PDF995, Job 3 - Comune di Cinisello Balsamo

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PDF995, Job 3 - Comune di Cinisello Balsamo
Voci di donne internate nei lager nazisti che sentono il dovere morale della
testimonianza: esperienze drammatiche raccontate con dolore, perché la memoria resti
viva. Ma anche storie di eroismo femminile, donne impegnate a sottrarre alla
persecuzione altri uomini e donne.
Soffermarsi a considerare il rapporto tra l’Olocausto e le donne permette di scorgere
aspetti particolari ed assai significativi di quella tragedia. Segnaliamo qui solo alcuni
dei libri che affrontano la Shoah da questa specifica prospettiva; i volumi indicati sono
tutti disponibili al prestito presso la Biblioteca Civica.
LA BAMBINA COL CAPPOTTO ROSSO. La storia vera di una sopravvissuta
all’Olocausto
di Roma Ligocka
2001, Mondadori
I "bambini nascosti": sono stati definiti così gli ebrei che durante l'Olocausto avevano meno di 14 anni
e che sono miracolosamente sopravvissuti. A questa generazione appartiene Roma Ligocka, ebrea
polacca, che in una Cracovia messa a ferro e fuoco dai tedeschi riesce a scampare alle persecuzioni
razziali e alla guerra. Non fa quasi in tempo a sfuggire all'orrore nazista che già si trova ad affrontarne
un altro: lo stalinismo. Quando poi l'Occidente le apre le sue porte, Roma si può affermare come
autrice di teatro ed affrontare anche i suoi dolorosi ricordi.
LA BELLA SIGNORA SEIDENMAN
di Andrzej Szczypiorski
2000, Adelphi (1a ed. 1988)
La storia di una donna ebrea "dorata, violetta e bella" e della ragnatela di eventi che comincia a
tessersi intorno a lei in un luogo e in un momento che sono un compendio alle atrocità: Varsavia,
primavera del 1943.
C’È UN PUNTO DELLA TERRA... Una donna nel lager di Birkenau
di Giuliana Tedeschi
1992, La Giuntina (1a ed. 1988)
Il periodo in cui si svolgono le vicende di questo libro di memorie sono i mesi dall'aprile 1944
all'aprile 1945, i luoghi il Lager femminile di Birkenau, poi Auschwitz, infine le regioni attraversate
durante l'evacuazione dal campo fino al momento della liberazione. L'atteggiamento della narratrice è
quello di una donna che non attenua, non maschera la sua individualità femminile ma, senza
sbandierarla, permette che essa divenga la chiave per capire, rappresentando nella loro speciale
qualità le reazioni al Lager, le emozioni, i sentimenti, la sofferenza da lei vissuti, tutti profondamente
radicati nella fisicità del suo corpo.
LA DONNA CHE SAPEVA ASCOLTARE. La storia di Helen Bamber, una vita contro la
crudeltà
di Neil Belton
2000, Piemme
Helen Bamber ha fondato The Medical Foundation for the Care of the Victims of Torture, con l'intento
di aiutare i sopravvissuti ai campi di concentramento nazisti a ritrovare la forza e la gioia di vivere. La
fondazione si prefigge lo scopo di fornire un aiuto medico, psicologico e legale a tutti coloro che sono
vittime di violenze e torture. Il libro mescola al racconto della sua vita una serie di riflessioni sull'abuso
di potere e sull'uso sistematico della violenza in ogni parte del mondo e sulle terribili conseguenze di
questa.
LE DONNE CHE SCONFISSERO HITLER
di Nina Schroder
2001, Pratiche editrice
Il 27 febbraio 1943, a Berlino, i camion della Gestapo si fermano davanti a diverse fabbriche in cui gli
ebrei sono costretti a lavorare; prelevati e caricati sui veicoli, gli operai sono condotti in vari centri di
raccolta sparsi per la città. La retata deve portare alla completa disebreizzazione di Berlino, in
occasione del cinquantaquattresimo compleanno del Fuhrer. I detenuti sono quasi tutti ebrei sposati
con donne ariane. Sin dal primo giorno si raccolgono in Rosenstrasse centinaia di donne che
manifestano per giorni senza gesti di violenza. Dopo una settimana di detenzione, i reclusi vengono
liberati. L'indagine di Nina Schroder rivela un evento pressoché sconosciuto in Italia, e che ha
raggiunto una certa notorietà in Germania solo nel 1993.
DONNE NELL’OLOCAUSTO
di Dalia Ofer, Lenore J. Weitzman
2001, Le Lettere
Questo libro mostra come le problematiche di genere possano permettere una comprensione più ricca
ed articolata dell’Olocausto, consentendo di meglio ricostruire la specificità della vita di tutti i giorni ed i
diversi modi nei quali gli uomini e le donne risposero all’aggressione nazista. L’analisi delle particolari
esperienze femminili fornisce così un nuovo elemento utile alla ricostruzione, ancora incompleta, della
condizione degli Ebrei durante l’Olocausto.
LA MOGLIE DELL’UFFICIALE NAZISTA. Come una donna ebrea sopravvisse alla Shoah
di Edith Hahn Beer e Susan Dworick
20023, Garzanti (1a ed. 2001)
Una storia vera, il racconto in prima persona di una giovane donna ebrea che per sopravvivere alla
Shoah decide di sposare un membro del partito nazista, che la protegga dalle persecuzioni. Edith
Hahn è ebrea, vive a Vienna, studia legge, ha un fidanzato, Pepi, che non è ebreo. All'arrivo della
Gestapo lei e sua madre vengono trasferite nel ghetto. Ben presto si trova sola: la madre e un'amica
sono deportate, Pepi troppo terrorizzato per aiutarla. Così strappa la stella gialla e fugge in Germania
con documenti falsi. Nel 1942 incontra a Monaco Werner Vetter, devoto al Führer e fiducioso nella
vittoria totale, che si innamora di lei, la sposa e mantiene il segreto sulla sua identità.
SIGNORA AUSCHWITZ. Il dono della parola
di Edith Bruck
1999, Marsilio
Questo scritto singolare nasce da una delle tante lettere che la Bruck ha ricevuto dopo le sue
numerose presenze nelle scuole italiane in veste di scrittrice-testimone sopravvissuta ad Auschwitz.
La risposta alla studentessa che le chiede di aiutarla a crescere e di esserle guida spirituale, per
vivere da vera cristiana la sua fede, diventa un'autoconfessione su ciò che implica il dovere morale
della testimonianza. Un terreno psicofisico finora inesplorato: cosa può comportare e suscitare la
testimonianza in chi l'ascolta e quindi rivive quell'esperienza estrema, avvertita come un peso, una
condanna, un destino crudele da cui l'autrice tenta di fuggire?
LA VIA DEI PIRENEI
di Liso Fittko
2000, Manifestolibri
Lisa Fittko, ebrea, aveva più di settant'anni quando ha scritto questo libro, ma il tono del testo è
ancora giovanile, addirittura picaresco. Al centro della vita avventurosa che essa ha condotto col
marito giornalista Hans, fuoruscito tedesco, nella Francia dei primi anni '40 piegata dalla vittoria
nazista, sta il sentiero dei contrabbandieri sui Pirenei attraverso cui entrambi conducono in salvo, dal
Rousillon alla Spagna, antifascisti tedeschi, ebrei di ogni nazione, fuggiaschi clandestini. Nelle
memorie della Fittko trovano posto da una parte il male, non tanto i tedeschi che ormai incombono,
quanto la burocrazia francese nel disordine totale della sconfitta; dall'altra parte il bene, la lotta per la
sopravvivenza degli antifascisti.
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