- Circolo ARCI Ginosa

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La Goccia n. 2 - 29 gennaio 2011
Questo numero de
La Goccia è stato chiuso
alle ore 12.00 del 26 gennaio 2011
Sommario
La Goccia n. 2 - 29 gennaio 2011
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è associato alla
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La Goccia
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A QUESTO NUMERO:
GIUSEPPE CARRERA
MARIO D’ALCONZO
ROBERTO MUSCOLINO
GIUSEPPE PIZZULLI
DON FRANCO CONTE
GIANLUCA CATUCCI
DAVIDE GIOVE
FRANCO ROMANO
ANTONELLO LOVECCHIO
PIETRO PERRONE
GIORGIO MOREA
LUCA CALABRESE
VIOLA LAVERMICOCCA
GIOVANNI MATERA
MIKI MARCHIONNA
FLORIANA RIBECCO
LIBORIO PATIMISCO
M. ZANELLI
GIOVANNI CARDUCCI
BALDASARRE D’ANGELO
KATIA CIFRESE
ELENA CLEMENZA
CARMELO CANDIA
NICOLA CARENZA
MICHELINA DELL’AGLIO
ANNA BELLAMIA
GIOVANNI DE CANIO
ROSA PAVONE
MICAELA LOMBARDI
PIERANNA TERZI
FRANCESCO ROTUNNO
DOMENICO MALVANI
CARMEN CLEMENTE
fOTO:
ERASMO MAZZONE
AMMINISTRAZIONE
VITO CONTE
IMPAGINAZIONE E GRAFICA:
STEFANO GIOVE
MAURIZIO FALIVENE
STAMPA
FALIGRAPH
Considerazioni ginosine…
di Pierino Perrone
pag. 31
Ricerca e …
di Giovanni Matera
Noi e Matteo…
di Stefano Giove
pag. 4
Per Matteo…
di Domenico Malvani
pagg. 4/5
Al nostro Principe
di Micaela Lombardi
pag. 5
Costruttore…
di Carmen Clemente
pag. 6
Insieme…
di Genitore
pag. 6
Le favole di grim
di Grim
pag. 7
Versus di From
di From
pag. 7
Le interviste di RG
di Floriana Ribecco
pag. 17
Il futuro…
di Michelengelo Zanelli
pag. 18
I pareri…
di Michelengelo Zanelli
pag. 19
Miroglio…
di Rosa Pavone
pagg. 20/21
Cosa passa…
di Miki Marchionna
pag. 22
Andiamo al…
di Miki Marchionna
pag. 22
Il dolore...
di Liborio Patimisco
pag. 24
pag. 32
Alla scuola …
di Pieranna Terzi
pag. 35
I ginosini…
di Francesco Rotunno
pagg. 36/37
Invito…
di Giovanni De Canio
pag. 37
La marcia …
di Anna Bellamia
pag. 38
Il PD vuole…
di esseggi
pag. 41
Telethon…
di Michelina Dell’Aglio
pag. 41
Non dimenticare…
Quattordicesima giornata…
pagg. 8/9
di Giuseppe Pizzulli
pag. 25
La caricatura di…
Symbola…
Quindicesima giornata…
pag. 9
di Elena Clemenza
pagg. 26/27
Udc…
Il piacere di leggere…
Gran Galà…
Notizie flash…
di Giulio Pinto
di Giorgio Morea
di Antonello Lovecchio
pag. 10
di Viola Lavermicocca
pag. 27
Lavori pubblici…
AIRC…
di Baldasarre D’Angelo
pag. 42
di Baldasarre D’Angelo
pag. 42
di Gianluca Catucci
pag. 43
I proverbi
di Giovanni Carducci
di Uff. Stampa Com. Ginosa
pag. 11
di Viola Lavermicocca
pag. 27
Int. Notarangelo …
Avis…
Ginosa ko
di Stefano Giove
pag. 12/13
di Nicola Carenza
pag. 27
Rinforzi freschi…
Home page…
Ginosa, poco…
di Michelangelo Zanelli
pag. 13
di Roberto Muscolino
pagg. 28/29
Il 2010…
Nuovo Lavoro…
Antonello Bitetti…
di Katia Cifrese
pag. 14
di SG
pag. 29
Confusione …
Viaggio nel…
INAC…
di Carmelo Candia
pag. 14
di Luca Calabrese
pag. 30
pag. 43
di Domenico Ranaldo
pag. 44
di Domenico Ranaldo
pag. 45
di Gianluca Catucci
pag. 46
di Carmelo Candia
pag. 46
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La Goccia n. 2 - 29 gennaio 2011
Noi e …Matteo
Ci sono avvenimenti che hanno una tale forza dirompente che riescono a
determinare cambiamenti radicali nei comportamenti delle persone. Questo è
quello che ho sperato e che spero ardentemente succeda a Ginosa dopo la
tragica vicenda che ha visto protagonista il giovane Matteo Musano. Sì, spero
che questa tragedia che ha colpito l’intera comunità, possa diventare il monito
per un cambiamento radicale della vita ginosina.
Conoscevo Matteo fin da bambino. Per alcuni anni abbiamo abitato nello
stesso condominio, adesso abita di fianco a casa mia; conoscevo Matteo
perché era il figlio di Giovanni una persona che stimo e apprezzo per il suo
coraggio e la sua serietà. Ho visto Matteo bambino, giocare con gli altri bambini in questo angolo di Ginosa che pullula di ragazzini piccoli e che lo rendono allegro e vivace. Il ricordo di questo ragazzo tranquillo, allegro generoso
come lo sono tutti i ragazzi non lo puoi rimuovere, e ti martella il cervello, e ti
impone una serie di riflessioni su quello che è accaduto, per come è accaduto
e sul nostro ruolo di adulti, di cittadini.
La morte di un ragazzo di 16 anni è sempre una tragedia terribile, se questa
poi si verifica per ragioni che possono apparire inconcepibili lo è ancora di
più. La vicenda di Matteo è qualcosa di più di una disgrazia o di una mera
sfortuna, essa ha messo tutti noi di fronte a tante responsabilità e a tanti
interrogativi ai quali abbiamo il dovere di dimostrare la nostra attenzione e la
nostra determinazione a voler cambiare modo di agire e di comportarci.
Credo che tanti genitori sia della mia età sia più giovani, siano rimasti di stucco quando si sono sentiti rispondere dai propri figli (anche quarantenni) che
molti di loro avevano scalato la “Spaccazz”. Lo hanno fatto anche ragazzi ai
quali mai avresti accreditato l’ardire di correre un rischio così grande. Anch’io
ho “scoperto” (soltanto adesso) che qualcuno dei miei figli ha provato a scalare quella parete.
Eppure, nonostante “la scalata de la spaccazz” fosse una pratica tanto conosciuta tra i ragazzi, a nessuno di noi adulti, e dico nessuno, è mai giunto
all’orecchio la questione e tutto è andato avanti senza alcuna precauzione e
senza alcuna salvaguardia per l’incolumità dei nostri figli.
Molti hanno detto, all’indomani della tragedia,«perché non si mette in sicurezza la Gravina!». Credo che sia superfluo ribadire che sarebbe impossibile
imbrigliare la Gravina. Certo, alcune tutele però possono essere poste e la
messa in sicurezza o l’interdizione di alcuni luoghi è un aspetto da prendere
in seria considerazione.
Credo che questa vicenda e quello che è accaduto in questi giorni a Ginosa
non possa passare sotto silenzio… non possiamo fare spallucce e fare finta
che tutto sia come prima. Possibile che il messaggio che si è levato in questi
giorni possa non essere colto da noi adulti?
Molti hanno voluto ricordare Matteo in maniera appassionata, direi persino
epica. Lo hanno fatto su facebook, lo hanno fatto con gli striscioni, con la
fiaccolata, con le scritte gigantesche… Credo che sia comprensibile il dolore
e la sofferenza di questi ragazzi… capisco anche la loro voglia di gridare forte
che loro volevano bene a Matteo… ma dopo queste manifestazioni, dopo
queste grida, cosa rimarrà?
Ecco la domanda alla quale siamo chiamati a rispondere tutti, nessuno escluso.
Se è vero che il più grande dolore per una persona è quello provocato dal dover seppellire il proprio figlio, noi dobbiamo fare in modo che questa vicenda,
che questo dolore immenso, sia un monito, un insegnamento, perché non ci
siano più padri e madri che debbano piangere la morte del proprio figlio.
Diventa necessario, quindi, venir fuori dalla nostra indolenza, quella indifferenza terribile che dimostriamo di fronte a quello che accade davanti ai nostri
occhi.
Possibile che non vediamo quello che accade sotto il porticato del Municipio?
Possibile che non vediamo quello che accade in quello che doveva essere un
parco in via dell’Alfiere?
Possibile che non giungono alle nostre orecchie le proteste dei tanti anziani
che vivono in zone come il Popolicchio, vico Tortuoso, via Tulipani e, avanti,
in tanti luoghi di Ginosa?
Tutto questo ci scivola addosso come se niente fosse e non pensiamo che
quei ragazzi che stanno lì, sono i nostri figli o i nostri nipoti.
Guardate, non si tratta di mettere in atto azioni di repressione… semmai serve
il contrario: avviare una fase di comprensione e di condivisione. Dobbiamo,
a mio giudizio, cominciare a prestare più attenzione a queste manifestazioni
di irrequietezza, dobbiamo cercare di capire cosa sta accadendo nella nostra
comunità.
Non è possibile accettare, senza dire una parola o fare qualche cosa di utile,
questa condizione di sfilacciamento del tessuto sociale di Ginosa. Dobbiamo
metterci in gioco tutti, dobbiamo riprendere il filo di un dialogo di un coinvolgimento positivo tra le diverse generazioni e tra le Persone.
Stefano Giove
l’editoriale
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PER MATTEO
La notizia mi è giunta all’improvviso …
Era una domenica come tante, dedicata al riposo e
alla famiglia, quando una telefonata mi ha gettato nello
sgomento ed una tristezza profonda ha invaso tutto d’un
colpo la mia mente e il mio cuore.
L’avevo incontrato il giorno precedente Matteo, con il
suo sguardo vivace e il suo sorriso complice e compiaciuto, proprio di chi è consapevole di saper stare ai patti,
quei patti che lo richiamavano ad un atteggiamento di
maggiore responsabilità all’interno della scuola. E’ questa
l’immagine che ritorna di continuo davanti ai miei occhi e
da allora, spesso, penso a come si sarebbe potuto impedire che questo tragico evento si verificasse. Ripasso
continuamente, nella mia mente, le varie motivazioni che
possono indurre un ragazzo a sfidare la sorte quasi per
gioco, quella sorte che non era stata certamente benevola nei suoi confronti ma dopo tanto meditare, non trovo
giustificazioni. Allora il mio pensiero corre a quello che
potrebbe essere il vero motivo che spinge tanti giovani a
cimentarsi, a volte, in imprese che hanno dell’impossibile;
la risposta non può che essere data dalla condizione di
disagio che essi vivono in questa società, priva ormai per
loro di punti saldi di riferimento. E allora, partendo dal
presupposto che la morte di Matteo non deve passare
sotto silenzio, scrivo queste poche righe per invitare tutti
ad una riflessione che, spero, diventi, nel tempo, l’avvio
di una presa di coscienza della realtà territoriale in cui
viviamo con l’auspicio che qualcosa possa cambiare.
I giovani, oggi, in generale, vivono una situazione di
cronaca
grande confusione dovuta, soprattutto all’incertezza che si registra nel mondo dei valori,
Vivono, dunque, una crisi di identità in quanto
oggi essi rinnegano il passato e rifiutano gli
ideali di un tempo, quelli, per intenderci, che
hanno formato noi e i nostri padri. Il vuoto è
tanto più drammatico in quanto si sposa ad
una crisi economica contro la quale nessuno è sollecitato a combattere con sacrificio.
Oggi, la cultura che regna tra la gente e, soprattutto tra i giovani, è caratterizzata da un
relativismo assiologico integrale che consente ad ognuno di stimare valido, degno, nobile,
grande solo ciò che gli conviene; è questo un
relativismo egoistico che nelle menti più lucide si tramuta in completo nichilismo.
E’allora di capitale importanza richiamare
l’attenzione di tutti su quella che è la condizione dei nostri giovani all’interno di questa
società disgregata, caratterizzata da incomprensioni sempre più radicali tra “vecchi”
e giovani, tra padri e figli, tra insegnanti e
alunni. L’occasione della dipartita di Matteo
ci deve richiamare tutti a raccolta; il suo grido
d’aiuto è quello di mille altri giovani, a volte
gridato, altre volte pronunciato in forma sommessa, per non precipitare nel baratro del
”taedium vitae”.
Siamo quindi in piena emergenza educativa! E allora per evitare che ci siano altre vite
spezzate, per evitare che altri giovani si lascino prendere dal desiderio di impiegare il
loro tempo libero in ogni modo, non importa
se sano e costruttivo, occorre che tutti, famiglie, scuola, Enti
territoriali, associazioni,
parrocchie, intervengano in modo propositivo
e sinergico, senza definire compiti primari o
secondari nella crescita di un ragazzo. Ognuno deve riscoprire il proprio ruolo per dare ai
nostri giovani un supporto concreto, fatto di
ascolto, di suggerimenti, di consigli, di incontri, di aggregazione. Occorre avere nei loro
confronti la capacità di saper individuare quel
torpore che spesso, attanaglia le loro anime
e offusca le loro menti; bisogna mettere in
atto un comportamento aperto che non li tradisca ma che rispetti la loro spontanea adesione alla coerenza, alla lealtà, al coraggio ,al
riconoscimento dell’altro.
Solo così la società, in generale e il nostro
territorio, più specificatamente, potranno opporsi ad una cultura dominata dal consumo,
dall’apparenza, dai simulacri, stordita dal primato del denaro e del divertimento sfrenato
a tutti i costi.
IL DIRIGENTE SCOLASTICO
(Prof. Cosimo Damiano MALVANI)
La Goccia n. 2 - 29 gennaio 2011
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Al Nostro Principe…..
Poteremmo scrivere oggi le parole più dolci. Potremmo scrivere che ci manchi e ci
mancherai. Potremmo urlare al cielo che
non è giusto. Ma cosa cambierebbe? Cosa cambierebbe Mattè?
Il tuo banco qui davanti a noi è vuoto. Lì
sopra ci hai lasciato la tua firma. Il tuo
nome scritto in grande fa mostra di sé e
riempie quel tavolo e i nostri cuori vuoti.
M. M. il Principe. Il nostro Principe bello.
Guardalo. È lì. Entra in classe col suo cappello con le orecchie, alza le mani al cielo e urla “Colpa d’Alfredo!”. E noi ridiamo
come un mese fa, come l’anno scorso…
come sempre quando eravamo con te. Ma
questo banco oggi è vuoto. Qualcuno dice
“Assenza: la più acuta presenza”. È la tua
assenza che oggi ci invade. Ci riempiamo
di vuoto, Matteo, il vuoto che ci lasci. Quel
posto rimarrà tuo per sempre. Tuo, solo
tuo. Qui in classe come in ognuno dei nostri cuori. Tuo Mattè. Sei contento? Non
è sempre stato quello che volevi? Essere
importante per tutti. Certo, non era così
che te l’immaginavi, ma le cose non vanno
mai come credi.
Sposto lo sguardo. Sulla porta della classe c’è un’altra scritta: Giovanni Musano.
Quante volte l’hai nominato. Lo chiamavi
“u’ boss”. Lo amavi e lo temevi. Fuggivi da
lui, ma lo cercavi. Un padre innamorato.
Un amore ricambiato, anche se mai l’avre-
sti ammesso.
Ancora lacrime… e questo silenzio che graffia e urla più di
uno stereo sparato al massimo.
Continui a fare rumore, Mattè. Ti
possiamo ascoltare ancora. La
tua voce è ancora forte, come
prima. Forse di più. Quella voce
forte qualcuno non riusciva a sentirla. Ma ora quella voce acquista
nuova forza e nessuno riesce a
dimenticarla. Quella voce ci parla
di un mondo ancora tutto da scoprire… del tuo viaggio in camper,
da fare a diciott’anni, ci parla di
Ibiza, da scoprire assolutamente
per te, ci parla di Matteo fra dieci
anni “con tanti soldi e la bellavita”
come dicevi tu. Ci parla di Matteo
che voleva diplomarsi per far felice il suo papà, ci parla di Matteo
che amava i suoi amici e la sua
bella Stefania. E ancora parla di
Matteo, sguardo di ghiaccio, fisso, spesso
nel vuoto, che volava con la mente. Ma
dove andavi? Dove volavi Mattè? Dovevi
rimanere attaccato un po’ di più a questo
mondo… perché continuando a provare a
volare, hai finito col riuscirci davvero. Ora,
ovunque tu sia, sappiamo che sei molto più
forte. E allora ti preghiamo di importi ancora
nelle nostre vite con la prepotenza buona
che avevi tu. Imponiti Mattè! Fai sentire ancora la tua forza. Perché nessuno deve dimenticarsi il tuo sorriso, né quelle mani così
sottili, né quel cuore debole sì, ma tanto
grande e buono. Non te ne andare Mattè.
Cosimo ti ha lasciato un po’ del suo thè sul
banco. Hai visto? Non c’è neanche più bisogno che lo chiedi. Te lo diamo, ti diamo
tutto quello che vuoi. Ma tu non te ne andare. Dicci che domani verrai. Anche alla
seconda ora, se vuoi. Non ti sgriderà più
nessuno. Ma tu vieni. Vieni a trovarci quando vuoi. Quel posto in prima fila è tuo. Da
lì, purtroppo, non potrai più goderti lo spettacolo della vita, ma almeno resta con noi e
sarai partecipe dei nostri momenti di gioia.
E potrai dire, un giorno, di aver vissuto non
una, non dieci, ma cento e più vite. Godrai
con noi in ogni cosa bella. Vivrai in noi e noi
vivremo di te.
Ci vediamo domani a scuola, Mattè.
Micaela Lombardi 3^C
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cronaca
La Goccia n. 2 - 29 gennaio 2011
A te Matteo romantico
costruttore di sogni
Apro l’agenda alla lettera M. Ci sono tre numeri di telefono: Matteo casa, Matteo cell.,
Matteo papà. Profonda tristezza, numeri
ormai senza voce, non riceverò più le telefonate che chiedono di parlare con Walter
mio figlio.
Telefonate che mi avvisano del rientro, più
tardi del previsto, dicendo: «stai tranquilla
Carmen stiamo con gli amici».
Quanto è difficile dover accettare questo
vuoto incolmabile, questa assenza perenne. La nostra casa era la tua. Quanta voglia
avevi di crescere Matteo, quanta esuberanza, quanta gioia di vivere e noi eravamo più
petulanti del solito nel farvi le solite raccomandazioni, ma non si può fermare un fiume in piena.
Sarei capace di scrivere pagine e pagine su
tutti i momenti che hai vissuto insieme a noi,
Matteo. Nella mia mente scorrono come un
film le immagini della tua presenza con il tuo
amico Walter insieme a noi.
L’organizzazione della festa di capodanno,
la gita in Calabria, la tua forte capacità organizzativa era tale che riuscivi a riempire,
coinvolgendo gli altri, il tempo libero. Eri orgoglioso e sapevi compiacerti di te stesso
quando facevi bene. Ricordo la festa del tuo
15º compleanno, dicesti: «non solo pizza
ma anche ballo»; e che dire della delusione che avesti per la poca partecipazione
di ragazze. Quella volta in Calabria in gita,
quanta esuberanza nel pullman; sempre
instancabili non vi lasciaste condizionare
nemmeno dal maltempo, niente e nessuno
riusciva a fermarvi.
Ogni volta ci ricordavi che per qualsiasi cosa dovevamo chiamare tuo padre e chiedere a lui il permesso. La conferma la ebbi
quando a casa nostra, dove ospite puntuale, c’era Ania una ragazza della Bielorussia
che ci raccontava della sua triste storia di
vita senza genitori, vissuta in un istituto e
quanto soffriva di non avere una casa, un
genitore, un familiare che ti aspetta. Di non
avere punti di riferimento affettivi.
Ricordo come fosse ora, come di scatto,
commosso ti alzasti e chiamasti tuo padre
dicendogli che volevi tranquillizzarlo comunicandogli dov’eri, ma si leggeva lontano un
miglio che in quel preciso momenti avresti
voluto tanto stringerlo a te in un abbraccio
di profonda gratitudine e rispetto. Quante volte incontrandoci, seppure casualmente ma puntualmente con tuo padre
abbiamo parlato di voi ragazzi e anche
dei risultati scolastici che non ci soddisfavano tanto, ma la speranza di ciascuno di noi era che prima o poi avreste
capito l’importanza della scuola e quindi
maturati gli atteggiamenti.
Insieme a tuo padre ci impegnavamo
sempre più a seguirvi quale unica ragione di vita… Le vostre speranze, il vostro
futuro, con l’orgoglio di vedervi crescere
e diventare uomini. Quanti ricordi affollano la mia mente.
Per Matteo ci sentiamo tutti in colpa, forse per non averti compreso abbastanza,
ci scusiamo per tutti gli abbracci che non
ti abbiamo dato. Per te Matteo, piccolo
principe. Sarai nel nostro ricordo come
“il principe dagli occhi belli come il mare”.
Ricordo, a tutti noi grandi, che non dobbiamo mai dimenticare che tutti i grandi
sono stati ragazzi una sola volta nella vita, con tutta la voglia di vivere e trasgredire; ma pochi se ne ricordano, forse
perché sono passati molti anni. E si dimentica. Non bisogna arditamente giudicare i giovani, essi sono vita, sono le
nostre vere risorse, sono il nostro futuro
e bisogna amarli e comprenderli; nessuno di loro se amato si sentirà solo.
“La vita è la vita difendila” diceva Madre
Terse di Calcutta.
A te Matteo romantico costruttore di sogni;
a te Matteo generoso e premuroso;
a te Matteo mente attiva e sveglia;
a te Matteo impulsivo e generoso;
a te Matteo simpatico sognatore, grazie
di aver regalato la tua presenza a tutti noi, siamo fieri di averti conosciuto e
amato, anche se troppo presto siamo
stati privati di tutto questo. Ti prometto
che mai ti dimenticheremo, perché sei
stato, sei e sarai sempre nei nostri cuori,
e come un continuo sogno rivedrò l’immagine di mio figlio che mi dice: «mamma oggi aggiungi un posto a tavola…
con noi c’è Matteo.
Carmen Clemente
Insieme…
Sono un papà fortemente addolorato per la tragedia avvenuta nella gravina quel maledetto sabato
15 gennaio 2011.
Conoscevo molto bene Matteo, era amico di mio
figlio veniva spesso a casa a pranzo, a vedere la
partita o a giocare con la playstation.
Matteo rimarrà sempre nel mio cuore e nel cuore
di tutta la mia famiglia e , il suo ricordo ci accompagnerà sempre negli anni che verranno.
In questi giorni mi sono posto da genitore una
semplice domanda, ma tutti noi conosciamo realmente i nostri figli?
E’ visibile a tutti come gli adulti e i ragazzi vivano
due realtà differenti e spesso in conflitto tra loro,
è noto come nell’adolescenza si è terribilmente
fragili, si cede a qualsiasi richiesta pur di far parte
di un gruppo o di essere qualcuno ammirato e
rispettato da tutti.
I giovani, oggi, si lasciano facilmente sedurre da
messaggi televisivi e pubblicitari, da trasmissioni
dove i protagonisti sono belli, sorridenti, senza
alcun tipo di problema serio e preoccupazione
quotidiana degno di questo nome.
Credo fortemente che spetta al mondo dei grandi
dare un segnale forte in questo senso, quindi una
sinergia tra la famiglia, la scuola, le istituzioni che
porti a formare i nostri ragazzi e a renderli uomini
capaci di costruire il proprio futuro.
Ecco l’importanza del dialogo costante con i nostri figli, senza risparmiarsi, concentrando quotidianamente le nostre forze e non spaventandoci
mai quando il muro diventerà troppo alto per cercare un contatto con loro, è in quel momento
che dobbiamo essere più presenti come genitori.
Credo che sia necessario far capire ai nostri ragazzi che sognare, fantasticare sul proprio futuro, essere al centro dell’attenzione, non sia da
demonizzare, guai se passasse un messaggio
del genere, ma insieme ai sogni bisogna dare il
giusto peso anche alla vita reale che è tutt’altra
cosa.
La vita reale è fatta anche di sacrificio, ci si ammala, si invecchia, si lavora, si muore, si vive ogni
genere d’affanno.
Sono perciò fiducioso che insieme, il mondo dei
grandi e il mondo dei ragazzi, possano trovare
un equilibrio in grado di superare le difficoltà e le
sfide che quotidianamente si presenteranno.
Una tragedia come questa, oltre al dolore che ha
suscitato, deve far comprendere a voi ragazzi che
la vita è il bene più prezioso e va salvaguardata,
il futuro è vostro e di nessun’altro, con il cuore vi
parlo e vi posso assicurare di quanto siete importanti per noi genitori e dell’immenso bene che vi
vogliamo. Un genitore
scherzi a parte
VERSUS
di from
Rovescio
Lec�o morale
telefonica
all’Infedele:
bunga
bunga,
nell’angolo,
fa d’e�ca
postribolo.
Degrado
D’ipocrisia
ammanta�,
da sagres�a
incensa�,
tersi
all’esterno
e all’interno
persi.
My�lus
Incede
il nanogrammo
per cui diossina
d’altoforno
eccede
e la bivalve
s’involve
e s’avvelena.
Déluge
Sbanca
anche a manca
il dopo di me
il diluvio:
con Silvio
prima�ore,
la sindrome
del Cavaliere.
La Goccia n. 2 - 29 gennaio 2011
7
Le favole di Grim
Radici
C’era una volta, non lontano da qui, il paese di Occhiocitrullo. Esso era esteso, come un’orco mai
sazio, dall’alture alla marina di quella contea. Da innumerevoli lustri, in quel luogo, vite e destini
si dipanavano con affanno e ben pochi erano stati i regnanti che per quelli s’erano dati pena.
I più, dall’alto del trono conquistato con mendaci promesse, s’erano adagiati in un regnare sciatto
e, il più delle volte, affidato alle cure (si fa per dire!) di mercenari cortigiani a cui men che meno
importava del destino di vite e cose di quel contado. Sicché fra affari e dimenticanze venivano persi
luoghi e memorie che di quella terra avevano fatto la piccola storia.
L’ultimo dei sovrani che sullo scranno reale aveva avuto la fortuna di sedere, cancellò (al suo ingresso a palazzo) tutte le insegne (belle o brutte che fossero) che ricordavano il susseguirsi delle
dinastie reali che l’avevano preceduto, quasi a voler mandare il severo monito: «Prima di me il diluvio!». E, a mano a mano che il tempo del suo regno giungeva al tramonto, lo sfortunato villaggio
coglieva le tracce dell’abbandono, dell’incuria e dell’incenerirsi della memoria.
Tali sventure non toccavano soltanto la terra montana di Occhiocitrullo ma anche quella marina
che, ancor più giovane, i suoi ricordi li stava faticosamente mettendo da parte per poter, un giorno,
narrare la storia di vite e luoghi ai posteri.
Lì, infatti, s’era incominciato col dar via dalla tutela imperiale gran parte del lido sabbioso e dorato, a ridosso della regina delle pinete (in cambio di un lauto compenso) ad un arricchito mercante e
alla sua mercantessa, che aveva di fatto estromesso da quei luoghi tutto il popolo di Occhiocitrullo;
parimenti era avvenuto per il lago della salinella dorata, luogo di serena frescura che nei periodi
più accaldati dell’anno s’affollava di umili membra stanche in cerca di refrigerio, ceduta ad un
ricco forestiero che l’aveva trasformato in un sereno villaggio a cui (ormai) si accedeva soltanto
pagando un costoso pedaggio; e così come s’era avviata l’usanza, un ultimo posto doveva essere
cancellato dal ricordo comune degli uomini e delle donne del popolo della marina: il polmone verde (com’era chiamato) di alberi che al centro del piccolo villaggio fioriva per il diletto di grandi
e piccoli.
V’erano lì radici e tronchi che non erano solo di piante ma anche di uomini che in quel posto dimoravano da sempre e che in quel belvedere avevano riposto visioni di giorni allietati dalla frescura e
dalle grida e risate spensierate dei loro piccoli. Ma tanto non sarebbe stato! Sua maestà, un brutto
giorno, annunciò che facoltosi mercanti avevano fatto una ricca offerta in cambio di quelle radici
e di quei tronchi per metterci lì bazar e mercati che avrebbero fruttato (loro) lauti guadagni.
Quell’annuncio non fu benaccetto dal popolo che vedeva in quello scambio la svendita delle proprie
speranze e tante e tante furono le grida di proteste rivolte al re e alla sua corte per farli desistere
dallo sciagurato proposito. Persino un decalogo fu scritto per sostenere le ragioni dei malcapitati
marinari, e in quello erano esplicitate ragioni e modi per far respirare il polmone senza cederlo
come una qualsiasi mercanzia. Ma la risposta venne senza indugio alcuno, dal gran muratore
reale: «Non fate i bacucchi! - disse – i tempi cambiano e la modernità (sic!) vuole che qualche
sacrificio si faccia!... Eppoi, che volete che siano quattro radici di centenari pini!» Ma aveva fatto
male i conti perché le radici non erano quattro ma… quattromila!
Morale della favola: Astipe!... ca truove!
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cronaca
La Goccia n. 2 - 29 gennaio 2011
Notizie
Flash
Rubrica a cura di Giulio Pinto
Muore dopo un volo di venti metri
Matteo Musano di sedici anni è morto, lo
scorso 15 gennaio, precipitando per venti
metri, mentre era intento a scalare, con alcuni amici, a mani nude, una parete della
Gravina. Il giovane, figlio del noto impresario edile, Giovanni Musano, pare fosse appassionato di scalata libera (free climbing)
ed al momento della disgrazia era in compagnia di alcuni amici che stavano scalando con lui la parete della Gravina, quella
prossima al Nido del Corvo, quando prossimo alla cima è scivolato facendo un volo di
circa venti metri. La Gravina dimostra ancora una volta di essere un luogo suggestivo,
soprattutto per i giovani che però dimenticano la sua estrema pericolosità. Il corpo del
giovane è stato recuperato con molta difficoltà in serata nonostante l’intervento dei i
Vigili del Fuoco della stazione di Castellaneta con il corpo speleologico, il Carabinieri
dell’Aliquota radiomobile della Compagnia
di Castellaneta, i Carabinieri di Ginosa, i Vigili Urbani del locale Comando Municipale
e il personale del 118 con la protezione civile locale “Amici in aiuto”. Il magistrato di
turno, dott. Remo Epifani, su segnalazione dei carabinieri della locale stazione, ha
autorizzato la rimozione del corpo del giovane dopo che il medico legale ha accertato l’accidentalità dell’evento. Una nuova
disgrazia si abbatte sulla famiglia Musano
dopo la scomparsa, per incidente stradale
della madre di Matteo, l’insegnante Mariella De Fazio. A Giovanni Musano ed alla sua
famiglia giungano le mie personali condoglianze unite a quelle della redazione de LA
GOCCIA.
Bravate che ricordano solo la vergogna!
A seguito della scomparsa del giovane Matteo Musano alcuni giovani hanno inteso
partecipare il proprio disappunto e dolore
assentandosi da scuola ed imbrattando i
muri del comune. Ci è pervenuto un commento di Michele Galeota, condivisibile che
pubblichiamo.” Un dramma non si può cambiare in un atto di vandalismo e teppismo urbano. Questo è successo per la scomparsa
prematura del povero Matteo. A chi non è
dispiaciuto. Ma questo non autorizza chiunque a creare danni al patrimonio pubblico
per le bravate di pochi imbecilli i quali tra
la notte del sabato e quella della domenica
hanno imbrattato con vernice i rivestimenti in marmo del porticato del municipio (già
compromessi) con scritte dedicate al povero Matteo che non trova alcun significato e
giustificazione, se si pensa che il povero ragazzo quelle scritte non le leggerà mai, ma
potevano benissimo essere sostituite (con i
soldi spesi per le bombolette spray) con un
fiore posato sulla tomba. Non credo che ai
familiari del povero Matteo queste stupide
bravate facciano piacere, anzi, offenderebbero il ricordo del proprio congiunto se pensassero i tipi di amicizie frequentate da Matteo, come non farebbe piacere il modo ingiustificato per marinare la scuola inventando fiaccolate inutili quando, benissimo, invece di passeggiare durante la fiaccolata,
avrebbero sfruttata una giornata scolastica
con i propri docenti per discutere le problematiche giovanili che avvolgono la comunità
ginosina e riflettere, riflettere, riflettere, meditando sul perchè di queste disgrazie. Danneggiare la cosa pubblica non da beneficio
a nessuno, anzi crea un ulteriore sprofondamento della nostra collettività verso una
cattiva immagine peraltro già negativamente marcata. Intanto il servizio di videosorveglianza e telecamere posizionate al municipio sono serviti solo ad ingrassare le tasche
delle ditte intallatrici e per controllare, fino
a poco tempo fa, il parcheggio abusivo di
motociclette all’interno del porticato, perpetrato da alcuni funzionari... Non ci resta che
vergognarci!!!!!!!”
E’ Inglese il camiciaio del principe William
Sembra un gioco di parole ma è proprio ve-
ro , il sarto che confezionerà la camicia che
il principe William, erede al trono di Inghilterra , indosserà durante il suo matrimonio
è Inglese……. anche se nativo di Ginosa.
Angelo Inglese, figlio d’arte, ha continuato
da quindici anni l’attività di sarto, avviata
nell’immediato dopo guerra dal padre Giovanni e dai due zii Gaetano e Pietro. Il percorso nell’alta moda internazionale, Angelo lo ha iniziato confezionando camicie per
il jet set internazionale, per diversi politici
italiani ed esteri. Certo è che l’incarico arrivatogli da Saint James Palace determinerà una notevole accelerazione nella salita
verso i piani alti della moda internazionale
ed è pur vero che se gli ospiti italiani non
saranno numerosi alle nozze del principe
inglese, con la i minuscola, è anche vero
che il «made in Italy» sarà presente più
che mai al matrimonio del primogenito di
lady Diana e del principe Carlo. Il successo
dello stilista ginosino, ha reso la cittadinanza più unita e tutti cercano un collegamento parentale o amicale con Angelo soprattutto per chiedergli come ha fatto ad arrivare al trono reale inglese. La risposta l’ha
fornito l’umile Angelo spiegando che sono
stati alcuni suoi clienti, inglesi molto amici di William e turisti affezionati di Ginosa,
a rivolgersi a lui per la camicia di William.
Come sarà la camicia? La risposta fornita
da Angelo alla stampa è molto anglosassone : classica ma innovativa.
Borseggio durante il mercato settimanale
I Carabinieri della locale Stazione, durante un normale servizio di vigilanza, tra gli
stands del mercato settimanale del giovedì, finalizzato a bloccare tentativi di borseggio ai danni delle centinaia di donne
che affollano viale Martiri di Ungheria, hanno colto in flagranza di reato, mentre borseggiavano alcune passanti e successivamente arrestate tre donne, la 33 enne Maria Marotta,la 24enne Filomena Marotta e
cronaca
la 29enne Leonilde. Tutte originarie e residenti ad Eboli (SA) le
malviventi erano state subito notate dai Carabinieri che avviavano
un immediato fermo che confermava i sospetti perché nonostante
le donne avessero cercato di disfarsi degli oggetti rubati ad una
donna ginosina, la rfeurtiva veniva recuperata è consegnata alla
legittima proprietaria. Tratte subito dopo in arresto le tre donne venivano condotte presso il carcere mandamentale di Taranto.
Detrazione 36% anche per l’acquisto di un box auto
L’acquisto di un box auto rientra tra gli interventi di riqualificazione di un edificio e in determinati casi può accedere alle detrazioni
del 36%. L’Agenzia delle Entrate, ha spiegato che, oltre alla realizzazione, anche l’acquisto di autorimesse e posti auto pertinenziali si configura come ristrutturazione. Nel caso dell’acquisto, bisogna però tenere presente che il bonus del 36% è calcolato sul
costo di costruzione dell’immobile.Se l’atto definitivo per l’acquisto
di un box è stipulato dopo il pagamento di eventuali acconti, è riconosciuta la detrazione sugli acconti pagati con bonifico a patto
che il vincolo pertinenziale tra l’autorimessa e l’edificio principale
emerga da un compromesso di vendita registrato. Al contrario, non
si può accedere al bonus nel caso in cui, ai pagamenti effettuati
con bonifico, prima dell’atto notarile, non corrisponda un preliminare di vendita registrato. In una situazione del genere, infatti, al
momento del pagamento non risulta nessun vincolo pertinenziale.
La detrazione è riconosciuta anche se la data del bonifico coinci-
Roberto Saviano
La Goccia n. 2 - 29 gennaio 2011
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de con quella dell’atto notarile e il pagamento viene effettuato in un
orario precedente alla stipula. Anche se al momento del pagamento, infatti, il box per il quale si intende fruire della detrazione non è
stato ancora destinato al servizio dell’abitazione, qualora la destinazione pertinenziale sia attribuita nell’arco della stessa giornata,
mediante la stipula del rogito, la condizione prevista dalla legge per
la fruizione del beneficio può considerarsi realizzata.
Sanatoria catastale
E’stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale la Finanziaria 2011 che proroga fino al 31 dicembre 2011 la detrazione del 55% delle spese
per la riqualificazione energetica degli edifici. Le spese sostenute
l’anno prossimo verranno recuperate in dieci anni e non più in cinque; nessuna modifica, invece, per i tetti di spesa, le percentuali di
detrazione e gli interventi ammessi. Slitterà al 28 febbraio 2011 il
termine del 31 dicembre 2010 per la regolarizzare delle “case fantasma”. Lo prevede il decreto Milleproroghe approvato dal Consiglio dei Ministri. L’Agenzia delle Entrate potrà comunque, dal 2 gennaio 2011, attribuire la rendita presunta agli immobili non dichiarati,
con oneri a carico dell’interessato.
La 6^ edizione di Dolce Puglia a Taranto
Le splendide sale del Circolo Ufficiali della Marina Militare di Taranto ospiteranno il prossimo 29 gennaio, a partire dalle ore 18,30
la 6^ edizione di Dolce Puglia. Dopo il grande successo ottenuto a Roma, la importante manifestazione, vanto della sommelleria
nazionale, organizzata dall’Associazione Italiana Sommellier giunge sul mare Ionio. La manifestazione è stata sponsorizzata, anche
quest’anno dalla società di architettura&ingegneria PINTOASSOCIATI . La serata è articolata con il saluto delle delegazioni Ais ,
rappresentate da Giuseppe Cupertino e Vincenzo Carrasso , delle
autorità civili e militari, il dibattito condotto dal giornalista RAI Attilio
Romita; seguirà l’apertura delle degustazioni presso i banchi di assaggio con oltre cento espositori. L’ingresso costa 15 euro che verranno devoluti in beneficenza.
Ben arrivata Clarissa!
Erano le 11.05, del 4
gennaio scorso, quando nel reparto di pediatria dell’ospedale di Castellaneta è nata Clarissa Cannizzaro per la
gioia di mamma Filomena papà Gisvelto e
la piccola Giada. La felicità che ha riempito i
cuori della famiglia
Cannizzaro è condivisa
da tutte le amiche più
care che per l’occasione augurano tanti giorni
altrettanto felici.
10
attualità
La Goccia n. 2 - 29 gennaio 2011
Marina di Ginosa: Inaugurata
la nuova sede dell’Udc
Lo scorso venerdì, 21 gennaio, la politica
marinese ha potuto scrivere una nuova
pagina della sua storia che, ricordiamo, si
rivela in tutto il suo corso, sempre densa di
vicende legate sì alla vita dei partiti attivi nel territorio, ma soprattutto alle numerose tematiche che, date le evidenti
doti paesaggistiche, nonché le evidenti
potenzialità economiche della borgata,
sono al centro del dibattito sull’intero
territorio comunale.
E alle ore 19.00, con il taglio del nastro
da parte del capogruppo UDC nel consiglio comunale Mario Toma, ha avuto
inizio la cerimonia di inaugurazione
della nuova sede dell’UDC in Marina di
Ginosa a cui hanno preso parte alcuni
esponenti della politica e dell’associazionismo lacale, Pino Cofano (Costituente di Centro), Emanuele Volpe (autodefinitosi ‘forzista’), Tarcisio Catucci
(PDL), Nicola Conte (PD), Pietro Pioggia (Presidente della locale Pro-Loco)
Mimmo Lozito, già Assessore al Comune di Ginosa, Franco Pignalosa, già
Consigliere Nazionale UDC, oltre che
alcune rappresentanze del partito sul
territorio provinciale, nonché numerosi
iscritti e simpatizzanti.
Nel ringraziare i presenti, il consigliere
Toma ha ripercorso i 12 anni di attività
e di presenza del suo partito in Marina
di Ginosa, con una sede sempre in fermento grazie allo spirito di confronto e
di collaborazione che si è conservato
nella “grande Famiglia” degli iscritti.
E dialogo e confronto sono stati le componenti primarie dell’attività di Aldo Moro,
grande nome della politica italiana a cui, ha
annunciato Toma, sarà intitolata la sezione
marinese dell’UDC.
Molte le vicende che, dal giorno in cui l’on.
Michele Tucci inaugurava la prima sezione
marinese dell’UDC, hanno visto la partecipazione e l’operosità del partito e dei suoi
rappresentanti sul territorio, vicende in cui
spesso l’UDC si è mostrata determinata
pur vedendosi costretta a scelte forti, è del
recente passato la sua uscita dalla maggioranza in seno al consiglio comunale.
L’introduzione di Toma si è conclusa con un
breve elenco delle battaglie portate avanti
dal partito per il territorio e l’auspicio che,
nell’ottica della continuità, il partito perseveri nel affrontare i problemi del Paese così
come quelli strettamente locali, guardando
agli obiettivi da perseguire piuttosto che ai
nomi da proporre per ricoprire seggi e cariche istituzionali.
Tra le rappresentanze del partito Franco Frigiola e Felice Rizzi di Laterza, Pierino Marzulli (già Consigliere Nazionale CCD-UDC)
di Massafra, Luigi Valentini e Francesco
Gentile di Palagianello, che hanno preso la
parola subito dopo il consigliere Toma.
Tra i contenuti degli interventi è emersa la
volontà di autonomia di pensiero e di azione
che il partito ha inteso assumere nell’attuale
contesto politico in cui la scelta che sembrava prevalere era quella del verticismo
berlusconiano, un invito ad un sano approc-
cio alla politica e alle questioni del territorio
riservando ai partiti e alle sezioni il ruolo di
protagonisti.
Si è sottolineata l’importanza dell’inaugurazione di una nuova sezione, quale controtendente risposta ai modelli deplorevoli che la politica odierna e i media
propongono plasmando dannosamente le coscienze della società, cercando
quindi di restare fedeli alla tradizione
che vuole le sezioni quali fucine di idee
e luoghi di confronto, portando anche
esempi analoghi molto positivi, uno tra
tutti quello della sezione laertina, costituita per dare un forte segnale di presenza nella vita politica della città.
L’intervento conclusivo è stato quello
di Franco Pignalosa che nel ripercorrere la storia della sezione marinese ha
inteso ricordare l’impegno del partito
nel sostenere la causa autonomistica
di Marina di Ginosa presentando nuovamente le condizioni disagevoli di un
governo di un territorio, quello marinese, distante 22 Km dal centro cittadino e con una vocazione economica e
culturale tutt’altro che affine a quella di
Ginosa.
Dopo aver citato l’operato di Mimmo
Giove e Giuseppe Mongelli quali rappresentanze UDC e rispettivamente
presidente e vice presidente del comitato di frazione di Marina di Ginosa
negli scorsi anni, Franco Pignalosa ha
voluto ricordare che “la politica si fa
con le sezioni aperte e gli uomini nelle istituzioni, con le presenze”, presenze senz’altro valide e numerose nella cerimonia di
inaugurazione. D’altro canto ha evidenziato
talune “rilevanti assenze” di cui la sezione
di Marina di Ginosa intende tener conto e
che porta l’UDC marinese ad essere “orfana di padre” e conclude così il suo intervento: “gli assenti hanno sempre torto e noi
dobbiamo anche discernere gli amici da chi
amico non è”.
Dopo i ringraziamenti finali di Mario Toma il
taglio della torta ha dato inizio ad un breve
ma piacevole momento conviviale.
Antonello Lovecchio
attualità
La Goccia n. 2 - 29 gennaio 2011
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Il Ser presenta i nuovi mezzi di protezione civile
«Sig. Sindaco, Autorità civili e militari, un vivo plauso da parte mia, dal consiglio direttivo e da tutti i volontari dell’associazione,
per essere qui con noi, in questa cerimonia
così importante, per festeggiare insieme il
salto di qualità, professionalità e tecnologia
negli interventi per coloro meno fortunati.
Grazie alla spinta, alla passione, all’impegno critico e di analisi dei tanti che vi hanno partecipato, permettetemi di ringraziare
vivamente la comunità di Ginosa e Marina
di Ginosa e le aziende locali del nostro territorio che ci danno fiducia in questa realtà
di storia e di servizio. Un grazie a tutti che
con un congruo ed adeguato contributo del
5 per mille hanno permesso l’acquisto degli
automezzi». Con la lettura di questo messaggio del presidente dell’Associazione
Radio C. B. Help SER di Ginosa, Giuseppe
Ungherese, è iniziata la cerimonia di inaugurazione dei nuovi mezzi.
È domenica 23 gennaio ore 11:30 e piazza
Nusco pullula di veicoli di soccorso schierati
in bella mostra. Com’è lungamente risaputo, l’Associazione Radio C. B. Help SER di
Ginosa, «l’unica e vera associazione di volontariato presente sul territorio», è un’unità
della Protezione Civile, sorta all’indomani
del sisma dell’Umbria e delle Marche, il cui
compito consiste nel garantire i collegamenti radio a tutti i livelli, da quello locale
a quello nazionale. Essa opera su tutto il
territorio nazionale, si ricordino gli interventi
a Sarno e, recentemente, in Abruzzo, svolgendo servizi istituzionali e convenzionali
con i vari enti, tra cui 118 (Asl/Ta), AIB (antincendio boschivo con la regione Puglia),
assistenza scolastica ad alunni con abilità
diversa, progetto Acque Sicure e Salvataggio in Mare. Il SER di Ginosa si avvale di
cinque settori: Settore Anticendio, Settore
Radio Ascolto Soccorso, Settore Socio Assistenziale e Pubblica Assistenza, Settore
Bagnanti e Salvataggio, Settore Protezione
Civile. Codesta dispone di mezzi pronti ad
intervenire a qualunque evenienza e calamità, ossia 10 Ambulanze di tipologia A, 1
cellula sanitaria, 4 Automediche, 1 Fuori
Strada con modulo Antincendio, 1 Polissoccorso Magirus Mercedes con una botte
di 30 q completo di schiumogeno, pompe
di aspirazione per piccoli medi incendi boschivi e civili, 2 Fuori Strada di Soccorso, 3
Furgoni per trasporto disabili, 2 PMA (Posto Medico Avanzato), 1 Idroambulanza, 1
Gommone di Salvataggio. Un parco macchine che oggi si rinnova mediante l’acquisto di un Ambulanza di Primo Soccorso,
due mezzi per il trasporto dei diversamente
abili e un camion antincendio. Presenti alla benedizione delle vetture il dirigente del
D. P. C. regione Puglia, Raffaele Celeste,
il responsabile provinciale della Protezione
Civile, Dr. Raffaele Russo, la vice presidente del consiglio provinciale, Marta Teresita
Galeota, il consigliere regionale, Pietro Lospinuso ed il primo cittadino di Ginosa, avv.
Luigi Montanaro.
«Giornata particolare – ha sottolineato
Celeste – bisogna prendere atto dell’organizzazione e dell’impegno di Ginosa. Sosteniamo ed incitiamo questi ragazzi, il cui
merito è quello di aver, in pochissimi anni,
messo su un servizio efficiente. Una realtà
che si pone come il fiore all’occhiello della
Provincia di Taranto». «Il SER è l’orgoglio
della comunità ginosina – gli ha fatto eco
il sindaco – ogni anno ci troviamo ad inaugurare nuovi mezzi che qualificano l’attività
dell’associazione, simbolo di una crescita,
misurata a livelli di attenzione e di programmazione, il cui fine mira a fornire un servi-
zio ai cittadini, visto la lontananza dagli altri
centri. Siete tra le cose migliori della città e
con voi l’intero cosmo del volontariato che
come pochi altri esempi ha forte il senso
della collettività e dell’appartenenza, garantendo, anche nei momenti di difficoltà, la
coesione sociale. Lunga vita al SER, e che
la sua longevità coincida con quella della
comunità.». Manca forse ancora un elicottero? «Un aereo può essere indispensabile
– risponde Ungherese – sia per placare gli
incendi che per salvare delle vite. La cosa, purtroppo, risulta inverosimile, giacché
comporterebbe una spesa media di cinquemila euro giornalieri».
Dopo gli interventi, Padre Gilberto Magni ha
guidato la preghiera di benedizione, poscia
ha inumidito i nuovi mezzi mediante aspersorio.
Dulcis in fundo il SER di Ginosa ringrazia
tutta la comunità per la piena fiducia e collaborazione, ma è altresì vero «che non saremmo stati in grado di agire con i tempi e
con i risultati voluti se non avessimo contato pienamente sugli uomini delle Forze di
Polizia Municipale, Carabinieri, Corpo Forestale, Croce Rossa, 118». Oltre ai mezzi
però, una meritata attenzione va anche agli
uomini che si dedicano al volontariato: «Un
infinito “grazie” perché i cittadini sanno di
poter contare sulla vostra azione portata
avanti con spirito di sacrificio e senza ritorno economico. Un grazie poiché siamo
coscienti che il vostro impegno, dispensato per il bene della comunità, vi porta via il
tempo da dedicare alle famiglie.». Senza i
volontari sicuramente il SER non sarebbe
quel servizio di pronto intervento tanto efficiente come oggi si presenta.
Liborio Patimisco
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attualità
La Goccia n. 2 - 29 gennaio 2011
Intervista all’assessore Notarangelo
«I servizi sociali il nostro fiore all’occhiello»
Uno dei settori più importanti della vita
amministrativa è quello dei Servizi Sociali.
A pochi mesi dalla fine di questo mandato
amministrativo, abbiamo voluto fare il punto
con l’assessore ai Servizi Sociali, Stefano
Notarangelo.
Assessore Notarangelo, siamo prossimi alle elezioni amministrative, a
suo parere, quali sono i punti di eccellenza e quelli di debolezza, di questa esperienza amministrativa, in un
settore complesso qual è quello dei
Servizi Sociali?
«Voglio partire dai punti di debolezza
e dico subito che sono le risorse disponibili, sicuramente sono esigue (parlo di
Ambito), rispetto alle reali esigenze di
un settore tanto complesso e delicato,
che tocca la condizione di vita di tante
persone. Ovviamente parlo di risorse
messe a disposizione dalla Regione.
Nonostante questa premessa devo dire
che sin da quando sono in vigore i Piani
di Zona, il nostro Ambito (uno), di cui fa
parte, oltre a Ginosa che è il Comune
capofila, anche Laterza, Castellaneta e Palagianello, è stato da riferimento non solo a
livello provinciale ma anche sul piano regionale. Siamo stati oggetto di due premialità
ulteriori, proprio per aver ben speso le somme messeci a disposizione dalla regione
Puglia. Queste premialità sono state pari
a 600mila euro che sono andate a rimpinguare i fondi a disposizione dell’Assistenza
Integrata Domiciliare e della SAD.
Voglio sottolineare che questi risultati positivi sono la risultanza di una volontà politica
che vede nel sindaco Montanaro e nella
maggioranza di centro destra, dei convinti sostenitori delle politiche sociali portate avanti in questi 5 anni. Vorrei fare una
esposizione delle somme che abbiamo impegnato…»
Assessore, più che un ragionamento ragionieristico sarebbe opportuno capire
quali servizi sono stati attivati e gestiti.
«Voglio fare un riferimento alle somme impegnate in questo settore perché questo ci
consente di capire la volontà politica dell’amministrazione. Pur ribadendo che le risorse che la Regione mette a disposizione
sono esigue, devo sottolineare che a quel-
le somme, per far funzionare i servizi, il
Comune deve aggiungerci il 30% dal suo
bilancio. Sia chiaro, questa spesa si aggiunge alle spese sostenute l’anno precedente nello stesso settore. Insomma alla
spesa storica si aggiunge il 30% di quan-
to previsto dai finanziamenti regionali. Un
onere importante per il bilancio comunale. Il Comune di Ginosa è andato oltre il
30% su mia proposta e fatta propria da
tutta la Giunta comunale.
Nei Piani di Zona la regione impone la
gestione di alcuni servizi quali ADI, Centri
diurni e SAD (servizio assistenza domestica), Ludoteca. Devo essere onesto e
dire che il nostro Comune è stato avvantaggiato in quanto molti di questi servizi
erano già presenti nelle nostre attività.
Questo ci ha permesso di ampliare, soprattutto nella SAD il monte ore di servizi. Se vogliamo poi guardare la ludoteca,
dobbiamo dire che sono stati messi a
norma i locali, previo il cambiamento della sede, cosa questa resasi necessaria
per rispettare gli standard previsti dalla
legislazione regionale. Mi lasci dire che
il nostro Ambito è stato il primo ad aver
avviato il servizio ADI e siamo tra i pochi
in tutta la regione ad averlo avviato, questo servizio è stato riproposto nel nuovo
Piano di Zona e già nei prossimi giorni
saranno pubblicati i bandi per l’assegnazione dei servizi che saranno migliorati e
potenziati.
Le politiche sociali di questo Ambito scaturiscono da una analisi molto attenta di quelli
che sono i bisogni della comunità. Noi ci siamo dotati di uno strumento di analisi molto efficace: l’anagrafe del bisogno, ovvero di una
banca dati che ci permette di monitorare
la situazione e di cogliere in tempo reale
le esigenze. Proprio questi dati ci hanno
permesso di attivare alcuni servizi quali
quelli dell’Emergenza Caldo e Pronto Farmaco. Questi progetti sono stati avviati
dal comune di Ginosa e successivamente
attuati sia dalla Asl che dalla Provincia.
La realizzazione dei Piani di Zona ci permette di lavorare insieme ad altre realtà
comunali e questo sta dando dei frutti
importanti soprattutto per gli altri Comuni
che non avevano una tradizione forte come quella ginosina nel settore dei servizi
sociali.»
Assessore, da quello che lei dice,
possiamo dedurre che la scelta della
regione Puglia di realizzare i Piani di
Zona si sta dimostrando valida?
«Se funziona e se ci sono i fondi, sicuramente sì. Diciamo che hanno aperto gli occhi ai
Comuni che non avevano esperienze in questo campo.»
Possiamo quindi dire, tranquillamente
che uno dei pochi settori dove si è realizzata concretamente una continuità amministrativa è quella dei Sevizi sociali?
«La ringrazio per la domanda perché mi consente di sottolineare il ruolo di chi mi ha preceduto. Quando la regione Puglia avviò i Piani di Zona, il nostro Comune a differenza di
altri, partì subito col piede giusto e devo riconoscere il ruolo altamente positivo svolto da
chi aveva intravisto in questa prospettiva una
possibilità di sviluppo dei servizi erogati. Le
due persone alle quali deve andare il nostro
riconoscimento sono il consigliere comunale
Pierino Parisi, all’epoca assessore ai servizi
sociali e la dottoressa Barberio all’epoca responsabile del settore .»
Assessore, credo che la storia dei servizi sociali sia anche antecedente al centro
destra.
«Indubbiamente, deve essere riconosciuto
che alcuni servizi li abbiamo ereditati e altri
attualità
La Goccia n. 2 - 29 gennaio 2011
13
li abbiano attivati noi. Comunque rimane
una scelta politica del centro destra quella di voler sostenere le categorie più deboli
attraverso una forte politica per i servizi sociali. Proprio questa scelta ci ha portato ad
attivare un nuovo servizio qual è la Mensa
Sociale. La Mensa è gestita dalla Casa Famiglia, i pranzi vengono preparati lì e trasportati con mezzi adeguati, al CAP in via
Angeloni. Si badi bene che questo servizio
avviato per 7 persone, adesso è utilizzato
da 30 cittadini. Questo incremento ha determinato un aumento di spesa e quindi si
è dovuto intervenire ricorrendo ai fondi del
bilancio comunale e anche all’impegno di
alcune associazioni che hanno raccolto
fondi per questo servizio. Se mi permette,
vorrei sottolineare il ruolo estremamente
attivo svolto dalla cooperativa La Serena
che è impegnata nel CAP e che realizza
una vasta serie di attività di laboratorio con
il coinvolgimento delle scuole e che vede le
donne quali protagoniste. Ovviamente per
quanto riguarda gli anziani le nostre iniziative sono molteplici e realizziamo gite, cure termali, soggiorni estivi. Tenga presente
che queste attività gravano solo ed esclusivamente sul bilancio del nostro Comune.
Vorrei aggiungere che uno dei momenti di
grande socialità per gli anziani è quello di
trascorrere le feste insieme. Anche quest’anno è stato fatto presso l’Imperatore di
Puglia con la partecipazione di circa 200
anziani.»
Assessore questo è quanto realizzato;
per il futuro quali programmi?...
«Io abito a Marina di Ginosa e sin da quando ho ricevuto questo incarico alle Politiche
Sociali mi sono prefisso di equiparare i cittadini di Marina di Ginosa a quelli di Ginosa
circa la possibilità di usufruire dei servizi.
Proprio per conseguire questo risultato ho
presentato il progetto, poi sposato dall’Ambito, per un finanziamento (prima presentato all’Area Vasta e approvato) al fine di realizzare una struttura polivalente di 360 metri
quadrati che si realizzerà su un’area pubblica sita nella lottizzazione Zanelli che comprenderà tutta una serie di attività. Il finanziamento previsto è di 800 mila euro (rientrano nei fondi FAS) che la regione Puglia
ha finanziato. Il finanziamento complessivo
per tutto il programma è di tre milioni di euro
e sono già stati finanziati circa due milioni
nei quali rientrano i soldi necessari per realizzare la struttura a Marina di Ginosa. In
questa struttura saranno allocate: ludoteca,
centro diurno, biblioteca e un centro per l’infanzia. A questo vorrei aggiungere che si è
completata la struttura “Dopo di noi” che è
l’unica struttura pubblica in tutta la provincia di Taranto. Questa struttura ospiterà, 24
ore su 24, i disabili senza famiglia. Diciamo
che si tratta di una casa di accoglienza per
disabili. Per quanto riguarda la gestione abbiamo scelto di affidarla all’Anffas in quanto
è una associazione composta dalle famiglie
dei disabili e ci troviamo di fronte a persone
che hanno competenze e motivazioni.»
La struttura pronta da anni, allocata nella stessa zona del Dopo di Noi quando
sarà utilizzata?
«Sì, per quanto riguarda quella struttura
c’era un vincolo temporale per la sua destinazione d’uso legata ai finanziamenti. Tale
vincolo è decaduto quest’anno si tratta di
scegliere che cosa andiamo a inserire in
quella struttura. Io personalmente credo
che possa essere utilizzata sia come Centro Diurno sia come servizi per il CIM. Siamo comunque nel campo delle ipotesi.»
Assessore, quando ci sarà l’assegnazione delle case popolari di via Nassyria?
«Anche in questo settore i servizi sociali
del comune di Ginosa si sono mossi bene
ricevendo il riconoscimento dalle stesse
IACP. Abbiamo ottenuto un finanziamento
e sono in corso i lavori per la ristrutturazione di quei 12 appartamenti che, una volta
completati, saranno assegnati. Bisogna
aggiungere che Ginosa, proprio per il fatto
che dispone di una graduatoria, ha ricevuto
un finanziamento per costruire altri 10 appartamenti che erano destinati a Martina
Franca che priva com’è di una graduatoria
li ha persi.
Come vede questo assessorato, nel corso
di questi anni ha lavorato bene e il fatto
stesso che tutti pensano di poter utilizzare questo lavoro per prendere meriti è la
dimostrazione dell’efficacia del nostro operare.» Stefano Giove
Rinforzi freschi
all’Urbanistica
nale dei Tratturi. Gli incarichi arrivano ora,
per nomina diretta, dopo che il Consiglio comunale si era espresso favorevolmente lo
scorso 3 agosto, rispondendo prontamente
alle esigenze dei due responsabili di settore. I due dirigenti, Emanuele Orlando e
Mauro De Molfetta, in una missiva interna
congiunta, datata 8 luglio 2010, avevano
fatto richiesta di assumere personale tecnico di supporto “in quanto – scrivevano – è
manifesta l’assoluta inadeguatezza numerica della pianta organica assegnata, già sottodimensionata di svariate unità”.
Gli esponenti dell’opposizione aveva
espresso le propria posizione già nella seduta consiliare: i consiglieri Galeota e Rosato abbandonarono l’aula al momento del
voto, Felice Bitetti, assente per l’occasione,
aveva inviato una nota in cui manifestava
le proprie perplessità sull’operazione perché avrebbe sforato i limiti finanziari imposti
dal patto di stabilità. L’unico voto contrario
fu quello del consigliere Toma che, alla vi-
gilia delle due determine dirigenziali esecutive della delibera consiliare del 3 agosto,
torna a motivare la sua posizione sottolineando la scarsa trasparenza ed eleganza istituzionale del provvedimento. Non ne
discute la legittimità quanto il metodo. Mario Toma avrebbe insomma preferito “un
bando pubblico per poter reperire e scegliere le migliori competenze sul mercato
e che avrebbe dato la possibilità di partecipare anche ai giovani professionisti ginosini che – aggiunge - meglio conoscono le
caratteristiche morfologiche ed urbanistiche del territorio”.
Metodo a parte, il provvedimento, va a colmare una lacuna importante in quanto si
tratta di completare lavori su settori strategici che devono poter andare avanti celermente per non compromettere lo sviluppo. Se e quanto questo sarà sufficiente lo
si potrà stimare solo alla fine del prossimo
anno.
Michelangelo Zanelli
Rinforzi freschi all’Urbanistica e ai Lavori
Pubblici del Comune di Ginosa. I responsabili dei rispettivi settori tecnici hanno infatti affidato, con determina, due incarichi
professionali di collaborazione. A supporto
dell’area dei Lavori Pubblici ci sarà l’ing. Andrea Giannico che, per il compenso lordo di
12 mila euro, collaborerà per un anno alla
programmazione delle opere pubbliche, alla
rendicontazione del Mirweb e alle procedure per i finanziamenti dell’Area Vasta. All’Urbanistica invece ci andrà, alle stesse condizioni economiche, l’ing. Arcangelo Abatemattei. Parteciperà alla redazione dei Piani
Particolareggiati e alle procedure tecniche
relative al PIRP, PIP, PRG e Piano Comu-
14
La Goccia n. 2 - 29 gennaio 2011
attualità
Il 2010, per i Servizi Sociali, si
Confusione
chiude con la Festa dell’Anziano nell’assegnazione del
carburante agricolo
Anche per il 2010, a chiudere le attività, che hanno visto impegnato l’Assessorato alle Politiche Sociali, è stata la Festa dell’Anziano. Si è tenuta qualche
giorno fa, presso la sala ricevimenti “Imperatore di Puglia”. Ad organizzarla,
l’Amministrazione Comunale e la cooperativa “La Serena”, per mano dell’assessore alle Politiche Sociali, Stefano Notarangelo e di Katia Cifrese, coordinatrice della stessa cooperativa.
“La Festa, che ha visto in prima linea i veterani della vita, assidui frequentatori
dei Centri Polivalenti di Ginosa e Marina di Ginosa – ha spiegato l’assessore
Notarangelo - è stata riproposta, a conclusione di un anno davvero fecondo
in termini di iniziative a favore degli anziani ed, più in generale, delle fasce
più deboli della popolazione. Nel 2010, nel nostro territorio, è stata istituita
anche una sorta di ‘anagrafe del bisogno’. Sono emerse necessità essenziali,
in termini di servizi e, a forte richiesta, da parte degli anziani, è stata palesata
anche la volontà di trascorrere, tutti insieme, come ormai è consuetudine,
un’intera giornata, all’insegna della musica e della buona gastronomia”.
Così, ben 192 anziani si sono ritrovati per conversare, socializzare e trascorrere qualche ora all’insegna della spensieratezza e del sano divertimento.
Colmato, dunque, almeno per un’intera giornata, l’enorme tempo libero, di cui
dispongono gli anziani, e, per alcuni di loro, anche il vuoto della solitudine.
Un lauto pranzo, una piacevole animazione e c’è stato anche chi, nonostante
l’età, ad un travolgente valzer o ad un tango, non ha voluto rinunciare in alcun
modo.
Un Festa, dunque, questa, che, come rimarcato dal sindaco Luigi Montanaro,
“va a chiudere un 2010, che oltre a garantire servizi essenziali alla persona
in termini di assistenza garantita e qualificata, ha visto l’organizzazione di
numerose inziative, spettacoli e serate danzanti: ad esserne i protagonisti
indiscussi sono stati proprio gli anziani, veri depositari di valori, autentici maestri di vita”.
Uff. Stampa Com. di Ginosa
La C.I.A., Confederazione Italiana Agricoltori di Taranto, evidenzia che anche per il 2011, come per gli anni scorsi, si sta
generando una notevole confusione nell’assegnazione del
carburante agricolo.
A far data dal 1 gennaio 2011 le competenze ex Uma sono
state trasferite dagli uffici agricoli regionali di zona ai comuni, relativamente alla procedura di assegnazione del carburante agricolo.
In diversi comuni della provincia di Taranto il rilascio dei libretti va a rilento ed in alcuni casi non è ancora iniziato e si
brancola nel buio più totale.
Le organizzazioni agricole a livello regionale, sin dal mese
di settembre, avevano sollecitato la Regione Puglia a farsi
promotrice di riunioni con l’ANCI (Associazione dei Comuni)
per coordinare il passaggio di competenze, ma ciò non è
avvenuto.
La Cia di Taranto esprime forte preoccupazione per questo
stato di cose che contribuisce ad aggravare la già critica
situazione di crisi dell’agricoltura jonica.
Peraltro, il prezzo del carburante continua la sua corsa al
rialzo e non è accettabile che le aziende, a causa dei ritardi
della pubblica amministrazione, sono costrette ad acquistare il carburante dalla colonnina ad un costo elevato per poter eseguire le lavorazioni sui propri terreni.
Si evidenzia che in molti comuni i funzionari, che dovrebbero istruire le pratiche, non hanno gli strumenti per poter
operare, uffici, computer, scrivanie e armadi ed in molti casi
ai comuni mancano persino le professionalità adeguate per
poter svolgere il servizio.
A peggiorare ulteriormente la situazione vi è la mancanza di
chiarezza; infatti, in diversi casi, vengono richiesti all’utenza
documenti già forniti alla Regione Puglia gli anni scorsi.
La Cia di Taranto, da diversi giorni, ha chiesto all’ex funzionario responsabile del servizio Uma della Regione Puglia
una circolare esplicativa sulle modalità di rilascio dei libretti,
fino a questo momento ancora nulla.
Purtroppo, come accade nelle fasi di transizione, la confusione è notevole e ciò sta esasperando gli animi da parte
delle aziende e degli operatori delle organizzazioni professionali, che provvedono a fare il 95% del lavoro di inserimento dati e trasmissione telematica; infatti, in alcuni casi,
è stato chiesto l’intervento della forza pubblica per placare
gli animi.
A questo proposito la Cia di Taranto chiede con forza alla
Regione Puglia di prendere atto di questo stato di cose e di
assumendosi la responsabilità di trovare soluzioni idonee
per accelerare e semplificare le procedure di assegnazione
del carburante agricolo.
A cura di Carmelo Candia
attualità
Hai mai avuto delle esperienze precedenti in Radio?
«Sì. Ho lavorato con
Centro Suono 2, una
piccola Emittente di Roma,
esperienza
bellissima,
durata molto poco per colpa
della distanza.»
Secondo te come ha risposto la cittadinanza a
questa nuova realtà di Radio RG Studio?
«Credo che Ginosa abbia risposto
in maniera molto positiva, questo
territorio aveva SETE di radio già
da diversi anni!!!»
Sei partito con un programma settimanale su RG Studio,
l’”HOUSE CHART”, come mai
ora ti sentiamo in diretta ogni
pomeriggio?
«La Radio ha un fascino unico, sì,
sono partito con l’HOUSE CHART
in onda ogni sabato pomeriggio
alle ore 15,00, un format dedicato
ai brani più ballati nelle disco e
alla classifica dei più richiesti. Un
programma adatto ai giovani.
Poi, la voglia di fare Radio mi ha
portato a condurre giornalmente
un format già ben avviato da un
preparato e loquace Piernicola
CIANCIOTTA e abbiamo diviso il
For Hour For You in due parti: nella
prima parte cioè dalle ore 15,00 alle
ore 17,00 conduco io e a seguire,
dalle ore 17,00 alle ore 19,00 cedo
il microfono al mio collega Piernicola.»
Hai altre idee per promuovere Radio
RG Studio?
«Molte idee che metteremo in atto in
futuro ...come si suol dire, “l’appetito
vien mangiando”, stiamo già pensando
all’estate 2011 che sarà ricca di eventi e
tour nel nome di RG Studio.
Lo slogan della nostra Radio è: “La Radio
La Goccia n. 2 - 29 gennaio 2011
Le interviste di
Risponde Leo Barbaro
dei Grandi Successi” e noi siamo pronti a
mieterne anche grazie alla Direzione che
ha delle idee sempre chiare ed aperte.
Tanti saranno gli appuntamenti estivi dove
la nostra emittente sarà “madrina”, vi
invito a non perdere questi appuntamenti,
fidatevi!»
Leo, ti vedo determinato e pieno di
energia, in poche parole soddisfatto
di questa tua esperienza. Bolle qual-
17
cos’altro in pentola?
«Ecco, sì!! Sono soddisfatto
di condividere la Musica con
gli ascoltatori tramite questa
giovane realtà ginosina, in breve
tempo RG Studio si è posta con
determinazione tra le Radio più
ascoltate della costa Jonica
e non solo; tramite il canale
streaming presente nel sito www.
radiorgstudio.it, tante sono le
connessioni da tutte le parti del
mondo, mamma mia Amici, sono
emozionato!!»
Anche noi siamo soddisfatti dei risultati che Radio RG Studio raggiunge
ogni giorno, questo significa promuovere il nostro territorio nel migliore dei
modi. Dobbiamo dare atto della potenza della Radio che entra con le sue
trasmissioni nelle casa, sul lavoro, in
automobile e ci tiene compagnia in
ogni momento.
Floriana Ribecco
La Redazione si scusa
con i collaboratori e con
i lettori per i numerosi
contributi pervenuti e
non pubblicati e per le
rubriche fisse, temporaneamente sospese. Tali
scelte sono state operate
a causa dei numerosi articoli giunti per i quali non
si poteva, oggettivamente,
trovare spazio in questo
numero ma che sicuramente saranno pubblicati prossimamente.
18
attualità
La Goccia n. 2 - 29 gennaio 2011
Alla presentazione del libro di Roberto Perrone
Il futuro del “cuore marinese”: due visioni
Le ragioni di un confronto tardivo sul parco comunale
Ha sonnecchiato meno del
solito Ginosa Marina la
scorsa domenica mattina.
A risvegliarla ci ha pensato
l’atteso evento della presentazione dell’instant book di
Roberto Perrone “Il Parco
Comunale. Dalle origini
all’attualità di Marina di
Ginosa”, edito dalla locale
Banca di Credito Cooperativo in collaborazione con
Moire srl - Archeologia e Restauro Costruzioni. Nella sala eventi dell’omonimo
istituto di credito si è ritrovata a voler dialogare buona parte dell’energia pensante
della borgata, molto sensibile all’argomento. E questo è già il primo merito dell’iniziativa. Per l’occasione Marina di Ginosa
ha iniziato a parlare del suo cuore. Il suo
cuore verde, il cuore topografico, il cuore
della sua identità dentro cui battono i cuori
dei suoi padri, il cuore della sua storia. A
quasi un secolo dalla sua fondazione. Un
cuore già graffiato, solo pochi anni fa, dagli aratri sciagurati che ne rivoltarono il
sottobosco facendo un danno ancora oggi
incalcolabile: radici che abbandonano la
presa della terra come mani stanche di aggrapparsi all’incuria. Un cuore malato, ormai. Chi non ricorda la goduria della sua
ombra! E chi non vede oggi quanta più luce trapassa le sue ridotte chiome. Un cuore
che ha scampato perfino l’infarto letale tra
le fiamme di un principio d’incendio, fortunatamente contenuto dal massaggio idrico
d’emergenza dei marinesi che ancora lo
amano. Questi sono i sentimenti che vibrano nei petti marinesi alla vista del parco.
Ed è quindi ovvio che l’interesse sia forte.
Basta contare le numerose discussioni nate sui social network. Nessuna meraviglia.
Queste persone ricevono ancora linfa dalle pulsazioni, pur già bradicardiche, del
loro parco. Ne va del loro stesso futuro,
della vita, sociale e individuale, di queste
persone e dei loro figli. Le stesse emozioni condensate da Perrone tra le foto e le
parole del suo libello. Un lavoro che prova a colmare una falla a monte di tutta la
faccenda, un buco di comunicazione istituzionale. Perché in questioni rilevanti come
questa la trasparenza non è un attributo
passivo. Come a dire gli atti sono qui, a disposizione di tutti. La trasparenza pubblica
è un comportamento attivo che pianifica
quei mezzi che fanno entrare l’informazione nelle case di tutti i soggetti coinvolti,
nella circostanza praticamente tutti i marinesi. Azioni di comunicazione preventiva, come esposizioni pubbliche, internet,
media tradizionali, direct marketing, che
ritorna alla fonte arricchita dalle reazioni
della cittadinanza. Del resto non esistono
uffici comunali preposti e professionisti incaricati di gestire l’informazione pubblica?
Gli Urp e gli uffici stampa, istituiti dalla
legge nazionale 150 del 2000, sono lì apposta, anche per prevenire simili incomprensioni. D’altra parte però, comunicare non
è soltanto prerogativa della maggioranza
di governo. Forse che anche l’opposizione,
in tutto questo tempo, avrebbe dovuto fare
un po’ meglio la sua parte? Anche per loro
esiste un ventaglio pieno di iniziative che
va dai convegni fino alla petizione popolare. L’effetto di tutto questo non comunicare, non discutere, è esploso così alla prima
occasione in un confronto troppo tardivo -
perché qualsiasi esito sarà raggiunto costerà risorse e tempo
in più che gli alberi malati non
possono più permettersi - tra
due visioni contrapposte. Da
una parte quelli che hanno
ripensato al parco comunale
come un’occasione di valorizzazione turistica ed economica: un gruppo di imprenditori
locali si impegna, sulla base di
un project financing, a fare alcuni investimenti in cambio della gestione
a tempo delle attività costruite all’interno
del parco. Dall’altra parte, i fautori de
“il parco deve fare il parco come in tutti i
posti del mondo” i quali , a norma di legge, sono arrivati troppo tardi a far valere
le loro ragioni. Questo perché il progetto, l’unico presentato dopo ben due bandi
pubblici, è stato fatto proprio dal Comune.
Peccato che il confronto alla fine non ci
sia stato: a parte l’assessore Notarangelo
che ha semplicemente ribadito la necessità della finanza di progetto, si è registrato un generale forfait della maggioranza.
D’altra parte se il Comune ha fatto poco
o niente per capire cosa ne pensassero i
marinesi prima di adottare il progetto in
questione - anzi c’è pure chi, come Toma,
è ricorso alla Procura per aver accesso agli atti e poter fare il suo mestiere di
consigliere – non è certo colpa del gruppo
di imprenditori. Questo vuol dire che se
gli oppositori del progetto – ammettiamo
pure si leghino agli alberi con le catene
- riusciranno a far fare marcia indietro al
Comune, difficilmente si potrà evitare il
contenzioso tra il gruppo proponente del
progetto e il Comune stesso. Ma queste,
ci scommetterebbe anche un bambino, son
patate bollenti che si lasciano a raffreddare fin dopo le elezioni. Per adesso più che
parco sarà campagna. Elettorale.
Michelangelo Zanelli
attualità
La Goccia n. 2 - 29 gennaio 2011
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Parco Comunale: i pareri di Perrone e Galeota
INTERVISTA ALL ARCH. ROBERTO
PERRONE
Allora architetto, solitamente un libro si
comincia a leggerlo dalla copertina…
«Già, la foto rappresenta le radici scoperte di
un pino del parco comunale. Sono le radici
scoperte dell’albero della comunità marinese
non più alimentato dai valori condivisi. Perché oggi siamo come spaesati a casa nostra,
smarriti perché non riconosciamo più il nostro
paese e, peggio, ci siamo anche assuefatti a
tutto ciò.»
Vuol dire che i marinesi non si riconoscono più nel posto in cui vivono?
«Esattamente. Senza parlare dell’abusivismo
che ha massacrato la parte costiera vicino al
fiume Galaso, fino agli anni ’80 almeno si discuteva ancora con passione sulle decisioni
che riguardavano interessi pubblici determinanti come la pianificazione urbanistica.»
Da cosa nasce questo libro?
«Da un bisogno di colmare il debito di trasparenza contratto con i cittadini dalle ultime
amministrazioni comunali, senza distinzioni di
colore, che hanno preso decisioni di rilevante
interesse pubblico senza considerare i bisogni, i pareri, i sentimenti di nessuno. Un modo
troppo vecchio di gestire la cosa pubblica, autoreferenziale.»
Lei racconta tutta la storia architettonica,
naturalistica e a tratti anche sociale del
parco comunale. Come vede invece il presente, lo stato di salute attuale?
«Di totale abbandono, basta guardare gli alberi e le ultime rischiose vicende, segno di
grande trascuratezza. Urge, prima di qualsiasi progetto, un’azione di taglio sanitario e
di rinnovamento di questi alberi che sono un
patrimonio storico e naturale ineguale.»
Si riferisce al project financing che ha suscitato il clamore durante la presentazione
del libro?
`«Innanzitutto, in omaggio alla trasparenza
pubblica, è un progetto fantasma. Si hanno
solo informazioni per vie traverse. E tanto basta per definirlo inconcepibile perché sovverte
un patrimonio naturale inestimabile e la sua
vocazione pubblica.»
Ma quando un Comune non ha i soldi per
gestire un suo bene ricorre alla finanza di
progetto.
«Questo non può valere per quei beni che sono di interesse generale e che compromettono l’identità stessa di una popolazione, di una
cultura di una natura storica. Qui si dà il colpo
di grazia a tutto ciò che resta del patrimonio
naturale e culturale marinese. Per il parco si
può accendere tranquillamente un mutuo come succede per altre situazioni.»
Mi sbaglio o la Provincia ha dettato numerose restrizioni nella VIA?
«Sì, però i 15 box commerciali di 40 mq ciascuno sono altrettanto difficili da accettare. Si
potrebbe discutere sul loro posizionamento,
ma non certo lungo viale Jonio, come previsto.»
Cosa propone allora?
«Innanzitutto vorrei invitare l’amministrazione comunale a fermarsi e a coinvolgere
l’opinione pubblica come prima tappa di un
cammino per ridisegnare Ginosa Marina dal
basso, dalla sua gente. Per me il parco deve
fare il parco ed integrarsi, senza più recinzioni, con il tessuto urbano e i suoi abitanti: con
le sue dune che devolvono naturalmente a
livello di un marciapiede per la passeggiata
che segue le curve del terreno.»
Ma ormai se il Comune torna indietro dovrà pagare una penale agli imprenditori
È il prezzo per l’avventatezza che ha dimostrato. (Michelangelo Zanelli)
INTERVISTA ALL’ING. DINO GALEOTA,
AUTORE DEL PROGETTO SUL PARCO
COMUNALE
Buongiorno ingegnere, mi dia subito un
commento sul confronto che si è aperto
domenica alla presentazione del libro di
Perrone.
«Se questa sarà un’occasione per sedersi
attorno ad un tavolo, anche allungato, allora
ben venga. Ma se dovessimo fallire nel condividere un progetto che mette fine all’abbandono del parco comunale allora sarebbe una
grave sconfitta per tutti.»
In che senso?
«Nel senso che la recinzione è stato un intervento salvifico, ma a 40 anni di distanza non
possiamo più celebrarla come la massima
operazione realizzata per il parco. Questo sì è
un segno di sconfitta. Bisogna guardare avanti e fare altro.»
La salute del parco è molto precaria.
«Vero. Alla Provincia si è preso atto, per una
mia dichiarazione, della caduta di 100 piante. Serve un rinnovamento arboreo urgente,
pena l’azzeramento. E se il Comune non può
permetterselo la soluzione può venire solo
dalla finanza di progetto.»
C’è chi accusa l’operazione di scarsa trasparenza.
«Il progetto è nato nel 2003. A 8 anni di distanza mi sembra un argomento un po’ consumato. Tanto più che dal punto di vista del
procedimento amministrativo la legge sulla
trasparenza è stata rispettata con due bandi
pubblici e relative pubblicazioni.»
La Provincia ha richiesto lo stralcio del ristorante e dell’anfiteatro.
«A queste condizioni il piano è stravolto e non
è più sostenibile.»
Come si esce da questo stallo allora?
«Non con la contrapposizione. Serve un tavolo che, sulla base degli impegni finora profusi,
raggiunga un progetto ampiamente condiviso. Altrimenti a rimetterci sarà solo il parco
comunale.»(m.z)
IL PROGETTO IN SINTESI
- 15 box commerciali con pavimentazioni
lungo viale Pitagora e viale Jonio (1800 mq)
- Struttura adibita a bar-ristorante (780mq)
- Anfiteatro/pista da pattinaggio (950mq)
- Laghetto artificiale con isolotto e ponticello
(900 mq)
-Minigolf (1800 mq)
-Area pic-nic (1500 mq)
…E LE RESTRIZIONI V.I.A. DELLA PROVINCIA
A causa di una “significativa perdita diretta
di Habitat prioritario” in zona Sic la Provincia chiede:
-lo stralcio del bar-ristorante e dell’anfiteatro
- lo spostamento del laghetto in una zona
senza elementi arborei
- l’arretramento dei box commerciali il più
possibile verso viale Pitagora e viale Jonio
20
attualità
La Goccia n. 2 - 29 gennaio 2011
I lavoratori Miroglio vogliono garanzie serie!!!
Continua l’“Odissea” dei 227 lavoratori della Miroglio che rischiano
di diventare “scudi umani” per altri interessi.
In questo articolo verranno brevemente elencate le tappe che
nel mese di gennaio sono state percorse e che potrebbero
essere fondamentali nella vertenza Miroglio. Le attese sono
tante; i lavoratori sperano che
si possa dare una svolta in un
percorso che sembrava bloccato, non si sa dove e non si sa
perché. L’ultima tappa è stata
una riunione al teatro Alcanices, svoltasi il 21 gennaio 2011
dove finalmente i lavoratori insieme ai loro rappresentanti
sindacali hanno individuato un
percorso approvato da tutti i
presenti che porterà , si spera,
ad una soluzione positiva di tale vertenza.
Ma procediamo per date.
L’11 gennaio 2011 a Taranto si
è svolta una conferenza stampa indetta dalle tre organizzazioni sindacali CGIL-CISL-UIL,
con lo scopo di sollecitare la
Regione Puglia a dare una risposta definitiva sul progetto
della Be4Energy.
A tale conferenza era presente un gruppo di lavoratori che,
nel frattempo è stato informato
della momentanea interruzione
di pagamento della cassa integrazione da parte dell’INPS
in quanto, in base all’accordo
di agosto l’ente avrebbe anticipato solo per quattro mesi il
pagamento della cassa al fine
di preparare tutti i documenti
che poi sarebbero stati firmati
dal funzionario del ministero
dell’economia, che ad oggi ancora tarda ad
arrivare, per così continuare nell’erogazione della stesa cassa.
Da ciò si desume che, alla fine, questa
conferenza ha portato ad uno scontro tra
operai e rappresentanti sindacali, perdendo l’obbiettivo iniziale ma evidenziando notevoli contrasti e mancanza di fiducia nel
sindacato che in buona fede ha dimentica-
to di informare gli operai su questo piccolo
particolare, ma che ad oggi il venir meno
momentaneo di questa unica fonte di reddito, crea notevoli problemi nella quotidianetà
di ogni singolo cassintegrato della Miroglio.
La conferenza si è conclusa con l’impegno
di rivedersi il pomeriggio a Ginosa presso
il teatro Alcanices, al fine di informare tutti
gli ex-operai, cercare di trovare un punto di
incontro e tracciare un percorso comune.
Il pomeriggio effettivamente tutti
gli operai si sono riuniti, hanno discusso, hanno capito il problema
della cassa che è superabile ma
bisogna aspettare, e sono giunti
alla conclusione che il 13 gennaio
non si poteva andare a Roma se
prima non si cercava di capire
la reale posizione della Regione
Puglia.
Per questo il 12 gennaio 2011
un gruppo di operai con i rispettivi rappresentanti sindacali si è
recato a Bari per incontrare l’assessore Loredana Capone e il
dott. Pellegrino, che da tempo
seguono tutte le fasi che hanno
caratterizzato questa vertenza.
Dopo alcune ore di attesa, gli exoperai Miroglio sono stati ricevuti
dall’assessore Capone e dal dott.
Pellegrino che, con molta disponibilità e tranquillità hanno risposto
a tutte le domande e soprattutto
si sono impegnati ad essere presenti il giorno seguente a Roma
per ribadire quanto affermato in
quella sede.
In breve l’assessore insieme al
dott. Pellegrino senza giri di parole e con documenti che confermavano quanto dicevano, hanno
sottolineato il fatto che attualmente in Regione è stata presentata
una domanda di autorizzazione
unica per 37 Megawatt, ma poiché in provincia non c’è nessuna
richiesta da parte della società
per verificare l’impatto ambientale si può affermare che ad oggi è
come se non ci fosse nulla su cui
discutere.
Per quanto concerne lo screening informale
sui restanti 87 Megawatt, il 50% di tale proposta non può essere realizzata, per una
serie di vincoli ambientali, ma a tale riguardo la Be4Energy ha provveduto a sostituirli
con altre proposte che comunque non sono
valide.
Il dott. Pellegrino quindi ha concluso dicendo che dopo sei mesi ci sono delle idee
attualità
che però non sono supportate
da un progetto serio e soprattutto da autorizzazioni, senza le
quali non si può realizzare nulla, unica cosa giunta in regione
è questo screening informale
e verso il 21 dicembre è stato
inviato un piano industriale che
alla regione Puglia non interessa perché riguarderebbe una
fase successiva dopo l’ottenimento delle autorizzazioni.
È percepibile da quanto scritto
che se prima tra i lavoratori della Miroglio c’erano tanti dubbi
adesso si sono moltiplicati ma
comunque si è partiti per Roma
con la consapevolezza di fare
chiarezza e di capire le reali intenzioni di
tutti.
13 gennaio 2011 incontro a Roma presso
il Ministero dello Sviluppo Economico presenti al tavolo: il dott. Castano funzionario
del ministero, l’assessore Loredana Capone, il dott. Pellegrino, il consigliere regionale
Pietro Lospinuso, i rappresentanti sindacali
CGIL-CISL-UIL, le nostre RSU, il sindaco
di Ginosa Luigi Montanaro, gli assessori
di Ginosa Vincenzo Di Canio e Vincenzo
Russo e per finire una delegazione di operai, la provincia assente al tavolo in quanto
non avendo ricevuto nessuna domanda di
autorizzazione non era a conoscenza dei
fatti per cui non aveva nessun interesse a
partecipare al dibattito.
A tutti i presenti è sembrato inopportuno
iniziare una discussione senza i principali protagonisti e cioè i delegati del Gruppo
Miroglio e i rappresentanti della società
B4Energy, ma il dott. Castano è intervenuto dicendo che erano in un’altra stanza a
definire le ultime cose, infatti lui era già in
possesso di una bozza di accordo, era
giunto il momento di chiudere perché finalmente c’erano i presupposti per poter andare avanti nel progetto, nell’ accordo era
già stabilita la data di assunzione, insomma i presenti erano lì e si chiedevano cosa
stesse accadendo…
Immediatamente l’assessore Capone è voluta intervenire affermando categoricamente che non poteva firmare nessun accordo,
ripetendo quello che precedentemente è
stato scritto, e non era chiaro come si poteva dire conclusa questa vertenza se non
c’era nessun autorizzazione approvata.
Il dott. Castano era sconcertato, in quanto
lui era in possesso di altre informazione
da parte della società tedesca che
affermava che le autorizzazione
c’erano e che tutto procedeva nei
migliore dei modi.
Lascio ai lettori immaginare il dibattito che è seguito per quasi
quattro ore, ognuno aveva una
sua verità diversa dall’altra, e direi
che con questi presupposti è difficile giungere ad una soluzione,
infatti il dott. Castano tralasciando l’accordo iniziale e alla luce di
quella discussione ne ha preparato un secondo fissando 14 punti,
stabilendo delle date entro cui le
parti coinvolte dovrebbero dare
definitivamente una risposta negativa o positiva e stabilendo diritti e doveri d’ognuno.
Una copia dell’accordo è stato
consegnato a tutti i presenti, do-
La Goccia n. 2 - 29 gennaio 2011
vrà essere valutato e discusso dalle parti
per poi essere firmato il 25 Gennaio a Roma
presso il Ministero.
Il 21 Gennaio scorso presso il teatro Alcanices, i rappresentanti sindacali CGIL-CISLUIL hanno organizzato un’ assemblea tra gli
operai per discutere di questo d’accordo,
per la prima volta i toni sono stati pacati,
si voleva capire cosa stesse accadendo;
certo, a tutti è rimasto impresso l’incontro
di Roma, strano e ambiguo per certe versi, ma i lavoratori questa volta sono andati
oltre, a quel punto era improduttivo litigare
tra di loro ma era necessario un reale confronto per stabilire un percorso comune.
L’accordo è stato letto punto per punto, alcune cose sono state condivise in parte,
altre no, ma quello che preme a tutti i lavoratori è informare quanti sono interessati,
che sulla base di questa unica proposta di
riconversione industriale essi chiedono che
in un eventuale accordo definitivo venga ribadito:
1) IL LAVORO PER TUTTI
2) LA SOLUZIONE PER TUTTI, nel senso
che l’accordo originario prevede l’assunzione di 180 lavoratori, si chiede che nel momento in cui si firma, gli altri 44 operai non
possono rimanere fuori è necessario trovare una soluzione
3) LA MIROGLIO DEVE ESSERE PRESENTE IN TUTTO IL PERCORSO DI RICONVERSIONE COME SOGGETTO GARANTE DEL PROGETTO
4) LA BE4ENERGY IN BASE A QUELLO
CHE E’ SCRITTO CON 37 MW POTREBBE ASSUMERE 180 LAVORATORI, GLI
OPERAI MIROGLIO INVECE CHIEDONO
CHE SUL TAVOLO CI DEBBANO ESSERE
LE AUTORIZZAZIONI PER 124 MW A GARANZIE DEL LAVORO PER TUTTI
21
5) GLI EX OPERAI MIROGLIO DESIDERANO CONOSCERE L’ENTITA’ DELLE PENALI CHE SCATTEREBBERO NEL MOMENTO
IN CUI LA B4ENERGY NON
ASSUMESSE UNO DI LORO
Questi punti sono stati approvati da tutti e a conclusione dell’assemblea si è
chiesto anche di organizzare
un incontro con la Regione
Puglia e con l’associazione degli industriali per fare il
punto della situazione.
Rosa Pavone
foto Corrado Cenci
Augusto Pardo:
«Vendola e Florido smettano
di tergiversare sulla vicenda
Miroglio»
Il consigliere provinciale Augusto Pardo ha
diffuso la seguente nota:
«L’assenza della Provincia e lo sfuggente
atteggiamento della Regione Puglia sono
stati i veri elementi di rilievo emersi nell’incontro di alcuni giorni fa al Ministero dello
Sviluppo Economico sulla questione “Miroglio”.
Né vale la nota con la quale la Provincia
preannunciava la propria assenza data la
non pervenuta richiesta di VIA da parte di
BE 4 ENERGY, come non si giustifica il disimpegno, per la medesima motivazione,
della Regione Puglia.
Un comportamento, quello dei due Enti, di
un rigore formale talmente spinto da apparire addirittura ostativo ad un rapido sviluppo
delle procedure.
A quel tavolo, infatti, la Provincia avrebbe
dovuto rassicurare tutti circa la propria condivisione della Proposta di Accordo e circa
il proprio impegno a sostenere i programmi di formazione professionale; la Regione
avrebbe dovuto dare la propria definitiva
disponibilità alla concessione delle autorizzazioni, anziché trincerarsi entrambe dietro
pretestuosi formalismi utili soltanto ad allungare i tempi.
Valga per tutti la rapidità che caratterizzò
il momento dell’insediamento
della Miroglio a Ginosa, quando cioè fu varata in tempi brevissimi una legge regionale ad
hoc (detta proprio “Legge Miroglio”), segno che quando c’è
una convinta volontà politica
non c’è burocrazia che tenga.
Vendola e Florido lo tengano a
mente e facciano in modo che
alla data prefissata del 15 febbraio il contratto venga finalmente stipulato e che i lavoratori possano fare affidamento
su un primo atto veramente
concreto.»
Per la Segreteria
Nicola Pastore
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attualità
La Goccia n. 2 - 29 gennaio 2011
COSA PASSA IN TV?
L’onnipresente Barbara D’Urso fa cilecca: chiude i
battenti il suo “Stasera che sera’’
“Lei mi sta dicendo che lo show domenicale
in prima serata ‘Stasera che sera’ è stato
un flop e che ha già chiuso i battenti per i
bassi ascolti registrati?’’, avrebbe detto la
diretta interessata esordendo con la sua
topica frase/domanda che ormai impazza
su Internet. Proprio così, il talk show di Canale5 condotto da Barbara D’Urso è stato
cancellato dopo sole due puntate andate in
onda. Al suo posto ci sarà “Amici’’ di Maria De Filippi. Il primo appuntamento del 9
gennaio catturò circa 2 milioni e mezzo di
telespettatori, mentre il secondo appena 2
milioni e 100mila. Risultati piuttosto scarsi
per uno show delle 21 trasmesso sulla rete ammiraglia di casa Mediaset. A quanto
pare, però, ciò che non avrebbe convinto
della trasmissione non sarebbe solamente
lo share, ma anche i suoi contenuti considerati estremamente “trash’’. La goccia che
avrebbe fatto traboccare il vaso, sarebbe
stata il collegamento video effettuato nel
bel mezzo del programma con l’attore e
regista toscano Francesco Nuti, apparso in
pessime condizioni e sofferente dopo l’incidente domestico avvenuto qualche tempo
fa. In seguito all’ospitata, reputata di cattivo
gusto, sono scoppiate numerose polemiche
e attacchi contro la padrona di casa di ‘Pomeriggio5’, colpevole di aver strumentalizzato il produttore italiano per innalzare i dati
Auditel. Un dramma sotto i riflettori quello di
Nuti, che scoppiava a piangere quando si
faceva riferimento alla sua famiglia, ai suoi
amici e alle vecchie esperienze passate. È
stata ancora una volta la tv del dolore estremo per combattere le fiction Rai, che hanno
comunque avuto la meglio. «Guardare negli occhi il dolore di Francesco serve a tutti
quanti noi per farci delle domande, a non
mettere la testa sotto la sabbia, a guardare,
a capire il dolore di Nuti e dei ragazzi che
sono spesso qui ospiti da me sulla sedia a
rotelle perché vittime di incidenti stradali»:
così si sarebbe difesa la D’Urso dinnanzi
alle centinaia di critiche da parte del popolo
del web e non solo. «Tutto questo non è cinico! Oppure è tv giusta quando si mostra,
per altri motivi, magari politici o etici, il dolo-
re di Welby? Quello non è cinismo e questo
sì?», avrebbe infine aggiunto l’ex showgirl.
Insomma, sembra che la cara vecchia Barbara con questo ennesimo e fortunatamente poco longevo talk show non abbia affatto
voluto correggere l’impronta che da anni caratterizza i suoi spazi televisivi, a cui, effettivamente, e almeno in questo caso, bisognava mettere freno. In ‘Stasera che sera’, pare
che la conduttrice napoletana abbia scelto
di giocarsi nuovamente la triste carta della
sofferenza, chiaramente altrui, spettacolarizzata e gettata in pasto a tutti. Impossibile
dimenticare la vicenda di Avetrana, affrontata dall’onnipresente nei suoi “contenitori di
approfondimento giornalistico’’, esasperata
e narrata sotto forma di gossip. Neanche
il tempo di un intervallo pubblicitario e di
togliersi la maschera da persona colpita e
compassionevole, che dalle immagini della
piccola Sarah, si passava direttamente al
più futile degli argomenti fra risate, tronisti
e vallette. Per non parlare poi delle tante
discussioni del primo pomeriggio gestite in
maniera spesso pessima e condite da battibecchi continui, urla e insulti fra un ospite
e l’altro. Come si suol dire, tanto fumo e
niente arrosto. Forse sarebbe il caso che
con l’arrivo della bella stagione l’azienda di
Cologno Monzese effettui delle belle pulizie
di primavera.
Miki Marchionna
Andiamo al cinema
Il cinema teatro Metropolitan proietterà dal 28 gennaio i seguenti spettacoli:
-Qualunquemente di Giulio Manfredonia con Antonio Albanese, Sergio Rubini,
Lorenza Indovina, Nicola Riganese, Davide
Giordano e Luigi Maria Burruano.
Dopo una lunga latitanza all’estero, lo scanzonato politico Cetto La Qualunque(Antonio
Albanese) torna in Calabria con tanto di moglie e figlia. Purtroppo, però, ad attenderlo c’è
uno spiacevole inconveniente: il nuovo candidato sindaco di Marina di Sopra, emblema
della legalità, tenterà di avere la meglio alle prossime elezioni. Il corrotto,
spietato e volgare Cetto dovrà ricorrere ad ogni sotterfugio pur di vincere e
far trionfare il suo discutibile programma.
Orari: 19:30 – 21:30
Prossimamente “Immaturi’’ di Paolo Genovese e “Vallanzasca – Gli angeli del male’’ di Michele Placido.
Miki Marchionna
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attualità
La Goccia n. 2 - 29 gennaio 2011
Il dolore e il ricordo tra i ragazzi del “Bellisario”
I. I. S. S. “Marisa Bellisario”. Un istituto d’eccellenza ubicato sul territorio. Sebbene sia la
sola Scuola Secondaria di II grado esistente
nella cittadina (davvero un po’ pochino, considerato che parliamo di uno dei paesi più grandi della Provincia di Taranto), si distingue per
efficienza ed efficacia delle strutture, nonché
per la formazione di qualificate figure professionali. Attualmente l’Istituto Bellisario, strutturato in due plessi, ossia la sede centrale in via
della Pace ed una succursale allocata presso
l’Istituto per Geometri in via Pozzo S. Agostino, ospita poco più di seicento studenti, ginosini e non; molti scolari, difatti, provengono
da zone limitrofe, specie Laterza, Montescaglioso, Bernalda e, qualcuno, Castellaneta.
A fronte di uno sviluppo economico sempre
più impellente, l’Istituto si pone come soggetto formativo di riferimento al tessuto delle
piccole e medie imprese costellanti il territorio ginosino, con la finalità di voler contribuire
alla crescita delle risorse umane per poi adeguatamente sfruttarle, in vista dello sviluppo di
tutta la comunità. Per poter raggiungere siffatti
fini, la scuola si avvale di una densa rete di
laboratori, sei in tutto (strabiliante, anche per i
costi, quello di grafica, reso efficiente dai suoi
Macintosh), tutti magistralmente progettati dal
docente d’informatica Roberto Muscolino, che
annuncia altresì la nascita di ulteriori laboratori, addirittura uno di chimica e fisica.
Da un po’ di tempo però il sorriso sembra essere scomparso all’interno dei plessi. Le aule,
i laboratori, la palestra e persino il punto di
ristoro paiono irrorati dalle disperate lacrime
sgorganti dagli occhi gonfi di rabbia. In 3ª C
per diversi giorni dei crisantemi hanno occupato un banco che di qui, fino alla fine dell’anno scolastico resterà vuoto. La domanda
è una sola: perché? E va bene, la morte di
qualcuno è sempre un dolore, ma diventa un
tormento comune ed inspiegabile quando chi
decede ha appena sedici anni. Una disgrazia,
non c’è ombra di dubbio, anche perché la mesta vicenda ha portato allo scoperto una dura
realtà: è emerso infatti che quasi tutti i cittadini
ginosini, almeno una volta nella vita, hanno
sfidato le leggi della gravità arrampicandosi
per quella impervia parete.
Ma quali sono le ragioni che possono portare
un adolescente ad avere un imminente contatto col pericolo? Semplice albagia, oppure
sintomo di un marcato disagio? E sì, perché
anche i ragazzi che si sballano, fanno i prepotenti, si fumano il cervello, si ubriacano,
ci portano a congetturare una sommessa
difficoltà giovanile. Il nostro giornale, attento
a quello che accade sul territorio, vi è più se
l’evento è di per sé particolarmente gravido
di conseguenze sociali, come la morte di un
sedicenne, ha pensato di svolgere un’inchiesta anonima tra gli amici di Matteo, per capire
cosa sta succedendo tra gli adolescenti di oggi. I risultati lasciano attoniti. Molti, intimoriti
e scossi dall’accaduto, sono stati ben lungi
dal rilasciare dichiarazioni, qualche altro ha
addirittura espresso dubbi sull’intervista, sospettando chissà quale secondo fine. Alcuni
però conoscenti o amici o compagni di classe,
hanno accettato l’inchiesta, sfruttata per lo più
come sfogo personale. Allegro, gaio, vivace,
argento vivo accattivante l’attenzione di tutti,
così è stato ricordato Matteo. «Della nostra
comitiva lui era l’anima, l’attento organizzatore di tutto, l’unico stravagante». «Lo vedevamo sempre in giro per i corridoi, da solo o con
gli altri; per questo era conosciuto da tutti».
«Troppo buono, ricercato, sempre pronto a
prendersi le colpe, e non solo le sue». Mesti e
malinconici, e non possono essere altrimenti,
gli stati d’animo. «Siamo fortemente dispiaciuti per l’accaduto – hanno commentato i ragazzi con gli occhi lucidi – ma ancor più grave è
questo senso di colpa che ci portiamo e che
non riusciamo a scrollarci di dosso. Siamo
tutti responsabili di quello che è accaduto per
la semplice ragione di non essere stati capaci
di trattenere Matteo dal compiere un’azione
che si è poi rilevato fatale.». Una melanconia
che si mescola a rabbia quando si leggono i
giornali: «Diffidate, vi prego, dell’informazione. Le cronache travisano la realtà dei fatti.
Ci vogliono corresponsabili della tragedia con
l’insinuazione di aver istigato la vittima. Io ero
presente sul posto e, a nome dei miei compagni, giuro che tutti abbiamo fatto sì che Matteo
desistesse dal proposito. Non potevamo mica
trattenerlo con la forza?». Un insegnante, a cui
mi è capitato di rivolgere dei quesiti pertinenti al tema, ha ricordato, quasi come sintomo
di una premonizione: «Ora che è successo il
tristo evento mi viene in mente un aneddoto
accaduto qualche giorno prima delle vacanze
natalizie. Allorché chiamai Matteo per stimolare il suo impegno nello studio, questi rispose:
“Nella mia situazione non posso affatto con-
centrarmi. Gli amici mi chiamano in continuazione per uscire.”. Dopo avergli ricordato il
vecchio saggio prima il dovere e poi il piacere
il ragazzo: “Dobbiamo vivere pienamente la
nostra vita, sfruttare tutte le opportunità che ci
passano davanti agli occhi, giacché si può perire da un momento all’altro!”». Contrariamente a quando si potrebbe pensare però non tutti
hanno avvertito la tragedia in modo consono.
«Non me la sento di azzardare supposizioni
oltraggiose. Credo che chi conoscesse poco
Matteo abbia provato meno dolore. Basti considerare il modo in cui si è svolta la fiaccolata mercoledì scorso. Ha fatto un certo effetto
constatare che molti ragazzi, dopo una breve
passeggiata, hanno desistito rapidamente e,
burlandosi e insultandosi a vicenda, hanno
scambiato il corteo per una scampagnata.
Davvero pareva che essi vi abbiamo partecipato solo per disertare le lezioni. Visto il clima
poco serio che si era venuto a creare, ho abbandonato la fiaccolata, preferendo ricordare il
mio amico davanti la lapide». Ciononostante la
disgrazia ha fatto superare ostilità e pregiudizi
e resi più coesi i ragazzi: «Prima vi erano vari
gruppetti, non solo all’interno della classe. La
morte di Matteo ci ha consentito di superare
avversità per unirci al dolore comune». Quale
insegnamento si può trarre dalla vicenda? «La
vita è meravigliosa, e come tale degna di essere vissuta e goduta in massima serenità, in
tutte le sue sfaccettature, positive o negative.»
ha commentato un coetaneo di Matteo, quasi
in lacrime. Certo, i giovani hanno una percezione più lieve del pericolo rispetto agli adulti,
però «prima di commettere una stupidaggine,
bisogna rifletterci su tante e tante volte. Ci si
interroga e ci si chiede: “Sto facendo la cosa
giusta? Non è che siffatta bravata rischia di
avere ripercussioni negative su di me e su chi
mi sta intorno?”. La vita è stupenda, ed è peccato che una ragazzata possa abrupto gettarla nel baratro». Ma c’era proprio bisogna che
accadesse una tragedia per farvene rendere
conto? «Purtroppo è dura ammetterlo, ma
il solo fatto di aver assistito al decesso di un
coetaneo ci ha resi coscienti di fronte al pericolo, prima sottovalutato in toto».
Postutto scuotiamo la testa dinanzi ad un simile fatto. Non ci sono più parole. Rimangono
il dolore, la rabbia, le domande … ma non ci
sono risposte.
Liborio Patimisco
attualità
La Goccia n. 2 - 29 gennaio 2011
RUBRICA A CURA DI GIUSEPPE PIZZULLI
Ricordate gente! Non dimenticate
La Germania era diventata una Repubblica
federale, e a seguito della grave crisi economica dei primi anni 30, il governo esercitò
i suoi poteri con decreto Presidenziale, e
nel 1933 il Feldmaresciallo von Hindenburg
nominò Adolf Hitler, capo del partito Nazionalsocialista e Cancelliere della Germania.
Tra il 1930 e il 1933 in Germania vi erano
6 milioni di disoccupati, era il periodo della
grande “depressione”. Oggigiorno a seguito
della “globalizzazione” e la moneta Unica
Europea, ci troviamo ad affrontare una crisi
economica, non soltanto Europea, ma che
forse avrà ripercussioni in tutto il Pianeta
Terra.
Quando accadono episodi di antisemitismo, profanazioni di tombe Ebraiche, di
monumenti di vittime nei campi di concentramento, scritte antisemite negli stadi, atti
di violenze nei confronti di bambini e adulti
Ebrei, cose che accadono nella nostra Eu-
ropa, non sono cose trascurabili. Ciò vuol
dire che non possiamo dormire sonni tranquilli, ma vigilare che non si ripeta un altro
peggiore “olocausto” contro gli Ebrei e altre
minoranze.
Hitler nutriva sentimenti antigiudaici e anticomunisti e odiava gli Ebrei perché riteneva che fossero “parassiti” e degenerati, responsabili della crisi e della guerra persa a
causa del tradimento dei socialisti e pacifisti
Ebrei.
Nel 1929 i Nazisti non avevano raggiunto il
milione di voti, ma nel 1933 ebbero oltre il
44% dei voti, così divennero il maggior Partito del Reichstag. Saliti al potere, i Nazisti
presero delle severe misure contro tutti gli
Ebrei. Seguirono arresti di eminenti studiosi
e scienziati, con roghi di libri, case bruciate,
attività commerciali distrutte, sinagoghe arse e rase al suolo. Per molti Ebrei tedeschi
fu la fine, alcuni cercarono di fuggire ma
non fu possibile.
Nel 1938, con il boicottaggio economico,
ogni istituzione comunitaria Ebraica era
sotto il controllo Nazista. Tutte le proprietà
registrate e confiscate. Nel 1939 il piano di
Hitler si rivelò in tutto il suo orrore. In Polonia vi erano moltissimi Ebrei, e nonostante
il patto, tra lui e Stalin, di non aggressione,
invase la Polonia rompendo il patto, ritenendo come pretesto, che contro di lui c’era
una cospirazione “giudaico-bolscevica”. In
ogni città conquistata, venivano rastrellati tutti gli Ebrei, li facevano marciare fuori,
sparavano loro e li seppellivano in fosse
comuni.
Tra il 1941 e il 1942 furono sterminati oltre
900.000 Ebrei. Il sistema della pianificazione della soppressione degli Ebrei per i
Nazisti, però, non era abbastanza valido
per loro, così iniziarono con gli esperimenti dei gas tossici, prima dotando le truppe
Einsatzgruppen, di ogni Battaglione, di
“contenitori mobili di gas”, in seguito con
sistemazioni più stabili. Furono costruiti
campi di sterminio Nazista a Chelmno,
Auschwitz, Sosibor, Majdanek, Treblinka e
Belzec. In tutte le città di Paesi occupati,
quali: Polonia, Estonia, Lettonia, Lituania,
furono soppressi il 90% degli Ebrei. La
stessa sorte subirono in Ucraina, Iugoslavia, Romania, e anche Belgio, Norvegia e
in tante altre città Europee. In quel tempo
era difficile schierarsi dalla
parte degli Ebrei. Solo la Danimarca organizzò un sistema che fece portare in salvo
tutta la Comunità Ebraica oltre il mare, fino in Svezia.
Pochi ebbero il coraggio di
difenderli facendoli fuggire con tanti stratagemmi.
Il campo di Auschwitz era il
principale centro di sterminio
d’Europa e poteva contenere
fino a 140.000 internati, che
venivano fatti morire sistematicamente di fatica, di fame,
di botte, torture indicibili e fucilati. I cinque forni crematori,
a soluzione finale di annientamento, gasavano a tutto
ritmo 10.000 corpi al giorno.
Ogni giorno giungevano altri Ebrei, a centinaia di migliaia da tutte le città Europee,
stipati in carri bestiame e diretti nei campi
di sterminio.
La crudeltà folle, bestiale, diabolica di Hitler e i suoi accoliti, sospinta da un esercito
di Demoni dell’Inferno, hanno fatto un capolavoro Satanico, con quella “Macchina
di morte”, compiendo un genocidio inaudito di oltre 6.000.000 di vittime Ebree, di
uomini e donne, compreso un milione di
bambini, senza contare tanti soldati di tutte le armate, morti in combattimento, e di
tanti civili e partigiani della Resistenza.
Possibile che la ferocia umana giunge a
macchiarsi di così orrendi delitti d’inaudita
crudeltà?
Sì, solo quando il cuore e la mente umana
viene ottenebrata e resa schiava del “principe delle tenebre”, il Diavolo. Oggigiorno
i segnali e i “venti che spirano” sono molti, per il ripetersi di un altro olocausto. Le
parole non sono sufficienti a descrivere le
enormi sofferenze inflitte agli Ebrei, raccontate dai sopravvissuti, ma il fatto stesso che questo orrendo genocidio si stato
perpetrato da una Civiltà di élite Culturale
Europea, è incomprensibile. Che non accada mai più, né per gli Ebrei, né per altre
razze considerate “inferiori”. Che Iddio ci
assista.
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attualità
La Goccia n. 2 - 29 gennaio 2011
IL CONCERTO DI NATALE 2010 di SYMBOLA
Venerdì 17 Dicembre, alle ore 20.30, presso la
chiesa di Gesù Risorto, si è tenuta l’ottava edizione del Concerto di Natale della Scuola di
Musica di Symbola, in collaborazione con l’Ufficio Cultura del Comune di Ginosa e la Parrocchia di Gesù Risorto, a sostegno
delle attività dell’Operazione
Mato Grosso. Come ogni anno,
il concerto ha visto esibirsi gli allievi dei Corsi di Musica di Symbola: 32 ragazzi scatenati che,
supportati dai loro Maestri, hanno
introdotto la settimana più dolce
dell’anno nel migliore dei modi.
Tante le novità di questa edizione: intanto i nuovi Maestri, Jan
Jang-Su (Canto) -Tonia Martucci (Violino) - Mirella Cancelliere
(Chitarra), che coordinati come
sempre dal Maestro Gabriele
Maggi, hanno mostrato il grande salto di qualità che la Scuola
di Musica ha compiuto in questi
mesi; l’Orchestra Giovanile, che
si conferma sempre più come una
felice realtà; i piccoli allievi dei corsi di Propedeutica ed Educazione al Ritmo. Sulle note della
Marcia di Topolino, infatti, i piccoli Mattia e
Francesca De Stena aprono il concerto tra lo
stupore generale: i piccoli musicisti, hanno solo
2 anni di età! Nessuno credeva che fosse possibile. In realtà, in tutto il mondo si tengono corsi
di educazione alla musica già da 0 mesi, figurarsi se poi non si può lavorare con bambini di 2
anni. Certo, non è semplice, soprattutto non lo
può fare chiunque. Servono grandi competenze,
passione, pazienza, sensibilità ed amore per il
proprio lavoro, capacità di mettersi in gioco.
Non è affatto vero, come dicono un po’ tutti,
che la musica si apprende quando si impara a
leggere e scrivere. La musica, nasce con la vita e ci accompagna per sempre. Bisogna solo
saperla apprezzare e conoscere, imparando a
sviluppare le proprie abilità. Non a caso, il Maestro Maggi ha ricordato quale grande successo
abbiano riscosso le orchestre giovanili del progetto Abreu, in Venezuela. Nate da un gruppo
eterogeneo di 11 bambini, oggi contano quasi 2
milioni di iscritti, con l’aiuto di grandi maestri
come Claudio Abbado. Per questo non bisogna
aver paura di “osare”: in fondo, quando inizia-
no la scuola materna i bambini sanno forse già
leggere e scrivere? Semplicemente imparano.
Eppure la scrittura è un linguaggio ben più complesso di quello musicale, che si può imparare
facilmente, se insegnato nel modo giusto. Ed i
risultati sono sotto gli occhi tutti. Non si riesce
a suonare in pubblico se non si è davvero preparati! La prima parte del concerto ha così visto
in scena l’Orchestra Giovanile, che ha eseguito
tre classici del Natale: Astro del ciel - Angeli
nelle campagne - Jingle bells. L’Orchestra di
Symbola è formata da Carlotta Buono, Maria
Fusetti, Ilaria Maggi, Stellarosa Stigliano ai
violini, Vincenzo Cianciotta, Anatoli Cristella,
Vincenzo Miccoli alle chitarre, Antonio Bello,
Esmeralda e Clarissa Mele, Vincenzo Pizzulli alle tastiere, Vito Matarrese, Adriana Mele,
al pianoforte, Angelo Maggi al vibrafono, Gerardo Lomagistro al glockenspiele, Domenico
Giove alla batteria, Alessandro Malagnini alla
batteria e percussioni, Enrico e Matteo D’Alessandro alle percussioni. Di seguito, spazio alla
classe di violino, che ha eseguito White Christmas. La prima parte, si chiude con una sorpresa: l’Orchestra di Percussioni. Ai percussionisti
di Symbola ed ai piccoli Francesca e Mattia si
aggiungono “ospiti” gli allievi del Laboratorio
di Percussioni tenuto dal M° Maggi a Pisticci:
Rocco Caravita, Michele Cerabona, Vito Negro, Davide Pastore, Perluigi e Giandomenico Serravalle. Coinvolgente l’esecuzione del
celebre brano di Josè Feliciano Feliz Navidad,
ben cantato da Vincenzo Pizzulli ed impreziosito dalla coreografia dei due piccoli ballerini
Vito Giannuzzi e Ilaria Maggi, preparati dai
Maestri Gianni Cifarelli e Francesca Clemenza
della Scuola di Ballo GFDance.
Dal pubblico, applausi a scena
aperta, per una chiusura scoppiettante della prima parte del
concerto. A questo punto, Maurizio Ranaldo, come sempre impeccabile nelle vesti di presentatore, ha ceduto il microfono a
Mario Donatiello, che con parole davvero toccanti ha introdotto l’intervento di Michele Calabrese ed Antonio Castria, che
hanno parlato dell’Operazione
Mato Grosso. Particolarmente
emozionante il racconto di Antonio, che ha descritto le incredibili condizioni di vita di un
villaggio in Ecuador dove ha lavorato negli ultimi mesi. Come
sempre, la risposta del pubblico
di Symbola è stata davvero importante: la raccolta fondi del concerto ha raggiunto quest’anno la cifra di 631,00 euro, che contribuiranno
alla costruzione di un acquedotto nel villaggio
citato da Antonio. Il concerto è così proseguito,
con la seconda parte aperta dal Maestro coreano
Jan Jang-Su, nuovo docente di Canto di Symbola. L’esecuzione di Have Yourself A Merry
Little Christmas, di rara intensità e raffinatezza, ha colpito tutti i presenti. Come ha poi detto
Maurizio, sembrava davvero di ascoltare Frank
Sinatra! Tantissimi gli applausi per il giovane
Maestro, che si è subito imposto per le sue incredibili qualità canore. Non da meno, hanno
riscosso successo gli allievi della sua Classe
di Canto: Vito De Tommaso ha cantato Caro
Gesù Bambino, Alessandra Galante la Ninna
nanna di Schubert, Carmen Valentino Il giorno di Natale di Marco Masini, Anna Guarnieri
Così celeste di Zucchero. Notevoli i progressi
vocali mostrati dai giovani cantanti. Ed ancora, spazio agli allievi più “grandi”, Antonio
Bello, Adriana Mele, Domenico Giove, Gerardo Lomagistro, Angelo Maggi, che hanno
magistralmente eseguito Merry Christmas mr.
Lawrence di Ryuichi Sakamoto e Bachrock, li
attualità
La Goccia n. 2 - 29 gennaio 2011
Avis - Uniti e solidali
Uno dei temi di maggiore interesse nell’ambito della ricerca storica di questi ultimi anni
è senz’altro quello della socialità. La vita di
relazione, la difesa degli interessi primari,
la partecipazione in forma associativa di
ausilio al superamento delle difficoltà sociali. Ciò comporta, a volte, il fare tanto in
una sola direzione e non ottenere risultati,
o successi, voluti a danno di altre più generose. La causa di sempre: essere orgogliosi del proprio giardino, forsanche zeppo di
frutti all’inverosimile e neanche servirsene,
senza credere che con il vicino si possa raggiungere traguardi più prestigiosi e di utilità
diffusa . Guai a chi pensa di fare da solo e
trascura il bisogno degli altri non muovendo
un dito per prevenire o rimuovere le cause
dei disagi sociali, della indifferenza del rifiuto nel pensare che le necessità, i bisogni, le
disgrazie, sono lontani da noi. “Uniti e Solidali” la scelta del percorso dell’Avis nella
nostra comunità per l’anno 2011 mirando a
crescere insieme alla nostra comunità collaborando con le altre associazioni, con le
scuole, con i giovani,con i movimenti della
chiesa, con le istituzioni. Con i ragazzi
presenti nell’associazione, compresi
quelli del servizio civile, abbiamo iniziato a tracciare le linee guida da seguire
per coinvolgere i soggetti anzi elencati.
Un primo appuntamento, rivolto a tutti,
già programmato è quello della conoscenza di “primo soccorso” e in sede,
in via Tempio, si possono avere tutte le
informazioni e prenotare l’ iscrizione.
Viviamo insieme la nostra appartenenza, non solo associativa, “Uniti e Solidali” marcando con fervore la nostra
partecipazione attiva alle ricorrenze
di quest’anno dei 150 anni dell’unità
d’Italia e del volontariato. A conferma
di quanto riportato precedentemente,
le unità di raccolta nell’anno 2010 sono
state di 816 sacche, circa 100 unità in
più dell’anno precedente, con questo
risultato, per la seconda volta consecutiva, siamo il primo paese in Puglia con
un incremento così rilevante.
Nicola Carenza
bero adattamento in chiave rock del Minuetto in
Sol di Bach. Tanti gli applausi per questi ragazzi, che si confermano sempre più “promettenti”.
Prima di chiudere, l’ospite della serata, Mario
Donatiello, ha eseguito Mo’ vene Natale, nella
versione originale tratta dalla celebre Cantata
dei Pastori. Alla fine, tutti i ragazzi in scena per
cantare We are the world ed il classico Happy
day. Ancora una volta, quindi, musica e solidarietà: un binomio perfetto. Da parte nostra, un
caloroso ringraziamento a tutti quanti hanno
reso possibile la riuscita del Concerto: a padre
Gilberto (sempre gentile e disponibile), all’ Amministrazione Comunale, a Maurizio Ranaldo
(oramai “voce storica” del concerto), a Mario
Donatiello ed Antonello Carfagna (che pur di esser presenti percorrono 150 km), ai genitori degli allievi, a chi ci segue e ci sostiene da sempre,
a La Goccia per la cortese disponibilità. Grazie
anche a Michele, Giuseppe e tutti agli amici
dell’Operazione Mato Grosso, che ci aiutano a
dare un senso migliore alla nostra attività e ci ricordano sempre quanto siamo fortunati a vivere
qui, svolgendo il lavoro più bello del mondo: la
Musica. Per questo non ci stancheremo mai di
ripeterlo: il regalo più grande che possiamo fare
ai nostri figli è fargli studiare musica!
Elena Clemenza
AIRC COMUNICA
Le arance rosse della salute dell’AIRC hanno appena
concluso il loro viaggio
direttamente dalla Sicilia. Le volontarie AIRC di
Ginosa sabato 29 gennaio
distribuiranno reticelle da
tre chili ciascuna in tutte le
scuole del paese in cambio
di un contributo di nove
euro.
Sabato, le arance compratele da scuola; nessun fruttivendolo ve ne vorrà!
Viola Lavermicocca
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Il piacere di
leggere un libro
Rubrica di
Viola Lavermicocca
SI VEDE CHE
ERA DESTINO
di Gioele Dix
Un ferragosto in città per lo scrittore
di successo Michele; solo ma contento di potersi dedicare completamente al suo nuovo romanzo dedicato ai proverbi di re Salomone. La
serenità del momento fa da terreno
fertile per un’idea alquanto stramba;
il quindici settembre compirà quarant’anni e decide così di organizzarsi una festa con tutte le donne
della sua vita. Seguiranno pagine
di racconti svelti e divertenti, intrisi
di quella comicità che ricorda molto l’automobilista incazzato di Zelig,
capace anche di coinvolgere il lettore in una riflessione psicologica non
scontata che solo un autore maturo e consapevole riesce a regalare.
Simpatico, divertente, tagliente, riflessivo, scritto bene.
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attualità
La Goccia n. 2 - 29 gennaio 2011
Backup dei dati: un
passaggio indispensabile
Un’operazione sbagliata, un guasto o un’infezione da virus e i file vengono facilmente
perduti. Il backup dei dati consente di evitare delle catastrofi.
Spesso ci pensiamo quando è troppo tardi, e in effetti, il backup non è un riflesso
automatico per noi utenti, specie per quelli come me che non pensano mai di poter
perdere i dati.
Esiste qualcuno che non ha mai peso
qualche dato?.... non credo , o a causa di
un’operazione non corretta, di un guasto o
di un virus o perché non aveva a disposizione alcun backup. I rischi sono ancora maggiori per le piccole aziende e gli impiegati
mobili. La maggior parte degli utenti realizza l’importanza del backup dei file quando tali disastri si verificano ma non sanno
da dove iniziare. La protezione dei dati è
una questione basilare da non trascurare,
direi di vitale importanza per i nostri file.
L’espressione “non mettere tutte le uova in
un unico paniere” sintetizza il concetto che
sta alla base del backup. Il backup dei file
consiste nel salvataggio di tutti o di una parte dei dati presenti su un supporto di memorizzazione (hard disk, CD, pendrive ecc.) a
un secondo supporto per creare una copia
di emergenza nel caso succeda qualcosa.
È anche possibile creare copie o immagini dei file senza l’ausilio di un dispositivo di
memorizzazione esterno, ad esempio, su
un’altra partizione dell’hard disk. Tuttavia
questa opzione è rischiosa perché è inutile
nel caso si verifichi un guasto fisico grave
all’hard disk. Il backup si esegue perché i
file del computer sono fragili. Una mossa
sbagliata, un problema del software o un
arresto non corretto del sistema è sufficiente per danneggiarli e renderli illeggibili. I file
sono inoltre esposti a virus, worm e Trojan
horse. Queste forme di codice nocivo pos-
sono causare danni irreparabili. Alcuni
come il virus Gigger e il worm W32/Vote-B tentano di riformattare l’hard disk,
con la perdita oviia di tutti i dati.
La protezione del sistema contro attacchi
esterni non è sufficiente a evitare i rischi.
Secondo uno studio realizzato da Clusif
(associazione francese sulla sicurezza
IT), il 39% dei casi di perdite di dati è
associato all’errore umano. L’eliminazione accidentale di un file, l’uscita da un
programma senza salvare le modifiche,
la perdita di un CD o la dimenticanza di
una password possono causare facilmente la perdita di un file importante.
I rischi sono maggiori se il PC viene utilizzato per lavoro. Ma non occorre avere
contratti, fatture o documenti riservati
sul computer per iniziare a preoccuparsi
dei file. Chi non si rammaricherebbe della perdita dei compiti del figlio, di e-mail,
fotografie delle vacanze o dei file MP3
scaricati da Internet?
Il backup dei dati su supporti di memorizzazione portatili come CD-ROM
consente anche di trasportare i dati. Il
backup dei dati va eseguito anche prima di intraprendere operazioni delicate
come l’aggiornamento del registro di sistema. Ciò consente di ripartire dal punto di partenza nel caso l’operazione non
produca i risultati previsti. Il backup dei
dati va eseguito se si lavora con pochi
file al giorno, il relativo backup quotidiano può essere la soluzione migliore. Non
è necessario eseguire il backup di tutti i
file ogni notte, ma è possibile archiviarli
in modo “incrementale” (solo le modifiche). Un’altra opzione è copiare solo gli
elementi più importanti, come la casella
e-mail, la rubrica indirizzi, i documenti di
lavoro, le impostazioni di sistema, modelli personalizzati o dizionari specifici
per applicazioni di Microsoft Office.
Per i backup è possibile utilizzare diversi tipi di supporti di memorizzazione.
Attualmente sul mercato sono disponibili
altre opzioni, come, hard disk rimovibili, CD-ROM e DVD-ROM, dischi Jaz e
periferiche USB a forma di chiavi, che
possono contenere una marea di dati.
In genere possiamo optare fra tre tipi di
backup: completo, differenziale ed incrementale.
Queste tre possibilità sono di solito contemplate nella maggior parte dei software, commerciali e non. Il backup completo consiste nel creare copie di salvataggio di tutti i file contenuti nelle cartelle
specificate. Se si esegue periodicamente
l’operazione di backup, tale scelta può risultare estremamente inadatta, vuoi per
il tempo richiesto per portarla a termine, vuoi
per l’inutile ridondanza di informazioni.
Supponiamo di aver provveduto alla creazione di un backup completo. Qualche giorno
dopo effettuiamo nuovamente la stessa operazione. Riflettendo un momento sull’operazione compiuta ci accorgeremo certamente
che molte informazioni presenti nel nuovo archivio di backup appena creato, non avendo
subìto variazioni, sono assolutamente identiche a quelle salvate pochi giorni prima. Tirando le somme ci accorgiamo di aver sprecato
solo tempo e spazio sul supporto di memorizzazione usato per il backup.
La soluzione di effettuare più o meno frequentemente backup completi rivela quindi la sua
completa inefficacia.
Nel caso del backup differenziale, il programma si prende cura di verificare se i file che
devono essere nuovamente archiviati siano
stati modificati dopo l’ultimo backup completo. Il vantaggio principale consiste quindi nella drastica diminuzione dei tempi richiesti per
le operazioni di salvataggio.
Se, da utenti attenti, scrupolosi e previdenti, si
effettua con regolarità i propri backup, è bene
orientarsi sul backup incrementale che risulta
indicato nella maggior parte delle situazioni.
In questo caso viene creata una copia di sicurezza di tutti e soli quei file che sono stati aggiunti o modificati dopo l’ultimo backup
(completo o meno). Il tempo che è possibile
risparmiare durante la fase di backup è ancora
maggiore rispetto alla soluzione differenziale
anche se quest’ultima è molto più rapida qualora si voglia ripristinare un archivio di backup.
L’adozione di una soluzione piuttosto che
un’altra dipende comunque in primo luogo all’importanza delle informazioni, dalla mole dei
dati e dal numero di file che quotidianamente
vengono creati o modificati.
Riferendoci ad un utente che utilizzi il personal computer soprattutto per lavoro e le cui
informazioni siano di grande importanza,
egli può ragionevolmente programmare un
backup completo periodico (per esempio ogni
settimana) integrandolo con backup quotidiano che provveda al salvataggio di tutti e soli i
file modificati nel corso della giornata.
E’ bene sapere che esistono DVD particolari destinati appunto a utilizzi di backup,
costituiti da componenti di alta qualità e caratterizzati da un prezzo un po’ più elevato.
I dischi BD-R e BD-RE sembrano essere i
supporti al momento più validi per il backup.
Sono caratterizzati infatti da una capacità decisamente superiore rispetto al classico DVD
che arriva a 25 GB nei BD-R e a 50 nei BD-R
a doppio strato.
La tecnologia Blu-ray utilizza un laser di colore blu con lunghezza d’onda di 405 nanometri
e costituisce il massimo livello di produzione
attualità
tecnologica dei supporti ottici.
I lettori Blu-ray hanno due lenti: una per
leggere i CD e i DVD e l’altra per leggere
i dischi Blu-ray. Per questo motivo, la testina del masterizzatore-lettore Blu-ray è più
pesante e determina una masterizzazione
BD-R o BD-RE piuttosto lunga.
Vale la pena aspettare un po’ di più in fase di backup o di scrittura? Certamente sì,
perché i supporti Blu-ray non hanno solo
capacità maggiore, ma sono costituiti da
materiali particolarmente resistenti che anche se graffiati, non compromettono la leggibilità del disco.
Alcuni ottimi software per la creazione e
la gestione di archivi di backup (Cobian
Backup, Backup4All, PolderBackup); un
software per la creazione di copie di backup
dei driver in uso (WinDriversBackup PE); un
programma che permette di recuperare file
che si ritenevano irrimediabilmente perduti
(PC Inspector File Recovery) e tre software
per creare copie di backup delle e-mail di
Outlook Express, Mozilla e Thunderbird.
Direttamente dal sistema operativo; con
Windows 7 è possibile effettuare tale procedura senza alcuna difficoltà.
La funzionalità Trasferimento dati Windows, con Windows Easy Transfer si dimostra degna di questo nome. Completamente aggiornata per fornire maggiore affidabilità e ancora più opzioni, questa funzionalità consente di trasferire, con la massima semplicità, file importanti, messaggi di
posta elettronica, immagini e impostazioni
dal vecchio al nuovo PC.
Le precedenti versioni erano difficili da utilizzare o si bloccavano prima che l’operazione fosse completata. Per questo, in Trasferimento dati Windows è stata inclusa
una nuova funzionalità di ricerca dei file
che consente di selezionare solo i file che
si desidera copiare nel nuovo PC. Inoltre,
se Windows trova un file o un’impostazione
che genera un problema, il trasferimento
viene comunque portato a termine e un
rapporto segnala eventuali file la cui migrazione non è stata possibile.
Salvare i dati non è una perdita di tempo,
ma nella maggior parte dei casi vuol dire
salvaguardare i nostri archivi, che altrimenti andrebbero persi irrimediabilmente .Fatelo e fatelo sempre con costanza .
Roberto Muscolino
La Goccia n. 2 - 29 gennaio 2011
29
Nuovo lavoro teatrale
per Michele Galli
Ormai siamo alla fase finale della messa
in scena dell’ultimo lavoro teatrale realizzato da Michele Galli. Il prossimo 5 marzo, al teatro Metropolitan di
Ginosa: “Ninucc hà nocch…
e lù cart du Munàchicchie”.
Commedia in due atti scritta
e diretta da Michele Galli.
La commedia è tratta da un
racconto di Adele Carrera e
Stefano Giove e narra la storia di un trainière (carrettiere)
degli anni 50’ e delle visite
notturne del Monachicchio
che molesta il pover’uomo fino a quando, quest’ultimo,
non riesce a sfilargli il cappuccio…
Non vi raccontiamo il resto
della storia, anche se il nostro giornale l’ho pubblicata
qualche tempo fa, per non
togliervi il gusto di scoprire
cosa succede quando si deve scegliere tra ricchezza e
felicità.
Michele Galli ci ha raccontato «è la prima volta che metto in scena un lavoro teatrale
rifacendomi ad una storia
scritta da altri. Mi è piaciuto
molto il racconto di Adele e
Stefano per il messaggio
morale che contiene e che è
diventa l’anima di questa rappresentazione teatrale. Insomma una bella esperienza che spero possa essere ripetuta in seguito. Certo, realizzare sulla scena il racconto ha imposto modifiche e cambiamenti che sono indipensabili quando si
trasferisce dalla carta stampata sulla scena una narrazione. Io spero di essere riuscito nell’intento».
Insomma non ci resta che aspettare il 5
marzo per vedere in che modo Michele
sia riuscito nel suo intento: quello di met-
tere in scena un racconto nel quale gli elementi “paesani” e le narrazioni popolari diventano il pretesto per una disamina intro-
spettiva di quelli che sono i disvalori, anche dei giorni nostri che, purtroppo, vengono inseguiti sperando che la ricchezza
sia portatrice anche di felicità.
Il cast degli attori è quello che da sempre
si identifica con l’Associazione Culturale
“Genusia Onlus” che ha alle spalle una
lunga tradizione di attività teatrali. Al gruppo storico si aggiungono nuovi adepti ai
quali auguriamo di portare avanti la tradizione teatrale ginosina. SG
30
attualità
La Goccia n. 2 - 29 gennaio 2011
Viaggio nel mondo
dell’imprenditoria
locale
Rubrica
di Luca Calabrese
Entrando nella Merceria Incanto in viale
M. d’Ungheria 40 si è inebriati da una vasta scelta di indumenti intimi, dalle stoffe dai
mille colori e tessuti e dai variopinti bottoni di
forme e materiali diversi e dalla sobria eleganza degli arredi che le dona un senso di
calda accoglienza e di un ordinato candore.
Ci accoglie con un solare sorriso la signora
Carmela Rosato che assieme a sua figlia
Angelica gestisce magistralmente questo
angolo di paradiso delle massaie.
Signora Carmela, ci parli del suo lavoro,
come è nata questa passione?
«Ho sempre avuto fin da piccola la passione
per il cucito, il ricamo e mi piace molto stare
a contatto con la gente. Per questo è venuto
MERCERIA INCANTO
TANTE IDEE PER UN INTIMO DA SOGNO
quasi naturale trasformare le mie passioni
in un lavoro che mi gratifica pienamente
poiché adoro consigliare gli abbinamenti
giusti alle mie clienti o il capo intimo che
possa renderle ancora più femminili. In
questo mi aiuta tantissimo l’entusiasmo di
mia figlia Angelica grazie al suo spiccato
senso dell’estetica e alla passione che infonde insieme a me in questa attività.»
Cosa le chiedono più frequentemente le
sue clienti?
«Le richieste sono le più svariate e particolari e riguardano tutti i nostri articoli. Noi
cerchiamo di accontentarle sempre al meglio oppure di consigliare loro delle alterna-
gliamento “Levante”. Disponiamo altresì di
abbigliamento da lavoro sia per uomo che
per donna con la possibilità di personalizzarli con il marchio dell’azienda ricamato.
Ovviamente disponiamo di una vasta gamma di articoli da merceria come filati, stoffe, tessuti etc. ma il servizio che ci rende
unici nel nostro campo è la concessionaria
per riparazioni e pezzi di ricambio per macchine da cucire. Inoltre eseguiamo ricami a
macchina, realizziamo copertine, ricami su
tende e riparazioni di sartorie.»
So che la sua merceria organizzerà corsi
di ricamo. Come mai questa idea che richiama le nostre più antiche tradizioni?
tive valide che risultino combacianti con i
loro desideri. I nostri gusti non devono mai
prevaricare quelli delle nostri clienti ma devono contribuire in modo velato alla giusta
scelta, affinché possano uscire pienamente soddisfatte dalla mia merceria. Il segreto
del mio lavoro si può riassumere con pochi
ma significanti aggettivi: competenza, professionalità, gentilezza e discrezione.»
Che tipo di articoli e servizi propone alla sua vasta clientela?
«La nostra merceria propone una vasta
scelta di intimo per uomo donna e anche
neonato. Abbiamo in esclusiva l’intimo
donna per taglie conformate “Fantasie”,
“Elomi” e “Freya” e collant intimo e abbi-
«Abbiamo organizzato questo corso di ricamo proprio per effettuare un lavoro di recupero e salvaguardia delle antiche arti di ricamo in tutte le sue sfaccettature e tramandarlo così alle future generazioni come un
patrimonio prezioso delle nostre tradizioni
che si rischia di perdere. I corsi saranno tenuti da una maestra ricamatrice nella sede
dell’ARCI in viale M. d’Ungheria 52. Invitiamo tutte le signore che vogliono avvicinarsi
per la prima volta a questa antica arte e impararne tutti i segreti, ma anche tutte coloro
che sono esperte nel ricamo o chi semplicemente vuole trascorrere qualche ora in
compagnia a iscriversi al nostro corso.»
vita ginosina
La Goccia n. 2 - 29 gennaio 2011
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Le considerazioni ginosine di Pierino Perrone68
IL CALENDARIO PADANO
In questi giorni abbiamo letto che a Padova
è stato fatto un nuovo calendario, il quale
è stato distribuito nelle scuole di tutta la
provincia.
Il nuovo calendario ha abolito sia la festa
della Liberazione, chiamandola Festa di
San Marco, sia la festa dei lavoratori del
Primo
Maggio,
considerandola
(quest’anno)
come
una
semplice
domenica. In compenso ha aggiunto la
Festa del Popolo Veneto il 25 Marzo e la
Festa del “Bati Marso”. É proprio di
quest’ultima che vorrei parlare.
Questa festa, che risale ai tempi della
Serenissima, durava dagli ultimi due giorni
di Febbraio al primo di Marzo (il capodanno
veneto) e consisteva nel battere per le
strade, facendo quindi rumore, tutto il
materiale metallico a disposizione.
Ufficialmente, questa pratica veniva fatta
per auspicare la bella stagione e il risveglio
della natura.
Nel veronese questa festa si chiamava
“Incontrar Marso” e ciò che veniva fatto
durante queste giornate è spiegato da
un’arcaica canta: i ragazzi offrivano le donne del paese senza marito agli uomini delle altre vallate, denotando il poco rispetto
verso la donna. D’altra parte il professore
Vittorino Andreoli, qualche anno fa in un
suo libro, scriveva che nella cultura contadina veronese la vacca era più importante
della moglie.
Ho creduto opportuno scrivere tutto ciò
perché se anche Ginosa, come il Salento,
fosse invasa da Radio Padania, sarebbe
opportuno conoscere la loro cultura e la loro mentalità, perché, come dice un vecchio detto: “Se lo conosci, lo eviti”.
*****
LA SAGGEZZA DELLE NONNE
Un giorno, mentre ero sotto l'ombrellone
sulla bellissima sabbia di Marina di Ginosa,
leggendo il giornale, mi accorsi che a
fianco c'era una giovane nonna che stava
facendo la maglia.
Questa signora era talmente brava che
invece di guardare i ferri controllava i due
nipotini, i quali, nudi, con secchiello e
paletta, impastavano la sabbia con l'acqua.
Ad un certo punto, la bambina si mise a
piangere strofinandosi gli occhi con le
mani piene di sabbia. La nonna, senza
scomporsi più di tanto, chiamò la nipotina
chiedendole perché piangesse e questa
singhiozzando le rispose: “Vedi che cosa
ha lui che io non ho”, indicando con il dito
u pezzariédde del cuginetto. La donna,
con tanta dolcezza, disse: “Non te pegghià
veléne a nonònne, ca quànne si cchiü
jrànne a putè avè tùtte chìdde ca vuò!”.
Di certo la bambina non capì ciò che le
disse la nonna, ma tornò a giocare tranquilla.
*****
CIÒ CA NON FASCE L’AQUE
FASCE U MIÉRE
Sappiamo che durante le feste si beve
qualche bicchiere in più e forse questa è
stata la causa delle recenti esternazioni di
un ministro, il quale ha affermato che, se i
giovani non trovano lavoro, la colpa è anche dei genitori. I nostri figli, indipendentemente dal percorso scolastico intrapreso,
non lavorano perché il lavoro manca, visto
che le imprese, anziché reinvestire i loro
utili, li portano all’estero. Se i nostri ragazzi vanno male a scuola diamo sempre la
colpa agli insegnanti, e non al fatto che
siano svogliati; se cadono dal motorino
non ammetteremmo mai che magari correvano su una sola ruota procedendo a
zig-zag, ma accusiamo l’amministrazione
comunale di non aver chiuso le buche o di
non aver allargato le strade. Figuriamoci
se potremmo mai accettare quanto detto
da Sacconi, che peraltro non corrisponde
a realtà. Se un giovane laureato, indipendentemente dall’indirizzo di studi, ha la
fortuna di trovare lavoro, guadagnerà
massimo Euro 1000,00 al mese: finché il
lavoro è vicino a casa, tutto sommato il
giovane riesce a barcamenarsi, ma, se
per lavorare il ragazzo si deve spostare
lontano, i genitori saranno costretti a contribuire al suo mantenimento.
Un ministro a cui stiano a cuore i giovani,
dovrebbe spiegar loro che le uniche
aziende che risultano in attivo sono i partiti
politici, grazie ai finanziamenti pubblici,
elargiti in proporzione al numero di voti
ottenuti. Calcolando che in Italia circa la
metà degli aventi diritto non vota, fondando nuovi partiti e convincendo coloro che
abitualmente non si recano alle urne, magari dando loro una percentuale sui finanziamenti ricevuti, queste nuove formazioni
politiche potrebbero ottenere molte entrate e quindi creare innumerevoli posti di lavoro. Questo perché ai finanziamenti pubblici si devono aggiungere le donazioni
elargite dai privati cittadini, che fino ad un
tot non devono essere contabilizzate. Oltre allo stipendio che i parlamentari percepiscono, non va trascurato che se questi
decidono di cambiare casacca, nelle casse del partito potrebbero entrare altri soldi:
infatti, come Caleari ha precisato, il listino
va da Euro 350.000,00 a 500.000,00.
Questa cifra può ulteriormente aumentare
se si passa all’avversario pochi minuti prima del voto, senza dimenticare che si può
ottenere in gestione un parco nazionale
oppure un aeroporto.
Credo, quindi, che per far lavorare i giovani
sia sufficiente fondare nuovi partiti politici.
*****
LA CORRUZIONE
Scriveva Giorgio Bocca nel libro “L’Inferno” pubblicato nel 1992: “quelli che non
hanno i soldi per la mazzetta o quelli che
non hanno capito l’antifona come il povero
Rocco Cornacchia, di Altamura, di cui
ancora si ride, in Regione, come di un
apologo istruttivo, lui ogni anno scendeva
a Bari per avere un piccolo appalto, faceva
il giro dei politici e gli portava in omaggio
lampascioni e funghi fino a che qualcuno
gli spiegò che ci voleva ben altro. E non è
una favola, la storia è documentata da
una sentenza del tribunale di Bari in data
29 novembre dell’85.”
In questi ultimi giorni abbiamo letto che a
Bari sono stati effettuati alcuni arresti
eccellenti e, politici, primari ospedalieri ed
imprenditori risultano sottoposti alle
indagini preliminari; se a questi
aggiungiamo tutti gli indagati degli ultimi
tempi, mi sono chiesto: “Addò le pegghine
tànte lampasciùne?”
32
argomenti
La Goccia n. 2 - 29 gennaio 2011
RICERCA & FORMAZIONE
rubrica a cura di Giovanni Matera
La forza dell’immaginazione
“Quando tu desideri qualcosa, tutto l’universo cospira affinché tu realizzi il tuo desiderio”. (Paulo Coelho)
L’altro giorno ero nel mio ufficio, tra mille carte e cose da fare e, invece di lavorare, ho cominciato a vagare con la mente. Mi sono rivisto ragazzo e ho ricordato i sogni di allora. Ho osservato bene l’ufficio. Il mio ufficio.
Quindi, mi sono affacciato alla finestra e ho visto una bella
azienda. La mia azienda; con
dieci splendide persone che vi
lavorano dentro: i miei collaboratori. Poi ho rivolto lo sguardo
verso lo specchio e mi sono sorpreso con gli occhi lucidi a parlare da solo:
Quei sogni di ragazzo si sono
avverati. Oggi ho una stupenda
famiglia, vivo e lavoro in un posto incantevole nella Terra delle Gravine, penso di essere una
persona stimata, la mia impresa
è in continua espansione…
Comunque, non è stata per nulla
una passeggiata questa mia avventura, che dura da trentaquattro anni lungo i quali ho dovuto
affrontare e superare numerosi
e difficili ostacoli. Delle volte,
in passato, preso dallo sconforto più profondo, sono stato sul
punto di mollare tutto poiché,
nonostante lavorassi come un
matto, non riuscivo a fare alcun progresso. Ma il mio sogno
era molto più forte delle mie disavventure, le mie mete molto
più importanti degli sbarramen-
ti che incontravo e, quindi, ho stretto i denti e allargato le spalle, tirando sempre dritto
per la mia strada.
Per chi ha la propensione al fatalismo, potrebbe interpretare questa mia piccola storia
come la somma di una serie di coincidenze
favorevoli o magari attribuirla alla fortuna.
E se non fosse proprio così?
Tutto quello che oggi sono riuscito a realizzare è il frutto di quei sogni di ragazzo che,
in seguito poi, ho anche appuntato su dei fogli di carta che consultavo e consulto tuttora
periodicamente, per verificarne la loro conseguente attuazione pratica.
Con questo non voglio dire che le coincidenze o la fortuna non esistano, ma anche
loro hanno bisogno del nostro intuito e del
nostro impegno nel saperle individuare e
coglierle al momento giusto, perché sono
occasioni volatili che passano in un attimo.
Ben vengano, dunque, ogni coincidenza favorevole e tutta la fortuna possibile, ma nel
frattempo noi non possiamo stare seduti a
far girare i pollici in loro attesa. Noi dobbiamo agire con la forza della nostra immaginazione.
Pertanto, se questo mio ragionamento ha
un senso, non posso non insistere su un fondamentale concetto, a me tanto caro, con il
quale, ogni essere umano che voglia realizzare qualcosa, deve necessariamente fare i
conti:
“Tutte le cose sono create due volte: la prima nella nostra testa, la seconda nella realtà”.
Possiamo quindi dire che l’uomo non dovrebbe mai smettere di sognare, ma, al tempo stesso, dovrebbe anche impegnarsi a fondo per realizzarli quei sogni. Perché ciò accada o non accada, dipenderà solo dai due
seguenti diversi modi di agire:
1 Continuare a credere nei propri sogni,
sempre e comunque, nonostante le delusioni, gli insuccessi e le influenze negative dell’universo a lui intorno, senza l’assillo di
farcela in uno, cinque o trentaquattr’anni.
Solo in questo modo potrà vederli realizzati
il sui sogni.
2 Lasciare invece che la sua immaginazione
venga condizionata, alterata e stravolta dalle cattive notizie e dalle influenze negative
dell’ambiente circostante. In questo caso diventerà estremamente “realista” o addirittura pessimista al punto da abbandonarli quei
sogni.
L’eccessiva razionalità e il pessimismo sono i nemici più feroci dei sogni; quindi, non bisogna
dare credito a chi ci scoraggia e
demotiva. Dovremmo dare, invece, più ascolto a quella vocina
che è in noi, quella che ci dice:
“Perché non dovrei realizzare i
miei sogni? Io posso farcela!”.
Lasciamoci guidare da quella
voce, nutriamola, rinforziamola, perché è quella la grande forza che ci può permettere di trasformare in realtà i nostri sogni.
Quella voce è la verità! E’ quello
che rimane della nostra essenza
non ancora inquinata dai pensieri
negativi spinti contro di noi dall’ambiente che ci circonda.
Allora non smettiamo di sognare, ma anche di dare sostanza ai
nostri sogni. Appuntiamoci delle
chiare mete su un foglio perché,
il solo fatto di scriverle, a volte,
può produrci degli inaspettati e
magici effetti.
Giovanni Matera
Per consultare gli articoli precedenti:
www.materarredamenti.it
alla rubrica Ricerca & Formazione
attualità
La Goccia n. 2 - 29 gennaio 2011
35
ALLA SCUOLA DELL’INFANZIA “MORANDI”
NATALE E’… LA LUCE DI BETLEMME
Lo scorso 21 dicembre i bambini della
scuola dell’Infanzia “Morandi”, guidati dalle loro maestre, accompagnati da genitori
e parenti, sono stati ospitati per la prima
volta nell’accogliente palestra della grande famiglia dell’Istituto Comprensivo “Calò”, della quale sono entrati a far parte di
recente. E’ stato il dirigente scolastico Mariangela Esposito, perfetta “padrona di casa”, ad aprire la manifestazione intitolata Natale … è, annunciando la presenza,
nella scuola, della Luce di Betlemme, per
i bambini, l’intero personale scolastico e i
parenti tutti, e spiegando che “…essa è segno vivo della fede di ciascuno di noi, da
tenere sempre viva come questa stessa luce che non viene mai spenta”. Per l’occasione, custode della Luce è stata la signora Patrizia del Masci Ginosa 2, la quale ha
ricordato che si tratta di una luce preziosa che proviene appunto da Betlemme ed
è alimentata dall’olio donato da quasi tutte
le nazioni del mondo, in visita nella nostra
Ginosa per donarci un messaggio di pace:
“… che tutti gli uomini possano stare insieme incontrandosi e dialogando col cuore”;
condizione indispensabile per creare la pace tra i singoli individui, nonché tra i popoli.
La maestra Bruna Andreula, referente del
progetto Natale …è, ha poi ricordato che
questa manifestazione è il perfetto coronamento di una serie di iniziative di solidarietà che la scuola dell’infanzia “Morandi” ha
portato avanti nel mese di dicembre, tra cui
una pesca di beneficenza, organizzata per
i bambini e allestita con i giocattoli ai quali
ciascuno di loro ha rinunciato, imparando
così che cosa è la condivisione. Inoltre, la
quota raccolta è stata donata all’ANFAS di Ginosa insieme a un albero di natale.
La serata è stata simpaticamente e amabilmente allietata dai bimbi della “Morandi”
che hanno ballato, cantato, recitato ricette in rima e danzato dolcemente sulle note
di classici brani natalizi all’insegna di uno slogan: Natale è sorrisi, gioia, abbracci
per tutti. Ma in cambio hanno ricevuto un dono prezioso: la luce di Betlemme e il suo
messaggio d’amore e di pace: che i bambini non vivano e vedano mai la guerra e le
tribolazioni che affliggono il nostro tempo, ma possano ricevere da questa luce pace e speranza.
Altro dono speciale è stato quello del dirigente scolastico, che ha invitato tutti i presenti a riflettere sul vero significato di tutto ciò che si fa con i bambini, ossia non apprezzare soltanto la pura esibizione, ma meditare sul reale senso dell’insegnamento scolastico ed dell’educazione che si vuole trasmettere loro, affinchè tutti i bambini
possano crescere nel cuore e nella mente!
Pieranna Terzi
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La Goccia n. 2 - 29 gennaio 2011
argomenti e commenti
I Ginosini e la Regione Salento
Ho appreso da un quotidiano nazionale che
si procederà presto ad un Referendum per
chiedere ai cittadini delle Province di Lecce, Brindisi e Taranto se sono d’accordo o
meno sull’istituzione della Regione Salento. Non ero a conoscenza di tale iniziativa,
pertanto ho voluto leggere lo Statuto del
Movimento che propone il referendum per
l’istituzione della Regione, per capire quali
siano i vantaggi o svantaggi eventuali per
i Ginosini, e tale lettura ha stimolato le seguenti riflessioni che mi fanno propendere
per la contrarietà a tale iniziativa.
Il Movimento Regione Salento (MRS), in
nome di una storica esclusività culturale,
storica ed economica, unita alla necessità
di attuare pienamente gli effetti del federalismo fiscale e il principio della spesa standard, reclama l’istituzione di una nuova unità territoriale denominata Regione Salento
che comprenderebbe le Province di Lecce,
Brindisi e Taranto. L’attuale Regione Puglia,
quindi, si dividerebbe in almeno 2 parti poiché non sappiamo se la Terra di Bari e la
Terra del Gargano vorranno più stare insieme e rappresentarsi come Puglia. Questo
perché è noto quanto i foggiani si sentano
più campani che pugliesi, in virtù della maggiore comunanza con i campani anzicchè
con i salentini ( non dico i leccesi in quanto
pure è noto quanto essi tendano a differenziarsi da tutti gli altri abitanti della Provincia
di Lecce << sono leccese di lecce >> ). Per
il MRS il Salento è stato sistematicamente
scippato di risorse ed opportunità dai baresi, ma questo lo sento dire un po’ dappertutto in Italia: i romagnoli si sentono scippati
dagli emiliani, la venezia-giulia dai friulani,
i laziali dai romani, e via così. Io credo che
non sia necessario creare una Regione ad
hoc per non farsi scippare le risorse, cioè
non è necessario ( né utile) spaccare in
due la Puglia per gestire efficacemente le
risorse per soddisfare i bisogni dei cittadini: una buona gestione eticamente fondata
quanto tecnicamente provveduta può dare sufficienti garanzie nel perseguimento
dell’interesse collettivo dei cittadini. Allora
se la gestione etica, efficace ed efficiente
della spesa passa anche dallo snellimento burocratico, credo che sarebbe meglio
procedere alla fondazione non di una nuova
Regione ( e con essa di altri Enti , bilanci
e processi decisionali) quanto all’accorpamento delle Province salentine esistenti in
un’unica macro provincia. Anche perché
questa tendenza nel marcare le differenze,
dividere, creata su un sentimento di disegueglianza ( …lo scippo…), porta con sé i
settarismi dei distinguo, delle gerarchie, dei
pregiudizi: io non mi sento di partecipare ad
una fondazione di questo genere. Piuttosto
reclamo l’unità delle forze e degli intenti per
rafforzare le chance di vita di ogni cittadino, basando ogni azione politica sui principi
fondamentali espressi nella Costituzione
e della Dichiarazione Universale dei Diritti
Umani. Indico nel dovere di realizzare i diritti umani per sé e per tutti gli altri cittadini
l’unico merito cui ambire ex post, giacché
il merito è la costatazione di una particolare eccellenza solo dopo quando essa si è
manifestata compiutamente a beneficio di
tutta la collettività, e da essa riconosciuta.
Diversamente il merito rischia di scadere a
riconoscimento discrezionale di una parte
e non di tutto il corpo sociale, ovvero resta
declinato a bravura, nella migliore delle ipotesi. Quale destino segnerà chi sarà ritenuto
non meritevole? Che il concetto di merito
si presti ad essere utilizzato sub specie
ideologica è chiaro a tanti scienziati sociali
in tutto il mondo, quindi non starò qui a dispiegarne i contenuti, le forme, la portata ed
i limiti; ne ho dovuto però affrontare la presenza visto che esso è indicato come fondamentale nello Statuto del MRS. Da parte
mia preferisco guardare le persone con la
lente del Diritto e dello sviluppo della conoscenza anziché con il principio del Merito.
A questo principio fondativo della Regione
Salento il MRS ne aggiunge un altro ( in
realtà lo dà per scontato o acquisito): l’identità etnica e l’appartenenza all’esclusiva comunità salentina, quale criterio per formare
una Regione. Si è scavato nella storia pre
unitaria per trovare i natali della sedicente
Regione, ancora una volta si è preferito il
torcicollo del guardarsi indietro per trovare
le radici della propria esclusività di salentini, piuttosto che il coraggio della visione
verso il futuro cosmopolita dove non serve
una Regione amministrativa per sentirsi
giustamente orgogliosi della propria tradizione. Credo infatti che sia stato fatto tanto
dalla Regione Puglia negli ultimi vent’anni
per valorizzare tutte le Terre di Puglia, con
il concorso di tutte le autonomie locali. È
chiaro che si può e che si deve sempre fare meglio: ma questo non è forse la forza
degli intenti e dell’impresa di tutti noi? Non
ho mai creduto che ci sia oggi una volontà
specifica nel tarpare le ali al Salento, o un
disegno preordinato da “un grande vecchio”, piuttosto credo che la realtà sociale
e culturale sia poco conosciuta e/o sminuita nella valutazione del suo apporto al
progresso della Regione ( ovvero alla riduzione delle “pratiche” di progresso al mero sviluppo materiale ed economico della
nostra società), una crescita esponenziale
della pulsione egoistica, una miopia verso
la crescente complessità delle relazione
sociali e delle connessioni anche ecologiche già presenti sul tutto il pianeta, il prevalere della volontà di dominio piuttosto che
in quella della partecipazione egualitaria al
destino del mondo.
Quale può essere l’interesse dei Ginosini
ad aderire alla Regione Salento? Non mi
pare che ci sia un interesse di carattere
storico – culturale dato che Ginosa non
è mai stata salentina: lingua, modi di vita,
commerci e scambi sociali sono più lucani che salentini. Non mi pare che ci sia un
motivo sostanziale a carattere economico,
dato che quel che rimane del distretto del
salotto è ubicato tra Matera ed Altamura,
e quel che rimane dell’agricoltura ginosina
rimane lì dov’è, senza particolari “agganci
nuovi” verso il Salento, tanto da giustificare
l’adesione a questa ipotetica regione; ed il
turismo a mare mi risulta comunque ben
avviato e quindi prescinde dall’istituzione
ed adesione alla ipotetica regione. Segnalo un fatto: da un lato sullo Statuto MRS
si reclama la peculiare connotazione del
territorio salentino dal punto di vista storico
– sociale - geografico, dall’altro lato sul sito
internet del MRS si indica come appartenente al Salento territori come Ginosa, Laterza ed altri che con esso non hanno
attualità
nulla a che vedere: come si spiega
questa discrepanza? Credo si tratti di
una comodità organizzativa - cooptativa quella di far aderire al progetto regionale i territori amministrativi
delle province di Brindisi e Taranto,
visto che questi non possono essere
considerati pienamente salentini dal
punto di vista culturale e linguistico.
Non so se il consiglio comunale di
Ginosa sia stato interessato all’indizione o meno del referendum: spero
che se dovesse accadere si chieda ai
Ginosini di esprimersi non solo sul sì
o no all’inclusione nella Regione Salento, ma anche se aderire a ciò che
rimarebbe della Regione Puglia, o se
aderire alla Regione Basilicata nella
Provincia di Matera. Per facilitare la
conoscenza del problema risulterebbe utilissimo che il Comune – oppure
una Associazione Culturale - appronti o affidi ad un comitato di Ginosini
Saggi e Tecnici la costruzione di una
scheda di comparazione sui vantaggi/svantaggi che deriverebbero per i
cittadini e le famiglie dall’adesione o
meno alle diverse ipotesi su cui saranno chiamati ad esprimersi. Tanto
per dire: quante tasse pagheremmo
aderendo al Salento, a Bari o Matera? In quali migliori politiche di sviluppo sociale ed economico riusciremmo
ad inserire Ginosa? Quale sarebbe il
livello dei servizi pubblici che potremmo attenderci? Insomma, avremmo
più chance di sviluppo “sotto” Lecce,
Bari o Matera? Io sono convinto che
bisogna avere il coraggio di sondare
scenari nuovi, che richiedono il coraggio di intraprendere una nuova
strada per lo sviluppo della Comunità
Ginosina, nella certezza che solo sul
recupero sociale del valore dell’utopia possiamo fondare un futuro migliore per tutti.
Queste riflessioni scritte di getto non
sono inconsapevoli delle possibili critiche ed obiezioni che, come sempre,
avranno un senso solo se indirizzate al miglioramento delle proposte
piuttosto che al tentativo di ridurne la
portata: non sarebbero a favore delle
persone e della comunità ginosina.
Francesco Rotunno
La Goccia n. 2 - 29 gennaio 2011
37
Un invito ai Dirigenti dei Partiti
del Centro Sinistra di Ginosa
Caro Direttore, ti invio questo contributo per
esprimere le mie, ma sento dire anche di altri,
perplessità, circa le voci ed i nomi dei possibili
Candidati a Sindaco del Centro Sinistra alle
prossime Amministrative.
Premesso che sono molto scettico sulla effettiva utilità e regolarità delle primarie, non credo
che per far uscire Ginosa dall’apatia e la stagnazione in cui l’Amministrazione uscente ci
ha fatto cadere, servono personaggi che il più
delle volte hanno contribuito a creare precarie
illusioni, finite in malo modo come tutti possono vedere, oppure politici, uomini o donne che
siano, assetati solo di potere, o ancora rampolli di famiglie note ed agiate.
Ascoltando la gente, mi sono accorto, purtroppo, che c’è la volontà di non votare, salvo
poter cambiare idea, coltivando la speranza di
avere un Candidato Sindaco che non sia necessariamente il solito laureato quale Dottore,
Avvocato, Commercialista, ecc., che poi, ed è
sotto gli occhi di tutti, non sempre sono stati dei buoni Amministratori. I cittadini comuni
vogliono un Sindaco che viva fra di loro, conoscendone i problemi, non un Sindaco che si
sistemi nel Palazzo a vivere di rendita per anni, salvo farsi vedere solo quando c’è da fare
passerella con la fascia Tricolore, ma, uno che
giri nelle nostre periferie, che si guardi intorno
e che sappia ascoltare tutti.
Rivolgo quindi un invito ai Dirigenti dei Partiti
del Centro Sinistra di Ginosa, lasciate perdere le primarie, organizzate incontri, dibattiti, in
modo tale da poter ascoltare l’opinione di tutti circa la scelta del Candidato, raccogliendo
inoltre utili suggerimenti per il programma da
presentare alla Cittadinanza, soprattutto non
ascoltate quelle che generalmente sono le imposizioni che vengono da “fuori”. Si decida da
subito il nome, evitando teatrini che mi risulta
stanno già andando in scena. Caro Direttore,
questo è quello che a mio modesto avviso, si
deve fare per evitare che Ginosa continui ad
essere amministrata in maniera apatica, spenta e quel che è peggio rassegnata, come lo è
stata fino ad ora. Sono convintissimo invece
che puntando in modo deciso, ad esempio,
sull’Agroalimentare ed il Turismo, il nostro
Comune può diventare, avendone tutte le caratteristiche, punto di riferimento per l’intera
zona, creando così sviluppo, indotto e posti di
lavoro “VERI” e “ DURATURI”.
Basterà scegliere bene il nome e di conseguenza il programma, riflettendo su personaggi e metodi, facendolo in umiltà e trasparenza,
che poi è quello che la nostra gente vuole per
riprendere fiducia nella Politica. Nella speranza
di aver dato, nel mio piccolo, un contributo-impulso al dibattito politico ed alle scelte che saranno fatte per il bene della nostra Comunità,
Ti Saluto Cordialmente.
Giovanni De Canio
COMUNICATO STAMPA
L’Adoc e la UIL-Sede di Ginosa- interpellate da alcuni cittadini residenti nella zona Orti e Pescarella
circa un anno fa, si attivavano al fine di sensibilizzare Comune di Ginosa e Consorzio di Bonifica Stornara e Taranto, per risolvere la questione relativa
alla eccessiva onerosità del costo dell’acqua potabile. I cittadini residenti nella citata zona lamentano
il fatto di pagare il canone acqua ad un prezzo decisamente superiore a quello normalmente praticato
per chi è servito dall’Acquedotto Pugliese. Infatti lo
stesso inizialmente ammontava ad € 3,23 oltre IVA
al mc., successivamente a seguito delle rimostranze dell’Adoc e dei cittadini interessati, il Comune
riduceva il costo ad € 2,50 oltre IVA . V’è però che,
pur apprezzando l’intervento del Sindaco e della
Giunta Comunale, rimane una notevole sproporzione rispetto alle tariffe normalmente applicate
dall’Acquedotto Pugliese, per cui si è provveduto a
coinvolgere il suddetto Ente, chiedendo di esprimere un parere tecnico sulla concreta possibilità di subentrare al Consorzio di Bonifica Stornara e Tara.
Più volte L’Adoc a mezzo del suo rappresentante
in Ginosa,
Giovanni De Canio, ha sollecitato il Sindaco al fine
di
organizzare un incontro con i soggetti interessati
alla questione, fra cui l’A.T.O. di Puglia, tendente
alla soluzione del problema ed alla eliminazione di
questa disparità che ha determinato il convincimento della esistenza di cittadini di serie A e cittadini di
serie B. Pertanto si rinnova pubblicamente l’invito
al Sindaco a farsi promotore, per organizzare un
incontro che veda coinvolti l’A.T.O. Puglia, l’Acquedotto Pugliese, il Consorzio di Bonifica Stornara e
Tara, l’Adoc, oltre naturalmente ad una rappresentanza dei cittadini interessati.
IL Responsabile ADOC di Ginosa
Giovanni De Canio
38
attualtà
La Goccia n. 2 - 29 gennaio 2011
“La marcia dell’Unità d’Italia” passa da Ginosa.
Gli alunni della “San Giovanni Bosco” accolgono Michele Maddalena
il maratoneta latore di un messaggio di Unità Nazionale
Un’esplosione di entusiasmi e uno
sventolio di bandiere tricolori ha accolto venerdì 14 gennaio Michele
Maddalena il maratoneta settantenne
che, con lo spirito di un ventenne, sta
attraversando l’Italia in lungo e in largo testimoniando il valore fondamentale dell’unità nazionale.
Michele Maddalena, nativo di Formia, professore di elettronica in pensione, è partito il 3 novembre scorso
da Trieste e attraverserà l’Italia, isole
comprese, terminando il suo percorso
a Torino il 17 marzo prossimo, data
ufficiale per i festeggiamenti del 150°
anniversario dell’unità. La marcia di
Michele Maddalena è sostenuta dal
patrocinio del Ministero della Difesa,
dall’Istituto Nastro Azzurro, dall’Unuci
(Unione Nazionale Ufficiali in Congedo d’Italia), da alcuni comuni come
Formia e Coreno Ausonio (FR) oltre
che dalla collaborazione di diversi
“Rotary club Italia”.
La notizia che sarebbe passato per
la nostra Ginosa non è sfuggita alla
nostra scuola che ha visto, nell’accoglienza di M. Maddalena, un’altra opportunità per arricchire e completare
il percorso di storia locale che quest’anno è imperniato sui festeggiamenti per
i 150 anni dell’unità d’Italia. Ad accoglierlo
a piazza Nusco c’erano quindi gli alunni
più grandi della scuola dell’infanzia, della
scuola primaria e i ragazzi di prima della
scuola secondaria di primo grado della san
Giovanni Bosco provvisti di bandierine tricolori che hanno festosamente sventolato
inneggiando al maratoneta che in solitaria,
è arrivato, poco dopo le 10,30, dalla vicina
Laterza.
Oltre agli alunni, erano presenti il dirigente
Vincenzo Calabrese, gli insegnanti con la referente del progetto prof.ssa Maria Carmela
Bonelli, il vicesindaco Felice Vizzielli e altri
ospiti come la madrina delle manifestazioni
per il 150° anniversario, prof. Antonia Mira-
bella, il presidente Giovanni Marsili e alcuni
soci dell’associazione Marinai d’Italia. Ciascuno di loro ha espresso il suo benvenuto
e l’apprezzamento per l’iniziativa che sta
affrontando mentre un gruppo di alunni ha
recitato una poesia, da loro composta per
l’occasione, in cui si inneggia all’unità. Al
ragazzo che gli ha chiesto qualcosa in più
su questa esperienza, Michele Maddalena
ha spiegato che la sua è una marcia faticosa e dolorosa perché ripercorre luoghi e
strade su cui molte vite sono cadute per il
raggiungimento e il consolidamento dell’unità d’Italia; la stessa Italia in cui ci sono
ambienti molto diversi tra loro, si parlano
dialetti diversi, si consumano tanti piatti di
ogni tipo; ma questa diversità va salvaguardata proprio per garantire una pluralità
di individui e di esperienze
che concorrono alla tutela degli stessi valori nazionali per
i quali molti hanno creduto e
lottato.
Passando tra i ragazzi che
gli facevano ala, Maddalena è stato poi accolto nella
presidenza della scuola dove il vicesindaco Vizzielli lo
ha omaggiato del crest del
comune di Ginosa con l’augurio che il suo viaggio porti
alla vera unità del paese; il
dirigente gli ha donato alcuni libri di storia locale da cui
si evincono le peculiarità del
nostro paese nonché della
pergamena con la poesia e
il messaggio degli alunni che
Maddalena consegnerà al
presidente Napolitano quando il 17 marzo a Torino concluderà la sua ”passeggiata”.
Per concludere ha salutato,
attraverso l’interfono, tutti gli
alunni della nostra scuola
sottolineando
l’importanza
dello studio perché il tempo
che si trascorre a scuola è
troppo breve e va sfruttato al meglio per
poter discernere ciò che è bene e ciò che
non lo è; li ha poi esortati a camminare e
osservare perché camminando si possono
notare molti dettagli importanti che in auto
spesso sfuggono o non si apprezzano e ha
concluso auspicando: «Siate degni cittadini italiani e continuate la scuola sentendovi
fieri e soddisfatti di essere italiani.» Dalle
classi gli alunni hanno risposto con: «W
l’Italia».
Ultimati i saluti il maratoneta ha ripreso la
sua marcia per continuare ad incrementare, nelle prossime tappe, il fuoco dell’unità
nazionale.
Anna Bellamia
attualità
Il Pd vuole le primarie?
Giovedì 27 gennaio al teatro Alcanices ci sarà un momento-verità per il centro sinistra ginosino. L’associazione l’Orologio, ha
promosso una conferenza dibattito che vede protagonisti tutti
i partiti che, potenzialmente, possono dare vita alla coalizione:
Pd, IdV, Io Sud, Udc, Sel, Rc. Dal dibattito verranno delle indicazioni che saranno utili per capire che “aria tira”.
I tempi di stampa del giornale non ci consentono di dare il resoconto della conferenza, lo faremo nel prossimo numero. Intanto
possiamo raccontare quello che sta succedendo in questi giorni
che precedono il dibattito annunciato.
Sul finire dello scorso anno, un manifesto documento del Pd
venne affisso sui muri di Ginosa e Marina di Ginosa. In quel
documento era ribadita la volontà di promuovere le primarie per
scegliere il candidato sindaco. Fu convocato un incontro con tutti
i partiti e all’invito rispose soltanto Rifondazione. Dopo quella
riunione il Pd decise di promuovere incontri bilaterali con tutti i
partiti che possono dare vita ad una coalizione anti Pdl.
Tuttavia, mentre il Pd tergiversava circa l’avvio di questi incontri,
l’Italia dei valori, avviava una serie di incontri volti a raccogliere consensi sulla proposta di candidatura dell’avvocato Cristiano Inglese. Questi incontri hanno dato alcuni risultati quale (ad
esempio) quello della disponibilità di alcuni partiti ad accettare
quella candidatura e a sostenerla.
Quando il Pd si è deciso ad avviare gli incontri, il primo con Io
Sud, si è reso conto che vi sono dei patti già sottoscritti per procedere unitariamente da parte di alcuni probabili alleati che possono metterlo di fronte a scelte già compiute.
La domanda che nasce spontanea è: il Pd di Ginosa vuole davvero le primarie?
Io non ne sono convinto. Il suo agire dimostra che si è alla ricerca
di una soluzione che le eviti, per togliersi di dosso la candidatura
(fino a questo momento soltanto annunciata) di Felice Bitetti.
Il Centro Sinistra, se unito al Centro, ha buone possibilità di affermarsi se, in aggiunta, si tiene conto dei risultati elettorali delle
provinciali e delle regionali. Si tratta solo di vedere se, al primo
turno, questa coalizione si riuscirà a metterla in piedi. È facile
prevedere che ognuno vorrà misurare la propria forza e spenderla nell’eventuale ballottaggio.
Mentre il centro sinistra si barcamena, il centro destra aspetta
per rendere pubblica la scelta del proprio candidato sindaco che
è Vito De Palma.
Certo, gli sguardi sono rivolti anche a quello che succede a Roma e a Taranto. Non dimentichiamo che il rischio di elezioni politiche anticipate è molto concreto e se questo evento si dovesse
verificare, molti scenari potrebbero cambiare. Tanto per fare un
esempio: quanto inciderà la probabile candidatura di Lospinuso
al Parlamento in una posizione tale da farlo eleggere? Altrettanta importanza potrebbe avere l’eventuale nomina ad assessore
provinciale di Teresita Galeota che significherebbe la sua esclusione dal gioco della candidatura a sindaco.
Insomma, i prossimi giorni saranno importanti per capire quale
strade prenderà la politica ginosina. Intanto siamo in una fase di
attesa.esseggi
La Goccia n. 2 - 29 gennaio 2011
41
Telethon, un anno speciale
Per Telethon un anno speciale, coronato dall’ennesimo record di raccolta fondi
con 32 milioni e 100mila euro, rispetto ai 31 milioni del 2009. Merito dell’eccezionale sforzo dei conduttori dei programmi televisivi a cominciare da Fabrizio
Frizzi e del rinnovato gruppo di tutta la Rai, nel doveroso impegno del servizio
pubblico e dei valori rappresentati da Telethon.
Il primo a felicitarsi è stato il presidente Luca di Montezemolo, che ha dichiarato: «quando l’Italia riesce a fare squadra, con la straordinaria raccolta della
maratona consentirà ai nostri ricercatori di ottenere più successi, nell’individuazione delle malattie genetiche. Un risultato reso possibile dall’impegno degli
Italiani che decidono ogni anno di dare il loro sostegno alla ricerca.»
Il 2010 è stato il ventesimo anno di questa bella iniziativa della quale la promotrice è stata Susanna Agnelli. Nel corso della diretta televisiva ho visto
dei dottori che rispondevano alle domande dei telespettatori che chiedevano
spiegazioni su malattie che li avevano coinvolti personalmente.
Anche la sottoscritta aveva interesse a conoscere alcune risposte e per questo
mi sono attaccata al telefono e ho ricevuto la linea alle 4 del mattino e sono
stata felice di raccontare la mia storia.
Mezz’ora di colloquio, mi hanno ascoltato attentamente, alla fine mi hanno
chiesto: «Adesso come sta signora Dell’Aquila?». La mia risposta è stata: «Benissimo!»; «Beh allora lascia il passato alle spalle e pensa al domani».
Tornando al giorno della maratona del 2010, all’Arena di Giletti in Rai c’erano
tanti ospiti, avendo il programma quale tema i problemi giovanili. Il presente dei
giovani fatto di precarietà, di futuro che non c’è e a rispondere a questi temi
c’era negli studi il ministro per le politiche giovanili Giorgia Meloni. Una neo
giornalista ha raccontato al ministro che ha fatto di tutto, ha persino scritto al
presidente della Repubblica Napolitano, ma il risultato è stato sempre lo stesso: niente! La giornalista diceva anche se io che pure dispongo di strumenti e
titoli professionali non sono riuscita a ottenere risultati, figuriamoci gli altri.
Il confronto tra la ministra e la giovane giornalista si è concluso con il mantenimento dei rispettivi punti di vista. Insomma, tra il dire e il fare c’è di mezzo il
mare.
Un saluto ai lettori de La Goccia ai quali auguro un felice 2011 e un saluto
particolare agli amici di Abano Terme.
Michelina Dell’Aquila
Programma
Introduzione - Corrado Aprico (Presidente del R C Riva dei Tessali)
Interventi - Luigi Montanaro (sindaco Ginosa);
Roberto A. Raschillà (giornalista)
Relazione - Stefano Giove (Direttore de La Goccia)
Moderatore - Maria C. Bonelli (socio del R C Riva dei Tessali)
42
attulità sportiva
La Goccia n. 2 - 29 gennaio 2011
GIORNATA 14 - BEL REGALO PER I PARTECIPANTI
CTR VOLA SOLITARIA
La terza giornata del
girone di ritorno si apre
con un bel regalo per
tutti i partecipanti del
torneo. Gli organizzatori hanno realizzato un
opuscolo con il resoconto delle due edizioni
precedenti e tutte le foto
del campionato attuale.
Ottima anche l’idea di
dedicare le copertine
interne ai compianti
Gianfranco Petrelli e
Andrea Orfino.
Nonostante tanta sofferenza la capolista Ctr
supera anche Costan.
Non basta il poker del solito Minerva ad evitare la sconfitta. Per gli
arancioni un 6-4 in rimonta.
Royal fin supera La Cantina per 8-6. Straripante il tandem D’Ambrosio-Viconte. Il primo ne fa sei, il secondo fornisce 5 assist. Per i
granata qualche errore di troppo.
Meeting Point pareggia con Deca e perde la scia della capolista.
Papapietro e Conte con una doppietta illudono, poi, ci pensa Santoro con una tripletta a pareggiare i conti. 6-6 il finale.
Aut. Ricchiuto e La Barchetta si dividono la posta
in palio. Primo tempo per i rossoblù che chiudono
sul 3-1, nella ripresa pareggio e assedio finale dei
viola che con due traverse e tre occasioni limpide sventate dalla retroguardia avversaria per poco
non ribaltano il match. Rimpianti per Ricchiuto.
Aseco supera Ottica D’Alconzo con un buon 5-2 e riapre la bagarre play-off. Super Pirrazzo con una tripletta rimette in carreggiata
i suoi.
Prestiti e Mutui soffre più del dovuto contro i Campioni
Incompresi(ancora alla ricerca della prima vittoria) e ringrazia Tarantini che nei due minuti di recupero stravolge il risultato e condanna gli avversari all’ennesimo ko.
Baldasarre D’Angelo
GIORNATA 15
MEETING POINT TIENE VIVO IL CAMPIONATO
Meeting Point torna al successo. Aseco non riesce a contrastare alla vittoria. Primo tempo stratosferico e vantaggio importante, 6-1,
la superiorità tecnica della squadra di mister Carpignano. Buona la poi accade qualcosa e Costan ribalta e allunga sul 9-6. Incredibile.
Nel finale sbotta anche il portiere Calabrese.
prova del neo acquisto Riccardi.8-4 il risultato finale.
Aut. Ricchiuto si scopre grande e batte Royal fin. Strepitoso Cala- Ottica D’Alconzo supera 3-2 La Barchetta. Vittoria di misura per
brese che con una grande prova(tripletta) vince anche lo scontro i �nero-verdi ma partita ad intermittenza . Nel primo tempo doppio
vantaggio firmato Petreracon il compaesano Viceconte(
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solo 2 per lui).
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attualità sportiva
La Goccia n. 2 - 29 gennaio 2011
43
Gran Galà della Runners Ginosa
presso il Parco Diana Bellavista
Domenica 16 Gennaio 2011 presso la Sala Ricevimenti Parco Diana
Bellavista della famiglia Pizzulli si è svolta il Gran Galà della Runners
Ginosa. Una festa sociale, organizzata nei minimi particolari dalla
società ginosina, nella quale c’è stata la presenza di tutti gli atleti
ginosini accompagnati da parenti e amici. Una giornata memorabile
ma sopratutto indimenticabile per tutti i podisti della Runners Ginosa.
Menù da matrimonio, grazie all’alta classe della cucina del Parco
Diana Bellavista. Dopo il pranzo tutti in pista a ballare con la musica offerta dal D.J. di RG Studio, Maurizio Ranaldo che con la sua
conduzione ha fatto divertire tutti i presenti. Durante la festa, sono
stati premiati tutti gli atleti che hanno conseguito risultati importanti
nel CorriPuglia 2010. La novità del Gran Galà, è stato il Calendario
2011 offerto dagli sponsor: Supermercati Europa-Europa di Catucci
& C; Ditta Delfino Infissi di Nicola Delfino; Giacumbo Marmi di Pino
Giacumbo; Gioelleria Mele di Pino Mele; Carige Assicurazioni di
Mario Sangiorgio e Studio di Ingegneria di Mario Stigliano. Il calendario 2011 dei Runners, è stato omaggiato a tutti gli atleti, che hanno
ricevuto anche uno splendido Borsone da gara Asics, offerto dalla
Farmacia del Dott. Pietro Sangiorgio e dalla Ditta Giacumbo Marmi.
Dopo le premiazioni Maxi Torta di oltre 25 Kg. per tutti gli invitati.
Una giornata fantastica che rimarrà memorabile per tutti gli atleti della Runners Ginosa presieduta dal suo fantastico Presidente Josè
Punzi.
Passerella per Anna Francione,
Giacoma Galante e
Francesco Tocci premiati
a Bari dalla F.I.D.A.L.
Sabato 15 Gennaio 2011 presso l’Hotel
Majesty di Bari, passerella per gli atleti pugliesi che si sono distinti nel CorriPuglia
2010. In questa edizone è stato battuto il
record di presenze dei partecipanti. Ogni
domenica su e giù per le località pugliesi, si sono dati battaglia oltre 1.000 atleti che hanno tagliato il traguardo nei vari
CorriPuglia. Presso l’Hotel Majesty di Bari,
sono stati premiati i primi cinque atleti e le
prime cinque atlete di tutte le categorie. Tra
questi anche tre atleti della Runners Ginosa
che sono stati premiati dai dirigenti della
I proverbi
F.I.D.A.L.(Federazione Italiana Di Atletica
Leggera). I tre atleti ginosini sono riusciti
nel corso del CorriPuglia 2010, a conseguire punteggi nelle varie gare dei 10 e 21 Km.
con l’aggiunta dei bonus rivenienti dalla partecipazione ai vari campionati italiani individuali di società. Su tutti l’atleta Francesco
Tocci che nella categoria MM50 ha conquistato un preziossisimo 2° Posto. Nel campo
femminile passerella per le atlete ginosine
Anna Francione e Giacoma Galante. Anna
Francione nella categoria TF35 è riuscita a
piazzarsi al 2° Posto ottenendo un risultato
secondo
fantastico. Mentre Giacoma Galante nella
categoria TF ha conquistato un sensazionale 3° Posto. Prossimi obiettivi per gli atleti
ginosini il prossimo CorriPuglia 2011, che si
svolgerà nella nostra cittadina Domenica 13
Marzo, che ospiterà oltre 1.500 atleti. Per
questa edizione si prevede il record di partecipanti. Mentre Domenica 20 Marzo, circa
30 atleti della Runners Ginosa invaderanno
la capitale per correre la Maratona di Roma.
La 42 Km. più partecipata d’Italia con oltre
15.000 atleti alla partenza. Un evento sensazionale per i nostri podisti ginosini.
(Gianluca Catucci)
[email protected]
Giovanni Carducci
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La Goccia n. 2 - 29 gennaio 2011
eventi sportivi
PRIMA CATEGORIA / Un ingenuo rigore regala il successo alla capolista
Ginosa, ko dal dischetto contro il Bitritto capolista
I biancazzurri, nonostante una gara grintosa e tanto impegno, non riescono nell’impresa di fermare la capolista. Un’ingenuità difensiva ad inizio gara, che procura un penalty ai quotati baresi, spiana la strada al successo del Bitritto.
Non riesce l’impresa al Ginosa di fermare la capolista, visto i
precedenti con altre “grandi” in questo campionato. Il Bitritto,
squadra ostica e ben organizzata, con la migliore difesa del
torneo, conferma il primato svolgendo il minimo indispensabile, aiutato anche da un pizzico di fortuna. I biancazzurri,
invece, dopo la vittoria nel derby col Castellaneta, confermano il cammino altalenante non riuscendo a dare continuità di risultati. Pronti via e dopo un giro
di lancette gli ospiti sbloccano il risultato: un arretrato passaggio azzardato di
Pizzolla mette in difficoltà Orfino che, contrastato da Pignataro, commette fallo in
area sul centravanti barese inducendo il direttore di gara a concedere il penalty che
Silvestri trasforma con freddezza spiazzando Larocca. La gara, già difficile di per
sé, si mette in salita per gli uomini di Pizzulli. Al 12’ Presicci, ben servito sull’out
sinistro, scarica un bel diagonale che sibila accanto al palo. I baresi tentano sortite
dalla distanza, come al 17’ quando Aresta, dal limite, lascia partire una rasoiata
velenosa che fa la barba al palo. I padroni di casa tentano di perforare la rocciosa
difesa ospite ed al 39’ l’urlo di gioia rimane strozzato in gola quando Perrone, su
calcio piazzato dal limite, inventa una parabola maligna con la sfera che si stampa
sulla traversa. La ripresa vede un Ginosa proteso in avanti alla ricerca del pari ed
un Bitritto ad agire di rimessa. Al 4’ Lanave, ben servito in profondità, scarica un
insidioso diagonale che chiama Larocca agli straordinari. Al 24’ è Lisco a provarci
dai venti metri con Larocca ancora una volta sugli scudi a distendersi e deviare in
angolo. Con i biancazzurri sbilanciati in avanti, si aprono ampi spazi per le ripartenze ospiti. Al 26’ su azione di rimessa, Lisco si ritrova solo davanti al portiere
ginosino ma sbaglia clamorosamente mandando la sfera a lato. Contro la migliore
difesa del torneo, i biancazzurri tentano di sorprendere Lacandela dalla distanza,
come al 40’ quando Saponieri si crea lo spazio dal limite ma il suo tiro risulta
telefonato con la sfera che termina tra le braccia del numero uno barese. Alla fine
resta l’amaro in bocca per aver perso una gara per un’ingenuità difensiva che ha
spianato la strada al successo della capolista.
Tabellino della gara (Ginosa-Virtus Bitritto 0-1)
GINOSA: Larocca, Castellano (8’ st Di Matera), Casalingo, Innato, Orfino, Pizzolla, Presicci, Saponieri, Basile, Lomagistro (30’ pt Pagone), Perrone. A disp.:
Martino, D’Attoma, Giosuè, Locantore. All. Pizzulli
V. BITRITTO: Lacandela, Sassanelli, Silvestri, Glorioso, Clementini, Notarangelo (3’ st Masotti D.), Aresta, Lisco, Pignataro, Lanave (20’ st Miacola), Masotti
M. (33’ pt Bottalico). A disp.: D’Oronzo, De Matteo, Di Pietro, Marziliano. All.
Mongelli
ARBITRO: Andreano di Foggia.
RETE: 1’ pt Silvestri (rig.).
NOTE: Ammoniti Pizzolla, Saponieri e Basile (G), Lacandela, Silvestri, Clementini e Lisco (B).
Domenico Ranaldo
([email protected] - www.asginosa.it)
La Goccia n. 2 - 29 gennaio 2011
eventi sportivi
45
PRIMA CATEGORIA / Opaca prestazione dei ginosini che capitolano a Cellamare
Un Ginosa poco brillante cade a Cellamare
Gli uomini di Pizzulli, poco brillanti e sottotono, cedono per 2-0 contro il Cellamare (terza
forza del campionato) e restano in zona play-out a -1 dalla salvezza diretta. Domenica i biancazzurri ospitano l’Acquaviva (26 punti a -2 dalla zona play-off), in una gara non facile, con
l’intento di riscattarsi e tornare al successo per uscire dalla zona rischio.
Alla vigilia si preannunciava come una nervi ed al 24’ Saponieri, già ammoni- L’ultimo sussulto giunge al 45’ quando
gara proibitiva per i biancazzurri e co- to, subisce il secondo giallo prendendo Basile raccoglie in area un traversone
sì è stato. Un Ginosa opaco e poco anzitempo la via degli spogliatoi. Al 35’ dalla destra e di testa manda la sfera di
propositivo in avanti esce sconfitto dal gli uomini di Pizzulli recriminano per poco a lato. Domenica il Ginosa ospita
match contro la terza forza del torneo un contatto in area ai danni di Innato l’Acquaviva con l’intento di riscattarsi
e rimane in zona play-out. La compa- che l’arbitro, invece, giudica regolare. e tornare al successo per uscire dalla
gine ginosina, comunque, parzona rischio.
te bene ed ha un lampo al 14’
Tabellino della gara
con Perrone che, ben servito
(Cellamare-Ginosa 2-0)
in profondità, da buona posiCELLAMARE:
Frappampizione calcia malamente spena,
Binetti,
Cianci,
Angelillo,
Risultati 3ª giornata di ritorno
Prossimo Turno 30/01/2011
dendo la sfera di poco a lato.
De Carne, Giannattasio (35’
Acquaviva - Pro Gioia
3-0
Carovigno - Bitritto
(0-1)
I padroni di casa, ben messi in
st Lovicario), Schiraldi (22’ st
Bitritto - Paolo VI
1-0
Ginosa - Acquaviva
(0-1)
campo, sul primo vero affondo
Conese A.), Rubino, Conese
Castellaneta - Carovigno
2-1
Gravina - Montalbano
(2-1)
passano in vantaggio: al 18’
G. (27’ st Vastano), LamangiCellamare - Ginosa
2-0
Lizzano - Castellaneta
(0-5)
Conese G. raccoglie un lancio
no, Lagonigro. A disp.: Foschi,
Cisternino - Triggiano
1-5
Noci - Sammichele
(0-2)
dalle retrovie, cogliendo la reLuisi, Paracollo, Paparella. All.
Montalbano - Lizzano
0-2
Paolo VI - Cellamare
(1-2)
troguardia ospite impreparata
Prigigallo
PS Altamura - Noci
0-1
Pro Gioia - Cisternino
(1-0)
e, appena dentro l’area, batte
GINOSA: Martino, Casalingo,
Sammichele - Gravina
1-1
Triggiano - PS Altamura
(0-1)
� CELLAMARE
(D. Ran.)
Alla
Martino
insaccando
la -sfera
D’Attoma, Innato, Orfino (8’
vigilia
si preannunciava
come giusotto
la traversa.
La replica
st Basile), Pizzolla, PresicTOTALE
CASA
FUORI
na gara proibitiva per i biancaznosina si registra al 25’ quanci, Saponieri, Di Matera (22’
P G V N P GF GS V N P GF GS V N P GF GS
zione di zurri e così è stato. Un Ginosa oun tiro
insidioso
dal limite
di
st Castellano), Bozza (17’ st
Bitritto
46 18 15 1 2 32 5 9 1 0 18 2 6 0 2 14 3
e poco
propositivo
in avano VI per do paco
chiamadalFrappampiGiosuè), Perrone. A disp.: Lati esce sconfitto
match conpositivo Saponieri
Carovigno 37 18 12 1 5 43 18 7 1 0 27 6 5 0 5 16 12
alla
deviazione
in angolo.
rocca, Locantore, Papapietro,
la terza
forza del torneo
e ria capo- na tro
Cellamare 35 18 10 5 3 27 16 7 3 0 16 5 3 2 3 11 11
34’ il in
Cellamare
va vicino
al
Pagone. All. Pizzulli
zona play-out.
La como scarto. Al mane
Noci
31 18 9 4 5 21 14 5 3 1 14 7 4 1 4
7 7
con Angelillo
che,
ARBITRO: Marolla di Barletpagine ginosina,
comunque,
on pre- raddoppio
Castellaneta 28 18 8 4 6 30 19 7 1 2 24 6 1 3 4
6 13
bene
ed ha un lampo
al 14’
i rosso- su parte
calcio
piazzato
dal limite,
ta.
Lizzano
28 18 8 4 6 28 20 6 2 1 19 5 2 2 5
9 15
con Perrone
che,alla
ben destra
servito in
si al 22' lambisce
il palo
di
RETI: 18’ pt Conese G.; 13’ st
Acquaviva 26 18 7 5 6 17 15 6 0 3 12 7 1 5 3
5 8
profondità,
da ripresa
buona posizione
Fanelli Martino.
Nella
ci si atLamangino.
Gravina
26 18 7 5 6 16 22 3 2 4 9 14 4 3 2
7 8
calciaunmalamente
spedendo
la
tende
Ginosa più
determiNOTE: Ammoniti De Carne,
Sammichele 24 18 6 6 6 21 24 5 4 1 17 11 1 2 5
4 13
sfera di poco a lato. I padroni di
nato ma i biancazzurri latitano.
Lamangino e Lagonigro (C),
PS Altamura 23 18 6 5 7 24 22 4 2 3 13 9 2 3 4 11 13
ben messi in campo, sul
� Al casa,
13’
su
azione
di
rimessa
i
Innato, Pizzolla, Saponieri e
Pro Gioia 20 18 6 2 10 14 25 3 1 4 7 9 3 1 6
7 16
primo vero affondo passano in
raddoppiano
ipotecanPerrone (G). Espulso al 24’ st
� baresi
Ginosa
19
18
6
1
11
18
22
4
0
4
14
8
2
1
7
4
14
vantaggio: al 18’ Conese G. racil risultato:
Lamangino,
ben
Saponieri (G) per somma di
Paolo VI
18 18 4 6 8 13 29 3 3 2 7 7 1 3 6
6 22
un lancio
dalle retrovie,
; 13’ st La- do coglie
lanciato
in laprofondità,
ammonizioni.
Cisternino 17 18 5 2 11 21 43 4 1 4 11 16 1 1 7 10 27
cogliendo
retroguardiadribbla
ospite
Montalbano 14 18 4 2 12 17 32 3 2 5 9 13 1 0 7
8 19
in uscita
e deposita,
Domenico Ranaldo
impreparata
e, appena
dentro
etti, Cian- Martino
Triggiano 12 18 3 3 12 21 37 1 2 5 6 15 2 1 7 15 22
battenella
Martino
insaccansio (35’ st conl’area,
facilità,
rete
sguar([email protected]
se A.), Ru- nita.
do Ai
la sfera
sotto la traversa.
La i
biancazzurri
saltano
www.asginosa.it)
SPORT
sta. Ginosa, ko a Cellamare
zano
a playoff
31
PRIMA CATEGORIA GIRONE B
CLASSIFICA
), LamanLuisi, Pa-
Attoma, Ina, Presicci,
astellano),
A disp.: Laagone. All.
eri (G) per
replica ginosina si registra al 25’
quando un tiro insidioso dal limite di Saponieri chiama Frappampina alla deviazione in angolo. Al 34’ il Cellamare va vicino al raddoppio con Angelillo
che, su calcio piazzato dal limite, lambisce il palo alla destra di
Martino.
Nella ripresa ci si attende un
Ginosa più determinato ma i
biancazzurri latitano. Al 13’ su
azione di rimessa i baresi raddoppiano ipotecando il risultato: Lamangino, ben lanciato in
profondità, dribbla Martino in
uscita e deposita, con facilità,
nella rete sguarnita. Ai biancazzurri saltano i nervi ed al 24’ Saponieri, già ammonito, subisce
il secondo giallo prendendo anzitempo la via degli spogliatoi.
Al 35’ gli uomini di Pizzulli re-
criminano per un contatto in area ai danni di Innato che l’arbitro, invece, giudica regolare.
L’ultimo sussulto giunge al 45’
quando Basile raccoglie in area
un traversone dalla destra e di
testa manda la sfera di poco a lato. Domenica il Ginosa ospita
l’Acquaviva con l’intento di riscattarsi e tornare al successo
per uscire dalla zona rischio.
misura alla capolista Cellino. Andrisani e San Marzano, sconfitte pesanti
46
attualità
La Goccia n. 2 - 29 gennaio 2011
LA STORIA: Il racconto dell’ex giocatore
Antonello Bitetti ai tempi del Cagliari
«Ho giocato insieme al Mister del Milan Massimiliano Allegri. Era un buon centrocampista, e in campo si faceva
rispettare. Già all’epoca mi raccontava che finita la carriera da calciatore, avrebbe fatto l’allenatore. Il ricordo più
bello che porto sempre con me, è quando Allegri mi regalò le sue scarpe da calcio. Con quelle scarpe feci l’esordio
in Serie A. Sono contento per la grande carriera che sta facendo, e gli auguro tanti successi».
attuale allenatore del Milan. I due instaurano un bel rapporto sia in campo che fuori.
In molte occasioni, spesso hanno condiviso
la stanza in ritiro.
Antonello Bitetti rivive quei momenti con
nostalgia, ma anche con la stima per un
amico che ha fatto fortuna nel calcio. “Ricordo con piacere quei momenti vissuti
con Max Allegri. Già all’epoca mi diceva
sempre che finita la carriera da calciatore, avrebbe fatto l’allenatore. Lo diceva
spesso, ed oggi che guida una grande
squadra come il Milan, sono contentissimo per lui. Io avevo il suo stesso ruolo,
e durante la settimana negli allenamenti
mi dava consigli per come migliorarmi.”
Il ricordo più bello? “ È il ricordo più bello della mia vita, vissuta da calciatore.
Allegri durante la settimana che prece-
Ginosa (Ta): Lui, Allegri, lo conosce bene.
Tanto da giocare a calcio con le scarpette dell’attuale allenatore del Milan. Ecco la
sua storia.
Antonello Bitetti classe 1974, ex giocatore
di Matera, Taranto, Cagliari, Reggina, Avellino e Ascoli, ricorda con piacere la stagione
95/96, vissuta a Cagliari con Massimiliano
Allegri attuale allenatore del Milan.
Bitetti da giocatore è stato un buon centrocampista. A soli 17 anni ha esordito in Serie
B nella gara Taranto-Venezia. Nella Reggina in Serie B ha giocato ed è stato compagno di stanza del Campione del Mondo
Simone Perrotta, con cui ha instaurato una
bella amicizia che dura ancora oggi.
A 21 anni, a Cagliari, nella stagione
1995/96, un “certo” Giovanni Trapattoni lo
fa esordire in Serie A, nella gara CagliariPadova. Ed è proprio in questa stagione
che gioca insieme a Massimiliano Allegri,
deva il mio esordio in Serie A, mi regalò
le sue scarpe da calcio. Io ero giovanissimo e per me fu un regalo gradito ed
inaspettato. Infatti con quelle sue scarpe
feci l’esordio nel massimo campionato
di Serie A il 7 Gennaio del 1996 nella gara
Cagliari-Padova. Ricordo che l’allenatore
era Giovanni Trapattoni, e con le scarpe
di Massimiliano Allegri feci una grande
partita”. Dopo quella stagione le strade dei
due centrocampisti si separarono. Bitetti
passò alla Reggina in Serie B, mentre Allegri fu acquistato dal Perugia in A.
Da quando è l’allenatore del Milan, sono diventato suo tifoso. Io sono juventino, ma da
questa stagione sono simpatizzante della
squadra rossonera.
(Gianluca Catucci)
[email protected]
Patronato INAC Informa:
Disoccupazione agricola
Ai precari la disoccupazione con requisiti ridotti
Scade il 31 marzo la domanda per l’indennità.
Caro Lettore / Lettrice
Ti ricordiamo che il 31 marzo 2011 scade il
termine per presentare la domanda d’indennità di disoccupazione agricola per le giornate di disoccupazione relative al 2010.
L’indennità spetta agli operai, sia italiani sia
stranieri, che nel 2010 hanno lavorato presso le aziende agricole e hanno versato contributi per almeno 102 giornate nel biennio
2009/2010. L’indennità può essere ottenuta
anche nel caso in cui 102 giornate siano
state lavorate tutte nel 2010. In questo caso
il lavoratore deve aver versato almeno una
giornata di lavoro agricolo in qualsiasi altro
periodo della vita lavorativa.
I lavoratori stranieri hanno diritto all’indennità solo se titolari di permesso di soggiorno
non stagionale, anche se assunti con contratto di lavoro a termine.
Insieme alla domanda di disoccupazione,
può essere richiesto, se spettante, l’assegno per il nucleo familiare. Per avere maggiori informazioni e verificare la tua posizione, ti invitiamo a recarti al più presto presso
le sedi del patronato Inac, dove potrai presentare la domanda all’INPS in via telematica e ottenere, in tempi brevi, la liquidazione
della prestazione.
Carmelo Candia

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