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Questo numero de
Goccia
stato
La La
Goccia
n.è21
- 25chiuso
ottobre 2008
alle ore 18.00 del 22 ottobre 2008
Sommario
La Goccia n. 21- 25 Ottobre 2008
Questo periodico
è associato alla
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Periodica Italiana
DEL 15 MAGGIO 1992
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DIRETTORE RESPONSABILE:
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DIREZIONE:
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ADELE CARRERA
Nicola Galante...
Nuove aureole…
Taranto,...
di Stefano Giove
pagg. 4-5
Personaggi ginosini…
di Giorgio Morea
pag. 4
Miroglio, trattative...
di Agiro
pag. 6
COMITATO DI REDAZIONE
MARIA C. BONELLI
ROSAMARIA BUSTO
ERASMO MAZZONE
PALMA MARTINO
DOMENICO RANALDO
Resp. Red. Taranto:
SALVATORE RIZZO
HANNO COLLABORATO
A QUESTO NUMERO:
GIUSEPPE CARRERA
MARIO D’ALCONZO
ROBERTO MUSCOLINO
GIUSEPPE PIZZULLI
DON FRANCO CONTE
GIANLUCA CATUCCI
DAVIDE GIOVE
FRANCO ROMANO
PAOLO COSTANTINO
ANTONELLO LOVECCHIO
PIERO ZANELLI
PIETRO PERRONE
GIOVANNI CARDUCCI
TOMMASO FRANCAVILLA
MARILENA SURDO
PIETRO LOSPINUSO
COSIMO VAVALLO
GIAMBATTISTA SASSI
DANIELA DIAN
PAOLO NICO
ANGELA VESSIO
DINO CARUSO
AGIRO
MICHELE PACCIANA
RAFFAELE FANELLI
MARINO MENZELLA
GIORGIO MOREA
VITO FURIO
FOTO:
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AMMINISTRAZIONE
VITO CONTE
IMPAGINAZIONE E GRAFICA:
STEFANO GIOVE
MAURIZIO FALIVENE
STAMPA
FALIGRAPH
Miroglio, prima...
di Dino Caruso
pag. 6
Le favole di grim
di Grim
pag. 7
Versus di From
di From
pag. 7
Notizie flash…
di Giulio Pinto
pagg. 8-9
Intervista Bcc...
di Michele Pacciana
pagg. 10-11
Noi e il Fisco...
di Mario D’Alconzo
pag. 11
A Ginosa...
di Stefano Giove
pagg. 12-13
Il mondo della scuola...
di esseggi
pag.13
Note di musica…
di Da Gi
pag. 14
Un semplice grazie…
di Angela Vessio
pag. 17
Storia, tradizioni…
di Adele Carrera
pagg. 18-19
di redazionale
pag. 19
Lospinuso...
di Tommaso Francavilla
pag. 20
Costantino...
di Paolo Costantino
pag. 22
di Da Gi
pag. 35
Il parere del medico...
di Piero Zanelli
pag. 36
La moneta...
di Giuseppe Pizzulli
pag. 37
Fede e politica
di Daniela Dian
pag. 38
Il ginosino Carducci...
di Giovanni Carducci
pag. 22
Lo Stralisco…
di Marilena Surdo
pagg. 24-25
Replica a Iacono…
di Mongelli - Toma - Dian - Fiorillo
pagg. 26-27
Come la penso io
di Don Franco Conte
pag. 28
Beni culturali…
di Giambattista Sassi
pag. 29
Nasce l’ANMI
di Stefano Giove
pag. 39
Anche il Sindaco...
di Uff. Stampa Ginosa
pag. 35
Termovalorizzatore…
di Cosimo Vavallo
pag. 41
Stage…
di Antonello Lovecchio
pag. 42
Il gruppo Udc…
di UDC
pag. 43
Home Page
di Roberto Muscolino
pagg. 30 e 32
Considerazioni ginosine…
di Pierino Perrone
pag. 31
Proverbi ginosini…
Ginosa, sbancata…
di Domenico Ranaldo
pag. 44
Ginosa, buon…
di Domenico Ranaldo
pag. 44
di Giovanni Carducci
pag. 31
Ginosa, cinquina…
Prassi operativa...
pag. 45
di Raffaele Fanelli
pag. 32
Nasce “Adesso”...
di Paolo Nico
pag. 35
di Domenico Ranaldo
Calcio a 5...
di Marino Menzella
pag. 46
3
46
4
La Goccia n. 21 - 25 ottobre 2008
Taranto, l’ambiente e…
la salute dei cittadini
«Questo accordo non mi sta bene. Del resto non sono stato io a firmarlo ma il
mio predecessore, Romano Prodi”. La frase pronunciata da Silvio Berlusconi al
vertice dei capi di governo, mercoledì scorso per giustificare l’opposizione dell’Italia al pacchetto sulla riduzione delle emissioni tossiche, proposto dall’Unione
europea, ha fatto infuriare non pochi dei suoi interlocutori. Per tre motivi.
Il primo è che viola uno dei dogmi europei, cioè che ogni governo si faccia carico
delle decisioni prese dal governo precedente. Non essendoci guerre o rivoluzioni ma un normale avvicendamento democratico, in Europa si dà per scontato il
principio della continuità statuale.
Il secondo motivo è che il governo Berlusconi ha confermato, a più riprese, il
proprio accordo di massima sul pacchetto clima, varato dai capi di governo nel
marzo 2007 ma poi regolarmente riconfermato ad ogni successivo vertice europeo, in media ogni tre mesi. Senza contare le numerose riunioni dei ministri
competenti che avrebbero potuto sollevare obiezioni di merito già da gennaio
scorso, quando la Commissione presentò i dettagli dell’accordo, e si sono invece svegliati solo all’ultimo momento.
Il terzo motivo è che, agli occhi della Commissione e degli altri governi europei,
proprio grazie a Prodi, che venne apposta a Bruxelles per negoziare discretamente la questione, l’Italia ha già ottenuto condizioni di estremo favore che molti
Paesi ci invidiano e che al tempo fecero arrabbiare parecchie cancellerie.»
Questa è una notizia riportata dai giornali in questi giorni e racconta del braccio
di ferro tra l’Italia e la presidenza di turno della UE che è assegnata alla Francia.
Il tentativo italiano di rinviare “sine die” l’accordo europeo che prevede la riduzione delle emissioni tossiche nell’atmosfera è diventato uno dei temi sui quale
si alimenta il sostegno al governo italiano da parte della pubblica opinione. La
posizione del Cavaliere è sostenuta dalla Confindustria della Marcegaglia e dagli altri Paesi europei (quelli rivenienti dall’ex impero sovietico), l’obiettivo è fin
troppo evidente: guadagnare tempo, la salute dei cittadini viene dopo.
Cosa provoca la convinzione che lo sviluppo deve essere anteposto alla tutela
ambientale e a quella della salute dei cittadini, lo sappiamo benissimo noi tarantini che ci troviamo ad essere la provincia più inquinata d’Italia.
Proprio su questo tema credo sia doveroso riportare quello che hanno scritto le
agenzie di stampa in questi giorni:
«La provincia di Taranto è la più inquinata d’Italia, seguita, ma a grande distanza, da Livorno, Nuoro, Venezia e Caltanissetta: è quanto emerge da una ricerca
dell’associazione ambientalista «Peacelink» che ha aggregato i dati sulle emissioni industriali in Italia ricavati dall’Inventario nazionale sulle emissioni e loro
sorgenti (Ines).
Lo studio è stato fatto creando un «paniere» di inquinanti considerati cancerogeni, mutageni, teratogeni e neurotossici, vale a dire diossine e furani, mercurio,
idrocarburi policiclici aromatici (Ipa), benzene, policlorobifenili, piombo e arsenico. Gli inquinanti sono stati considerati, per la loro pericolosità, indicatori della
potenziale compromissione ambientale.
Lo studio fa quindi risultare in vetta Taranto che, con il suo macro-indicatore
statistico, accumula circa 527,61 punti, frutto della somma, tra gli altri, del 92%
di emissioni di diossine e furani in aria e del 95,8% di Ipa nell’aria. Al secondo
posto c’è Livorno (101,20 punti) seguita da Nuoro (92,73), Venezia (82,79) e
Caltanissetta (78,11).»
Proprio ieri, da Torino, una nostra lettrice e già collaboratrice mi ha inviato un
articolo di Carlo Vulpio che vi ripropongo nella sua totale interezza.
LA STORIA LE NUOVE CIFRE DELL’INES: QUI SI PRODUCE IL 92% DEL
«VELENO» ITALIANO. GLI AMBIENTALISTI CONTRO L’ILVA CHE SI DIFENDE: SIAMO IN REGOLA
A 13 anni ha il tumore da fumo. «E’ la diossina»
Il medico: mai visto un caso così. Industrie, Taranto città più inquinata
dell’Europa occidentale.
Tre mamme con il latte contaminato, cinque adulti con il livello più alto del
mondo, 1.200 pecore da abbattere
DAL NOSTRO INVIATO
TARANTO - Tre anni fa, S. aveva 10 anni. E senza aver mai fumato una sigaretta in vita sua era già conciato come un fumatore incallito. Un caso simile,
Patrizio Mazza, primario di ematologia all’ospedale «Moscati» di Taranto, non
l’aveva mai visto. E nemmeno la letteratura medica internazionale lo contempla.
Anche a cercare su Internet, la risposta è negativa: « No items found ». Per questo, Mazza temeva di avere sbagliato diagnosi. Invece no. Quel bimbo aveva
proprio un cancro da fumatore: adenocarcinoma del rinofaringe. Come
l’editoriale
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Personaggi ginosini di
Giorgio Morea
attualità
tanti altri tarantini, specie quelli del Tamburi,
«il quartiere dei morti viventi».
A Bruxelles forse ancora non lo sanno, ma
Taranto è la città più inquinata d’Italia e dell’Europa occidentale per i veleni delle industrie. L’inquinamento di Taranto, infatti, è
di fonte civile solo per il 7%. Tutto il resto,
il 93%, è di origine industriale. A Taranto,
ognuno dei duecentomila abitanti, ogni anno, respira 2,7 tonnellate di ossido di carbonio e 57,7 tonnellate di anidride carbonica.
Gli ultimi dati stimati dall’Ines (Inventario
nazionale delle emissioni e loro sorgenti)
sono spietati. Taranto è come la cinese Linfen, chiamata «Toxic Linfen», e la romena
Copsa Miça, le più inquinate del mondo per
le emissioni industriali.
Ma a Taranto c’è qualcosa di più subdolo.
A Taranto c’è la diossina. Qui si produce il
92% della diossina italiana e l’8,8% di quella europea. «In dieci anni - dice Mazza leucemie, mielomi e linfomi sono aumentati
del 30-40%. La diossina danneggia il Dna
e un caso come quello di S. è un codice
rosso sicuramente collegato alla presenza
di diossina. Se nei genitori c’è un danno
genotossico non è in loro che quel danno
emerge, ma nei figli».
Tre mamme il cui latte risulta contaminato
dalla diossina, cinque adulti che scoprono
di avere il livello di contaminazione da diossina più alto del mondo, 1.200 pecore e capre di cui la Regione Puglia ordina l’abbattimento, forti sospetti di contaminazione nel
raggio di 10 chilometri dal polo industriale
(con i monitoraggi sospesi perché sempre
«positivi ») sono, più che un allarme, una
emergenza nazionale. La diossina si accumula nel tempo e a Taranto ce n’è per 9
chili, il triplo di Seveso (la città contaminata
nel 1976). Ma sono sette le sostanze cancerogene e teratogene che, con la diossina,
colpiscono Taranto come le sette piaghe bibliche.
Mentre però a Bruxelles e a Roma (e a Bari,
sede della Regione) si discute, Taranto viene
espugnata dalla diossina. Basta dare un’occhiata, oltre che ai dati Ines, ai limiti di emissione, il cuore del problema. Il limite europeo
è di 0,4 nanogrammi per metro cubo. Quello
italiano, di 100 nanogrammi. «Un vestito su
misura per l’Ilva di Emilio Riva», dicono le
associazioni ambientaliste. «Siamo in rego-
La Goccia n. 21 - 25 ottobre 2008
la e abbiamo anche investito 450 milioni di
euro per migliorare gli impianti», replica l’Ilva, che l’anno scorso ha realizzato utili per
878 milioni, 182 milioni in più dell’anno prima e il doppio del 2005.
L’Europa, però, è dal 1996 che ha fissato il
limite di 0,4 nanogrammi. L’Inghilterra, per
esempio, si è adeguata. E la Germania ha
fatto ancora meglio: 0,1 nanogrammi, lo
stesso limite previsto per gli inceneritori.
Nel 2006, Ilva e Regione Puglia hanno anche firmato un protocollo d’intesa, ma con
scarsi risultati. La «campagna di ambientalizzazione» procede a rilento e sembra che
l’Ilva intenda concluderla nel 2014, proprio
quando scadrà il Protocollo di Aarhus, recepito anche dall’Italia, che impone ai Paesi
membri di adottare le migliori tecnologie per
portare le emissioni a 0,4-0,2 nanogrammi.
Eppure a Servola, Trieste, alle acciaierie
«Lucchini», per risolvere il problema è bastato un decreto del dirigente regionale Ambiente e Lavori pubblici, che ha imposto al
siderurgico, pena la chiusura, di rispettare
i limiti europei. In due anni, grazie anche
alle pressioni della confinante Austria, il mi-
5
racolo: dalla maglia nera, in tandem con
Taranto, Servola è diventata un centro di
eccellenza, con la diossina abbattuta fino
al teutonico limite di 0,1 nanogrammi.
Certo, con una legge regionale, o con un
decreto come quello friulano, si eviterebbe anche il referendum sull’Ilva, giudicato
ammissibile dal Tar di Lecce e sicura fonte
di drammatiche spaccature fra i 13 mila
dipendenti del siderurgico.
Invece c’è soltanto una delibera del consiglio comunale di Taranto che chiede timidamente alla Regione «di fare come
in Friuli».
Ma la Puglia non confina con l’Austria. Al
di là del mare, c’è l’Albania.
Carlo Vulpio
21 ottobre 2008»
Credo che ce ne sia abbastanza per cominciare a riflettere sul degrado ambientale che ci circonda e sulla necessità di
dire basta.
Si badi bene, il problema inquinamento
ambientale non coinvolge solo Taranto e
la sua provincia, esso si estende a tutta
la Puglia.
L’oncologo Serravezza ha detto nei giorni scorsi che “negli ultimi dieci anni i tumori in Puglia sono aumentati del 30% e
sono linfomi, leucemie, tumori alla vescica e polmoni, tutti direttamente riconducibili a cause ambientali, dalla diossina
sprigionata dall’Ilva agli ossidi di azoto
di Cerano. Che il vento porta su tutto il
Salento.
E come se non bastasse, qualcuno pensa di realizzare in Puglia anche una centrale nucleare. Si parla di un sito nella
zona di Manduria. Qualcuno ha dimenticato che quando si parlava di realizzare una centrale nucleare in Puglia vi era
stata la scelta del sito di Avetrana. Prima
di arrivare a quella scelta tra le diverse
proposte vi era anche quella di un sito nel
territorio di Ginosa.
E mentre chiudo questo “pezzo” mi arriva il giornale e leggo: “Laterza, l’inchiesta
sulla produzione della Progeva - Concime
nocivo in due aziende”.
Credo che ogni commento ulteriore sia
superfluo.
Stefano Giove
6
attualità
La Goccia n. 21 - 25 ottobre 2008
MIROGLIO, TRATTATIVE APPESE AD UN FILO
Del tutto falsa la notizia di una nuova azienda che prometterebbe 400 assunzioni
Nulla di fatto dal secondo incontro romano
al Ministero il 16 Ottobre scorso. L’azienda
piemontese snocciola in 5 minuti i suoi intendimenti: chiusura al 31 Ottobre, cassa
integrazione per 24 mesi e disponibilità a
riqualificare il personale. Solo generici cenni a trattative in corso per ricollocare i 234
esuberi. Nessun nome fatto a Roma, in Via
Molise, sede del Ministero dello Sviluppo
Economico, alla presenza del funzionario
Giampietro Càstano, nessun parlamentare
di maggioranza presente, cioè Carmelo Patarino, Pasquale Nessa, Pietro Franzoso. I
quali avrebbero potuto impegnare il Governo a favorire con finanziamenti e sgravi la
rioccupazione. Il Ministero in questa fase ha
solo una funzione di intermediaria tra le parti,
ma nessuna capacità di impegno finanziario,
sottolineata dall’assenza di qualsivoglia parlamentare. Compatta invece la pattuglia di
rappresentanti locali a partire dal parlamentare di minoranza Ludovico Vico per finire
ai consiglieri comunali ed ai Sindaci dei
Comuni interessati, Montanaro di Ginosa,
Quero di Mottola, Labalestra di Palagianello. Nutrita la presenza degli operai e dei
rappresentanti sindacali presenti con i vertici di categoria. Presenti anche l’Assessore Regionale al Lavoro Marco Barbieri e il
Dirigente Area Sviluppo Economico Davide
Pellegrino nonché i due consiglieri regionali Paolo Costantino e Pietro Lospinuso. La
Regione Puglia ha riconfermato la volontà
di utilizzare i fondi POR per finanziare un
serio Piano Industriale che però al momento non c’è. A questo punto nonostante il
no secco dei Sindacati a qualsiasi ipotesi
di chiusura si rischia la mobilità. Questa
potrebbe partire già dai primi di Gennaio
se l’Azienda ne facesse richiesta ma pare
che non sia partito ancora nulla. Nemmeno
quella della cassa integrazione che di fatto
abbisognerebbe di un Piano industriale che
non è stato presentato. Del resto il Gruppo
Miroglio sembra avere in testa un preciso
piano di penetrazione commerciale, non
più uno industriale. La stessa filiale bulgara pare sia uscita fuori dal Gruppo Miroglio pur rimanendo in mano alla stessa
famiglia. Il secondo incontro romano alla
fine si è trasformato in una passerella e le
contestazioni degli operai alla fine dell’incontro ne sono state il degno epilogo. Un
video è stato diffuso su youtube con le urla e la disapprovazione dei 130 dipendenti
giunti in pullman a Roma. A complicare
la trattativa è stata anche la interrogazione fatta dal capogruppo AN alla Camera
Maurizio Gasparri. La richiesta di notizie
sul contenuto degli accordi ha fatto innervosire i vertici della Miroglio spingendoli a
disinteressarsi ulteriormente del destino
degli stabilimenti ginosini e castellanetani.
Tanto altri 81 dipendenti stanno perdendo
il posto a Saluzzo, sede di un’altra Filatura
dello stesso Gruppo. Agiro
MIROGLIO, PRIMA DI TUTTO IL LAVORO.
Il Circolo del PD di Ginosa chiede
chiarezza sulla vertenza Miroglio: i lavoratori e le loro famiglie hanno diritto
di sapere che ne sara’ del loro futuro.
Ci si chiede se ci siano interlecutori
seri che non sentono soltanto l’odore di denaro ma che sono presenti in
questa fase di inqiuetitudine dei lavoratori senza speculazioni politiche
o strategie personali o pre elettorali.
Un posto di lavoro va difeso da tutto il
territorio con onesta’ intelettuale. Nell’Azienda oggi Miroglio, domani potrebbe essere Natuzzi ecc.... ci sono
i nostri figli, i nostri fratelli i e i nostri
amici, la nostra comunita’, lavoratori che tanto hanno dato all’azienda,
perché fosse sempre piu’ competitiva
sul mercato.
Ginosa non puo’ essere l’Eldorado che finito
l’oro si smonta tutto e si va via!! . Miroglio,
per quello che ha avuto in termini di finanziamenti dallo Stato, ha l’obbligo di stare al
tavolo contrattuale e trovare una o più soluzioni con le parti Sindacali con a latere le
parti Politiche pronte a fare la loro parte
mettendo in atto le leggi e le norme che
agevolino il percorso di riconversione
dello stabilimento o quant’altro. Questo
serve per dare tranquillita’ ai quei lavoratori che sostengono la loro famiglia
e spesso pagano il mutuo della propria
casa.
Il Partito Democratico, nella consapevolezza di, avere come elemento centrale
la solidarieta’, rivolta specialmente alle
fasce più deboli, sara’ al fianco dei
lavoratori nel pieno rispetto dei ruoli e
non appoggerà nessun compromesso
che possa ledere la dignita’ dei lavoratori e che non tuteli a tutti lo steso diritto
al lavoro.
il circolo pd di Ginosa
Il Coordinatore
Dino CARUSO
attualità
VERSUS
di from
IL CALLO
Avviso
ai naviganti
sinistrorsi,
insegnanti
e allarmisti
giornalisti:
il decreto
è sacrosanto,
com’è vero,
per l’appunto,
che al settanta
per cento
io son l’unto
Cavaliere.
Niente
maestro unico,
prevalente
tutt’alpiù,
nessun taglio
d’insegnante,
ma è meglio,
sotto sotto,
che se in otto
vanno via
solo uno
assunto sia:
è il turn over
sbilanciato
del lover
tre-a-tre.
Non arretro
d’un centimetro,
ammonisce
i quotidiani:
per quattr’anni
ancora ballo,
sentite a me,
fateci il callo.
La Goccia n. 21 - 25 ottobre 2008
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Le favole di Grim
Il regno delle lanterne magiche
C’era una volta, non lontano da qui, il paese di Occhiocitrullo, in quel luogo accadde che un
brutto giorno, gli uomini e le donne che lo abitavano, si svegliarono sotto l’effetto di un incantesimo
che aveva tolto loro la memoria. Nessuno ricordava più malanni, fatiche e grandi sacrifici fatti per
tirare a campare, per far grandi i figli, per avere un tetto sotto cui sentirsi al riparo.
Sembrava che quello fosse il loro primo giorno di vita e che prima di loro non ci fossero stati padri,
né padri dei padri, né padri dei padri dei padri. Sembrava che mai nessuno avesse arato i campi
che mai nessuno avesse zappato le terre e che quelli e quelle avessero dato frutti per la benevolenza
del cavaliere azzurro ch’era il re, signore e imperatore del regno e d’Occhiocitrullo.
Al suo passaggio s’inchinavano devoti e pur non riuscendo a sbarcare il lunario i miserevoli lo
osannavano come il salvatore del popolo intero.
Era quello un gran mistificatore, venditore di fumo e sogni che li aveva ammaliati tutti promettendo loro quel paradiso in terra, tanto desiderato. L’unica condizione che avea posto perché tanto
s‘avverasse, era il trono del regno. E quelli glielo avevano concesso.
Appena a un giorno ch’era assiso sul più alto scranno del regno, fece portare a corte tutti i
forzieri di cui era possessore e tanti altri ne fece costruire appositamente. Nello stesso giorno fece
accendere in ogni dimora del regno una lanterna, una lanterna ch’era magica e che gli dava tutto
il potere di cui aveva necessità.
Di giorno, all’imbrunire e perfino di notte, la magica lanterna diffondeva nelle case visioni di
un paese felice, visioni di nonne allegre, di madri sorridenti, di padri mai stanchie del lavoro, di
giovani felici d’essere al mondo... insomma tutte visioni da paradiso terrestre. E quelle apparivano
tante veritiere che gli abitanti del regno si sentivano di farne parte e anche uscendo di casa, lontani
dalla lanterna, non riuscivano più a discernere il vero dall’incantesimo.
Così accecati e così raggirati, proprio come si raccontava di quei topolini di un villaggio assai
lontano che incantati dalla musica di un piffero si annegarono raggiungendo il fiume con le loro
stesse zampe, gli abitanti di Occhiocitrullo e del regno intero s’avviavano verso la miseria allegramente e pieni di felicità.
Sorrideva (sorrideva sempre!) l’azzurro cavaliere, insieme ai suoi dignitari, allo spettacolo che
il suo popolo felice gli forniva e intanto nei suoi forzieri s’ammassavano ricchezze tanto smisurate
che neanche lui riusciva più a tenerne il conto; sicché non contento d’essere tanto ricco decise che
anche tutti i suoi cortigiani dovessero esserlo e, detto fatto, diede loro il suo benestare perché ogni
mezzo fosse usato per impadronirsi di tutto quel che desideravano. «Tanto, il regno è vasto - diceva
- ce n’è per tutti. Prendete a piene mani! Qui son io il padrone!»
E così era, ché, in tutto il regno, la memoria persa non faceva più sapere che se n’era sparso di
sangue, fra gli avi di quel popolo, per non essere più schiavi e per non aver più padroni da servire
e riverire.
Morale della favola: non può durare in eterno il prendere lucciole per lanterne
8
cronaca
La Goccia n. 21 - 25 ottobre 2008
Notizie
Flash
Rubrica a cura di Giulio Pinto
Corruzione, sospeso consigliere
Puglia Brizio (Udc) condannato in
primo grado
La presidenza del Consiglio dei ministri
ha notificato alla prefettura di Bari il decreto con il quale il consigliere regionale
Simone Brizio (eletto in Forza
Italia e poi passato nelle fila
dell’Udc), viene sospeso dalle
sue funzioni in quanto condannato in primo grado dal Tribunale di Taranto a due anni di
reclusione per il reato di corruzione. L’atto dovrà essere
inoltrato alla presidenza del
consiglio regionale, che provvederà a surrogare Brizio nella
prima seduta utile con il primo
dei non eletti nella lista di Forza Italia, l’avvocato tarantino
Donato Salinari. Il 27 giugno
scorso il tribunale di Taranto
condannò Brizio a conclusione
di un processo a 27 persone,
oltre a Brizio imprenditori, ex
direttori generali, funzionari e
dipendenti dell’Asl Taranto 1,
ritenute colpevoli, a vario titolo, di aver pilotato appalti ed
emesso fatture false per operazioni inesistenti per circa sei
milioni di euro
*****
Quando l’ambiente e la salute sono un optional...
Maxi sequestro di compost
nell’azienda Progeva a Laterza. L’operazione è stata condotta dai carabinieri del Noe,
in collaborazione con i loro colleghi
della stazione di Laterza e della Compagnia di Castellaneta. E’ stato disposto dalla Procura di Taranto in quanto
nel compost è stata rilevata la presenza
di rame e di zinco che sono altamente
inquinanti. I militari del Nucleo operativo ecologico hanno quindi posto sotto
sequestro 1200 tonnellate di materiale
ritenuto pericoloso.
*****
Trivellazioni petrolifere nel Mar Jonio
La notizia non è stata ancora resa pubblica ma pare che nel tratto di mare di
fronte a Metaponto lido presto potrebbe essere avviata una campagna di trivellazioni per verificare la presenza di
giacimenti petroliferi. È subito scattata
la mobilitazione delle popolazioni locali.
A Metaponto Lido c’è stato un summit
operativo nella sede dell’Associazione degli operatori turistici “Leucippo”,
presieduta da Gianfranco Sortiero. Vi
hanno aderito, inoltre, l’Associazione
No-scorie Trisaia, il Comitato dei Cittadini Attivi
di Bernalda e Metaponto
e l’Ucaib (l’Unione dei
commercianti, artigiani e
imprenditori bernaldesi).
Si parla delle trivellazioni
petrolifere già autorizzate sulla terraferma, nel
territorio di Bernalda-Metaponto, e dei Comuni limitrofi ( anche Marina di
Ginosa?), e dell’autorizzazione ministeriale, in
via di approvazione, circa le trivellazioni in mare
riguardanti quasi tutto il
tratto della costa jonica
lucana, tra i fiumi Sinni
e Basento. Un forte no
è emerso nel corso degli
incontri tra popolazioni
e organi politici; tenuto
conto, poi, che la piana
metapontina e quindi
anche quella marinese
è a forte vocazione agricola e turistica, in virtù
dell’enorme patrimonio
archeologico esistente,
simili scelte di carattere
estrattivo, per terra e per
mare, comporterebbero
cronaca
una grave opera di annientamento di questi luoghi e delle loro
popolazioni. Così, al posto degli ombrelloni e delle barche a
vela, vedremo solo le piattaforme petrolifere. Gli ecosistemi
marini, già inquinati dall’Ilva e dalla raffineria di Taranto non
reggeranno l’impatto delle trivelle. Potremo perciò dire addio
alla pesca, al turismo e a tutta l’economia dei comuni jonici. Il
comitato No Scorie, invita tutti i Consigli comunali della zona
a tenere aperti, in maniera permanente, i consessi cittadini, in
segno di protesta, per chiedere al Ministero dell’Ambiente di
bocciare il progetto di trivellazione petrolifera nel Mar Jonio.
*****
Acqua agli sgoccioli
La sentenza era stata emessa ad agosto: la poca pioggia di
quei due mesi non è servita a rimpinguare gli invasi. La diga del Sinni, che alimenta mezza Puglia, contiene appena
15 milioni di metri cubi. E così da lunedì sono scattati i tagli
alle erogazioni: 680 litri al secondo in meno, che diventeranno 1.150 in meno dal prossimo lunedì. E stavolta ci sarà
meno acqua anche nelle abitazioni. Lunedì il Comitato di
coordinamento dell’accordo di programma, il tavolo cui siedono Puglia e Basilicata, ha comunicato le riduzioni ai vari
soggetti coinvolti. I 500 litri al secondo in meno che saranno
erogati dal Sinni a partire da lunedì diventano in realtà 680,
perché ci sono altri 180 litri/secondo destinati alla Basilicata.
L’Acquedotto per il momento non parla: nei prossimi giorni
l’Aqp comunicherà ufficialmente che da lunedì partiranno le
riduzioni idriche. Le conseguenze non sono note, ma sono intuibili. Basti dire che per far bere i pugliesi oggi servono circa
18mila litri al secondo, e che il Sinni ne garantisce 3.600: se
si scende a 3.120 (che diventeranno 2.650 dal 27 ottobre),
pur considerando che d’inverno i consumi idrici calano, è evidente che qualcuno rimarrà senz’acqua almeno per alcune
ore al giorno. Per fortuna al momento non è stato necessario
toccare il prelievo dal Pertusillo, che dà alla Puglia 3.700 litri
al secondo. Ma il Sinni disseta soprattutto il Sud della Puglia:
se fornisce meno acqua, ne risentiranno soprattutto i salentini ed i tarantini. Il vero dramma è che il peggio deve ancora
venire.
*****
Sversamento delle acque, sequestrato il circolo velico
Lo scorso numero de LA GOCCIA avevamo narrato le disavventure capitate al circolo velico. Ma non era finita. Nei giorni
scorsi l’arma dei carabinieri marinesi guidata dal maresciallo
Vito Capozzi ha sequestrato l’area in concessione del circolo
velico ed un’area occupata dall’associazione pesca sportiva
del dopolavoro ferroviario. Le due strutture, secondo quanto
risultato dall’indagine, sarebbero risultate prive di adeguati
impianti per lo sversamento delle acque. Due persone sono
state denunciate. In particolare, dal circolo velico le acque nere e il materiale organico venivano sversate, secondo quanto
sembra accertato dai carabinieri, direttamente nell’area vicina.
La Goccia n. 21 - 25 ottobre 2008
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Auguri, Ing.
Roberto Volpe
Lo scorso 22 settembre 2008, presso il Politecnico di
Milano, Roberto Volpe ha conseguito la laurea in Ingegneria Civile discutendo con il relatore Chiarissimo
prof. ing. Marco Valente una tesi sperimentale in Tecnica delle Costruzioni dal titolo “Progetto e Verifica di un
edificio in c. a. in zona sismica”.
Al giovane ing. Volpe gli auguri di parenti e amici.
All’ing. Roberto Volpe e ai suoi genitori Ennio e Angela
gli auguri della nostra Redazione.
10
attualità
La Goccia n. 21 - 25 ottobre 2008
Il presidente della BCC, Franco D’Alconzo:
«Noi ci siamo salvati perché abbiamo tenuto fede
alle regole antiche del credito. Non abbiamo
inseguito il progresso e il guadagno facile.»
Il presidente della
BCC
Franco D’Alconzo
La crisi bancaria mondiale investe anche
l’Italia, anche il nostro Territorio, con aspetti
tutti ancora da chiarire e rischi tutti ancora
da calcolare. Secondo l’ultimo rapporto della
Banca d’Italia, gli istituti territoriali e le Banche di credito Cooperativo in particolare,
stanno in parte arginando gli effetti negativi di un crollo che appare sempre più come
una crisi di sistema. Perché, come?
Lo abbiamo chiesto al dottor Franco D’Alconzo, presidente della Banca di credito di
Marina di Ginosa, e al direttore dell’Istituto
Vito Inglese.
Presidente D’Alconzo,da dove nasce veramente questa crisi?
«Il crollo di oggi nasce da lontano. Le prime
avvisaglie di quello che sarebbe accaduto si
possono ritrovare negli anni ’80, quando da
un’economia di tipo industriale si passò all’esaltazione di un’economia di tipo finanziario. Tutto si finanziarizzò, si arrivò ad un’economia che creava soldi dai soldi, senza
produrre nuovi beni e servizi. La pandemia
economica di oggi parte di là.»
Il Direttore della
BCC
Vito Inglese
Direttore Inglese, siamo di fronte a una crisi di comparto o di sistema?
«Si tratta di un fenomeno complesso, sia di
comparto che di sistema, nel senso che la
crisi è nata e si è propagata nell’ambito bancario statunitense, e da lisi è diffusa in ogni
settore, minando l’intero sistema economico
con le conseguenze che sono sotto gli occhi
di tutti.»
Presidente D’Alconzo, partendo dagli Stati
Uniti, cosa ha verificato l’effetto domino in
Europa e in Italia?
«Non a caso, prima parlavo di una vera e propria pandemia… Tutto è partito dai famigerati mutui subprime, questa forma di mutui, si
chiama così perché concede prestiti a debitori
scarsamente affidabili, con un merito creditizio
basso o molto basso, tali contratti si associano
anche ad una
Sottovalorizzazione dei beni ipotecati. Una
delle regole principali del credito dice che
quando si concede un’ipoteca, il bene sottoposto a vincolo deve valere il doppio rispetto
all’ammontare del prestito, così si assicura
l’eventuale rivalsa dell’istituto di credito
nel caso di insolvenza del mutuatario. I
mutui subprime spessissimo valutavano l’eventuale bene ipotecato al di sotto del suo effettivo valore, questo allo
scopo di attrarre quanti più mutuatari
possibile. Ad un certo punto chi aveva
contratto mutui, non è stato in grado di
pagare le rate e le banche, avendo sottovalutato il bene in questione, casa o
proprietà immobiliare, non sono riuscite
a rivalersi e quindi si sono trovate in una
condizione di deficit. L’altro aspetto da
non sottovalutare è che il rischio legato
a questa tipologia di mutui è ribaltato
sui risparmiatori in crediti cartolari, cioè
obbligazioni “garantite” dai mutui subprime , che gli istituti di credito hanno
venduto in massa. In questo modo, le
perdite, allo stato di fatto, sono pagate
dai risparmiatori. L’obbligazione, infatti,
non è un titolo a capitale garantito in caso di fallimento dell’emittente. Questo
sistema è stato poi incentivato dal
attualità
le cosiddette stoc options: i grandi manager
delle compagnie finanziarie avevano legato i
propri stipendi al valore dei titoli di borsa; più
aumentava la vendita dei subprime prima, e
dei loro derivati dopo, più aumentava il valore del titolo in borsa più guadagnavano. Si è
arrivati quindi ad un mercato senza regole e
senza controlli.»
Direttore Inglese, in Italia quali sono state
le conseguenze più catastrofiche?
«Nessuno può ancora quantificare l’effetto della crisi. Una cosa è chiara. Il virus dei
mutui americani ha infettato tutti i mercati del
mondo, Anche le grandi industrie hanno investito i loro utili in eccedenza in attività finanziarie, spesso senza potenziare le loro attività
industriali tradizionali. Si prenda ad esempio
il caso Parmalat. Conseguentemente ci sono
state perdite di valore delle quotazioni delle
aziende, ricchezza che è andata bruciata, necessità di ricorrere a nuove ricapitalizzazioni.
In questo contesto il sistema bancario è in
crisi di liquidità, e quindi poco propenso alla
concessione di nuovi finanziamenti, questo
ricade negativamente su tutta l’economia che
rischia di ripiegarsi su se stessa.»
Presidente D’Alconzo, perché le banche di
credito cooperativo non sono state scalfite dalla crisi?
«Noi ci siamo salvati perché abbiamo tenuto fede alle regole antiche del credito, ieri
come oggi, l’attività principale della banca è
l’intermediazione creditizia. Non abbiamo inseguito il guadagno facile. Per il nostro spirito
mutualistico abbiamo sempre mantenuto un
rapporto diretto col cliente, lo conosciamo e
rispondiamo in maniera individuale e completa alle sue esigenze. Se perdiamo il rapporto
preferenziale e di responsabilità col cliente e
col territorio abbiamo perso la nostra anima
e la nostra ragion d’essere. Un esempio per
La Goccia n. 21 - 25 ottobre 2008
tutti: il credito cooperativo italiano produce
servizi finanziari in ragione del 6% rispetto
a quello prodotto dall’intero sistema bancario. Quando il cliente ci chiede un certo
tipo di investimento noi effettuiamo un rigoroso screening preventivo del soggetto
e delle sue competenze finanziare, della
sua capacità di capire ed ottemperare ad
un certo tipo di rischio. Le regole e la vicinanza al cliente sono la chiave di tutto.»
Direttore Inglese, nella nostra realtà chi
ci perde e chi ci guadagna da questa
crisi?
«Ci perdono in molti. Per fortuna stiamo
arginando gli effetti. Parlando del nostro
istituto, gli effetti negativi dei titoli americani ci hanno intaccato del tutto marginalmente. Tradizionalmente abbiamo sempre
invitato i nostri clienti ad impiegare i loro
risparmi in titoli di Stato e libretti di deposito vincolati che tutelano il piccolo risparmiatore e lo ripagano con un interesse
del 3 o del 3,25% a seconda della durata.
Possiamo tranquillamente affermare che
i risparmi dei nostri clienti sono assolutamente al sicuro. Abbiamo neutralizzato la
crisi perché abbiamo guardato soprattutto al cliente. Chi ci guadagna da questa
crisi? Purtroppo soprattutto gli speculatori.
Coloro che hanno operato con vendite allo
scoperto, in questo contesto hanno trovato terreno molto fertile.»
Presidente, che fare ora?
«Qualcuno ci definiva antiquati. Ma bisogna tornare a un’etica, alle regole e ai
controlli. Noi banche di credito cooperativo non possiamo fare nulla, bisogna riformare gli organi di controllo sulla Borsa
ed evitare i conflitti d’interesse che troppo
spesso si sono verificati.»
Michele Pacciana
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Noi e il Fisco
Acquisto di Immobili
Ristrutturati
Agevolazioni Fiscali
I fabbricati civili destinati ad abitazione, ristrutturati nel periodo 1 gennaio
2008 – 31 gennaio 2010 da imprese
o da cooperative che provvedono alla
successiva alienazione o assegnazione dell’immobile entro il 30 giugno
2011, godono della detrazione Irpef
del 36%.
Questa detrazione si calcola sull’ammontare forfetario pari al 25% del
prezzo di vendita o di assegnazione.
Tale importo non può superare in ogni
caso euro 48.000 per unità immobiliare.
La detrazione Irpef si applica a condizione che ricorrano le seguenti condizioni:
- l’acquisto o l’assegnazione
dee avvenire entro il 30 giugno 2011;
- l’unità immobiliare acquistata
o assegnata deve far parte di
un fabbricato sul quale sono
stati eseguiti gli interventi di
restauro, di risanamento conservativo o di ristrutturazione
edilizia, in conformità delle
vigenti normative urbanistiche. Tali interventi devono
riguardare l’intero fabbricato.
In mancanza di tale requisito
l’agevolazione non spetta.
- Gli interventi devono essere
eseguiti nel periodo 1° gennaio 2008 al 31 dicembre
2010.
La detrazione potrà essere applicata
ripartendo l’importo spettante in 10 rate annuali oppure:
- in cinque rate annuali se il
contribuente supera l’età di
75 anni;
- in tre rate annuali se il contribuente supera l’età di 80 anni.
La ripartizione in tre o cinque anni si
applica soltanto ai contribuenti che
siano proprietari o titolari di altro diritto reale nell’unità immobiliare.
L’agevolazione di cui innanzi non richiede particolari procedure burocratiche. E’ sufficiente conservare la documentazione probatoria.
Dott. Mario D’Alconzo
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attualità
La Goccia n. 21 - 25 ottobre 2008
A Ginosa esiste un problema sicurezza
e controllo, le feste patronali lo hanno
evidenziato in tutta la sua gravità
L’attività di giornalista in una piccola comunità ti mette a confronto diretto con i
lettori che, in qualsiasi momento, possono esprimerti le loro critiche rispetto a
quello che hai scritto su un evento. Proprio questa specifica e particolare condizione ha fatto sì che, all’indomani dello
svolgimento delle feste patronali, io sia
stato subissato di critiche in quanto La
Goccia aveva sì parlato dell’avvenimento ma soltanto in
termini positivi omettendo di
raccontare quanto (in quei
giorni) “fosse accaduto realmente”.
Sinceramente non capivo
dove si volesse andare a parare. Non capivo il perché di
tali critiche e mi sono giustificato dicendo che non avevo
seguito “la festa” in ogni suo
aspetto e che mi ero solo limitato a vedere la processione e i fuochi.
Ma da cosa nascevano le
critiche? È presto detto.
Le lamentele venivano soprattutto dai negozianti che
hanno il loro esercizio ubicato in corso Vittorio Emanuele e che si sono visti “chiudere” la loro attività da tante bancarelle di stranieri. È stato a quel
punto che mi sono ricordato che avevo
avuto modo di ascoltare le lamentele che
un giovane commerciante esternata nel
bar il martedì dopo le feste. Devo riconoscere che la mia prima reazione allo
sfogo del giovane fu la silenziosa considerazione: “il solito razzista”, ma quando successivamente ho avuto modo di
approfondire la questione con lo stesso
commerciante, mi sono reso conto che
non solo non ero di fronte ad un razzista
ma che le sue argomentazioni partivano
da tutt’altre ragioni.
Cosa succede a Ginosa, nei giorni delle feste patronali?
Succede che regna sovrana l’anarchia. Chi
vuole viene e mette su la propria bancarella
senza controllo alcuno e senza limiti sia del
rispetto delle elementari norme di sicurezza
che di quelle igieniche. La Polizia Municipa-
le si giustifica dicendo che non ha gli agenti
necessari per garantire il controllo di tutto
il territorio. «Noi gli diciamo di andare via
e quelli chiudono la loro attività. Un minuto dopo aver girato loro le spalle, ritornano
allo stesso posto. Non possiamo metterci
di guardia per ogni venditore straniero.»
Questo è quanto mi diceva, sconsolato,
un agente di Polizia Municipale. In effetti il
problema della vigilanza e del controllo è
un problema serio. A questo replica il commerciante: «Che senso ha mandare prima
il Vigile a dire che bisogna smantellare la
propria baracca e poi, ne passa un altro per
il pagamento del suolo pubblico? In questo
modo noi legittimiamo l’abusivismo!»
Se abusivismo e mancanza di controllo la
fanno da padrone, non deve sfuggirci anche
un aspetto che rischia di complicare ulteriormente la faccenda. Quello che a prima vista
sembra abusivismo spontaneo, con molta
probabilità è, invece, assegnazione di posti
da parte di “sconosciuti”. «Ho
visto che ogni spazio occupato
da baracche era contrassegnato da dei segni. Se quei segni
non sono stati tracciati dalle autorità preposte all’assegnazione
degli spazi e questo non poteva
farlo in quanto non erano previsti posti per ambulanti su corso
V. Emanuele, qualcuno li avrà
fatti…» Il nostro interlocutore si
ferma e non va oltre. Chi traccia
quei segni per terra? Non vorrei
che alla fine si scopra che c’è
un mercato nero nella gestione
di questi spazi, che sfugge al
controllo della autorità.
È mai possibile che a Ginosa
non si possa cominciare a discutere seriamente della questione
sicurezza? Quando parliamo
di sicurezza vogliamo riferirci anche ad altri
aspetti quali, ad esempio, quello della viabilità
durante i giorni di festa. È mai possibile che di
debba assistere allo scorrere del traffico nel
centro cittadino anche quando esso è “invaso” da migliaia di persone? Possibile che non
si riesca a definire un Piano di Intervento che
garantisca la mobilità dei residenti del centro
storico, attraverso la circolazione su strade
secondarie? Certo, questo significa anche impedire che i veicoli vengano parcheggiati dove
pare e piace al guidatore. Insomma a Ginosa
tutto diventa più complicato quando si tratta di
tutelare la sicurezza dei cittadini.
Proprio in questi giorni alcuni cittadini residen
attualità
ti in via Ricciardi hanno assistito allo spostamento del cassonetto dei rifiuti in quanto il
parcheggio selvaggio di alcuni residenti non
consente al servizio di NU di far giungere sul
posto il camion per effettuare il giornaliero
svuotamento del cassonetto stesso. In questo caso, si può affermare che la soluzione
del problema, a Ginosa, la si trova spostando il cassonetto e, di conseguenza penalizzando una parte di cittadini a favore di un’altra che non si fa scrupolo della inosservanza
delle norme del codice della strada.
Si dirà: via Ricciardi è comunque zona di
periferia, non si può pretendere di avere la
sorveglianza ovunque. È vero. Però qualche
volta bisogna pur capire che anche le zone
periferiche sono parte del territorio cittadino
e non una “zona franca” dove si può fare
quello che si vuole. Ad ogni modo non si può
andare tanto per il sottile sull’argomento in
quanto a non essere controllate a Ginosa
non sono soltanto le zone periferiche, ma
anche quelle del centro cittadino.
Quando è stato attivato il servizio di Telecontrollo, il nostro giornale ne ha dato ampio
risalto, nella convinzione che esso avrebbe
rappresentato un valido supporto all’attività
di controllo e di prevenzione. A distanza di
circa un anno (se non per aver consentito
l’arresto di un rapinatore) del servizio di telecontrollo non si avverte l’esistenza. Possibile che ci siano zone di Ginosa dove il parcheggio selvaggio dura ininterrottamente 24
ore su 24 e che nessuno intervenga? Uno di
questi luoghi è l’incrocio tra via Quarto e via
Matteotti. Auto in sosta sotto il segnale di divieto di fermata in ogni momento, con buona
pace di tutti. E si badi bene che proprio lì è
posta una delle telecamere di sorveglianza!
E che dire, sempre in tema di sicurezza, di
alcune situazioni di estrema gravità che non
riescono a trovare adeguata attenzione?
Possibile che la scalinata di una scuola ginosina debba essere luogo di bivacco permanente? Possibile che il porticato del Municipio debba essere vissuto nel modo in cui
tutti conosciamo?
Crediamo che i tempi per cominciare a discutere seriamente di questi argomenti siano più che maturi. Se indugeremo ancora
potremmo andare incontro a spiacevoli conseguenze. Chi ha il dovere di intervenire deve farlo con la massima sollecitudine.
Stefano Giove
La Goccia n. 21 - 25 ottobre 2008
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Il mondo della scuola si
mobilita contro il decreto
“Gelmini” . A Ginosa assemblea
dei docenti lunedì prossimo
In Italia, da diverse settimane, il mondo
della Scuola è in fermento. Non passa
giorno che migliaia di studenti e docenti
non manifestino la disapprovazione per le
norme contenute nel Decreto “Gelmini” di
riforma del sistema scolastico.
Alcune norme del decreto legge (voto in
condotta, voti espressi in forma numerica)
potrebbero essere oggetto di discussione
e di confronto se l’intento fosse veramente quello di dare a insegnanti e famiglie
strumenti per combattere comportamenti
negativi nonché per semplificare la comunicazione sui livelli complessivi di apprendimento degli alunni, e se fossero meno
frettolosi oltre che accompagnati da una
seria riflessione sui reali problemi della
scuola.
In realtà si tratta solo di lustrini per ingannare e illudere l’opinione pubblica sulla
natura di un provvedimento il cui vero
obiettivo è realizzare tagli pesantissimi ai
danni di un servizio pubblico che è il più
importante per il futuro del Paese e delle
giovani generazioni.
“Otto miliardi di tagli alle spese per l’istruzione in tre anni” ha comandato Tremonti,
e Gelmini, dimenticando ogni promessa
fatta ad inizio legislatura, docilmente esegue. Lo fa non affrontando i veri problemi
della scuola italiana ma lavorando con
l’accetta sull’unico settore a cui sono state riconosciute, dalle indagini internazionali, le valutazioni più positive: la scuola
elementare organizzata per moduli (i famosi tre insegnanti che operano su due
classi, ma che, per farli apparire come un
grande spreco, vengono fatti passare come tre insegnanti per classe).
Cosa prevede il Ministro?
• riduce il tempo scuola a 24 ore dalle 27
o 30 attuali
• può mettere così un solo insegnante per
ogni classe (se le sue ore non basteranno
coprirà le altre con gli straordinari)
• taglia 87.000 posti: diminuiranno insegnanti di classe, docenti di sostegno per disabili,
figure destinate all’integrazione dei bambini
stranieri
Come sarà la nuova scuola elementare?
Ci sarà scuola solo al mattino.
L’attività pomeridiana (integrata dal servizio
mensa), che consente tempi di apprendimento più distesi e garantisce un servizio
ai genitori che lavorano, dipenderà dalla
disponibilità dei Comuni, assai difficile da
prevedere in tempi di difficoltà per gli enti
locali.
Finisce la collegialità della programmazione
e della valutazione che assicura maggiore
equilibrio e obiettività; finisce la specializzazione dei docenti nelle diverse discipline che
li ha resi più competenti e professionali.
Come ha detto anche un ministro dell’attuale governo: con l’insegnante unico dovrai sperare di essere fortunato. E in caso
di assenze prolungate, ad esempio per una
maternità, sarà un succedersi di supplenti
senza altre figure di riferimento.
Nella scuola italiana non tutto va bene: i
problemi da affrontare sono molti e molto
seri: dalle riforme della scuola superiore e
della formazione professionale, attese da
anni, alle questioni relative agli insegnanti:
reclutamento, mobilità, valutazione, valorizzazione del merito.
Il prossimo 30 ottobre, a Roma si svolgerà una grande manifestazione nazionale.
Anche a Ginosa la mobilitazione tra i docenti è molto viva. Infatti lunedi 27 ottobre alle
ore 18,30, presso la sala Montfort si svolgerà un’assemblea dei docenti per definire le
modalità di partecipazione alle iniziative.
Esseggi
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attualità
La Goccia n. 21 - 25 ottobre 2008
NOTE DI MUSICHE E D’AMORE
Gli “Alcànices” in Concerto per l’A.V.I.S. di Ginosa
Appuntamento con “Note di musica e
d’amore” il 19 ottobre nella cornice del
Teatro comunale Alcanices di Ginosa.
La locale sezione A.V.I.S. con il patrocinio dell’Amministrazione Comunale
ha presentato la serata musicale che
ha visto impegnati tre giovani musicisti: il flautista ginosino Domenico
Iuppariello, il soprano Ilaria Pompeo, di
Montescaglioso e la pianista materana
Sara Madio, compontenti del gruppo
“Alcànices”.
L’ensemble, nato nell’aprile del 2007 ha
al suo attivo diversi concerti in Puglia e
Basilicata e deve il suo nome proprio al
Teatro Comunale di Ginosa nel quale si
è esibito all’esordio.
Tutti i componenti si sono diplomati
presso il Conservatorio “E. R. Duni” di Matera
e provengono da esperienze musicali diverse. Ilaria Pompeo, soprano e laureata in
Archeologia, vanta collaborazioni con diverse Associazioni lucane; Sara Madio, pianista e laureanda in “Cultura Letteraria dell’età
Moderna e contemporanea”, è vincitrice di
diversi concorsi nazionali e collaboratrice dell’Associazione “Onyx” di Matera; Domenico
Iuppariello, flautista con all’attivo diversi
concerti con Orchestre di Fiati e Sinfoniche
è primo flauto dell’Orchestra di Fiati Città di
Mntescaglioso.
Dinanzi ad una folta platea i musicisti han-
no offerto un repertorio vario che, nel
primo tempo, andava da “Summertime”
alla “Romanza in Fa” di Beethoven, da
“Sangue Viennese” di J. Strauss alla
“Tarantella di Figaro” di Rossini.
Un taglio, quello individuato dagli
“Alcànices”, efficace per coinvolgere tutte
le fasce di pubblico, con la scelta di trascrizioni di melodie celebri anziché di brani scritti in originale per flauto, soprano e
pianoforte.
Applausi anche per i brani del secondo
tempo, aperto con la “Danza Ungherese
n.5” di Brahms e chiuso con la “Tarantella
Napoletana” di Rossini, passando per
Morricone (“C’era una volta il west”),
Mozart (Concerto per pianoforte n.21) e F.Ebb (“New York, New
York”).
Apprezzamento del pubblico sottolineato anche dal Consigliere delegato alla Cultura Vitantonio Bradascio
che dal palco ha annunciato l’inserimento del gruppo nella programmazione natalizia con un concerto che
si terrà il 26 dicembre nella Chiesa
dei SS. Medici.
Accanto alla musica, spazio anche
agli scopi sociali dell’Avis, che a
Ginosa conta circa cinquecento soci
iscritti: è stato il Presidente Nicola
Carenza, infatti, a ricordare la prossima giornata di donazione che si
svolgerà domenica 26 ottobre, invitando
tutti i presenti ad una copiosa partecipazione.
Durante la serata sono stati raccolti fondi
che il gruppo destinerà in beneficenza.
Appuntamento, quindi, al 26 ottobre per
la giornata di Donazione dell’Avis e al 26
dicembre per il prossimo concerto degli
“Alcanices” che replicheranno il 30 dicembre presso l’auditorium “Gervasio” di
Matera.
Dagi
foto Erasmo Mazzone
attualità
La Goccia n. 21 - 25 ottobre 2008
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Un semplice grazie!!!
Solitamente si scrive ad un giornale per informare di cronaca locale, nera o rosa che
sia, oppure si denuncia una situazione sociale, economica… altre volte gli spazi vengono
occupati da qualcuno che
non vuole interloquire
con o contro un’altra persona e sceglie la carta
stampata per scrivere in
properi, offese o allusioni;… Così… affinché lo si
sappia in giro!!!
Io questo spazio lo dedico invece per dire un
semplice GRAZIE; voglio
gridarlo forte, spero sia
un’eco immensa e arrivi
a toccare i cuori superficiali, sordi e insensibili di
destra e di sinistra, che si
sono susseguiti nel tempo alla guida della compagine marinese, senza
mai realizzare ciò che
invece 21 cittadini marinasi sono stati capaci,
insieme a don Renzo, di
creare e realizzare: un
progetto che vorrei definire UMANITARIO, l’oratorio “Don Bosco”,
e il suo campetto sportivo ubicato in via Pitagora. Centinaia di bambini e giovani possono usufruire GRATIS, da circa due mesi,
dell’unica realtà sportiva della nostra cittadina. Finalmente i nostri figli hanno un oratorio dove vengono intrattenuti e seguiti nello
sport, all’A.C.R., da volontari che donano il
loro tempo impegnandosi affinché la nostra
gioventù non si perda nelle strade, non si annoi buttandosi nell’alcool o nella droga, non
si disperda insomma in un’età cosi delicata
e difficile. Il progetto non si occuperà solo di
sports ma anche di manifestazioni culturali, teatrali, religiose e non.
Le idee sono tante e ambiziose, l’entusiasmo dei 21, uomini e donne, giovani e
meno giovani, è moltissimo, ma come per
tutte le organizzazioni ONLUS avranno
bisogno sicuramente di essere supportati
da tutti noi. Ora faccio un accorato appello
ai gentili lettori che auspico saranno sensibilizzati da questa iniziativa e vorranno
offrire il proprio contributo (morale o economico) al gruppo associato ANSPI. A tal
proposito voglio ricordare il tesseramento
annuale aperto a tutti, che permetterà la
fruizione dei servizi, ma soprattutto darà
l’opportunità importantissima di socializzare facendo sports, teatro, informatica nel-
l’interesse di tutta la collettività.
Il cammino non è facile, ma con l’aiuto del
Signore e la Sua benedizione, sono fiduciosa, SARA’ UN SUCCESSO. Ricordo
che non ci sono poltrone
in palio, né cariche politiche o istituzionali da conquistare!!! Il corrispettivo
consiste solo nell’aver
dato e fatto qualcosa di
importantissimo e necessario per questa comunità cristiana, intelligente,
amicale e in crescita, Marina di Ginosa, alla quale
sono fiera e orgogliosa di
appartenere.
AUGURI A TUTTI I 21
ELENCATI QUI DI SEGUITO:
* Don Renzo Di Fonzo
* Roberto Leone
* Gaetano Mastrovito
* Giuseppe Pascale
* Michele Coratella
* Daniele Dettore
* Giovanni Gallitelli
* Mario Rossi
* Nunzio Salluce
* Marco Sanapo
* Gianlorenzo Antohi
* Franco Frisullo
* Nino Panetta
* Stefania Galante
* Angela Congedo
* Lucia Tocci
* Tonio Gallitelli
* Ciro Orlando
* Tonio Mastrovita
* Annamaria Cifarelli
* Walter Cardamone
Angela Vessio
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attualità
La Goccia n. 21 - 25 ottobre 2008
Il concorso delle Confraternite ginosine
Storia, Tradizione e Devozione: «esserci» nella società
Alla sua seconda edizione,
il concorso bandito dalle
confraternite dei SS Medici
e di Maria SS del Rosario,
conclusosi con la cerimonia
di premiazione dei lavori selezionati, ha registrato una
massiccia partecipazione
di pubblico, nel teatro Alcanices, la sera del 9 ottobre
scorso.
Per coloro che hanno seguito la prima edizione della
rassegna (legata alla consegna delle borse di studio), pensata per il periodo
dei festeggiamenti dei Santi
patroni, è stata davvero una
gradita sorpresa, notare che
il concorso si avvia a diventare una tradizione nella tradizione.
Pensato dai confratelli delle due confraternite ginosine, per stimolare la ricerca
e il radicamento nelle giovani generazioni
delle festività patronali e dei suoi protagonisti, con il patrocinio della Curia vescovile
di Castellaneta e dell’Amministrazione comunale, quest’anno il tema del concorso è
stato: “I confratelli nella preghiera, nel Rito
Professionale e nella Attività Assistenzia-
le”; una ricerca, in sintesi, del ruolo e della funzione che esercita il gruppo che fa
capo alla conservazione e alla gestione
del patrimonio spirituale, nel nostro territorio, dei santi patroni.
La partecipazione alla manifestazione, era aperta agli studenti delle nostre
scuole di ogni ordine e grado, con la
produzione di saggi realizzati in forma
scritta e iconografica.
Una giuria composta da docenti delle
scuole locali ha espresso il proprio insindacabile giudizio sugli
elaborati partecipanti e la serata all’Alcanices è stata (diciamo
così) quella della proclamazione
dei vincitori. In palio, ricordi e
pergamene per tutti i lavori selezionati; per i primi classificati anche piccole somme di denaro.
All’insegnante di religione dell’Istituto Comprensivo “San Giovanni Bosco”, Maria Carmela
Bonelli, è stato affidato il compito di coordinare la serata.
Sul palco, in rappresentanza
dei soggetti religiosi e laici che
si impegnano per l’organizzazione delle festività patronali,
erano presenti padre Gilberto e
Don Domenico Danza, oltre ai
presidenti delle confraternite, alcuni esponenti
d’esse, il prof. Maestro Pietro D’Amelio e il vice
sindaco Felice Vizzielli.
Prima di passare alla rassegna dei vincitori,
il presidente della confraternita del SS Rosario, Michele Natale, ha ringraziato tutti i partecipanti, i docenti, le famiglie per la sensibilità
mostrata in questa occasione che testimonia
un forte legame tra le confraternite e la società
ginosina. Analoga considerazione ha fatto il
attualità
commissario della confraternita
dei SS Medici, l’ing. Antonicelli,
che, a conclusione, si è congratulato con i ginosini per la ritrovata unità all’interno di questa organizzazione che lui ha
avuto l’onore di presiedere per
due anni, in veste di commissario. Da parte del vicesindaco Vizzielli non sono mancate
parole di elogio per l’iniziativa
e di esortazione a continuare
garantendo sempre il pieno sostegno dell’Ente Locale.
A questo punto il palco è stato
tutto per i premiati.
Il tema del concorso non lasciava spazio ad equivoci, ha
spiegato la signora Bonelli, pertanto, alcuni
dei lavori presentati, seppur di pregio, sia per
l’impegno degli alunni nella realizzazione sia
per gli argomenti affrontati, non potevano essere considerati in tema, tuttavia la giuria ha
voluto comunque premiarli per il valore in sé
che gli elaborati rappresentano. È stato questo il caso degli elaborati delle Scuole dell’Infanzia dell’I. C. Carducci e S. G. Bosco per i
quali hanno ritirato le pergamene, le docenti
Guarnieri, Melchiorre, Costantino, Ribecco,
Mianulli e Tocci (Carducci); gli alunni e le docenti Piccenna Tina, Caruso Maria, Parisi Elisa e Caruso Rosa (S. G. Bosco).
Per i successivi gradi di Scuola, la scelta è
stata un po’ più complessa per la giuria ma,
alla fine, le motivazioni di carattere letterario,
storico, grafico, pittorico e contenutistico, hanno assegnato, per la Scuola Primaria, il primo
premio a Giuseppe Caruso della 4° A (Carducci); secondo premio, alla classe 3° B delle
inss. Parisi Maria, Luciana Perrone, Concetta
Ribecco (S. G. Bosco); terzo premio ad Alberto Tarantino e Nico Capatino, guidati dalla
ins. Maria Frigiola (Carducci). Per la scuola
Secondaria di 1° grado: primo premio a Rostik Balak (S. G. Bosco); secondo premio a
Sakklin Ranaldo (Carducci); terzo premio
a Angela Pagone, Chiara Pizzulli e Claudia
Bongermino (Carducci). Il dirigente scolastico
dell’I. C. San Giovanni Bosco, presente in sala, chiamato sul palco a commentare l’avvenimento ha posto l’accento su due aspetti che,
a suo parere, la serata ha messo in evidenza:
«la partecipazione della Istituzione scolastica alle sollecitazioni positive che vengono
La Goccia n. 21 - 25 ottobre 2008
dal territorio e la testimonianza del valore
dell’impegno nell’ambito della integrazione
interculturale che nella scuola viene espletato, stante fra i premiati uno studente di
19
origini non italiane».
Gli ultimi a ricevere il riconoscimento della serata sono stati
i ragazzi dell’Istituto Tecnico
Commerciale, Bellisario: Roberta Galante, Antonella Magistro,
Domenica Lombardi, Vito Matarrese, Manuela Maggiore, Roberta Russo, Antonio Donno, Giuseppe Suglia, delle classi 4° e
5° C aggiudicandosi il primo ed il
terzo premio; il secondo premio,
invece, è stato assegnato a Carlo Tarantini del Liceo Classico
Orazio Flacco di Castellaneta.
Il sipario è calato sulla seconda
edizione di Storia, Tradizione e
Devozione, a tutti l’appuntamento alla prossima Festa Patronale!
Adele Carrera
Foto Erasmo Mazzone
Nuove aureole per i Santi Medici:
una devota protesta per la mancata
informazione
Nei giorni scorsi è giunta in Redazione una lettera firmata “Una Devota”. Siamo
spiacenti con l’autrice della lettera ma non la possiamo pubblicare per rimanere
fermi su una scelta fatta tempo fa dalla nostra Redazione: non pubblicare lettere
anonime.
Vogliamo però far conoscere la questione che tale lettera sollevava. Ovvero
la scelta di realizzare delle aureole d’oro per i Santi Medici in sostituzione di
quelle in argento «...offerte dai conuigi Giuseppe Pirrazzo e Beatrice L’Insalata
(con il contributo di altri ginosini, residenti a Brooklyn). Maria e Tina L’Insalata
consegnarono aureole e altri oggetti il 4 ottobre 1951, giorno in cui S. E. Mons.
Cavalla consacrava l’Altar Maggiore ai Santi taumaturghi.» (Maria Carmela Bonelli – Programma Feste patronali 2008).
La Devota lamenta di non essere stata coinvolta nella scelta di “fondere circa tre
chili di oro” riveniente dalla donazione dell’oro votivo.
Credo che, al di là delle considerazioni piuttosto preoccupate dell’anonima
Devota, qualche informazione preventiva sarebbe stato opportuno fornirla a
quanti, ai SS Cosma e Damiano, hanno donato i propri oggetti di valore (anche
affettivo) in segno di devozione.
Così come crediamo sia giusto far sapere a quale uso sono (o saranno) destinate le “vecchie aureole”.
Siamo convinti che la Confraternita darà risposte chiare che tranquillizzeranno
la Devota.
20
argomenti
La Goccia n. 21 - 25 ottobre 2008
Comunicati stampa Pietro Lospinuso
Lospinuso (AN-PDL): “Con il taglio
dell’acqua anche per usi civili Vendola conferma il suo malgoverno”
“Con il taglio alle erogazioni idriche anche per usi civili il Governo-Vendola fa
un altro balzo in avanti sulla strada di un
malgoverno che in realtà investe tutte le
sue politiche. Esso infatti era assolutamente evitabile se solo si fosse dato seguito ai grandi progetti in materia di risanamento della rete e di potenziamento
degli impianti, corredati da fondi “cash”
per più di un miliardo di euro, che i Governi di Centro-destra avevano approntato nel breve tempo (tre anni) in cui avevano governato l’AQP, prima commissariato e poi scippato dal Governo D’Alema. La vicenda inqualificabile dei tre
dissalatori da noi progettati e finanziati
che oggi Introna lamenta di non aver potuto realizzare, dopo che per tre anni e
mezzo lo abbiamo richiamato costantemente quanto inutilmente ad uscire dalla fase delle chiacchiere per mettere mano alle opere, è soltanto l’ultima prova
di una gestione irresponsabile delle politiche idriche da parte di questo Governo regionale, capace soltanto di occupare e moltiplicare le poltrone e le prebende a spese della sete dei Pugliesi.
A tal riguardo è francamente sconsolante il Collega Maniglio, che dopo tre anni
e mezzo, forse aprendo i rubinetti di casa, si ricorda di chiedere lo sblocco dei
dissalatori. Se si aggiunge questa vicenda allo sfascio della Sanità, all’abbandono dell’Agricoltura, alla mancata promozione turistica, alla rinuncia ideologica
ai termovalorizzatori (un caso identico a
quello dei dissalatori) con conseguente
trasformazione della Puglia in mega-discarica e rischio concreto di tipo campano alle porte, alla latitanza di qualsiasi
reale politica industriale, agli sperperi di
ogni tipo con conseguenti inasprimenti fiscali a carico di famiglie ed imprese,
ben si comprende perché i Pugliesi soltanto pochi mesi fa abbiano dato ai loro
governanti regionali e provinciali un pesante avviso di sfratto. Intanto giungono
allarmanti quanto significative notizie sul
fronte della spesa dei fondi comunitari,
per la puntualità nella quale il GovernoFitto era regolarmente gratificato ogni
anni con tutte le “premialità” disponibili.
Francamente non credevo che riuscissero ad essere tanto devastanti”.
Lospinuso (AN-PDL): “Costantino all’opposizione nei confronti di Vendola,
Florido e Stefano”
“Leggo non senza sorpresa le dichiarazioni
del Collega Costantino, che denunciano una
condizione catastrofica del nostro territorio e
con essa, conseguentemente, le politiche di
governo di chi amministra la Regione da tre
anni e mezzo, la Provincia di Taranto da quattro anni e mezzo ed il Comune di Taranto, di
fatto, da due anni e mezzo, e cioè da quando
si dimise Rossana Di Bello.
Con specifico riferimento all’ILVA, per esempio- presumo che, date le premesse che
pone, egli si associ a noi nel denunciare
l’irresponsabile distrazione dei fondi da noi
destinati al risanamento dei Tamburi per un
progetto organico di cui i nostri successori
non sono stati capace di realizzare assolutamente nulla. Così come ci attendiamo da parte di Costantino una conseguente assunzione
di responsabilità nei confronti dell’abbandono
in atto dell’Agricoltura pugliese, delle gravissime omissioni sul terreno delle risorse idriche,
della distrazione dei fondi per la promozione
turistica ecc.ecc., che si devono tutte alle attuali Amministrazioni di sinistra.
A conferma di questo nuovo ruolo di opposizione del Collega Costantino, di cui attendiamo il seguito in un Consiglio Regionale in
cui finora egli è stato un soldatino iper-fedele
di Vendola e compagni, l’evidente contraddizione tra le sue dichiarazioni sul gigante siderurgico e quelle del suo Governatore, che
ha giudicato “irresponsabile” la proposta di
chiuderlo.
Mi permetto peraltro a tal riguardo di rilevare
che non vorrei che, chiusa l’ILVA, Costantino ritenga di affrontare la tragedia occupazionale che ne deriverebbe come ha fatto
qualche ora fa per i 234 posti di lavoro della
Miroglio, che allo stato rischiano seriamente
un drammatico avvenire a dimostrazione di
come il nostro sistema non sia oggi in grado
di assorbire un numero di esuberi pur di gran
lunga inferiore a quelli che verrebbero dalla
suddetta chiusura. Sulla Miroglio, Costantino
è fuggito fisicamente dal tavolo del confronto,
adducendo pretesti degni di una ripicca infantile, salvo poi scagliare l’ennesima, inutile
frecciata nei nostri confronti e redigere la suddetta dichiarazione, nella quale di fatto irride
ai 13 mila posti di lavoro prodotti dall’ILVA ed
ai conseguenti dati –nonostante tutto, i più
alti tra tutte le Province pugliesi- sul reddito
medio dei Tarantini, che evidentemente non
gli dispiacerebbe ridurre drasticamente, a cominciare- se ho capito bene- dai ristoranti.
Ma la verità è che ci troviamo di fronte soltanto
ad un pietoso tentativo di rilanciare la vecchia,
cinica strategia del “partito di lotta (Costantino)
e di governo (Vendola, Florido, Stefano)”, che
ha sempre prodotto soltanto, e sta infatti producendo anche da noi, l’istituzionalizzazione
del mal-governo”.
LOSPINUSO (AN-PDL): “Positivo l’incontro
romano sulle problematiche dell’Arsenale.
Si sta concretamente operando”
“L’incontro romano sulle problematiche dell’Arsenale di Taranto ha conseguito i migliori risultati che ci si poteva attendere. A fronte delle
concrete ipotesi di chiusura che fino a qualche
mese fa circolavano con documentata insistenza a favore di La Spezia, il Governo-Berlusconi,
che era già immediatamente e concretamente
intervenuto a nostro favore nella persona del
Ministro Larussa come riconosciuto anche dal
Sindaco Stefano, ha pubblicamente confermato, con l’autorevole parola del Sottosegretario
Cossiga, che considera di grande ed attuale
rilevanza strategica la nostra Struttura, dopo
aver avvalorato con i fatti questa impegnativa
asserzione attraverso il prossimo avvio dei lavori di messa a norma per i quali ha condotto
rapidamente in porto il decreto di somma urgenza, all’uopo anche coinvolgendo, ai fini della massima celerità e garanzia di qualità, il Genio campale. Con la ripresa entro pochi mesi
delle attività, si vede così finalmente la luce in
fondo al lungo tunnel dal quale finora non si era
stati capaci di far uscire una risorsa gloriosa e
di vitale importanza per la nostra economia.
Quanto alle altre richieste rispetto alle quali secondo taluni non ci sarebbe stata risposta adeguata da parte del Governo, quale quella relativa al “Piano Industriale”, mi pare francamente
che, rispetto a quanto ci è stato assicurato,
trattasi di un mero pretesto per dirsi comunque
insoddisfatti. Se infatti il Governo riconosce un
ruolo strategico al nostro Arsenale e sta già investendo a tal fine nelle sue strutture, il “piano
industriale” non potrà che seguire ed è già di
fatto contenuto in tale concreta affermazione di
principio. Quanto alla denominazione dei “tavoli” a riunirsi, mi pare francamente una mera
quanto inutile decorazione lessicale. Quel che
importa comunque è che si operi. E si sta operando”
Per la Segreteria - Tommaso Francavilla
riceviamo e pubblichiamo
La Goccia n. 21 - 25 ottobre 2008
Comunicati stampa Paolo Costantino
COSTANTINO (PD) : NUOVE CASE POPOLARI IN PROVINCIA DI TARANTO
La Regione Puglia stanzia 8,7 milioni euro e riconferma il completamento di 108 alloggi a Taranto, Manduria e
Ginosa
Il bene casa è uno dei diritti fondamentali
per gli individui. Le massicce speculazioni in atto in questi anni hanno reso spesso
inaccessibile questo diritto.
Pertanto era più che necessario un risveglio dell’attività regionale in questo campo.
8.712.224€ sono la cifra totale che l’Istituto
Autonomo Case Popolari di Taranto impiegherà per completare 108 nuovi alloggi.
Gli interventi sono stati localizzati a Taranto per complessivi 72 alloggi, Manduria per 36 alloggi e Ginosa con 30 alloggi.
5.369.112€ sono stati destinati a Taranto di cui 3.343.112€ di ulteriori finanziamenti.
Sono finanziamenti rivenienti dalla Legge
457 del 1978 e dalla Legge 67 del 1988.
La Delibera di Giunta Regionale, la n° 1736
del 23 Settembre 2008 punta a finanziare
come già detto il completamento degli interventi edilizi già in atto assegnando ulteriori risorse allo IACP di Taranto.
Con alcune spiacevoli esclusioni. Il Comune di Martina Franca non dando riscontro
alle richieste dell’Assessorato all’Urbanistica e dell’IACP circa la disponibilità delle
aree degli interventi originari are ha perso un finanziamento di quasi 2 milioni di
euro.
Il finanziamento è stato rediretto a Taranto e Manduria. In quest’ultimo caso la Regione ha stanziato ulteriori 91.237€ per la
realizzazione dei lavori di ripristino ed adeguamento dei 36 alloggi in parola.
Più di una volta questi interventi di edilizia
residenziale pubblica sono finiti all’attenzione delle trasmissione satiriche nazionali come Striscia la Notizia, facendo adirare più che ridere per lo spreco di risorse
pubbliche.
Nessuno si illude infatti di contenere con
questo provvedimento la domanda abitativa che sale dalle famiglie più svantaggiate
ma è importante il fatto che la Regioni utilizzi tutte le somme a disposizione e non le
faccia dormire in qualche piega di bilancio.
Ora lo IACP ha 13 mesi di tempo per pervenire all’inizio dei lavori, a decorrere dalla
data di pubblicazione sul BURP, Bollettino
Ufficiale della Regione Puglia.
Costantino (PD) : senza un modello di sviluppo siamo destinati a rimanere sudditi
Taranto in bilico tra Bhopal e Bilbao
La città deve affrancarsi dal siderurgico, chi
ci lavora godere della piena agibilità
Nessuno pensa di chiudere l’ILVA nei prossimi
anni ma il Gruppo Riva non può considerare Taranto come la Bophal d’Italia. Per chi non lo ricordasse nel 1984 uno stabilimento chimico uccise
in India “ufficialmente” 1754 persone. Vent’anni
dopo la contaminazione è ancora attiva. Oggi le
1.600 pecore da abbattere per la contaminazione di diossina dei terreni circostanti l’ILVA, domani la compromissione della zootecnia e dell’agricoltura ionica se è vero che la diossina è
stata individuata anche a 10 Km agli stabilimenti
siderurgici. Delle morti bianche sappiamo tutto,
sempre frequenti gli incidenti sul lavoro, notevole l’incidenza di malattie respiratorie e dei tumori
polmonari, malattie connesse all’inquinamento.
Polveri sottili, diossine e PCB stanno compiendo
una strage nemmeno tanto silenziosa. Ci chiediamo se corrisponda a verità che dopo la privatizzazione dell’Ilva gli strati filmanti (vernici ricoprente) non sono più applicati sui parchi minerari, che i filtri dei camini ILVA non sarebbero più
sostituiti regolarmente? Che siamo di nuovo all’anno zero del trattamento fumi?
I dati pubblicati sul Bollettino Epidemiologico Regionale relativi a Lecce e Provincia dimostrano
che non è quella jonica, la sola provincia disastrata. Anche il Salento paga direttamente i danni
dell’aria dell’ILVA, i venti che spirano verso sud
portano polveri sottili e cancerogene nonostante
la provincia leccese abbia scelto una economia
diversificata. Si prospetta un danno ambientale
permanente per la Puglia con la possibilità, ancora una volta che sia lo Stato, cioè noi a pagare,
una volta dismesso lo stabilimento. In uno Stato
federalista che l’attuale Governo sta disegnando immagino che questi soldi li dovrebbero tirare
fuori i Pugliesi, ovvero la Regione Puglia. Quindi
profitti al Nord e inquinamento e sfruttamento al
Sud: niente di nuovo sotto il sole. Uno sport ben
praticato dal Gruppo Riva, il quale nel 1995 acquistò il siderurgico lasciando allo Stato i debiti
contratti dalla precedente gestione. Film che si è
rivisto con l’Alitalia al cui “salvataggio” ha partecipato lo stesso Riva. Anche lì lo stesso copione:
aerei, slot e personale formato al privato, debiti a
tutti noi. E’ arrivata l’ora che la città intera decida,
non singole parti illuminate: Taranto si sprema le
meningi e progetti da sola un nuovo futuro. Non
glielo regalerà nessuno. Innanzitutto quindi creare un legame profondo con il suo territorio, con
la sua Provincia. Si può sforare certo, ma non di
anni. Se a Bari la data del 6 Dicembre è quella
della riapertura del Petruzzellis, allora a Taranto
21
si progetti l’esposizione completa e definitiva
in un unico luogo di tutti i suoi formidabili reperti archeologici. Riva irrise chi voleva riprogettare la città. Sul principale quotidiano della
città testuale disse: “siete in grado di assumere 13.000 bagnini”? Ora no, ma diversificando
l’economia è possibile. Altre città come Bilbao
l’hanno fatto. Il successo della riconversione
ha attirato fin lì una delegazione di amministratori e imprenditori toscani. “Firenze nella competizione europea” questo il progetto. E Taranto? Vuole continuare ad essere la città dei fumi
e delle polveri? Una cosa va detta chiaramente: il rilancio di Taranto è una questione nazionale. Questa città produce da cinquant’anni ormai acciaio e raffina petrolio. Tre anni di dialoghi senza un nulla di fatto, non possono rimanere senza sanzione. Senza contare che va
esaminato tutto il pesante dossier del rispetto
dei diritti dei lavoratori all’interno dello stabilimento. Il caso della Palazzina Laf e i ricatti occupazionali non saranno dimenticati.
Serve a poco essere la Provincia di Puglia con
il più alto reddito pro-capite (19.726€).
Non voglio essere ripetitivo ma è il caso di studiare a fondo il modello Bilbao e lo faremo nei
prossimi giorni per capire quali parti di quel progetto di rilancio possano essere da noi riutilizzate. Nel contempo evitare una nuova Bagnoli.
Sono due casi di smantellamento di una economia basata sull’acciaio. Uno di successo,
l’altro di stagnazione e declino. E’ una scommessa forte, che potrebbe anche non passare per la cessazione delle attività. Ma il tutto
deve passare per limiti di emissione ferrei. Il
Friuli Venezia Giulia ha adottato come Regione i limiti europei alla diossina, lo stesso può
fare la Regione Puglia. L’Ilva fermi il suo ciclo
e si adegui: la produzione continua non è un
comandamento.
Al di là dei dati positivi del prodotto interno
lordo pugliese, c’è una provincia che sopravvive sulle macerie di un progetto economico.
In crisi l’agricoltura, militarizzato l’Ilva, ridotto
a chiedere l’elemosina l’Arsenale, insufficiente
e marginale il settore turistico, ancora da sviluppare l’indotto universitario. Uno scenario
agghiacciante, soprattutto se si pensa al futuro. Al di là della immagine illusoria dei ristoranti pieni al sabato e del consistente mercato di
beni di lusso non c’è strategia, non c’è idea di
futuro. Serve un Piano Strategico a medio-lungo termine, sviluppo industriale sì ma sostenibile. Taranto non può più essere la pattumiera
siderurgica d’Europa! La Regione Puglia non
rimarrà inerte.
Il Consigliere Regionale del PD
Paolo Costantino
22
dal palazzo di Città
La Goccia n. 21 - 25 ottobre 2008
Maratona del fumetto: 24 hour contes
Il ginosino Giovanni Carducci ai primi posti
nella kermesse nazionale del fumetto.
e le 14 di domenica 19. In questa
edizione che è appunto per me la
prima; ho avuto la fortuna di classificarmi tra i primi in Italia e primo
assoluto a Lecce.
Credo che mi abbia sorpassato di
poco uno sceneggiatore Bonelliano. Ma per quanto mi riguarda
le pagine le ho consegnate alla
postazione che registrava il momento esatto del lavoro terminato; dicevo appunto sono arrivato
a fine fatica alle 3 e 55 il che sta
a significare che ho finito il tutto
per la cronaca in un tempo totale
di 12 ore e 55 minuti con i crampi
alle dita e la testa che cominciava
a girare, visto che dopo le ore 24
e dopo l’una la concentrazione si
neutralizza. Tutto sommato credo
che il mio risultato non e’ male se
pensiamo che sono un esordiente ma essendo uno che ama sia
Disney e il fumetto umoristico ho
voluto sintetizzare la storia della
mia vita in una storia rappresentata da due palloncini ed uno di
questi rappresentava lo stereotipo
del rompiscatole che interrompeDa diversi mesi Giovanni Carducci collabora si è svolta dalle 14.00 di sabato 18 ottobre
va di continuo il protagonista. Ritengo che
con il nostro giornale attraverso la pubblicatirando un po’ le somme questa
zione di vignette che illustrano noti
esperienza e’ stata massacranproverbi ginosini.
te ma appagante dato che le
Giovanni ha partecipato ad una macrisi di sonno e derivati si soratona del fumetto che si è svolta su
no fatte sentire fino a lunedì 20
tutto il territorio nazionale e questa
In occasione della pubblicazione e presentazione del
ottobre. Credo, a parte la bella
partecipazione è stata premiata con
libro di “Renato Dell’orco” sono alla ricerca di videoe estenuante esperienza, che
un prestigioso risultato. Ma lasciail fumetto dovrebbe comunque
mo che sia lui stesso a raccontarci
film, in cui appare Renato.
essere riconsiderato nel nostro
di questa esperienza.
Gli eventuali possessori, se vogliono, possono recarsi
bel Paese italiano visto che la
«Sono appena ritornato da una
presso “Studio Project” di Graziano Moro in via Roma
crisi di mercato si aggiunge comaratona del fumetto meglio conoa Ginosa. Da questi verrà estrapolato un film-docume un peso di zavorra a questa
sciuta come 24 hour contest, che
mentario che sarà presentato nella serata di presenforma di arte come dicono in
in Italia si è contemporaneamente
Francia.
svolta in sei sedi sparse per la notazione del libro stesso.
A presto con i proverbi ginosistra nazione ossia: Napoli, SarzaRingrazio tutti per la collaborazione.
ni.
na (SP) , Reggio Emilia, Palermo,
Compagno-Gino Pizzulli
Giovanni Carducci»
Lecce, Terni con altri partecipanti da
casa tramite internet. La maratona
Avviso
24
attualità
La Goccia n. 21 - 25 ottobre 2008
Lo Stralisco: salutarci a colori
Il Circolo Arci “Il Ponte” di Ginosa realizzerà con alcuni artisti ginosini la decorazione
del reparto di Pediatria dell’Ospedale di Castellaneta. Intervista a Rosa Perrone
redattrice del progetto che si ispira al racconto di Roberto Piumini.
L’importanza della pittura..
certo ad alcuni potrebbe venire in mente l’atto del dipingere inteso come arte, per altri
invece la pittura potrebbe essere vissuta come il momento
in cui si “rinfrescano” le pareti
della propria casa… ed invece
c’è un altro modo di intendere
questa arte di pura manovalanza: pitturare artisticamente
le pareti del reparto pediatrico
di Castellaneta.
La manovalanza, è proprio
partendo dalla modestia di
questo termine, che fa venire in mente l’artigiano che con
lentezza e maestria curava il
proprio lavoro, che, quasi ricercando un sentire più sociale, vede collaborare membri sanitari,
artisti ed associazioni, come l’ARCI – Il
Ponte di Ginosa, per “riscaldare” un ambiente di per sé necessariamente sterile,
come quello di un ospedale.
Questa è l’idea di base dalla quale si è
mossa una grande macchina organizzativa, ma l’ideatrice di tutto è la docente Rosa Perrone, socio del circolo locale ARCI “Il ponte” di Ginosa e da poco
anche membro del suo direttivo. Come
racconta l’insegnante Perrone: “…sono
socio sin dalla fondazione del circolo in
Ginosa, il cui esordio è datato 25 aprile 2005, un battesimo per l’Associazione
di tutto rispetto. Dopo lunghi anni il tema
della Liberazione dell’Italia dal Fascismo
ad opera del movimento della Resistenza partigiana si riappropriava di uno spazio vitale per la crescita di una comunità:
la Piazza. Per l’occasione oltre all’esibizione del teatrino dei burattini, divenuta
oramai compagnia stabile, l’ARCI organizzò un dibattito sul tema Le Donne, la Resistenza, la Costituzione, tema che fu sviluppato anche attraverso una mostra fotografica e la elaborazione di un DVD, da me personalmente curata, in cui la trattazione del
tema assumeva un taglio storico e didattico.
Tante le attività portate avanti dal gruppo locale ARCI, che conta oggi 80 soci
iscritti: in 3 anni il circolo ha organizzato svariati dibattiti in teatri, piazze e
scuole, ha presentato libri e ha incontrato gli autori, ha promosso eventi di
musica, concerti. Il Ponte offre ai propri soci corsi di musica, di danza di recitazione di pittura e di arti figurative.
Collabora con gli Enti, le Istituzioni e
le Associazioni del territorio. Ha allestito una vera e propria compagnia di
Burattini Il Flauto Magico che ha messo in scena spettacoli svolti nelle piaz-
ze, nelle scuole e case di
riposo, raccogliendo anche fondi per beneficenza. Ha ideato e promosso
la Festa de la “Terre de
u’ Munachicchie” che si
svolge nel Rione Casale
da tre edizioni”.
Ma la signora Perrone per maturare questa
idea, di dare vita alle pareti del reparto pediatrico
di Castellaneta, è partita
da un’esperienza personale: “ …ho dovuto assistere una mia parente ricoverata nell’ospedale di
Castellaneta e durante
questo periodo ho avuto
modo di notare come all’interno dell’ospedale tra i medici, gli infermieri, gli ausiliari i volontari del reparto
e i parenti dei pazienti ricoverati si instaurano relazioni, si scambiano informazioni,
l’ambiente diventa cioè cooperativo, tutti
concorrono secondo ruoli e competenze
differenti ad occuparsi della salute del paziente, della sua guarigione. Tutti ma non
tutto! I muri, per esempio, quelli non aiutano granché, non “esprimono” emozioni,
sono spogli, senza quadri, senza immagini, numerosi metri quadrati di nulla che
rattristano e angosciano.”. E continuando:
“Durante una riunione raccontai di tali riflessioni ai soci dell’ARCI. Successivamente una coppia di soci ha dovuto ricoverare la figlia presso il reparto di Pediatria dello stesso ospedale. Per fortuna la
permanenza della ragazza, Federica, durata brevemente ebbe una felice risoluzione, ma fu in quel momento che si avvertì il desiderio di dare un contributo co
attualità
me Associazione a questo centro ospedaliero, noto purtroppo ormai più per gli
eventi tragici che l’avevano colpito mesi addietro, che per la competenza e la
professionalità dei molteplici operatori
che quotidianamente sono attivi e zelanti ”.
Nasce così Lo Stralisco – SalutArci a Colori. Ma, cosa è lo Stralisco? “Il nome del
progetto “Lo Stralisco” è preso in prestito dal titolo di un romanzo di Roberto
Piumini, il noto scrittore di filastrocche,
poesie, poemi, fiabe, racconti, romanzi e testi teatrali nel campo della letteratura per ragazzi. “Stralisco” è una parola strana, che non è rintracciabile sui
dizionare: è infatti una parola, un nome,
che fa parte del gioco di Madurer e di
Sakumat. In una Turchia antica e fantastica vive un bambino affetto da una rara malattia, che gli impedisce di godere
dell’aria aperta e della luce del sole. Suo
padre, ricco signore delle Terre del Nord,
chiama un famoso pittore, Sakumat, da
una regione lontana per fargli affrescare
le stanze del piccolo Madurer. Insieme,
il bambino e il pittore iniziano un progetto grandioso: rappresentare sulle pareti
colori e forme del mondo, della vita. Lo
Stralisco è una favola sulla possibile felicità di chi accetta fino in fondo quel patto
d’attenzione verso il mondo e verso sé.
Posso anticipare che lo scrittore Piumini, contattato dal Presidente dell’ARCI
Stefano Giove, nell’autorizzare l’adozione del titolo verrà a farci visita per ammirare le opere dei Maestri pittori e ci
allieterà con una lectio magistralis sulla
scrittura creativa.
Lo scorso giovedì 16 ottobre siamo stati accolti dal Dott. Mario
Cetera, Direttore
Sanitario del Polo
Occidentale Mottola, Massafra e
Castellanteta, e
dalla Coordinatrice Signora Biagia
Vagali, a seguito
del sopraluogo il
gruppo degli artisti, la sottoscritta, il presidente
Stefano Giove e
il vice presidente Maurizio Calabrese, ha potuto predisporre il
piano dei lavori.
Il giorno della festa di Ognissanti, muniti di pennelli e tavolozze,
gli artisti saranno tutti ai nastri di
partenza. Le decorazioni saranno ultimate entro un arco di tempo breve per evitare intralci al
lavoro della équipe sanitaria.
Cosa sarà usato? Colori acrilici polycromi in dispersione acquosa atossici inodore e protezione con vernice ad acqua atossica trasparente.
Chi sono gli artisti che realizzeranno concretamente le opere? Damiano
e Patrizia Bitetti, Arcangelo Carrera,
Pietro D’Amelio e Vito Furio affiancati da altri giovani artisti, Lisa D’Amelio,
Gianna Latorre e Giorgio Morea. La loro disponibilità, concessa in verità con
grande convinzione, è stata, per così
dire, carpita dall’instancabile Stefano
Giove. Tutta la progettazione si pregia
inoltre del contributo delle dottoresse
Maria Marangi Pedagogista e Maria
Cafolla Psicoterapeuta. Interessanti e
rilevanti le loro lezioni sul ruolo dell’immagine e sull’uso dei colori che hanno
arricchito di spessore e di importanza
l’attività che ci si appresta a realizzare.
Altri soggetti supporteranno l’ARCI in
occasione della festa di inaugurazione
che avverrà il giorno 8 Dicembre presso il reparto: la Compagnia dei burattini Il flauto Magico, il dottor Pasticcio,
clown terapeuta noto ai ginosini col nome di battesimo Mino Danuzzo, Alessandro Morea e tutti i soci del Circolo
Arci che ringrazio di cuore. Vorrei aggiungere che il progetto ha ricevuto il
sostegno della Fondazione “Ing. Luigi
Sarno” che metterà a disposizione la
“materia prima”: il colore.
Marilena Surdo
La Goccia n. 21 - 25 ottobre 2008
25
26
attualità
La Goccia n. 21 - 25 ottobre 2008
Marina di Ginosa: in tanti replicano
alla lettera del dottor Gabriele Iacono
Giuseppe Mongelli, Mario Toma e Daniela Dian rispondono e
polemizzano con il rappresentante del CAV marinese
Giuseppe
Mongelli
Risposta allo Scrittore di pag 26
(ultima ed. de LA Goccia),
Giuseppe Mongelli già presidente della Comunita MONTANA Murgia Tarantina, uomo
libero per scelta e non asservito ad emanazioni pseudo-parrocchiali che si enfatizzano
propugnatrici di fede e verità,scrive per dovuto. L’ articolo che indirettamente tocca la mia
modesta figura di ex-presidente della c.m.m.t.
è stato evidentemente scritto senza che l’autore abbia avuto cognizione di causa di quanto
affermato. . Il modesto ed anacculturato expresidente della c.m.m.t. non proviene da studi sofistici correlati da citazioni di classici del
pensiero , ma ha vissuto il proprio momento
politico ispirato da semplici valori inculcatigli
dalla propria Madre e dal proprio Padre, quelli
semplici del Cristianesimo genuino che non si
rifà alle edotte allocuzioni dell’illuminato autore
dell’articolo di p. 26.Ci sono stati in passato uomini , per esempio Giorgio La Pira, che hanno
saputo tradurre la loro Cristianità nell’impegno
politico; ebbene sappia che indegnamente chi
scrive ha cercato di fare, senza enfatizzare , la
propria opera comunque in silenzio ed umiltà.
Provi , pertanto , lo stimato ed illuminato scrittore di p. 26 a non denigrare, ma abbia il coraggio di proporsi anche nelle sedi decisionali
, forte dei propri ideali e convinzioni cattoliche.
Solo cosi diverrà credibile, e non sembrare il
suo scritto un latrato nella notte.Sappia, inoltre
, che profetare elucubrazioni non ha senso se
non si conoscono i fatti : vada-veda-legga e
mediti……gli archivi della Comunità Montana
da me umilmente presieduta sono visibili al
pubblico e prenda atto di quanto in silenzio e
senza vanagloria è stato fatto anche per lei,
signor cicerone che certo non ha lo stile delle
Filippiche e delle altre opere erudite.Lo scrivente poco ricorda di Platone o di Aristotele
però ricorda l’insegnamento di Don Luigi
Sturzo di cui l’erudito forse non ha memoria poiché ama parlar male a prescindere……….In quanto alla BIBBIA, l’indegno
scrivente ha veramente bisogno che ella
lo conduca sulla retta via a che non possa
confondere la libertà con il libertinaggio
senza provare immotivate nostalgie , non
avendo avuto da piccolo la formazione
“BIZZOCA” che traspare dal suo scritto
di p. 26 . Prendo simpaticamente atto del
suo lessico forbito, variopinto , a volte
istrionico ma che denota , inesorabilmente , che non è ancora arrivato a leggere il
brano Evangelico della pagliuzza e della
trave.Comunque cristianamente non le
porterò rancore per avere insultato il mio
operato, e possa questa mia buona azione non essere fraintesa dai Lettori perché
lo faccio veramente con il cuore. Termino
ricordandole di non aver mai fatto opportunistiche apparizioni elettorali ma di aver
accettato la dura strada dell’opposizione
e dell’isolamento politico laddove non era
possibile scendere a patti con la mia coscienza Tanto le dovevo e non me ne voglia il MAESTRO comune se ho peccato
di iracondia.
Giuseppe Mongelli
Mario Toma
Gentile Direttore, con educazione e senza mancar di rispetto a nessuno, attraverso le pagine de La Goccia ho chiesto
spiegazioni circa l’effettivo impegno del
C.A.V. di Marina di Ginosa alla luce di una
“ chiave di lettura” fornita sull’ operatività
dei C.A.V. sul territorio da un pieghevole
di S.E. Mons. Fragnelli.
Sono veramente deluso dalla risposta del
Dott. Iacono, responsabile del C.A.V. lo-
cale.
Le spiegazioni di “ regole di vita comunitaria locale” le accetto volentieri, da tutti,
non accetto la pretesa di “ volerle spiegare
“ da parte di chi non è nato e non ha vissuto in Marina di Ginosa o da parte di chi è
giunto appena l’altro giorno.
Ciò che viene “ letto “ come “malizioso “
nella mia richiesta di chiarimento è solo un
modo di erigere “barricate“ , creare “cortine fumogene“ , dando corso a pseudo
- vittimismo che non ha campo se, come
qualcuno dice, tutto è limpido e trasparente...
Probabilmente avrò colpito nel segno,
questa sì , mi perdoni Dott. Iacono , è
malizia , valutata la reazione spropositata
“guarnita“ da attacchi personali veramente
superflui e fuori luogo.
Non guasterebbe un pò di cautela circa i
giudizi sul “Nostro Natale Insieme“ che è
storia e tradizione di una Comunità che,
devo dirlo, qualcuno dimostra di non conoscere.
Non so chi abbia commesso grossolani errori di valutazione.
Per uno scritto scarno costituito da domanda semplice forse non era il caso di dar
luogo ad un prolisso “trattato di guerra“
facendo sfoggio del sapere, di incarichi,
dando corso ad una gratuita inventiva contro la classe politica locale.
Di intelletuali... “virgolettati“ credo di conoscere qualcuno: gli altri spero me li presenti il Dott. Iacono.
Di politici ne conosco diversi ma conosco
anche la reazione verso il politico di chi
chiede e non ottiene e di chi si comporta
come quella famosa volpe che “non arrivando all’uva diceva fosse acerba“.
Chiedo scusa Dott. Iacono, Platone, Aristotele sono al massimo piccoli punti di partenza: è necessaria la preparazione storica del politico, la conoscenza
dell’economia e della politica economica,
attualità
delle problematiche del lavoro e sindacali, delle tecniche di comunicazione, oltre
naturalmente alla piena coscienza e consapevolezza dell’aspetto territoriale su cui
muoversi ed incidere... altrimenti discutiamo solo di aria fritta.
Non so dove qualcuno attinga le informazioni: sono alla Comunità Montana da poco
più un anno, da 7-8 mesi la nostra Comunità Montana è obiettivo di “scorribande“
dei media e si parla solo di chiusura, di
soppressione dell’ Ente. Sergio Rizzo e
Gian Antonio Stella non potevano certo
occupare 286 pagine per affermare che
in Italia tutto funziona: non avrebbero venduto neanche una copia del loro libro. Il loro limite sta nel non aver voluto dar spazio
a ciò che una Comunità Montana riesce,
nel suo piccolo, a realizzare: eppure ci sono atti, delibere da cui attingere spunti e
rispondere anche alle insinuazioni. La mia
breve permanenza all’ Ente, la “mia presenza“ l’hanno notata alcune associazioni
locali, alcuni operatori commerciali e turistici attraverso le importanti vetrine internazionali della Fed- Cup nel Villaggio Valentino, della Bit di Milano.
A qualcuno è “sfuggito“ anche un convegno organizzato a Marina di Ginosa per la
presentazione di un progetto di recupero
e fruizione della Pineta Regina, candidato dalla Comunità Montana per un valore
di 1.000.000 di euro nell’ ambito di Area
Vasta.
Il bilancio di questi mesi lo faccia lei, Dott.
Iacono, io non so se è troppo, troppo poco o nulla.
Certo, se lei pensa che far ballare quattro brasiliane in piazza è una cosa che si
nota subito e la programmazione come la
promozione turistica non si vedono e non
si toccano...
Se tutto è limpido e trasparente perchè
non rispondere, perchè trascendere in inventive personali “fuori tema“.
Quel che è stato chiesto viene da molto
lontano, molti avrebbero qualcosa da dirle,
possibile non se ne sia reso conto?
Di chi l’errore di valutazione? Rifletta prima di dar fuoco alle polveri .
Firmato, nessuno si dispiaccia ,
Mario Toma.
La Goccia n. 21 - 25 ottobre 2008
Daniela Dian
Vorrei tramite la Goccia dire due parole al
dottor.
Gabriele Iacono, che invece di rispondere
ai quesiti del consigliere comunale Mario
Toma in maniera semplice e formale, ha
riempito due pagine de LA GOCCIA di insulti a tutta la comunità dimostrando quello
che lui è, e cioè, quello che dice agli altri
di essere.
Travestito da Super eroe, il dottor Gabriele Iacono crede di essere la “parte sana”
di Ginosa Marina, così facendo si copre di
ridicolo anche per il lessico contorto da tubolario anni ‘70.
Chi negli anni ‘70 c’era, può ricordarsi di
quel tubo in vendita per un certo periodo
nelle librerie, un tubo suddiviso in settori
secondo il criterio dell’analisi logica. I vari
settori scorrevano rispettivamente attorno
al tubo e, secondo il criterio dell’analisi logica, davano in ogni caso una frase di sen-
27
so compiuto che oggettivamente non aveva
nessun senso. Si potevano comperare tubi
con il linguaggio ”politichese” oppure “ medichese” o “giornalistichese”. Essendo tubi di
cartone, ogni tanto qualche settore si scassava per cui non si ottenevano nemmeno più
frasi analogicamente corrette. Il linguaggio
del dottor Iacono è come quello di un tubolario scassato.
Non è bello che un dottore scriva su un giornale in quel modo. Eppure l’analisi logica si
studia alle scuole medie! E per analisi logica
non intendo una composizione armoniosa di
soggetti, verbi, predicati verbali e complementi, per analisi logica intendo una analisi
intellettuale volta alla comprensione della logica di un discorso.
Per cui la prossima volta che pubblica qualcosa sulla Goccia, visto che a Ginosa Marina
ci sono solo intellettuali da cortile, vada fuori
zona e si cerchi qualcuno competente che le
aggiusti un po’ i suoi strafalcioni!
Daniela Dian
Vincenzo Fiorillo
Invito il dott. Gabriele Iacono a rispondere ai quesiti del consigliere comunale Mario Toma.
Dalla sua tiritera confusa non traspare nessuna risposta se non il chiaro tentativo, tra l’altro
riuscitissimo, di non rispondere.
Vincenzo Fiorillo
Perchè alcune lettere
non sono state pubblicate
In merito a questa vicenda sono giunte in redazione altre lettere che allargavano la
questione anche ad altri aspetti che non si riferivano soltanto a quanto scritto nel
numero scorso dal dottor Iacono.
Si è ritenuto di non pubblicare tali lettere in quanto rischiavano di trasformare un
confronto, anche se aspro, in qualcosa di diverso.
Il nostro giornale non intende, in nessun modo, diventare partigiano di cause personali o di gruppi di persone. Se vi sono dei problemi che riguardano alcune istituzioni di Marina di Ginosa è bene che tali problemi vengano affrontati e discussi
nelle sedi opportune con le figure istituzionali che hanno conoscenze e competenze. Noi possiamo riportare quanto emerge da tale confronto e non divenire
strumenti impropri.
Chiediamo, pertanto, scusa a coloro i quali non si sono visti pubblicare la propria lettera. Crediamo che quanto innanzi espresso sia sufficientemente chiaro e
sgombri il campo da ulteriori polemiche.
28
attualità
La Goccia n. 21 - 25 ottobre 2008
Rubrica a cura
di don Franco Conte
“Un uomo non dovrebbe mai vergognarsi di confessare di aver avuto torto: è, infatti, un po’ come dire - in altri
termini - che oggi egli è più saggio di
quanto non lo fosse ieri”.
Così consigliava Jonathan Swift (16671745). Sì, il celebre autore de I VIAGGI DI
GULLIVER.
E il suo monito merita attenzione perché il
riconoscere un errore personale è un atto
di per sé dovuto, eppure è tanto
difficile da compiere. In agguato,
infatti, c’è sempre l’orgoglio che si
leva imperioso e che spinge fino al
ridicolo nel tentativo di autogiustificarsi sempre e comunque. I dittatori, come è noto, “hanno sempre
ragione”, con sprezzo della ragione stessa.
Il mondo ci vuole aggressivi, sicuri
di noi, infallibili. Gli errori sono effetti collaterali. E, comunque, almeno un po’, sono colpa degli altri.
Perché chi sbaglia paga e noi non
vogliamo avere debiti con nessuno.
Mi perdoni il mio unico lettore questa breve digressione che mi porta a farne
quasi una premessa sul caso di una ventiduenne californiana, con tutti gli attributi
e le curve che il Signore le ha regalato, la
quale vorrebbe laurearsi in psicologia con
un sistema economicamente molto valido
ma moralmente devastante: vendere in diretta la sua verginità alla modica cifra di un
milione di dollari. Mi sembra un po’ cara la
laurea in psicologia e un po’ troppo costosi i testi sui quali la signorina in… oggetto
(ecco quando un modo di scrivere si adatta
benissimo a quanto si vuol significare!) dovrebbe cimentarsi per gli esami.
Battutaccia un po’ cretina, lo ammetto, ma
l’ho fatta giusto per sollevarmi lo spirito a
fronte di una storiaccia così squallida ed
umiliante!
Confesso che ho tergiversato non poco prima di scrivere questo pezzo. Parlarne sui
giornali, oggi come oggi, significa solo fare
propaganda deleteria. Ci sono lettori a volte immaturi e qualcuno piuttosto acritico rispetto alle notizie: sono quelli che leggono,
ingurgitano, digeriscono e voltano pagina.
Ma il fatto che ho sopra citato è così penoso
che mi ha quasi obbligato a reagire, almeno
verbalmente. Fosse stata mia figlia, credo
che non mi sarei fermato solo alle parole.
(mi perdoni il mio unico lettore, ma notizie
di questo genere – come si dice dalle nostre
parti?- “mi toccano il sistema nervoso”!).
Come la penso io …dalla A alla Z
V - VERGINITÀ
Il fascino e il bisogno di arrivare in fretta al
massimo delle fortune con il minimo della fatica, in qualche giovane, potrebbe far
breccia.
Molta stampa e televisione che conosce
Howard Stern, definito “guru del microfono”
e personaggio famoso per le sue provocazioni, in parte banalizzano e in parte si in-
curiosiscono nel tentativo di capire quanto
questa sia solo una provocazione o una
nuova ipotesi per mantenersi negli studi
senza pesare sui genitori.
Davanti alla carriere e davanti alla televisione viene immolato “di tutto, di più”. In questo
caso sarebbe stata messa a disposizione
addirittura una macchina della verità e si
parla di un minuzioso esame ginecologico
per garantire che non si tratti di verginità incerottata o ricostruita (sic!).
Il succitato guru ha il coraggio di dire che
l’idea della balda studentessa è straordinaria: “È molto meglio sfruttare ciò che Natura le ha dato per pagarsi gli studi, anziché
limitarsi a un incontro fugace con il primo
venuto nel sedile posteriore di un’auto di
quart’ordine”. Chi conosce il provocatore
(stavo per scrivere maialone!), sospetta che
l’operazione “studentessa in cerca di laurea” sia frutto della sua mente maniacale
alle prese con il calo di ascolti e di pubblicità
(e, quindi, di soldi!).
Le persone che hanno un briciolo di coscienza a fronte di queste notizie vengono
prese da profonda tristezza. Non vorrei che,
camminando per la strada e imbattendosi
in ragazze belle e disinvolte, pensassero le
“studentesse in cerca di laurea” non siano
soltanto californiane.
Per fortuna le mie ex alunne del Liceo, che
ora frequentano l’università, mi consta che
tutte faticano e non poche di esse hanno il
coraggio di lavorare e studiare per portarsi
a casa i quattro soldi necessari per riuscire
a laurearsi, così quante (e sono davvero
tante) ne ho conosciuto nei dieci anni di mia
permanenza ministeriale in quel di Bari.
Il mondo giovanile è molto più sano di quanto appare: giovani che lottano per cambiare
questo mondo, giovani
che non si tirano indietro davanti la fatica, giovani che hanno deciso
che si può vivere senza
bisogno di calarsi, di
uccidersi giorno dopo giorno, giovani che
hanno degli ideali, che
tutti i giorni, tutti i santi
giorni, vanno ad aiutare
l’anziana vicina di casa
a fare le scale, che investono positivamente
la loro vita e non provano alcuna attrazione
per lo stereotipo dello
sballo a tutti i costi. Giovani che hanno capito che la vita non è una conversazione da
bar, non è una cosa da chiacchiera continua, come quella che pervade da ogni sito,
da ogni radio, da ogni schermo, la nostra
vita e specie quella meno riparata: la loro,
appunto; giovani che sanno che l’anima è
incancellabile nella natura umana, anche
se tale “fiato vitale” a volte sembra svanire lasciando spazio al vuoto. Vuoto che
si sente, anche dietro ai bagliori del successo, ai riflessi colorati degli onori civili o
sociali; quel vuoto o deserto che, diceva il
poeta Eliot, non è lontano ma è “pressato
sul treno della metropolitana”.
Siamo marci invece noi, adulti, partendo da
questo guru istrionico e vergognosamente
proiettato a farsi ascoltare ad ogni costo.
Lui pronto, molto più di quella studentessa,
a vendersi per molto meno di un milione di
dollari; la Chiesa, remando controcorrente
e quasi sempre in solitaria, a non stancarsi mai di annunciare che l’amore umano,
quello vero, non è soggetto al commercio
ma è un dono.
C’è una prostituzione del corpo, ma c’è
un’altra tipologia di prostituzione più raffinata, ipocrita e maledetta: il signor Stern ne
è il portabandiera.
Avesse almeno il coraggio di ammetterne
non fosse altro che la ridicolaggine.
attualità
Beni culturali.
La Goccia n. 21 - 25 ottobre 2008
Rinascimento Rupestre
storia. Come se nella nostra psicologia collettiva la gravina, popolata nelle sue ultime
fasi dai ceti meno abbienti, dovesse essere
cancellata al fine di negare quella miseria
che ci aveva costretto a risiedervi.
Rubrica
a cura di
Giambattista
Sassi
Il punto
di vista
Vi sono luoghi e scenari che caratterizzano un borgo a tal punto da divenirne
un marchio, distintivo indissolubile dal
nome del borgo stesso. Luoghi della memoria nei quali la storia ha
scavato un profondo solco
in cui è possibile leggere la
stratificazione delle umane
vicende degli individui che
quelle terre hanno vissuto e
modellato. A Ginosa l’orma
della storia si è impressa violentemente nei rioni rupestri,
là dove generazioni d’individui hanno modellato la roccia
per adattare scomodi antri
sino a trasformarli in comodi
abituri. Sì come le orme dei
dinosauri rinvenute ad Altamura rischiavano di essere
definitivamente cancellate dai
lavori di sbancamento di una
cava, i nostri villaggi in grotta
da più decenni, ovvero dopo
il loro definitivo spopolamento
negli anni Cinquanta, erano e
sono oggetto di un cruento
processo di trasformazione che porta,
come conseguenza, una deformazione di
questi antichi nuclei abitativi. Là dove il
Medioevo aveva consentito lo svilupparsi della vita, in quegli antri dove la gente
aveva vissuto, pregato, praticato riti magici ed infine aveva trovato estrema sepoltura, ovili e vecchiare hanno risagomato il
masso nell’osceno tentativo di negare la
29
Ora, lentamente, finanziamenti comunitari consentono la realizzazione di un primo
restauro della Rivolta. Qui, lungo i pietrosi
sentieri, ho incontrato l’assessore ai lavori
pubblici Vincenzo Di Canio, accompagnato
dal geometra Michele De Luca, responsabile della ditta che sta eseguendo i lavori di
restauro, ponendogli quei pochi quesiti che
realmente mi stanno a cuore.
Assessore, dopo anni di degrado e abbandono, come mai avete deciso di concentrare la vostra attenzione sulla rivalu-
tazione di questi luoghi?
«Come in più occasioni abbiamo sottolineato, la nostra attenzione come Amministrazione è sempre stata forte nei confronti dei Beni
Culturali. Già durante il suo primo mandato
il Sindaco Montanaro aveva investito ingenti
risorse economiche per la riqualificazione dei
luoghi d’interesse storico e dei siti archeologici. Oggi, invece, stiamo beneficiando di fi-
nanziamenti ottenuti grazie all’impegno e alla
costante attività politica. Al di là dei proclami,
mi creda, noi crediamo fortemente in questo
progetto di rinascita culturale.»
Cosa può esserci oltre il restauro, ovvero
i nostri Beni Culturali possono costituire
una risorsa in termini d’impiego?
«Se dicessi si tout court sarebbe una presa
in giro. Sicuramente qualche posto di lavoro potrà crearsi per chi dovrà rendere fruibili
questi luoghi o curarne la manutenzione.
Tuttavia per arrivare ad una maggiore incidenza sull’economia locale dovrà trascorrere del tempo. È necessario che si sviluppi il
comparto turistico dell’entroterra, oltre quello
della Marina, e per far ciò dobbiamo anzitutto
aumentare l’offerta ricettiva.»
Abbiamo appreso nei giorni scorsi dell’imminente arrivo di un nuovo
grosso finanziamento pari
a tre milioni di euro. Qualcuna di queste risorse è
destinata anche ad opere
di restauro?
«Premesso che di questi 3
milioni il 60% sarà investito
sostanzialmente in infrastrutture ed edilizia residenziale pubblica mentre il
40% è vincolato ad opere di
urbanizzazione, entrambi gli
ambiti di finanziamento, però, investono anche il centro
storico e le risorse culturali.
Per esemplificare, saranno
sistemate alcune abitazioni in Via San Giovanni, si
cercherà di restaurare altri
ambienti del castello e sarà
acquisita al patrimonio comunale la Casermetta.»
Un lento processo di rinascita, dunque, sembra dover investire da qui agli anni futuri il
comparto culturale del nostro territorio. Il mio
augurio all’assessore Di Canio è che possa
continuare nell’arduo compito di attirare finanziamenti utili alla riqualificazione urbana
di Ginosa, ovvero che gli stessi siano spesi in
maniera oculata e seria.
Giambattista Sassi
30
attualità
La Goccia n. 21 - 25 ottobre 2008
Perché Vista
Esistono cinque versioni di Vista che differiscono per tipologia di utilizzo e per funzionalità, due per la casa, due per l’ufficio e l’azienda,
e una, la Ultimate, che racchiude in sé tutte le
funzionalità presenti nelle quattro precedenti.
Il primo pensiero che viene, avendo utilizzato
altri sistemi operativi, è che Microsoft finalmente sia arrivata ad avere funzionalità presenti
già da tempo per esempio in Mac OS X, come
la funzione di ricerca integrata, l’interfaccia grafica o i gadget. Del resto sono passati ben cinque anni rispetto al rilascio di Windows XP, un
lasso di tempo che giurano in Microsoft non si
ripeterà più per le future versioni. E allora iniziamo a vedere quali sono le novità di Vista,
confrontandolo con Windows XP e cercando di
scoprire se e perché conviene passare al nuovo
sistema operativo, anche aiutati da una tabella in cui mettiamo a confronto le due versioni.
Punta decisamente sulla sicurezza in rete, lo
slogan di Windows Vista è “confident, clear, connected”: sono le tre “C” con le quali Microsoft inizierà a commercializzare anche qualunque cosa
sia correlata con il nuovo sistema operativo. Sia a
casa che in ufficio Microsoft promette un sistema,
in primo luogo, molto più sicuro rispetto al passato.
Microsoft ha infatti rinforzato tutti i possibili
punti d’attacco: dalla gestione degli account e
dei relativi permessi alla navigazione sul Web.
L’interfaccia è stata razionalizzata e sono stati
apportati miglioramenti dal punto di vista della
connettività di periferiche e del PC in una rete.
Poniamo a confronto Windows XP e Windows
Vista:
Browser
Windows XP
Versione browser: Internet Explorer 6
Controllo antiphishing : no
Navigazione a schede (“tabs”): no
Lettura e gestione feed RSS: no
Casella per ricerca is antanea: no
Blocco pop-up: si
Windows Vista
Versione browser: Internet Explorer 7
Controllo antiphishing: si
Navigazione a schede (“tabs”): si
Lettura e gestione feed RSS: si
Casella per ricerca is antanea: si
Blocco pop-up: si
Sicurezza:
Windows XP
Protezione antispyware: Installabile separatamente
Controlli sul software installato ed in esecuzione: no
Controllo presenza software antivirus e
firewall aggiornati: sì (“Centro sicurezza
PC”, a partire dal Service Pack 2)
Firewall: Integrato (a partire dal Service
Pack 2)
Backup e ripristino: sì (solo file e cartelle)
Antivirus: no
Parental control: no
Restrizioni relative ad orari d’uso del PC
e applicazioni consentite: no
Restrizioni relative ad orari d’uso del PC
e applicazioni consentite: no
Windows Vista
Protezione antispyware : Integrata (Windows Defender)
Controlli sul software installato ed in esecuzione: si
Controllo presenza software antivirus e
firewall aggiornati: si
Firewall: integrato
Backup e ripristino: sì (e possibilità di
creare immagini del disco fisso)
Antivirus: no
Parental control: si
Restrizioni relative ad orari d’uso del PC
e applicazioni consentite: si
Restrizioni relative ad orari d’uso del PC
e applicazioni consentite: si
Client e-mail
Windows XP
Programma: sì (Outlook Express)
Antispam: no
Antiphishing: no
Gestione attività e appuntamenti (PIM):
no
Windows Vista
Programma: sì (Windows Mail)
Antispam: sì (protezione di base)
Antiphishing: si
Gestione attività e appuntamenti (PIM):
si(Windows Calendar)
Gestione file e cartelle
Windows XP
Sincronizzazione file da PC a PC e tra PC e
dispositivi mobili: no
Migrazione di dati personali, archivi di posta
ed impostazioni del sistema: no
Funzionalità desktop searching: no
Rete: no
Network Center: no
Windows Vista
Sincronizzazione file da PC a PC e tra PC e
dispositivi mobili: sì (Sync Center)
Migrazione di dati personali, archivi di posta
ed impostazioni del sistema: sì (procedura
guidata con Windows Easy Transfer)
Funzionalità desktop searching: si
Rete: si
Network Center: sì (un’unica sezione per la
gestione della connettività)
Produttività
Windows XP
Collaborazione: no
Supporto formato XPS: no (installabile separatamente)
Gestione scansioni e fax: sì (procedure guidate di base)
Riconoscimento vocale: Parzialmente supportato
Windows Vista
Collaborazione: sì (Windows Meeting Space)
Supporto formato XPS: si
Gestione scansioni e fax: sì (un vero e proprio software “ad hoc”: Windows Fax and
Scan)
Riconoscimento vocale: sì (possibilità di
dettare testi e comandi)
Multimedia
Windows XP
Masterizzazione CD e DVD: si
Media Center: no
Windows Media Player: sì (versioni 9/10)
Movie Maker: si
Gestione foto e video: no (solo acquisizione
guidata)
Windows Vista
Masterizzazione CD e DVD: sì (migliorata la
procedura passo-passo e il supporto UDF)
Media Center: si
Windows Media Player: sì (versione 11)
Movie Maker: sì (ampiamente ottimizzato)
Gestione foto e video: sì (possibilità di organizzare foto e video, applicare effetti, creare
slideshow,...)
Aggiornamento e risoluzione di problemi
Windows XP
Windows Update: si
segue a pag. 32
l’opinione
La Goccia n. 21 - 25 ottobre 2008
31
Le considerazioni ginosine di Pierino Perrone19
U BAGGNE DE SABBIA
La psammatoterapia consiste nell’utilizzare la
sabbia marina e le sue componenti saline per
la cura delle affezioni reumatiche ed osteoarticolari. Queste cure vengono praticate
negli stabilimenti termali spesse volte con
costi elevati.
Ai miei tempi la psammatorerapia veniva
semplicemente chiamata u baggne de
sabbia ed ognuno ne poteva usufruire a
costo zero.
Sicuramente se una persona non conosceva
il rito del baggne de sabbia, trovandosi sul
posto, avrebbe pensato di aver scoperto una
nuova necropoli.
Infatti le donne, quando il sole incominciava
a riscaldare la sabbia, scavavano u fuósse
per far sì che la postazione fosse ben asciutta
al momento de prucuà colui che doveva
effettuare questa terapia.
Le fosse venivano scavate una vicina all’altra
in modo tale che gli usufruitori potessero
parlare tra di loro e socializzare. Le donne
armate di un attrezzo chiamato u ruòtele
preparavano u fuósse su misura. Quando la
postazione era ben calda il paziente veniva
prucuàte lasciando fuori solo la testa. Le
teste dei pazienti venivano ben protette da
un ombrello nero con il manico infilato nella
sabbia. L’ombrello serviva non tanto per
proteggersi dai raggi solari, che comunque
passavano, attratti anche dal colore nero
dell’ombrello, ma soprattutto per evitare che i
bambini giocando a pallone scambiassero le
teste per la palla.
Dopo qualche ora di bagno di sabbia i pazienti
venivano sprucuàti ed immediatamente
ndrucchiulàte in d’amande (non la
cummàre ma una coperta di lana) e subito
accompagnati nel pagghiàre. Questo per
evitare che accaldati com’erano potessero
prendere aria e scongiurare così eventuali
broncopolmoniti.
*****
SUA ALTEZZA ‘U CRIATÙRE
Ben sappiamo che, quando al giorno d’oggi
nasce un bambino, molte sono le attenzioni
particolari a lui dedicate. Molteplici sono, per
esempio i prodotti per la cura dell’igiene del
bimbo: olii, saponi neutri, bagni schiuma,
shampoo che non irritino gli occhietti e così
via. Anche per quanto riguarda l’alimentazione
relativa allo svezzamento c’è da sbizzarrirsi:
omogeneizzati di ogni tipo e marca, succhi
e latte in scatola, bottiglia eccetera. Non
parliamo di tutti i tipi di ciucciotti per i vari
palati, per le varie età, per le bimbe e per i
pro
verbi
gino
sini
raccontati da
Giovanni
Carducci
maschietti. Articoli anche abbastanza costosi
che un tempo di certo non esistevano.
Anche la pediatria è cambiata: fino a qualche
anno, per esempio, si sconsigliava di allattare
il bambino al seno perchè allora si diceva
che il latte materno non era nutriente e che
l’allattamento provocava alla neo mamma un
abbassamento di vista.
Il pediatra consiglia anche di aver cura di
posizionare la gambine del neonato in modo
tale che siano sempre ben distanziate per
evitare il problema alle anche utilizzando a
tale scopo quei bei pannoloni usa e getta che
aiutano di sicuro tale posizione.
Attandanne attandanne réte, quando ero
giovane io, il bambino veniva allevato senza
l’ausilio di tutti questi nuovi prodotti tanto
pubblicizzati dalle case farmaceutiche.
Per quanto riguarda l’alimentazione, quando
il latte della mamma non era sufficiente, si
pensava alla balia, o, quando questa non
era disponibile, benpresto si integrava con ‘u
panecúotte.
Il ciucciotto allora non esisteva: si usava ‘u
pudiédde, fatto con delle pezzuole imbevute
in acqua zuccherata o camomilla. Se il
bambino non si calmava direttamente si
utilizzava la papàggne.
Dopo aver lavato il neonato semplicemente
con acqua e sapone il bimbo veniva mbassàte
con delle striscie di stoffa (mbassàture)
che venivano riutilizzate dopo essere state
accuratamente lavate.
Era un’operazione che richiedeva molto
tempo e quindi non la si faceva più volte
al giorno: il bambino rimaneva quindi per
molto tempo ben racchiuso insieme ai suoi
bisognini.
Il neonato dopo la fasciatura sembrava una
mummia egiziana: tutto il corpo era stretto
nella fasciatura e solo la testina era libera nei
movimenti.
Per noi bambini la cosa strana era l’altezza:
non ci spiegavamo come, nonostante fosse
appena nato, era più alto di noi.
*****
‘U MATREMÓGGNE
I ragazzi di oggi qualora dovessero presentare
la propria fidanzata oppure il proprio fidanzato
sono soliti usare l’espressione: “Ti presento
la mia amica Katia” oppure “Lui è il mio amico
Jonathan”. Forse questo è un modo per
sentirsi più liberi e meno vincolati.
Ma, già nel 1956 Riccardo Pazzaglia,
descriveva, attraverso la famosa canzone
“Io mammeta e tu” musicata da Domenico
Modugno, lo stato d’animo dei futuri sposi
‘
condizionati dalla presenza di mamma,
sorella e parenti vari, ogni qualvolta si
recavano a passeggio.
Cerco di spiegare come un tempo avveniva il
primo approccio con l’amata.
Il ragazzo si procurava un pezzo di tronco
d’albero “‘u cìppe” e di notte lo posava
davanti alla porta della casa della ragazza,
accertandosi di essere visto da qualche
vicino.
Al mattino, aprendo la porta, il padre ad alta
voce esclamava: “ci vol’ acciuppunà la
figghia mè?”. Chi aveva assistito alla posa
del ceppo rivelava il nome dell’artefice del
fatto.
Dopo essersi consultato in famiglia e se
il ragazzo era ben accetto il padre portava
in casa il tronco, in caso contrario il ceppo
veniva lasciato sul posto.
Quando il ragazzo, passando davanti alla
casa della ragazza, non trovava il ceppo,
si riteneva praticamente fidanzato. Ma se il
legno era ancora lì... doveva caricarselo a
spalle e riportarlo a casa.
In caso de matremóggne i genitori dei
ragazzi decidevano cosa i figli avrebbero
portato come dote: solitamente per i ragazzi
si parlava di quantità di terreni, mentre la
dote delle femmine consisteva in capi di
biancheria.
Se si stabiliva che il corredo doveva essere
a 20 o a 25 ciò stava a significare che la
donna doveva portare in dote 20 lenzuola, 20
camicie da notte, 20 mutande, 20 reggiseni,
20 asciugamani, 20 fazzoletti e così via.
Il corredo non veniva improvvisato ma era
pensato e realizzato fin dalla nascita della
figliola. I capi erano il più delle volte ricamati
a mano dalle mamme e dalle nonne oppure,
in altri casi, venivano commissionati a delle
ricamatrici. I lavori erano delle vere e proprie
opere d’arte.
La festa del fidanzamento veniva fatta in
casa e precisamente nella camera da letto
da dove venivano rimossi i mobili dando così
spazio al posizionamento delle sedie per gli
invitati che venivano serviti con leccornìe di
ogni tipo.
Una settimana prima del grande giorno il
corredo veniva, con grande orgoglio, esposto
in casa per poter essere ammirato da parenti
e amici.
Era una vera e propria fiera campionaria e
come tale dava modo ai visitatori di esprimere
anche delle critiche sul numero e sulla qualità
del corredo.
32
La Goccia n. 21 - 25 ottobre 2008
riceviamo e pubblichiamo
Pubblicato per la prima volta il Manuale di corretta
prassi operativa e HACCP per le imprese agricole
mare ed orientare gli agricoltori, i tecnici consulenti e gli operatori
pubblici (come le ASL) preposti ai controlli aziendali.
Raffaele Fanelli
([email protected])
Home page …da pag. 30
Dopo essere stati validati dal Ministero del Lavoro, della Salute
e delle Politiche Sociali, con il supporto tecnico dell’Istituto Superiore di Sanità, nella Gazzetta Ufficiale n.213 del 11.09.2008 sono
stati pubblicati i seguenti Manuali di corretta prassi operativa e
HACCP ritenuti conformi alle disposizioni del Regolamento (CE)
n.852/2004:
1)Manuale per l’industria molitoria redatto da: Italmopa - Associazione Industriali Mugnai e Pastai d’Italia;
2)Manuale per le imprese agricole redatto da: C.I.A. Confederazione Italiana Agricoltori;
3)Manuali per gli allevamenti di ovicaprini, di bovini da latte e di bovini da carne redatti da: A.I.A. - Associazione Italiana Allevatori.
Il Manuale per le Imprese Agricole redatto dalla C.I.A è il primo in
Italia ad avere un riconoscimento del genere nel settore. Il Manuale
è articolato in tre parti. La prima riguarda le Linee guida che descrivono i pericoli fisici (come frammenti di vetro, terra o foraggi nel
latte), chimici (residui di fitofarmaci), biologici (microrganismi patogeni) e le misure preventive e di controllo da adottare; la seconda,
Schede di buona prassi (vengono schematizzate in tabelle le fasi
critiche, le misure preventive e le necessarie evidenze documentali); la terza parte, invece, concerne l’Appendice (relativa ad implementazioni del metodo HACCP). Il Manuale della C.I.A. è in grado di
fornire informazioni ed un supporto operativo alle aziende operanti
nel settore primario delle filiere alimentari; di diffondere ed accrescere ulteriormente la cultura della buona prassi igienico-sanitaria;
di favorire l’adozione di sistemi semplici, ma efficaci, di prevenzione dai pericoli igienico-sanitari nelle diverse tipologie aziendali in
agricoltura. Contemporaneamente, tale Manuale rappresenta un
valido riferimento anche per i soggetti pubblici per validare, nelle
loro ispezioni, i sistemi di autocontrollo predisposti dalle aziende
agricole, con l’obiettivo comune della sicurezza igienico-sanitaria
per la salute ed il benessere dei consumatori.
D’altra parte, garantire standard elevati di sicurezza igienico-sanitaria e’uno dei principali obiettivi dell’Unione Europea ed e’ oggetto
di un insieme organico di regolamenti emanati in questi ultimi anni,
meglio noti come “pacchetto igiene” per una migliore tutela della
salute pubblica. Il Manuale sarà messo a disposizione di tutti sui
siti internet del Ministero della Salute e della C.I.A.in modo da infor-
Procedure per la risoluzione di problemi: Ripristino configurazione
di sistema e Recovery Console
Windows Vista
Windows Update: sì (migliorato l’aggiornamento dei driver di periferica)
Procedure per la risoluzione di problemi: Ripristino configurazione
di sistema, creazione dell’immagine del disco, Windows Recovery
Environment
La prima cosa che colpisce nell’utilizzo di Vista è di sicuro l’interfaccia grafica. In Microsoft hanno speso molto per rendere il tutto più
accattivante con trovate d’effetto ma che si rivelano anche utili, basti
pensare alla funzionalità windows flip 3D, che aggiunge al comando
ALT+TAB, comunque migliorato con miniature delle finestre al posto
delle icone generiche, l’alternativa Start+TAB che permette di poter
selezionare la finestra aperta, visualizzandone il contenuto in un
ambiente tridimensionale.
La funzionalità Windows Aero, è basata su Avalon il nuovo sottosistema grafico che potrà fare uso per esempio di grafica vettoriale. Aero
non sarà disponibile nella versione Basic di Vista e avrà dei requisiti
base abbastanza impegnativi da raggiungere per computer di precedenti generazioni: si parla per esempio di una scheda video compatibile WDDM che supporti in hardware le DirectX 9 e il Pixel Shader
2, per fare un esempio stiamo parlando dei nuovi chip di Ati famiglia
Radeon 9000, X1000 e X300 e successivi, e nVidia Geforce FX 5000.
Oltre alla scheda video importante sarà anche la quantità di memoria RAM installata nel sistema almeno 1 GB soprattutto se si utilizzano chip integrati nella motherboard, come il GMA950 di Centrino.
Infine è da sottolineare che la funzionalità Aero sarà disponibile solo per
quegli utenti che hanno superato il controllo WGA (Windows Genuine
Advantage), il controllo sull’autenticità della copia di Windows installata.
Attivando Aero tutto sembra traslucido, l’effetto glass sulle finestre con trasparenza dà risalto al contenuto delle stesse e permette di vedere a grandi linee cosa c’è nella finestra sottostante.
Sulla barra delle applicazioni l’icona delle finestre aperte permette un’anteprima in miniatura della finestra delle cartelle o del
programma, passando con il puntatore del mouse sopra di essa.
Novità anche nel menu di avvio, cambiato il pulsante Start diventato solo un cerchietto con il logo di Vista, l’elenco dei programmi è
inserito nella stessa finestra e ciò elimina i pannelli che si aprivano
a cascata, e spesso coprivano tutto il desktop che si ritrovano nel
menu di XP. Dopo i widget di MacOS X e quelli di Konfabulator,
ora diventato Yahoo Widgets, anche Microsoft si lancia nell’offrire la
piattaforma aperta agli sviluppatori per creare piccole applicazioni
più o meno utili da inserire all’interno del desktop: troviamo orologi,
utility per monitorare le performance del PC, lettori di RSS, e molti
altri si possono scaricare da questo indirizzo. Continueremo a discutere su Vista , le sue specifiche sono tante ed i miglioramenti
apportati sono veramente importanti.
attualità
La Goccia n. 21 - 25 ottobre 2008
35
Nasce “Adesso”, il nuovo mensile
della Diocesi di Castellaneta
Nasce “Adesso”. Dopo la pubblicazione del
numero zero del giugno scorso, il nuovo
mensile della Diocesi di Castellaneta inizia
la regolare pubblicazione. Il nuovo giornale
ha un formato tabloid ed uscirà in vendita
abbinata al Nuovo Dialogo in tutta la provincia di Taranto a partire da venerdì prossimo.
Sarà a disposizione dei fedeli gratuitamente nelle parrocchie della Diocesi a partire
da domenica 19 ottobre.
Il nuovo mensile si propone radicalmente
rinnovato ai fedeli, rispetto alla precedente
esperienza di “Contatto”, la rivista mensile
della Diocesi che ha terminato le pubblicazioni nel 2006. E’ il frutto della collaborazione con il mensile della diocesi tarantina
in base al “Progetto Communio”, promossa
dalla FISC ( Federerazione Italiana Stampa
Cattolica) che mette in contatto le testate
delle diocesi italiane. La redazione è composta da laici e religiosi provenienti dai sette paesi della diocesi per dare voce all’inte-
ro territorio.
Nuovo anche il nome della testata “Adesso”, che il quindicinale del dopoguerra di
Don Primo Mazzolari, sacerdote carismatico e profetico. Con le sue idee, esposte in
numerose opere, anticipa, a volte di decenni, alcune delle grandi svolte dottrinarie e
pastorali del Concilio Vaticano II, in particolare relativamente alla “Chiesa dei poveri”,
alla libertà religiosa, al pluralismo, al “dialogo coi lontani”, alla distinzione tra errore
ed erranti.
In questo primo numero la foto-notizia
di apertura è dedicata alla Missioni di cui
domenica ricorre la giornata mondiale. In
primo piano la crisi occupazionale che sta
investendo il territorio della diocesi, mentre ampio spazio è dedicato al convegno
diocesano che si è tenuto il mese scorso.
La visita pastorale è il tema della vita delle
parrocchie, mentre, tra le rubriche, interessante è quella della guida in internet.
Paolo Nico
Nicola Galante ai campionati nazionali
cadetti di Atletica Leggera
Il giovane ginosino si piazza 8°
sotto gli occhi di atleti medagliati a Pechino 2008
di dagi
G r a n d e
esperienza
sportiva per
l’atleta ginosino Nicola
Galante. Il giovanissimo cadetto, iscritto
presso la “Fidal Basilicata” (zona di allenamento “Polisportiva – Rocco Scotellaro” di
Matera) appena quindicenne aveva già partecipato a tre edizioni delle gare nazionali di
atletica leggera.
Il 12 ottobre scorso, per la quarta volta, il
ginosino è stato impegnato durante le ga-
re nazionali svoltesi nella splendida cornice nientemeno che dello stadio Olimpico
di Roma. Al termine della sua prestazione
agonistica che lo ha visto in gara con giovani provenienti da tutte le regioni italiane,
con un tempo di 2’53’’, Nicola Galante si è
attestato all’8° posto assoluto. Ad impreziosire ulteriormente l’esperienza dell’atleta, la
presenza, nello stadio, di atleti italiani vincitori di medaglie nelle Olimpiadi di Pechino
2008, da poco concluse.
Tra gli incoraggiamenti e i complimenti ricevuti, Nicola di certo non dimenticherà facilmente quelli ricevuti dal campione di salto
in lungo Andrew Howe, del quale conserverà una foto che immortala l’incontro e un
autografo sulla sua pettorina.
Di certo non è solito, a soli 15 anni, vantare
l’emozione di aver cavalcato piste e pedane dello Stadio Olimpico di Roma durante
i Campionati Nazionali Cadetti di Atletica
Leggera.
Al giovane ginosino, che già tante soddisfazioni sta ricevendo dal suo impegno
constante nel mondo dell’atletica leggera,
va l’augurio che l’8° posto conquistato a
Roma sia solo una piccola tappa di un lungo viaggio denso di gioie e successi!
36
l’opinione
La Goccia n. 21 - 25 ottobre 2008
Le malattie della Terza Età
rubrica a cura del dottor Pietro Zanelli
specialista in Geriatria e Gerontologia clinica
Disturbi cognitivi: demenze e delirio
I disturbi della cognizione risultano
molto comuni con l’avanzare dell’età;
comunque tale alterazione non rappresenta una conseguenza inevitabile
dell’invecchiamento.
Un deterioramento permanente e
progressivo della memoria o di altri
aspetti cognitivi caratterizzano la demenza.
Le tre cause più comuni di demenza sono
la malattia di Alzheimer,
la demenza dei corpi di
Lewy e la demenza multinfartuale.
La malattia di Alzheimer è caratterizzata dalla
perdita graduale ed insidiosa delle funzioni cognitive nel corso di alcuni
anni.
La demenza dei corpi di Lewy esordisce con
parkinsonismo,
chiare
allucinazioni e deficit cognitivi. La demenza multinfartuale generalmente
progredisce a gradini con periodi di
deterioramento acuto della sfera cognitiva alternati a periodi di funzione
cognitiva relativamente stabile.
Il delirio rappresenta uno stato acuto di confusione caratterizzato da livelli alterni di coscienza. I sintomi di accompagnamento spesso comprendono disorientamento, perdita di memoria e allucinazioni.
In genere si riesce ad identificare
una causa specifica per il delirio, quale
un’infezione, un dolore, un’alterazione
idro-elettrolitica, gli effetti indesiderati
di un farmaco, un intervento chirurgico
o patologia acute.
Una terapia quindi per il delirio ri-
chiede la diagnosi ed il trattamento di
patologie sottostanti.
Altri interventi dovrebbero focalizzare l’attenzione su modifiche ambientali
non farmacologiche.
Misure aggiuntive quali una supervisione infermieristica per un maggiore controllo, provvedere ad attività ricreative e facilitare le interazioni sociali
possono aiutare a ridurre l’agitazione.
L’immobilità andrebbe evitata perché aumenta la morbilità e solleva seri
aspetti etici.
Se la modifica ambientale risulta poco efficace nel controllare un grave stato di agitazione, potrebbero rendersi
necessari interventi di tipo farmacologico.
Comunque tutti i farmaci disponibili,
non sono scevri da effetti collaterali potenzialmente gravi,
e l’efficacia potrebbe essere discutibile.
Possono essere somministrate
piccole dosi di anti
psicotici,comunque
è in fase di acclaramento se tali farmaci possano influire sulla prospettiva reale della vita.
Va ricordato
comunque che il
trattamento farmacologico può indurre sonnolenza.
Molto usate sono le benzodiazepine, a causa della minore possibilità di
indurre effetti collaterali ma talora, sia
pur raramente, esse inducono un effetto paradosso nell’agitazione dei pazienti confusi.
In definitiva, ogni trattamento farmacologico, nelle mani dello Specialista
Geriatra o Neurologo o psichiatra, deve
essere sospeso o rimodulato non appena compaiono tali effetti.
argomenti
La Goccia n. 21 - 25 ottobre 2008
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RUBRICA A CURA DI GIUSEPPE PIZZULLI
La moneta forte che non teme svaluta
Stiamo assistendo ad una delle più
gravi crisi economiche mondiale, e
forse si dirà più tardi: la più grande
in assoluto che ci sia stata nella storia. In passato si sono avuti anche
dei crolli finanziari, di titoli, di azioni,
di monete, ma mai come in questo
tempo che stiamo vivendo. Il mondo
degli affari subisce gravi perdite, bruciando migliaia di miliardi di EURO
con tremende scossoni giornaliere e
sbalzi impressionanti.
Finanzieri senza scrupoli hanno coniato titoli azionari ingannevoli, e
molti incauti investitori sono caduti
nella trappola perdendo i loro sudati
risparmi.
Tutte le monete sono in fibrillazione,
agenti di borsa e faccendieri sono in
allerta, i mercati azionari vanno in picchiata, il “Serpentone Monetario” fluttua sfidando le economie Mondiali.
Statisti ed economisti sono seriamente preoccupati e studiano per arginare il problema, che rischia di travolgere anche le monete più forti, con gravi
ripercussioni su tutto il Pianeta.
Attualmente è in atto un’altra “guerra
di valori”: il Male in opposizione al Bene, la Verità in lotta con la Menzogna,
come la Luce e le Tenebre, il Regno
di Dio in espansione e gli eserciti Demoniaci che cercano di ostacolarne
l’avanzata. E’ una guerra senza quartiere che coinvolge tutto il genere
umano.
Il Diavolo, il Serpente Antico, il padre
della menzogna ha scatenato la sua
offensiva, ora più che mai, sapendo
che il suo tempo volge al termine
(Ap.20,1-3). Le sue armi sono l’inganno, le speculazioni filosofiche, la
contraffazione della Verità, nonché
l’imitazione di Essa, sotto pretesto di verità, per creare smarrimento e confusione nelle menti e nei cuori. Satana è un
grande “falsario” e trafficante di anime,
che con le sue millenarie astuzie cerca di
gareggiare contro il Vangelo di Cristo, tramite dottrine somiglianti alla Verità, surrogati, mistificazioni, che al confronto non
reggono. Satana è l’artefice delle contraffazioni, proprio come certi falsari riescono a stampare banconote e monete false
che sembrano verosimili, tanto da essere
scambiate per autentiche.
Attenti alle astuzie del Maligno, non lasciatevi ingannare. Il nostro Signore Gesù Cristo ha affidato ai Suoi fedeli servitori i “preziosi talenti” (Mt. 25,14-30), una
moneta forte che non teme confronti. I
servitori di Dio sono tutti coloro che annunziano l’Evangelo con fermezza, quali
collaboratori di Dio per la Salvezza dei
peccatori. Ogni credente avveduto è chiamato ad essere un testimone di Cristo,
(At.1,8),“un agente di borsa” per trafficare
nel mondo degli affari del Regno dei Cieli,
secondo le proprie capacità, per far fruttare i talenti affidatigli. Satana, il principe
delle tenebre di questo mondo, ha “coniato pure le sue monete” e le ha messe
nel vasto giro del mondo. Le sue “società
per azioni” sono le sette sataniche, le logge massoniche, le mafie, le false religioni
sparse in tutto il mondo. I credenti si trovano a fronteggiare “codeste false monete”, che “agenti di commercio” di Satana,
diffondono e spacciano. Molte persone
sono cadute nella rete perdendo tutto il
loro “patrimonio morale”, e molti individui
seguendo certi Guru, santoni e falsi messia, sono stati indotti al suicidio di massa.
Tanta gente è sgomenta di fronte al grande marasma di religioni, di sette, di strani
movimenti, e sono smarriti nel vedere che
il Male cresce, l’illecito avanza e sembra che sovrastino il Bene.
Quante persone sono cadute nel tranello di Satana seguendo falsi miraggi
e miracoli di menzogna, senza mai realizzare quella Pace del cuore che tanto
bramano. Intanto noi credenti fedeli a
“Tutto l’Evangelo”, da buoni “agenti di
borsa del Regno di Dio, non temiamo
delle raffinate astuzie del Diavolo, ne
delle sue malefiche insidie, perché disponiamo di una “MONETA FORTE”
che non subisce perdite, di fronte al
“Serpentone dei falsi titoli”, che fluttua
e trascina molti alla perdizione.
La Verità dell’Evangelo di Cristo è la
SUPERMONETA che non arretra, ma
resta incrollabile.
Mentre il Maligno cerca la rovina e la
perdizione delle anime, Gesù Cristo
salva l’uomo dal baratro del peccato in
cui è caduto.
Cari amici lettori o lettrici, se non volete restare delusi o vittime del Maligno,
aprite gli occhi alla Verità del Vangelo
di Cristo, invocate Gesù ed Egli v’illuminerà e vi salverà. Venite a Gesù,
perché Lui solo può donarvi la vera
Pace, perdono, liberazione, conforto,
Speranza, Vita Eterna. L’Eterno vi benedica.
“Beato l’uomo che ha trovato la Sapienza…poiché il suo guadagno è migliore dell’argento e il suo frutto vale
più dell’oro. Essa è più preziosa delle perle e tutte le cose più deliziose
non la eguagliano. Lunghezza di Vita
è nella sua destra, ricchezza e gloria
nella Sua sinistra. Le sue vie sono
dilettevoli e tutti i suoi sentieri sono
Pace”.(Pv.3,13-17).
38
attualità
La Goccia n. 21 - 25 ottobre 2008
Fede e politica, convegno a Laterza.
In data 10 ottobre 2008, alla Cittadella
della Cultura di Laterza, l’Unione di Centro
insieme all’Ufficio Mondo Cattolico e Realtà
Ecclesiali, ha organizzato un incontro sul
tema FEDE E POLITICA. L’incontro è stato
caldamente voluto da Franco Frigiola,
presidente del Consiglio Comunale di Laterza
e Responsabile provinciale dell’Ufficio
Mondo Cattolico e ha visto l’intervento
di Antonio Scalera (Commissario UDC
della provincia di Taranto) e Angelo Sanza
(Commissario UDC della regione Puglia).
Saltato purtroppo l’incontro con Rocco
Buttiglione che a causa di un trattenimento
alla Camera, ha avvisato con dispiacere
Franco Frigiola della sua impossibilità ad
intervenire. Non tutto il male comunque
viene per nuocere. Infatti l’imprevisto vuoto
lasciato da Rocco Buttiglione è stato colmato
dai vari esponenti delle realtà cattoliche
presenti sul nostro territorio diocesano che
hanno raccontato ad uno ad uno, la propria
esperienza di fede, il proprio coniugare fede
ed opere, il proprio pensiero circa l’essere
politici cristiani. E’ stato veramente edificante
ascoltare esponenti di Azione Cattolica,
Neocatecumenali, Rinnovamento nello
Spirito, o semplici operatori parrocchiali,
esprimere le proprie opinioni nella semplicità
e in un clima veramente fraterno. Tra i vari
interventi è emerso il desiderio di fare corpo
tra le varie esperienze del mondo cattolico
per essere solidali e forti su quelli che sono
i punti fondamentali circa i valori sull’uomo
e la società. Ognuno con il proprio carisma,
ognuno con il proprio ministero ma uniti
nell’obbiettivo finale: costruire una società
più umana attraverso valori condivisibili
con tutti. L’importante è farsi usar da Cristo
e non usare Cristo a scopi politici, come a
volte purtroppo succede quando si vuole
usare un marchio che qualifica la nostra
immagine. La parola d’ordine quindi risulta
“coerenza”. Coerenza con la propria vita.
Vorrei adesso condividere con i lettori della
Goccia, un intervento un po’ particolare
che ha concluso tutti gli interventi. Per
l’occasione ho esposto un quadro che ho
dipinto per l’apertura dell’anno Paolino in cui
vengono rappresentati due episodi biblici
contemporaneamente sulla stessa tela: La
lotta di Giacobbe con Dio sul fiume Iabbok
( Gen12) e la conversione di Paolo (At 9).
Parlando con Franco Frigiola, , ci è sembrato
pertinente raccontare questo quadro in
quella occasione perchè le riflessioni che ne
emergevano erano strettamente connesse
al tema FEDE E POLITICA.
Giacobbe combatte con Dio sul fiume
Iabbok e paradossalmente, dice la scrittura,
Giacobbe vince. La vittoria di Giacobbe su
Dio però non è da intendersi alla maniera
umana. Egli infatti “vince Dio” nel senso che
lo assimila a sé a tal punto che cambia il
proprio nome da Giacobbe in Israele. Questo
è un episodio importante nella storia della
salvezza in quanto segna il passaggio dalla
dimensione personale a quella comunitaria;
il Dio trino comunica a Giacobbe il suo nuovo
nome, un nome che lo rende partecipe
di un piano più alto in cui egli è guida e
condottiero del popolo, un popolo il cui
nome rimane scritto dentro di sé. Per tutta
la vita, Giacobbe conserverà un segno della
sua battaglia con Dio, un segno indelebile
che lo costringerà nel suo peregrinare ad
appoggiarsi al bastone del Buon Pastore. Si
tratta della slogatura al nervo sciatico che lo
renderà più fragile e bisognoso.
Contemporaneamente, sulla scena del
dipinto, avviene la caduta di Paolo da cavallo
e la sua conversione. La conversione di
Paolo rivoluzionerà la sua vita a tal punto
che egli ai Galati affermerà: “Sono stato
crocifisso con Cristo e non sono più io che
vivo ma è Cristo che vive in me”,
in un certo senso si fa Cristo egli stesso.
Anche Paolo come Giacobbe ha la sua
debolezza, il suo “pungolo”. La scrittura
non ci rivela di quale debolezza si tratti,
ma proprio grazie all’accettazione di quella
debolezza, Paolo riceve forza da Cristo
riconoscendo che senza di Lui non può fare
nulla. Nella scena emergono in ordine sparso
le lettere che formano le due parole Kristos
e Israele. Le lettere non sono collegate tra
loro ordinatamente perchè la battaglia è
ancora in corso. Esiste però un solo modo
per formare la parola Kristos (dimensione
personale), e la parola Israele (dimensione
comunitaria). Infatti se le singole lettere
vengono spostate, capovolte, sostituite
o addirittura omesse, le parole Kristos e
Israele non si compongono. Ho usato la
metafora delle lettere per indicare che c’è
una verità sull’uomo (Kristos), e una verità
sulla società (Israele). La verità sull’uomo,
sul suo stare insieme, sulle sue relazioni,
sul suo creare la società, (qualsiasi società,
anche la Chiesa) si conquista al prezzo
di una battaglia, che non è combattuta
con armi chimiche, nucleari o bianche,
ma in una dimensione che è puramente
spirituale (cf Ef 6,10-18). Nella società
di oggi, dove relativismo e nichilismo
alimentano la nostra cultura, il cristiano,
e a maggior ragione l’uomo politico
cristiano, deve combattere ogni giorno sul
piano spirituale per salvaguardare la verità
sull’uomo e sul suo relazionarsi. Una
verità che prima di rispondere a un credo
religioso, risponde a un ordine naturale
universale di cui come cristiani dobbiamo
ancora impararne i vari linguaggi per
poter comunicare in modo nuovo, ciò che
invece è antico è immutabile. Il Vangelo di
Gesù Cristo possiede la grande capacità
dell’acqua: quella di assumere la forma del
recipiente che la contiene. Credo sia molto
importante allora studiare nuovi recipienti
per dare nuove forme a contenuti la cui
sostanza continua ad avere un valore
eterno.
Alla fine del convegno ho voluto lasciare
un piccolo segno: la foto del quadro con a
retro riportata l’armatura di Dio descritta
in Efesini 6,10-18. Credo profondamente
che senza l’armatura di Dio, il cristiano e
qualunque uomo cristiano voglia costruire
la società, non vada da nessuna parte.
Vorrei ancora ringraziare Franco Frigiola
perchè ha promosso un’iniziativa come
questa. Mi auguro che tutto ciò dia imput
ad altre occasioni di confronto.
Daniela Dian
attualità
La Goccia n. 21 - 25 ottobre 2008
39
Nasce a Ginosa l’Associazione Nazionale Marinai d’Italia
Intervista al presidente il Maresciallo Giovanni Marsili
Giovanni
Marsili
A Ginosa si lo scorso 15 febbraio 2008 è costituita l’ANMI (Associazione Nazionale Marinai
d’Italia). L’Associazione che conta un centinaio
di soci, ha ratificato l‘organismo dirigente lo scorso 16 luglio e ha eletto il maresciallo maggiore
Giovanni Marsili suo presidente.
L’Associazione ha espletato i “doveri istituzionali” incontrando le autorità civili e militari della città e ha cominciato a
svolgere il suo ruolo nelle attività sociali.
Abbiamo incontrato il maresciallo Marsili che gentilmente ha risposto
ad alcune nostre domande.
Maresciallo Marsili, quali sono gli obiettivi che si propone la vostra associazione?
«Gli obiettivi che ci siamo prefissati sono diversi. Il primo in assoluto
è quello di stare insieme, di rivivere le nostre esperienze passate con
il personale in servizio di oggi; gli altri sono quelli di creare momenti
di convivialità con le nostre famiglie attraverso l’organizzazione di
cene sociali, viaggi culturali e attività di confronto culturale. Abbiamo
anche la disponibilità di alcuni medici che possono aiutarci in queste
iniziative. Le iniziative sono tante e, tra queste, vi è quella che abbiamo già avviato con il sindaco Montanaro, quella di mettere in opera
un “Monumento al Marinaio”, scultura che dovrebbe essere collocata
sul lungomare di Marina di Ginosa. Si tratta di un’Ancora monumentale. Come vede le idee non mancano e i soci anche. Adesso che
ANCHE IL SINDACO SOCIO DELL’ANMI
Da ex marinaio qual è, il sindaco di Ginosa, Luigi Montanaro non
poteva non diventare socio effettivo dell’ANMI, l’Associazione Nazionale Marinai d’Italia – Gruppo di Ginosa, costituitasi lo scorso 15
febbraio, con un Direttivo ratificato ufficialmente lo scorso 16 luglio.
Nei giorni, scorsi, c’è stata la presentazione ufficiale della neonata
associazione alle autorità istituzionali del posto; pertanto, prima una
tappa al Comune, dove la delegazione degli ex marinai è stata accolta dal primo cittadino e dall’assessore al Bilancio Carmine Malvani.
“Ho sempre nel cuore l’ancora e non potevo esimersi, sia per il ruolo
istituzionale che ricopro sia per un passato, comunque legato alla
Marina, dal far parte di questa associazione”. Così ricordando anche
i mesi che lo videro impegnato a Maritele, a Taranto, presso l’Ufficio
Postale, quando il servizio di guardia consisteva nel prestare servizio
al telegrafo, il sindaco Montanaro ha accolto appieno lo spirito degli
ex marinai di Ginosa ed, entrando a far parte dei 120, che compongono il gruppo, ha preso seri impegni con il Direttivo. Il presidente
dell’ANMI Gruppo di Ginosa, Giovanni Marsili ed il sindaco hanno già
condiviso due obiettivi: realizzare sul lungomare di Marina di Ginosa
siamo operativi cominceremo a trasformare le nostre idee in atti concreti.»
A chi è venuta l’idea di dare vita all’ANMI a Ginosa?
«Tre anni fa gli venne in mente al Sindaco Montanaro. Me ne parlò ed io dissi
che ci avrei pensato. All’epoca ero solo.
Poi, piano piano, ho cominciato a ricercare i ginosini che erano stati marinai
e ho visto che a Ginosa vi erano una
quarantina di marescialli e con loro abbiamo trasformato l’idea in realtà. Queste persone si sono dimostrate fattive
e hanno collaborato per raggiungere
questo obiettivo. Devo dire che anche il
sindaco ha fatto la sua parte e ha concretamente lavorato per questo risultato. Siamo 120 iscritti solo a Ginosa.
Mancano i Marinai di Marina di Ginosa
con i quali mi sentirò quanto prima. Mi
risulta che sono una cinquantina gli ex
marinai di Marina di Ginosa. Pensiamo
di costituire una sezione aggregata a
Marina di Ginosa che faccia capo alla sezione di Ginosa.»
Avete già individuato la sede dell’Associazione?
«Siamo in trattative con una persona che non risiede a Ginosa e che
dispone di una proprietà immobiliare che soddisfa le nostre esigenze.
Crediamo di portare in porto questa trattativa e di avere, al più presto,
una nostra sede. Siamo convinti che entro il mese prossimo avremo
risolto anche questa “pratica”.»
Maresciallo Marsili, quali sono gli impegni più immediati dell’Associazione?
«Gli impegni più immediati sono il consolidamento del gruppo dirigente dell’Associazione e con l’aiuto del Ministero della Difesa (noi
dipendiamo dal Ministero della Difesa) ed in particolare con il sostegno dell’Ammiraglio Manganiello che è il nostro supervisore, delegato
regionale che risiede a Taranto, metteremo a fuoco un programma di
attività per i prossimi mesi.»
Stefano Giove
un monumento al Marinaio e, poi, con un intento prettamente culturale
e storico, recuperare gli affreschi della chiesa di Santa Barbara, in
gravina, per poterli adottare come associazione e comunità.
Parte, dunque, in positivo, la navigazione tutta ginosina dell’ANMI,
guidata dal “capitano” Marsili, coadiuvato dal vice presidente Pietro
Giancipoli e dai consiglieri Giuseppe Masi, Raffaele Barbaro, Giuseppe Basta, Antonio Guarino ed Eduardo Maggiore. Impegnati come
revisori, Leonardo Calabrese, Domenico Cito e Damiano Malvani.
Dopo aver fatto tappa al Comune, il Direttivo marinaro ha portato il
suo gagliardetto anche al comandante dei Carabinieri di Ginosa, il
luogotenente Francesco Capobianco e al comandante dei Carabinieri
di Marina di Ginosa Vito Capozzi.
Chiamando a raccolta tutti coloro che sono appartenuti o appartengono, senza distinzione di grado, alla Marina Militare, l’associazione si
attiverà, come sul resto del territorio nazionale, per mantenere vivo il
culto della Patria e l’attaccamento ai valori e alla Marina Militare, per
difendere quello spirito, che permea la vita marinara e le sue tradizioni, per promuovere e sviluppare l’assistenza morale e materiale
grazie a sentimenti di reciproca solidarietà. “Una volta marinaio …
marinaio per sempre”.
Ufficio Stampa Comunale
attualità
La Goccia n. 21 - 25 ottobre 2008
41
Termovalorizzatori?
(seconda parte)
Nell’ultimo articolo, ho parlato dei termovalorizzatori, del loro impiego, del loro
costo e della ricaduta sulla popolazione; ne
è stato descritto il funzionamento e i motivi
per cui non sarebbe meglio costruirne altri,
sia alla luce della serie innumerevole di studi
medici pubblicati, sia alla luce del contributo
scientifico dato da chimici e biologi molecolari autorevoli, che hanno dimostrato come
le nanoparticelle possono causare molti irreversibili problemi dopo essersi introdotte nel
nostro organismo; il tutto alla luce di
una legislazione a livello europeo che
pecca ancora di superficialità.
In ogni modo, il problema dei rifiuti rimane e non è sicuramente utile
alla comunità offrire un contraddittorio
senza parlare della possibile soluzione.
Attualmente l’Italia detiene il
record mondiale per la raccolta differenziata. Voi penserete come quantità
minima pro capite; invece vi sbagliate:
Capannoni, vicino a Lucca in Toscana,
è stato il primo comune in Italia ad aderire al programma “RIFIUTI ZERO”. Ha
raggiunto l’83% di raccolta differenziata. Il primo paese al mondo. In più ci
sono altre 1000 comunità in Italia che
riciclano più del 50%, altre più del 60,
70 e 80%. A Treviso c’è un consorzio
di 22 comunità passate dal 27% a una
media del 76% di raccolta differenziata
in soli 5 anni.
Di fronte a questi dati mi meraviglia sentire parlare i nostri amministratori di “efficienza” della raccolta
differenziata, quando raggiungiamo a
stento il 9,23%1; mi chiedo: ”non dovrebbe essere più ambizioso il nostro
obiettivo?”
Il rapporto dell’A.E.A. (Agenzia
Europea Ambiente) afferma che le risorse da
distruggere le dobbiamo recuperare con il ritiro porta a porta, compostaggio, riciclaggio,
riutilizzo e riparazione. Questo riduce di 45
volte le emissioni di gas serra nell’ambiente,
rispetto ai termovalorizzatori.
Come fare? L’alternativa agli inceneritori esiste. E’ un ciclo integrato tra Riduzione alla fonte, Raccolta differenziata
Porta a Porta, compostaggio e TRATTAMENTO BIOLOGICO MECCANICO “A
FREDDO”.
La raccolta differenziata si fa Porta a
Porta consentendo di arrivare al 65%/85%,
assolutamente irraggiungibile con il sistema dei cassonetti stradali. Non è un
utopia se pensate a San Francisco dove
vivono 850.000 abitanti, molti grattacieli
e poco spazio disponibile, dove servono
tre lingue (inglese, spagnolo e cinese) per
comunicare con i cittadini, nel 2000 differenziava il 50%, nel 2004 il 64%, l’obiettivo
per il 2010 è il 75%.......per il 2020 il 100%,
“rifiuti zero”.
Dopo la raccolta differenziata c’è il
riciclo e compostaggio. I materiali separati
vengono avviati alle filiere del riciclo per produrre nuovi oggetti e materiali e l’organico
agli impianti di compostaggio per produrre
fertilizzante.
Tutto quello che non è riciclabile può
essere avviato al trattamento meccanico
biologico senza combustione, senza incenerire evitando di inviare in discarica ceneri
tossiche o materiale putrescibile, pericoloso per il percolato che produce. I
rifiuti selezionati vengono biodegradati
in bioreattori chiusi con biofiltri che essiccano a 40-60° ciò che rimane. Il tutto
senza bruciare. Con la fermentazione
si può produrre biogas utile per far funzionare l’impianto stesso o da mettere
in “Rete”. Il materiale così essiccato è
ridotto del 50% rispetto alla massa d’ingresso, inoltre è inerte non è più putrescibile, non è nemmeno cenere tossica
come quella prodotta dagli inceneritori
che deve essere stoccata in discariche
speciali. Può essere al contrario utilizzata per fondi stradali, si può stoccare
in discariche come materiale inerte, si
può produrre cdr per creare combustibile sostitutivo da usare in cementifici o
industrie eliminando una fonte di emissione.
Un inceneritori produce 400 nanogrammi di diossina per tonnellata
bruciata, mentre il trattamento meccanico biologico SOLO 0.1 NANOGRAMMI.
Il 60% dei materiali che scartiamo
è biodegradabile, l’altro 30% è fatto di
materiali inerti come il vetro e i metalli,
solo il 10% è costituito da plastica che
è l’unico elemento non biodegradabile,
forse è opportuno trattare questo 60% con
sistemi biologici perché sono gli unici che
presentano un basso impatto ambientale.
Cosimo Vavallo Pd Ginosa
1
http://www.rifiutiebonifica.puglia.it/
datipercomune.php
42
argomenti
La Goccia n. 21 - 25 ottobre 2008
Stage di Difesa personale all’Agilform di Marina di Ginosa
Un folto gruppo di partecipanti ha trascorso 7 ore di full immersion
sotto la guida del National Teacher Ciro Varone
Si è tenuta Sabato 11 Ottobre la prima
delle tre sedute del Corso di Difesa Personale a Marina di Ginosa, presso la sede
in via Fiume della storica palestra marinese Agilform. Ricordiamo che
l’Agilform opera nel territorio
da ormai 23 anni circa e, come ci spiega uno dei gestori
dell’attività, il sig. Vito Minei,
da qualche anno ha adottato
nuove politiche organizzative
occupandosi di tutte le discipline che apportano benefici
al fisico e allo spirito, fatta eccezione per il fitness, organizzando un corposo programma
che vede la palestra attiva per
tutta la settimana.
Nell’ambito del programma di
Arti Marziali è stato inserito il
corso di Difesa Personale a
cura del maestro Ciro Varone,
bresciano, Direttore Tecnico
Nazionale del Settore Difesa
Personale della FESIK e DA
(Federazione Sportiva Italiana
Karate e Discipline Associate).
La giornata organizzata in un full-immersion di sette ore ha visto una buona partecipazione e, a quanto pare, sono state
superate in pieno le aspettative dei partecipanti stessi, che hanno potuto far tesoro
degli insegnamenti del maestro Varone e
acquisire quelle capacità tecniche che oggi
più che mai soddisfano l’esigenza di sicurezza non solo in campo professionale, ma
anche nella vita quotidiana. A riprova, la
presenza anche di rappresentanti del gentil sesso che, dalle statistiche e da quanto
si apprende dai media, è la categoria che
subisce maggiormente i disagi legati alla
sicurezza personale.
Da annotare anche la presenza di due ragazzi, Livia e Massimo Balbino, figli del celebre Pietro, a dimostrazione dell’attenzio-
ne espressa, anche in età adolescenziale, all’emergenza sicurezza.
Il Coordinatore Nazionale del Settore
Difesa Personale Cataldo Taricone ci
spiega che c’è una forte richiesta di corsi di questo tipo in quanto l’emergenza
sicurezza diventa ogni giorno più impellente.
Il corso è stato seguito da tecnici FESIK
e da operatori del settore sicurezza che
collaborano con la Agenzia Colella che
da anni opera nel territorio. “ Chi opera
nel settore della sicurezza, spiega Taricone, molto spesso non è preparato e,
di conseguenza, non sa perfettamente
come agire in presenza di determinate situazioni. Oggi, invece, si cerca di
superare questa fase ed è grazie alla
sensibilità di istruttori come il maestro
Nunzio Colella che si cerca di formare
gli operatori insegnando loro le tecniche
per riuscire a bloccare una persona senza fargli e farsi male. Ci si augura che
tanti altri istruttori seguano l’esempio del maestro Colella perché il settore si arricchisca sempre più con gente professionale.”
Il sig. Tarricone ha messo in evidenza anche
l’ambivalenza di questo tipo di discipline in quanto,
oltre a garantire un buon
equilibrio fisico, conferiscono a chi le pratica una
serie di nozioni utili per la
vita di tutti i giorni in merito al discorso di sicurezza
personale.
Ciò a cui si punta è in primo luogo la formazione
dei tecnici, poi, attraverso
diversi protocolli specifici,
formare chi opera per la
sicurezza pubblica, quindi
anche le forze dell’ordine,
con corsi appositi in cui le
nozioni teoriche di medicina generale, nonché criminologia e legislazione in
materia di legittima difesa.
Altro progetto è quello denominato “donna sicura”
fatto apposta per le donne, che consta di insegnamenti anche di carattere psicologico al fine
di scoraggiare, assumendo un atteggiamento
adeguatamente sicuro, l’aggressione da parte
di malintenzionati.
Il sig. Taricone ha tenuto a puntualizzare che
in ognuno dei progetti e degli stages si punta
a valutare il grado di Customer Satisfaction e
nella giornata di Sabato 11 il verdetto unanime
dei partecipanti è stato “stanchi ma soddisfatti”.
Grande la soddisfazione del National Teacher
Ciro Varone, del Coordinatore Nazionale del
Settore Difesa Personale, Cataldo Taricone,
del maestro Nunzio Colella e di tutto lo staff
dell’Agilform e ci si aspetta lo stesso riscontro
anche per le altre due sedute dello stage che
avranno luogo sempre a Marina di Ginosa fino
al prossimo mese di maggio.
Antonello Lovecchio
attualità
Il gruppo
Consiliare Udc
per il voto di
preferenza
GRUPPO CONSILIARE UDC
COMUNE DI GINOSA
I Consiglieri Mario Toma e Giuseppe Cazzetta,
Gruppo UDC - Unione di Centro in seno al
La Goccia n. 21 - 25 ottobre 2008
Consiglio Comunale,
PREMESSO:
che l’art. 1 comma 2 della Costituzione
Italiana recita che ‘ La sovranità
appartiene al popolo, che la esercita nelle
forme e nei limiti della Costituzione”;
che la Democrazia rappresentativa
è fondata sullo stretto e necessario
rapporto fra eletto ed elettore;
che l’art. 49 della Carta Costituzionale
recita che “tutti i cittadini hanno diritto
di associarsi liberamente in partiti per
concorrere con metodo democratico a
determinare la Politica Nazionale”;
che fra i principi Statutari del nostro
Auguri a Claudia e Saverio
Gli amici e i parenti rivolgono i più sinceri e affettuosi auguri a
Claudia e Saverio Matarrese
per aver coronato il loro sogno d’amore.
43
(comune/provincia/regione)vi è quello
della promozione alla
partecipazione alla vita democratica del
Paese, quindi di favorire con ogni utile
iniziativa l’espressione democratica dei
cittadini.
ATTESO:
che già in occasione delle elezioni
politiche i cittadini sono stati privati
della possibilità di scegliere i loro
Parlamentari e tale scelta è affidata
esclusivamente ai leader di Partito che
hanno il potere di compilare le liste e
determinano anche la elezione dei
Parlamentari;
che nell’ambito di una riflessione
sul ruolo dei partiti e la loro forma
democratica, l’esclusione del voto
di preferenza rischia di alimentare
una dèriva leaderistica estranea alla
tradizione popolare;
che è all’ordine del giorno dei lavori
parlamentari una proposta di revisione
della legge elettorale per le elezioni
Europee che escluderebbe la possibilità
per i cittadini di scegliere i propri eletti
eliminando del tutto le preferenze.
TUTTO CIO’ PREMESSO E
CONSIDERATO
IL CONSIGLIO COMUNALE DI
GINOSA
chiede
il
mantenimento
della
possibilità per i cittadini alle elezioni
Europee di scegliere i Parlamentari,
anche riducendo ad una sola le
preferenze, e chiedendo altresì di
introdurle la preferenza nell’attuale
legge elettorale per il Parlamento
Italiano c da mandato al Presidente
dell’Assemblea Consigliare di inviare
ai Presidenti della Camera dei Deputati
e Senato della Repubblica e delle
Commissioni Parlamentari competenti,
la Deliberazione in oggetto.
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La Goccia n. 21 - 25 ottobre 2008
eventi sportivi
SECONDA CATEGORIA / La matricola biancazzurra sente odore di primato
Ginosa,
sbancata
Strudà:
vetta
ad
un
solo
punto
I biancazzurri del tecnico Pizzulli, grazie ad una prestazione maiuscola, espugnano il terreno
dello Strudà con una rete del cannoniere Papapietro e si piazzano in seconda posizione ad
una sola lunghezza dal Torre capolista sconfitto in casa dal Surbo.
Il Ginosa sbanca Strudà grazie ad una rete del solito Papapietro e vola al secondo
posto ad una sola lunghezza dal Torre capolista sconfitto in casa dal Surbo. Gara sostanzialmente equilibrata con i biancazzurri
più cinici in fase avanzata. La prima frazione risulta avara di emozioni. Al 10’ una punizione dai 25 metri calciata da Quarta sorvola di poco la traversa, mentre al 15’ Paiano
raccoglie un cross dal fondo di De Biasi e
di testa impegna Gaetani. La ripresa vede
gli ionici più determinati alla ricerca del successo. All’8’ un tiro-cross di Sambito mette
in difficoltà l’estremo difensore locale che
si salva con un colpo di reni, mentre al 20’
la replica dei salentini è affidata a Carlino il
cui tiro ravvicinato trova pronto Larocca che
si oppone con bravura. L’ingresso di Papapietro vivacizza la fase d’attacco ospite e la
mossa del tecnico Pizzulli si rivela vincente.
Al 36’ i biancazzurri vanno a segno: Papapietro, ben servito da Paiano, gira di testa
verso la porta con la sfera che incoccia sul
palo e sul tap-in il cannoniere ginosino è lesto ad infilare Gaetani. I padroni di casa si
sbilanciano alla ricerca del pari e lasciano
ampi spazi alle ripartenze degli ospiti. Su
una di queste al 43’ Paiano viene steso in
area e l’arbitro indica il dischetto: Papapietro, però, si fa ipnotizzare da Gaetani che
neutralizza il penalty. I biancazzurri, comunque, controllano con ordine sino alla fine e
portano a casa una preziosa vittoria, mantenendo l’imbattibilità e vantando la migliore
difesa del torneo. La matricola ginosina inizia a sentire odore di primato e ad incutere
paura alla compagine brindisina del Torre.
Tabellino della gara (Strudà-Ginosa 0-1)
STRUDA’: Gaetani, Rosato, Carrozzi, Bonuso, De Giorni (17’ st Conte), Della Torre
(10’ st Porciello), Longo, Zippo, Giannone,
Quarta, Carlino (29’ st Castelluzzo). A disp.: Sciotti, Ingrosso, Antonacci. All. Faraco
GINOSA: Larocca, Bozza Fra., Giampetruzzi, Bozza Fab., Chiedi, Zorico, Lovecchio, Innato, Paiano, De Biasi (23’ st Papapietro), Sambito (48’ st Manicone). A disp.:
Lapiscopia R., Putignano, Calabrese, Orfino, Lapiscopia P. All. Pizzulli (squalif.)
ARBITRO: Lillo di Brindisi.
RETE: 36’ st Papapietro.
NOTE: Ammoniti Carrozzi, De Giorni, Della Torre e Conte (S), Lovecchio e Innato
(G). Al 43’ st Papapietro fallisce un rigore.
Domenico Ranaldo (www.asginosa.it)
COPPA PUGLIA / Derby d’andata senza vincitori: al “De Bellis” termina 1-1
Ginosa, buon pari a Castellaneta
La compagine biancazzurra, con alcune seconde linee in campo, strappa un prezioso pari sul rettangolo verde dei
cugini biancorossi e guarda con fiducia al match di ritorno. Al vantaggio ginosino firmato da De Biasi risponde
il castellanetano Cecere con la complicità del portiere biancazzurro Di Gioia che compie una mezza papera.
Termina in parità l’andata del derby di Coppa Puglia al “De Bellis” tra Castellaneta e
Ginosa. Il tecnico Pizzulli dà spazio ad alcune seconde linee tenendo a riposo alcuni
titolari quali Larocca, Chiedi, Paiano e Sambito. Gara combattuta ed a tratti spigolosa.
La prima frazione risulta più avvincente. Al
12’ Tanzarella, sugli sviluppi di un corner,
lambisce il palo con un tocco sottomisura,
mentre al 24’ Lapiscopia scocca un fendente dal limite che trova pronto Resta tra i
pali. Un minuto dopo ancora Lapiscopia, su
calcio piazzato, chiama l’estremo difensore
locale ad una respinta non facile in corner.
Sul susseguente corner, Orfino schiaccia di
testa e De Biasi, di rapina, trafigge Resta:
0-1. I biancorossi valentiniani reagiscono e
nel giro di cinque minuti pareggiano. Al 29’
Cecere, dalla distanza, impegna severa-
mente Di Gioia che si salva in due tempi,
mentre al 31’ ancora Cecere lascia partire
un fendente dalla distanza sul quale l’estremo difensore biancazzurro compie una mezza papera lasciandosi sfuggire la sfera che
termina in rete. La ripresa vede un equilibrio
in campo, con il Ginosa che, nonostante l’inferiorità numerica per l’espulsione di Lapiscopia, sfiora il colpaccio in due occasioni.
Al 24’ Francesco Bozza, su punizione dalla distanza, impegna severamente Resta,
mentre al 42’ Chiedi, su calcio piazzato dal
vertice sinistro dell’area, coglie la traversa.
Giovedì 23 ottobre return-match al “Miani”
di Ginosa: ai biancazzurri basterebbe anche
un pari a reti bianche per passare il turno.
Tabellino della gara (Castellaneta-Ginosa
1-1)
CASTELLANETA: Resta, Trotolo (10’ st
Caffè), Riformato, Cefalo, Lippolis V., Di
Pippa (27’ st Salluce), Cecere, Salamida,
Tanzarella, Bongermino, D’Onghia. A disp.: Leoncino, Ippolito, Pagliari, Policarpo,
Laterza. All. Lippolis W.
GINOSA: Di Gioia, Manicone, Calabrese,
Bozza Fab., Orfino, Zorico (1’ st Bozza
Fra.), Lovecchio (41’ st Putignano), Innato,
De Biasi, De Tommaso (23’ st Chiedi), Lapiscopia P. A disp.: Lapiscopia R., Paiano,
Sambito. All. Pizzulli (squalif., in panchina
Pavone)
ARBITRO: Cagnazzo di Lecce.
RETI: pt 26’ De Biasi (G), 31’ Cecere (C).
NOTE: Ammoniti Bongermino (C), Calabrese e Lovecchio (G). Espulso al 29’ st
Lapiscopia P. per gioco scorretto.
Domenico Ranaldo (www.asginosa.it)
La Goccia n. 21 - 25 ottobre 2008
eventi sportivi
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SECONDA CATEGORIA / Al “Miani” la sonora vittoria sui leccesi vale il primato nel girone
Ginosa, cinquina al Lizzanello e primato in classifica
La matricola ginosina, grazie ad una prova superlativa, travolge tra le mura amiche il malcapitato Lizzanello
a suon di gol e vola in vetta alla classifica, condivisa col Pro Gioia. A segno, oltre a Innato, Lomagistro e Lapiscopia, anche il bomber Paiano che firma i primi due gol in campionato. Domenica impegno probante in
trasferta contro la Virtus Latiano che, finora, ha sempre vinto sul proprio terreno.
E’ un Ginosa solido e concreto: vince, convince e guarda tutti dall’alto, vantando la migliore
difesa del torneo (una sola rete subita in cinque incontri). Al “Miani” i biancazzurri travolgono il malcapitato Lizzanello con un perentorio
5-0 e conquistano il primato del girone in condominio col Pro Gioia. Il risultato finale è frutto
di una prestazione convincente del collettivo
che raccoglie gli applausi a fine gara del numeroso pubblico presente in tribuna. La gara
fa registrare un netto predominio dei tarantini
che concedono poco o nulla agli
avversari. Dopo una prima fase di
studio, al 20’ Lapiscopia, su cacio
piazzato dalla distanza, impegna
Spagna che si rifugia con qualche
affanno in corner. Sul susseguente angolo Paiano incorna sottomisura ma l’estremo difensore ospite si oppone con bravura e sul
tap-in Innato calcia a botta sicura
trovando l’opposizione sulla linea
di un difensore. Il Ginosa insiste
ed al 41’ sblocca il risultato con
Paiano che, ben servito da Sambito, stacca imperiosamente in
area e non lascia scampo a Spagna. Nella ripresa i biancazzurri
alzano il ritmo della gara e dilagano, approfittando anche degli ampi spazi lasciati dai salentini. Al 5’
su azione di rimessa una rasoiata
di Lapiscopia trova la deviazione
sottomisura di De Biasi che esalta le doti di Spagna. Il raddoppio
è nell’aria e giunge al 9’ grazie
ad un’azione ben orchestrata da
Paiano e Sambito e finalizzata
da Innato che infila il portiere in
uscita. Al 19’ su azione di contropiede Innato serve De Biasi che
fugge sull’out sinistro e serve in
area l’accorrente Paiano il quale
trafigge l’incolpevole Spagna per
il 3-0 firmando la doppietta personale. Al 29’ il Ginosa cala il poker:
Spagna travolge in area Putigna-
no e l’arbitro
espelle il numero uno ospite ed indica il
dischetto; in porta va un giocatore (sostituzioni esaurite) che respinge il rigore calciato da Chiedi, ma sul tap-in Lomagistro
è lesto ad insaccare. Infine al 48’ Lapiscopia fissa il punteggio sul 5-0 finale con
un forte e preciso diagonale che fa secco
l’improvvisato portiere ospite. Domenica
trasferta insidiosa in quel di Latiano contro
una squadra che, finora, sul proprio terre-
no ha sempre vinto. Sarà
un impegno probante, ma
il Ginosa visto all’opera
contro il Lizzanello, in cui
ha mostrato “attributi” da
prima della classe, lascia
ben sperare per un risultato positivo: sarà indispensabile scendere in campo
con umiltà e convinzione
nei propri mezzi.
Tabellino
della
gara
(Ginosa-Lizzanello 5-0)
GINOSA: Larocca, Giampetruzzi (23’ st Bozza Fra.),
Orfino (35’ st Calabrese),
Zorico, Chiedi, Innato, Lapiscopia P., Lomagistro,
Paiano, De Biasi (19’ st
Putignano), Sambito. A disp.: Lapiscopia R., Bozza
Fab., Lovecchio, Manicone. All. Pizzulli
LIZZANELLO: Spagna, Paladini, Panico,
Caretta (16’ st Puce A.), Greco, Manti,
Rizzo, Tamborrino (1’ st Palmarini), Cannoletta, Petrelli, Lattante (3’ st Mingiano).
A disp.: Puce F., Tundo. All. Mingiano
ARBITRO: Amato di Bari.
RETI: pt 41’ Paiano; st 9’ Innato, 17’ Paiano, 29’ Lomagistro, 48’ Lapiscopia P.
NOTE: Ammoniti Innato (G), Rizzo e Spagna (L). Espulso al 27’ st Spagna
(L) per doppia ammonizione.
Risultati 5a giornata (19/10/08):
Cisternino-Ischiataranto 0-1; F.S.
Monteroni-Torre 3-3; Ginosa-Lizzanello 5-0; Lizzano-Anspi Talsano
3-1; Pro Gioia-Virtus Latiano 3-1;
Squinzano 2006-Pezze 2-2; Strudà-Gioventù Campi 0-2; SurboReal S. Pietro Vernotico 3-3.
Classifica: Ginosa 11; Pro Gioia
11; Torre 10; Ischiataranto 9; Surbo
8; Squinzano 8; Gioventù Campi 8;
Real S. Pietro Vernotico 7; Cisternino 7; Virtus Latiano 7; Lizzano
6; Pezze 5; Strudà 4; Lizzanello 4;
F.S. Monteroni 3; Anspi Talsano 0.
Prossimo turno (26/10/08 ore
14,30): Anspi Talsano-Surbo; Gioventù Campi-Squinzano 2006;
Ischiataranto-Lizzano; LizzanelloStrudà; Pezze-Cisternino; Real S.
Pietro Vernotico-F.S. Monteroni;
Torre-Pro Gioia; Virtus LatianoGinosa.
Programma 7a giornata (02/11/08
ore 14,30): Cisternino-Squinzano
2006; F.S. Monteroni-Anspi Talsano; Ginosa-Torre; LizzanelloGioventù Campi; Lizzano-Pezze;
Pro Gioia-Real S. Pietro Vernotico; Strudà-Virtus Latiano; SurboIschiataranto.
Domenico Ranaldo
(www.asginosa.it)
46
eventi sportivi
La Goccia n. 21 - 25 ottobre 2008
CALCIO A CINQUE
Continua il buon avvio del Team Ginosa che ottiene un punto
contro l’ostico Noci e viene fermato solo dalla pioggia a Laterza
L’avvio del campionato è di quelli promettenti, l’affiatamento tra
vecchi e nuovi compagni di squadra sembra iniziare a prendere la
strada giusta, da ciò si può dedurre che gli ingredienti ci sono
tutti per assistere ad un ottimo
campionato della squadra allenata da Mister Noia agguerrito più
che mai a imporre su ogni campo il proprio modulo di gioco e la
giusta cattiveria agonistica per
conquistare in ogni partita punti
preziosi. Proprio come quello ottenuto in casa contro l’ostico Noci
reduce dalla vittoria contro il PALAGIANO e che, seppur in caso
di serie D dove avrebbe dovuto militare per via delle retrocessione
maturata la scorsa stagione sportiva e poi ripescato, ad ogni partita tira fori gli artigli anche in situazioni di difficoltà come quella in
cui il TEAM GINOSA l’aveva costretta. Infatti la gara senza dubbio
sarebbe andata al TEAM GINOSA che l’ha condotta dall’inizio alla
fine sia sul piano del punteggio che su quello del gioco ma a volte
la sorte gioca brutti scherzi e sul 2-1 per la compagine Ginosina,
grazie alle reti, una per tempo, di RUSSO e D’ANGELO, un calcio
di punizione, concesso molto benevolmente alla squadra barese,
innocuo dal punto in cui veniva battuto trovava l’impercettibile deviazione di SPINELLI che ingannava l’incolpevole PIZZULLI per
la rete del definitivo pareggio. Senza considerare poi gli errori dal
dischetto del tiro libero, che sembrano essere una bestia nera per
la formazione ginosina, pensate in tre gare, tra campionato e Coppa Puglia, ne sono stati falliti ben sette, che hanno inciso senza
dubbio sul punteggio. E così bisogna accontentarsi del 2-2 finale
che muove la classifica e pone la squadra a quattro punti in classifica a ridosso del trio di testa, BRUNDA, ELEVATORI BRINDISI,
FUTSAL TARANTO, che viaggiano a punteggio pieno. Pari dunque
da non disprezzare che ha evidenziato i progressi della squadra e
le intese tra compagni vecchi e nuovi messe in evidenza contro il
LATERZA campo dove il TEAM GINOSA non conquista punti da
diversi anni.
E sabato sembrava essere la volta buona in quanto la squadra nella prima frazione di gara metteva in luce un ottimo gioco attento in
fase difensiva e spietato in fase offensiva che permetteva di colpire
ben due volte grazie ad un autogol su un ottima azione iniziata e
finalizzata da CARRERA e con CIRIELLO che trovava finalmente
la via del gol. Nel finale di primo tempo la solita disattenzione permetteva ai padroni di casa di accorciare le distanze e portarsi sul
2-1 punteggio che si avviava a chiudere la prima frazione di gioco
quando un violento nubrifagio abbattutosi su LATERZA al 29’ minuto del primo tempo impediva di continuare costringendo l’arbitro a
non fare altro che sospendere la gara a data da destinarsi. Proprio
quando il TEAM GINOSA sembrava aver imbrigliato il LATERZA
ci si è messa l’alluvione a impedire ai ginosini di portare a casa
il successo. Seppur si era solo al primo tempo la determinazione messa in
campo e il modo di giocare facevano
ben sperare.
Ora si attendono le decisioni del giudice sportivo che dovrà pronunciarsi su
quando la gara dovrà riprendersi, si
pensa a una data lontana visto gli impegni infrasettimanali di Coppa Puglia,
e salvo diverse decisioni si ripartirà
dallo 0-0.
Il prossimo turno di campionato vedrà il
TEAM GINOSA impegnato sul proprio
Palazzetto contro un’altra bestia nera
che è il PALAGIANO reduce da una
batosta subita dal COCOON FASANO
che vince la sua prima gara dopo trentadue sconfitte consecutive.
MARINO MENZELLA
2ª GIORNATA SERIE C2 GIRONE C
COCOON FASANO – FUTSAL TARANTO 0-11
EDEN MANDURIA – BRUNDA C5
5-7
GIOVENTU’ MARTINA – A. GINOSA
4-3
BRINDISI ELEVATORI – A. MONOPOLI
4-2
PALAGIANO – A. LATERZA
2-2
SOCCER PUTIGNANO – FK PUTIGNANO 1-3
TEAM GINOSA - NOCI AZZURRI
2-2
3ª GIORNATA SERIE C2 GIRONE C
ATLETICO GINOSA - FUTSAL TARANTO 3-6
ATLETICO LATERZA - TEAM GINOSA
rinviata
A. MONOPOLI – SOCCER PUTIGNANO
2-3
BRUNDA C5 – G. MARTINA
8-4
FK PUTIGANANO - EDEN MANDURIA
6-4
NOCI AZZURRI – BRINDISI ELEVATORI
0-2
PALAGIANO – COCOON FASANO
3-9
CLASSIFICA
ELEVATORI BR
9
FUTSAL TARANTO
9
BRUNDA C5
9
FK PUTIGNANO
6
A. LATERZA
*
4
NOCI AZZURRI
4
TEAM GINOSA*
4
A. GINOSA
3
COCOON FASANO
3
SOCCER PUTIGNANO
3
G. MARTINA
3
PALAGIANO
1
EDEN MANDURIA
0
AUDACE MONOPOLI
0
*TEAM GINOSA e A. LATERZA una partita in meno

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