Alexander - La costruzione del male

Transcript

Alexander - La costruzione del male
LA COSTRUZIONE SOCIALE DEGLI UNIVERSALI MORALI.
L’OLOCAUSTO DA CRIMINE DI GUERRA A TRAUMA CULTURALE
•
Che cosa ha reso possibile che un evento storicamente situato e originariamente traumatico
per uno specifico gruppo sociale nel corso degli ultimi 50 anni sia stato ridefinito come
traumatico per l’intero genere umano e trasformato in un simbolo universalizzato di
sofferenza umana e di male morale?
•
Come è avvenuta questa trasformazione culturale?
IDENTIFICAZIONE PSICOLOGICO-EMOTIVA
ESTENSIONE SIMBOLICA
•
1945: mass media negli Stati Uniti: “atrocità”
(spersonalizzazione: assassini e vittime visti come anormali)
•
Perché? Perché non riconosciuto subito come ‘male radicale’ e unico?
•
TEORIA PROFANA DEL TRAUMA:
(basata sul senso comune)
•
Versione illuministica: l’orrore provato dagli osservatori fu la causa della fine
dell’antisemitismo negli US dopo la WWII
(natura essenzialmente morale come effetto dell’Illuminismo)
•
Versione psicoanalitica: reazione di silenzio e stupore. Solo dopo tanti anni di oppressione
e mancanza di riconoscimento gli individui riusciranno a parlare di ciò che è successo e
reagire
Fallacia “naturalistica” della teoria profana del trauma
•
Nella realtà, nessun trauma si interpreta da solo, ma in base ad una
STRUTTURA CULTURALE
1. LA COSTRUZIONE CULTURALE DEL TRAUMA
1. CODIFICA, VALUTAZIONE, NARRAZIONE:
•
In ogni momento della costruzione di un discorso pubblico le cronache dei fatti devono
essere inserite all’interno di cornici interpretative (frames) di codifica, valutazione e
narrazione
•
Un evento traumatico deve diventare il male, conosciuto e codificato come:
- male contingente e relativo che può essere superato, oppure come
- male ontologico
(Questione di RAPPRESENTAZIONE)
2. IL CONTROLLO DEI MEZZI DI PRODUZIONE SIMBOLICA:
•
Nel 1945 USA come democrazia combattente per un nuovo mondo
3. LA CREAZIONE DELLA STRUTTURA CULTURALE
•
tipizzato come esempio tipico o possibile di un fenomeno, importanza delle categorie
interpretative già note in precedenza
2. COSTRUZIONI ANTECEDENTI
1. IL NAZISMO COME RAPPRESENTAZIONE DEL MALE ASSOLUTO
•
fine anni 30, male radicale che minacciava l’intera civiltà umana
2. INTERPRETARE LA “NOTTE DEI CRISTALLI”: IL NAZIMO COME ANTISEMITISMO
•
9-10 novembre 1938, grande risonanza sulla stampa statunitense, 6 settimane dopo gli
accordi di Monaco (in teoria “ragionevoli” ai tempi)
- Processo di comprensione alimentato dal contrasto simbolico, non semplicemente
dall’osservazione: scarto tra apparente ragionevolezza della Germania e la dimostrazione di
violenza irrazionale
- NB: In quasi nessuna delle affermazioni che attestavano l’orrore del pubblico americano si trova
un qualche riferimento esplicito all’identità ebraica delle vittime della notte dei cristalli
3. L’ANTI-ANTISEMITISMO: COMBATTERE IL MALE NAZISTA COMBATTENDO
PER GLI EBREI:
•
associazione simbolica: non identificarsi con gli ebrei ma respingere l’antisemitismo
associato con il nazismo, fusione dei destini di ebrei e americani, rappresentazioni popular e
alta, coniata espressione “tradizione giudaico-cristiana” (distruggere il nemico nazista che
minacciava le sacre fondamenta della vita democratica occidentale)
3. LO STERMINIO NAZISTA NELLA NARRAZIONE PROGRESSISTA
•
•
•
All’inizio (1945-1946):
CODIFICA come male
VALUTAZIONE: come male, non come male “gravissimo”
(Richieste di intervento immediato e distruzione dei campi di concentramento)
NARRAZIONE progressista, promessa di salvezza, nazismo spazzato via dal mondo e
superato da un nuovo periodo di illuminazione culturale:
“Quando la stampa entrò nei campi di concentramento del fronte occidentale trovò che il modo più
efficace di raccontare le atrocità successe fosse di farlo descrivendole come una cronaca di
LIBERAZIONE”
•
PROBLEMA DI CODIFICA:
IL MALE ERA IL NAZISMO, NON LO STERMINIO DEGLI EBREI:
- NAZISMO COME TRAUMA ‘LIMINALE’, grave ma temporaneo, storicamente situato,
da superare (e dimenticare)
- STERMINIO COME TIPICA ‘STORIA DI GUERRA’, non anormale
genera distanziamento, non identificazione con le vittime
•
- Introduzione del termine genocidio (pulizia etnica di un intero popolo)
- Introduzione del capo d’accusa Crimini contro l’umanità al Processo di Norimberga
(1945-1946)
•
TUTTAVIA, QUESTO PASSO VERSO L’UNIVERSALIZZAZIONE DELLA
RAPPRESENTAZIONE PUBBLICA DEL GENOCIDIO DEGLI EBREI FU
RELATIVAMENTE LIMITATO LA NARRAZIONE PROGRESSISTA PREVEDEVA
LA TRIONFANTE ESPULSIONE DEL MALE, NON IL RICORDO DELLO
STERMINIO
PURIFICARE L’AMERICA E REDIMERE LO STERMINIO DEGLI EBREI
DOPO 1945:
- accanimento contro episodi di antisemitismo nei confronti degli ebrei negli US e contro
quote d’accesso a istruzione e lavoro (viste come porte chiuse)
- anche grazie a impegno politico pubblico di intellettuali ebrei che entravano dopo il 1945
nella sfera pubblica come avvocati della propria causa
•
•
•
•
ANTI-ANTISEMITISMO entra nella cultura popolare americana, editoria e soprattutto
cinematografia che presentava narrazioni fortemente progressiste (al limite dell’utopico)
Essere contro il nazismo significava essere contro l’anti-semitismo
MA: ANTI-ANTISEMITISMO E SUOI EFFETTI RAPPRESENTÓ IL TRIONFO SUL
NAZISMO, NON IL RICONOSCIMENTO DEL TRAUMA DELL’OLOCAUSTO
PUNTO CRITICO:
- Ciò CHE ERA UN TRAUMA PER LE VITTIME NON ERA UN TRAUMA PER IL
PUBBLICO
- L’OBIETTIVO ERA FOCALIZZATO NON SULL’OLOCAUSTO MA SUL BISOGNO
DI LIBERARE LA SOCIETÀ DEL DOPOGUERRA DA IMPURITÀ COME IL
NAZISMO E DI COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE
4. IL GENOCIDIO DEGLI EBREI NELLA NARRAZIONE TRAGICA
•
•
•
NUOVA STRUTTURA CULTURALE:
NARRAZIONE che ha dato al male dello sterminio un peso significativamente maggiore,
ha considerato lo sterminio di massa in modo radicalmente diverso con conseguenze
fondamentali fino ai giorni nostri
CODIFICAZIONE resta, sterminio in quanto male
VALUTAZIONE cambia, molto più pesante
•
No tipizzazione del nazismo come uno dei mali possibili ma STERMINIO come EVENTO
UNICO, senza precedenti,
come MALE SACRO (Durkheim)
•
Oggi non ci si riferisce mai all’Olocausto senza in qualche modo presupporne
l’inspiegabilità, l’irrazionalità, l’unicità.
•
Come parte dello schema nazista di dominazione del mondo, il massacro degli ebrei era
malvagio, ma almeno era comprensibile.
Come male sacro, tenuto distinto dai fenomeni di male ordinario, esso divenne misterioso e
inesplicabile.
•
•
•
QUESTA DIVERSITà DEL MALE SACRO RICHIEDEVA CHE IL TRAUMA
DELL’OLOCAUSTO VENISSE RINOMINATO (non più sterminio o genocidio) PER
SOTTOLINEARNE L’UNICITà,
TERMINE ‘OLOCAUSTO’ DA INIZIO ANNI 60
(ETIMOLOGICAMENTE: ‘QUALCOSA DI COMPLETAMENTE BRUCIATO’)
“Questa nuova identità linguistica [sterminio – genocidio Olocausto] permise agli assassinii di
massa degli ebrei di diventare una metafora-ponte: offriva l’estensione simbolica assolutamente
necessaria affinché il trauma del popolo ebraico diventasse un trauma per tutta l’umanità.
L’altro ingrediente necessario, l’identificazione psicologica, non era lontano. Dipendeva dalla
configurazione di questa simbolizzazione del male, il cui peso era stato da poco rivalutato,
all’interno di una diversa cornice narrativa.
Nel frame narrativo progressista, l’assassinio di massa degli ebrei non costituiva un epilogo ma un
principio. Era parte dell’enorme trauma della Seconda guerra mondiale, ma nel periodo del
dopoguerra esso, insieme ad altri episodi di terrore nazista, fu considerato come un trauma della
nascita, un momento di crisi in una cronologia che alla fine sarebbe stata sistemata.
Al contrario, il nuovo, emergente status storico-mondiale dell’assassinio di massa suggeriva che
esso rappresentava un punto finale, non un nuovo inizio, un trauma di morte piuttosto che un trauma
di nascita, una causa di disperazione, non l’inizio di una speranza.
Al posto della storia progressista, quindi, iniziò ad emergere la narrazione della tragedia.”
[Alexander 2006, pp. 66-67]
• OLOCAUSTO NON COME EVENTO MA COME
“ARCHETIPO DELLA TRAGEDIA”
IN CUI NON C’è REDENZIONE ATTRAVERSO IL PROGRESSO, NON C’è UN FINALE
FELICE, I PROTAGONISTI NELLA TRAGEDIA NON RIESCONO AD ESERCITARE UN
CONTROLLO SUGLI EVENTI, NON C’è TRASCENDENZA (andare oltre) MA CATARSI
(ritornarvi, rievocazione purificante)
•
Personalizzazione del dramma e delle sue vittime (aumenta l’identificazione al di là delle
stesse vittime ebree, e il senso di colpa morale al di là degli stessi nazisti)
•
•
•
Nella costruzione e trasmissione della narrazione tragica dell’Olocausto giocarono un ruolo
critico una serie di concrete drammatizzazioni – libri, film, opere teatrali e show televisivi
ANNA FRANK
Pubblicato in Olanda nel 1947, in inglese nel 1952, 1955 opera teatrale, 1959 film
Focus non su guerra (esterna, inesperibile) ma su inquietudini interiori e relazioni umane
•
Allargamento della cerchia dei colpevoli
•
1961: processo a Adolf Eichmann a Gerusalemme: rappresentazione al singolare a
personalizzata degli assassini nazisti, grande eco nei media, pubblicati decine di libri
Hannah Arendt : banalità del male (poteva essere chiunque, non diverso da altri)
Connessione tra pubblico e antagonista
SCHINDLER’S LIST
•
•
•
Perdita del controllo dei mezzi di produzione simbolica
•
foto dai campi di concentramento 1945: gli americani sottraggono ai nazisti il controllo del
processo di rappresentazione e si presentano come gli eroici portatori del bene all’interno
della narrazione progressista
anni 60 (68) – anni 70: le democrazie occidentali sono obbligate a lasciare questa loro
posizione di dominio sulla narrazione (perdita del controllo dei mezzi di produzione
simbolica)
guerra in Vietnam (America diventa Amerika: foreste con bombe al napalm come camere a
gas)
movimenti di protesta (studenteschi, afro-americani, femministi)
rivalutazione delle giustificazioni al lancio delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki
•
•
•
•
Revisione simbolica della narrazione progressista:
Se gli Stati Uniti commettevano crimini di guerra, che possibilità ci poteva essere per le
società moderne e democratiche di lasciarsi per sempre alle spalle gli stermini di massa?
COSTRUZIONE DELLA MEMORIA DELL’OLOCAUSTO
•
Quanto più si è consolidata la sensazione che l’Olocausto sia stato un evento unico nella
storia umana e le sue implicazioni morali sono state paradossalmente generalizzate, tanto
più il tragico dramma del trauma è diventato oggetto di commemorazione.
- Centri di ricerca universitari
- Archivi dell’Olocausto (es: 1981 Archivio Video dell’Olocausto, Univ. Yale
1994 Shoah Visual History Foundation di Spielberg)
- Monumenti per onorare le vittime della tragedia (es: Berlino)
- Musei estremamente grandi e costosi (es: a Washington e a San Francisco)
- Giornata della memoria della Shoah
- Testimonianze dei sopravvissuti (scuole / manifestazioni commemorative)
•
L’esperienza del trauma può essere compresa come un processo sociologico che definisce il
dolore inflitto alla comunità, identifica le vittime, attribuisce le responsabilità e stabilisce le
conseguenze ideali e materiali. Nella misura in cui l’esperienza dei traumi è vissuta, e quindi
i traumi sono immaginati e rappresentati in questo modo, l’identità collettiva verrà
trasformata in modo significativo anche attraverso una ricerca nella memoria del passato
collettivo. Le lezioni del trauma in questo senso prendono forma oggettiva all’interno di
musei e monumenti.
•
•
•
Bene sacro e male sacro come concetti liquidi e astratti
Oggettivazione intensifica il ricordo e istituzionalizza i suoi insegnamenti morali
Approfondisce l’identificazione psicologio-emotiva e amplia l’estensione simbolica
Non promuovere l’Olocausto come evento rilevante del passato, ma aumentare pluralismo e
giustizia oggi
•
•
NARRAZIONE PROGRESSISTA NARRAZIONE TRAGICA
COSTRUZIONE DELL’OLOCAUSTO COME TRAUMA CULTURALE
•
Effetti:
- intensificazione dell’identificazione psicologica-emotiva e dell’estensione simbolica
- ampliamento del pubblico e dell’importanza del trauma
- “rigonfiamento del male”
- universalizzazione delle questioni morali nate dagli stermini di massa degli ebrei
- separazione delle questioni riguardanti il sistematico esercizio della violenza contro gruppi
etnici da qualsiasi tipo specifico di etnia, religione, nazionalità, tempo o spazio
OLOCAUSTO COME METAFORA-PONTE
•
•
•
Metafora di collegamento che gruppi sociali di diverso potere e legittimità hanno utilizzato
per definire logicamente come bene o come male gli eventi storici in corso
L’Olocausto ha insegnato ad identificare come il male più profondo l’impiego sistematico
della violenza contro i membri di un gruppo collettivo stigmatizzato.
In base a questa identificazione, oggi ad ogni individuo anche non direttamente coinvolto è
richiesto di reagire in quanto crimine contro l’umanità, minaccia all’esistenza futura
dell’umanità stessa.
1) METONIMIA
•
“Colpa metonimica”:
•
“Rigonfiamento” del male dell’Olocausto
(male sacro, da crimine legale a crimine morale)
moralità post-Olocausto
colpa attribuita per associazione metonimica, per semplice vicinanza
•
Retrospezione purificazione catarsi (/confessione)
- Molte reputazioni individuali vennero moralmente macchiate (Martin Heidegger)
- Ufficio per le Investigazioni speciali istituito dal Dipartimento di Giustizia del governo
americano (purificazione della comunità attraverso l’espulsione del soggetto moralmente
contaminato)
- Opere d’arte ebraica appropriate dai nazisti e ora dentro a musei occidentali da restituire
2) LEGALITÀ
•
•
•
1945: Processo di Norimberga: crimini contro l’umanità
1947: Dichiarazione Universale dei diritti umani:
“Il nucleo centrale di questi principi afferma che i leader e le nazioni possono essere puniti
per le loro violazioni della legge internazionale e per i loro crimini contro l’umanità. Inoltre,
il fatto che una persona affermi di essere stata obbligata a fare ciò che ha fatto a causa di un
ordine ricevuto da un suo superiore militare e civile non costituisce una difesa”
2000: Tribunale per i crimini di guerra all’Aja (Balcani)
3) ANALOGIA
•
•
Anni 60-70: collegamento analogico per rivedere le interpretazioni morali del modo in cui
erano state storicamente trattate le minoranza negli Stati Uniti
Analogia tra minoranze vittime dell’espansione dei bianchi americani e vittime ebree
dell’Olocausto
- Indiani nativi
- campi di internamento per cittadini americani di origine giapponese durante II WW
(Scuse formali del governo, risarcimenti economici)
•
Anni 80: movimenti ecologisti contro i test nucleari – genocidio ecologico – olocausto
nucleare
•
Anni 90: il simbolo congestionato (rigonfiato) del male dell’Olocausto costituisce
l’impianto concettuale analogico più convincente per interpretare gli eventi dei Balcani
(pulizia etnica, genocidio, guerra civile)
“la storia ci ha insegnato che non si può permettere lo sterminio di massa di un popolo e poi
sedersi e guardarlo accadere … intraprendere un’azione aerea contro i serbi per provare a
ristabilire le condizioni basilari dell’umanità” (Bill Clinton 1992)
“massacro sistematico compiuto da un popolo con un potere organizzato, politico e militare,
sotto il controllo esclusivo di un dittatore spietato, Slobodan Milosevic … pensate che i
tedeschi avrebbero perpetrato l’Olocausto da soli senza Hitler? C’era qualcosa nella storia
della razza tedesca che li avrebbe portati a fare ciò? No. Dobbiamo essere assolutamente
chiari al riguardo. Questo è qualcosa che fanno i leader politici” (Bill Clinton 1999)
•
Clinton Elie Wiesel per 3 giorni nei campi profughi albanesi del Kosovo
“immagini agghiaccianti di donne e bambini terrorizzati e ammucchiati come branchi dentro
i treni, prigionieri sconvolti confinati dentro fili spinati e fosse comuni dissotterrate dagli
investigatori degli Stati Uniti” (George W. Bush 2000)
•
Frame costruito attraverso tipizzazione dell’Olocausto
•
Negli anni 40 lo sterminio degli ebrei era stato interpretato come una tipizzazione della
macchina da guerra nazista, un’identificazione che aveva limitato le sue implicazioni morali.
•
50 anni dopo, lo stesso Olocausto aveva dislocato il suo contesto storico; era diventato il
principale simbolo del male in relazione al quale sarebbero stati tipizzati nuovi, angoscianti
casi di trauma collettivo.
IL DILEMMA DELL’UNICITÀ:
L’OLOCAUSTO è UNICO?
L’OLOCAUSTO è OCCIDENTALE?
•
Processo di collegamento metaforico accusato di privare l’Olocausto del suo profondo
significato
•
CRITICHE:
- Svalutazione morale
- Strumentalizzazione
- Commercializzazione
•
Linguaggio dell’Olocausto invocato da chiunque voglia attirare l’attenzione su violazione
dei diritti umani, disuguaglianza subite da gruppi etnici minoritari, disastri ambientali o Aids
•
In realtà, sociologicamente: Evocare una potente metafora-ponte per dare senso alla vita
sociale, no perdita di senso
Routinizzazione e istituzionalizzazione anche sotto forma di merce non comporta la perdita
di senso
•
DAGLI ABISSI DELLA DISPERAZIONE:
L’11 SETTEMBRE COME PERFORMANCE CULTURALE
•
Per capire l’11 settembre e in generale il terrorismo abbiamo bisogno di riflettere sui
presupposti teorici (di cui spesso non siamo consapevoli) che sono alla base delle nostre
percezioni empiriche.
•
Abbiamo bisogno di teorizzare il terrorismo in modo diverso, pensando alla sua violenza in
termini meno fisici e strumentali, e più come un tipo particolarmente raccapricciante di
azione simbolica in un complesso campo performativo.
•
L’attacco terroristico alla città di NY e i contrattacchi seguiti immediatamente in risposta
possono essere visti come un’iterazione della dialettica tra performance e controperformance iniziata molti anni prima come relazione tra espansione occidentale e reazione
arabo-musulmana.
IL TERRORISMO COME (POST)POLITICA
•
Il terrorismo può essere interpretato come una forma particolare di azione politica, che si
distingue per:
– la continua violenza dei metodi
– l’isolamento dei suoi attivisti
– la relativa diffusione della sua ideologia:
impossibilità di ottenere un successo terreno
incapacità di sviluppare passaggi politici necessari per
raggiungere i propri obiettivi ideologici
distanza tra ideali e realtà
focus sulle tattiche non sulla strategia
•
Terrorismo contemporaneo è post-politico:
riflette la fine della possibilità politica, scaturisce in quelle situazioni sociali in cui la politica
tradizionale non ha spazio d’azione, è politicamente impotente
•
3 obiettivi del terrorismo contemporaneo:
– instabilità politica
(assassinio leader)
– instabilità sociale
(spezzando reti di scambio, diffondendo senso di paura, sfiducia, caos)
– instabilità morale
(stimolando reazioni repressive che delegittimano le istituzioni sociali)
IL POST-POLITICO E IL CIVILE
•
•
L’azione terroristica generalmente raggiunge questi obiettivi?
Dipende dal contesto:
- L’azione terroristica può produrre effetti significativi a livello storico, quasi sempre
terribili a livello esistenziale.
- Ma nelle società dotate di sfere civili maggiormente sviluppate, con una
democrazia
profondamente radicata, gli effetti non possono avere
neanche lontanamente la capacità
di trasformazione che i loro promotori speravano.
•
NELLE SOCIETÀ DEMOCRATICHE, GLI ATTORI POLITICI PER
RAGGIUNGERE EFFETTI DI VASTA PORTATA DEVONO ORIENTARE LE
PROPRIE TATTICHE SULLA BASE DELLE STRUTTURE MORALI DI
RIFERIMENTO DELLA POPOLAZIONE.
•
•
Alcuni movimenti terroristici hanno avuto successo?
Es.: OLP e Intifada: riconoscimenti ottenuti solo quando diminuzione violenza brutale e
efficace drammaturgia politica (“Davide contro Golia”) accettazione rassegnata della
controparte israeliana, restia durante il periodo terroristico
UN MODELLO DRAMMATURGICO DELLA POLITICA
•
Considerare il terrorismo come una forma di azione
non solo politica ma simbolica
•
Azione sociale del terrorismo come
performance (drammatica e drammaturgica),
messa in scena di specifici copioni
•
Uso di simboli in riferimento a strutture di significato morali
più generali date per scontate (e di cui spesso non siamo consapevoli)
SUCCESSO E FALLIMENTO DELLA PERFORMANCE
•
SUCCESSO = fusione di vari elementi della performance:
il significato sottostante, gli attori, i materiali, le sceneggiature, la regia, il pubblico.
•
FALLIMENTO = alcuni degli elementi non si realizzano a sufficienza, o le relazioni tra
loro non sono ben articolate.
Più la società è complessa, più spesso le performance sociali non riescono a realizzarsi in modi
convincenti e autentici:
accesso ai mezzi di produzione simbolica
recensioni critiche (gatekeepers)
configurazione del pubblico
•
Se c’è fallimento: i drammi sociali producono reazioni inaspettate, l’ambiguità sostituisce la
chiarezza. Si assiste alla performance ma non se ne capisce il senso (es.: immediate reazioni
all’11 settembre)
LE CONTRADDIZIONI PERFORMATIVE DELL’ORIENTE CONTRO L’OCCIDENTE
•
Di fronte alle affermazioni conservatrici sullo “scontro tra civiltà”, è importante notare che
mentre esistono differenze rilevanti tra le grandi religioni monoteistiche dell’Oriente e
dell’Occidente, sia la tradizione EBRAICO-CRISTIANA sia la tradizione ISLAMICA
condividono
lo stesso ordine simbolico:
- sono dualistiche e manichee (contrappongono due principi radicalmente opposti)
- hanno sviluppato potenti legittimazioni religiose per le guerre sante che legittimano uso di
mezzi violenti per fini sacri
•
Dicotomie alla base delle narrazioni di salvezza e dannazione sia ad Oriente che ad
Occidente:
Sacro/Amico
Pacifico
Cooperativo
Onesto
Uguale
Razionale
Solidale
Etico
Degno d’onore
Fedele
Profano/Nemico
Violento
Antagonista
Disonesto
Dominante
Irrazionale
Ostile
Strumentale
Corrotto
Cinico
CONTRADDIZIONI PERFORMATIVE
•
Stessi significanti diversi significati
Le performance sociali di un lato vengono percepite in modo distorto dal pubblico dell’altro
•
Es.:
- jihad
- guerra in Afghanistan anni ’80, guerra nel Golfo anni ’90, guerra in Iraq 2003 Fallimenti di performance: hanno inasprito involontariamente una consapevolezza antioccidentale in parti significative dei loro pubblici
IL SUCCESSO INIZIALE:
BIN LADEN ASSEMBLA GLI ELEMENTI PERFORMATIVI DEL TERRORE
•
•
•
Risorse economiche & sociali
Carisma e intraprendenza
Regista e protagonista di una performance sociale realizzata su scala globale
•
Mezzi di produzione simbolica:
- campi di addestramento (dietro le quinte)
- aspiranti martiri studenti di aereonautica in Usa
•
distruzione fisica, agonia trasmessa a milioni di individui, disperazione emotiva
SUCCESSO PERFORMATIVO
IL PUBBLICO RISPONDE: GIOIA E DISPERAZIONE
COME INTERPRETAZIONI DELLA PERFORMANCE DEL TERRORE
•
La performance ha avuto gli effetti desiderati?
•
Distruzione fisica caos sociale immediato
squilibrio politico delegittimazione morale?
•
Pubblico fortemente frammentato:
EROISMO vs TERRORISMO
LA CONTRO-INTERPRETAZIONE E L’IDEALIZZAZIONE AMERICANA
•
Pubblico1: Alcuni pubblici Arabo-islamici:
bin Laden come fonte di identificazione straordinariamente intensa
•
Pubblico2: larghi settori del pubblico americano:
La distruzione di simboli americani così importanti ha prodotto una idealizzazione
unilaterale nei confronti di tutto ciò che è americano
Contro-interpretazione che ha fornito la sceneggiatura della
contro-performance
Distruzione fisica, esterna rafforzamento spirituale, interiore
“Il fuoco sta ancora bruciando, ma da esso è emerso uno spirito più forte” (Rudy Giuliani)
•
•
•
•
Frammentazione interna a Stati Uniti pre-11 settembre intensa generalizzazione
dell’attenzione sociale verso idealizzazione, universalità
•
TRASFIGURAZIONE SIMBOLICA E PERSONALIZZAZIONE DELLE VITTIME
DALLA CONTRO-SCENEGGIATURA ALLA CONTRO-PERFORMANCE:
LA ‘GUERRA CONTRO IL TERRORISMO’ (war on terror) E OLTRE