonio di USD 3.430 Milioni, pari a Tonnellate 112,84 d’oro (fonte dati: www.lyxorgbs.it).
(**) Lyxor GBS è stato il 1° titolo garantito da Oro fisico ad essere quotato in Europa (London Stock Exchange - 31/03/2004) ed in Italia (Borsa Italiana - 20/04/2007). 1 oncia Troy = g. 31,1035. L’oro a garanzia
diminuisce gradualmente per effetto della commissione di gestione: al 19/03/2008 1 titolo dava diritto ed era garantito dal 98,464% di 1/10 di oncia d’oro. (fonte dati: www.lyxorgbs.it e Bloomberg).
“Lyxor Gold Bullion Securities” è uno strumento finanziario ammesso alla quotazione su Borsa Italiana S.p.A..
Il presente annuncio è un messaggio pubblicitario e non costituisce offerta di vendita o sollecitazione all’investimento. Prima dell’acquisto leggere il Prospetto
Informativo e la Nota Sintetica disponibili su www.lyxorgbs.it e presso Société Générale – via Olona n. 2 - 20123 Milano.
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