1 Deutsche Bank, le profonde radici di un amicizia forte con

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1 Deutsche Bank, le profonde radici di un amicizia forte con
Deutsche Bank, le profonde radici di un amicizia forte con l'Italia
Cinque domande a Maurizio Gemelli - Segretario Responsabile First Cisl gruppo
Deutsche Bank
1) Deutsche Bank nasce a Berlino nel 1870 per promuovere e facilitare le
relazioni commerciali tra la Germania e i mercati internazionali.
Nel 1890 Deutsche Bank e il Berliner Handels Gesellschaft costituiscono il
Consorzio di garanzia e collocamento per il business italiano. Nei primi 18
mesi di attività, il Consorzio sottoscrive 4 emissioni obbligazionarie per il
Governo italiano del valore complessivo di 432 milioni di lire e nei due anni
successivi gestisce i due terzi dei prestiti e dei collocamenti del Governo
italiano, di diverse province, enti territoriali e società ferroviarie.
Partecipa alla fondazione dell’Istituto di Credito Fondiario ed insieme a
istituzioni finanziarie tedesche, austriche e svizzere, Deutsche Bank fonda
nel 1894 la Banca Commerciale Italiana a Milano e mantiene la sua
partecipazione nella banca fino al 1914, quando lo scoppio della prima guerra
mondiale ha interrotto le relazioni d’affari con l’Italia.
Il gruppo in Italia al 31/12/2014 dispone di 364 sportelli e 3368 dipendenti,
mentre l'utile netto del secondo trimestre 2015 è salito a 818 milioni (ex 238
milioni), con indicatori in forte crescita.
Come possiamo presentare il Gruppo, che ha storiche e consolidate relazioni
con il nostro Paese?
La storia della presenza del Gruppo Deutsche Bank (DB) nel nostro paese si può
dividere in due periodi:
Il primo va dal 1977 al 1986 e vede Deutsche Bank AG aprire a Milano il suo primo
Ufficio di Rappresentanza che si trasformava, due anni dopo, nella prima Filiale
italiana del Gruppo. In questa fase stiamo parlando di una Branch della Capogruppo
tedesca.
La seconda fase si inaugura nel 1986 quando Deutsche Bank AG acquisì il 100% della
Banca d’America e d’Italia, istituto nato a Napoli come ridenominazione della Banca
dell'Italia Meridionale, che da tempo contava una buona articolazione in Italia con
sportelli presenti in molte Regioni ed, in particolare, con una diffusa penetrazione in
Liguria e Campania.
Da lì a poco, nel 1994, la Banca d’America e d’Italia cambiò denominazione in
Deutsche Bank Spa ed acquisì nello stesso anno la Banca Popolare di Lecco.
Nel periodo tra il 1995 e il 1999 Deutsche Bank effettuò numerose acquisizioni a
partire da Milano Mutui Spa, trasformatasi negli anni nella divisione Deutsche Bank
Mutui.
Completa l’elenco delle operazioni di questo periodo, l’acquisizione di Finanza & Futuro
Banca (rete dei promotori finanziari).
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Di rilievo è stata poi la creazione, nel 2006, di DB Consorzio, Società di servizi che
garantisce al Gruppo Deustche Bank Italia la gestione autonoma ed efficiente delle
attività informatico-infrastutturali, di back office e dei servizi di gestione immobiliare e
amministrativi.
Dal 1° ottobre 2008 Flavio Valeri è il Chief Country Officer del Gruppo Deutsche Bank
in Italia.
2) Ai risultati positivi del Gruppo in Italia fanno da contrappeso le multe
miliardarie in entrambe le sponde dell'Atlantico assegnate dai regolatori a
Deutsche Bank, con contenziosi che hanno fortemente pesato sui conti della
Capogruppo e sul suo rating.
I
nuovi
Top
Manager
recentemente
nominati
hanno annunciato
riorganizzazioni molto radicali, con la vendita di Post Bank e l'ottimizzazione
della presenza del Gruppo.
Cosa ci si può ragionevolmente attendere dal prossimo "Piano Industriale
2015-2020" di Deutsche Bank, relativamente alla futura presenza in Italia?
Dopo le recenti decisioni che hanno portato al cambiamento dei vertici (i due
Amministratori Delegati, Anshu Jain e Juergen Fitschen, hanno deciso l’uscita in
anticipo ed il britannico John Cryan, banchiere di lungo corso in Ubs che siede già nel
Consiglio di Sorveglianza del Gruppo tedesco, sarà Amministratore Unico dal maggio
2016) è evidente che ci sarà un cambio radicale anche della strategia operativa, con
l’avvio di forti tagli ed il ritiro da 7-10 paesi.
Un piano di risparmi per complessivi 3,5 miliardi di euro insieme alla cessione di
Postbank, già ricordata.
Questa strategia di forti risparmi e tagli non dovrebbe però comportare ricadute in
Italia, dove invece la presenza di Deutsche Bank è premiata da anni da risultati
lusinghieri che ne hanno fatto la realtà europea più importante dopo la Germania.
A dimostrazione della consolidata convinzione della rilevanza strategica della presenza
in Italia, basta ricordare il recente costante aumento del numero di filiali e sportelli,
anche e soprattutto in aree geografiche del nostro paese che finora erano state un po’
trascurate.
Presto conosceremo anche qualcosa di più dettagliato dalla voce dello stesso Chief
Country Officer Valeri che a Settembre incontreremo proprio alla luce dei recenti fatti
e dell’imminente Piano Industriale.
3) Abbiamo detto che le due banche “storiche” che sono state al centro della
crescita della presenza in Italia di Deutsche Bank erano la Banca d’America e
d’Italia e la Banca Popolare di Lecco.
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Queste banche territoriali vantavano una positiva e consolidata tradizione di
buone Relazioni Sindacali, particolarmente importanti per affrontare i grandi
cambiamenti del settore bancario.
Come sono oggi i rapporti tra l'Azienda e le Organizzazioni Sindacali?
I rapporti tra Sindacato e Management aziendale sono stati caratterizzati negli ultimi
anni da fasi alterne (io le definisco “schizofreniche”), con momenti di grande difficoltà
e tensione alternati ad altri di profonda attenzione dei reciproci ruoli ed interessi,
sfociati in ottimi accordi sindacali contraddistinti da senso di responsabilità e
lungimiranza.
Potrei annoverare tra i primi, il difficile momento che abbiamo vissuto nel 2011 con la
proclamazione di uno sciopero di tutti i lavoratori del Gruppo Deutsche Bank Italia, a
fronte della cessione del ramo di azienda costituito dall’Unità Organizzativa CRES e
dalle correlate attività di buying e contabilità fornitori, ad una società esterna al
perimetro dell’area contrattuale del credito.
Anche in questi giorni stiamo registrando un clima….diciamo così…..complesso, con la
denuncia da parte nostra di una escalation delle pressioni commerciali accompagnata
da una difficoltà dell’attuale organico della rete, a far fronte di continui incrementi dei
carichi operativi.
4) Il Gruppo ha confermato nel 2015 il Vap erogato nell'esercizio precedente,
mentre in virtu' degli impegni a suo tempo sottoscritti, sino al 2017, non vi
saranno fuoriuscite collettive di personale.
Vogliamo fare il punto proprio sul fronte delle politiche commerciali e sulla
qualità della vita lavorativa all'interno del Gruppo, che vanta politiche di
sostenibilità di eccellenza, vedi ad esempio il dato del numero dei dipendenti
che partecipano al volontariato d’azienda in aumento in tutti i paesi (già nel
2009, il 14% dei dipendenti di Deutsche Bank ha contribuito con 34.240
giornate di lavoro volontario)?
La domanda coglie nel segno!
Suona un po’ distonico infatti il dato che si evince dall’aspetto evidenziato (il lavoro
volontario che i dipendenti forniscono con un aiuto concreto o condividendo le loro
conoscenze ed esperienze come mentori o consulenti alle Organizzazioni non profit per
raggiungere il maggiore beneficio sociale con ogni iniziativa) con la questione delle
politiche commerciali che, come accennavo, stanno superando i livelli di guardia, con
un evidente peggioramento della qualità della vita lavorativa.
Ecco, anche guardando questo aspetto, si nota quella che definivo “schizofrenia” nella
gestione delle problematiche operative e del personale.
A volte ci troviamo di fronte ad una Azienda dal taglio quasi “paternalistico” , in altre
fasi ci dobbiamo confrontare con una logica da pura Multinazionale !
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5) Intenso è il dibattito in previsione del consolidamento del settore bancario
nazionale, con la riforma della governance delle Banche Popolari.
Quale ruolo potrebbe giocare il Gruppo Deutsche Bank per valorizzare la sua
presenza nel nostro paese, nata il secolo scorso e costruita con acquisizioni
mirate realizzate nel corso degli anni?
Su quello che potrebbe essere il ruolo di Deutsche Bank nel futuro quadro del nostro
settore (.... non credo che riguardi la governance delle Banche Popolari), direi che
sarà importante quello che ci comunicherà, nel previsto prossimo incontro con le
OO.SS., il Chief Country Officer Flavio Valeri che, tra l’altro, è di recente stato eletto
Vice Presidente di ABI.
Deutsche Bank ha con l’Italia un rapporto forte e di lungo periodo, che negli anni si è
sempre più intensificato come partner del nostro paese a 360 gradi, a fianco di
istituzioni, imprese, famiglie e realtà di primo livello in ambito economico e sociale.
Credo che questi aspetti possano far prevedere una conferma se non un
rafforzamento della presenza sul territorio ed un ruolo da protagonista nell’auspicabile
“ripartenza” del “sistema Italia”, sia per quanto riguarda il settore del credito, sia per
quello dello sviluppo economico in senso ampio delle imprese e del paese.
Mi auguro tutto questo, soprattutto per il mondo del lavoro e per la valorizzazione dei
livelli occupazionali, che rappresentano il baricentro della nostra attività, a servizio dei
lavoratori e delle lavoratrici del nostro gruppo bancario.
Gianni Vernocchi
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