Effetto Trump: è boom di migranti dal Messico verso

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Effetto Trump: è boom di migranti dal Messico verso
Esteri
Effetto Trump: è
boom di migranti
dal Messico verso
gli Usa
Ciudad Juarez, una delle barriere armate al confine tra Usa e Messico Negli ultimi sei mesi sono 240mila i centroamericani trattenuti dalla polizia di frontiera prima di fare le
pratiche per ottenere asilo, il 30 per cento in più rispetto al periodo precedente
di OMERO CIAI
27 dicembre 2016
DA due mesi ogni giorno nella cittadina di Mc Allen, alla frontiera fra Messico e Stati Uniti, arrivano almeno 400 nuovi migranti che si
consegnano alle pattuglie di frontiera nella speranza di ottenere asilo. La maggior parte dei centroamericani arrivano alla frontiera fra lo
Stato messicano di Tamaulipas e il Texas, e ricevono la prima assistenza dopo il loro lungo viaggio in un centro di ospitalità cattolico pochi
metri oltre la linea di frontiera. Molti hanno già parenti che vivono negli Stati Uniti, molti altri sperano di ottenere i documenti dell'asilo
perché fuggono dai Paesi centroamericani più violenti: Honduras, Salvador e Guatemala. Ma la maggior parte hanno poche speranze di
restare e verranno deportati nei Paesi da dove provengono. Negli ultimi sei mesi gli agenti della Border Patrol hanno fermato 240mila migranti, il 30 per cento in più rispetto al periodo precedente, ma
con un aumento molto significativo dopo l'elezione di Donald Trump, l'8 novembre. Anche se la maggior parte dei migranti fuggono dalla
povertà e dalla violenza nei loro Paesi ­ scrive il Wall Street Journal ­ il fattore principale che ha provocato l'aumento del flusso negli ultimi
mesi è stata l'elezione di Trump. Solo a novembre le persone fermate mentre cercavano di attraversare la frontiera sono state quasi
50mila ­ il 44 per cento in più rispetto al novembre 2015 ­, e più della metà nella zona prossima a Mc Allen. Il nuovo presidente, che
s'insedierà alla Casa Bianca il 20 gennaio, ha concentrato la sua campagna elettorale sui temi dell'immigrazione minacciando la
deportazione di migliaia di stranieri sans papier, la costruzione di nuovi muri, e promettendo di mettere un freno all'arrivo di altri illegali.
Così è diventata una corsa contro il tempo che rischia di trasformarsi in una nuova crisi umanitaria. Le organizzazioni per i diritti umani
denunciano che i "coyotes", si chiamano così quelli che in cambio di denaro organizzano i viaggi dei migranti, dopo l'elezione di Trump
hanno convinto molte persone ad accelerare i loro progetti di fuga sostenendo che a partire dalla fine di gennaio sarà tutto ancora più
difficile. Insieme ai centroamericani, l'altra migrazione che ha aumentato il numero degli arrivi è quella cubana. Anche in questo caso la
motivazione è l'elezione di Trump. I cubani temono che possa essere cancellata la legge che permette soltanto a loro di ottenere molto
facilmente l'asilo politico negli Stati Uniti. Dall'inizio del 2016 si calcola che almeno 90mila cubani hanno lasciato illegalmente l'isola per
rifugiarsi negli Usa. La via scelta dalla maggior parte di loro è quella del Messico. Arrivano in aereo a Panama, uno dei pochi paesi nei
quali possono andare senza visto d'ingresso. E poi risalgono il Centroamerica unendosi alle carovane di migranti che viaggiano verso
nord. Quando arrivano alla frontiera sono i più fortunati: gli basta consegnare il loro passaporto cubano per ottenere subito l'avvio delle
pratiche burocratiche per l'asilo politico. Mi piace Piace a Patrizia Zanelli e altre 3,1 mln persone.
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