Migrazioni e diritto internazionale
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Migrazioni e diritto internazionale
Migrazioni e diritto internazionale: considerazioni introduttive Prof. Marcello Di Filippo Parte 1 Il fenomeno delle migrazioni internazionali 1) Il fenomeno delle migrazioni internazionali Fenomeno fisiologico, che rappresenta l’effetto secondario di un sistema di relazioni internazionali e di fattori extra-giuridici Cause: povertà, disoccupazione, instabilità politica, cambiamento climatico, violazione dei diritti, conflitti, persecuzioni Destinazioni attuali: Europa, Nord America, paesi del Golfo Persico, Africa del Sud, Australia (tra gli altri) SCIENTIFIC AMERICAN, JULY 2008 The Migration History of Humans: DNA Study Traces Human Origins Across the Continents. DNA furnishes an ever clearer picture of the multimillennial trek from Africa all the way to the tip of South America 1) Il fenomeno delle migrazioni internazionali I flussi sono misti migranti “economici”, ipoteticamente volontari richiedenti asilo minori vittime di traumi e di tratta donne incinte I flussi sono regolari e irregolari una parte dell’irregolarità è la conseguenza della chiusura dei canali legali Tale chiusura non sempre è razionalmente giustificabile, ma è dovuta ad altri fattori 1) Il fenomeno delle migrazioni internazionali Esistono picchi numerici nei flussi ma il fenomeno è costante all’interno dell’UE, ingresso nuevi paesi rivoluzioni in Tunisia o in Libia; conflitto in Siria N.B. non confondere il picco con il fenomeno Grande adattabilità dei migranti e delle organizzazioni criminali alle azioni di contrasto all’immigrazione irregolare nuove rotte, nuove tecniche, maggior rischio per i migranti, maggior profitto per I trafficanti 1) Il fenomeno delle migrazioni internazionali Gestire le migrazioni (regolari e irregolari) esige cooperazione tra gli Stati [di origine, di transito, di destinazione “intermedia”, di destinazione finale] ogni Stato ha la propria agenda politica (e i suoi “appuntamenti” elettorali) con alcuni Stati non si può (o non si deve) cooperare difficoltà di conciliare le visioni e le priorità 1) Il fenomeno delle migrazioni internazionali La comunità internazionale non è riuscita ad ad elaborare un quadro giuridico multilaterale all’altezza delle sfide poche norme consuetudinarie assenza di un’OI di riferimento (coesistenza di vari attori con “agende” eterogenee) pochi trattati di natura universale ad hoc, non sempre largamente ratificati crescente rilevanza di trattati sui diritti umani, specialmente grazie alle interpretazioni evolutive propugnate dai rispetti organi di garanzia solo il livello regionale può sperimentare nuove forme di governance: con quali esiti? Il caso dell’UE Parte 2 Unione europea, tra libera circolazione, meccanismi di controllo e deboli strumenti di condivisione 2) Unione europea Una normativa sviluppata in varie fasi e con approcci totalmente distinti La libera circolazione per certi migranti (CSM), l’indifferenza della Comunità europea per gli altri Il “salto” di Schengen e i CST Una visione chiramente ispirata al controllo e l’utilità per l’UE (visione classica degli Stati sovrani) Processo decisionale intergovernativo e quasi interamente segreto o “confidenziale” 2) Unione europea Trattato di Amsterdam (1997, in vigore 1999) Trattato di Lisbona (2007, in vigore 2009) 2) Unione europea: cosa abbiamo oggi? Regole molto liberali per i CSM per circolare all’interno dell’UE Misure complementari Sicurezza sociale “transfrontaliera” Riconoscimento titoli professionali e diplomi Eliminazione controlli di frontiera Alcune nubi (neo-comunitari; “questione rom”; reviviscenza dei concetti di “abuso del diritto” e di “frode alla legge”; protezionismo; logica securitaria) 2) Unione europea: cosa abbiamo oggi? Per i CST, regole molto rigide per arrivare nell’UE e per restarci Codice frontiere, controlli rafforzati alla frontiera esterna, banche dati (SIS, VIS, EURODAC) Uso molto ampio del visto e di altre tecniche di esternalizzazione o anticipazione dei controlli di frontiera Asilo riconosciuto solo a chi materialmente arriva sul territorio europeo (no visto umanitario, no regime di esame delle domande fuori dal territorio europeo) incompleta disciplina dell’immigrazione regolare di lungo periodo + normative statali molto rigide circolazione infra-UE non tanto “libera” 2) Unione europea: cosa abbiamo oggi? Principio di attribuzione + ristrettezze di bilancio: UE non ha poteri generali, né un bilancio molto consistente Principio di responsabilità di un singolo Stato membro Esame richiesta di asilo e succesiva accoglienza e integrazione (sistema Dublino) Esame richiesta di visto Trattamento migranti irregolari o residenti non più in regola: in principio, control lo degli stessi (inclusa la detenzione) e ritorno al paese di origine o di transito 2) Unione europea: cosa abbiamo oggi? Assenza di un meccanismo obbiettivo e permanente di condivisione degli oneri tra Stati membri (nonostante l’art. 80 TFUE) Voli congiunti di rimpatrio Assistenza offerta da Frontex, EASO, Europol Missioni congiunte promosse da Frontex e coordinate da uno Stato membro leader Squadre di guarde di frontiera (RABITs) Fondi europei (aumentati per iI periodo 2014-2020) Reinsediamento di rifugiati (programma Eurema in favore di Malta, solo volontario, 500 persone in 6 anni) Protezione temporanea di sfollati (mai attivata)